N°27 del 21/07/2016

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Transcript N°27 del 21/07/2016

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0828. 1992339 - unicosettimanale. it - redazione@unicosettimanale. it
Editore: Calore s. r. l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale:Viale della Repubblica, 177
Capaccio Paestum (Sa) - “Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1,
comma 1, Aut: 952/ATSUD/SA - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25, 00€
Un mare di
identità e cultura
GIUSEPPE LIUCCIO
I
n ogni territorio ci sono segni lasciati dalla natura e dall’uomo che
ne caratterizzano l’identità e che in
una ipotesi di promozione e qualificazione turistica vanno opportunamente
trasformati in messaggi accattivanti e
coinvolgenti.
Sono quelli che gli studiosi di scienze sociali chiamano “marcatori di identità”, indispensabili a caratterizzare in termini
paesaggistici, culturali e, soprattutto,
umani una località nel quid unicum che la
rende esclusiva o quasi. Ora non c’è dubbio alcuno che Il mare per ’Agropoli è un
forte ed insostituibile marcatore di identità. Lo è certamente per quella magica
"reciproca metamorfosi tra terra ed
acqua" che fa del grappolo di case del
Borgo Antico un cespo di coralli riemersi
e degli scogli intagliati e levigati dal vento
e dall'onda, pinnacoli gotici a trafiggere il
cielo.
SEGUE A PAGINA 11
Strade dissestate e
1,2 miliardi nel cassetto
VERONICA GATTA
E
SILVIO MASULLO
H
o sognato tronchi d’alberi morti come uomini
disoccupati per terra. E vestiti tutti di nero e di
fumo. C’era il mio paese, l’infanzia. Contadini
a salire, con asini vecchi, la pietra di monti. Le case
profumate di campi, d’uomo e di pietra, rimaste a quei
SEGUE A PAGINA 7
monti di pietra.
“Sala, Napoli, “E ti ricordo
Berlino”
ancora”
LUCIO CAPO
VELINA
L
o scambio di accuse tra Corrado Marino “A.S. Paistos”,
Mauro Gnazzo e Antonio
Agresti (Cons. Farmaceutico) e Rosario Catarozzi SEGUE A PAGINA 13
PROVINCIA
Stanziola
vice di Canfora
C
ARTICOLO A PAGINA 7
ra il 25 maggio scorso quando il Presidente della Giunta Regionale della
Campania, Vincenzo De Luca, annunciava l’avvio di « un programma gigantesco per affrontare il problema della
viabilità nella Regione Campania, con
l'obiettivo di rifare tutte le strade, dalle aree
interne alla fascia costiera, che sono saltate
[…].Complessivamente - spiegava De
Luca - abbiamo due miliardi e 300 milioni
da investire per interventi strategici dal litorale Domitio ai collegamenti dei capoluoghi, dalle strade nelle aree interne, con
dieci interventi di fondovalle, alla risoluzione dell'imbuto dell'A30 all'uscita Mercato San Severino e il collegamento per
Reggio Calabria. Poi interverremo sulle
strade saltata nel Sannio per l'alluvione e
nel Cilento e, a Napoli, sull'asse mediano».
Giuseppe Canfora e Vincenzo De Luca
all’inaugurazione dei lavori della “Cilentana”
PAESTUM
Giovanni Marini
Il poeta degli anni di piombo Voza: “Restituite
le deleghe!”
ANTONELLA CITRO
Anno XVII
n° 27 del 21 luglio 2016
ARTICOLO A PAGINA 13
on la nomina di Stanziola al
posto di Sabatino Tenore, il
governo della provincia si
riassetta con nuovi equilibri politici. L’esponente del PD porterà le
istanze del Cilento sul tavolo delle
decisioni “indero- SEGUE A PAGINA 5
SEGUE A PAGINA 7
IL SONDAGGIO
Pellegrino Presidente
Tommaso Pellegrino,
oncologo di profesione
e Sindaco del comune
di Sassano, si è insediato come Presidente
del Parco Nazionale del
Cilento, Vallo di Diano
e Alburni il 26 Aprile
2016.
Come giudichi i primi
100 giorni dal suo insediamento alla presidenza del Parco?
Positivamente
Negativamente
Per votare vai sul sito
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2
CAPACCIO-PAESTUM
n° 27 21/07/2016
Voza chiede indietro le deleghe nelle partecipate. I Delegati si oppongono
È la resa dei conti prima della campagna elettorale
SEGUE DALLA PRIMA
VELINA
(Cons Sele - Calore), rispettivamente
indicati da Italo Voza a rappresentare
il comune di Capaccio Paestum in
seno a delle società partecipate , e il
sindaco stesso appoggiato dalla maggioranza che lo sostiene, dà il segno
di cosa ci aspetta in questo anno preelettorale.
La contesa consiste nel fatto che i
suddetti ex “amici” di Voza sono stati
invitati a lasciare gli incarichi perché
non più “organici” alle aspettative e
alla politica dell’amministrazione in
carica. Negli ambienti vicini al sindaco della Città dei templi, vi vocifera che gli stessi si stanno
muovendo in direzione opposta a
Voza e stiano “complottando” partecipando ad incontri per definire candidature e liste per competere e,
possibilmente, “abbattere” l’amministrazione in carica.
Ora, si tratta di capire se lo spoils system (dall’inglese: sistema del bottino) messo in pratica dal sindaco di
Capaccio Paestum all’atto del suo insediamento è di natura fiduciaria o le
nomine hanno un carattere di scelta
tecnica e solo in base ai risultati ottenuti possono essere ritrattati?
I “defenestrati” sostengono che è
solo grazie ai risultati raggiunti possono essere giudicati e mandati a
casa, non certo valutando la loro fede
alla causa politica!
Viceversa, i “defenestranti” rifacciano agli stessi che se hanno acconsentito di accettare l’incarico
fiduciario (altri, che li ha preceduti)
hanno subito la sorte dello spoils system, ed ora sono tornati a fare la loro
vita. In fondo, Voza ha già esercitato
a fondo e con una certa destrezza
l’arma del ritiro delle deleghe non
solo con i tecnici ma anche con amministratori di lungo corso che avevano contribuito, non poco, alla sua
salita sullo scranno più alto del Palazzo di città! Nicola Ragni, Enzo Di
Lucia, Rosanna Barretta, Maria Rosaria Palumbo ed Eustachio Voza.
Quest’ultimo rientrato in gioco perché nominato come consulente nello
staff del sindaco.
I “defenestrati”, in principio, si sono
attestati su un
alinea di difesa
che non ha
retto all’urto
dei consiglieri
di
maggioranza: “siamo
stati nominati
dal sindaco ed
a lui rispondiamo! Non
certo a Mimmo
Nese.”
Dopo la copertura della presa di posizione di Nese
da parte di Voza, ora c’è poco da invocare gli attestati di stima che Vosa
stesso ha espresso nei confronti dei
suoi delegati. Per cui, potranno solo
far valere solo gli argomenti relativi
ai risultati e non la copertura politica
del sindaco. Come sembra poco credibile ogni rivalsa in sede giudiziaria,
annunciata dagli stessi, per qualche
parola sopra le righe sfuggita ai loro
detrattori nella concitazione della
“baruffa”.
In sostanza, bisogna prendere atto
che ha preso il via la campagna elettorale che avrà il suo culmine in primavera del 2017. I tre medici in corsa
finora, Voza, Enzo Sica e Antonio De
Rosa, sono all’opera per definire confini certi per i propri sostenitori e
grandi elettori.
Italo Voza, sa bene che non può prescindere dall’arroccamento tra i componenti della sua maggioranza
rimasti al suo fianco. Si tratta di una
massa critica importante che gli consentirà di governare fino alla fine e di
consolidare la sua linea di difesa.
Sica, da tempo lavora a ricostruire un
gruppo che gli garantisca un pacchetto di voti necessario per fare da
“grande” attrattore per i “cani sciolti”
con pacchetti di preferenze cospicui
e pronti a tentare o ritentare la scalata
al “potere” oggi declassato a status
symbol. Con lui si ritroveranno certamente i resti della sua ex giunta e
consiglieri con cui ha tenuto sempre
i ponti levatoi abbassati.
Antonio De Rosa, parte svantaggiato
rispetto ai due perché non è reduce da
un’esperienza amministrativa. Ma
sarà questa la sua forza: potrà pescare
in un mare di possibilità che proprio
perché molto grandi sarà difficile da
selezionare.
È giusto citare anche Nicola Ragni,
ex vice di Voza. Egli è determinato a
candidarsi a sindaco. Sta costruendo
una compagine agguerrita, ma saranno in molti a stare a guardare fino
all’ultimo momento per decidere su
quale carro salire. È molto forte in lui
la voglia di farla “pagare” a Voza.
Questo potrebbe indurlo a virare,
come ha già fatto altre volte, verso
l’uno o l’altro candidato contro Voza
…
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Direttore Responsabile Bartolo Scandizzo
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Il N° 27 di Unico è stato
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CAPACCIO-PAESTUM
n° 27 21/07/2016
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Chiacchierando con quattro amici al bar
Zona Laura perde sempre di più l’aura
ADRIANA CORALLUZZO
N
el corso dei vari numeri di
Unico ho incontrato svariati
personaggi politici della zona
ma non ho mai dato voce ai cittadini.
Frequentando un noto bar della Laura Capaccio-Paestum ho ascoltato numerosi malcontenti dovuti alla situazione
di abbandono e degrado in cui versa la
zona. Chi meglio dei signori che frequentano le attività commerciali dal
1944 possono fornire un resoconto di
esperienza vissuta. La memoria storica
del Sig. A. rivendica uno splendore turistico: “qua negl’anni ’70 c’erano
60mila, 70mila persone, a quel tempo
c’era il turismo perché tutti gli accampatori stavano nella fascia pinetata. Io ho
lavorato con la Provincia alla manutenzione della pineta eravamo 19 operai. Io
avevo un direttore dei lavori al tempo
che fece un progetto: da Campolongo
fino ad Agropoli, fare una duna di 18
metri di larghezza e 9 metri di altezza. Il
costo era di 2 miliardi, dal 1987 non si è
fatto più niente. I pini sono morti perché
sono attaccati dal processuale un insetto
bianco che mettendosi in fila riesce ad
estendersi per decine di metri. Inoltre secondo il mio parere l’acqua salmastra attacca le radici e fa morire le piante, tutta
la legna che cade la lasciano marcire lì
quando potrebbe essere venduta ai privati o alle aziende. La zona è stata abbandonata, non è valorizzata. Gli
albergatori non si interessano del turismo. Per non parlare dei fitti, sono
troppo cari 4000 euro al mese per una
villetta, allora la gente non viene più
qui”.
Poi racconta un episodio misterioso: “da
piccolo mi trovavo all’angolo dove
adesso c’è la Tenuta Lupò, stavo giocando con una palla di pezza e toccai
una mattonella casa greca che cadde,
uscì il proprietario Lupo e chiamò mio
zio e disse: devi immediatamente coprire quella mattonella. Non si seppe
mai il motivo”.
Il Sig. A. non è l’unico a lamentare problemi di gestione, di sicuro la Laura potrebbe essere il fiore all’occhiello della
fascia costiera di Capaccio – Paestum,
si potrebbe estendere la luminosità degli
alberghi a tante stelle anche alle strisce
di Gaza che intervallano le strutture. È
ridicolo vedere un marciapiede extralus-
suoso finire dove finisce l’hotel, come
se il turista potesse volare per andare a
prendere un caffè o arrivare al mare. Un
circuito pedonale potrebbe agevolare il
percorso dei bagnanti dal famoso semaforo della Laura al mare, invece di
smoggare per arrivare con le ruote della
propria auto fino alla sabbia. La valorizzazione della pineta poi è un discorso
vecchio come i pini piantati dopo la seconda guerra mondiale. Esiste un’attrazione il tree climbing (arrampicata) cara
soprattutto agl’inventori americani, ma
che ha preso piede anche qui in Europa,
che potrebbe essere realizzata proprio
tra le fitte trame della pineta per fornire
al turismo d’avventura ed escursionismo
un’attività ad un passo dal proprio hotel.
Un percorso di 5 km che collega la
Laura all’area archeologica di Paestum
che racchiude turismo balneare, culturale ed escursionismo è troppo difficile
da realizzare, o forse da pensare. Non
c’è miglior chiave che la volontà di
aprire una porta citazione di Hasier
Agirre.
I vigili urbani di Capaccio Paestum hanno la nuova sede
Voza: “Nell’ex macello: l’immondizia non c’è più!”
I
naugurata la struttura polivalente
(ex Macello) in viale della Repubblica adibita a nuova sede della
Polizia Locale di Capaccio Paestum.
Un’opera resa possibile grazie ad un
finanziamento pari a 2.662.000 euro
a valere sui fondi Por Campania Fesr.
La nuova sede della Polizia Locale
consentirà di concentrare in unico
luogo gli uffici e i mezzi. Eliminato,
pertanto, un altro esoso fitto pagato
dal Comune, ovvero quello relativo
alla precedente sede con un risparmio
per l’ente di circa 40mila euro annui.
L’area dell’intervento si estende per
circa 5000 metri quadri, con 920
metri quadri di uffici e 400 metri quadri di depositi e tettoie.
Al taglio del nastro e alla benedizione
del parroco di Capaccio Scalo, don
Donato Orlando, sono seguiti i discorsi di rito. Il Presidente del Consiglio Comunale, dottor Domenico
Nese, ha ringraziato i presenti, in particolare i Sindaci dei Comuni limitrofi
(Roccadaspide, Monteforte, Trentinara e Giungano) e ha ricordato tanti
e storici ex vigili urbani comunali che
oggi sarebbero molto
contenti nel vedere
finalmente una bellissima sede per il locale comando.
Il Comandante della
Polizia Locale di Capaccio Paestum, Natale Carotenuto ha
sottolineato l’importanza del momento e
il risultato raggiunto
dall’Amministrazione Voza che ha
messo a disposizione della cittadinanza e degli operatori di Polizia Municipale un gioiello architettonico
funzionale e finalmente adeguato alle
esigenze di un territorio così vasto.
Ha concluso gli interventi il Sindaco
di Capaccio Paestum, Italo Voza:
“Ancora una volta, ci ritroviamo tutti
insieme per un’inaugurazione di
un’opera pubblica, l’ennesima celebrata negli ultimi tempi. Questa Am-
ministrazione Comunale continua a
rispondere con i fatti, con i risultati e
con gli obiettivi raggiunti per il territorio. Consegniamo alla storia di questo Comune uffici moderni,
antisismici ed energeticamente autosufficienti, riqualifichiamo la zona
centrale di Capaccio Scalo, un grande
sito occupato per decenni da camion
maleodoranti di immondizia che finalmente non ci sono più”.
4
n° 27 21/07/2016
Semestrale 2016, la crescita continua
Il direttore generale Antonio Marino: «Tanti i risultati e gli obiettivi raggiunti»
RIFORMA BCC
Interrogazione parlamentare al Ministro
“È passato solo un semestre è già sono tantissimi i risultati e gli obiettivi raggiunti dalla nostra
Banca in un esercizio che ha visto l’autorizzazione anche della nostra decima filiale di San
Gregorio Magno” esordisce così il Direttore
Generale Antonio Marino a margine del Consiglio
di Amministrazione che ha esaminato i primi dati
semestrali della BCC di Aquara. “Un semestre
ricco di iniziative ma anche di risultati, conseguiti sempre in un’ottica di efficienza e solidità
di lungo periodo. A dispetto di chi pensa che solo
inglobandoci in un gruppo bancario governato
dal nord si può crescere, noi siamo capaci di raggiungere economie che ci consentano di offrire
le migliori condizioni a clienti e soci della Banca”.
Al 30 Giugno 2016 la raccolta diretta è aumentata del +8% rispetto al primo semestre 2015
raggiungendo i 244 milioni di euro. Gli impieghi
complessivi ammontano a 151 milioni di euro con
una crescita del +8,9% rispetto al 31/06/2015. Il
numero di conti correnti è cresciuto, in un anno
di oltre 1.000 rapporti, passando dai 10.605 c/c
del 30/06/2015 ai 11.677 del 30/06/2016, “un
risultato estremamente positivo raggiunto grazie al passa parola e alla reputazione di banca
veloce e conveniente”. La BCC di Aquara si
presenta ben radicata sul territorio con i suoi
circa 50 dipendenti dislocati in nuove filiali con
40 comuni di competenza territoriale. La banca
aquarese ha confermato la sua azione a sostegno
del territorio con la concessione di 40 milioni di
nuovi fidi in soli sei mesi (contro i 31 milioni di
euro dei primi sei mesi 2015). La Banca, inoltre,
è pronta ad affiancare gli imprenditori per le
esportazioni che dovrebbero crescere ancora
per effetto della svalutazione dell’euro e della
ripresa economica in atto. Sensibile all’innovazione, la BCC di Aquara ha messo a disposizione
della clientela bancomat evoluti, POS mobili di
ultima generazione, nuovi strumenti di pagamento e un nuovo sito internet che accorcia la
distanza con il territorio e che fornisce servizi
innovativi (come “salta la fila” o “Conto Mio”). È
stata lanciato inoltre il restyling dell’APP InBank
con un interfaccia completamente rinnovata.
Pur dentro un lungo periodo di crisi e in un Sud
svantaggiato per tanti motivi, la nostra Banca
produce risultati incoraggianti e di crescita.
La Banca vuole replicare gli ottimi risultati
dell’anno scorso, compreso il consistente utile
d’esercizio per incrementare il Patrimonio. Un
grazie di cuore a tutti i nostri Soci e Clienti che
ci fanno oggetto della loro fiducia e permettono alla Banca di crescere e di essere utile alle
Comunità dove opera con spirito cooperativo e
di mutualità a dispetto di chi vuole traghettare
sempre più il Credito Cooperativo verso la cultura capitalistica.
CONFRONTO APERTO CON IL GOVERNO
Da sinistra il direttore Antonio Marino, il ministro Pier Carlo Padoan e il parlamentare Tino Iannuzzi
Con grande piacere abbiamo registrato
l’interrogazione parlamentare rispetto alla
riforma delle BCC presentata dai deputati
Tino Iannuzzi e Assunta Tartaglione basandosi sulla lettera di 15 banche di credito
cooperativo operanti sull’intero territorio
nazionale fra cui la Bcc di Aquara che continua su questi temi a spendersi con impegno
a tutela di famiglie e imprese.
Così il ministro dell’Economia e delle Finanze dovrà rispondere ad un’interrogazione
parlamentare presentata dal deputato salernitano Tino Iannuzzi e dalla collega napoletana assunta Tartaglione che proprio a Pier
Carlo Padoan chiedono che la riforma “deve
essere attentamente seguita e monitorata
nel suo complesso processo applicativo per
poter correttamente attuare le sue finalità
ispiratrici ed i suoi principi di fondo. Questa
azione è fondamentale per scongiurare ed
evitare che applicazioni improprie, sbagliate
e forzate della riforma possano condurre a
comprimere l’autonomia del credito cooperativo, a determinare costi eccessivi del
sistema cooperativo, a provocare la perdita
del ruolo e della funzione da sempre esercitati dalle banche di credito cooperativo sul
territorio, a produrre la perdita di redditività
delle singole aziende”. I due parlamentari
al rappresentante del Governo guidato dal
presidente Matteo Renzi, sostenendo anche
l’indirizzo caro sia ad Antonio Marino che a
Michele Albanese, rispettivamente direttore
generale di Bcc di Aquara e di Banca Monte Pruno, ribadiscono la necessità che “in
particolare occorre assicurare e preservare
la concreta autonomia per quelle banche
di credito cooperativo che sono state ben
governate ed amministrate, che non presentano criticità ed anzi hanno prodotto
risultati positivi in termini di redditività
e basso rischio creditizio. Tali realtà debbono essere poste in grado di continuare
a coniugare autonomia e responsabilità.
Inoltre, è necessario investire della guida
e del governo della società capogruppo
amministratori che provengano dal mondo
delle banche di credito cooperativo senza
aver mai provocato criticità, valorizzando
criteri di meritocrazia. Del resto, nell’iter di
discussione ed approvazione della riforma,
è stata generalmente affermata la volontà
di garantire la continuazione della preziosa
attività mutualistica svolta dalle banche di
credito cooperativo al servizio delle comunità locali”. Al Governo Renzi viene chiesto
come “con tempestività intenda seguire e
monitorare il complesso ed articolato processo applicativo ed attuativo della riforma
delle banche di credito cooperativo”. Ed il
direttore generale di Bcc Aquara, Antonio
Marino, è al lavoro per ulteriori iniziative
tese a sensibilizzare sia le istituzioni che i
cittadini affinchè la riforma delle Bcc sia a
misura di territorio e di chi su di esso vive
ed opera.
CAPACCIO
Fotografia, giovani e cooperazione
Si è concluso giovedì 14 luglio il Workshop di fotografia base organizzato dall’Associazione
Giovani della Banca di Credito Cooperativo di Aquara presso l’hotel Ariston di Capaccio,
tenuto dal giovane esperto di fotografia Paco Di Canto.
Sentita è stata la partecipazione e la curiosità da parte di molti giovani del territorio che
hanno voluto sfruttare una delle tante opportunità didattiche e di condivisione offerte
dall’Associazione Giovani e dalla Banca di Credito Cooperativo di Aquara che, prima di
tutto, crede nei giovani e ne coltiva passioni e talento.
Il corso è stato l’occasione per promuovere il concorso di fotografia “Scatta Cilento” che
si terrà il giorno 30 luglio in collaborazione con l’Associazione “ Il Cubo “ di Capaccio
durante la manifestazione “Porta del Cilento”. Per informazioni e per scaricare il relativo
regolamento vi invitiamo a visitare la pagina Facebook Associazione Giovani BCC Aquara.
VALLO DI DIANO
Grande partecipazione al primo Focus sulle Aree
Interne a Padula “Verso il Preliminare di Strategia”
n° 27 21/07/2016
IN FARMACIA
USO CRONICO DI CANNABIS
ALBERTO DI MURIA
MASSIMILIANO DE PAOLA
L
a Presidenza del Consiglio
dei Ministri – Dipartimento per le Politiche di
Coesione e la Giunta Regionale
della Regione Campania, con delibera dello scorso 22 Marzo, avevano individuato l’area interna
“Vallo di Diano” come seconda
area pilota su cui avviare la sperimentazione della Strategia Nazionale delle Aree Interne.
Dopo la positiva valutazione
della Bozza di Strategia d’Area
Vallo di Diano – Strategia Nazionale delle Aree Interne, l’ambito
territoriale valdianese è ora chiamato alla fase di elaborazione del
“Preliminare di Strategia”. A questo scopo, la Comunità Montana
Vallo di Diano, ha organizzato
giovedì 14 luglio, presso la Sala
conferenze comunale nella Certosa di San Lorenzo a Padula, il
primo partecipato FOCUS “Verso
il Preliminare di Strategia”.
L’iniziativa ha previsto l’intervento della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento
per le Politiche di Coesione, con
la presenza dei referenti del Co-
gabili”, per il riassetto dell’Area
vasta del parco nazionale. Carmelo Stanziola da giovanissimo
si è interessato di politico, ricoprendo la carica di consigliere comunale e di assessore alla
Comunità Montana, fino ad arrivare alla carica di sindaco di Centola-Palinuro. La sua nomina ha
creato forti tensioni nel PD con il
sindaco di Bellizzi Mimmo Volpe
che ha voluto chiarire la sua posizione «L’ipocrisia non mi appartiene – rappresento un pezzo
della sinistra riformista e non nascondo il travaglio che c’è stato
per la questione della vicepresidenza. La scelta di Carmelo Stanzialo è stata dettata dalle sue
capacità, ma anche dal rispetto
della rappresentanza territoriale.
n Europa, secondo l’Osservatorio Europeo, il
22% dei soggetti tra i 15 e
i 64 anni, circa 70 milioni di
persone, ha usato preparazioni di cannabis, prevalentemente marijuana, a
scopo ricreazionale almeno una volta nel corso
della vita.
In generale, il rischio e la gravità degli effetti avversi a lungo termine associati all’uso giornaliero
di cannabis sono maggiori nell’adolescenza, una
fase critica dello sviluppo nella quale il cervello
va incontro alla maturazione finale. Uno degli
aspetti più controversi dell’epidemiologia della
cannabis è la possibilità che il suo uso in età adolescenziale faciliti la transizione verso l’uso di
droghe illecite ad alto potenziale d’abuso. Vari
meccanismi sono stati proposti per spiegare questa associazione. Studi sperimentali hanno dimostrato che l’uso continuo di cannabis nel corso
dell’adolescenza è associato a un aumento delle
proprietà gratificanti e di rinforzo dell’eroina in
ratti geneticamente vulnerabili alle droghe.
L’uso giornaliero di cannabis nel corso dell’adolescenza è associato ad alterazioni dello sviluppo
di aree cerebrali di natura cognitiva come il precuneo e l’ippocampo, a una riduzione in età
adulta delle funzioni cognitive, con riduzione
globale del quoziente intellettivo, a un ridotto
rendimento scolastico e a una maggiore frequenza di interruzione degli studi.
La cannabis è considerata una droga dotata di un
indice di mortalità acuta vicina allo zero. L’uso
pesante di cannabis è tuttavia associato a disturbi
di natura cardiovascolare e respiratoria. Sono
stati riportati casi di morte improvvisa in soggetti
fumatori di marijuana affetti da disturbi cardiaci.
Il fumo pesante di cannabis è associato a un maggior rischio di bronchite cronica, aumentato rischio di infezioni polmonari e di cancro del
polmone, come sempre col fumo.
I
Raffaele Accetta
mitato Tecnico Aree Interne, dei
referenti regionali della Programmazione Unitaria, del Formez,
dei rappresentanti delle Autorità
di Gestione, del Partenariato Istituzionale e del Partenariato Locale, a partire dalle Associazioni,
al Terzo Settore, agli Innovatori e
agli altri attori territoriali. Il
Focus ha visto una riunione plenaria e poi la suddivisione dei
vari soggetti presenti in tre tavoli
di lavoro, rispettivamente dedi-
cati all’Agricoltura, all’Ambiente
ed alla Cultura. Si tratta solo del
primo passo verso la bozza del
Preliminare di Strategia.
Grande soddisfazione è stata
espressa da parte del presidente
della Comunità Montana Vallo di
Diano Raffaele Accetta per la partecipazione e l’interesse riscontrato già dal primo Focus.
[email protected]
Carmelo Stanziola è il nuovo
vicepresidente della Provincia
SEGUE DALLA PRIMA
5
Mi auguro che
l’azione politica
provinciale viri a
sinistra, tenendo
presente della pluralità della compagine
consiliare
provinciale». Il
neo
vicepresidente, nell’insediarsi ha usato
toni più che concilianti, per rassicurare quella parte
del PD in fibrillazione, ed ha esordito «Ringrazio
del
riconoscimento, che vede la
condivisione di
tutti i consiglieri della maggioranza. L’aver scelto un rappresentante del Sud della Provincia è un
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fatto importante e significativo,
visto che il Presidente Canfora è
del Nord».
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6
VIABILITA’
n° 27 21/07/2016
Nonostante le promosse la Cilentana è ancora chiusa
Strade dissestate e 1,2 miliardi nel cassetto
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SEGUE DALLA PRIMA
ì, avete letto bene: «nel Cilento»!
Nello specifico tra le criticità più
rilevanti spiccano: 1 – la Strada
Provinciale 430 (cosiddetta “Cilentana”) i cui lavori non termineranno
prima del prossimo mese di ottobre; 2
– l’innesto della Strada Provinciale 66
Mingardina (Camerota-Marina di Camerota); 3 – il completamento della variane di Pisciotta; 4 – il completamento
della Strada Provinciale Aversana fino
ad Agropoli e il potenziamento delle
bretelle. Nell’ambito del progetto per
la rete stradale della Campania, infatti,
la Regione ha commissionato uno «studio di fattibilità e progettazione preliminare per il collegamento stradale
veloce tra l’autostrada A3 all’altezza di
Eboli e la variante alla strada statale 18
ad Agropoli, per collegare direttamente
Agropoli con l’autostrada». Lo aveva
annunciato il presidente della Regione
Campania Vincenzo De Luca. Tale studio prevede un investimento di 1,64
milioni di euro per realizzare una lunga
bretella di collegamento che eviti di
percorrere tutta la strada statale 18 da
Battipaglia, collegando direttamente
l’autostrada con Agropoli, dando un
impulso «al turismo soprattutto nel periodo estivo», spiegava De Luca.
Ma siamo ormai nel pieno della stagione estiva e turisti, salernitani e cilentani sono ancora costretti ad affrontare
“viaggi della speranza” su strade fatiscenti. Eppure i progetti e i finanziamenti per correre ai ripari ci sono! Le
opere che rientrano nell’ambito dei
progetti finanziabili con fondi Ue in
provincia di Salerno ammontano complessivamente ad una cifra di 1,2 miliardi di €.
Ma allora perché è così forte l’emergenza stradale?
Sull’argomento è intervenuta l’ACS –
Associazione Costruttori Salernitani –
che in un comunicato stampa afferma
che «a conti fatti non sono le risorse a
mancare, ma l’efficienza e la trasparenza della filiera amministrativa». È
per questo motivo che l’ACS ha dato il
via ad una petizione online per “mappare” le situazioni più critiche.
«Occorre avviare subito un tavolo operativo sull’emergenza viabilità in provincia di Salerno che investa la
Prefettura e coinvolga tutte le amministrazioni e gli uffici competenti – ha
commentato il coordinatore di CNA
Costruzioni Campania e presidente dell’ACS Salerno, Antonio Lombardi –
che attivi l’immediato utilizzo delle risorse disponibili e acceleri le procedure
per l’avvio dei lavori in tempi solleciti.
Bisogna evitare in ogni modo che si riproponga anche in tema di prevenzione
stradale quanto avvenuto per l’edilizia
scolastica e la prevenzione del dissesto
idrogeologico. Un veloce, efficiente e
sicuro sistema di collegamento viario
interprovinciale è condizione fondamentale e imprescindibile di qualsivoglia strategia di sviluppo e rilancio
economico, ma anche sociale, del territorio». ACS Salerno ha attivato, così,
un monitoraggio di tutte le situazioni di
maggiore criticità, con lo scopo di richiamare le amministrazioni preposte
alle proprie responsabilità.
Noi della Redazione di Unico ci
uniamo alla petizione di ACS Salerno
e invitiamo tutti i nostri lettori ad essere
parte attiva in questa “denuncia” del
malfunzionamento e del disastro delle
strade Cilentane. Chi lo desidera, potrà
segnalarci, mediante anche materiale
fotografico, le situazioni di degrado e
criticità. Le foto potranno essere inviate
all’indirizzo di posta elettronica [email protected] o potranno
essere postate sui social network (Facebook, Twitter, Instagram) aggiungendo l’hashtag #unicofoto.
BMTA tra le 50 eccellenze made in Italy
tra i Monti Picentini e il Cilento
L
a BMTA – Borsa Mediterranea
del Turismo Archeologico – tra
le realtà del Rapporto “Banca
delle qualità campane. 50 eccellenze
made in Italy tra i Monti Picentini e il
Cilento”, presentato presso la Camera di
Commercio di Salerno e promosso da
Fondo Sviluppo, Federazione Campana
BCC, Cassa Rurale ed Artigiana BCC di
Battipaglia e Montecorvino Rovella e
Fondazione Symbola.
La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico è stata scelta, insieme ad
altre 50 realtà, “per restituire un’immagine positiva e allo stesso tempo inusuale del territorio a Sud del capoluogo
salernitano”, che i promotori dell’iniziativa hanno sentito la necessità di raccontare. L’obiettivo della ricerca è stato
quello di creare, grazie a questa prima
esperienza pilota sviluppata nell’area dei
16 Comuni interessati dalla Cra/Bcc di
Battipaglia e Montecorvino Rovella, una
modalità di promozione territoriale attraverso le sue eccellenze imprenditoriali e associative. Per la ricerca è stata
utilizzata la cosiddetta tecnologia iSA
(integrated Sentiment Analysis), sviluppata dall’Università degli Studi di Milano e da VOICES from the Blogs: si
tratta della classificazione tramite codificatori umani di un training set, cioè lo
studio delle opinioni con classificatori
statistici con un modello che stima l’indagine su una particolare sequenza di
[email protected]
parole. Vagliando circa 230.000 post tra
il gennaio 2015 e il gennaio 2016 da
fonti diverse (Twitter, Facebook, forum,
news, blog), sono emerse classifiche relative ai principali temi di discussione
che hanno evidenziato quali sono i punti
di forza del territorio, sia nella percezione degli abitanti dell’area, sia in
quella esterna. La Borsa si è distinta tra
eventi, cibo, siti e destinazioni collocandosi al 4° posto nella classifica relativa
all’analisi del sentiment con decine di
migliaia di commenti. A conclusione
della presentazione, il Rapporto è stato
consegnato da Ermete Realacci Presidente Fondazione Symbola ad Ugo Picarelli, Direttore ed Ideatore della Borsa.
La XIX edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico si svolgerà a Paestum da giovedì 27 a
domenica 30 ottobre 2016: l’area adiacente al Tempio di Cerere, il Museo Archeologico Nazionale e la Basilica
Paleocristiana continueranno ad essere
le suggestive location della Borsa, al fine
di valorizzare al meglio il patrimonio
culturale esistente.
CULTURA
n° 27 21/07/2016
7
“E noi folli e giusti”
Giovanni Marini, il poeta degli anni di piombo
SEGUE DALLA PRIMA
SILVIO MASULLO
Q
uesti versi, inseriti
nella raccolta E noi
folli e giusti, nel
1975 avevano concorso alla
vittoria del Premio Viareggio per la sezione poesia,
opera prima. L’autore è Giovanni Marini, il paese citato
Sacco, dove era nato il 1°
gennaio 1942. Marini era
balzato agli onori della cronaca, non solo nazionale, il
7 luglio 1972 con l’accusa
di avere ucciso Carlo Falvella, militante del Fronte
universitario d’azione nazionale nel corso di una
rissa tra anarchici e simpatizzanti di destra in via Velia
a Salerno. In questi giorni
esce, edito da Kimerik, Giovanni Marini, il poeta degli
anni di piombo. Il libro reca
la firma di Silvio Masullo,
in collaborazione con Lucia
Cariello, e si compone di
233 pagine, dedicate al personaggio e in particolare
alla poetica, inquadrata nel
contesto storico degli anni
di piombo e della strategia
della tensione. La copertina,
molto suggestiva, è opera
del pittore Franco Balduzzi
che ha sostenuto il progetto
editoriale unitamente a Michele Albanese, Direttore
generale della Bcc Monte
Pruno di Roscigno e Laurino.
La presentazione ufficiale
avrà luogo a Sacco il prossimo 6 agosto. Nel volume,
comprensivo della storia e
della cronologia dei principali fatti e avvenimenti del
periodo, viene ristampata la
raccolta E noi folli e giusti,
in aggiunta ad altri componimenti del poeta, alcuni dei
quali inediti.
Un’operazione di carattere
letterario e non militante,
che mostra con discrezione i
temi e le vicende che avevano spaccato in due l’Italia. Perché, come viene
spiegato nella prefazione,
“da questa storia Shake-
speare ne avrebbe tratto
spunto per un suo componimento. Perché era e resta
una tragedia, nella quale
sono stati coinvolti ragazzi
di buona famiglia e studi,
non solo anarchici e fascisti
secondo l’esemplificazione
dei mass media e della società, della stampa militante
e non, e ancor di più del
contesto storico feroce nel
quale è maturata.
Queste affermazioni non intendono tuttavia falsare o
ammorbidire la storia ovvero ogni contrapposizione
ideologica legata ad idee e
convinzioni forti.
Prende semplicemente atto
che, per l’ennesima volta, in
questi ingranaggi rimangono stritolate le persone,
mentre la storia rinnova la
sua tragedia e ripete in continuazione il suo ciclo crudele”.
L’anarchico, che sarà condannato in via definitiva a 9
anni di carcere per omicidio
preterintenzionale e con-
corso in rissa, diventerà un
simbolo dei diritti dei carcerati con le sue battaglie negli
istituti di pena: capeggerà rivolte, farà denunce e scioperi della fame, sarà
redattore del periodico
“Carcere Informazione”,
che gli provocheranno come
di chi scrive. Potrebbe avere
i connotati di un’autobiografia ma non lo è nel senso
stretto del termine. I ricordi
dell’infanzia trascorsa nel
centro storico salese sfociano
nel racconto dell’adolescenza segnata dall’esperienza nei boyscout e
dall’approdo alla sinistra antagonista, quando cioè si inizia a riconsiderare le
posizioni politiche maturate
nel periodo dell’adolescenza.
«Noi boyscout che abbiamo
vissuto negli anni ’70, siamo
transitati nello spazio sociale
spazio aperto che era un collettivo tenuto da ragazzi più
grandi a Sala – prosegue
Pica – e gravitava intorno
l’area di autonomia agraria,
un movimento di quei tempi.
Ho voluto parlare dell’esperienza in radio, inaugurando
Radio Talpa che rimase in
vita solo tre anni; ho raccontato anche le disillusioni e le
idee del comunismo che poi
sono fallite e ha portato giovani anche su strade senza ritorno». Negli scout ci stava
grande fermento, all’epoca
stava padre Armando, una figura trainante per tutti i giovani, un parroco che andava
controcorrente e che ha abi-
tuato molto alla riflessione.
«Con padre Armando facevamo grandi discussioni – afferma Giulio Pica – poi
l’esperienza allo spazio sociale cielo aperto nel periodo
del terremoto a Sala, eravamo a sinistra del Partito
Comunista, e arrivavamo riviste da Bologna che portavano i nostri amici più grandi
ed è stata un’esperienza formativa. Napoli anche e anche
Berlino, una città al centro
del mondo». Cambiamenti
epocali, osservati da una posizione privilegiata, Giulio
Pica era fisicamente presente
in questa città. Le vicende legate al triste fenomeno dello
smaltimento dei rifiuti tossici
in Campania e la constatazione che non muta affatto il
carattere antropologico degli
italiani: occupano le ultime
pagine dell’agile testo.
«Chissà se questo nostro
Paese si affiancherà da questo servilismo costante,
chissà quando finirà la lunga
durata che afferra come una
zavorra la nostra penisola,
condannandola ad essere governata con i metodi di una
monarchia di Antico Regime
piuttosto che con quelli della
democrazia compiuta».
Da Sala a Berlino passando per Napoli
Il libro di Giulio Pica
ANTONELLA CITRO
«Q
uesto libro si
intitola Sala,
Napoli, Berlino
perché sono i tre posti più significativi della mia vita.
Sala perché sono nato a Sala,
a sant’Eustachio e sono un
salese verace e sono vissuto
qui fino a quando sono andato all’università a Napoli e
poi avendo trovato lavoro a
Potenza, sono tornato a Sala.
Ho studiato a Napoli, sono
molto legato a questa città e
ho voluto ribaltare i pregiu-
dizi. Sempre bistrattata e invece vi ho trovato molti
aspetti. Berlino, perché nel
1989 conobbi una ragazza e
quando crollò il muro ero
proprio». Sono le parole di
Giulio Pica, l’autore del libro
Sala, Napoli, Berlino. In
quelle 84 pagine vengono ricostruiti i mutamenti sociali,
politici e culturali che si sono
registrati in Italia e in Europa
tra gli anni ’70 del secolo
scorso e il primo decennio di
questo secondo millennio,
visti attraverso le esperienze
conseguenza ulteriori capi
di imputazione, periodi di
isolamento, continui trasferimenti, pestaggi. Del suo
collegio di difesa farà parte
il Presidente dell’Assemblea
Costituente Umberto Terracini (che non aveva accettato l’invito alla prudenza
proveniente dal suo partito,
il PCI), Giuliano Spazzali,
Gaetano Pecorella, Marcello
Torre.
La famiglia Falvella sarà
rappresentata tra gli altri da
Alfredo De Marsico, ministro della giustizia di Mussolini e componente del
Gran Consiglio del Fascismo (fu tra coloro che il 25
luglio 1943, con il voto favorevole alla mozione
Grandi, determinarono l’arresto del Duce). Le opere di
Marini beneficeranno di critica e recensioni al massimo
livello, a partire da Alberto
Moravia, Giorgio Caproni,
Camilla Cederna, Ferruccio
Brugnaro, Antonio Castaldi,
Marina Ceratto. Dopo la detenzione (sconterà 7 anni effettivi) si allontanerà di fatto
dal mondo, chiudendosi in
sé stesso e abbandonando
l’impegno politico e sociale,
dimenticato da tutti. Continuerà a scrivere in maniera
ossessiva: libri, opuscoli,
racconti, romanzi, poesie,
mantenendo contatti con intellettuali e riviste letterarie.
In pochi si accorgeranno
della sua morte il 23 dicembre 2001. Il libro, disponibile anche in ebook, è in
vendita al prezzo di € 16.
Per informazioni sui punti di
vendita della casa editrice
(www.kimerik.it).
8
ALTAVILLA SILENTINA
n° 27 21/07/2016
Irpef allo 0,8%, niente deficit e dentro il patto di stabilità
Il consiglio comunale approva il bilancio di previsione
ORESTE MOTTOLA
C
onsiglio comunale del 16 luglio 2016, si proseguiva dalla
seduta interrotta otto giorni
prima. Sono mancati gli effetti speciali con le slide e il look modernista
dell’assessore precedente al ramo e ci
siamo dovuti consolare con la concretezza di Davide Cembalo che è abituato agli allevatori e a vacche e
bufale. Ci è andata anche meglio
anche perché il consiglio si sta abitando alla conduzione efficientista e
severa di Francesca Saponara. Abbiamo appreso subito che stiamo in un
paese dove risulta esserci qualche evidente miglioramento nella gestione
economica dell’ente; non esistono debiti fuori bilancio: non c’è deficit e
stiamo ben dentro il patto di stabilità.
L’aliquota sull’Irpef è ferma al’0,8%
e si prevede un gettito di 323mila
euro. Il veterinario, con il supporto del
responsabile finanziario Di Sarli,
rende noto che le nuove norme in materia di finanza pubblica del governo
Renzi stanno facendo impazzire gli
enti locali non solo perché vengono ridotte le possibilità di entrate ma che le
stesse devono essere certe. Insomma
c’è lo stop ai vecchi “magheggi”, detti
anche “manovre”, vale a dire la possibilità di “assestare” anche sulla sabbia. E così la discussione è andata
avanti per diverse ore. La maggioranza è concentrata sui conti che devono tornare mentre l’opposizione
varia il suo voto contro o di astensione
e il messaggio sulle “cose da fare diversamente”. Una volta all’anno si discute anche dei terreni comunali di
Ferragine a Serre (ottenuti qualche secolo fa a seguito dell’incorporamento
di gran parte dell’attuale Borgo Carillia nei beni di casa Borbone), di proprietà del Municipio altavillese, quasi
sedici ettari, offerti in vendita a 3.05
euro al mq. Non si riesce a trovare un
acquirente e così Michele Gallo insi-
SCHEDA
Questione Ferragine
P
er l’ennesima volta il comune
tenta di vendere i terreni di Ferragine. Ci fu un tempo che gli
orgogliosi rappresentanti dei cittadini
di Altavilla arrivarono più volte a rischiare l’arresto pur di difendere le
prerogative della nostra comunità. Il
fatto: il comune di Altavilla Silentina
vuole fare cassa ed ha deciso di vendere definitivamente le terre di Ferragine, quasi 16 ettari nel comune di
Serre, a ridosso del fiume Calore. Il
terreno, prevalentemente coltivato a
foraggere, compreso nel territorio di
Serre (più o meno alla parte opposta
del Calore, lato Palata) fa parte del patrimonio disponibile di Altavilla. La
sua estensione complessiva è di
15.37.44, superficie nominale. Il terreno, costituente un unico appezzamento, con giacitura piana, ha una
configurazione regolare, confini rettilinei che ne permettono la razionale
coltivazione con gli attuali mezzi agricoli e viabilità interna costituita da vie
sterrate. La vendita potrà avvenire sia
per l’intero fondo che per i singoli 7
lotti. Agli attuali affittuari dovrà essere
riconosciuto il diritto di prelazione secondo le norme vigenti. Quello che si
riuscì ad evitare dopo la dichiarazione
di dissesto del bilancio municipale
degli anni Novanta ora sembra che avverrà con la rinuncia a quella proprietà
terriera così ricca di storia. Di fronte
all’imposizione del re Borbone di annettere lo Scanno alla tenuta di caccia
di Persano, nella prima parte dell’Ottocento ci furono sindaci che non ebbero paura di scontrarsi con la potente
dinastia e, a rischio dell’arresto più
volte minacciato, difesero i nostri diritti collettivi. E fu così che ad un certo
punto venne prospettata una soluzione
di compromesso: al comune di Altavilla, in cambio della cessione dello
Scanno, sarebbero andate numerose
proprietà. L’unica che riusciamo a tenerci è Ferragine. Fino al 2010, però.
Quello che molti si aspettavano era la
definizione di un più ambizioso progetto di sviluppo di quegli appezzamenti di terreno non certo quello di
una vendita pura e semplice.
ste perché il comune si faccia promotore di un progetto di sviluppo o si
lanci in un progetto di finanza che a
fronte della vendita di quei terreni
porti magari in cassa i soldi per acquistare il Castello. Rosario Gallo e
Franco Cembalo battibeccano sul progetto del collettore fognario, opera
inutile per il primo, mentre per il secondo si trattava di onorare un accordo di programna con l’Ato e i
comuni di Albanella e Capaccio. Michele Gallo è più tranchant: “Si tratta
di un’opera non funzionale e il tempo
ci darà ragione”. Ai due leader di minoranza sarà destinata la presidenza
della commissione comunale di trasparenza e controllo. Notazione finale: il sindaco Marra ha scelto la
linea del silenzio distribuendo tra i
suoi l’onere di intervenire, proporre e
rintuzzare, è la cosiddetta “linea dottore Cammarano” che prende il nome
da Francesco, il sindaco della seconda
metà degli anni Novanta, il primo cittadino decisionista nella gestione
quotidiana dell’Ente e presente sui
cantieri, ma che si defila dalla dialettica politica contingente così da marcare la sua natura di amministratore
non politico. Quello stesso dottore
Cammarano che è ricordato per il suo
comportamento dopo la sconfitta rimediata contro Antonio Di Feo
quando andò nel primo consiglio comunale utile e, in meno di un quarto
d’ora, rassegnò le sue dimissioni da
consigliere. Consentendo così a una
giovane Maria Fusco, non era epoca
di quote rosa, di poter vivere la sua
esperienza di consigliera comunale.
Un “lodo Cammarano” al quale potrebbe guardare oggi anche qualcun
altro!
[email protected]
n° 27 21/07/2016
9
CA
VALLE DEL CALORE
Estate 2016 con un’attenzione particolare alla cultura
Sagre, eventi e notti calde
MONICA ACITO
L'
estate nella Valle del Calore
è costellata da sagre, eventi
e festival, che pullulano colorando le caldi notte e riempiendo
copiosamente gli stomaci e (si spera)
le menti della gente. Come fare per
orientarsi e districarsi nella matassa
di eventi che affollano il calendario?
Urge un vademecum che raggruppi
tutti gli eventi di agosto, in modo da
non correre l'annoso rischio di perdersene qualcuno. Iniziamo dal mese
di agosto, con il Rotunnella Fest di
Albanella, previsto per il giorno 6
fino al 9. Ma cosa indica il termine
Rotunnella? Altro non è che la varietà
di oliva albanellese, di forma sferica
e tondeggiante e apprezzata per le sue
proprietà organolettiche, tanto da
rientrare a pieno titolo nella Dieta
Mediterranea. Quest'evento darà
anche l'opportunità di rievocare la
Giornata promozionale dell’Olio
d’Oliva, che si tiene ogni anno nella
cornice del suggestivo centro storico
del paese, ma anche il Caffè Letterario e l'XI Edizione del Premio Botteghe D'Autore, i cui finalisti sono Bi,
Claudia Crabuzza, Francesca Incudine, Gerardo Pozzi, I Profugy, Inigo,
Levia Gravia, Marcondiro, Mirkoeilcane e Rosso Petrolio.
Tra gli ospiti ci saranno Jovine e i
Foja, passando per Diego De Silva &
il Trio Malinconico, per poi chiudere
con gli Alba Popolare.
Il festival ingloberà lo spirito di una
tipica manifestazione enogastronomica ma anche sprazzi di letteratura,
cultura, trekking e imprenditoria giovane. Ma dal 6 al 10 agosto ci sarà
anche un altro evento da segnare obbligatoriamente sulle proprie agende:
Laurino si trasfomerà ancora una
volta nella cittadella del jazz per antonomasia, con il fortunato e longevo
appuntamento di "Jazz in Laurino".
Ad arricchire quest'edizione, oltre
alla consueta carrellata di workshop,
eventi ed esibizioni, ci saranno i concerti di Karima il 7 agosto, che offrirà
al pubblico le sue perle jazz, cimentandosi anche in brani di Burt Bacharach, e Ron il 9 agosto. Rivive anche
Aquara, dal 10 al 12 agosto,
che s'illumina di luce propria e rischiara il proprio centro storico,
pieno di strettoie e fessure, con "Radici Festival- Il seme e la speranza".
Tra gli ospiti ci saranno Napoleone,
Dimartino, Therivati e la Sindrome di
Kessler. Potrebbe essere un modo per
sviscerare il seme dell'entroterra dei
nostri borghi e dare uno sguardo al
futuro dei piccoli paesi? Ai posteri
l'ardua sentenza.
Partirà sabato 23 luglio la mostra fotografica di Monteforte Cilento intitolata "Il '68 e dintorni", a cura di
Domenico Ciardella, che muove
dai versi di una canzone di Fabrizio
De Andrè. In mezzo al tripudio di
sagre ed eventi mangerecci, sarà interessante rivolgere uno sguardo
verso qualcosa che non riempia solo
gli stomaci ma anche lo spirito del
popolo, anche se Pasolini, De Andrè
e il movimento della Beat Generation
sono da sempre stati indigesti alle
masse, ma si spera che ciò getti il
seme per far sì che il popolo inizi a
ruminare qualcosa di differente dalla
pasta fatta in casa. Un evento che si
propone come una provocazione, poiché parte, in maniera oserei definire
quasi filologica, da quei testi che
fanno storia, accarezzano la storia e
ne seguono il profilo. Tale evento si
configura come una scintilla diversa
IL SONDAGGIO DELLA SCORSA SETTIMANA
Riordino Diocesi
Il 73% favorevole all’unione
Il numero delle diocesi
italiane deve essere ridotto e la Congregazione dei vescovi ha
dato indicazioni alle
Conferenze regionali
italiane di inviare entro
il prossimo agosto il
loro parere circa un progetto di riordino delle
diocesi.
Della riduzione delle
diocesi italiane si parla
da decenni e papa Francesco, con una certa sorpresa,
sollevò
la
questione nel primo incontro che ebbe con i
vescovi italiani il 23
maggio 2013, due mesi
Sono favorevole
Non sono favorevole
dopo la sua elezione.
Ventisette anni fa, prima
della fusione e dell’accorpamento di molte
piccole diocesi, che pure
suscitò proteste, le diocesi erano 325.
Attualmente in Italia ci
sono 226 diocesi,
un’anomalia assoluta
confrontando con il
resto del mondo; solo in
Campania le diocesi
sono 26.
Sei favorevole ad un
eventuale accorpamento
della Diocesi di Vallo
della Lucania e quella di
Teggiano-Policastro?
Sono favorevole: 73% 11 voti.
Non sono favorevole:
27% - 4 voti.
Voti totali: 15.
Il 30 luglio 2016 alle ore 18 sarà inaugurato il
“Volo dell’Angelo” di Laurino
nel solito cielo estivo cilentano e sarà
davvero interessate seguirne gli sviluppi. Per gli aficionados, dal 13 al 23
agosto si terrà la Sagra del Fusillo Felittese, giunta ormai alla sua 41esima
edizione: questa manifestazione non
ha certo bisogno di presentazioni.
Il 18 luglio è partito un laboratorio di
riciclo creativo per inaugurare, quasi
come un pre-evento, la Sagra del Fu-
sillo. La Pro Loco Felittese
ha infatti lanciato "Una sagra che si
differenzia", occasione per aggregare
e raccogliere i ragazzi più volenterosi
e per sensibilizzare alla tutela del territorio, e tutte le idee realizzate con
tappi di plastica, cartone, legnami e
bottiglie saranno esposte come opere
d'arte durante la Sagra.
Riordino delle Diocesi
Sondaggio sbagliato per un tema complesso
L.R.
C
aro Direttore, ho letto della iniziativa che vede protagonista
Unico. Il periodico invita a votare se si è favorevoli o meno ad un accorpamento di diocesi. In tempi di
democrazia diretta e di maniacale fiducia nella bontà del virtuale s’inerisce
anche questo tentativo. Onestamente
mi pare un sondaggio estemporaneo e
di nessuna utilità. S’intende applicare
una prassi, che sollecita a manifestare
le proprie opinioni, a tutti gli argomenti, anche a quelli che comportano
decisioni ponderate e motivate perché
coinvolgono problemi estremamente
complessi e per i quali risulta riduttiva
la semplice esternazione tramite un
segno di matita.
Nessun quorum può sostituire cuore e
mente, nessuna maggioranza meramente quantitativa può prevalere sulle
dinamiche dello Spirito. Si rischia di
non affrontare con la dovuta serietà un
argomento che incide nel profondo
della storia di un’area. Il pericolo è cadere nel consueto provincialissimo
pettegolezzo. Non mi pare condivisibile porre sullo stesso piano l’apposizione di una crocetta su un
questionario e l’impegno per far risplendere il messaggio della Croce nel
nostro territorio.
Negli ultimi numeri del periodico sono
stati affrontati tanti temi sui quali i lettori potrebbero esprimersi: condizione
giovanile, difficoltà nel procedere ad
un vero turnover del ceto dirigente,
asfissiante presenza di potentati, coacervo d’interessi pronti a trarre profitto
dalla spesa pubblica.
Tra i tanti servizi che Unico offre alla
popolazione, Cilento potrebbe annoverare anche l’albo delle promesse fatte,
reiterate e non mantenute (strade,
ospedali, moralizzazione della gestione amministrativa, sensibilità ambientale, ecc.) indicando nome e
cognome di chi le ha sbandierate e i
veri motivi perché non sono state mantenute.
L’accorpamento di queste tematiche
potrebbe costituire una utile opportunità per contribuire a formare un barlume di opinione pubblica informata e
sollecitare la presa di coscienza della
società civile.
È un riordino etico e mentale dal quale
dipende il nostro futuro.
Buone vacanze
10 n° 27 21/07/2016
CULTURA
Grande successo per il PAC
Porto d’Arte Contemporanea
È stata inaugurata venerdì 8 luglio 2016 sia ad Acciaroli che a Pollica il primo Porto d’Arte Contemporanea in Italia edizione 2016. E’ visitabile tutti i giorni presso l’area portuale di Acciaroli l’installazione
“CACTUS” di Sergio Fermariello. Mentre al Castello dei Principi Capano a Pollica si può visitare, tutti
i giorni fino al 31 agosto 2016, l’installazione di Vincenzo Rusciano “BITUME”.
Biografia di Sergio Fermariello
N
apoli, 1961. Dall'età di vent'anni decide di dedicarsi
esclusivamente all'attività artistica. La sua ricerca parte dal recupero dei modelli, memorie familiari
che si estendono poi ad una ricerca
più approfondita nel recupero di
un'inconscia memoria collettiva. Nel
1989 espone per la prima volta in una
personale alla Galleria Lucio Amelio
con la quale intraprende una lunga
collaborazione di lavoro. Espone in
diverse mostre personali tra le quali
quella alla Galleria Il Capricorno di
Venezia nel 1990 e alla Galerie Yvon
Lambert di Parigi nel 1992. È anche
presente in alcuni importanti appuntamenti internazionali quali la mostra
Metropolis alla International Kunstausstellung di Berlino del 1991 e la
mostra Les pictographes al Musée de
l'Abbaye Sainte-Croix di Les Sablesd'olonne dove Didier Ottinger lo invita ad esporre i suoi lavori accanto a
dipinti di Klee, Miró, Picasso, Penck,
Sanejouand. Nel 1993 è chiamato da
Achille Bonito Oliva a partecipare
alla XLV Biennale di Venezia con
una sala personale nel Padiglione Italia. Nel 1995 espone nella mostra
Opus Alchemico alla Galleria In Arco
di Torino alcuni lavori a carattere tridimensionale, a metà strada fra la pittura e la scultura che costituiscono
una tappa ulteriore nel giovane percorso dell'artista. Vive e lavora a Napoli.
Corso Italia, 39
Tel. e Fax 0828.723253
Capaccio Scalo (SA)
email: deslinelibero.it
AGROPOLI
n° 27 21/07/2016
11
Una risorsa di economia e cultura
Il mare marcatore di identità
SEGUE DALLA PRIMA
GIUSEPPE LIUCCIO
L
o è ancora per quel libro pietrificato della costa ( a Trentova e al
Vallone, ma non solo) , le cui pagine spigolose nascondono ed insieme
disvelano anse e cale che sono letti
d'amore nella gloria del sole o nel fuoco
della luna, ad accendere falesie ambrate,
scarnificate ferite di desiderio. Ma lo è
soprattutto per la storia e per le storie
che racconta, per chi abbia orecchio
aduso all'ascolto immaginario, quando
l'onda ricama lievi merletti da sposa alla
battigia, rimbomba dolce nel cuore delle
grotte, scala furente sciabole di scogli.
Agropoli è città di terra e di mare, di
vento e d’acqua nel paziente lavorio dei
secoli a scolpire scogli e perforare
rocce, per sigillare nel cuore delle
grotte, storia e storie di mercanti e corsari, naviganti e pescatori, santi protettori e turchi infedeli. Le più belle pagine
della sua storia la città le ha scritte sul
mare fin da quando vi approdarono i
fondatori greci. E' fatta, infatti, di partenze e di approdi la storia di Agropoli
sul mare. Vi approdarono le sirene, creature di grazia e di mistero, miti anfibi,
corporei di terra e sguscianti d'acqua, incorporei ed inafferrabili di vento e d'aria,
e vi elessero il loro regno di malia e seduzione. A poca distanza Licosa vi si
inabissò suicida,gabbata da Ulisse pellegrino, nudo e bello di iodio e sale, volontariamente crocifisso all’albero
maestro della nave, ferito di dolcezza
per la bellezza struggente della costa
Vi approdarono i Padri Trezeni con il
loro prezioso carico del pantheon di dei
ed eroi. Ne ripartirono ad animare traffici e commerci sulle rotte del Mediterraneo. Vi approdarono santi, Paolo ad
arruolare neofiti e Francesco a fecondare uova/vite, a testimonianza di fede.
Ne ripartirono ferventi missionari ad
evangelizzare le colline dell’interno nel
chiuso di conventi ed abbazie. Vi approdò ed approda la processione festante di imbarcazioni a scortare
Madonna pellegrina. Ne ripartirono a
sciami di giubilo, le barche festonate dei
fedeli. Vi approdarono i monaci
d’oriente con libri di preghiere e sacre
icone a popolare di canti e di lavoro
laure e cenobi dell’interno, Partirono su
veloci “saette” i monaci benedettini abili
nel governo delle anime e nell’amministrazione degli affari. Vi approdarono i
corsari truci con fame d bottino e vi installarono un potente “ribat”. Partirono
a saccheggio della costa con indigeni a
fuga nell’interno,Partirono gli emigranti
per bisogno a caccia di fortuna in altri
lidi. Approdano i nipoti all’entusiasmante e commovente scoperta delle radici, Approdarono gli Alleati dell’
“Operazione Avalance” ad esportare democrazia Ripartirono lasciando “seniorite” senza onore a baratto di
“farenella”, cioccolato e sigarette. Partono i pescatori a notte fonda, a contare
le stelle nel cielo blu/lavagna ma con occhio attento a fremito d rete,Approdano
cianciole e gozzi a regalare ricchezza di
pescato,Partono “vapori” a festa d crociera a cogliere emozioni costa costa.
Approdano turisti stupefatti a miracoli
di case e di vigneti.Partono ragazze
cuore inquieto, accese a fuochi d’occhi
saraceni. Approdano già donne complici
gli anfratti a pelo d’onda. Ce n’è abbastanza per capire che Agropoli e mare
sono un unicum indissolubile per
mito,leggenda, storia, lavoro, usi abitudini di vita. Eppure non sempre gli
Agropolesi ne hanno “sfruttato” fino in
fondo la gamma sconfinata delle opportunità. Il mare è una risorsa e come tale
va difeso e valorizzato E’ una risorsa per
la balneazione che andrebbe riorganizzata e rivisitata nelle estetica delle infrastrutture e, soprattutto andrebbe estesa,
in varie forme, per una stagione prolungata e nobilitata nella qualità. Il mare è
una grande opportunità per il turismo
nautico da diporto se solo si impostasse
una politica seria della portualità.. Il
mare è una via di comunicazione da utilizzare sempre più e meglio. Il mare ancora è un bene ambientale in grado di
riempire di contenuti escursioni di
grande suggestione. Il mare canta peana
di lavoro, racconta laceranti storie di
emigrazioni, rievoca frammenti di costume nell’evolversi della quotidianità,
riscrive stupende pagine di letteratura,
ridisegna, nell’iride dei colori. le tele dei
pittori, riesegue nello sciabordio agli
scogli le dolci sinfonie dei musicisti, fa
scorrere fotogrammi di film, profuma
sui tavoli dei ristoranti, si esalta allo
sgocciolio perlaceo delle bagnanti statuarie nella bellezza ostentata. E’ la ric-
AGENZIA DI PAESTUM
VIALE DELLA REPPUBLICA,18
84047 - CAPACCIO (SA)
Tel: 0828 723268 - Fax: 0828 725886
e-mail:[email protected]
chezza prismatica da esibire con orgoglio in una “Festa del mare”, nella varietà dei segmenti:lavoro, cucina, sport,
letteratura, cinema,moda, mito, pittura,
musica e chi più ne ha più ne metta(ecco
una iniziativa bella e coinvolgente per
l’agenda del lavoro degli assessori al turismo e alla cultura) E’ la straordinaria
potenzialità di una risorsa che ha lasciato segni indelebili per chiunque
abbia voglia di avventurarsi nella rievocazione storica o/e nella gestione politico-ammiistrativa del territorio.
L’abilità di chi governa la città è nella
capacità di cogliele i segni, evidenziarli
ed esaltarli e, soprattutto, trasformarli in
messaggi per qualificarli e diversificare
l’offerta turistica
[email protected]
Un regalo ai bimbi di Capaccio da Giorgia
È
orgogliosa delle
sue radici, Giorgia Todrani, in
arte
semplicemente
Giorgia e non perde occasione per sorridere
alla sua amata Capaccio-Paestum. Questa
volta ha concretizzato
questo amore donando
delle giostre per i bambini alla terra di origine
dei suoi nonni paterni.
Sulla targa apposta sulle
attrezzature ludiche de-
stinate ai più piccoli, si
legge la frase: “Ai bambini di Capaccio da
Giorgia, nipote di Delia
e Mario Giordano”. La
targa è apposta sotto la
figura di un elefante disegnato su un pannello
di una delle giostrine,
che riporta la scritta
“Oasi del sorriso”. Ed è
proprio un sorriso che,
nei momenti di allegria,
ha voluto donare ai
bambini che vivono a
Capaccio. Le attrezzature sono state collocale
nel giardino annesso al
convento sant’ Antonio
dei frati francescani.
L’iniziativa è stata apprezzata dalla comunità
capaccese, che ama
molto la cantante. Giorgia, quando i suoi innumerevoli impegni lo
permettono, torna a Capaccio, dove vive ancora la nonna.
IMPRESA E GIUSTIZIA
12 n° 27 21/07/2016
Ascea e Fasana ospitano lo spettacolo con i testi scritti dal cilentano Menotti Lerro
Il concerto “I battiti della notte” debutta nel Cilento
ILARIA LONGO
G
iovedì 21 luglio alle ore 21.00
il settecentesco Palazzo Ricci
di Ascea farà da cornice al debutto italiano del concerto lirico “I
battiti della notte” che sarà replicato
il 22 luglio alle ore 21.00 nella Chiesa
di Sant’Antonio a Fasana di Salento.
Lo spettacolo, con testi scritti dal
poeta omignanese Menotti Lerro, musiche realizzate dal compositore polacco
Tomasz
Krezymon
e
interpretate dal soprano Eva Corbetta,
è protagonista per la prima volta in
Italia dopo i riconoscimenti ricevuti
in Polonia.
È importante che il Cilento – attraverso Ascea e Fasana – ospiti questo
momento culturale che lo scorso anno
ha incantato il pubblico polacco e si è
svolto in tre suggestive location: Teatro del Vecchio Municipio (Danzica),
Villa Decius (Cracovia) e Castello
Reale (Varsavia). I concerti sono stati
sponsorizzati dall’Istituto Italiano di
Cultura di Varsavia e l’Italia, in una
nota pubblicata sul sito della Farnesina in occasione degli “Eventi conclusivi della XV Edizione della
Settimana della Lingua Italiana nel
Mondo”, ha promosso il concerto
svoltosi a Varsavia.
“I battiti della notte” è essenzialmente
musica lirica nata grazie a poesie di
Menotti Lerro che hanno come temi
centrali l’amore, il mistero, la nostalgia... Lo stile dei testi è stato definito
dall’autore “barocco rivisitato”. Nel
2015 queste canzoni, interpretate dal
soprano Paulina Martini, sono confluite in un cd musicale edito da
Zona.
Il giovane poeta Lerro ha accettato
subito e con entusiasmo la proposta
dei sindaci di Ascea (Pietro D’Angiolillo) e Salento (Gabriele De Marco)
di far approdare “I battiti della notte”
nella sua terra di origine e ha dedicato questo suo lavoro a suo padre
Pietro Lerro.
Questo spettacolo, già dal titolo fortemente evocativo, promette grandi
emozioni. E, probabilmente, in queste
due serate cilentane in cui l’incanto
delle parole si unirà alla magia della
musica, saranno solo e semplicemente i cuori degli spettatori a battere
nella notte.
VALLO DELLA LUCANIA. Mostra personale
del pittore Mario Romano
ILARIA LONGO
G
iovedì 21 luglio,
alle ore 19.00, il
pittore gioiese
Mario Romano inaugura una mostra personale
presso
l’Ex
Convento di Santa Caterina a Vallo della Lucania. La mostra arricchirà
questa location fino al
31 luglio e sarà possibile visitarla ogni
giorno dalle 10.00 alle
13.00 e dalle 18.00 alle
22.30.
Mario Romano può essere definito come una
delle eccellenze cilentane che grazie alla sua
arte e alla sua grande
umiltà, porta il nome del
Cilento fuori dai confini
regionali e nazionali.
Il pittore, infatti, ha
esposto suoi lavori nel
Cilento, ma anche in
città italiane come Torino, Firenze, Roma
(nella celeberrima Via
Margutta) etc. e a
Miami, Dallas, Los Angeles etc.
Sono numerose le
chiese cilentane abbel-
lite e impreziosite dal
tratto semplice, lineare e
inconfondibile di Mario
Romano che è anche
l’autore del bozzetto de
“La Madonna del Cilento” dal quale è stato
ricavato il pannello realizzato da Vincenzo Bisogno ed esposto a
Ponte Barizzo a Capaccio.
Il M˚ Romano è fortemente legato al Cilento
e a Gioi, suo paese
natìo, e nelle
sue
opere
sono spesso
protagonisti i
paesaggi cilentani e le
scene di vita
rurale, una
vita semplice
e nobile che
tanto ha dato
a
questa
terra.
Vi s i t a n d o
questa sua
mostra sarà
possibile ammirare dipinti
di tematica
varia di re-
cente produzione e non
e, per la prima volta, saranno esposti i bozzetti
preparatori che il pittore
utilizza per la realizzazione dei dipinti sacri.
Si tratterà senz’altro di
una personale d’arte di
un pittore cilentano che
non si stanca mai di evidenziare, attraverso i
suoi lavori, uno dei
punti di forza del Cilento: la bellezza.
IL LIBRO
n° 27 21/07/2016
13
Sulla terrazza di Capaccio raccontata la storia della televisione degli albori
“E TI RICORDO ANCORA”, il libro che parla della TV degli ’50 e ‘60
LUCIO CAPO
2
0 Luglio 2016…Caffè Centrale…Capaccio
Paese…Il
Tempone… I Giardini…Affacciati sulla Magnificenza Dorica di
Paestum. La scena di un film…degna
di “E TI RICORDO ANCORA”, il
libro Maria Grazia Caso sulla televisione che fu, e, della presenza televisiva in Italia dal 1954 al 1964. Un
racconto in otto capitoli con le testimonianze di Bonaventura Tecchi,
Sergio Pugliese, Carlo Bo, Ettore
Bernabei, Liliana Cavani, Gianni
Granzotto, Luca Di Schiena, Jader
JacobelliI, Liliana Ragusa Gilli e
Lamberto Valli, le interviste a Beniamino Placido, Walter Weltroni, Sergio Zavoli e Gianni Bisiac, il ricordo
di Tony Shargool, e, l’omaggio al
grande Ugo Gregoretti al Mediterraneo Video Festival. In un tardo pomeriggio assolato d’estate le parole e
i ricordi vanno alla TV degli anni ’50
e ’60, di quando eravamo giovani e
belli ma ancora puri e ingenui. Poi il
tempo e le vicissitudini, come un
rullo compressore, hanno appiattito,
steso e compattato il presente. Ma
come dice la Maria Grazia, bisogna
essere ottimisti, lottare, resistere e rimanere per sempre bambini…ed
ecco il gioco è fatto, scorrono le immagini in bianco e nero dei protagonisti di quella stagione televisiva
pioneristica, sperimentale, culturalmente elevata, formativa, e, nello
stesso tempo bacchettona, puritana,
democristiana, censuratrice, lo yin e
lo yang in un'unica “Mistura”, come
direbbe Beniamino Placido. I tempi
corrono, le storie passano e le televisioni si adeguano, e, diventano iperpiatte, iper-polliciate, iper-definite,
iper-interattive, iper-tecnologiche,
iper-digitalizzate…ma io sto scrivendo questo pezzo a penna, poi lo
copierò su Word e lo pubblicherò. In
“E Ti Ricordo Ancora”, Maria Grazia Caso ci parla dell’unico “Fuoco
Fauto”, attorno al quale gli italiani,
appena usciti dalla guerra, si sono
sentiti uniti. Quello che non riuscì all’Eroe dei “Due Mondi” Giuseppe
Garibaldi…riuscì al padrone del
“Canale Unico” Ettore Bernabei. La
televisione degli anni 50 e 60 non ha
solo reso unici gli italiani, ma li ha
anche alfabetizzati, farciti e omogeneizzati. “E Ti Ricordo Ancora” non
è solo un libro sulla televisione degli
anni ’50 e ’60, ma uno stargate per
flashback di memoria collettiva e individuale. Quella televisione degli albori che è stata la TV della nostra
giovinezza. Di quando a bordo di una
vespa anni ’50 andavano in giro per
lidi e colline, per amori e delusioni.
E ti ricordo ancora, con la chitarra
sulle spalle, intorno ad un falò sulla
spiaggia, e, come schermo un cielo
trapuntato di stelle. In quegli anni la
TV era il “falò” domestico, ove le
genti si radunavano a circolo, tutto
intorno al “Totem Catodico”. Andavamo la sera, a vedere la TV, a casa
del vicino possessore dell’agognato
elettrodomestico, così come lo definì
Eduardo De Filippo. Quando finivano le trasmissioni, venivamo avvolti nella rete del monoscopio,
incantati, come sotto ipnosi, dimentichi di quello che succedeva nelle
altre stanze, come racconta Dino Risi
nell’episodio “L’oppio dei popoli”
del film i “Mostri” del 1963. In cui
Ugo Tognazzi, nei panni di un travet
con occhialoni a culo di bottiglia,
sprofondato nella poltrona, rimaneva
fisso e indefesso davanti alla Tele,
come ipnotizzato fino alla fine delle
trasmissioni, fintanto che la rete non
l’avvolgeva, mentre nel talamo adiacente la giovane moglie si faceva avvolgere dalle possenti braccia del suo
amante, e, tutto avveniva in contemporanea. Una televisione ipnotica,
quella di allora, con la stessa potenza
ipnotica degli smartphone o i computer di oggi, tutti col naso appiccicato
al video, a taggare like, o, a farsi selfie col le dita a V in segno di vittoria
e la “boccuccia” a culo di gallina…
come per dire vinco, sono felice e
sono pure una bella “pollastra”. Una
televisione non solo “Oppiacea”, ma
anche “Vanesia”, come nell’episodio
“Il testamento di Francesco”, sempre
tratto da “I Mostri” di Dino Risi,
dove Vittorio Gassman interpretava
un frate francescano, curato, logorroico e dal linguaggio forbito, che
tormenta il truccatore per continui ritocchi al suo maquillage, prima di
andare in onda. Oggi la televisione
ha perso “Vanità” e “Stupefacenza”,
Maria Grazia Caso
e, il televisore rimane lì solitario soprammobile per solitari spettatori,
col volume al minimo e le immagini
che scorrono sui fatti del mondo. “ E
ti ricordo ancora”, riannoda l’elastico
del tempo, che trascina i ricordi verso
spensierati anni giovanili, quando in
motorino scorazzavamo dalla collina
al mare, fino al porto, in pieno inverno, il vento freddo tra le gonne e
l’aria gelida che rendeva le gambe
viola. “E ti ricordo ancora” , con l’ingenuità e la tenerezza d’allora. “E ti
ricordo ancora”, di quando ti commuovevi davanti ad un film dato alla
Tv…ed è stato inevitabile che inventassi il Mediterraneo Video Festival… tua croce e delizia! “E ti
ricordo ancora”, quando la TV trasmetteva solo qualche ora, dal tardo
pomeriggio a tarda sera, e, ai primi
tepori scendevi al mare a fluttuare tra
i morosi della Torre. “ E ti ricordo ancora”, quando continuavi a dire a la
gente non capiva”. E ti ricordo ancora”, a cavalcioni sul muretto del
lungomare, mentre il giro passava,
preceduto dalla carovana della RAI,
e, le 124 spider della FIAT a fare da
carrello alle enormi telecamere della
TV di stato. Un solo canale monocromatico, e, tante sfumature di grigio,
mentre l’Italia a colori del “Boom”,
si assepiava ai margini di strade “anfose”, a rimirar novelli Bartali, che,
distratti, dalle gambe a penzoloni di
giovani fanciulle, sbandavano in
curva, trascinando nella caduta l’in-
tero gruppo. Tutto tragicamente ingenuo. Tutto tremendamente naif. Tutti
presi e ripresi dagli obbiettivi del
“Processo alla tappa” di Sergio Zavoli. Con il suo libro “E TI RICORDO ANCORA” Maria Grazia
Caso, ha postato i nostri pensieri su
schermi catodici, che ci rimandano
indietro nel tempo, se lo potessimo lo
faremmo rivivere, ma la bellezza dei
“Ricordi” sta nella fuggevolezza dell’esistenza. “E ti ricordo ancora” è
una storia d’amore per la TELEVISIONE che fu, ma anche un affresco
che di tanto in tanto va rispolverato,
con nuovo temi, nuove tecniche,
nuove sensazioni. “E ti ricordo ancora” è la memoria di un passaggio
tra l’esperienza conclusa e la conoscenza condivisa, il mare magnum
della finzione, del giornalismo, del
varietà, della politica, della cultura,
diventa accessibile ai più…più che
fare, la TV monocromaticamente informava, agli albori formava, nell’emergenza
dell’analfabetismo
imposto alle genti…oggi più ieri
questo tema è più evidente, flussi immani di informazione e presunta formazione, dilagano sulla rete, che
disorientano e annullano l’approfondimento. “E ti ricordo ancora”…
forse ti dimenticherò, quando sarò tra
le mangrovie avvinte alla sabbia
degli atolli dei mari del Sud, e, non
avrò bisogno di “ricordi”, perché
quel che vedo e sento è nell’immanenza!
14 n° 27 21/07/2016
LA STAZIONE DEL MARINAIO
di Sergio Vecchio
GASTRONOMIA
a cura di Diodato Buonora http://diodatobuonora.blog.tiscali.it
n° 27 21/07/2016
15
Il Nettuno, da sempre il “tempio”
della ristorazione pestana
U
na ventina di giorni fa mi arriva una telefonata: “Diodato,
siamo in crociera nel Mediterraneo con la Costa e domenica 17
luglio, alle 8, sbarchiamo a Salerno e
siamo liberi fino alle 17. Volevamo
salutarti”. A chiamarmi è stata Teresa
Vicentini, moglie di Agostino, viticoltore a Colognola ai Colli (VR), amici
da oltre 15 anni. Più volte sono stato
da loro in cantina e annualmente ci
incontriamo al Vinitaly per degustare
le loro ultime annate. I vini che producono sono il Soave e il Valpolicella. I “Vicentini”, con “Il Casale”,
Soave superiore, annualmente conquistano l’ambito riconoscimento dei
“Tre Bicchieri” sulla guida del Gambero Rosso. Agostino è uno di quei
viticoltori che lavora con passione e
in viticoltura da molto spazio alla naturalezza, nel senso che i suoi vini
sono prodotti essenzialmente con
un’ottima materia prima e con l’aggiunta dell’esperienza da generazioni,
ottiene prodotti di qualità, tipici dal
punto di vista territoriale. Insomma, i
suoi vini mi piacciono molto. Tornando a noi, la telefonata mi ha fatto
molto piacere e trascorrere una giornata da Cicerone non mi dispiaceva
affatto, anche perché i “Vicentini”
sono amici che meritano. Ho pensato
a lungo cosa far visitare nell’arco di
poche ore per rendere piacevole e interessante la loro permanenza dalle
nostre parti. Così, di buon mattino,
sono andato al porto di Salerno per attendere il loro arrivo. Dopo i saluti di
rito, ci siamo avviati verso Paestum.
Prima tappa è stato il Savoy Beach
Hotel per un caffè di benvenuto. Il
Savoy, come in tanti sapete, per molti
anni è stata la mia seconda casa ed è
uno dei fiori all’occhiello dell’ospitalità pestana. Abbiamo fatto un bel
giro nella struttura e nel giardino.
Continuando con le cose belle nostrane abbiamo fatto tappa al Lido
Athena di Silvio Prearo, per far ammirare la bellezza del nostro mare e
la qualità delle nostre spiagge a sabbia fine. Successivamente una fugace
visita al Caseificio Barlotti per far vedere le famose bufale, da vicino, che
diventano sempre più importanti per
la nostra economia. A seguire una veloce visita alla zona archeologica. Per
il poco tempo a disposizione abbiamo
fatto solo una passeggiata lungo la
bella isola pedonale per scattare qualche foto. Siccome si
stava avvicinando l’ora
di pranzo, abbiamo
preso un aperitivo e ne
ho approfittato per far
assaggiare “La Matta”,
lo spumante integrale (a
dosaggio zero) dell’azienda Casebianche,
che Agostino ha definito
“piacevole e beverino”.
È arrivata l’ora di
pranzo. Dove andare? Ecco che mi
viene la brillante idea di andare al ristorante Nettuno, locale che da sempre può essere considerato il Tempio
della ristorazione pestana. Il ristorante fa parte dei “Locali Storici
d’Italia”, guida stampata con il patrocinio del “Ministero per i Beni e le
Attività Culturali” che è giunta alla
40ª edizione. Questa guida riunisce le
attività leggendarie dell'ospitalità italiana, quelle con almeno 70 anni di
vita, tra ristoranti, trattorie, caffè,
confetterie, grapperie e hotel. È stato
inaugurato nel 1929, dall'ente Monumenti e Antichità di Salerno, ed è da
sempre gestito dalla famiglia Pisani.
Tra gli illustri che sono stati ospiti del
ristorante citiamo: Mussolini, Umberto I e Maria Josè di Savoia, re Gustavo di Svezia, Papa Giovanni Paolo
II quand'era arcivescovo di Cracovia,
Luigi Einaudi, don Luigi Sturzo e
Ungaretti. Personalmente, ricordo
con affetto Arnaldo Pisani, scomparso
diversi anni fa e papà dell’attuale proprietaria, la Signora Pina. Quello che
mi colpiva del Signor Arnaldo erano
la sua eleganza e i suoi modi molto
garbati e professionali. Per Paestum
era una vera istituzione nel campo
della ristorazione. In occasione della
nostra visita ci siamo accomodati
nella sala interna, per intenderci
quella storica. L’ambiente è molto
elegante e raffinato, con archi in pietra e arredi storici. Per alcuni versi
sembra di mangiare in un piccolo
tempio. Il locale dispone di ampi
spazi esterni, adatti a cerimonie di
qualità, e di un attrezzatissimo bar
dove si può bere un drink a poche decine di metri dal Tempio di Nettuno e
dalla Basilica. Scusate se è poco. A riceverci abbiamo trovato la Signora
Pina che ci mette “nelle mani” dei
suoi bravi ed esperti camerieri. In
onore dei nostri ospiti e per amore del
territorio, abbiamo scelto, come antipasto, la “Mozzarella in bella vista”,
una mozzarella nostrana da 250
grammi su letto di rucola e contornata
da pomodorini datterini tagliati a
metà e conditi con origano, basilico e
olio extravergine d’oliva rigorosamente cilentano e Dop che è stata preceduta da bruschettine calde e
gustose. A seguire ci siamo lasciati
tentare da due assaggi di primi: “I nostri crespolini con mozzarella di bufala D.O.C.” e i “Vermicelli Voiello
N°105 all’Anfitride (con alici e peperoni dolci)”. “I crespolini” è uno dei
piatti storici del locale e non hanno
assolutamente deluso, così come i
vermicelli che hanno messo in mostra
la mano felice dello chef. A questo
punto, sazi e soddisfatti, non abbiamo
preso il secondo piatto (per chi ci
legge è utile sapere che il menu comprende unicamente pescato di mare,
non di allevamento, e della carne di
buona qualità), ma non abbiamo rinunciato al “dolce” consiglio del cameriere: “Fragoline di bosco fresche
con crema di ricotta al caramello di
aglianico”. Da bere, da una lista dei
vini che da soprattutto spazio alla
Campania, abbiamo scelto 2 vini
dell’azienda pestana “I Vini del Cavaliere”, il Fiano Heraion e il
primitivo Poseidon che hanno accompagnato il nostro pasto a meraviglia.
Per i miei amici è quasi ora di ritornare a Salerno per prendere la nave.
Per evitare spiacevoli inconvenienti
di traffico, ci siamo avviati prima,
così abbiamo avuto il tempo di fare
una passeggiata al centro storico di
Vietri sul Mare e di bere qualcosa di
fresco a Marina di Vietri. Veramente
una bella domenica. La media di un
costo pasto al Nettuno (2 portate e
dessert) è di 30/35 euro, vini a parte.
Da provare.
Ristorante Nettuno, Via Nettuno 2
(Zona Archeologica) – 84047 Paestum (SA). Tel. 0828.811028. www.ristorantenettuno.com
La ricetta
Braciolette di pesce spada
Ingredienti per 4 persone: 800 g
di fettine sottili di pesce spada fresco, 500 g di passata di pomodoro,
150 g di caciocavallo stagionato,
20 g di pinoli, 1 uovo, pangrattato,
prezzemolo tritato, 1 cipolla, 1
spicchio d’aglio, origano, capperi
dissalati, olio extravergine d’oliva
del Cilento, sale e pepe
Preparazione: tritate mezza cipolla e uno spicchio di aglio e rosolateli in una casseruola con un
cucchiaio di olio.
Aggiungete la passata, sale e pepe
e cuocete per circa 25′.
Completate la salsa ottenuta con un
cucchiaino d’origano e qualche
cappero. Battete con un batticarne
bagnato (così non si attaccherà al
pesce) 8 fettine di spada, in modo
da assottigliarle.
Frullate il pesce rimasto insieme al
caciocavallo stagionato, l’uovo, 30
g di pangrattato, un cucchiaino di
prezzemolo e i pinoli, ottenendo il
ripieno per le braciole.
Disponete il ripieno sulle fettine di
spada e richiudetele a involtino
(braciola); passateli nel pangrattato
e rosolateli in padella con un filo di
olio caldo.
Cuoceteli girandoli per 5-6′.
Salateli e serviteli con la salsa di
pomodoro.
Vino consigliato: Per’è Palummo
2015, Piedirosso Ischia Doc, Antonio Mazzella.