N°23 del 23/06/2016

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Transcript N°23 del 23/06/2016

chic & cool
wedding
€ 1 , 00
0828. 1992339 - unicosettimanale. it - redazione@unicosettimanale. it
Editore: Calore s. r. l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale:Viale della Repubblica, 177
Capaccio Paestum (Sa) - “Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1,
comma 1, Aut: 952/ATSUD/SA - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25, 00€
Parco Cilento Diano Alburni
“Vampate” di “calore”
BARTOLO SCANDIZZO
Cilentana
L
e "vampate" di calore che hanno
investito i paesi, piccoli e
grandi, dell'area Parco del Cilento, Diano e Alburni in occasione del
rinnovo di molte amministrazioni comunali nella passata primavera vanno,
lentamente, esaurendosi.
Molte conferme, alcune novità e qualche sorpresa; la "vampata" è passata ed
ora si ritorna al vivere quotidiano. È arrivata la "stagione", che per noi è
l'estate, che porterà turisti ed allegria
sia sulla costa che nelle aree
interne.Ogni angolo del nostro territorio si rianimerà e sembrerà di essere
immersi in un mondo fantastico dove
il tempo trova il modo di farci fare capolino in una dimensione che da molti
anni non è più la normalità:
“Niente ponte militare”
VERONICA GATTA
«L
a Cilentana sarà riaperta
il 15 ottobre». Questo
l’annuncio di Luca Cascone – il presidente della commissione trasporti e viabilità della
Regione Campania. Se cilentani e
turisti speravano in un “miracolo”,
dovranno rinunciarci.
SEGUE A PAGINA 8
SEGUE A PAGINA 3
La letterarietà del
Cilento interno
GIUSEPPE LIUCCIO
Calcio e non solo
“Siamo italiani”
MASSIMILIANO DE PAOLA
I
l Monte Vesole ostenta il tenero
fogliame delle faggete fin lassù
al passo arcuato, che riecheggia
peana di lavoro di pastori e taglialegna, canti di briganti generosi e
protettivi con i deboli, spietati e
vendicativi con i prepotenti, feste
agostane a circolo di ”nevere”.
Sono, a solitaria memoria di infanzia lontana, nel giardino di casa di
Trentinara, di mattina presto.
SEGUE A PAGINA 7
H
o provato a fare un parallelo tra il calcio e l’economia locale e nazionale, e ci
ho visto tante similitudini, tanti
punti di contatto.
Spesso mi diverto e mi appassiono
a mettere a confronto settori apparentemente molto diversi tra loro,
ma in realtà accomunati sotto tanti
aspetti.
A me piace tantissimo il calcio,
sono uno di quei 60milioni di
commissari tecnici che in questi
giorni trovate in giro per strada o
in qualche locale o magari a condividere con voi mare e spiaggia
sotto l’ombrellone.
SEGUE A PAGINA 8
Anno XVII
n° 23 del 23 giugno 2016
Esperienza
sconvolgente
L.R.
È
sempre difficile rispondere ai
tanti quesiti che pone l’esperienza di una giovane madre
la cui vita è stata distrutta dalla malattia. Il peso è tale da indurre ad
esorcizzare anche le parole per cui si
fa ricorso a perifrasi del tipo: ci ha
lasciati, se ne è andata a miglior vita,
come se la defunta avesse scelto di
rimanere inerme nella bara.
Intanto, gli attoniti testimoni del tristissimo evento ancora una volta registrano nel loro animo la vittoria
della regina del nulla, la quale risucchia tutti nel buco nero della fine
senza senso. Comprensibile lo stato
d’animo dei familiari, impegnati in
una drammatica partita a scacchi
con la malattia, subdolo avversario
che suscita illusioni, accarezza speranze, ma alla fine determina sconfitte.
SEGUE. A PAGINA 6
IL SONDAGGIO
Un mare con barriere e pennelli
L
a Regione Campania e la Provincia di Salerno
hanno finanziato un
progetto da 70 milioni
di € che prevede la realizzazione di opere rigide (barriere e pennelli
in pietra) per arginare il
fenomeno erosivo nei
30 km di Costa che
vanno da Salerno ad
Agropoli.
Da tre anni Legambiente e il Comitato Rinascimare
stanno
portando avanti una battaglia per contrastare
tale progetto. Le motivazioni della "battaglia"
sono da ricercare innan-
Impiegare i 70 milioni
di € per realizzare le
barriere e pennelli a
mare
Impiegare i 70 milioni
di € per riqualificare la
fascia costiera e la pineta
zitutto nella scarsa efficacia delle barriere rispetto al contrasto
all'erosione. Inoltre:
- hanno costi di manutenzione elevati;
- hanno un forte impatto
ambientale;
- compromettono la
qualità delle acque di
balneazione;
- provocano ristagni
d'acqua pericolosissimi
per i bambini;
- contribuiscono alla
proliferazione
dell'OSTREOPSIS
OVATA (alga tossica).
Il settimanale Unico
chiede ai suoi lettori di
esprimersi su come è
meglio destinare il finanziamento.
Per votare il sondaggio, è possibile collegarsi al sito internet
www.unicosettimanale.it
2
CASTEL SAN LORENZO
n° 23 23/06/2016
Intervista a Giuseppe Scorza
I primi cento giorni tra tensioni e progetti
MONICA ACITO
Giuseppe Sconrza
È
un Giuseppe Scorza alle prese
con una nuova responsabilità
quello che accoglie le nostre
domande e le nostre curiosità in merito ai primi giorni del suo insediamento in quel di Castel San Lorenzo.
Passata la buriana delle elezioni, e
con essa il clima tipicamente infervorato che ogni conflitto politico di
paese prevede come da copione, è
tempo di scostarsi dal volto i festoni
e le stelle filanti della vittoria e mettersi al lavoro per dimostrare di fare
davvero qualcosa di concreto, ed è
questo che abbiamo chiesto al nuovo
sindaco Scorza. Il primo obiettivo per
questi primi cento giorni, afferma il
primo cittadino, porta scolpiti i caratteri della trasparenza del consiglio comunale
mediante
la
videoregistrazione. Inoltre è prevista
la restituzione di camere di depurazione a tutti quei cittadini che hanno
debitamente pagato negli anni tale tributo, così come la messa a punto di
un nuovo parcogiochi per i bambini
castellesi.
Non mancano i progetti legati al turismo paesano in vista della bella stagione, così come l’ambizione di una
completa informatizzazione della
macchina comunale: il primo cittadino spera di riuscire a giungere ad
uno stato di totale efficienza mediante l’adeguamento di un software
con funzione di controllo e limpidezza di tutta l’attività degli uffici comunali. Un’archiviazione file rapida
e veloce, unitamente ad una maggiore
attività di controllo dei documenti,
potrebbero rivelarsi un’arma preziosa. In merito allo stato d’animo
con cui sta vivendo sulla propria pelle
i primi giorni da sindaco, Scorza afferma di sentire sul proprio capo gravare il peso della responsabilità, ma
non pesante e invalidante come una
spada di Damocle, bensì sprone per
non deludere le speranze di tanti paesani ormai disillusi. E’ fondamentale,
secondo il primo cittadino, anche ricompattare la squadra sorta dalle risultanze delle elezioni per creare un
clima di armonia e cooperazione proficua e funzionale.
Scorza ha delle paure? Certo, la paura
di non riuscire ad accontentare appunto le fasce della popolazione
ormai lontane dalla politica, ma la
paura immobilizza oppure funge da
molla per realizzare ciò che si desidera. Vi sono troppi paesani con gli
occhi vuoti, svuotati dal clima sterile
di un paesino, vogliosi di novità e
cambiamento.
Un cambiamento di cui avrebbero sicuramente bisogno i tanti minuscoli
Castel San Lorenzo
paesini che costellano la Valle del Calore, immobilizzati in una perpetua
nox est perpetua una dormienda, direbbe Catullo. Paesani disillusi, tramortiti dal tempo e dalle delusione,
disinteressati alla politica e abituati a
percepirla come gioco di malaffare in
mano a pochi giocatori fin troppo
scaltri, paesani svogliati che credono
che non votare sia l’arma vincente per
sopperire al peso delle proprie co-
scienze ormai prosciugate di speranza
ed entusiasmo, o forse per pigrizia o
perché abituati a meccanismi clientelari e parentopoli varie. Anche se il
clima delle elezioni è come l’oppio
per i popoli, bisognerà vedere cosa
accadrà dopo il bagno di folla e lo
sciorinare delle promesse, affinché la
solitudine dei nostri paesini non sia
una cortina di ferro con la funzione di
isolarci dal mondo.
Bartolo Scandizzo lascia la scuola
Un breve saluto per un lungo impegno
I GENITORI
O
gni maestro è un modello positivo, sceglie il suo mestiere
perché ha in cuore un incomparabile voglia d'amore; ogni maestro vive attimo per attimo, nel corso
della sua esperienza , la
grande gioia di donarsi
agli altri e raccoglie il
plauso e la gratitudine di
tanti cuori. Grazie maestro Bartolo per il suo prezioso impegno e per il
fruttuoso e amorevole
raccolto in ambito educativo e formativo. Ha
speso la sua vita a garanzia della crescita di numerosi
alunni.
La
ringraziamo per aver loro
trasmesso l'interesse e la
passione per il viaggio, il
rispetto della natura e dell'ambiente.
Le nostre parole non valgono a renderle l'omaggio degno che vorremmo esprimerle, così come i nostri
cuori, invece, sanno fare.
Grazie, ancora grazie!!!
Tel 0828. 1992339
Fax 0828. 1991331
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Direttore Responsabile Bartolo Scandizzo
In redazione Lucio Capo e Gina Chiacchiaro
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Vallo della Lucania al n. 119 Responsabile Trattamento
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Il N° 23 di Unico è stato
chiuso in redazione il 21/06/2016
ed è stato avviato alla spedizione agli
abbonati il giorno 23/06/2016
presso il CPO di Salerno
PARCO CILENTO DIANO E ALBURNI
n° 23 23/06/2016
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da pensare,
VALLO DELLA LUCANIA. Miraldi a viene
che Vallo non è Italia: qui i giovani non
"adatti". Per
Roma per il “giubileo” della Raggi sono
fortuna romani e toNICOLA NICOLETTI
U
n post di riflessine e una partecipazione a un evento che
non è esagerato a definire storico. Pietro Miraldi, con altri rappresentanti del Movimento 5 Stelle di
Vallo della Lucania, era a Roma a partecipare alla festa e al giubilo seguito
all’elezione di Virgina Raggi a sindaco della capitale d’Italia. Doppia
novità, dicevamo, come suggerisce la
riflessione del candidato a sindaco
Miraldi, oggi consigliere di minoranza. È la prima volta che un partito
nuovo, e non appartenente al classico
schieramento Destra – Sinistra conquista un comune così importante. È
la prima volta che una donna diventa
sindaco di Roma. Una doppia novità
che però ha posto una riflessione a
quello che è stata l’esperienza vallese
alle recenti elezioni che hanno visto
la schiacciante vittoria e riconferma
di Toni Aloia. “Questa notte anche il
Movimento 5 stelle di Vallo, presente
a Roma, ha voluto partecipare ad un
momento storico italiano. Iniziare ad
entrare anche nei comuni è importante. Belle le vittorie di Roma e Torino. Unico rimpianto è che a volte mi
rinesi la pensano diversamente”. C’è da
aggiungere che sia a
Torino che a Roma il
Movimento era all’opposizione e ha
lavorato dai banchi
del consiglio comunale intensamente.
Il Movimento si è scrollato di dosso i
coriandoli del giovanilismo che un
elettorato congelato e abituato al già
visto gli aveva posto. Non era facile,
soprattutto a Torino, ma è accaduto,
sottolinea Miraldi. Ciò a dire che
Pellegrino e Iannuzzi diventino alfieri dello sviluppo sostenibile
“Vampate” di “calore” nel Parco del Cilento
SEGUE DALLA PRIMA
BARTOLO SCANDIZZO
C
entri abitati che vivono sprigionando vitalità
che si riversa nelle piazze, odori di ragù che
si affacciano da finestre riaperte, tavolini che
si moltiplicano occupando i marciapiedi antistanti i
bar, gli scanni delle chiese che si fanno stretti per i
fedeli, piccoli B&B e ristoranti che fanno fatica a dare
"retta" a qualche decina di avventori risaliti dalla
costa a cercare un po' di frescura e i sentieri vengono
percorsi a piedi da escursionisti amanti della natura.
Perfino di manifesti che annunciano la morte di qualcuno, sembrano diradarsi per fare spazio a quelli che
annunciano la festa, la sagra, il torneo ...
I "nativi" e ancora residenti, ovviamente, non si fanno
ingannare da questa euforia. Sanno che la "vampata"
durerà lo spazio dell'estate e poi si tornerà a contare,
alla rovescia, il tempo che rimane per rimanere ancora di meno, ancora più soli.
Quest'anno, però, a differenza di quelli precedenti, ci
sono alcune novità!
La prima è che abbiamo un nuovo presidente del
Parco Nazionale del Cilento, Diano e Alburni, Tommaso Pellegrino. È stato nominato il nuovo presidente della Comunità del Parco, Salvatore Iannuzzi;
sono stati indicati quattro sindaci nel consiglio dell'ente parco da parte degli oltre 80 sindaci dei comuni
che si trovano nel perimetro della "regione Verde" e,
infine, Governo nazionale e Regionale hanno preso
in mano la matassa ingarbugliata del ruolo delle Comunità Montane assegnando rilevanti risorse destinate, in parte, a rendere ai forestali gli stipendi
arretrati e, per il resto, a ridefinire compiti e funzioni
degli stessi.
Altra novità è costituita dal fatto che la Regione ha
destinato risorse importanti alle due aree interne individuate nell'area parco: Vallo di Diano e Cilento. Si
è provveduto a costituire i due comitati di gestione e
si sta procedendo all'elaborazione dei progetti da sottoporre alla valutazione di chi è preposto al controllo
che le risorse vengano utilizzate per raggiungere gli
obiettivi prefissati: ridare una vera occasione di rilancio per contenere e ribaltare il fenomeno del decremento demografico.
Infatti, se non si sarà in grado di immaginare strategie
e attivare buone prassi per intervenire sul fenomeno
demografico testimoniato dai numeri che, inesorabilmente, si abbattono si anno in anno, ogni risorsa sarà
gettata nella fornace dell'ineffabile forno dell'inutilità.
Ecco perché, è necessario che chi ha assunto ruoli
istituzionali, ad ogni livello, faccia proprio il primo,
se non l'unico, obiettivo che è alla base per ogni ipotesi di rilancio: bloccare il calo dei residenti e lanciare
un piano di "ripopolamento" dei piccoli centri attirando possibili nuovi cittadini: turisti di media e
lunga permanenza, rientro di emigranti che volessero
concludere nella terra dei padri la loro esistenza, giovani amanti della natura per motivi di studio, giovani
famiglie di immigrati da specializzare nei lavori artigianali e nei servizi alla persona e i loro figli per ripopolare le scuole ...
Intanto, già il fatto di aver dato una certezza del futuro
alle famiglie dei dipendenti della Comunità Montane
è già un primo passo. L'aver, poi, destinato da parte
della Regione ingenti risorse (circa 200 mln di Euro)
al territorio per dare risposte agli annosi problemi di
viabilità ed alla realizzazione di importanti infrastrutture basilari (vedi metanizzazione), è un altro fattore
di stabilizzazione. Infine, l'aver affidato ai sindaci
delle aree interne altre risorse (circa 100 Mln) per immaginare strategie di sviluppo sostenibile, è un altro
anche la prima volta di Vallo della
Lucania potrebbe essere foriera di ben
altri risultati. E poi, partire da un
23,49% dei pentastellati cilentani,
non rappresenta affatto un risultato da
niente.
elemento di fiducia nelle capacità di "noialtri" di andare oltre il frammento dei cento campanili.
Anche per il Parco, è giunta l'ora di farsi parte attiva
per ricoprire il ruolo di animatore propositivo del processo. Pellegrino e Iannuzzi hanno la responsabilità
di farsi trovare pronti alla sfida assumendo il ruolo
che essi stessi hanno dichiarato di voler prendere in
carico all'atto dell'accettazione dell'incarico: realizzare, oltre alla doverosa tutela naturalistica, culturale
e ambientale della "Regione Verde" anche quella
della valorizzazione e dello sviluppo sostenibile del
territorio.
Non sarà facile farsi "riconoscere" questo ruolo.
Per il bene di questo territorio è bene che ci riescano
e che i sindaci ne diano loro atto!
4
n° 23 23/06/2016
«Riforma delle Bcc incostituzionale»
Nunziante Mastrolia, docente all'Università Luiss di Roma, spiega le violazioni
DICONO DI NOI
«La Bcc di Aquara risponde alle richieste
Conveniente e veloce l'anticipo fatture»
"La riforma delle Banche di credito cooperativo mostra elementi per cui è possibile
presentare
l'eccezione
di
costituzionalità. Innanzitutto perché l'articolo 45 della Costituzione tutela la cooperazione economica che opera senza fini
di lucro. Mentre, al contrario, appare un
vero e proprio paradosso che la riforma
preveda per le Bcc una Spa che funga da
capogruppo e che quindi abbia finalità di
produrre utili".
Parole chiare e dettate dagli articoli della
Costituzione quelle espresse dal professore Nunziante Mastrolia, docente di Sociologia Politica presso l'Università Luiss
a Roma, intervenuto alla trasmissione
"Mondo Banca" irradiata ogni settimana
da Stile Tv e con ospite fisso Antonio Marino, direttore generale della Bcc di
Aquara. Lo stesso docente ha quindi sottolineato che "la riforma così come è stata
approvata dal Parlamento alla stessa maniera può essere cancellata. Perché, evidentemente e leggendo gli articoli della
Costituzione in merito, non tutela la democrazia economica dell'Italia e di conse-
guenza anche quella politica. Proprio per
questo credo che ci siano tutti i termini per
cui il Credito cooperativo possa proporre
opposizione eccependo la costituzionalità
della riforma del Credito cooperativo".
Parole ascoltate con attenzione dal direttore Marino soprattutto per i contenuti:
"Eppure solo alcuni giorni fa un alto dirigente del sistema del credito cooperativo
sottolineava che non vi era nulla da fare in
merito alla riforma delle Bcc e che l'unica
cosa buona da fare era quella di tentare di
applicarla. Al contrario di quanto da tempo
noi sosteniamo sottolineando che le Bcc
sono in gran parte virtuose e rappresentano
un concreto punto di riferimento sul territorio in cui agiscono sia per le famiglie che
per le imprese. Senza contare che, come
dimostrano attenti e riconosciuti studi di
settore, più le banche sono di grosse dimensioni e minore tutela vi è per gli
utenti. Invece con più istituti di credito
cooperativo sui territori maggiore è il potere contrattuale della clientela che in questa maniera può ottenere servizi a costi
ancora più concorrenziali".
BATTIPAGLIA
Tra le associazioni e per il sociale
"Di questi tempi è davvero difficile trovare una banca che decida di anticipare danaro senza
chiedere garanzie in cambio.
Non è il caso della Bcc di
Aquara che, grazie al conto anticipo fatture, permette di monetizzare gran parte di quanto
dovuto alle imprese che devono incassare con tanto di fattura il
frutto del lavoro effettuato. E lo fa la Bcc
di Aquara in tempi brevi ed anche per
cifre di rilievo". Così Luigi Giorgione si
dice soddisfatto del prodotto offerto a tutti
i clienti dall'istituto di credito di cui è direttore generale Antonio Marino. E aggiunge: "La disponibilità del personale ha
poi fatto il resto dal momento che ad ogni
informazione ha fatto seguito una risposta
chiara grazie alla quale abbiamo potuto
presentare la documentazione occorrente.
Per questo consiglio a tutti di raggiungere
le filiali della Bcc di Aquara e di chiedere
informazioni a tal proposito o per altre
eventuali esigenze che saranno sicuramente soddisfatte con professionalità".
Anche gli studenti promuovono la Bcc di
Aquara di cui è presidente Luigi Scorziello: "Diversi i conti che la Bcc di
Aquara propone e che hanno costi azzerati con l'utilizzo assolutamente gratuito
anche del bancomat. - spiega Gianluca Di
Pasqua iscritto alla Facoltà di Giurispudenza dell'Università Federico II a Napoli
ma residente a Salerno - Fatto quest'ultimo davvero importante per chi studia
fuori sede ed ha necessità di prelevare danaro liquido per le spese correnti".
TORCHIARA
Impegno continuo per l'agricoltura
Il rafforzamento della tradizione
agricola sul territorio e la promozione delle tipicità mission della
Bcc di Aquara che sabato 18 giugno
con il presidente Luigi Scorziello è
stata parte attiva a Torchiara dell'iniziativa "E' tempo di Aglianicone. E'
tempo di degustazione" svoltasi
presso il Palazzo Baronale. Successo per la degustazione che ha
fatto seguito al confronto cui hanno
partecipato Giuseppe Capo, presidente dell'Associazione "Terre dell'Aglianico",
Giuseppe Celano dell'Università degli Studi della Basilicata, i produttori Macellaro, Donnabella, Rizzo e De Conciliis oltre a Franco Alfieri, consigliere per l'agricoltura del Presidente della Regione Vincenzo De Luca.
ROCCADASPIDE
Programmazione dei Fondi europei
La Bcc di Aquara presente sul territorio in maniera attiva al fianco oltre che delle
famiglie e delle imprese pure tra le associazioni. Così il presidente Luigi Scorziello
ha rappresentato la banca al trentennale del Lions Club Eboli Battipaglia Host tra
i cui componenti vi è Massimo Sorvillo che è anche lo storico rappresentante di
una associazione di professionisti.
Nella stessa occasione Scorziello ha preso parte ad una iniziativa organizzata dall'Associazione di Campagna "Mi girano le ruote" di cui è presidente Vitina Maiorello che è impegnata nel sociale contro ogni barriera non solo architettonica ed a
cui la Bcc di Aquara offre concreto supporto con spirito di cooperazione nel segno
della solidarietà per chi vive qualsiasi tipo di disagio.
"Programmazione dei Fondi europei in agricoltura per gli enti pubblici e le aziende private" è il tema dell'incontro in programma
martedì 21 giugno a Roccadaspide, alle ore
diciotto nella sala consiliare del Comune, organizzato con il contrbuto della Bcc di
Aquara. Dopo i saluti di Gabriele Iuliano,
sindaco di Roccadaspide, e dei dirigenti
della Regione Campania Giuseppe Gallo e
Giovanni De, interverranno Filippo Diasco,
direttore generale assessorato Agricoltura
Regione Campania, Oreste Strianese, presidente Filiera Agroalimentare Atd Vitivinicola, e Luigi Scorziello, presidente Bcc
Aquara e Consorzio Vitivinicolo Salernitano. Concluderà Franco Alfieri, consigliere
delegato Assessorato Agricoltura Regione Campania. Previsto l'intervento dei rappresentanti degli enti pubblici e delle aziende private.
VALLO DI DIANO
n° 23 23/06/2016
IN FARMACIA
Convegno diocesano
La speranza nel nuovo umanesimo di Gesù
ANTONELLA CITRO
visione volta alla programmazione dei passi e dei percorsi che
la Chiesa diocesana, in generale,
deve ai tempi d’oggi valutare, vagliare bene insomma e infine percorrere. In modo particolare,
nell’edizione 2016, il vescovo De
Luca e i componenti della organizzazione si sono cimentati
nell’assemblare al meglio tutte le
richieste avanzate nel corso del
convegno che si è svolto invece a
Firenze. Da dicembre, non va dimenticato, è iniziato l’anno giubilare straordinario dove la
misericordia fa prepotentemente
rima con perdono amore e pace.
Uno strumento potentissimo che
arriva attraverso la speranza,
quella speranza in grado di cambiare lo stato delle cose attuali.
Anche e soprattutto nelle periferie
più estreme e profonde laddove
se invochi speranza ti risponde la
durezza e la tristezza dell’animo.
Qui si annida anche la nuova
forma di umanesimo che ha la
forma e il volto del Signore e che
si alimenta di speranza che, a sua
volta, si genera naturalmente proprio dalla misericordia. Insomma
inizia il triennio sulla speranza ed
è chiaro il messaggio di De Luca:
“Annunciare la speranza, celebrare la speranza, testimoniare la
speranza”. La Gioia del Vangelo
è proprio il primo passo da compiere per capire appieno la speranza che non vacilla mani,
nemmeno nella difficoltà più
nera. E questo lo sa bene il cristiano che proverà a cercarla e
provarla anche quando ha la
morte nel cuore e come intorpidito ha cancellato la via per poterci arrivare e coltivarla.
Giù le mani dal lungomare
super lido, una costruzione che
non è conforme agli altri stabilimenti esistenti”, sbotta Ovidio
Sacco. Il dubbio, in fondo, è questo. Non avere un piano uniforme
per il lungomare. Non ci stanno e
si mettono in gioco, rischiando
anche di essere additati come
scomodi interferenti nella cosa
pubblica.
Era un atto dovuto, commentano.
“Non potevamo essere assenti
mentre qui il cantiere avanza”.
NICOLA NICOLETTI
U
ono tante le persone che
ignorano totalmente
quanto il vino e i liquori
siano calorici e anch’essi contribuiscano a far ingrassare.
Due bicchieri di vino contengono 370 calorie,
cioè più di un quinto dell’apporto energetico
quotidiano raccomandato.
Se dal 2011, all’interno dell’unione Europea è diventato obbligatorio specificare sulle confezioni
degli alimenti sia gli ingredienti che le caratteristiche nutrizionali, per gli alcolici questo obbligo
non vale. Un’omissione questa che ha contribuito
a far ignorare a molti quanto invece sia importante l’aspetto calorico dell’alcol.
Nell’ottobre 2014 la inglese Royal Society for
Public Health ha condotto un’indagine per capire
quanto i consumatori fossero consapevoli del
fatto che l’alcol fa ingrassare, scoprendo che l’80
% degli oltre duemila adulti intervistati non
aveva idea di quante calorie contenessero le più
comuni bevande alcoliche. Ma molti degli intervistati si dichiaravano favorevoli all’idea di indicare le calorie sulle etichette.
E proprio questa generale disinformazione sulle
calorie contenute nell’alcool, unita all’aumento
delle dimensioni dei bicchieri registrato nell’ultimo decennio in molti bar e ristoranti, sarebbe
fra le cause delle gravi patologie legate al peso
in Gran Bretagna.
Ora qualcosa sembra muoversi. "La Commissione europea presenti entro il 2016 una proposta
per introdurre un'etichettatura su contenuto calorico e ingredienti delle bevande alcoliche",
chiede il Parlamento europeo in una risoluzione.
La trasparenza in campo alimentare sicuramente
è un bene, e dunque ben vengano le etichette che
segnalano tutte le informazioni di cui disponiamo
su ciò che consumiamo. Non dobbiamo dimenticare però che il vero problema dell'alcol non
sono le calorie, ma la dipendenza che crea a livello mentale.
[email protected]
S
ASCEA MARINA. Protesta per il superlido
na raccolta di firme, un
sit-in e una voglia di essere ascoltati. La protesta
di Ascea Marina, per un megastabilimento che sarebbe un mastodontico obbrobrio per una parte
degli asceoti, fa discutere e non
poco. Il neo costituito comitato
“Giù le mani dal lungomare” è in
azione da sabato mattina alle 9.
Le approvazioni ci sono da parte
di comune e soprintendenza, ma
IL VINO E GLI ALCOLICI
FANNO INGRASSARE
ALBERTO DI MURIA
“L
a Speranza per il
nuovo umanesimo in
Gesù Cristo” è il titolo del convegno diocesano di
quest’anno che ha avuto luogo
nei giorni 16 e 17 giugno nella
chiesa di San Francesco a Teggiano. Intensa e significativa la
relazione del professor Gaetano
Di Palma, docente di Sacra Scrittura e Decano presso la Pontificia
Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sezione San Tommaso
d’Aquino di Napoli. Nel suo intervento “Annunciare la speranza
nella prospettiva dell’Evangelii
Gaudium” ha messo in evidenza
il valore e il significato profondo
della speranza declinata nella
fede e nelle giustizia. Un momento toccante e intriso di profondo significato personale che
ha coinvolto i presenti al tavolo e
in platea. “Il convegno pastorale
diocesano si inquadra cioè nella
programmazione che coincide
con la sfida educativa e la evangelizzazione che, deve necessariamente, passare attraverso
l’ascolto, la condivisione e la verifica” – ha quindi affermato
Monsignor Antonio De Luca, Vescovo di Teggiano-Policastro pertanto, va da sé la considerazione dell’aspetto formativo, ma
anche quello educativo dei grandi
temi pastorali”. Nella due giorni,
molto proficua che ha indotto a riflessioni profonde, l’evento ha rivestito e fornito anche una
5
non va giù ai tanti che sul lungomare cilentano non vorrebbero la
grande costruzione. E così hanno
raccolto centinaia di firme, anche
da parte di turisti che ad Ascea
vengono da decenni e all’altezza
della Madonnina non potrebbero
più passare. Lì, dove un tempo
avvenivano gli “Non capiamo
come la soprintendenza bocci una
costruzione di una finestra ad
Ascea capoluogo e approvi un
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LA CHIESA DI FRANCESCO
n° 23 23/06/2016
“Una vita distutta dalla malattia”
Una sconvolgente esperienza
SEGUE DALLA PRIMA
L.R.
P
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er evitare di dire banalità alcuni consigliano il silenzio
dello stoico, altri si adattano
ad una impotente rassegnazione,
ma certamente nessuno è capace di
apportare sollievo alla religione
degli affetti che registra un’assenza, un vuoto, l’amaro dell’addio! Ancora una volta sembra
giustificata la protesta di Giobbe!
Per me questa esperienza è stata ancora più sconvolgente perché durante il rito in Chiesa si muoveva
liberamente tra i banchi un bambino di quattro anni, il figlio della
dottoressa. Ho immaginato di vedere riuniti in un abbraccio impossibile
il
presente-futuro
di
quell’innocente e la bara con la
madre, un presente immobile e
senza futuro, una simbiosi alla
quale faceva da cornice la comunità
in pianto. Perciò anche io ho chiesto a Dio: dove eri? Perché la morte
e in questo modo? Perché questo
tragico accanimento contro una
donna?
La risposta l’ha fornita il padre, che
ha regalato a tutti noi una testimonianza che aiuta ad andare oltre il
pianto e scoprire il vero senso della
vita cristiana.
Per motivare la sua affermazione
egli ha fatto riferimento alla vita
della figlia, di come ha detto sì a
quell’esperienza. Mi sono ricordato
allora del grido straziante di Gesù
sulla croce. In esso si riflette la mi-
sura della sconfitta di chi è sottoposto allo strazio di un dolore indicibile ed osceno. È un grido che
pretende una risposta ai perché che
angosciano. La si comincia a trovare se, nel tumulto della rivolta o
nel coacervo di reazioni contro un
destino baro, si riflette su un dato
sperimentato nel profondo dell’io
grazie alla fede: nell’inventario minuzioso e preciso della morte
manca all’appello uno di noi, che
l’ha sconfitta. Allora è possibile
aver ragione di lei anche quando si
è crocifissi dalla malattia. L’incrollabile fiducia di Giobbe si trasforma così in speranza realizzata,
un immergersi definitivo nell’amore di Dio, consapevoli che per
sua grazia continuiamo ad essere
per l’eternità persone nella nostra
individualità arricchita dalla luce
della benevolenza del Padre.
Se si considera questa prospettiva
solo parole, allora non rimane che
precipitare nel dolore senza senso
circondati dall’alone dell’assurdo.
Invece, per chi ritiene che abbiano
almeno una probabilità e vi si aggrappa non ci sono alternative migliori. Questi erano i miei pensieri
mentre cercavo di organizzare
l’omelia facendo riferimento alle
quattro versioni evangeliche della
morte di Gesù.
L’assemblea mi seguiva, ma era
concentrata più sulla bara che sulle
mie distinzioni tra il grido in Mc,
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una partecipazione di Gesù al nostro destino mentre sperimenta il
nulla della fine dimostrando di conoscerne il rischio. Perciò nessuno
può sentirsi abbandonato, soprattutto se, come si legge in Lc, le sue
ultime parole sono “Padre, nelle tue
mani raccomando il mio spirito”,
citazione del salmo 31, con le quali
si affida a Lui, una fiducia in attesa
del destino finale perché qui sulla
terra “Tutto è compiuto”, come riferisce Gv. Intanto, Mt descrive la
reazione degli astanti: i curiosi, gli
avversari, il centurione, le donne in
pianto, mentre Dio, assente durante
la passione, ora entra in azione con
dei segni che determinano conseguenze subito evidenti: l’apparente
fallimento si trasforma in vittoria;
perfino il centurione, avendo costatato il comportamento inusuale del
crocifisso, conviene che si tratta di
un “uomo giusto”. È il miracolo
della morte dell’innocente, che illumina e rende gloria a Dio. Perciò,
concludevo, anche noi abbiamo la
forza di bisbigliare alla defunta un
arrivederci perché fidiamo sull’esperienza concreta del vero
ADDIO.
Pensavo di aver reso con queste
battute un buon servizio al tentativo
di trovare una ragione all’ingiustizia di una donna di 39 anni, una
dottoressa dedicata al lavoro e che
affiancava alla competenza professionale una coinvolgente carità cristiana, morta per un male che lei
seguiva giorno per giorno leggendone da esperta radiologa l’evoluzione. Ma la sorpresa mi è venuta
dalla sua missione di mamma e riflessa nella partecipe serenità di
quel bambino di quattro anni. Alla
fine della messa, interrogato dal
nonno, ha pubblicamente fornito la
testimonianza più coinvolgente,
toccante, evangelica della sua vicinanza alla madre, rendendo concreta la preghiera di ringraziamento
che Gesù rivolge al Padre per aver
rivelato la vera sapienza ai piccoli.
Perciò non potevo non chiudere la
celebrazione della messa con la benedizione finale impartita dal bambino. Quella manina implorante e
benedicente era anche la vita della
defunta che continuava e la nostra
speranza di concreta salvezza radicata nella storia della misericordia
di Dio.
PARCO CILENTO DIANO E ALBURNI
n° 23 23/06/2016
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“Dalle nevere di Vesole alla Retara di Stio”
La letterarietà sconosciuta
SEGUE DALLA PRIMA
GIUSEPPE LIUCCIO
M
i sveglia dal “transfert” di
malinconiche riflessioni a
recupero di memoria storica
il prof. Antonio Trotta, docente di inglese allo storico Liceo Classico Parmenide di Vallo della Lucania, dove
mi porterà per un incontro programmato sulla mia poesia con gli alunni
e professori. Abbracci caldi e festosi
e rievocazione di generose battaglie
comuni nel nome del socialismo
lungo tutta l’ora o quasi di viaggio.
La macchina avanza tra comodi tornanti nel diluvio della vegetazione,
in una giornata luminosa di sole agli
inizi di giugno, sabato 5 per l’esattezza. Siamo nel cuore verde del
Parco del Cilento, che si veste a festa
nello sfarzo della primavera. Lecci,
carpini, cerri e roverelle scivolano
fino a margine di fossati, dove troneggia di vanità l’oro effimero delle ginestre, il viola dei cardi, il rosso dei
papaveri e la neve sporca del rosmarino. Giù nella vallata le povere campagne di uliveti e vigneti con le
minuscole case coloniche per riparo
dalle intemperie e la custodia degli attrezzi da lavoro. La cupola del minareto del campanile di un santuario di
campagna ritma, nella memoria, le litanie dei contadini a propiziare grazia
di raccolti abbondanti. Qui fu passaggio e sosta di monaci basiliani e di
eremiti a veglia di Madonna di Loreto. La contrada Cavallazzo rievoca,
anche nel toponimo postazione e
sosta dei mercanti pestani a penetrazione di commerci verso l’interno.
Sui monti della Ferracchiosa, Corbella, di cui restano scheletri di insediamenti, testimonia un “castrum”
potente dei lucani a sospirato sbocco
verso il mare. Più in là Cicerale e
Monte si stendono pigramente sui crinali della collina con il loro carico di
storia scritta nelle chiese, nei castelli
e nei palazzi gentilizi. Ad una svolta
Monteforte ci si para dinanzi con il
grappolo di case a dirupo di vallata,
dove l’Alento, fiume sacro al territorio, feconda le vigne generose di
aglianico robusto e di barbera frizzante. A margine di fiume una chiesetta conserva la statua di San Donato
protettore, che veglia su campagne ed
acqua e d’agosto, in una processione
punteggiata, all’imbrunire, dalla serpentina delle fiaccole, è accolta nella
parrocchiale a ritmo festoso della
banda, nel fuoco delle luminarie e con
l‘esplosione delle granate a trafittura/penetrazione di cielo. Nel 1828
sulle fiancate del Chianiello divampò
e crepitò minaccioso un altro fuoco
fatto appiccare dal Maresciallo del
Carretto con l’intento di disboscare i
Fratelli Capozzoli, nati briganti e
moti eroi della prima rivoluzione cilentana. Fu, Monteforte, una fortezza
longobarda e ne conserva ancora le
tracce nell’insediamento ardito tra
monti e fiume. Giù in lontananza,
l’Alento si allarga nell’invaso della
diga, che la gente ha pomposamente
battezzato “lago” e che, comunque, è
un’opera di ingegneria moderna. un
pezzo d’ Europa. Là dove fino a qualche decennio fa prosperava la macchia di rovi e ginestre ed impazzava,
d’estate, il concerto a gara di grilli e
cicale. Un utilizzo razionale dell’opera potrebbe assicurare un avvenire di agricoltura di qualità e di
turismo di nicchia delle zone interne.
A poche centinaia di metri dall’abitato il minuscolo cimitero luce di sole
al bianco delle tombe, dove dormono
il sonno dei giusti contadini che ritmarono una vita di stenti e di sudori
giù giù per le campagne non sempre
generose, che caracollano in pendio
verso la valle, dove il fiume riduce
alveo e portata man mano che s’inciela verso la sorgente di Gorga, all’ombra di cerri e castagni. Dopo il
cimitero di Monteforte la strada procede a tornanti ariosi: balconate spalancate sui declini a scivolo. La
macchina arranca solitaria per la provinciale sconnessa ed avvallata dall’incuria e dalle intemperie e turba il
pascolo sereno di una capra che dà
voce alla protesta del campanaccio, il
cui suono ingigantito dall’eco si spegne roco nella vallata. Ad una svolta
Capizzo che, nel grumo di case a co-
Monteforte
Stio
rona della Chiesa Madre, testimonia
di laure basiliane. Il Campanile unico
nella massiccia struttura da fortilizio
e la Chiesa di San Fortunato a margine di strada mi accendono memorie
di anni lontani, quando vi venni per la
prima volta devoto litaniante di una
processione penitenziale. Si snodava
su su per le mulattiere ombrose di
montagna a conquista di panorami da
delirio e a testimonianza di fede fino
al Monte Capo Pizzo, che dà il nome
alla contrada, e dove San Mauro protettore veglia su gente e campagne
immobile nella nicchia, benedicente.
È ricca di suggestione la minuscola
cappella scavata nella roccia. Siamo
nel territorio di Magliano, che a qualche chilometro di distanza si stende
pigro a margine di strada o si arrampica ardito a conquista di monte fino
alla cappella rupestre di Santa Lucia,
a ridosso della montagna rossa, meta
di pellegrinaggi di fede consumati
all’alba per arditi percorsi di campagna, come mi testimonia l’amico Antonio Trotta che a Magliano è nato e
vive, tra creatività di progetti didattici
innestati ed innervati sul territorio e
cura di agricoltura di sussistenza per
la produzione di frutta ed ortaggi rigidamente immuni dai veleni dei pesticidi, che prosperano con il concime
dello stallatico.
Di Magliano ce ne sono due, il Vetere
quaggiù lungo la strada, a dominio
dell’Alto Alento, il Nuovo lassù,
aperto all’anfiteatro ubertoso della
Valle del Calore e quasi a precipizio
nelle gole del fiume, verde ed incontaminato regno della lontra fin laggiù
all’oasi di Remolino sotto la rupe di
Felitto. Magliano fu stato autonomo
e forte ed evoca le battaglie e la dominazione dei Goti e l’inespugnabile
passo della “Preta Perciat”, per il difficile accesso dal territorio dell’Alento a quello del Calore e di là,
attraverso la Sella del Corsicato, al
Vallo del Diano e fino a Grumentum,
per percorsi che certo conobbero Pestani e Velini per comunicare via terra
con Sibari, animando traffici e commerci dal Tirreno allo Ionio. In questi
territori impervi ed in parte sconosciuti si è materializzata gran parte
della storia antica. Ah, quali sorprese
potrebbe riservare ai nostri ragazzi, se
solo fossero motivati e guidati in un
fecondo percorso didattico di ricerca
e riscoperta delle radici per gonfiarsi
di legittimo orgoglio di appartenenza!
Oggi per le campagne c’è la festa
della primavera ed io in gara con i
passeri in amore mi figuro il canto di
Pasquale Lombardi. Medico instancabile e generoso, poeta di stampo carducciano, intriso spesso di retorica,
ma non privo di tensione ideale e
commozione emotiva. In distanza,
sulla ridente collina, Gorga si affaccia
sulla vallata ed il pensiero corre alla
sorgente dell’Alento, all’lombra dei
castagneti del Monte Le Corne. Vi
nacque il canonico Vairo, letterato
colto e poeta raffinato, che cantò la
sua patria ed il suo fiume in un elegante distico latino “Mihi patria est,
gelidis saluberrima lynphis quam cingunt colles, subter devolvitur amnis”.
Ma fu anche la terra di Menechiello,
brigante spietato, che esercitò dominio di vita e di morte su un bel pezzo
di territorio cilentano. Gorga è frazione di Stio che meritano una riflessione a parte ma noi le bypassiamo
attraverso odorose strade interpoderali e sbuchiamo in un baleno alla
chiesa della Madonna della Croce,
nota perché vi tenne e in parte si tiene
ancora una delle più note ed accorsate
fiere del Cilento. Magliano, Stio e
Gorga sono alle spalle ed ogni tanto
fanno capolino nello specchietto retrovisore occhieggiando con i loro
paesaggi d’incanto precipiti sui declivi o sulle falesie d’ocra. Bellissimo
quello di Magliano che dirupa sui tornati della strada per Laurino, mentre
la macchina macina, solitaria, chilometri all’ombra dei castagneti con
mandrie alla pastura brada tra pascoli
verdi e freschi di rugiada. Dopo il
lungo tunnel umbratile dei castagneti
che rifrangono, l’oro di ricci giovani
alla solarità del giorno pieno, la Retara franosa è gloria di luce e festa di
colori su ginestre e cardi in fiore. È
d’obbligo una pausa per un bagno di
emozioni sullo spettacolo della Civitella che scivola verso Moio, Pellare,
Cannalonga, Angellara e Vallo, con di
fronte Novi, un paese museo, e quella
montagna sacra alle spalle che si lega
al cielo con un filo di croce e, a distanza, Velia ed il mare dei miti e
della Grande Storia. Ma questa seconda parte del viaggio merita un’altra puntata.
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SOCIETA’
n° 23 23/06/2016
Trionfa il gioco del calcio all’italiana
Un esempio per gli imprenditori
SEGUE DA PAGINA 8
MASSIMILIANO DE PAOLA
S
ono uno di quelli a cui piace immedesimarsi nel ct della Nazionale, cercando di fare la
migliore formazione con il materiale
disponibile, provando a non trascurare
nessun dettaglio pur di raggiungere
l’obiettivo della vittoria. Sono uno di
quelli che s’immedesimano talmente
tanto da anticipare le sostituzioni tecnico-tattiche qualche attimo prima che
le faccia il Mister. Secondo me lo
sport, vissuto in maniera sana, riesce
ad elargirci innumerevoli lezioni di
vita - valide anche per il mondo del lavoro.
Proprio qualche giorno fa, a me è capitato di ricevere una telefonata con la
richiesta di rinvio di un appuntamento
di lavoro già fissato che cadeva durante l’orario della partita della nostra
Nazionale. Sono certo che qualcosa
del genere sia capitato anche a voi in
questi giorni! Quando gioca la Nazionale l’Italia si ferma! Che gioca la Nazionale te ne accorgi dal fatto che in
quel lasso di tempo trovi tutte le strade
deserte, come se ci fosse il coprifuoco.
Che vince la Nazionale lo deduci dal
fatto che quelle strade deserte diventano all’improvviso una bolgia col fragore di clacson in festa. E’ l’emblema
di quanto il calcio possa influire sulla
vita degli italiani, sul buonumore e sul
PIL. E’ come fermarsi per un turno di
riposo, una sorta di ponte di qualche
ora dal lavoro, condiviso da una moltitudine di persone. Un ponte che
serve per vivere delle emozioni, per rigenerarsi e tornare al lavoro più freschi e motivati, con la speranza di
condividere anche gioie e vittorie.
Girovagando lungo i paesi del Vallo di
Diano per motivi di lavoro o anche di
svago, dal 10 giugno scorso (giorno
d’inizio degli Europei), ho visto tante
bandiere appese sui balconi: rappresentano la voglia e la speranza di rialzarci che abbiamo. Negli ultimi anni
abbiamo dovuto prendere atto che in
poco tempo è davvero cambiato il
mondo, e non sempre in meglio.
Come nazione stiamo attraversando
un periodo abbastanza lungo di ridimensionamento rispetto a quelle che
erano le aspettative e le ambizioni di
inizio millennio e nelle nostre aree interne questo ridimensionamento sembra ancora più accentuato.
Trionfa il gioco all’italiana (e non è
solo calcio). Questa Nazionale ci assomiglia parecchio! Ci assomiglia dal
punto di vista caratteriale. Ha pochi
talenti ma ha cuore, ha un grande carattere ed è compatta, c’è aiuto reciproco tra compagni, nessuno si
risparmia. E’ quello che accade anche
dalle nostre parti, dove non ci sono
grandissimi talenti né a livello politico
né a livello imprenditoriale (che nessuno si offenda!), ma si cerca di sopperire a questa mancanza remando
tutti insieme dalla stessa parte con sacrificio e dedizione o almeno ci si
prova. Questa Nazionale ci assomiglia
perché, pur non avendo grandi individualità, riesce ad essere più squadra
delle altre e vince soffrendo, lottando,
dando l’anima. Ci assomiglia perché
anche noi cittadini abbiamo imparato
ad usare queste armi per vincere nella
vita di tutti i giorni ed essere competitivi sul lavoro. Il calcio, la nostra Nazionale in queste giornate francesi e in
generale tutti gli sport, ci insegnano
che fare un gioco di squadra aiuta a
vincere e vincere aiutandosi reciprocamente è ancora più bello e gratificante.
Il mondo imprenditoriale dovrebbe
prendere esempio dalla metafora sul
calcio quando si parla del “gioco all’italiana”. Spesso all’estero prima ci
criticano e poi ci copiano. Il “gioco all’italiana” non è solo difesa e contropiede, quello ce lo possono pure
copiare. Il “gioco all’italiana” è cuore,
sacrificio, sofferenza, amore, passione, studio dei particolari. Sono queste le caratteristiche che ci fanno
trionfare e queste appartengono quasi
esclusivamente al nostro dna e son
difficili da copiare.
Non mi resta che fare un immenso in
bocca al lupo all’Italia per il buon
esito di questi Europei e un in bocca
al lupo anche a noi, cittadini, lavoratori dipendenti e imprenditori. Ne abbiamo tutti bisogno! Vogliamo tutti
che trionfi il “gioco all’italiana” (e
non solo nel calcio)!
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Abbattuto parte del viadotto pericolante
La Cilentana: niente ponte militare
SEGUE DALLA PRIMA
VERONICA GATTA
N
ei giorni scorsi si pensava
alla possibilità di riaprire la
Cilentana, nei mesi estivi, a
senso alternato, con la messa in
opera del “ponte militare” proposto
dall’avvocato Riccardo Ruocco –
Segretario PD di Vallo della Lucania.
Cascone precisa: «I 150 giorni previsti da capitolato restano confermati. In questi giorni si sta
valutando con l’impresa se ci fosse
la possibilità di favorire il passaggio
delle auto, come negli anni scorsi,
ma è un po’ più difficile rispetto al
passato visto che si è provveduto all’abbattimento del viadotto, che ora
dovrà essere ricostruito».
Il viadotto “Chiusa” è stato demolito e ora la ditta Castaldo Spa di
Napoli – aggiudicataria dell’appalto
– dovrà effettuare una serie di interventi prima di procedere al ricollegamento dei due tratti di strada. È
necessario eliminare le cause della
frana. «Si procederà – spiega l’ingegnere Domenico Ranesi, dirigente
del settore viabilità della Provincia
– come da progetto alla ricostruzione dei piloni del viadotto
“Chiusa” che hanno ceduto nel gennaio 2014». Per evitare nuovi problemi in futuro i «piloni verranno
portati ad una profondità di 18-20
metri in modo da arginarli alla roccia laddove possibile. Nel frattempo
si sta provvedendo ai drenaggi in
modo da creare delle apposite aree
per favorire il deflusso delle acque
e non intaccare il viadotto».
La consolazione è che, per velocizzare i lavori, a breve sarà allestito
anche il cantiere notturno dalla ditta
napoletana.
È un Cilento “diviso in due”, quindi
… Un Cilento che costringe ancora
una volta ad affrontare i disagi di
strade dissestate e il traffico dell’esodo dei turisti.
SEGUE A PAGINA 9
n° 23 23/06/2016
9
CA
CAPACCIO PAESTUM
In nome della legge
Paestum appendice di Capaccio
GAETANO RICCO
P
iangeva “pur nuova legge impone oggi i Sepolcri fuor de'
guardi pietosi, e il nome a'
morti contende” lamentando la tomba
mancata per una legge ingrata al suo
maestro il grande poeta Ugo Foscolo
e si lamentano oggi per una legge regionale che strappa il nome della
madre Paestum ai suoi figli, Capaccio, Trentinara, Giungano, Rocca dell’Aspro e Albanella eppure … ci fu
un tempo in cui non c’erano ancora
le leggi e la vita si misurava con
l’onore e con il rispetto e più grande
nella casa comune non era il più forte
ma chi più generosamente si assegnava a rispettare e a custodire con gli
antichi Numi, i nomi e .. il nome del
padre era allora per i figli un voto e
un giuramento solenne e il nome della
grande madre Paestum allora fu alto
e rispettato! “Pur nuova legge impone … e il nome a' Paestum contende”
e
ci
fa
obbligo
“democraticamente” di rispettare
(sic!) che il nome della nostra comune madre Paestum venga ridotto
ad una misera “appendice toponomastica” tradendo la legge regionale la
stessa volontà della grande madre
Paestum, che generando, come lo
storico Lucido Di Stefano scrive, nell’anno 1781, nel suo “Discorso III di
Pesto” che cinque sono i suoi figli :
“è pruova chiara… che soltanto Capaccio, Trentenaro; Comegniento,
Giungano, Albanella, e Rocca dell'Aspro … da detta rovinata Città sorsero”… mai avrebbe voluto,potuto
spogliarli del suo nome solo perché
… tanto tempo fa un oscuro agrimensore assegnò quell’antico sito e non
quel nome, ai confini amministrativi
di uno di loro! Ahimé, miseria dei
nostri tempi, se basta una “legge” regionale a strappare il nome della
madre ai figli e a scacciarli dalla casa
materna! Una casa che custodita, protetta e difesa, è stata, nel tempo, dalla
fatica e dall’afflato corale di tutti i
suoi i figli, fatta diventare grande e
potente, tanto che giustamente e non
democraticamente l’UNESCO, nella
sua feconda lungimiranza politica
non ha affidato quel nome alle piccole
attese “egoistiche” di uno solo dei
suoi figli quanto piuttosto e più in alto
della Regione Campania al patrimonio culturale di tutta l’umanità e oltre!
E così inascoltato il “grido di dolore”
che pure si levava dal cuore dei suoi
cinque figli e dall’umanità intera la
Regione ha legiferato ed ha strappato
il nome della madre ai figli, pubblicamente dichiarando che il nome della
madre Paestum da oggi, 31 maggio
2016, appartiene solo e solamente a
Capaccio … Capaccio, una antica e
nobile città di tanti secoli che alta con
il suo nome solenne nella gloria della
storia mai avrebbe voluto, a danno dei
suoi amati fratell, “abusare” di quel
nome, riducendolo come invece la
legge ha fatto, ad una mera “misera
appendice toponomastica”!
Troppo grande l’amore e il rispetto
per la comune madre Paestum e
troppo grande la condivisa discendenza dei nostri cinque paesi, perchè
Abbattuto parte del viadotto pericolante
La Cilentana: niente ponte militare
SEGUE DA PAGINA 8
VERONICA GATTA
L’
estate 2016 si è fatta attendere molto ma, sembra,
sia finalmente arrivata.
La speranza, ora, è che questa sia
l’ultima stagione disastrosa per turisti e residenti che percorreranno
la Cilentana.
Non resta che armarsi di un altro
po’ di pazienza, mettersi in macchina e percorrere la Provinciale 45
che, nonostante gli innumerevoli
disagi (manto stradale scivoloso,
carreggiata stretta, dislivelli…), è
da oltre tre anni a questa parte,
l’unica alternativa possibile per
pendolari e turisti.
Piana di Paestum vista da Trentinara
qualcuno dei fratelli avesse potuto
mai pensare di strappare all’altro quel
vanto che invece una legge insensibile spezza e sigilla contro la volontà
della stessa madre!
Assai più alto e solenne e universale
è il nome e l’eredità culturale e morale della madre Paestum e assai più
forte e profondo è e rimarrà il legame
che unisce e unirà per sempre i suoi
figli e … nessuna legge, per quanto
votata all’unanimità dei presenti,
potrà mai infatti ridurre quel nome ad
una mera misura ”patrimoniale” che
si può vendere e comprare come una
qualunque proprietà immobiliare. Il
nome di Paestum appartiene al
mondo e quello che appartiene al
mondo è assolutamente “inalienabile”
anche per il superiore consiglio regionale della Campania!
Il nome di Paestum rimane alto e solenne e nessuna legge attenterà alla
sua solitaria monumentalità o giammai lo “diminuirà” chè… anzi pensando i cinque figli ai giorni tristi in
cui anche da noi sarebbe un giorno arrivata la Regione Campania, una sera,
ancora viva la grande madre Paestum,
si riunirono nell’antica casa materna
e mentre fuori il vento fischiava forte
e scendeva copiosa la pioggia, si sedettero e rannicchiandosi a coppo ancora una volta come tanto tempo fa
intorno alla grande madre Paestum,
appoggiando la testa sulle sue lunghe
gambe come una volta si addormentarono felici tutti e quando poi al mattino si svegliarono videro che la loro
madre come in un ultimo, estremo abbraccio benedicendo i suoi amati figli
ella aveva reclinato il capo e più non
respirava e allora capirono e piansero
i suoi cinque figli infinitamente la
perdita della madre ma poi si alzarono e pietosamente componendola
nel suo lungo,bianco abito nunziale la
adagiarono su una pira di legno di alloro e bruciando incenso agli dei
Mani e con voti e con preghiere l’affidarono per sempre al tempo senza
vecchiaia e mentre la pira alta ardeva
nel cielo profumando tutto d’intorno
la casa si … strinsero la mano i cinque fratelli e chiamandosi per nome
giurarono uno per tutti: prima Capaccio la più Grande, poi Giungano la Libertaria e poi ancora Roccadaspide la
Superba e Trentinara l’Enigmatica,
che mai nessuno, oltre ogni legge,
avrebbe mai strappato il nome della
madre al fratello per farne “egoisticamente” incetta. E perché nessuno mai
dimenticasse quel giuramento, deci-
sero che di quel nome andava fatto
per tutti sigillo perpetuo e fu così che
mentre la grande madre Paestum sorridendo approvava e alto il fuoco
della pira continuava nella notte con
i suoi bagliori ad illuminare di lontano la “fortuna” dei suoi tre tesori,
vennero i cinque fratelli al patto e tutti
insieme decisero allora e per sempre
di affidare quel nome alla più piccola
delle sorelle, ad Albanella, la memore
perché ella per tutti, senza mai nulla
a pretendere, solennemente e per
sempre sigillasse quel nome nel suo
stemma comunale (che una nota della
Presidenza della Repubblica Italiana
definisce il simbolo civico più alto e
ufficiale della dignità,dell’onore,
della personalità e della storia di un
paese) affinchè monito di ogni tempo
se ne tramandasse in alto solenne e
solitario ai posteri il nome chè grande
e non solo monumentale fu l’eredità
che la grande madre Paestum aveva
lasciato ai suoi figli!
Albanella allora umilmente si inchinò
a quel vanto e ringraziando tutti i suoi
fratelli promise che mai nessuno da
quel giorno avrebbe più “abusato” del
nome della grande madre Paestum,
nemmeno il superiore consiglio della
Regione Campania! E fu così che a
sigillo di quell’antico giuramento Albanella che, nell’anno del Signore
1781, fece scrivere allo storico Lucido Di Stefano che: “Formano l’insegna del suggello di Albanella due
cipressi con due stelle sopra e alcune
onde di sotto, indicanti, come io
credo, la memoria dolorosa delle due
città distrutte, di Pesto sua madre, e di
Capaccio sua sorella, due lucidissime
stelle e le onde dei fiumi Calore e Silaro” … oggi si alza e gridando forte
la sua “disobbedienza”chiama all’antico giuramento e invita insieme tutti
i suoi fratelli “Capaccio, Trentenaro,
Giungano, Albanella e Rocca dell’Aspro” perché montando la protesta
possa ancora una volta tornare il
tempo dell’onore di quando ancora
non esistevano le leggi e il nome del
padre e della madre erano onorati e rispettati! Perché è scritto ancora che:
“I nomi non sono puri accidenti da
usare alla bisogna ma sono la sintesi
solenne e gloriosa in cui la storia ha
raccolto il suo e il nostro cammino” e
della nostra grande madre Paestum il
nome non è quello della “rosa”
che:“stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus”!
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10 n° 23 23/06/2016
CULTURA
A Pollica performance di Fuoco degli artisti
Alfredo Raiola e Eduardo Giannattasio
Venerdì 17 e sabato 18 giugno 2016 si è svolto presso il Comune di Pollica l'evento "Viculi e viculiddi" a
cura del Comune di Pollica. Grandissima affluenza, durante le serate, tra i vicoli di Pollica si sono svolte
diverse attività, dal teatro alla danza, dall'artigianato locale alla cucina cilentana.
Corso Italia, 39
Tel. e Fax 0828.723253
Capaccio Scalo (SA)
email: deslinelibero.it
CAPACCIO PAESTUM
Intervista alla presidentessa Rosita Galdi
“Elabora” è un’organizzazione per gratificare le donne
ADRIANA CORALLUZZO
Rosita Galdi
“R
aggi” di donna non solo a
Roma, anche a Capaccio
splende il sole femminile, c’è fermento nel cosiddetto
sesso debole. Le idee sono più forti
del genere, del colore politico o della
pelle, e di idee Rosita Galdi ne ha
tante.
Chi è la presidentessa di Elabora?
“Sono io: Rosita Galdi. Mi occupo di
contabilità, sono una consulente fiscale e da anni vivo a Capaccio pur
non essendo originaria del territorio.
Ho famiglia con due ragazzi e questo
mi ha spinto a creare un punto di riferimento per i giovani. Crescendo
insieme a loro mi sono accorta di alcune problematiche, manca un attrattore per le attività, per la loro crescita,
per dare una mano alle famiglie nell’educazione, tolte ovviamente quelle
imprese che lo fanno a scopo di lucro
come le ludoteche, le società sportive,
le scuole di ballo sicuramente tanto
utili alle famiglie che però non posso
inglobare a tutto tondo le esigenze dei
ragazzi. Queste esigenze sono quelle
di avere un punto di riferimento quasi
parallelo alla famiglia, un posto dove
sentirsi a casa propria, dove fanno ciò
che fanno a casa però condiviso con
altri ragazzi e persone adulte. Da qui
è nata l’idea, non solo mia ma anche
di Rosita Di Palma, di costituire
un’associazione: Elabora.”
Cos’è Elabora?
“Il nome non è a caso, ma nasce dalla
nostra voglia di elaborare delle soluzioni, dei progetti che siano di supporto alle famigli ma anche di
sviluppo del territorio. Puntiamo ad
intercettare per la realizzazione di
questi progetti dei fondi che ci aiutino
a fare qualcosa di più grande, magari
anche sostenibile e che possa andare
avanti nel futuro. Fino ad ora ci siamo
autofinanziate, a parte qualche sponsor che ci aiuta ad hoc evento per
evento, ma non abbiamo un mainsponsor.”
Il prossimo progetto che realizzerete?
“È il Summer kids 2016 alla sua terza
edizione, io lo chiamo il progetto pilota perché è stato il primo evento organizzato e forse quello che ci ha
fatto conoscere di più. Si tratta di un
pomeriggio intero fatto di attività ludiche, ma anche formative, che si
conclude con il fiore all’occhiello
dell’evento che è la sfilata di moda
bimbo, bimba. È vero che la sfilata
colpisce molto le mamme che vedono
i propri figli sfilare e si emozionano,
però il perno principale dell’associazione è quello di aiutare i bambini a
superare dei forti ostacoli, delle barriere verso la socializzazione. Non
riescono ad aggregarsi, sono timidissimi e hanno una scarsa autostima;
stando insieme, affrontando il palco,
ora sulla passerella, ora a teatro, ad
esempio noi abbiamo fatto Natale in
casa cupiello. Tanti bambini che non
riuscivano nemmeno ad emettere un
suono in pubblico hanno avuto una
parte e l’hanno sostenuta egregiamente, e si abituano sia socialmente
che professionalmente ad avere a che
fare con la disciplina. Dal prossimo
anno ci affiancheremo anche ad una
psicologa.”
Un esempio di attività ludica che
svolgete durante il Summer kids?
“Ogni anno cambiamo. Abbiamo
avuto il teatro dei burattini, il mago,
il cantastorie, un calcio balilla umano.
Quest’anno stiamo costruendo qualcosa di più innovativo però, per scaramanzia, non vi svelo
Organizzerete altro per l’estate?
“Si dal 4 luglio al 26 agosto ci sarà il
Summer Camp, una sorta di colonia,
non al mare però presso l’azienda
Leone. Per i bambini le cui mamme
lavorano, faranno una ludoteca formativa, ci sarà il riciclo dei materiali
con cui costruire nuovi oggetti, l’orto
dei bambini, il laboratorio alimentare
e anche lì ci sarà la psicologa ad accompagnarli. Una volta a settimana
faranno il pony time. Ma l’intenzione
futura è quella di costituire protocolli
di intesa con associazioni che si occupano di inclusione sociale, a livello
nazionale, al fine di fornire servizi sociali sul territorio là dove non riescono ad arrivare le istituzioni.”
La prossima settimana incontreremo l’assessore alle politiche sociali Maria Vicidomini, c’è
qualcosa che volete chiedere direttamente all’amministrazione?
“Le istituzioni apprezzano molto il lavoro che svolgiamo noi associazioni,
ma il problema sono i fondi. Per
quanto volontariato possa esserci, ci
sono anche degli acquisti pratici che
si comprano soltanto. Un’istanza, che
ho già chiesto tra l’altro, è quella di
accantonare una quota, per il prossimo bilancio previsionale, da destinare alle attività sociali. Reclutata
magari detraendo una certa percentuale da tutti i lavori pubblici che vengono fatti, il 2-3% non in termini
monetari ma destinando questa
somma alla costruzione di infrastrutture e strutture destinate al sociale. Ad
esempio, un problema che ho riscontato è quello delle donne e il lavoro.
Una donna di Capaccio con bambini
n° 23 23/06/2016
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non riesce a lavorare se non in determinati contesti sottopagati, se hanno
una madri, suocere che tengono i
bambini vanno a lavoro, se non ce l’hanno non gli conviene perché le
strutture private costano. Io non parlo
solo di asilo nido, perché la ludoteca
arriva fino ad una certa età, un bambino di 12 anni non può stare da solo
a casa se la mamma deve lavorare
otto ore. Quindi le strutture di cui
parlo sono quelle che affiancano i
luoghi di lavoro. Questo è un cambiamento culturale che deve avvenire
qui, perché al nord esiste già. Creare
una serie di strutture che possono essere di supporto anche per un’azienda
privata che per assumere una mamma
deve far conto con i figli.”
L’utopia sarebbe quella di avere uno
spazio dove tenere i propri figli in
ogni azienda, ma anche 2-3 strutture
pubbliche sul territorio sarebbe già un
grande passo in avanti. Molte donne
sono sfiduciate, per vincere questa
depressione finiscono per abbassare
le proprie aspettative, cominciando a
vivere alla giornata. Non fanno progetti a lungo termine perché non si
possono permettere il lusso di rimanere deluse. La gratificazione delle
donne non è solo quella da mamma.
Io sono convinta che le associazioni
da una parte, le istituzioni dall’altra,
ma anche il mondo imprenditoriale,
se cominciamo a perdere un po’ di individualismo e credere di più nelle
reti, nelle aggregazioni, dei risultati si
possono ottenere. Bisogna liberarsi
da invidia, apparenza e classismo.”
In un territorio in corpore sano, “la
mente è come un paracadute, funziona solo se si apre.” A.Einstein.
Via Strettina SCorzello o Strada Provinciale 13
(Capaccio-Trentinara) Km 8,5 - 84047 Capaccio Capoluogo (SA)
tel. +39 327 666 1064
AGENZIA DI PAESTUM
VIALE DELLA REPPUBLICA,18
84047 - CAPACCIO (SA)
Tel: 0828 723268 - Fax: 0828 725886
e-mail:[email protected]
CAPACCIO PAESTUM
12 n° 23 23/06/2016
Intervista a Manuel Bellissimo del Liceo Scientifico Piranesi
“Da piccolo mi ponevo domande più grandi di me”
ASSUNTA CROCE
Quali sono le tue aspirazioni?
Una delle mie aspirazioni è vivere di
ricerca, giungere alla conoscenza e
al sapere. Ho il desiderio irrefrenabile
di raggiungere tutto questo, di
vivere profondamente la scienza che
ha animato le vite di centinaia di
uomini che non avevano mai abbastanza risposte per le loro domande...
Cosa vorresti fare da grande?
Vivere nella ricerca.
A che facoltà ti vorresti iscrivere?
Una facoltà che mi permetta di avvicinarmi al mondo della ricerca.
Quali sono le tue materie preferite?
Amo tutte le materie ma in modo particolare le scienze, la fisica e la
matematica.
Quali sono le tue passioni?
Le scienze in prima linea, in modo
particolare la biologia, lo studio e la
lettura.
Quali sono i tuoi hobby?
Suonare il pianoforte e ascoltare la
musica.
Quand'è nata la passione per la
scienza?
Già da molto piccolo mi ponevo domande molto più grandi di me. Non vi
è stato un momento particolare in cui
mi sono avvicinato al mondo della
scienza, in un certo senso ha sempre
fatto parte di me, ha sempre
influenzato il mio modo di vedere il
mondo, la vita, il sapere e questo
non cambierà, credo, mai.
Come hai saputo del bando di concorso "lo studente ricercatore"?
Ho trovato il bando sull'albo pretorio
della scuola.
Perché hai fatto richiesta?
Perché ho trovato estremamente interessante il tema dello stage e
pienamente attinente alle mie aspirazioni.
Il test di selezione è stato difficile?
In parte, sicuramente impegnativo.
Cosa ti aspetti da quest'esperienza?
Arricchire il mio bagaglio culturale,
condividere impressioni ed emozioni
con ragazzi con cui condivido le
stesse passioni e sperimentare in
prima
persona la ricerca.
Cos'hai provato quando ti è stato
comunicato che avevi vinto?
Manuel Bellissimo
Una grandissima emozione per il risultato e un desiderio incontenibile di
partire per questa nuova esperienza.
É la prima volta che stai fuori casa
così a lungo?
Viaggio molto fin da quando ero bambino e mi è capitato più di una volta
di ritrovarmi fuori casa per lunghi periodi.
É la prima volta che vieni a Milano?
No, provo sempre un emozione indescrivibile nel ritornarvi.
Come passerai il resto delle vacanze
estive?
Principalmente leggendo ed arricchendo le mie conoscenze scientifiche
con riviste del settore e libri di divulgazione scientifica.
I complimenti della preside
Loredana Nicoletti
LOREDANA NICOLETTI
L
o studente Bellissimo Nello
Manuel della classe IV sez. C
della sede del Liceo Scientifico Piranesi è risultato tra i dieci vincitori del Concorso Nazionale “Lo
studente ricercatore” promosso da
IFOM Fondazione Istituto FIRC di
Oncologia Molecolare.
Lo studente parteciperà allo stage nel
programma di ricerca “Immunologia
molecolare e biologia dei linfomi” diretto dal Dott. Stefano Casola e sotto
la diretta supervisione della Dott.ssa
Federica Mainoldi dal 27 giugno
2016 all’8 luglio 2016.
La scrivente esprime il più vivo com-
piacimento per il traguardo raggiunto
ed augura all’alunno uno straordinario percorso ricco di gioia e di positive soddisfazioni.
Dirigente Scolastico
CAPACCIO PAESTUM
n° 23 23/06/2016
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Dopo Mussolini lo Stato acquista un altro pezzo del Parco Archeologico di Paestum
Paestum, il MIBACT compra Villa Salati
LUCIO CAPO
G
li scevri intellettuali diretti discendenti dell’antico e del
moderno, inventori di Paestumanità, plaudono all’iniziativa del
Ministero dei Beni Culturali. Se la
Soprintendente Adele Campanelli, il
Ministro Dario Franceschini e il Sindaco Italo Voza, riusciranno nell’intendo di acquisire Villa Salati,
potranno essere a pieno titolo essere
considerati “Padri di Paestum” alla
stregua dell’unico “Padre di Paestum”, il Senatore Umberto Zanotti
Bianco, padre della 220. Noi cittadini
di Paestum e dell’Umanità, come San
Tommaso, vorremmo essere sconfessati, e, poter un giorno entrare a Villa
Salati, non più come ospiti ma come
aventi diritto di discendenza e proprietari di un Bene Comune. Per
adesso le carte evidenziano la volontà
di procedere all’acquisto di Villa Salati, infatti con nota N°21008 del
16/06/2016, il Ministero dei Beni e
delle Attività Culturali e del Turismo,
tramite la Soprintendenza Archeologica della Campania, si è reso disponibile ad investire 4milioni di euro
per entrare in possesso della più bella
fattoria fortificata di Paestum. Soddisfatto, il Sindaco di Capaccio Paestum Italo Voza, per l’obbiettivo che
si palesa. “ Con la delibera di Giunta
N°185 del 30/05/2016, era nostra intenzione manifestare, al Ministero dei
Beni Culturali, la volontà della comunità di Capaccio Paestum, affinchè le
strutture ministeriali esercitassero il
diritto di prelazione per l’acquisto di
Villa Salati, un bene storico dalle
enormi potenzialità che arricchirà
l’offerta culturale e sociale del Parco
Archeologico di Paestum”. L’acquisto di Villa Salati da parte dello Stato,
parafrasando l’astronauta Neil Armstrong, rappresenta “ Un piccolo
passo per Paestum…ma un grande
passo per l’Umanità”. Ciò dimostra
che, l’idea geniale di Paestumanità,
va inserita nel grande solco delle
grandi conquiste degli uomini e le
donne di “Buona Volontà” che hanno
a cuore il progresso e la civiltà della
comunità umana. Perché Paestum va
preservata nella sua Bellezza e bonificata dagli “abusi edilizi di cui nessuno si vergogna” come ci ricorda,
Gabriel Zuchtriegel Direttore del
Parco Archeologico, dalle colonne di
Repubblica. “ L’ autorità e la comunità locale sono incapaci di agire e di
vergognarsi davanti allo scempio edilizio della 220. Paestum è un “disastro”, lo Stato e le istituzioni locali,
fanno poco o nulla per la sua salvaguardia”. “ Il vero problema della tutela è di carattere culturale. Chi è
preoccupato per il futuro del patrimonio archeologico e paesaggistico di
questo Paese ha ragione…Il sito di
Paestum è al disastro da decenni e
questo disastro non dipende dalla recente riforma del Ministero dei Beni
e delle Attività Culturali e del Turismo…Più di 600 case abusive, hanno
profanato la 220, e, hanno provocato
una ferita profonda al “paesaggio”
mitico che ha incantato artisti e scrittori come Piranesi, Goethe, ma anche
Joseph Beuys e Claude Lanzmann. Il
patrimonio archeologico è inoltre minacciato da scavi clandestini e trafugamenti che hanno portato alla
dispersione e alla de contestualizzazione di migliaia di oggetti e opere
d’arte antica. La violazione sistematica del patrimonio archeologico e
paesaggistico non è colpa della Soprintendenza, che ha fatto del suo meglio denunciando numerose attività
illecite. Il destino del patrimonio pestano non dipenderà in maniera esclusiva dalla Soprintendenza. Il Parco
Archeologico di Paestum, farà sempre il possibile per contribuire alla tutela del paesaggio, dentro e fuori
l’Area dei Templi. Se il Ministero segnala casi di abusivismo, lo Stato e
gli organi di governo del territorio locale, devono intervenire. Devono mostrare i denti, altrimenti gli interessi
privati prevarranno sempre sugli interessi collettivi e di tutti coloro che
rispettano le regole. Però la battaglia
per la legalità si vince solo se lo Stato
è sostenuto dalla comunità locale. Il
vero problema della tutela è di carattere socio-culturale. Potremo dire di
aver fatto un passo avanti nel giorno
in cui chi costruisce abusivamente a
Paestum o trafuga opere d’arte, oltre
ad essere perseguito dalla magistratura, sentirà una profonda vergogna
nei confronti di quella parte di comunità rispettosa della legge e che di-
sprezza chi distrugge un
Bene Collettivo, prezioso
e irrecuperabile. “Shame
on you!”, dunque vergognati”. Onore e Gloria al
Direttore di “provenienza
nordica”. Finalmente un
funzionario pubblico che
ammette che il Re è
Nudo e Paestum è stata
saccheggiata in passato
ed è saccheggiata tutt’oggi. Stalle sotto il
Tempio di Nettuno e non
solo. Aratri che scavano e distruggono le “Antiche Vestigia”. Migliaia
di case abusive nella 220, un quartiere
totalmente illegale davanti Porta Marina…ma è tutto in ordine “Signora la
Marchesa”, cittadini senza vergogna,
come dice Zuchtriegel…sono solo
abusi di necessità che De Luca sanerà…è tutto in ordine tanto arrivano
altri 38 milioni di euro con cui si può
pasteggiare, ma non si possono spen-
Villa Salati
dere 5milioni di euro per comprare i
100 ettari privati della Città Antica di
Paestum…è tutto in ordine fin tanto
che il Ministro Franceschini verrà in
incognito a Pestùm a mangiare la rinomata mozzarella, nel più esclusivo
dei ristoranti di Pestùm, con vista sul
Tempio di Nettuno! Pestani togliamoci “lo scurno” dalla faccia e dimostriamo di essere seri…”Accattamm’
Pestùm”
IL SONDAGGIO DELLA SCORSA SETTIMANA
Paestumanità
Il 61% si schiera con Legambiente
P
aestumanità è un
progetto di azionariato ambientale, nato nel Marzo
2012, finalizzato ad acquisire i terreni privati
dell’area archeologica
di Paestum: sono stati
raccolti 38.151 €. Lo
scopo è rendere il patrimonio UNESCO interamente fruibile e
tutelato. Legambiente
ha deciso di chiudere la
raccolta fondi ed utilizzarli per la realizzazione di un sentiero
entro le mura di Paestum da Porta Marina a
Porta Aurea, per la pubblicazione di una monografia
su
Paestumanità, per l’organizzazione di un convegno e proporre
stum. Alla luce della
decisione del Comune,
un gruppo di soci sottoscrittori ritiene importante mantenere la
disponibilità del capiChiudere la raccolta tale raccolto al fine di
fondi come propone Le- utilizzarlo come pungolo nei confronti delgambiente
l’amministrazione ad
Continuare la raccolta andare avanti.
fondi per acquisire ter- In questo quadro si inreni dentro la cinta mu- serisce il sondaggio di
raria
Unico della scorsa setFestambiente Paestu- timana. Di seguito i rimanità per il prossimo sultati ottenuti:
triennio. Proprio in que- Chiudere la raccolta
sti giorni il comune di fondi come propone LeCapaccio-Paestum ha gambiente: 61% - 210
deliberato l’acquisto di voti.
Villa Salati e il MI- Continuare la raccolta
BACT sta valutando la fondi per acquisire terfattibilità dell’esproprio reni dentro la cinta mudei circa 100 ettari di raria: 39% - 133 voti.
terreni privati di Pae- Voti totali: 343.
14 n° 23 23/06/2016
CULTURA
Nera, un’artista che guarda lontano … opere di immagini e sentimento
La legge dell’amore
GINA CHIACCHIARO
N
era, artista doc, non smette mai
di stupire e con il suo manifesto “La legge dell’amore”
vuole recuperare un messaggio antico
forte e prepotente quale l’amore che
deve tornare a dominare il mondo.
“C’è caos dappertutto anche l'arte cambia e rispecchia il momento che si vive
- afferma l’artista - la luce che utilizzo
per le mie figure è interiore ed è energia. La associo alla meccanica quantistica. La luce viene dalle mie opere e
il periodo artistico è definito da essa”.
Aldo Carrozza sottolinea l’importanza
dell’arte e sostiene che con essa ne alimentiamo lo spirito. Tecnologia, comunicazione, relazione di insieme è
costruire i rapporti. L’arte è amore.
Nera fa uno sforzo di sintesi perché è
un'artista, è riflessione tra arte amore e
scienza. Dedica attenzione tra materia
inerte e vivente, è intreccio di energia
e flussi di materie. L’arte può sconfinare liberarsi dai lacciuoli. Con il linguaggio artistico ci trasmette il piacere
di vivere e di apprezzare e il colore dell'artista è un invito a volerci bene. Ci
invita ad entrare nella sua opera Nera.
L'arte è interazione. L'artista è probabilmente condizionato dalla società per
poter vendere. Autoregolamentazione
è interazione. L'arte, comunque, non si
lascia condizionare perché segue il proprio pensiero. Abbandonare la tecnologia per seguire la profondità del proprio
pensiero …
Per Gaetano Sabetta c’è dualità nel manifesto creato da Nera. Il filosofo analizza la società che ha così poco
sentimento … Il tramonto della politica
è ragione calcolante e vorrebbe che
l'arte denunciasse questa mancanza di
sentimento ... Idea di relazionalità perché l'individuo è relazione e ciò che ci
circonda è effimero. Quindi l'uomo è
relazione ...
Antonella Nigro afferma che l’arte di
Nera è diversa, ha a che fare con la materia, la manualità, l’astrattismo e la
musica c'entra molto insieme al colore.
Il manifesto riporta Nera all'interno del
900. È storico, profondo, critico rispetto all'arte contemporanea. L'artista
va in strada ma il futurismo distrugge
la convivialità ... Pausa e condivisione
è ritrovare se stessi. Ritrovare l'unicità
che caratterizza ciascuno di
noi. Vestire l'arte perché la
prima forma di arte è il Vestire
... La natura e l'arte salveranno
l'uomo dal materialismo. Cerchiamo di essere come l'artista
è di andare alla ricerca di sé
stessi. L'arte è ciò che svela. Il
colore è poi un utilizzo di
grammatica visiva.
Manifesto d’arte – La legge dell’amore
L’
uomo è anche e soprattutto
amore, capace di dare via libera
al pensiero e alla sensibilità
dell’essere, capace di essere folle per inseguire un sogno. Attraverso l’espressione
dell’animo umano l’artista, con il suo operare, cerca il dialogo e il confronto con gli
uomini sui temi del proprio tempo ... L’artista allora si riversa nella strada e … si
veste d’interiorità e chiede ad ognuno di
partecipare nella ricerca dell’essere smarrito, soffocato dalla tecnologia, in nome
dell’amore e della conservazione della specie.
Manifesto per la legge dell’Amore:
1) Occorre, oggi, ritrovare l’uomo nel caos
del mondo e metterne a nudo le caratteristiche, per poter dare attuazione alle naturali
potenzialità interiori, alla verità non visibile, alla ricerca. E’ un’esigenza insopprimibile, quando un sistema intrappola,
avvince e destabilizza la mente, rendendola
dipendente ed annullandola;
2) Il cambiamento, il termine di un’epoca
che mette fine all’uomo-macchina, pieno di
corse e di affanni; quello dettato dal Futurismo, dove il trionfo della macchina e il
tentativo di meccanizzare la vita scandita
da motori è la regola. Tutto organizzato,
tutto stabilito, l’orologio che segna il vivere
quotidiano per instaurare una macchina a
comando anche nella testa dell’uomo;
3) Concedersi pause, meditazioni per fare
posto al sentire sensibile, quello che pone
l’uomo in sintonia con l’essenza, con la
madre terra, con l’universo, in una realtà attuale fatta di corsa continua, di esigenze, di
scadenze;
4) Ritrovare se stessi significa essere capaci
di richiamare quel carattere che rende
l’uomo unico nel creato e, per questo, simile al suo Creatore;
5) Conoscere la materia oltre la forma per
cercare nel cosmo le regole che danno origine alla vita; cambiare le abitudini e dare
importanza a quelli che sono i caratteri che
distinguono ogni uomo;
6) L’uomo di oggi deve muoversi verso la
partecipazione e la messa in evidenza della
propria centralità, del proprio fulcro contenitore di elementi-caratteri specifici;
7) Non più muti testimoni degli eventi che
guardano alla luce che illumina le cose, ma
luce-pensiero che origina eventi;
8) Caratteri racchiusi in un colore-elemento-segno-spessore-vuoto, in viaggio
continuo, con la possibilità di combinarsi
in svariate, infinite situazioni. Particelle minuscole di materia colorata che si disperdono emettendo impulsi e creando
combinazioni che originano materia nuova
in un viaggio senza fine;
9) Un’interiorità che risplende, fatta di tutte
le gradazioni degli elementi- colore, per
collaborare e decidere sulle azioni della vita
che incessantemente fluisce;
10)Prendere una manciata di rosso o di Calcio, due pezzi di verde o di Zinco mescolati
all’azzurro del Selenio, è il modo per concretizzare un pensiero energetico, profondo, continuo. Rapportarsi con una
lunghezza d’onda o con un’altra, equivale
a scegliere un colore diverso per ogni momento del vivere;
11)Materia- energia, lunghezza d’onda che
fa parte dell’essere umano e del colore nel
cervello dell’uomo, ma non solo, perché
questa luce, con le stesse leggi regola tutto
ciò che ci circonda. L’uomo trova corrispondenza con le leggi del cosmo, per cui
ogni risposta data alle leggi che regolano
l’universo è una risposta all’interiorità
dell’umano. Cercare risposte sulla luce
vuol dire anche cercare la luce interiore che
alberga nell’animo di ogni essere come
pezzetto intero di una grande massa;
12)Spogliarsi di tutte le informazioni acquisite vuol dire ritrovarsi con l’intimo che risiede nel profondo: e allora il colore è
energia divina, che adopera i pigmenti colorati per il formarsi spontaneo di forme.
GASTRONOMIA
a cura di Diodato Buonora http://diodatobuonora.blog.tiscali.it
n° 23 23/06/2016
15
Ottima cucina e squisita accoglienza
al “Panta Rei” di Cicerale
C
icerale è un ridente paesino
del Cilento di poco più di
1.200 abitanti. È famoso per
essere un luogo di eccellenza per la
coltivazione dei ceci, che qui sono
anche un presidio Slow Food. I ceci
di Cicerale hanno dimensioni ridotte
e un gusto intenso e cremoso. Sono
molto ricercati dai più famosi ristoranti regionali e nazionali che sono
alla ricerca di cose buone e particolari. Però fate attenzione, molti locali
nel descrivere i propri piatti abusano
di questo nome, nel senso che nonostante lo elencano negli ingredienti,
utilizzano i ceci della grande distribuzione che sono meno buoni e naturalmente meno costosi. Questa
introduzione, sicuramente l’avrete capito, è dovuta perché la mia consueta
tappa gastronomica mi ha portato in
questo comune. Siamo in contrada
Defeselle, nella zona industriale, ai
confini con il comune di Giungano.
Per arrivarci, venendo da Capaccio,
dalla S.S. 18, si esce all’uscita di
Giungano/Ogliastro e si arriva fino al
bivio di Mattine di Agropoli. Continuando dritto dopo poche decine di
metri si svolta a sinistra e ci si lascia
“guidare” dalla strada (a tutti gli incroci andare dritto). Qualche km e
sempre sulla sinistra si trova l’insegna Panta Rei. Qui, Angelo Astone
con Jessica Russo hanno aperto il B
& B “Panta Rei Relax Rooms”. Da
poco più di 2 mesi, oltre alle 2 curate
e confortevoli camere, è stato aperto
una piccola osteria che ha come
obiettivo principale offrire una buona
cucina e una squisita accoglienza. Per
questo motivo, in cucina è stato “ingaggiato”
Carmelo
Prinzo, uno chef dalla
mano felice che valorizza le materie prime
locali con fantasia e innovazione, restando con
i piedi per terra. Intendo
dire senza stravolgere i
nostri gusti e senza
“sfarfallare” con l’utilizzo di fiorellini, schiumette e pennellate. Il
posto è in un luogo isolato, o meglio
in un’oasi di pace dove il solo rumore
che potete percepire è il cinguettio
degli uccelli. La struttura rivestita di
pietre è ben fatta e da prontamente
l’idea che chi l’ha voluta, ha studiato
tutto nei minimi particolari. Davanti
al locale ci sono una trentina di posti
sotto una bella veranda in legno, oltre
ad accessori di cantina come barrique
e vari contenitori. All’interno più o
meno gli stessi numeri di coperti distribuiti in due graziose e accoglienti
salette, dove nella stagione fredda si
può anche usufruire di un bel e rustico camino. Noi, in 3, ci siamo stati
di sabato a pranzo e siamo stati ricevuti da Jessica e Angelo. Jessica ha un
trascorso di cameriera di sala in diversi locali di Paestum e molti si ricorderanno che era nota per la sua
solarità e le grandi doti che aveva nel
comunicare. È sempre riuscita a mettere il cliente a proprio agio ed era un
piacere vedere come svolgeva il suo
lavoro con grande passione. È trascorso del tempo e le sue piacevoli
maniere sono rimaste uguali. Angelo,
invece, ha ereditato da nonno Angelo
e da papà Gianni la passione per la viticoltura. Nel 1978, anno di nascita di
Angelo, è stato impiantato un vigneto
di Barbera e Sangiovese. Oggi, per
continuare la tradizione di famiglia
sono stati impiantati anche Aglianico
e Primitivo e nel giro di poco tempo
è in programma di impiantare Fiano
e Falanghina. Il tutto per un totale di
3 ettari. Intanto, con qualche piccola
difficoltà, è stato prodotto e etichettato il primo vino chiamato “Gianni
53”, dedicato a papà Gianni, un blend
Nella foto: Jessica Russo, Carmelo Prinzo e Angelo Astone
di Sangiovese e Barbera. Per migliorare la qualità e per essere indipendente, nei pressi del Panta Rei, è stata
costruita una piccola cantina e Angelo, dalla vendemmia 2015, si avvale della consulenza del bravo
enologo Sergio Pappalardo, che nel
suo “credo” dice apertamente di puntare su vini con antiossidanti naturali
escludendo chimica e solfiti. Tornando a tavola, anche se abbiamo
dato un’occhiata al menu, abbiamo
lasciato fare a Jessica e allo chef. Abbiamo iniziato con l’antipasto Panta
Rei, una serie di centrotavola composti da bruschette al pomodoro, rustico
con ricotta e scarola, zucchine e carote tagliate a bastoncini e fritte, Bucolico (bocconcino di bufala caldo
con lardo su letto di rucola e pomodorini), verdure di stagione, formaggi
e affettati misti cilentani. A seguire un
gradito risotto con fiori di zucca e
pancetta e successivamente, per farci
vedere l’ottima qualità della carne, ci
hanno servito, al “centro”, la tagliata
di Spartaco (controfiletto di vitellone
con rucola, pomodorini e scaglie di
parmigiano) e le costolette di agnello
alla scottadito. Abbiamo chiuso in
dolcezza con l’ottima e squisita crostata di nonna Titti (mamma di Angelo) preparata con i fichi del Cilento.
Come vino, abbiamo bevuto il vino
sfuso della Cantina Astone che ha degnamente e meravigliosamente accompagnato il nostro pranzo in
quest’oasi di pace e tranquillità.
Siamo stati veramente e sinceramente
bene e certamente, quanto prima, ritorneremo. Che aggiungere: al Panta
Rei … “tutto scorre” per Angelo e
Jessica per avere un futuro felice,
ricco di successi e soddisfazioni.
Complimenti. Costo: circa 25 euro a
persona.
Osteria Panta Rei, Contrada Defeselle –
84053 Cicerale (SA). Tel. 0974.270666.
www.pantareirelaxrooms.it
La ricetta
Mezzi paccheri al
cartoccio con
mozzarella,
soppressata
e zucchine
Ingredienti per 4 persone: 300 g
di mezzi paccheri di Gragnano,
100 g di mozzarella di bufala, 2
pomodori pelati, 120 g di zucchine
piccole, 150 g di soppressata cilentana, prezzemolo, olio extravergine d’oliva e sale.
Preparazione: fate cuocere i
mezzi paccheri in abbondante
acqua bollente salata e scolatela al
dente. Tagliate la soppressata a listarelle, i pomodori pelati a cubetti
e le zucchine a rondelle sottili. In
una padella mettete due cucchiai di
olio e fatevi rosolare per 2 minuti
le zucchine, poi aggiungete la soppressata e il pomodoro. Dopo 2
minuti aggiungete la pasta e mescolate bene per circa 1 minuto.
Trasferite il tutto, in egual misura,
su 4 doppi fogli di alluminio. Aggiungete la mozzarella a cubetti,
un po' di olio e chiudete il cartoccio. Metteteli in una teglia e cuocete in forno caldo a 200° per 5
minuti. Aprite il cartoccio, cospargete di prezzemolo tritato e servite
con il cartoccio.
Vino consigliato: Poseidon 2015,
Primitivo Paestum Igp, I Vini del
Cavaliere di Paestum.