N°04 del 04/02/2016

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0828. 1991330 - unicosettimanale. it - redazione@unicosettimanale. it
Editore: Calore s. r. l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale:Viale della Repubblica, 177
Capaccio Paestum (Sa) - “Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1,
comma 1, Aut: 952/ATSUD/SA - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25, 00€
Il colosso di Ogliastro
I
l “Cilento”, alla ribalta nazionale negli ultimi anni e non
solo per le sue bellezze e potenzialità, di recente ha rivelato il
suo volto peggiore, come al solito
grazie alla classe dirigente. Infatti,
l’ironica presentazione del Colosso di Ogliastro, che ha fatto sorridere tanti spettatori collegati con
una rete televisiva nazionale, dovrebbe indurre a riflettere e dolorosamente constatare quanto
siamo capaci di farci del male.
Un nuovo Moloch è stato progettato per stimolare il turismo religioso: ecco il motivo reale dietro
l’apparente devozione per S. Pio,
del quale si percepisce, esaltandola, soltanto la virtù taumaturgica
M
LETTERIELLO A PAGINA 8
Non statue ma opere di bene
Agricoltura
La centrale a biomassa a
Il futuro è biologico Paestum non la vogliamo
Q
LIUCCIO A PAGINA 12
UNESCO
“Borghi da salvare”
entre nel nostro Paese, in edicola viene diffusa
la pubblicazione “Borghi magazine”, diretta ai
lettori che vanno alla ricerca dell’autenticità e
promossa dal Club “I Borghi più belli d’Italia”- l’Associazione d’identità aderente al circuito Res Tipica ANCI, nel Cilento esplode la triste vicenda dei piccoli borghi
del territorio che rischiano lo spopolamento ed il completo abbandono.
Lo denuncia il settimanale locale UNICO che, in questo
numero, anticipa uno stralcio dell’intervista rilasciata dal
professor Francesco Bandarin, direttore generale della
ROSSI A PAGINA 5
ualche settimana fa nella
buca della posta ho trovato una gradita sorpresa. Il sindaco di
Cicerale mi ha fatto omaggio di un
calendario con ministoria corredata di belle foto della comunità
cilentana, che dalle terrazze di luce
delle colline si apre all’infinito di
cielo e mare fin laggiù a Capri,
oltre Punta della Campanella, da
un lato, e alla costa dei miti, che da
Licosa trasmigra giù giù fino a Palinuro, e che di sera accende, nelle
baie raccolte, arabeschi di luci in
gara con le stelle che brillano nel
blu lavagna del cielo. Salle spalle
le montagne del Cilento interno, il
Cervati, il Gelbison, l’Antilia innevate, assorte nell’argento della
luna piena.
Anno XVII
n° 04 del 04 febbraio 2016
abato 30 gennaio i cittadini, le associazioni, gli studenti, gli amministratori e gli imprenditori agricoli
hanno percorso i pochi chilometri che separano Capaccio Scalo dall’Antica Città di Paestum per manifestare e
ribellarsi all’assurda decisione della Regione Campania e del
Governo circa la costruzione di una centrale a biomassa a
Paestum.
Sulla Magna Graecia c’erano quasi tutti: i Sindaci con fascia
tricolore, i trattori a chiudere il corteo, gli studenti delle
scuole del
territorio
senza i quali
la massa di
manifestanti
sarebbe risultata una
misera passeggiata di
un gruppo di
fricchettoni.
S
CAPO A PAGINA 2
Agire o
stare a guardare
on basta denunciare che il decremento demografico sta disastrando i piccoli borghi del nostro
territorio. È importante che si passi alla proposta
che superi la condizione di disagio o, peggio ancora, di
disperazione. Allora ci si domanda se quello che accade
da noi è un caso unico e raro oppure altri, prima che nel
Cilento, hanno avuto la stessa sorte? Se questo è successo,
com'è andata a finire?
La risposta è che non è ancora finita! E questo è già di per
sé un bel risultato. Se poi prendiamo atto che qualcosa è
già stato fatto nella direzione giusta e già sperimentata in
N
SCANDIZZO A PAGINA 9
Paesi del Cilento
“Si sta male e tristi”
aro Bartolo,
ho letto il tuo pezzo, allarmato ed allarmante,
sull’ultimo numero di Unico. È superfluo dire
che non si può non essere d’ accordo con te sulle riflessioni che derivano in modo automatico, una volta posto
l’assunto del titolo: “Decremento demografico. Tracollo
vicino”. Io aggiungerei, per rendere ancora più pesto, se
fosse possibile, il buio già tale da te annunciato, che per
i centri cilentani da te più spesso percorsi ed osservati, il
“non ancora” del tracollo vicino, è motivo di un residuo
di speranza, per me che invece da sempre percorro i pic-
C
SANTANGELO A PAGINA 9
2
CAPACCIO-PAESTUM
n° 04 04/02/2016
La centrale a biomassa a Paestum non la vogliamo
Migliaia in marcia per difendersi da un’ingiustizia calata dall’alto
DALLA PRIMA
I
quali si ritrovano periodicamente lungo le
strade e nelle piazze di
Capaccio per protestare indignati e impotenti rispetto a
decisioni prese nei palazzi del
potere.
Ogni volta che si parla di rifiuti e di smaltimento degli
stessi,
Capaccio-Paestum
viene scelta come area dove
poter costruire impianti e discariche che, secondo i governatori e i presidenti
pro-tempore, dovrebbero risolvere l’annosa questione
dell’emergenza rifiuti in
Campania.
La manifestazione “no alla
biomassa a Paestum” ha
avuto come momento finale
la sottoscrizione da parte
delle associazioni e dei sindaci di un protocollo da inviare al Presidente della
Regione Campania, Vincenzo
De Luca.
La cancellazione della centrale a biomassa a Paestum è
nelle mani dei politici, solo
loro oramai hanno la possibilità di non trasformare le
campagne di Paestum nell’ennesima "terra dei fuochi”.
Lungo il serpente umano che
si dipanava da Borgo Nuovo
a Paestum, non solo partecipazione e coinvolgimento
emotivo, ma anche critiche e
contraddizioni nei confronti
di chi ha organizzato la manifestazione di protesta e degli
organi competenti territoriali
che hanno approvato la centrale a biomassa. Non aver
fatto parlare i Primi Cittadini
della Chora Pestana e, nello
specifico, il sindaco di Capaccio, Italo Voza e il sindaco
di Agropoli, Franco Alfieri,
molto vicino al Presidente De
Luca, ha creato malumori tra
i manifestanti e tra le varie
organizzazioni.
Le 2.000 persone scese in
piazza rappresentano meno
del 5% di tutti gli abitanti
della Chora, circa 50.000 abitanti.
Pochi a protestare, e se non ci
fosse stata la presenza delle
scuole, la marcia sarebbe risultata una piacevole passeggiata da Capaccio Scalo a
Paestum per smaltire un po’
di “ciccia”.
Anche se non hanno avuto
l’opportunità di esprimere il
proprio parere, i sindaci sono
pronti ad occupare il terreno
su cui dovrebbe sorgere l’impianto a biomassa, ha annunciato Voza: “La centrale non
si farà, andremo ad occupare
questo pezzo di terra di questo signore che, in modo scellerato, ha venduto e svenduto
la vita di un intero territorio.
E’ assurdo che un consiglio
dei ministri autorizzi un im-
pianto, che deve bruciare prodotti come la sansa, che deve
arrivare dalla Puglia. L’impianto è nocivo, il ministero
dell’ambiente è contro l’ambiente, se ne devono vergognare.
Si
perderanno
centinaia se non migliaia di
posti di lavoro per incidenza
sull’agricoltura e il danno
all’immagine
sarebbe
enorme, non solo a Capaccio
ma su tutto il comprensorio”.
Una dichiarazione complessa
e arzigogolata che dimostra
la pericolosità di un impianto
industriale deleterio per un
territorio agricolo come
quello di Paestum.
Lucio Capo
Siamo tutti ambientalisti “della domenica”
O tutto o niente, ecco la filosofia della protesta populista
L
e trivelle non le vogliamo perché spaventano i pesci, Le
pale eoliche le rifiutiamo
perché deturpano il paesaggio, le centrali solari le bistrattiamo perché occupano
suolo destinato all’agricoltura, gli impianti termovalorizzazioni li combattiamo
perché producono polveri
sottili, le antenne che trasmettono i segnali TV e telefonici le vorremmo abbattere
per evitare l’inquinamento
magnetico, le centrali idroelettriche non vanno bene perché le acque dei fiumi sono
intoccabili, le centrali a biogas e biomasse non si devono fare perché “non si sa
cosa ci buttano dentro” …
Insomma, siamo voraci di
energia ma non sappiamo
bene dove prenderla e come
produrla tranne il consolidato legato alle centrali che
funzionano con idrocarburi e
sono le principali responsabili del riscaldamento del
pianeta. Tutti teniamo alla
salute nostra, dei nostri figli
e dei nipotini che appena cominciano a camminare e ci
inalberiamo quando qualcuno, con lo scopo di produrre l’energia necessaria per
garantirci una vita confortevole (il fresco d’estate e il
caldo d’inverno), decide di
investire risorse proprie attingendo a risorse pubbliche
allo scopo destinate, si mette
in testa di impiantare una
qualsiasi centrale elettrica.
Da un po’ di tempo, lo sport
nazionale è quello di sparare
a zero contro ogni forma di
possibile fonte di “inquinamento” di là da venire, mentre poco si è disposti a
concedere attenzione al
mondo che ci circonda per
evitare che si continui ad inquinare o a tenere atteggiamenti pericolosi per sé e per
gli altri. Ecco alcuni esempi:
• Camminare a piedi o in bicicletta su una strada nei centri abitati o lungo strade
diventate vie interne per il
70% sprovviste di marciapiedi, vuol dire assumere rischio mortale molto più
concreto di una possibile
morte per inquinamento;
• Consentire ai bambini di
viaggiare in automobile seduti, da soli o accompagnati,
sul sedile di fianco al conducente, è molto più pericoloso
che vivere in un territorio
servito da un termovalorizzazione che funziona bene
come avviene in centinaia di
città europee e mondiali;
• Mettere al volante di un
trattore o di un auto un minorenne è mille volte più incosciente che respirare l’aria
di una vallata dove funziona
una centrale idroelettrica;
• Vivere respirando aria e
mangiando frutti della terra
in una pianura dove vengono
usati anticrittogamici non è
certo più sicuro di un territorio dove viene impiantata
una centrale a biogas o a biomasse;
• Inalare i fumi di un rogo acceso per bruciare plastiche
residuali dalle produzioni
agricole è certamente più letale che vivere a ridosso di
un’antenna che ci consente
di essere connessi con il
mondo in tempo reale;
• Fare un bagno nei fiumi
dove si scaricano le acque
provenienti dalle fogne dei
paesi che spengono i depuratori per risparmiare sui costi
energetici, fa più male alla
pelle di chi è esposto alle
polveri sottili …
In sostanza, è giusto protestare per evitare di impiantare ogni qualsivoglia tipo di
infrastruttura che è pericolosa per la nostra vita, ma è
altrettanto importante essere
coerenti con tutto ciò che di
consolidato esiste intorno a
noi al fine di evitare di essere
trascinati in un circolo vizioso che lascia sempre
l’amaro in bocca.
Siamo tutti ambientalisti
“della domenica”, O tutto o
niente, ecco la filosofia della
protesta populista che, una
volta ottenuta la soddisfazione di aver combattuto una
battaglia, stremata, si rassegna ad aspettare incoerentemente la successiva senza
fare niente per migliorare
l’esistente.
Ancora di più, dovrebbero
farlo i pubblici amministratori che hanno nelle loro
mani il potere di effettuare le
scelte a monte, cioè in fase di
programmazione, e non a
valle scendendo in piazza e
mettendosi a capo di una
protesta che con un po’ di
oculatezza poteva essere evitata. Ma la coerenza, si sa,
non è merce che si acquista
al mercato per pochi spiccioli, ma si costruisce con il
tempo di una vita. Oggi il
mondo ha troppa fretta ed
impegnata sull’essere che
preoccuparsi del divenire …
moncil
TURISMO
n° 04 04/02/2016
3
Riparte il Metrò del Mare, collegherà i porti cilentani con le Costiere
A seguire De Luca spera di chiudere l’accordo per l’alta velocità fino a Sapri
2, dal lunedì al venerdì sarà la Ci- rine protette (Punta Licosa e Baia
lento-Costa d’Amalfi (Porti di Sa- degli Infreschi Masseta), da qui l’imlerno, Agropoli, San Marco, Amalfi, portanza di incentivare il turismo nauPositano, con coincidenza per Capri). tico locale.
La linea 3 Cilento-Capri-Napoli è di- Dopo il lancio dell’amministrazione
visa in due parti. La linea 3/A sarà at- De Luca del Cilento Blu Club sono
tiva il martedì, mercoledì e giovedì e arrivate subito le note di soddisfainteresserà i porti di Sapri, Camerota, zione da parte dei sindaci e dei circoli
Pisciotta, Casal Velino, Capri e Na- politici locali che hanno accolto con
poli.
favore il tentativo di avvicinare il CiLa linea 3/B, invece, attiva il lunedì e lento alle grandi città italiane via ferro
il venerdì, collegherà i porti di Sapri, e via mare (ricordiamo che le Stazioni
Palinuro, Acciaroli, San Marco, Capri di Capaccio-Roccadaspide, Agropolie Napoli.
Castellabate, Vallo della Lucania-CaUna iniziativa importante per il rilan- stelnuovo e Sapri servono una vasta
cio del turismo cilentano, fortemente fetta di popolazione e la città di Agropenalizzato negli ultimi anni dalle poli ospita il porto più grande a sud
condizioni di viabilità precarie del ter- della provincia di Salerno).
ritorio.
Alessandro Pecoraro
Il Cilento e del
Golfo di Policastro hanno
un tratto di
costa con una
a Regione Campania ha va- la chiusura della Cilentana.
delle più altre
rato ufficialmente il progetto Per gli inizi di febbraio è prevista la
densità di porti
ROMOZIONE Girone “D” - Continua la corsa a due
Cilento Blu Club, un si- gara per individuare la compagnia di
turistici d’Itaper la vittoria del campionato. Il Picciola espugna il
stema integrato di trasporto tra mobi- navigazione a cui saranno affidate le
lia e del Medidifficile campo di Buccino e respinge il “ritorno”
lità su ferro, per collegare le città linee cilentane.
terraneo, con della Polisportiva Santa Maria che domenica sarà impegnata
italiane con il Cilento e via mare, fa- Saranno attive 3 linee, individuate a
11 porti (Agro- contro i cugini della Vigor Castellabate in un derby praticacendo ripartire il Metrò del Mare, conclusione degli incontri tra i Sinpoli, Agnone mente da testa-coda. Canalone e Calpazio finisce in parità:
linee di traghetti che collegano i porti daci dei comuni interessati, dal 1°LuMontecorice, 1-1. Per i primi un punto che conferma la terza “piazza” della
cilentani a Salerno, la Costa d’Amalfi glio al 31 Agosto 2016, per un costo
San Marco, classifica a quota 29 punti. Per la squadra caprese un risultato
e Napoli.
di 800mila euro.
Casal Velino, importante in vista del prossimo impegno casalingo contro
Per quanto riguarda il rafforzamento La linea 1, attiva il sabato e la domePisciotta, Pali- una quotata Temeraria: classifica alla mano, questo è il big
della linea ferroviaria, oltre al poten- nica sarà Salerno-Costa del Cilento
nuro, Marina match della giornata. Vittoria di prestigio e ritorno ai tre punti
ziamento dei treni regionali, è previ- (Porti di Salerno, Agropoli, San
di Camerota, per la Poseidon contro la Giffonese grazie al gol di Di Lucia
sto l’ampliamento dell’Alta Velocità Marco, Acciaroli, Casal Velino, PiScario, Sapri) su punizione. Il Sassano nonostante la sconfitta pere 2-1, in
fino a Sapri, in modo da compensare sciotta, Palinuro, Camerota), la linea
e 2 aree ma- casa della Temeraria conferma il buon momento con una prestazione degna di nota. La Vigor Castellabate, priva di molti
titolari, deve piegarsi al Salernum che, tra le mura amiche,
ottiene il gol del definitivo 2-1 solo a pochi minuti dalla fine.
Adesso l’attenzione è tutta al prossimo turno quando si affronteranno, come detto in precedenza, proprio Vigor CastelIOCCO DI NEVE - Il nuovo corto di torna alla normalità.
labate e Santa Maria Cilento.
Italo Sabetta Dal 7 al 10 Febbraio a La piccola Maria intanto viene ritrovata e ac- PRIMA CATEGORIA Girone G - Stop. Questa è la parola
Roscigno Vecchia, Ottati ed Aquara cudita da un vecchio e ricco giocattolaio di un d’ordine della quindicesima giornata in Prima Categoria. Le
in provincia di Salerno, si svolgeranno le ri- paese non lontano.
prime due della classe, infatti, Santa Cecilia e Montesano,
prese del nuovo cortometraggio di Italo Sa- Maria avendo perso momentanea mente la me- vengono bloccate sul pari, in casa rispettivamente della terza
betta dal titolo "Fiocco di Neve", prodotto moria non ricorda da dove arriva e chi è la sua (0-0 con il Pro Colliano) e della quarta (2-2 a Campagna).
dalla Costinis Film con il contributo della Bcc famiglia. Sarà il suo piccolo orsacchiotto di pe- La squadra di patron Donato Domini si laurea campione di
luche bianco a far ritornare i ricordi a Maria.
di Aquara.
inverno a quota 38 punti ma il solo punto di vantaggio sulla
La storia della famiglia Cisera di Colle di Pie- Una piccola storia piena di sentimento e dol- diretta concorrente Montesano obbliga la capolista alla mastra, che dopo un improvviso bombardamento cezza, una fiaba surreale e visionaria.
sima concentrazione. Da segnalare le vittorie di Albanese,
Nel cast Roberta Costini, Emma Durso, Maria Polene ed Herajon, squadre che combattono sul fondo della
si perdono le tracce della loro figlia.
A distanza di 8 mesi la vita della famiglia ri- Doddato, Luca Consolmagno, Lucio Capo e classifica e che, con i tre punti incamerati nell’ultimo turno
Giuseppe Spagnuolo.
ci campionato, prendono una grossa boccata d’ossigeno.
La sceneggiatura è firmata dal
Angelo Valletta
regista con Sabino Muggeo, Roberta Costini.
"L'idea del corto è nata dal mio
amore per le fiabe e le storie in
costume, per tutto quello che non
è reale e che si può raccontare
solo attraverso le immagini e il
cinema - Mi piace rendere le storie o i fotogrammi come se fossero tutti dei dipinti: la storia
raccontata in Fiocco di Neve rappresenta la mia anima più infantile e fantasiosa" - ha dichiarato
Italo Sabetta.
L
Fiocco di Neve - Il nuovo corto di Italo Sabetta
Dal 7 al 10 febbraio le riprese in provincia di Salerno
F
Promozione girone "D"
Lotta a due per la vetta
P
4
AGROPOLI
n° 04 04/02/2016
Paco Di Canto, il Caravaggio della fotografia
Luce intensa sulla dramma dell’esistenza
hat’s your price? La domanda non rivela solo il
senso della corruzione.
Non c’è solo il prezzo da pagare per
rimettere la nostra anima nelle mani
di chi dovrebbe agevolarci l’esistenza, ma ce n’è un altro, verosimilmente, da scontare per le nostre
scelte sbagliate, o mancate. Paghiamo una pena al cattivo sortilegio
per non aver saputo difenderci dall’arrivismo più illusorio, dal consumismo più sfrenato: questo il
messaggio di base dell’opera fotografica di Di Canto, artista trentinarese di spiccata sensibilità. Diciotto
scatti divisi in sei trittici, legati tra
loro da un filo conduttore che rivela,
nella bellezza drammatica delle immagini, l’inferno di una condizione
umana che tocca la fragilità dell’essere.
Seguire falsi modelli di progresso
porta al regresso della coscienza,
che, se non adeguatamente curata
prende a dissolversi, trasformandoci
in ciò che in principio non eravamo.
Perdendo di vista il concetto kantiano del rispetto della legge morale
dentro di noi, ognuno rischia di di-
W
ventare altro da sé, fino a sprofondare nella miserabile condizione esistenziale evidenziata dalle opere
dell’autore.
Così, gli scatti di questo osservatore
attento vanno a fotografare una veridicità che va ben oltre la realtà: egli
non è andato per strada a riprendere
il tossicodipendente, l’avvenente che
si illude di diventare un personaggio
celebre, o il ludopatico incollato ad
una slot machine. Ha fatto di più.
Molto di più.
Ha guardato dentro le loro anime, in
profondità, rivelando l’intensità della
disperazione, come ultimo stadio di
una condizione più vicino alla morte
che alla vita.
Ed è qui che scatta il messaggio di
speranza che il valore ben visibile
delle foto nasconde senza, tuttavia,
farne perdere traccia, sì da poter distinguere nel lavoro di Di Canto i risvolti più inquietanti ed estremi della
“tragedie humaine”.
Pertanto, la fotografia, alla stregua
della letteratura e della pittura, ci
apre a sequenze che scoprono gradualmente, scatto dopo scatto, sofferenza
dopo
sofferenza,
la
gigantografia di
uno squilibrio psichico collettivo, le
cui origini vanno
ricercate nella presunzione stessa dell’individuo.
E senza uscire dal
campo dell’arte, il
nostro autore conferisce alla sua visione intimistica
dell’eterno dramma
esistenziale
un
senso estetico di rilevante matrice tecnica,
dando
l’opportunità
di
contemplare l’intensità tragica di
una fotografia davvero significativa:
l’illustrazione spettacolare
del
dramma, per evitarlo, ma non ignorarlo.
Oscar Nicodemo
IN FARMACIA
PHYLLANTHUS PER
PROTEGGERE IL FEGATO
l
genere
Phyllanthus
comprende
circa 600 specie
diverse.
Sono
piante erbacee annuali diffuse nelle
aree tropicali e sub-tropicali d’entrambi gli emisferi, dalle foreste amazzoniche fino al sud-est asiatico.
La droga, costituita dalla pianta intera
o dalle sommità, è d’uso consolidato in
antiche dottrine mediche, tra cui
l’Ayurveda e la medicina tradizionale
cinese, per curare patologie a carico di
differenti organi e apparati. Gli impieghi tradizionali sono come rimedio
anti-diarroico, febbrifugo, stomachico,
cioè favorente la peristalsi dello stomaco, emmenagogo, cioè favorente le
mestruazioni. Il campo terapeutico di
maggiore interesse è però l’epatologia,
perché numerosi studi hanno dimostrato come Phyllanthus niruri protegga efficacemente il parenchima
epatico dai danni indotti dalle tossine
e dai virus dell’epatite. I primi lavori
risalgono alla seconda metà degli anni
’80 con uno studio pilota su pazienti
affetti da epatite B trattati con un preparato a base di P. amarus o placebo
per 30 giorni: dopo 20 giorni si verificò la negativizzazione dell’antigene
dell’epatite B in 22 su 37 pazienti del
gruppo sperimentale, contro 1 su 23
del gruppo placebo. I soggetti rimasero
siero-negativi a 9 mesi dalla sospensione. A oggi, però, non disponiamo di
elementi sufficienti né ad affermare né
a smentire l’efficacia antivirale di P.
amarus contro il virus dell’epatite B.
per dirimere la questione servirebbero
studi clinici di sufficiente potenza statistica. Phyllanthus niruri e amarus, col
loro effetto epato-protettivo, restano
comunque un’interessante opzione di
trattamento del paziente con epatite virale cronica in cui il danno tissutale è
sempre sostenuto dal forte stress ossidativo. Lo conferma, ad esempio, un
trial su 50 pazienti con epatite C trattati
per 10 settimane con un estratto di P.
amarus che ha normalizzato le transaminasi e la perossidazione lipidica, ripristinando la potenzialità del sistema
antiossidante.
Alberto Di Muria
[email protected]
I
SOCIETA’
DALLA PRIMA
e non il suo messaggio di cappuccino
misericordioso, sensibile alle necessità dei poveri e per questo messosi in
gioco rischiando di persona.
Dopo la realizzazione della disastrata
variante alla statale 18, la cittadina di
Ogliastro appare sempre più isolata,
priva di strutture in grado di accogliere un numero minimo di turisti,
immaginarsi le conseguenze qualora
il Colosso Piàno, facendo il miracolo,
riuscisse a smuovere la curiosità dei
bagnanti che d’estate accorrono nel
Cilento o dei pochi turisti attratti dalle
meraviglie di Pesto.
Nel presente articolo, e a titolo personale, mi permetto qualche considerazione per favorire una decisione
meditata e superare le poco convincenti motivazioni addotte. In realtà, il
paese ha bisogno d’immediati piccoli
interventi per evitare disfunzioni
come quella capitata la scorsa settimana ad un’ambulanza, che ha rischiato di non soccorrere un abitante
perché non riusciva a rintracciare la
via, in assenza di opportuna indicazione stradale!
Oggi il turismo religioso, è inserito in
quello culturale per il potere economico e sociale acquisito coinvolgendo turisti e pellegrini. Il
pellegrinaggio cristiano in tarda età
moderna si è evoluto nel Gran Tour,
che ha moltiplicato i viaggi per motivo di studio. Da allora non ci si
muove solo per andare verso mete
sacre o per motivi commerciali, ma
anche per svago o per cultura; perciò,
turismo religioso e pellegrinaggio
Diatriba tra
Camerota e Centola
A
proposito della diatriba tra
Camerota e Centola su una
sede distaccata dell'Istituto
Alberghiero "Ancel Keys" di Castelnuovo Cilento il prof. Giuseppe Galzerano, come cittadino di Castelnuovo
Cilento e come docente presso l'Istituto, dichiara: L'Istituto Alberghiero
"Ancel Keys" appartiere a Castelnuovo
Cilento e a chi - coadiuvato dagli Amministratori Comunali - si impegnò per
farlo istituire. Non ha bisogno di nessuna sede distaccata e di nessuna scissione. Invece di creare sedi distaccate,
si diano e si costruiscano nuove aule
alla sede di Castelnuovo Cilento, dove
manca finanche l'aula per i professori e
gli armadi con i registri e i documenti
dei professori, sono in mezzo al corridoio, cosa che non avviene nemmeno
nelle scuole del Terzo Mondo. Anche
l'aula magna è stata abbattuta e ridotta
per creare due classi. E ci sono professori che hanno fatto scuola in
un'«aula», ricavata con le tende... Non
serve a nessuno scippare una sede distaccata, è necessario migliorare la sede
di Castelnuovo Cilento. Non commento la «gioia» del sindaco di Castelnuovo Cilento, che invece di opporsi
dice sì alla sede distaccata.
Giuseppe Galzerano
Il colosso di Ogliastro
presentano analogie, ma anche evidenti differenze, pur essendo sovente
usati come sinonimi l’uno dell’altro.
Il pellegrinaggio rimane una manifestazione pratica di fede che si svolge
nei luoghi di culto; con turismo religioso, invece, si deve intendere un’attività economico-sociale praticata da
chi si mette in viaggio non per un fine
esclusivamente teologico-pastorale,
ma anche con il desiderio di divertimento, evasione, relax. Lo stesso pellegrino diretto in un luogo sacro
spesso tende a sdoppiarsi in escursionista e turista: il primo visita la località in giornata senza soggiornare
nelle sue strutture ricettive; il secondo, invece, è disposto anche a fermarsi.
Sorge la domanda: Ogliastro sarà mai
in grado di ospitare questo tipo di visitatore come Capaccio-Paestum ed
Agropoli? Inoltre, il turismo con connotazioni religiose presenta anche
motivazioni culturali, spirituali, etniche, naturalistiche, etico-sociali. Un
esempio è fornito dal Vaticano o da
Pompei, più vicina a noi. Ora non
pare che Ogliastro possa comunque
annoverarsi tra i luoghi in grado di
animare un’esperienza di questo tipo,
con o senza la grande statua di Padre
Pio. Probabilmente, ad attirare l’attenzione della autorità locali sono i
dati relativi agli effetti economici del
turismo religioso sull’economia nazionale: si calcola che il pellegrino
viaggia preferibilmente durante la
bassa stagione e mediamente spende
51 euro al giorno. Quanti pellegrini,
e per quanti anni, saranno necessari
per pareggiare il conto dei 150 milioni di euro preventivati per realizzare
l’opera?
Inoltre,
come
accompagnare la motivazione religiosa, principale ragione di scelta del
soggiorno, al desiderio di conoscere
il patrimonio artistico e monumentale
del luogo visitato? Non mi pare che
ad Ogliastro ne esista uno rilevante da
giustificare l’ingente impegno finanziario. Ed allora cui prodest?
Opportuna sarebbe anche una chiara
presa di posizione della Curia dopo
che il sindaco ha manifestato di procedere, anche contro il consiglio del
parroco, nel realizzare questo progetto faraonico e poco cristiano. Durante una riunione di clero
all’unanimità si è sostenuto che S.
Pio, nonostante la popolarità, non ha
n° 04 04/02/2016
5
un particolare radicamento tra le specifiche scadenze religiose della Diocesi di Vallo. I pellegrinaggi
organizzati dai gruppi di preghiera
sono diretti nel Beneventano e in Puglia; inoltre, si è fatto presente che
nell’attuale congiuntura economica,
con una crisi che non accenna a diminuire, come dimostrano l’impegno e
l’incremento degli interventi della
Caritas, sarebbe un’opzione non solo
imprudente, ma anche una pessima
testimonianza cristiana, agli antipodi
rispetto alle priorità francescane tante
volte evocate dal papa. Forse i vertici
gerarchici diocesani dovrebbero far
sentire la loro voce per evitare la sensazione di un atteggiamento simile a
quello della chiesa di Laodicea, oggetto, nell’Apocalisse, di un tagliente
giudizio perché né fredda né calda!
La leadership, proprio in queste circostanze, senza timori di sorta, dovrebbe orientare nelle decisioni,
confortare chi è lasciato solo, guidare
chi si è proposto di fare il bene comune.
L.R.
Meno statue e più opere di bene
I
l sindaco di San Giovanni Rotondo, Luigi Pompilio, spiega
che i 6.000 posti letto costruiti
nel paese sono impossibili da riempire, per cui ritiene che sia stato un
errore confondere la fede con lo sviluppo turistico della cittadina pugliese. A San Giovanni Rotondo va
aggiunto il paese natale di Padre Pio,
Pietralcina, anch'esso oggetto di importanti investimenti per innalzare il
santo ad icona di un territorio per
farne metà di destinazione turistica.
Ora ecco un terzo punto d'attrazione.
Ogliastro Cilento che vorrebbe co-
struire il "terzo polo' dedicato al
santo di Pietralcina.
Il "Colosso di Ogliastro", come è titolato l'articolo di prima pagina di
Unico, da bene l'idea della "faraonicità" del progetto che si propone di
"alzare" l'imponente stata che rappresenta san Pio sulle colline Cilentane.
Incredibilmente, sembra che siano in
tanti a dirsi disposti a contribuire alle
spese per la sua realizzazione ...
Parafrasando un vecchio detto possiamo concludere che "meno statue e
più opere di bene!"
La stazione del marinaio
di Sergio Vecchio
6
VALLE DEL CALORE
n° 04 04/02/2016
All’asta la Cantina Sociale di Castel San Lorenzo
La cooperativa è stata fatta fallire per pochi soldi
ante sono state le parole che si
sono spese circa la questione
relativa alla Cantina Sociale
"Val Calore", tante sono state le opinioni formatisi e i dibattiti che hanno
preso piede negli ultimi periodi.
E' innegabile che la questione sia
quantomeno complessa e variegata,
sembra quasi che non vi sia un appiglio dove potersi aggrappare per fare
un po' di chiarezza e sciogliere i nodi
, sempre più intricati, che attanagliano
questa vicenda: è proprio a tal proposito che abbiamo deciso di contattare
Rosa Pepe, del CRA-ORT di Pontecagnano, per tentare di avere una visione più chiara di quello che sarà il
destino della Cantina Sociale.
Quale sarà la sorte della Cantina? E
soprattutto, che impatto hanno avuto
le sue vicissitudini sulla comunità e
sulla fascia della popolazione degli
agricoltori, la fetta di comunità più vicina agli intenti e agli scopi di quest'ultima?
Innanzitutto , vi è una sola certezza,
come afferma la signora Pepe: si sta
aspettando la messa all'asta della "Val
Calore", e i tre commissari nominati
dal Ministero dello Sviluppo Economico tre anni fa.
Per quanto riguarda le considerazioni
in merito all'attesa della messa all'asta, è doveroso ricordare le origini
T
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e le radici più recondite della "Val Calore", che è stata fondata dai contadini, dagli agricoltori della nostra
valle, che hanno da sempre creduto in
questo progetto, pensando di poter riversare in esso le proprie aspirazioni
e far valere così i propri diritti. Se la
"Val Calore" è fallita, ciò è avvenuto,
stando a ciò che dice Rosa Pepe, per
pochi soldi.
La costernazione più
grande che affligge tutta
la comunità scaturisce
proprio da quella sensazione di privazione, dal
dolore di vedere il bene
di tutti piombare nelle
mani di una singola persona: dalla collettività al
privato, dalle mani sporche di terra dei contadini
all'oblio totale. E' questo
lo sgomento che si propaga a macchia d'olio per tutta la comunità: il tonfo sordo dell'assenza,
della privazione, della morte di una
creatura del popolo, sentita e voluta
dai contadini, che con molti sacrifici
hanno diluito fatica con sudore per far
crescere questo progetto dal sapore
collettivo.
Ovviamente la comunità avrebbe desiderato un intervento pubblico di
spessore maggiore, un’azione più
energica e vigorosa per tentare di restituire questo progetto al popolo: si
sarebbe potuto giungere a un accordo
di tipo pubblico e privato, magari
creare un'altra cooperativa con la partecipazione dei vari soci per poter integrare i soldi che spettavano loro. Da
quando la "Val Calore" ha chiuso i
battenti, si è registrato (oltre al senso
dilagante di mortificazione e sgomento) un aumento
dell'indice di immigrazione a Castel
San Lorenzo, proprio perché è venuto
meno il punto di riferimento più importante
nonché
punto nevralgico e
centro propulsore.
Se i risultati dell'asta
decreteranno la vittoria di un privato,
tutte quei piccoli residui di speranze e aspettative moriranno inesorabilmente: il Ministero
dello Sviluppo Economico e il Ministero delle Politiche Agricole avrebbero potuto, secondo la signora Pepe,
muoversi diversamente e procedere in
direzione di un accordo tra pubblico e
privato, mentre invece ora non si può
far altro che aspettare.
Forse col fiato sospeso, forse no.
[email protected]
Forse con un minimo di speranza, o
forse no. Ma in fondo, a cosa serve
sperare? A cosa serve sperare e nutrire
sciocche e banali speranze se i sacrifici di un nonno, di un padre, di uno
zio, valgono quanti i vermi nel terriccio, quanto le istituzioni, per l'ennesima volta, non danno voce a chi ha
nutrito la terra e se n'è preso cura? Chi
ha nutrito la terra è la voce più importante del nostro territorio, che di terra
è fatto e di terrà vivrà e morirà.
Attendiamo gli sviluppi della vicenda,
sperando di preservare quelle mani
sporche di sangue e fatica che da sempre hanno preso a pugni, accarezzato
e cresciuto le nostre terre e le nostre
esistenze.
Monica Acito
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Il N° 04 di Unico è stato
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CULTURA
n° 04 04/02/2016
7
Menotti Lerro: “L’infanzia. Sogno irripetibile”
‘Pane e zucchero’. L’ultimo lavoro del poeta cilentano
l giovane poeta di Omignano,
Menotti Lerro, torna in libreria
con la raccolta poetica ‘Pane e
zucchero’ (Landolfi Editore, 2016).
Nel titolo è già possibile scorgere
quali saranno le tematiche affrontate
nelle poesie: quelle legate all’infanzia, ai giorni in cui due elementi sem-
I
plici come il pane e lo zucchero
potevano rappresentare tanto per un
bambino impegnato a divertirsi e a vivere con spensieratezza l’infanzia,
quella stessa che per Menotti è stata
un “sogno irripetibile”. Perché “i
sogni, belli o brutti, andrebbero fatti
una sola volta”, spiega il poeta. “Ripetere lo stesso sogno può essere noioso e potrebbe avere poco senso. La
mia infanzia è stata sognante perché
meravigliosa (e posso dire che lo è
stata per la maggiore parte), e dolorosa al contempo come credo capiti
un po’ a tutti. Ero un bambino intelligente e gioioso di vivere, entusiasta
di infinite cose. Questo ha fatto di me
un fanciullo, e oggi un uomo, felice
anche se qualche problemino familiare a volte mi rendeva, e non mi
rende più, triste. Ci tengo però a sottolineare che chi crede, leggendo le
mie poesie, che la mia infanzia sia
stata poco serena o malinconica sbaglia ad interpretare il mio messaggio
perché è stata amorevole e avvincente
grazie ad una madre eccezionale, a
sorelline e amichetti con cui giocare
e a un padre straordinario che ci
amava e ci ha dato tutto l’amore e la
saggezza che un figlio possa sperare
di ricevere in dono”. Così Menotti
chiarisce il senso delle sue poesie e,
al dì là dei ricordi legati a questo periodo della sua vita, utilizza i suoi
versi anche per raccontare la memoria, tematica tanto cara a tutto il
mondo della letteratura e non solo.
Memoria strettamente intrecciata ai
ricordi che riemergono dal profondo
di ognuno, quelli che – secondo Menotti Lerro – sono semplicemente ricordi, “immagini di noi nel mondo,
interiore ed esteriore, in un tempo
passato. Alcune immagini sono piacevoli e confortanti, altre meno;
spesso sono distorte dall’instabilità
della memoria che non è bianca o
nera, ma ha mille sfumature. A volte
si tratta di memorie nostalgiche, altre
di liberazione o, per così dire, ‘neu-
tre’. In noi permangono memorie di
vario genere e ogni ricordo ha una sua
vita indipendente”.
Oltre a quest’ultimo lavoro l’anno appena trascorso è stato molto impegnativo per Menotti che si è cimentato
nella scrittura di due generi nuovi per
lui: il teatro e i testi musicali. Nel
2015, infatti, ha pubblicato le pièce
teatrali ‘Donna Giovanna’ e ‘Il gorilla’ e il cd ‘I battiti della notte’ con
10 brani musicati dal compositore polacco Tomasz Krezymon. L’opera
‘Donna Giovanna’ è la versione femminile del celebre ‘Don Giovanni’ in
cui la protagonista, nell’intenzione di
Menotti, “rivendica la sua identità autonoma di donna e di genere sessuale”. ‘Il gorilla’, invece, spiega
l’autore, “è una commedia che prende
spunto da un’immagine, quella del
Gorilla del Crodino, che nella mia
fantasia turba il protagonista di questa
vicenda, Don Raimondo, al punto da
non fargli più accendere il televisore
per paura di incontrare lo scimmione.
La storia è molto complessa, in verità,
poiché si narra in chiave semiseria la
placida follia di un uomo che non riesce più a contenere il mondo esterno
e se stesso”. A ‘I battiti della notte’
sono affidati vari temi da veicolare attraverso la musica e i versi di Menotti
che precisa: “il filo conduttore di questo lavoro è la dolcezza delle ombre,
Menotti Lerro
non solo quelle amorose”. Le canzoni
sono state presentate in tre concerti (a
Cracovia, Varsavia e Danzica) sponsorizzati dall’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia ed hanno riscosso un
notevole successo di pubblica e di critica.
Tuttavia, nonostante questa vita ricca
di impegni, di poesie da scrivere,
opere teatrali da pubblicare e versi da
musicare, ciò che non smette di emergere dall’animo di Menotti è l’infanzia, “irreale veliero sprofondato con
gesti goffi”.
Ilaria Longo
Il Carciofo di Paestum IGP a Berlino
Esposito e Ferrara a caccia di nuovi mercati
S
ono oltre 2500 le aziende ortofrutticole di tutto il mondo
che hanno scelto il Fruit Logistica di Berlino per avere lo spazio
espositivo utile a far conoscere la
propria mission aziendale e a intraprendere nuovi contatti commerciali.
All’interno di questo scenario si inserisce il Consorzio di tutela del Carciofo di Paestum IGP, la cui area di
produzione è concentrata nella Piana
del Sele. Dal 2 fino al 5 Febbraio, il
presidente del Consorzio Alfonso
Esposito e il direttore Emilio Ferrara
saranno presenti alla fiera berlinese
insieme a numerosi soci produttori
per presentare il Carciofo di Paestum
IGP e ricalcare sul piano internazionale l’eco delle numerose iniziative
di comunicazione che l’hanno reso
protagonista lo scorso anno in Italia.
Il “Carciofo di Paestum IGP”, raccolto dal mese di febbraio al mese di
maggio, ha intensificato negli ultimi
anni la sua produzione e il suo Consorzio di tutela conferma l’impegno
costante in numerosi progetti promozionali tesi ad intensificare la vendita
del prodotto e a valorizzarlo sia in
Italia che all’estero. Nel 2015 le
scelte vincenti del Consorzio in termini di visibilità e di comunicazione
del prodotto hanno fatto registrare un
notevole aumento del fatturato rispetto agli anni precedenti, con il proposito di continuare a crescere e
investire in maggior misura in
“R&S”.
Fruit Logistica è l’evento internazionale più popolare per tutto il settore
ortofrutticolo e l’occasione ideale per
il Consorzio di tutela del Carciofo di
Paestum IGP per consolidare le relazioni commerciali e far conoscere
questo prodotto d’eccellenza all’estero.
L’Ufficio Stampa
Inteli Comunicazione
[email protected] – 0828-302142
8
n° 04 04/02/2016
PARCO CILENTO DIANO ALBURNI
UNESCO: “Tuteliamo l’identità dei piccoli borghi”
È la raccomandazione sul “Paesaggio Storico Urbano” , adottata nel 2011
DALLA PRIMA
C
ultura UNESCO, ad Energeo Magazine (www.energeomagazine.com),
nell’ambito di una sinergia tra il periodico piemontese e il settimanale cilentano. L’architetto veneziano,
teorico del recupero del patrimonio
culturale dell’UNESCO, dall’ufficio
parigino del quartier generale dell’UNESCO dovrà affrontare, tra le
altre problematiche, anche quello del
destino dei centri storici, che in Italia
non ha mai, salvo casi ed esperienze
singole, trovato una via di soluzione.
E’evidente come esista, a livello
mondiale, un’esigenza di predisporre
politiche innovative per la messa in
pratica di strategie di conservazione
urbana, tenendo conto delle esigenze
di modernizzazione e di investimento
nelle città storiche senza comprometterne l’identità. Solo restando nell’ambito della World Heritage List, le
città e i paesi caratterizzati da questo
patrimonio (il Cilento è un classico
esempio) sono una delle categorie più
presenti e diversificate. L’approccio
proposto a questo tema dall’UNESCO è contenuto nella Raccomandazione sul “Paesaggio Storico Urbano”
(Historic Urban Landscape), adottata
nel 2011. Questo documento, una
vera e propria “Carta UNESCO” per
le città e i centri storici, non vuole sostituire le dottrine o gli approcci di
conservazione esistenti; anzi, è un ulteriore strumento per integrare le politiche e le pratiche di conservazione
dell’ambiente costruito nei più ampi
obiettivi di sviluppo urbano, individuando nella gestione del cambiamento la vera capacità di conservare
il patrimonio culturale. In altre parole,
nel riflettere simili principi, l’UNESCO ribadisce la necessità di scartare
l’idea di conservazione a oltranza e
suggerisce di governare la metamorfosi affinché assecondi lo spirito del
tessuto storico dei luoghi. Conservazione quindi come fattore di sviluppo
locale, o di continuità nella produzione o manutenzione delle tradizioni, anche economiche, locali.
Questa la ricetta dell’UNESCO, che
recentemente ha promosso il progetto
bilaterale di ricerca Italia-Cina. Il risultato è che attualmente ci sono in
Italia oltre 6000 centri storici, generalmente insediamenti piccoli ma di
grande valore culturale totalmente abbandonati o prossimi all’abbandono.
Realtà che si collocano prevalentemente tra il Centro e il Sud Italia,
anche se il fenomeno è presente
anche al Nord, specie nelle aree montane. Ha ragione il direttore di
UNICO settimanale a proporre alla
“governance” del Parco del Cilento,
Vallo del Diano e Alburni l’urgente
convocazione degli Stati Generali del
Cilento, chiamando in causa gli stessi
responsabili del Parco che, a sua
Francesco Bandarin - Direttore generale della Cultura UNESCO
volta, si fece promotore del riconoscimento UNESCO di Patrimonio mondiale dell’umanità (avvenuto a Kyoto
nel 1998), fondata sui caratteri del
paesaggio culturale e dell’eccezionale
sistema di testimonianze storiche. Per
questi motivi il Piano di gestione ha
assunto come riferimento non solo
quanto stabilito dalla legge 394/91,
ma anche altri criteri di gestione del
patrimonio, soprattutto attenti agli
aspetti di "paesaggio vivente", quali
sono delineati nella Convenzione Europea per il Paesaggio, in una prospettiva di sintesi delle esigenze di
tutela e valorizzazione degli aspetti
naturali e culturali, con le esigenze di
qualità della vita e di sviluppo locale
“
Lo scorso novembre il
Presidente Bandarin ha
inviato una lettera aperta
a Matteo Renzi per
preservare il patrimonio
urbano
”
delle comunità insediate. Vediamo le
anticipazioni dell’intervista rilasciata
ad Energeo Magazine da Francesco
Bandarin, direttore generale per la
Cultura UNESCO, il quale è anche
Presidente dell'ANCSA, l'Associazione Nazionale dei Centri Storici Artistici, e anche in questa veste, dovrà
affrontare la grave situazione. Il professor Bandarin fa una riflessione comune sulle città e i siti appartenenti
alla Lista del Patrimonio Mondiale
dell'UNESCO, i quali possono costituire nuovi modelli su cui sperimentare e promuovere le politiche di
conservazione e rigenerazione, con
una visione fondata sulla tutela delle
strutture sociali e su uno sviluppo
economico basato sulla compatibilità
degli usi e sulla sostenibilità. In particolare, come presidente dell’ANCSA, il Professor Bandarin ha
affrontato la questione dei “centri storici” italiani, che rappresentano uno
dei tratti maggiormente connotanti
del nostro paese da un punto di vista
culturale, sociale ed economico, ricordando che il 2016 è l’anno di Habitat III, conferenza mondiale delle
Nazioni Unite sui temi dello sviluppo
urbano. L’argomento “Centri storici e
piani urbanistici” non è affatto esaurito, e forse merita un rilancio. L’ANCSA ha in preparazione un Libro
Bianco sulla situazione delle città storiche in Italia, che sarà presentato nel
2016 in una Conferenza nazionale sul
tema, dove si chiederà di illustrare
non posizioni astratte ma conoscenze
ed esperienze. Lo scorso novembre il
Presidente Bandarin ha inviato una
lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi per avviare una discussione comune sulle
iniziative e sulle politiche necessarie
per preservare il patrimonio urbano.
L'ANCSA fa appello al Presidente del
Consiglio dei Ministri e a tutte le
forze e le istituzioni culturali impegnate nella difesa del patrimonio per
l'avvio di una riflessione comune
sulle iniziative e sulle politiche necessarie per preservare il patrimonio urbano, in linea con la nuova Agenda
urbana europea e con il ciclo di programmazione dei Fondi Strutturali
2014-2020. Il Governo, le Regioni e
le Città costituiscono, infatti, gli interlocutori principali per l'avvio di
questa riflessione e per la definizione
di un quadro di azioni coerenti per la
conservazione e la rigenerazione,
vista la mole quantitativa e qualitativa
del nostro patrimonio. “Oggi la sfida
di chi amministra i centri storici –
spiega Francesco Bandarin- è ancora
non soltanto quella della conservazione delle sue strutture fisiche, ma
quella di farli vivere coniugandone la
necessaria tutela con l’opportunità di
ospitare spazi qualificati di vita e lavoro, senza creare il rischio di ridurli
a mere scenografie per turisti”.
Luigi Letteriello *
*Energeo Magazine ha stretto una sinergia con Unico Settimanale al fine
di divulgare i contenuti del periodico
bimestrale che riguardano il territorio
dell’Antica Lucania ( Magna Grecia)
ai lettori del diffuso settimanale cilentano.
n° 04 04/02/2016
9
CA
PARCO CILENTO DIANO ALBURNI
Borghi del Cilento come i Borghi d’Italia
Agire o stare alla finestra a guardare?
DALLA PRIMA
altre realtà, allora la speranza
prende il posto della disillusione. Esiste, infatti, il progetto "Borghi" che verte
sull'idea che «i centri storici
minori possono rappresentare
un "prodotto" innovativo nel
panorama dell'offerta turistica, nella misura in cui si
configurano come "luoghi" di
sperimentazione di nuove
forme di ospitalità, di intrattenimento e di socialità destinate ad un target di domanda
lontano dagli schemi del turismo di massa o comunque da
proposte ormai mature. È evidente che la "conversione" di
un borgo a "prodotto turistico" sottende un percorso di
intervento molto articolato
che impatta sugli aspetti strutturali (il recupero del patrimonio
immobiliare,
storico-architettonico, l'accessibilità, etc), ma anche e so-
prattutto sugli aspetti di organizzazione e sviluppo di
un'offerta di turismo "esperenziale".Pre-condizione per
l'avvio di un progetto di valorizzazione turistico-immobiliare di un borgo – centro
storico è l'esistenza di un potenziale, la cui portata è determinata dalla combinazione ed
intensità di diversi fattori:
• caratteristiche, peculiarità ed
originalità del contesto storico, urbanistico ed architettonico
• presenza di visibili testimonianze della cultura popolare
e materiale locale (artigianato, eno-gastronomia, folklore, etc.)
• consistenza, stato di conservazione e condizioni di acquisibilità
del
patrimonio
immobiliare residenziale
• attivabilità di finanziamenti
nell'ambito degli strumenti
della programmazione
• attitudine
allo sviluppo
di un tematismo (Borgo
della Musica,
Borgo della
Salute, etc).
Il fattore tematismo ricopre
un
ruolo fondamentale:
l'esperienza
sin qui maturata ha insegnato che il
solo recupero
del
borgo
non è di per
sé garanzia di
successo, occorre individuare un tema, al
quale andranno ricollegate le
attività di animazione, che,
coerente con le vocazioni e le
peculiarità del contesto locale, possa effettivamente
Rofrano
supportare la costruzione del
"prodotto turistico esperenziale"».
A leggere questo abstrat del
progetto, ci si rende conto che
la quasi totalità dei nostri pic-
coli comuni hanno i requisiti
di quanto esposto. Per cui dipende tutto da noi scegliere se
reagire o restare alla finestra
a guardare.
Bartolo Scandizzo
Paesi invecchiati e abbandonati
“Si sta male e siamo tutti più tristi”
DALLA PRIMA
coli paesi del Cilento interno, il tracollo è “un già” compiuto. Se mi è
consentito, faccio riferimento al villaggio che mi ha dato i natali: Gorga,
frazione di Stio. Quand’ero ragazzino, vale a dire inizio anni 50 del secolo scorso, ricordo che dicevamo
anche tra noi ragazzi, e con un malcelato orgoglio, che il pugno di case,
in gran parte più tuguri che case, nel
quale vivevamo, era abitato da 500
persone. Ci sembravano tanti 500 individui, a quei tempi; addirittura pareva che ci stessimo perfino stretti.
Oggi, quelli che siamo rimasti, forse
160 o 170, ci stiamo larghi e quanto
larghi! Ridotto in percentuale il fenomeno, com’è ormai usuale fare,
siamo a quasi il 70% in meno. Si
tocca con mano che mai come oggi il
famoso detto popolare: “cchiu poco
simo e meglio iamo”, è una palese
“non verità”. Quando si è in pochi,
ma veramente pochi, si sta male; è triste. Viene a mancare perfino la circolazione delle idee. Le uniche idee che
ancora in qualche modo si muovono
sono i pettegolezzi. Nel suo villaggio,
ai suoi tempi, Leopardi, nella vigilia
della festa, poteva osservare: “I fanciulli gridando - su la piazzuola in
frotta; e qua e là saltando, - fanno un
lieto romore;” Non più, a Gorga, e in
tanti altri posti come questo, perché
sono tanti. Non ci sono più bimbi,
non c’è più speranza! Perfino i cinghiali, con buona pace del Parco,
hanno preso il sopravvento. Invèntati,
caro Bartolo, un’espressione meno
Roscigno Vecchia
elegante del “decremento demografico” per qualificare il fenomeno
dello spopolamento dei piccoli paesi
del Cilento. Sono tanti anni che ho
sentito parlare di una legge per i Piccoli Comuni che un certo on.le Ermete Realacci aveva immaginato per
risollevarne le sorti. Che ne è stato?
Ho letto da qualche parte che se ne riparla. Incuriosito, ne ho letto una sintesi. Ebbene non vi si parla mai di
strade per arrivarci nei piccoli comuni. Quelle esistenti - lo sanno i nostri governanti? - non sono più strade;
indicarle con questo nome è assolutamente fuorviante. Quanti saranno i
coraggiosi che vorranno venire nei
nostri paesi? Non solo, chiudono o
hanno chiuso gli uffici postali, chiudono gli ospedali, l’assistenza sanitaria latita, un’ambulanza per arrivare
ad un pronto soccorso impiega tempi
biblici ecc. ecc. I promotori della
legge vi si facciano un giro, se hanno
coraggio. Lo dico a ragion veduta. Si
accorgeranno che le misure previste
nella legge di cui sopra saranno solo
un “pour parler”, perché finché la
legge arriverà in porto e diventerà
operativa i piccoli comuni non esisteranno più. Perché si sa, i piccoli comuni, dal punto di vista elettorale,
non sono in cima ai pensieri del migliaio di parlamentari che, anche
quando appaiono così compresi delle
sorti della nazione, ad analizzare i
loro discorsi, alla fine mostrano che
parlano sempre e solo di se stessi, di
come sistemare meglio equilibri interni ed esterni ai gruppi affinché il
potere non scappi loro di mano o, se
non ce l’hanno, di come fare per conquistarlo o assicurarsene un pezzo.
Sono masochisticamente assiduo
ascoltatore dei talk show televisivi di
carattere politico, tipo ballarò, virus,
porta a porta, presa diretta ecc. ecc. e
ascoltarli è sempre come un pugno
nella bocca dello stomaco. Un altro
piccolo esempio e poi ti sollevo, caro
Bartolo, da questa noiosa tiritera, perché sono cose che tutti pensiamo. La
banda larga. Hanno speso milioni di
euro per estendere la fibra anche ai
comuni montani. Se non sbaglio, il
tutto doveva concludersi entro la fine
del 2014. Ma il collegamento non esiste ancora e neppure se ne parla. Telecom o Tim ci fa pagare da anni
come se della banda larga ne fossimo
già forniti. Ma intendiamoci, questo
è il proverbiale formaggio che manca
sui maccheroni, essi stessi inesistenti.
Caro Bartolo, sarà anche semplicistico, però, forse, il primo passo da
fare e da chiedere con forza è almeno
dimezzare la distanza fisica tra gli
spazi sovraffollati e congestionati
delle città e dei grossi centri e questi
nostri paesi, al di là e prima ancora di
“convincere chi è rimasto che solo
guardando in faccia la realtà la si può
riformare”, tanto prima o poi, più
prima che poi, è la mia convinzione,
questa realtà più che schiacciare “chi
è rimasto”, sarà essa stessa a non esistere più, se non come oggetto di studio archeologico su civiltà scomparse
da parte di studiosi che di qui a qualche generazione si vorranno interessare di esse.
Con l’amicizia e la stima di sempre.
Michele Santangelo
10 n° 04 04/02/2016
CULTURA
Auguri Rino Mele
Poeta, intellettuale e critico d’arte
È considerato uno dei massimi poeti, intellettuale, uomo di cultura e critico d'arte. Rino Mele è la storia della Cultura
nella provincia di Salerno e non solo. Studioso ed intellettuale, si è interessato, tra le altre cose, di poesia, storia del
teatro, filosofia e letteratura. Da sempre studioso ed appassionato di arte, ha pubblicato numerosi saggi e libri. Tra
le sue amicizie i più importanti artisti, critici d'arte in Europa. Per e con la Fornace Falcone ha realizzato oltre mille
eventi culturali in tantissimi anni. Per noi semplicemente un GRANDE AMICO. A lui vogliamo dedicare la pagina
della Cultura nel giornale Unico perché il 4 febbraio è il giorno del suo compleanno. Auguri Rino.
VERDE DI
ROSSA FORNACE
ui, a Montecorvino, un piccolo lago sotterraneo è coperto da un prato e la veste
d'erba è fissata da dodici
enormi anfore. Una scena teatrale
che attende l'attore primordiale, vecchio, la testa rasata, o con lunghi capelli neri ed equini, il volto dipinto,
le braccia di biacca e minio: un
fiume d'argilla scorre intorno. Dietro
ad ogni casa-anfora la memoria di
una fornace, poi un'altra, e ancora,
fino a formare un attendamento, una
città di fuochi. La pioggia si converte in lingue rosa, viola, celeste
(come l'alba). Lontano, nel grande
specchio dell'orizzonte si riflette, e
si ripete nel riflesso precedente, un
fuoco che i veli d'acqua nell'allontanarsi esaltano: il fuoco evoca l'assoluta forza vivente della parola
poetica (niente altro, più di essa, che
possa sconvolgere il disegno del
tempo, la morte che vi s'annida). Ma
dove trovarla questa parola? Nella
letteratura e nell'arte? Nel numero,
in cui la scienza scava il suo bisogno
di perfezione? Non nella fredda armonia dei versi -pure sembrano le
forme che più ad essa s'avvicinanoma nel silenzio, quello brutale del
topo schiacciato dallo stridore delle
ruote d'un camion, del bambino che
a testa in giù cade nel pozzo,
d'estate, del soldato ucciso alla sua
prima uscita sul fronte. Quel silenzio
improvviso e irraccontabile. Ad attraversare lo spazio (la nebbia cara
che visitammo domani) si riconosce
il proprio corpo, il suo apparire sul
limite, fuori e dentro la rete dell'imprendibile: il destino ha la veste e le
armi lievi d'un cacciatore, entra, esce
dalle anfore, si siede alla base della
grande fornace, sente la musica spegnersi e la ferocia avvicinarsi alla
rete che ha teso da giorni. Intanto,
Q
gli operai apprestano i manufatti
d'argilla, che versano bianchi nel
cratere. Le dodici anfore sono le
case del giorno, dilaniate e aperte:
forse te ne sei appena allontanato,
qualcuno ti dice che ne stai cercando
il varco e urti la porta vuota.
Rino Mele
Rino Mele alla Fornace Falcone
VALLO DELLA LUCANIA
Al via il risico elettorale
Tutti contro Aloia
er le prossime amministrative ci sarà la ressa per sedersi sulla poltrona di
sindaco. A Vallo della Lucania si
allarga giorno dopo giorno la lista
dei candidati a sindaco. Prima di
adesso, infatti, non si erano mai
visti tanti pretendenti, pretendenti
giovani e vecchi che, in sostanza,
criticano l’attuale governo, incapace di leggere il momento presente, le esigenze dei giovani, di
chi vuol rimanere ma è costretto a
partire, impossibilitato a trovare
un’occupazione che vada oltre i 3
mesi all’ospedale o nel campo
P
Toni Aloia
della raccolta dei rifiuti, ma concentrato solo su costose statue dalle
forme imbarazzanti.
A quella di Toni Aloia, attuale inquilino del palazzo cittadino, recentemente benedetto da Luigi
Cobellis, si è aggiunta da pochi
giorni la presenza di Mario Fariello. Stimato dentista vallese,
molto conosciuto in particolare
nelle frazioni e nelle zone rurali sempre più popolate della cittadina
cilentana - ha fatto il pienone di fan
presso l’ex convento dei domenicani con il gruppo dei Fratelli d’Italia. Introdotto dall’onorevole
Edmondo Cirielli, già presidente
della provincia di Salerno assieme
al Coordinatore Regionale del partito Antonio Iannone, al Responsabile Provinciale Michele Cuozzo
ed al Consigliere Regionale di FDI
Alberico Gambino. Per molti è
sembrato una prova di candidatura,
sorta con una certa sorpresa, poiché
non si capisce quali siano i rapporti
con la maggioranza di Aloia, ma
nemmeno con la minoranza di
Emilio Romanielo. In quest’ultima,
infatti, il consigliere dovrebbe se-
dere. Usiamo il condizionale poiché negli ultimi consigli Fariello
era assente. Eppure erano consigli
importanti. L’ultimo in particolare,
con tanto di lettera del Prefetto per
la convocazione del consiglio e
ressa dei commercianti per l’epilogo della soluzione sul problema
viabilità in piazza. Non si capisce,
infatti, quale sia la proposta in merito dell’esponente di FdI poiché,
assente, non si è espresso. Eppure
Fariello muove centinaia di consensi, fa’ politica da un ventennio e
sarebbe onesto sapere la sua idea.
Un’altra candidatura possibile è
quella di Pietro Miraldi. L’ex assessore al bilancio cacciato da Aloia
un paio di anni fa ha scelto i pentastellati, giovani, numerosi, ma bisognosi di una persona che abbia
un po’ di esperienza, e Miraldi
sembra viaggiare bene con loro. I
ragazzi porranno dei gazebo in
piazza nei weekend per presentarsi
alla cittadinanza. Anche Marcello
Ametrano, plurivotato vicesindaco
di Aloia, sparge qualche voce su
una lista che egli stesso dovrebbe
guidare. Ametrano è argomento
della cronaca recente poiché presidente della Yele, società che si occupa di rifiuti e vicesindaco, siede
su un conflitto di interesse, almeno
secondo Antonio Bruno del Pd. Il
giovane potrebbe guidare i democrat per la corsa al palazzo di città,
supportato anche dall’esperto e ritrovato Antonio Valiante, stimato
politico chiamato in campo dal segretario cittadino del Pd, Riccardo
Ruocco, in un sorta di reunion di
una sinistra che a Vallo della Lucania sa di spezzatino per la sua frammentazione. Infine Giacomo Di
Gregorio, rappresentate del civismo cittadino, sta incontrando professionisti, giovani e commercianti
per un discorso alternativo all’attuale e per un rilancio al presente,
patrimonio, secondo lui, povero innanzitutto di idee e progetti validi
in un comune che sonnecchiando,
sta perdendo la leadership in troppi
campi senza rendersene nemmeno
conto.
Nicola Nicoletti
AGENZIA DI PAESTUM
VIALE DELLA REPPUBLICA,18
84047 - CAPACCIO (SA)
Tel: 0828 723268 - Fax: 0828 725886
e-mail:[email protected]
n° 04 04/02/2016
11
Miscellanea Italia
Il mercato dei mutui immobiliari è finalmente ripartito
È ripartito il
mercato dei
mutui immobiliari. Nel 2015
le nuove erogazioni
di
mutui per l’acquisto di immobili da parte delle famiglie hanno
registrato un incremento annuo del
+97,1% rispetto al medesimo arco temporale dello scorso anno. I dati relativi al
periodo gennaio-dicembre del 2015 evidenziano la forte ripresa del mercato dei
finanziamenti alle famiglie per l’acquisto
delle abitazioni. L’ammontare delle
nuove erogazioni di mutui nel 2015 è
anche superiore di più del doppio sia al
dato del 2013, quando si attestarono sui
19,085 miliardi di euro, sia al valore del
2012 sui 20,712 miliardi di euro. I mutui
a tasso variabile rappresentano, nell’intero 2015, il 42,8% delle nuove erogazioni complessive; nei mesi più recenti
sono in forte incremento i mutui a tasso
fisso che hanno raggiunto a dicembre
2015 i 2/3 delle nuove erogazioni, erano
il 25% dodici mesi prima. La forte ripresa delle nuove erogazioni si sta riflettendo anche sul totale dei mutui in essere
delle famiglie. Sulla base degli ultimi
dati ufficiali disponibili, relativi a fine
novembre 2015, l’ammontare complessivo dei mutui in essere delle famiglie ha
registrato un variazione positiva dello
0,5% nei confronti di fine novembre
2014, confermando, pertanto, la ripresa
del mercato dei mutui.
Ticket Sanitari: riduzione delle
prestazioni, cosa rischiano i cittadini?
L’obiettivo era
quello di limitare le prescrizioni mediche
di visite, prestazioni
ed
esami non necessari, per impedire “prescrizioni non
appropriate a carico del Servizio Sanitario Nazionale”. Il decreto Appropriatezza ha individuato le condizioni e
definito le indicazioni di appropriatezza
prescrittiva per 203 prestazioni erogabili
da Servizio Sanitario Nazionale. In particolare saranno due le condizioni di erogabilità da valutare:
a) lo stato personale e clinico del paziente beneficiario,
b) la finalità terapeutica, diagnostica,
prognostica o di monitoraggio.
In pratica saranno a carico del paziente,
se fuori delle condizioni di erogabilità
previste dal decreto, le prestazioni riguardanti Odontoiatria, Genetica, Radiologia diagnostica, Esami di laboratorio,
Dermatologia allergologica, Medicina
nucleare. Tutto ciò causa allarme crescente presso i cittadini, oltre al sospetto
che il decreto attuativo, in concreto, si
traduca in una riduzione o addirittura negazione dell’accesso a terapie ed esami
necessari. In tal senso chiediamo al Ministero di intervenire e fare chiarezza,
sempre con l’obiettivo di garantire il diritto e la tutela della salute dei cittadini.
Ecco cosa cambia effettivamente con il Bonus Mobili
Under 35
Bonus mobili potenziato alle giovani
coppie
sposate o conviventi. Nei confronti di chi ha
costituito un nucleo familiare da almeno
3 anni, in cui almeno uno dei componenti non abbia superato i 35 anni, la
legge di stabilità 2016 introduce, con
l’acquisto della prima casa, la possibilità
di fruire di una detrazione Irpef del 50%
delle spese sostenute per l’acquisto di
mobili destinati all’arredamento dell’immobile entro un tetto massimo di16 mila
euro. Per le coppie sposate o conviventi
more uxorio da almeno 3 anni si aggiunge da quest’anno in sostanza un
bonus più elevato svincolato dalla ristrutturazione edilizia (a cui è legato
oggi a doppio filo il bonus mobili “tradizionale”, quello con il tetto a 10mila
euro, che resta comunque confermato
anche nel 2016) e viene agganciato all’acquisto di una unità immobiliare da
destinare ad abitazione principale. Attenzione tuttavia ai dettagli: la norma parla
di “acquirenti” e pertanto pare precludere il bonus alle coppie che abbiano ricevuto l’immobile in donazione da un
genitore o magari in eredità; ma comunque non pare essere richiesto che l’acquisto dell’immobile sia avvenuto in
comune, cioè da entrambi i componenti.
Anig
ENOGASTRONOMIA
12 n° 04 04/02/2016
DALLA PRIMA
uno
spettacolo
tutto da vedere e
da gustare in questo inverno 2016
piuttosto mite, nonostante
qualche capriccio di tempesta di vento, pioggia e
neve. Sfoglio il calendario
e mi accende orgoglio di
appartenenza lo stemma
comunale con quella pianta
di cece in fiore incorniciata
dalla dichiarazione identitaria “Terra quae cicera
alit”. E scattano i meccanismi della moviola dei ricordi e della nostalgia e,
soprattutto schegge di belle
pagine di storia interiorizzate nelle mie frequenti peregrinazioni di amore e di
cultura nei borghi cilentani
contigui al mio. Fu feudo
dei Carafa. Ne è testimonianza il Palazzo Marchesale, che si apre ai
panorami ariosi e che, opportunamente restaurato
per un riuso intelligente,
potrebbe trasformarsi in
contenitore di eventi culturali per tutto il territorio. La
piccola piazza fa da postazione/vedetta alle case che,
da un lato, caracollano
verso l’Alento, che a Piano
della Rocca rifrange sole e
promette agricoltura di
qualità con opportuni impianti di irrigazione a
media collina in virtù di
una diga ardita, intervento
d’avanguardia europea in
un Mezzogiorno povero. E
quanto sogna il mio amico
Franco Carpinelli, che lasciai alunno motivato sui
banchi del Liceo Classico
di Agropoli e che ritrovo
sindaco fattivo e determinato della comunità, che gli
ha dato i natali. Ha idee
chiari e progetti credibili e
praticabili per il territorio
che amministra e che
elenca con linguaggio
comprensibile, senza clamori con la concretezza
dell’umiltà del fare, che ne
delinea il carattere. Me ne
convinco ancora di più
quando ripercorro, dall’al-
È
Agricoltura
Il futuro è biologico
Cicerale
tro lato i comodi tornati di
una strada che punta su
Giungano e Trentinara.
Qui v’è una mia memoria
di infanzia lontana tra colli
gibbosi ed avvallamenti
franosi, che pure furono
trincea di lavoro per contadini alla difficile arte de vivere di una agricoltura di
sussistenza tra vigneti generosi, ficheti a scivolo di
passolare assolate e radi
uliveti a ricamo di terre
rossicce. Oggi qualche imprenditore intraprendente e
lungimirante vi ha impiantato un vigneto di geometrica fattura che catturano
sole e gonfiano umori ai vitigni fin giù a Giungano,
facendo dell’intero territorio la nuova frontiera della
vitivinicoltura di qualità.
Ne sono protagonisti, qui
Maffini, a Cannito Peppino
Pagano e a Prignano De
Conciliis. Mi carico d’orgoglio pensando alle tante
opportunità della mia terra.
Mentre da lontano mi ferisce di dolcezza e bellezza
la cupola a minareto del
campanile della Madonna
di Loreto a testimonianza
di passaggio dei monaci
italo-greci. Chiamò a raccolta i fedeli di campagna
perla novena e la festa di
agosto con la bada e i fuo-
chi d’artificio in una con il
concerto di grilli e di cicale
a fuga di serpi a rifugio di
tane e passeri impazzidi a
nugoli di volo. Ma penso
anche alla statua lignea di
San Giorgio e il Drago,
nella parrocchiale di Cicerale a testimonianza della
dominazione dei Longobardi, che trasferirono il
culto del loro dio Odino
nella rutualità micaelica e
cristiana. E mi trafigge ancora di dolcezza il cuore il
ricordo della festa grande
per quel Santo Patrono,
che rifrangeva sole alla
spada vendicatrice tra
strade e vicoli di devoti
oranti nella lunga processione.C osì come ho memoria nitida della frazione
di Monte che ti accoglie, a
margine di strada, con la
Chiesa di San Nicola e
ritma la vita di lavoro e di
fede della comunità fin dal
XII secolo. Tra i muri
sbrecciati occhieggiava il
riso di una bocca di
leone,ch succhiava linfa e
vita dalle fessure inseminate dal vento per un atto
d’amore. Che tenerezza la
poesia della memoria! Ma
il calendario mi accende
memoria di una assolata
giornata di agosto quando
fui invitato ad un convegno
sulla agricoltura biologica
e fu gara con gi altri convegnisti nell’elogio del cereale, che l’ha rilanciata e
che ormai viene servito con
ricette della civiltà contadina e che il calendario ripropone con ricchezza di
particolari mese per mese.
Bene farebbero i tanti,
troppi, sedicenti “esperti”
di “dieta mediterranea”, se
invece di cimentarsi in bla
bla approssimativi venissero a fare una full immersion di umiltà , presso i
contadini delle campagne
di Cicerale. È un bagno di
consapevole responsabilità
che dovremmo fare tutti,
soprattutto noi dell’informazione, che affrontiamo,
spesso, con approssimazione, o, addirittura, superficialità, temi della nostra
cultura e delle nostre tradizioni. Io mi riprometto di
farlo,anche perché ho in
animo di (ri)affrontare un
viaggio/vagabondaggio di
amore e di cultura attraverso tutti i paesi della kora
pestana, consapevole e
convinto come sono che il
territorio ha ancora tante e
tante sorprese da rivelare a
chi ha cuore sensibile,
orecchie aduse all’ascolto e
ed intelligenza capace di
interiorizzare a futura memoria. Grazie, bravo sindaco Franco Carpinelli,
mio caro amico e motivato
ex alunno, che con l’omaggio del tuo calendario mi
hai dato l’opportunità di
questa
divagazione
d’amore nelle nostre calde
tradizioni. Complimenti
per la tua attività. Ti abbraccio con l’impegno di
venire ad assaggiare una
pasta e ceci neri che mi
manca e magari nel ristorante/terrazza, che con i
profumi della campagna si
affaccia sul “lago” della
diga, dove mi portasti una
sera di estate di due o tre
anni fa. È un impegno.
Giuseppe Liuccio
[email protected]
VALLO DI DIANO
D
omenica 31 gennaio 2016,
tra le 16,00 e le 19,00, l’Istituto Professionale Serviziper
l’Enogastronimia e l’Ospitalità Alberghiera “A. Sacco” di Sant’Arsenio
(SA), ha organizzato l’OPEN DAY,
aprendo le porte alle famiglie del
comprensorio per dare la possibilità
di scoprire la propria Offerta Formativa e degustare i propri piatti.
Il Dirigente Scolastico Prof. Cono Alberto Rossi è stato lieto di accogliere
studenti e genitori e metterli in condizione di scoprire le reali potenzialità dell’Istituto.
Il problema del lavoro, soprattutto al
Sud, preoccupa in modo pressante le
famiglie. Il lavoro sta diventando
sempre più precario. Il posto fisso
oggi è diventato una chimera. Ogni
genitore vorrebbe il meglio per i propri figli. Gli adolescenti hanno in
testa tanti sogni, tante aspettative,
poco per volta scoprono il mondo e
crescendo diventano maturi. Si avviano a diventare adulti e responsabili. I ragazzi dovrebbero seguire i
propri sogni, i propri ideali, le proprie
passioni. E i genitori cercano di assecondare le aspettative dei propri figli
cercando una scuola che possa dar
loro le migliori prospettive in proie-
“
I ragazzi
dovrebbero
seguire
i propri sogni,
i propri ideali,
le proprie
passioni
”
zione futura in ambito lavorativo.
Durante l’Open Day gli studenti delle
scuole medie, accompagnati dai genitori, hanno visitato l’Istituto e i suoi
laboratori, hanno conosciuto i docenti
ed hanno parlato con gli allievi che
stanno frequentando i corsi.
E’ stato un pomeriggio all’insegna di
incontri, conoscenze, cultura.
“Famiglie provenienti da diverse
zone del Vallo di Diano e dai paesi limitrofi, hanno visitato l’Istituto – afferma il Dirigente Scolastico Prof.
Cono Alberto Rossi - guidati dai docenti hanno vissuto appieno la nostra
Open Day all’ “A. Sacco”
Una buona scelta
è il primo passo verso il successo
offerta formativa a
partire dall’accoglienza dei nostri allievi di ricevimento
al servizio Enogastronomia, per poi
essere parte attiva di
una lezione in Lingua Francese”.
“Chi sceglie la
scuola Alberghiera
“A.
Sacco”
di
Sant’Arsenio – continua il Dirigente
Scolastico - sa che
quì si potranno iniziare ad apprendere
delle professioni che aprono le porte
al mondo: il professionista della cucina, dell’hotellerie, della ristora-
TEGGIANO. Dopo vent’anni
inaugurato il liceo artistico
S
ono trascorsi oltre venti anni da
quando è stato posato il primo
mattoncino. E sabato 30 gennaio si sono aperte ufficialmente le
porte del Liceo Artistico di Teggiano.
Un evento voluto fortemente dal dirigente scolastico Rocco Colombo:
“Quando si inaugura una scuola è sempre una gran bella giornata –ha dettociò rappresenta la più bella soddisfazione in qualità di dirigente scolastico
perché sancire l’apertura della scuola è
il desiderio che ogni preside vorrebbe
vivere come esperienza e come emozione. Questa scuola nasce agli inizi
degli anni Novanta e oggi soltanto
vede la luce. Voglio ringraziare tutte
quelle persone che ci sono state vicino”. “Io sono contento così com’è è
contenta la nostra banca per un duplice
motivo – afferma Michele Albanese,
direttore generale BCC Monte Prunouno perché partecipiamo a una iniziativa di cui noi siamo tesorieri e siamo
molto vicini ai ragazzi, ma soprattutto
perché, oggi si inaugura una struttura
nel Vallo di Diano e non stiamo qui a
chiuderne un’altra. Quindi è una duplice soddisfazione vedere che oggi
riusciamo ad aprire strutture come il
liceo artistico. Diamo quella speranza
e diciamo noi ci siamo”. Dopo il taglio
n° 04 04/02/2016
13
zione, del marketing turistico; in sala,
al ricevimento, in cucina, negli uffici
turistici. Decine di carriere possibili,
diverse facoltà universitarie da scegliere… per sognare nuovi orizzonti”.
Si ringraziano, per la riuscita dell’evento, gli allievi dei 3 indirizzi che
hanno partecipato con impegno e passione a questa giornata. Ricordiamoci
che i veri protagonisti della scuola
sono loro!
Studiare è importante, formarsi adeguatamente aiuta ad avere quelle
competenze necessarie per essere
pronti ad entrare nel mondo del lavoro. Il mercato del lavoro è sempre
più competitivo e scegliere la scuola
giusta dove specializzarsi, per genitori e ragazzi/e, è diventato il vero
imperativo!
Massimiliano De Paola
[email protected]
mico – finanziari e amministrativi.
Non possiamo dimenticare che la
legge di stabilità e la legge Del Rio
hanno determinato un cataclisma per
le province. Lo scorso 21 gennaio, ricevuti dal Presidente della Repubblica
insieme con altri presidenti, abbiamo
voluto lanciare un grido di dolore. Ci
ritroviamo a vivere la legge 56 che di
fatto cancella le provincie da un punto
di vista costituzionale e le trasforma in
area vasta, dall’altra ci ritroviamo con
una legge di stabilità che taglia fondi”.
Ciò significa che le province italiane
hanno subito un taglio di circa un miliardo di euro nel 2015 e, nel 2016 sarà
di due miliardi mentre nel 2017 saranno tre miliardi. Crescono le difficoltà anche nella chiusura dei bilanci.
Il Presidente Canfora ha lanciato l’allarme di un possibile dissesto finanziario indotto. Alla cerimonia c’erano
anche le più alte autorità militari nonché tantissimi studenti e cittadini.
Antonella Citro
del nastro, al tavolo dei saluti, tra gli
altri, era presente anche Giovanni Cirone, Presidente del Consiglio d’Istituto, l’avvocato Corrado Matera,
Rocco Cimino sindaco di Teggiano,
Raffaele Accetta Presidente Comunità
Montana Vallo di Diano, Tommaso
Pellegrino Presidente del Parco nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni che ha espresso viva
partecipazione a questo momento così
importante per il territorio. Presente
anche Paolo Imparato consigliere provinciale, Gerardo Malpede Delegato
Edilizia scolastica Provincia Salerno,
Emilia Alfinito Direttrice Certosa “San
Lorenzo” Padula, Donato Pica Presidente Arechi Multiservice e Mons. Antonio De Luca, Vescovo della Diocesi
Teggiano-Policastro e anche Giuseppe
Canfora Presidente Provincia di Salerno. “C’è la massima attenzione – riferiscedopo Contursi Terme e
Buccino dove abbiamo avviato i lavori di conclusione
di quattro opere importanti.
Abbiamo inaugurato pure
questa sede prestigiosa e insomma la provincia si sta
impegnando al di là dei
tantissimi problemi econoTaglio del nastro liceo artistico Teggiano
14 n° 04 04/02/2016
Ghisolfi: «Fiducia nelle piccole banche»
Il vice presidente dell’Abi ospite nella filiale a Salerno: «Sono virtuose e vanno difese»
La Bcc di Aquara ha ospitato
presso la filiale di Salerno il vicepresidente dell’Abi - Associazione Bancaria Italiana - Beppe
Ghisolfi che ha incontrato il
direttore generale Antonio Marino, il presidente Luigi Scorziello ed una folta delegazione
di amministratori e dipendenti
della BCC.
Ghisolfi ha fatto il punto sulla
situazione nazionale delle Bcc
rispetto alla riforma in atto e,
nel rivolgere i suoi complimenti
alla BCC per il lavoro che quotidianamente svolge sul territorio,
ha sottolineato: “Non esiste una
dimensione ideale della banca,
dipende da come è amministrata
e se eroga i soldi a chi è in grado
di restituirli, altrimenti danneggia se stessa ed i risparmiatori.
Gli indicatori ci dicono che le
piccole banche sono migliori;
la percentuale di sofferenze è
più alta nelle grandi banche, la
percentuale di crediti erogati,
invece, è più alta nelle piccole.
In altre parole, le piccole banche, nella maggioranza dei casi,
presentano indici migliori dei
grandi istituti bancari. Uno
studio del Censis dimostra che
dove sono sparite le banche di
territorio, quelle aree sono il 30%
più povere; perdendo le banca
del territorio, si perde il credito
e lo sviluppo.”
“Siamo felici - ha dichiarato nel
corso dell’incontro il direttore
Marino - di avere per la prima
volta, presso la nostra banca,
un rappresentante dell’Abi.
Abbiamo voluto questo incontro
perché riteniamo giusto, in questo particolare momento, fare
una riflessione. Noi sentiamo
la responsabilità di svolgere un
ruolo importante per lo sviluppo dell’economia, ma sappiamo
anche che un cambiamento è in
atto, i cui risultati sono incerti e
questo desta la nostra preoccupazione”. Il Direttore generale
della Bcc di Aquara ha rivolto i
suoi ringraziamenti a Ghisolfi
COMPLIMENTI ALLA BCC DI AQUARA DALL’ABI
Da sinistra Luigi Scorziello, Beppe Ghisolfi e Antonio Marino
FEDERCASSE
Incontro tra i direttori delle Bcc campane
anche per le sue tante - e solitarie - apparizioni sulle maggiori
reti televisive per difendere le
ragioni della banche in questo
particolare momento di attacco
mediatico alle nostre istituzioni.
Confronto e ascolto hanno contraddistinto l’intenso incontro
voluto dalla Bcc di Aquara nel
quale è stata ribadita la fiducia
nelle piccole banche e nel ruolo
importante che ricoprono.
CAPACCIO
Confronto a più voci tra i direttori generali delle Banche
di credito cooperativo della
Campania quello organizzato da Federcasse presso la
sede a Salerno. Affrontate le
tematiche di attualità con il
coordinamento del direttore
Franco Vildacci (nella foto
ultimo a destra, al centro
Antonio Marino e Salvatore
Angione, direttore generale
Bcc Comuni Cilentani).
COLDIRETTI
AGROPOLI
Impegno per la tutela del territorio «Le Bcc risorsa» Lezione al Liceo
Dopo l’incontro con i rappresentanti del Comitato che si batte per evitare la costruzione della Centrale a biomassa in località Sorbella Sabatella a Capaccio ecco che sabato mattina Antonio Marino,
direttore generale della Bcc di Aquara, ha partecipato (nella foto con da sinistra Pietro De Rosa, Enzo
Sica e Gaetano Fasolino) al corteo cui hanno preso parte i rappresentanti di 15 comuni del territorio.
La Bcc di Aquara si conferma attenta alla tutela del territorio e mostra in ogni occasione lo spirito
ambientalista mirato oltre a favorire lo sviluppo economico delle comunità locali anche la promozione
sia delle tipicità che dei luoghi.
“In un momento di forte crescita dell’agricoltura salernitana, ci auguriamo che il dibattito
delle banche non si limiti solo alla riforma del
sistema delle Bcc, che restano un grande presidio territoriale di conoscenza, dialogo e supporto delle economie locali”. Così il presidente
della Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio,
commentando l’ormai prossimo varo del decreto di riforma delle Banche di Credito Cooperativo. “A Salerno - conclude - il dinamismo delle
Bcc è noto soprattutto per quelle realtà territoriali dove i grandi gruppi non avranno mai
interesse ad investire perché poco convenienti.
Pertanto auspichiamo di migliorare ciò che va
migliorato ma di non distruggere ciò che invece
garantisce, ancora oggi, azione indispensabile
di sostegno alle idee imprenditoriali”.
Nuovo riconoscimento per la Bcc di Aquara
il cui direttore generale Antonio Marino è
stato invitato a tenere mercoledì 27 gennaio, unitamente ai presidenti di Bcc Comuni
Cilentani e Bcc Capaccio, Lucio Alfieri e
Rosario Pingaro, una lezione sui temi dell’economia presso il Liceo “Alfonso Gatto” ad
Agropoli. Soddisfatti i tanti studenti che,
nell’ambito delle attività di cogestione, hanno organizzato il seminario a cui ha preso
parte anche il dirigente scolastico Pasquale
Monaco che ha ringraziato “la Bcc Aquara ed
il direttore generale per la disponibilità mostrata nei riguardi delle nuove generazioni
per illustrare un tema tanto delicato oltre che
rilevante nell’ambito dello sviluppo sia delle
comunità che del territorio”.
GASTRONOMIA
a cura di Diodato Buonora http://diodatobuonora.blog.tiscali.it
n° 04 04/02/2016
15
A’ Tavern e Zi Fiore, nuovo chef e nuova interessante cucina
Nella foto: Francesco Ambrosio e Giuseppe Paolillo
iamo a Licinella, una delle
contrade balneari del comune
di Capaccio Paestum. Qui,
non molto distante dal famoso Mec
Hotel, troviamo “A’ Tavern e Zi
Fiore”, caratteristico ristorante aperto
quasi vent’anni fa. All’inizio, a gestire il locale trovavamo proprio “Zi
Fiore”, personaggio carismatico e
amato della contrada. Da qualche
anno ha passato la “palla” a suo figlio, Giuseppe Paolillo che, con impegno, serietà e passione, continua
l’opera iniziata da suo padre, che sin
dall’inizio ha puntato sull’accoglienza e la qualità. A fianco al ristorante, con la stessa gestione, ci sono
una pasticceria artigianale molto rinomata per dolci tipici e torte in genere
e un attrezzato bar gelateria (Bar
Haiti). L’ingresso del locale è accogliente, l’interno è arredato, come è
S
giusto che sia, in stile taverna: archi
in pietra, forno a vista (il locale è
anche pizzeria), mobili antichi e sedie
impagliate. Si può tranquillamente
definire un bell’ambiente. Ci hanno
portato il menu, lo abbiamo sfogliato,
abbiamo visto che è ricco e interessante con piatti invitanti. Sapendo che
da poco più di un mese è arrivato un
nuovo e bravo chef, ci siamo lasciati
tentare dal menu degustazione pesce,
3 portate a 30 euro. Per iniziare, come
stuzzichino di benvenuto ci hanno
portato una frittella di baccalà con
olive nere e una salsetta ai peperoni.
Molto buona e ci ha fatto capire prontamente che in cucina c’è effettivamente qualcuno che sa il fatto suo.
Come antipasto, normalmente il
menu prevede tre assaggini di mare
che, per noi riconosciuti, sono diventati cinque. Eccoli in ordine di servi-
zio: “polpetta di pesce bianco”, “panino al latte con tonno scottato, cipolla di Tropea, pomodorini e
lattuga”, “polipetti alla Luciana con
crostoni”, “zuppetta con fagioli, polipi e taratufi” e “perla di ricciola con
bufala e guanciale”. Sono stati tutti
molto graditi e apprezzati per bontà e
mediterraneità. Come primo, lo chef
ci ha preparato un gustoso risotto al
limone e baccalà mantecato al formaggio. A seguire un fresco filetto di
rombo al forno con patate e pomodorini. Dulcis in fundo, abbiamo chiuso
con un semifreddo al torroncino. Alla
fine, abbiamo incontrato lo chef, ci
siamo complimentati e abbiamo
scambiato qualche parolina. Si
chiama Francesco Ambrosio, arriva
da San Giuseppe Vesuviano e nelle
sue esperienze ha lavorato in diversi
locali molto rinomati. Colpisce per la
sua umiltà e la voglia di fare sempre
meglio. Quando si mangia bene e di
qualità è importante fare altrettanto
con il vino. Giuseppe, che lo troviamo vigile e attento in tutti i reparti
del locale (pizzeria, cucina e sala), si
è ben organizzato con una lista dei
vini assortita, ben redatta e ragionata
che può accontentare tutti i gusti. Noi
abbiamo scelto il “Pecorino2014”
dell’azienda abruzzese Faraone che
ha accompagnato il tutto a meraviglia. Tutto bene e sicuramente ritorneremo. Per una bella serata da “Zi
Fiore” ve la cavate con soli 25/30
euro, vini esclusi. Come dicevamo
Per l’ADB #Wineclub, il Vigna dei Russi è un “SuperAglianico”
L’
ADB #wineclub, rinomata
e selezionata associazione
di degustatori di vino,
composta da maitre, ristoratori e appasionati di vino
della Piana del Sele, ha messo a confronto, in una degustazione alla cieca
(vale a dire i degustatori non sono informati dei vini che assaggiano), 9
Super Aglianici Cilentani. Sono stati
presi in considerazione i vini ottenuti
da uve aglianico più quotati nel Cilento. Il risultato espresso in centesimi
è stato scaturito dalla media dei voti
di 14 degustatori ADB, escludendo il
punteggio più alto e quello più basso.
L’evento si è tenuto al Grand Hotel
Paestum – Tenuta Lupò di Paestum. I
vini (da bottiglie fasciate) sono stati
versati nei bicchieri dietro le quinte,
in modo che i degustatori non vedessero la forma delle bottiglie, che da
un’azienda e l’altra sono
diverse. Per la cronaca, il
servizio è stato curato dal
maitre e sommelier della
struttura Costabile Montone. I degustatori che
hanno partecipato alla
degustazione
sono:
Aiello Giuseppe, Barlotti
Giovanni, Buonora Diodato, Calabrese Maurizio, Daniele Raffaele, Di
Lucia Emanuela, Grippo Francesco,
Li Santi Giuseppe, Molinara Domenico, Napoleone Franco, Paolantonio
Marco, Reppuccia Alessio, Sangiovanni Donato e Taurone Bruno. La
singolare classifica ha scaturito questo risultato: 1° il “Vigna dei Russi”
2011 di Cobellis (82,83/100), al 2°
posto “Omaggio a Gillo Dorfles”
2011 della San Salvatore (82,58/100),
3° il “Nakes” 2010 della Casa Vinicola Cuomo – I Vini del Cavaliere
(81,08/100), 4° il “Don Vito” 2011 di
Carlo Polito (80,58/100). Gli altri 5
vini sono stati classificati ex aequo al
5° posto. Eccoli in ordine alfabetico:
il Cenito 2009 di Maffini, il Naima
2007 di De Conciliis, il Proclamo
2011 di Marino, il Respiro 2007 di
Rotolo e il Verrone 2008 della Verrone Viticoltori di Agropoli. Questa
speciale classifica può avere diverse
interpretazioni. La cosa più importante è notare che anche aziende meno
blasonate riescono a produrre dei vini
di tutto rispetto, segno evidente che il
nostro Cilento, dal punto di vista enologico, continua a crescere. Quindi,
l’invito che rivolgiamo a tutti è di non
bere sempre le stesse cose, perché c’è
una parte viticola cilentana, meno conosciuta, che con impegno e passione
punta decisamente alla qualità a
prezzi contenuti. Uno degli obiettivi
dell’ADB è, appunto, quello di far capire agli amanti del vino di bere il
vino e non le etichette.
Dibbì
prima, il locale è anche una rinomata
pizzeria. Giuseppe è organizzato,
oltre che per le pizze da asporto,
anche per consegne a domicilio (con
esclusione del sabato) nelle contrade
di Licinella, Torre di Mare e Santa
Venere. Per chi non lo conosce, “Zi
Fiore” è sicuramente da provare.
Ristorante “A’ Tavern e Zi Fiore”,
Via Licinella 329, 84063 Paestum
(SA). Tel. 0828.811785. Chiuso il
martedì.
La ricetta
Cavatelli freschi
con ceci e spigola
Ingredienti per 4 persone: 320 g di
cavatelli, 200 g di filetti di spigola,
100 g di ceci secchi, 1 carota, 2
spicchi d’aglio, 1 rametto di rosmarino, 1 mazzetto di prezzemolo, 1 foglia di alloro, olio extravergine di
oliva cilentano, sale e pepe q.b.
Preparazione: fate ammollare i ceci
in una terrina con abbondante acqua
fredda per 12 ore. Sbucciate gli spicchi d’aglio, lavate e pelate la carota.
Scolate i ceci e metteteli in una pentola, unite la foglia d’alloro, il rosmarino, la carota e uno spicchio
d’aglio, coprite con abbondante
acqua fredda e portate ad ebollizione. Fate cuocere i ceci, a fuoco
dolce, per 2 ore circa, finché risulteranno teneri. Salateli quasi al termine della cottura. In un tegame
versate un generoso filo d’olio e fatevi imbiondire leggermente lo spicchio d’aglio rimasto. Aggiungete i
ceci scolati e fateli insaporire per
qualche minuto. Nel frattempo lavate i filetti di spigola, spellateli e
tagliateli a pezzetti. Fateli rosolare
per 3 minuti in una padella antiaderente con un filo d’olio. Insaporiteli
con una presa di sale, un pizzico di
pepe e uniteli ai ceci. In una pentola
portate ad ebollizione abbondante
acqua, salatela e fatevi cuocere i cavatelli. Scolateli al dente, conditeli
con il ragù di ceci e spigola, cospargeteli con abbondante pepe appena
macinato, con il prezzemolo lavato
e tritato e serviteli caldi.
Vino consigliato: Leukòs 2014,
Fiano Paestum Igp, I Vini del Cavaliere.