N°24 del 30/06/2016

Download Report

Transcript N°24 del 30/06/2016

chic & cool
wedding
€ 1 , 00
0828. 1992339 - unicosettimanale. it - redazione@unicosettimanale. it
Editore: Calore s. r. l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale:Viale della Repubblica, 177
Capaccio Paestum (Sa) - “Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1,
comma 1, Aut: 952/ATSUD/SA - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25, 00€
Amministratori
buon lavoro
L.R.
A
i margini del processo di
modernizzazione, il Cilento ha superato in modo
precario e squilibrato tradizionali
ostacoli determinati dai condizionamenti dei circuiti interni ed internazionali del mercato e dalla
povertà dei prerequisiti economici di base.
Le certezze del meridionalismo
classico hanno ceduto il passo
alla sperimentazione di modelli
frutto di sofisticate analisi teoriche, dalle quali si evincono dati
ancora più frammentati e contraddittori.
Invece, il sistema Cilento, al suo
interno segnato da una molteplicità di situazioni, va analizzato in
modo organico usando categorie
interpretative e non solo descrittive.
Anno XVII
n° 24 del 30 giugno 2016
Obiettivo Europa
Unione Europea: noi ci siamo
GIUSEPPE LIUCCIO
P
er una coincidenza fortunata
della vita, dal 1972/73 al
2000, ho vissuto una esperienza straordinaria che mi ha fatto
crescere, e molto, nel segno della
cultura, come uomo e come cittadino di respiro internazionale.
Tutto nacque da una intuizione felice di lavoro: la proposta di una
trasmissione su RadioRai, dal titolo “OBIETTIVO EUROPA”, che
dibattesse i problemi dell’Unione
Europea con ricaduta sull’Italia e
quelli italiani a proiezione europea.
La proposta fu accettata e me ne fu
affidata l’ideazione e la conduzione con ben tre ore settimanali
sulla prima rete radiofonica.
SEGUE A PAGINA 6
SEGUE A PAGINA 7
ROCCADASPIDE
CAPACCIO-PAESTUM
La “stagione” della politica
BARTOLO SCANDIZZO
È
estate, quando a Capaccio Paestum tutto gira intorno
alla "stagione". Quel risvegliarsi del mondo degli affari
che spera, molto spesso consapevolmente, di fare il
pieno di risorse per affrontare l'altra "stagione", quella bassa,
che dura ancora troppo: da Ottobre alla primavera.
SEGUE A PAGINA 3
PAESTUM
Il peso della vergogna
GIUSEPPE LIUCCIO
I
l direttore del Museo e dell’Area Archeologica di Paestum,
Prof Gabriel ZUCHTRIEGEL, ha scritto recentemente su
uno dei più diffusi quotidiani nazionali un articolo dai toni
duri, che si configura come una vera e propria mini. (molto
mini) “lezione di etica della responsabilità” ci va giù pesante
sia nel linguaggio che nel contenuto. Il succo del suo affondo,
ridotto all’osso, in sintesi è il seguente.
SEGUE A PAGINA 9
Auricchio scrive
a Lorenzin
IL SONDAGGIO
Italia in Europa:
dentro o fuori?
RIDUZIONE A CURA DI ANTONIO NIGRO
I
l vicesindaco Girolamo Auricchio di Roccadaspide ha steso
una Proposta di modifica del
nuovo Piano Ospedaliero della Regione Campania approvato con decreto del commissario ad acta n.
33/16 del 17/05/2016, in riferimento
alla classificazione del Presidio Ospedaliero di Roccadaspide, poiché gli
viene negato la classificazione di Ospedale di Base sede di Pronto Soccorso.
SEGUE A PAGINA 3
In seguito al Brexit
(l'uscita della Gran
Bretagna
dall'UE),
anche in Italia ci sono i
sostenitori di un'uscita
dell'Italia dall'Unione
Europea.
Tu come la pensi?
Sono favorevole alla
permanenza dell'Italia
nell'Unione Europea
Sono favorevole all'uscita dell'Italia dall'Unione Europea
Per votare il sondaggio, è possibile collegarsi al sito internet
www.unicosettimanale.it
2
CULTURA
n° 24 30/06/2016
Ghote rivive a Paestum in compagnia di Schobert e Beethoven
Nel tempio di Nettuno una serata unica
BIESSE
L
a musica di Johann
Schobert rimbalza tra
le colonne doriche del
tempio di Nettuno. Due giovani amanti si intrecciano in
abbracci che sfociano in baci.
Sullo sfondo la Basilica si stiracchia dal basso dei suoi
2700 anni di esistenza: una
donna seduta con le lunghe
gambe, ma corte per i gradoni
che portano al sacello del
tempio, che pendono nel
vuoto; gli occhi di una donna,
che sta male, in faccia al tramonto.
Il tempio di Cerere che
piange per invidia perché sa
che a breve sarà posto, senza
pace, da sfondo in altri spet-
tacoli nei quali Esso è prestato come quinta di sfondo.
Tanta gente premiata dall’aver accolto l’invito di Gabriel Zuchtriegel che ha
chiamato Ganesh V. Ghote a
testimone del bello incantato
e paesaggio da lui descritto
durante il Gran Tour ‘con i
sui bufali che si immergono
in pantani da dove emergono
strade impraticabili’.
Tutti noi, gente che sa quanto
bene fa essere parte prediletta
dall’umanità perché nati e
passati, camminando a braccetto con la storia.
La tempesta di Ludwig van
Beethoven cade come rugiada sulle nostre anime rinate a rinnovata sensibilità
verso il bello che non aspetta
altro di essere protagonista
per i nostri sensi.
Dall’altro "Nettuno" (il ristorante) rimbalzano auguri di
festa.
Sullo sfondo, verso il mare,
pirotecnici fuochi macchiano
il tramonto.
Chi, come me, siede sui gradoni d’accesso al sacello del
tempio, lascia nell’ignoto gli
intrusi e resta ad ascoltare
l’altro del mito che soffia, ancora un po’, intorno ai pensieri che qui sanno essere mai
banali. Intanto, le gocce di
note di Beethoven si posano
ancora, a strati, fino alla fine.
Zuchtriegel è soddisfatto. Il
suo andare deciso nella direzione tracciata al momento
del suo insediamento dà certezza agli operatori e al personale che ogni giorno si
vede più partecipativo.
Exit e niente più! La secessione è il vizietto di tutti
i piccoli e grandi nazionalisti, tradotto in campanilisti
BARTOLO SCANDIZZO
La storia e le cronache sono pieni di ambiziosi ed esibizionisti che per un po' di visibilità e tornaconto venderebbero l'anima al diavolo.
Gli esempi sono innumerevoli anche solo a fermarci in
casa nostra, in Italia. L'autarchia proclamata dall'Italia fascista in sfregio alla sanzioni proclamate dalla Società
delle Nazioni contro l'invasione dell'Etiopia; L'Sud Tirolo
che, nonostante fosse stato loro concesso uno status che
l'Austria non ha mai voluto dare al Nord Tirolo, per decenni ha continuato ad ammorbare gli Italiani con rivendicazioni d'indipendenza; La Sicilia e la Sardegna con le
loro ambizioni autonomiste foraggiate con relative ingenti
risorse risarcitorie ...
Poi ci sono state le tentazioni secessioniste della Lega
Lombarda e Liga Veneta, poi diventata Lega Nord: "solo
noi possiamo competere in Europa. IL Sud è la nostra
palla al piede!" . Oggi siamo in attesa della Lega Italia
che vuole l'uscita dall'UE perché così potremo bombardare i barconi, far tacere il Papa, esaltare le genti del Sud,
e portarci tutti in vacanza in Tanzania, in Africa, dove
Bossi e company hanno nascosto il tesoretto in diamanti.
Infine, abbiamo i secessionisti in salsa nostrana. Il decine
di sindaci del Vallo di Diano e non solo che hanno fatto
deliberare alle giunte ed ai consigli comunali dei loro co-
muni la volontà di lasciare la Campania per abbracciare
la Basilicata in nome della Grande Lucania: "lì c'è il petrolio e il gas e sanno spendere i fondi europei." Molti sindaci, in nome della liberazione dagli ungulati (i cinghiali
provenienti dall'Est Europa lanciati dalle associazioni venatorie per rimpiazzare quelli autoctoni cacciati a colpi
di doppiette), hanno innalzato i forconi contro il Parco
Nazionale del Cilento, Diano e Alburni per riappropriarsi
della libertà di caccia e chissà di cos'altro ...
Gli esempi, come si può costatare, non mancano. Quello
che è venuta meno è la capacità di far di conto: ci conviene? È utile alle future generazioni ripartire dagli egoismi nazionalisti, grandi e piccoli, o valorizzare e
implementare le esperienze di convivenza civile che
hanno fatto del nostro continente un'area di dove le "controversie internazionali si risolvono in modo pacifico
senza ricorrere alle armi?"
Dobbiamo ringraziare la Gran Bretagna che on il referendum sull'uscita i meno dall'UE ha fatto aprire gli occhi a
tanti. Soprattutto consola il fatto che la stragrande maggioranza dei giovani di quella nazione (oltre il 70%) ha
votato per rimanere legati all'idea di un Europa di progresso e di pace. Questo ci fa ben sperare per loro, che
sono i nostri figli, e per quelli che li seguono a stretto giro,
che sono e saranno la nostra progenie!
Tel 0828. 1992339
Fax 0828. 1991331
e-mail: redazione@unicosettimanale. it
url: www. unicosettimanale. it
Direttore Responsabile Bartolo Scandizzo
In redazione Lucio Capo e Gina Chiacchiaro
Grafica ed Impaginazione Veronica Gatta
Testata realizzata da Pietro Lista
Stampa C.G.M. s.r.l.
Contrada Malagenia, 84061 Ogliastro Cilento - (SA)
tel. 0974 844039
Iscritto nel Registro della Stampa periodica del Tribunale
di
Vallo della Lucania al n. 119 Responsabile Trattamento
Dati
Bartolo Scandizzo
Abbonamento annuale 25, 00 Euro
Abbonamento web € 10, 00
Arretrati: € 2,00 + sp. di sped.
Per abbonarsi:
Codice IBAN:
IT55 Y083 4276 1400 0401 0040 585
intestato a Calore s. r. l.
Tiratura: 3500 copie
Il N° 24 di Unico è stato
chiuso in redazione il 28/06/2016
ed è stato avviato alla spedizione agli
abbonati il giorno 30/06/2016
presso il CPO di Salerno
ROCCADASPIDE
Auricchio scrive a Lorenzin
“I dati AGENAS ci danno ragione”
RIDUZIONE DI ANTONIO NIGRO
E
ppure il P.O. di Roccadaspide
ha dimostrato di essere molto
valido. I dati AGENAS (Agenzia Nazionale Sanità) hanno rilevato
che il P.O. di Roccadaspide è posizionato nella classifica per la cura delle
malattie del cuore al terzo posto tra le
eccellenze in Campania, precedute
solo da due strutture private convenzionate; inoltre la trasmissione televisiva Striscia la Notizia, dopo le
indagini e l’inchiesta sulle prenotazioni per le ecografie addominali
negli ospedali della provincia di Salerno, ha evidenziato che su ben 18
ospedali, solo nella struttura di Roc-
cadaspide la prestazione veniva effettuata in appena sei giorni, senza
quindi difficoltà di prenotazione e di
esecuzione. L’efficienza della struttura è stata evidenziata anche dai sistematici controlli operati dai NAS
che hanno accertato e documentato
che tutti i dipendenti erano al loro
posto di lavoro.
Questa realtà ha sede in un territorio
interamente montano con caratteristiche geomorfologiche difficilissime,
con scarsa e fatiscente rete viaria ed
una popolazione prevalentemente anziana. Se si considerano i comuni interni alla Valle, le distanze per
n° 24 30/06/2016
raggiungere il più vicino P.O. diventano incredibili (oltre 75 Km). Il servizio che offre è su una popolazione
dislocata in oltre 22 Comuni, disseminati su oltre 770 kmq; eppur con gli
alti livelli di qualità, mantiene livelli
di spesa ben inferiori agli altri Presidi
Ospedalieri, tanto è vero che non incide sulla formazione del disavanzo.
A causa della difficile gestione territoriale a cui deve far fronte, è necessario che al detto P.O. non gli venga
negata la classificazione di Ospedale
di Base sede di Pronto Soccorso e che
venga applicata la deroga per tale
classificazione, anche se l’utenza è
compresa tra gli 80.000 e 150.000
abitanti come del resto è previsto
dalla Legge che prevede tali deroghe.
Pertanto è altamente iniquo ridurre i
posti letto da 70 a 20, perché è una
scelta che si pone in netto contrasto
3
con la previsione normativa e con le
reali condizioni di tutela della salute
su una vasta area territoriale come la
suddetta. Invece in aree territoriali più
ristrette dal raggio di soli 30 km sono
previste tre strutture ospedaliere come
nel caso di Eboli, di Battipaglia e di
Oliveto Citra, che sono, fra l’altro, rapidamente e facilmente raggiungibili
fra loro grazie all’autostrada e a numerose altre arterie statali e provinciali a scorrimento veloce. Inoltre si
evidenzia una disparità di trattamento
anche con Vallo della Lucania che
presenta una percentuale di posti letto
per 1000 abitanti di ben 5,9; Polla 3,1
per mille abitanti; Eboli 3,3; Sapri
2,5; Roccadaspide di soli 0,3 posti
letto per 1000 abitanti.
La relazione completa è sul sito
www.unicosettimanale.it
La “stagione” della politica
Voza - Sica - Ragni - De Rosa - De Caro - Franco ai blocchi di partenza
SEGUE DALLA PRIMA
BARTOLO SCANDIZZO
S
i diceva, una volta, che se il fatturato del
mese agosto era pari a quello dell'intero anno,
allora l'annata poteva considerarsi soddisfacente.
Ecco perché, pare strano che l'altra attività che
coinvolge il popolo capaccese, quella relativa alla
politica nostrana, fa capolino nelle discussioni
d'avanti ai bar dell'area archeologica, sotto i portici
di Capaccio Scalo, in piazza Tempone al capoluogo, intorno ai tavoli appartati dei ristoranti, dei
bar, in bella vista, dell'area archeologica o all'ombra
di qualche pianta nelle contrade agricole della città
dei templi.
Infatti, è facile intravedere il gruppo vicino ad Enzo
Sica, sindaco ribaltato nella polvere da parte della
sua stessa maggioranza, che da tempo tesse la tela
del suo sicuro rientro in gioco in occasione delle
amministrative previste per la primavera del 2017.
Come è facile prevedere che ci sia la presenza del
Movimento 5 stelle alle prossime consultazioni,
visto l'attivismo di Ernesto Franco nel mettersi in
mostro con iniziative di denuncia e di continue incursioni sul web. Il loro punto di riferimento, oltre
all'algoritmo della Casaleggio associati, è Michele
Cammarano, consigliere regionale M5S, che non
perde occasione per brindare e gioire, su FB e in
ogni luogo, per l'indubbio successo che arride al
movimento ad ogni latitudine nazionale.
C'è poi, l'uomo di tante battaglie, Nicola Ragni, che
dopo aver attraversato varie consigliature negli ultimi 15 anni, è ancora alla ricerca di un ruolo che
lo metta al riparo da invidie e accuse di prevaricazione da parte di compagni di lista e di sindaci che
si sono visti minacciati dal suo metodo pragmatico
nel gestire la cosa pubblica. Allora, non c'è alternativa per lui: dovrà mettersi a capo di un'aggregazione per diventare lui stesso il sindaco.
C'è, inoltre, da considerare il destino dell'attuale
sindaco, Italo Voza, che ha rimescolato più volte le
carte nel corso della sua sindacatura con lo scopo
di scompaginare i piani di amici e avversari che
avrebbero voluto defenestrarlo. Ci è riuscito e si
avvia a concludere il mandato, cosa sulla quale
pochi avrebbero scommesso. In fondo è risultato
più perspicace dei suoi predecessori nel "tirare a
campare" navigando nel mare procelloso della "politica" capaccese. Infatti, ha attraversato indenne
l'azzardo delle sfere geodetiche a Paestum, ha licenziato Enzo Di Lucia, suo amico e alleato della
prima ora; ha ripudiato Nicola Ragni e tutta la sua
1^ giunta; ha manovrato in modo spregiudicato le
leve degli incarichi fino a renderli quasi inefficaci
ai fini programmatori e utili solo a conquistare
spazi di manovra; ha saputo valorizzare uno dei
pochi uomini che hanno seguito a Capaccio Paestum, Franco Sica, dandogli carta bianca per le deleghe a lui assegnate; ha accolto di buon grado il
nuovo direttore del parco archeologico di Paestum,
ma ora la presa di distanza tra i due è evidente ...
Voza, però, non ha attraversato invano i quattro
anni del suo mandato: Ha portato a termine lavori
e completato opere come la piscina comunale
(inaugurata ma non aperta), la metanizzazione, il
collegamento pedonale Paestum – Torre di mare,
ha trasferito la sede centrale del comune all'ex pretura (sempre nel capoluogo) ... Resta il nodo non
sciolto del Puc (Piano Urbanistico Comunale), il
padre e la madre di tutte le cadute delle ammini-
strazioni precedenti. Tant'è vero che, nonostante i
proclami e il fatto che l'arch. Rodolfo Sabelli abbia
concluso e consegnato il progetto nelle mani del
sindaco da tempo, esso è stato messo sotto chiave
ed ancora ben chiuso nel "cassetto della sua scrivania"!
In questa giostra di alleanze e di riallineamenti,
quelli che più degli altri avrebbero potuto trarre
giovamento dalla confusione sarebbero stati i consiglieri di opposizione Gennaro De Caro e Franco
Tarallo. Purtroppo, quando gli alleati diventano avversari, gli amici si traducono in nemici, i compagni di strada invertono la direzione ... tutto diventa
confuso e perfino i ruoli, che per legge sono codificati nella loro semplicità, sono irriconoscibili da
elettori ed eletti. E quelli che restano con un'idea
legata ai "partiti" stanno a guardare ...A conferma
di ciò, ecco profilarsi all'orizzonte un altro medico
che da tempo non nasconde di voler salire i gradini
del "Palazzo di città" con la fascia tricolore: Antonio De Rosa, Tonino
per gli amici.
Tra tutti i "cavalli"
di razza o meno che
vorrebbero candidarsi, ovviamente, si
troverà una selezione. Ci saranno
delle aggregazioni,
delle allenze, dei
confronti,
degli
scontri ... e noi saremo qui a raccontarli al meglio.
Antonio De Rosa
4
n° 24 30/06/2016
Soldi per i forestali dalla Bcc di Aquara
L'istituto di cui è direttore generale Antonio Marino ha anticipato le risorse per pagare gli stipendi
ROCCADASPIDE
Fondi con il Piano Sviluppo Rurale 2014-2020
Il ruolo di Banca del territorio riconosciuto
alla Bcc di Aquara dai lavoratori forestali
e dalle Comunità Montane a cui l'istituto
di credito di cui è direttore generale Antonio Marino ha anticipato risorse finanziarie che hanno permesso agli enti di erogare
parte delle spettanze dovute agli operai.
Impegno riconosciuto dai tanti presenti
alla conferenza svoltasi venerdì mattina 24
giugno a Roccadaspide presso la sede
della Comunità Montana Calore Salernitano.
"La Bcc di Aquara ancora una volta ha
mostrato notevole sensibilità permettendo
di affrontare in maniera adeguata una situazione che ha creato non poche incertezze a tanti lavoratori e numerosi disagi
alle loro famiglie. Un rapporto proficuo
che ha denotato davvero la costante vicinanza al territoreio ed a chi opera su di
esso", hanno sottolineato Angelo Rizzo e
Pino Plamieri, rispettivamente presidenti
della Comunità Montana Calore Salernitano e di quella Alburni. "La BCC del territorio viene in soccorso nei pagamenti
delle mensilità arretrate ai forestali, un modello, un sistema che ha permesso alle nostre Comunità Montane di poter anticipare
alcune mensilità a centinaia di famiglie di
lavoratori forestali e di dipendenti, nell'attesa che la Regione colmi il disavanzo
delle spettanze arretrate 2015 e 2016. - ha
sottolineato il direttore generale Antonio
Marino - Una richiesta che è venuta anche
dal nostro Governatore Vincenzo De Luca
e che le Comunità Montane hanno subito
accolto, nei limiti del possibile".
La BCC di Aquara non è nuova ad iniziative a sostegno delle difficoltà delle famiglie in un momento così difficile come
quello che stiamo attraversando; la BCC
del territorio conosce bene la realtà e le criticità in cui opera, anzi conosce le persone,
una ad una, ne comprende le difficoltà e
cerca di attivare collaborazioni anche istituzionali, per trovare soluzioni adeguate.
Un grande patrimonio identitario dei nostri
territori rurali e montani, una sponda sicura su cui poggiare alcune politiche amministrative, una certezza in più di avere
riferimenti saldi e non solo economici, ma
di solidarietà e di valori che mettiamo a
servizio dell'intero Paese. Soddisfazione è
stata espressa anche da Enzo Luciano, presidente regionale dell'Unione Comunità
Montane, Sindaci del territorio, dirigenti
amministrativi e rappresentanze di base
dei lavoratori forestali.
Piano Sviluppo Rurale 2014-2020: la Bcc
di Aquara chiede tempi certi per l'apertura
dei bandi.
Istanza illustrata dal presidente della
banca, Luigi Scorziello, nel corso dell'incontro svoltosi martedì scorso a Roccadaspide presso l'aula consiliare.
Immediata la risposta di Franco Alfieri,
sindaco di Agropoli e consulente per
Agricoltura e Forestazione del presidente
della Regione Vincenzo De Luca, che ha
sottolineato come alcuni bandi siano stati
già avviati ed altri lo saranno nelle prossime settimane.
Il sindaco di Roccadaspide, Gabriele Iuliano, ha sottolineato l'importanza della
programmazione dei fondi europei in
agricoltura per le imprese e gli enti locali.
DICONO DI NOI
«Banca che merita grande fiducia»
"Se non ci fosse credo che occorrerebbe prontamente adoperarsi per creare una banca come la Bcc
di Aquara sempre pronta ad offrire il massimo sostegno sia alle famiglie che alle imprese presenti
sul territorio. - spiega Giulio Russo, imprenditore
nel settore dell'informatica a Salerno - Soprattutto
il Conto Anticipo fatture permette di ottenere liquidità immediata e rappresenta davvero una boccata
d'ossigeno per chi in molti casi, soprattutto quando
opera con gli enti locali, si trovava costretto ad attendere mesi e mesi per vedere onorato quanto
spettante". Tiziana Pastore, operatrice commerciale
a Capaccio, dal canto suo sottolinea che "la disponibilità e la professionalità palesata dal personale
della Bcc di Aquara non hanno eguali e permettono di potersi affidare con assoluta
tranquillità a questo istituto di credito". Mentre Silvana Esposito di Agropoli, impiegata, è in procinto di sottoscrivere l'apertura di un conto corrente presso la Bcc
di Aquara perche "le condizioni offerte sono estremamente favoreli e molti servizi
vengono offerti senza costi. Come il bancomat che permette di prelevare presso
tutti i punti in ogni località sull'intero territorio nazionale".
CONVENIENZA
Conto Ordini Professionali: tanti vantaggi
La Bcc di Aquara offre particolare attenzione
agli iscritti degli ordini professionali della
provincia di Salerno. I clienti che dimostrino
di essersi iscritti ad un ordine professionale
da meno di tre mesi possono richiedere un
affidamento in C/C con l'applicazione di un
tasso agevolato del 3,00% per il primo anno
e successivamente il tasso debitore ordinario.
Inoltre la Banca riserva i serguenti vantaggi:
Bancomat con prelievi in euro gratuiti da
qualsiasi sportello; Pagobancomat senza
commissioni; Inbank, la banca a portata di
mouse; pagamento utenze.
Tutte le informazioni possono essere richieste presso la sede di Aquara e gli sportelli a Roccadaspide, Castel San Lorenzo, Capaccio, Santa Cecilia di Eboli, Oliveto Citra, Campagna, Battipaglia e Salerno.
VALLO DELLA LUCANIA
n° 24 30/06/2016
IN FARMACIA
M5S e PD: "Ametrano e Sansone incompatibili". Ruocco si dimette
Aloia si insedia e dà il via al secondo mandato
VERONICA GATTA
S
abato 25 giugno si è insediato il consiglio comunale neo eletto dai
cittadini di Vallo della Lucania.
In questa occasione i due
gruppi di opposizione si sono
dimostrati forti e coesi su un
punto fondamentale: il Movimento Cinque Stelle, ha sollevato
la
questione
di
incompatibilità a ricoprire la
carica di Consigliere Comunale
nei confronti di Marcello Ametrano, seguito dal gruppo del
candidato sindaco non eletto
Nicola Botti che ha sollevato la
medesima questione nei confronti non solo di Marcello
Ametrano ma anche di Celestino Sansone.
Rispetto all'eletto Marcello
Ametrano è stata contestata la
situazione di conflitto derivante
dal fatto che questi ricopre la
carica di Presidente del C.d.A.
della società Yele S.p.A., società strumentale che è controllata dal "Consorzio per la
costruzione e la gestione degli
impianti di smaltimento dei rifiuti solidi urbani - Co.Ri.Sa4",
di cui il Comune di Vallo della
Lucania detiene una quota di
partecipazione al capitale sociale del 6,45 per cento.
Entro dieci giorni il componente della giunta guidata da
Tony Aloia, dovrà presentare
documentazione all'assise con
le sue controdeduzioni sul caso,
a quel punto spetterà al consiglio decidere sul da farsi.
Per quanto riguarda l'eletto Celestino Sansone è stata contestata la situazione di conflitto
derivante dal fatto che questi ricopre la carica di componente
Marcello Ametrano
del C.d.A. della
Banca del Cilento
e Lucania Sud,
Istituto di Credito
Tesoriere
dell'Ente.
L'istanza, però, è
stata
respinta
senza altri approfondimenti.
Ma le novità non
finiscono qui: Nicola Botti e Francesca Serra –
consiglieri eletti
con la lista civica
"La Forza del Futuro" – hanno ufficializzato
la
costituzione del
gruppo consiliare
del PD: «un fatto
storico, estremamente positivo per
il partito, un fatto
di cui gioire ed essere fieri nonostante la sconfitta
elettorale», ha affermato Riccardo Ruocco, segretario dimissionario dello stesso partito.
Ma non tutti sembrano essere
d'accordo. Portavoce del malcontento è Cristiano De Cesare
– Presidente dell'Assemblea
degli iscritti di Vallo della Lucania – che commenta la costituzione del gruppo come un
«fatto di inaudita gravità dal
punto di vista politico. Reso ancora più evidente dal carattere
civico della lista "La Forza del
Futuro". Una scelta che compromette le linee ideali e programmatiche
del
Partito
Democratico».
Ma, nel PD, "aria di tempesta"
si respirava già prima delle elezioni quando alcuni esponenti del
partito minacciavano la costituzione
di
una
quarta lista con
l'Officina
diciotto21.
Tuonante arriva la
risposta di Ruocco
che accusa: «credo
che la vera cosa di
gravità inaudita
[...] è che qualcuno si sia ricordato di essere
dirigente del PD
Vallese solo ad
elezioni
finite,
solo dopo aver remato contro ed
ostacolato in tutti i
modi il proprio
partito prima e durante la campagna
elettorale o, addi-
5
MANGIARE CEREALI
INTEGRALI FA BENE
ALBERTO DI MURIA
iocchi d'avena, crusche,
farri e farine integrali
nasconderebbero uno
dei segreti della longevità: secondo un nuovo vasto studio
scientifico americano, chi mangia regolarmente
cereali integrali corre meno rischi di morte prematura.
Infatti, da due studi, uno realizzato sulla popolazione femminile e uno su quella maschile è
stato provato come consumare cereali integrali
riduca il rischio di mortalità precoce. Presi in
considerazione fattori che influenzano il rischio
di morte, come l’età, il fumo e l’indice di massa
corporea, è risultata chiara la stretta correlazione
tra un maggiore consumo di cereali integrali e
una minore mortalità. Nello specifico il monitoraggio dei volontari dell’esperimento ha messo
in evidenza che a ogni porzione (pari a 28
grammi al giorno) di cereali integrali corrispondeva una mortalità più bassa del 5% e una mortalità dovuta nello specifico a malattie
cardiovascolari del 9%.
Gli studiosi hanno pubblicato i risultati a cui
sono pervenuti sulla rivista medica Jama Internal
Medicine.
Pur non essendo digeribili e non avendo alcun
valore nutritivo, le fibre accrescono il senso di
sazietà, regolano la funzionalità intestinale, aiutano a mantenere sotto controllo i livelli di glicemia e colesterolo del sangue e favoriscono
l’equilibrio della flora batterica intestinale. Per
queste ragioni il consumo di prodotti integrali da
sempre sono stati raccomandati dai nutrizionisti
come alimento onnipresente all’interno delle nostre diete, anche perché, per la poca lavorazione
delle farine integrali, tendono ad essere più sincere. La scoperta sulla riduzione di patologie cardiovascolari se durante la vita si consumano più
fibre e prodotti integrali è una consapevolezza in
più che si va ad aggiungere ai benefici già conosciuti che questi alimenti apportano.
[email protected]
F
Riccardo Ruocco
rittura, a campagna elettorale
conclusa durante lo spoglio
delle schede in diretta tv!».
Intanto fanno scalpore le dimissioni di Riccardo Ruocco,
ormai Ex segretario del PD di
Vallo della Lucania «responsabilmente rassegnate dopo aver
concluso importanti adempimenti di partito» specifica
Ruocco. «Ora bisogna avere la
capacità di voltare pagina, di
costruire un PD che si migliora,
un PD forte, credibile e responsabile che sappia ripartire dalle
cose positive ossia dai consensi
ottenuti, dai consiglieri che
hanno costituito il gruppo PD e
dal sostegno ricevuto in campagna elettorale dai rappresentanti istituzionali del PD locale,
regionale e nazionale».
Intanto a coloro che si pongono
domande circa i manifesti affissi nella cittadina con la
scritta “La Forza del Futuro
c’è”, Ruocco dice: «Presto si
capirà il perché».
I S APORI D EL VALLO
di S uriano F. & C . s .a.s.
FRESH PASTA
THE FRESH PASTA COMPANY
Produzione artigianale del Parco del Cilento e Vallo di Diano
Via Largo Silla - 84030 SILLA DI SASSANO (SA) - Italy
(+39)
0975 72 676
www.isaporidelvallo.it - [email protected]
6
SOCIETA’
n° 24 30/06/2016
“Buon lavoro ai nuovi amministratori”
Al potere più tensione etico-civile
SEGUE DALLA PRIMA
L.R.
D
INFO&CONTATTI
tel 0828 730510 / fax 0828 72805
S. S 18, Km 89, 700 Capaccio
[email protected]
www. planetbeverage. it
a qui la necessità di esaminare
matrici storiche e ruolo sociale degli attuali quadri politici, burocratici e tecnici, composto in
prevalenza da personale impiegatizio,
il cui assorbimento nelle amministrazioni regionali e sub-regionali ha solo
in parte ammortizzato tensioni sociali
determinate dall'abnorme crescita
della disoccupazione intellettuale.
La situazione richiede adeguata preparazione al ceto dirigente locale per
individuare efficaci fattori propulsivi
di sviluppo. Una maggiore esigenza di
partecipazione ha consentito di porre
in termini nuovi il problema esigendo
che rinnovati aneliti istituzionali si accompagnino a stili amministrativi in
grado di assicurare effettiva dinamicità all'autogoverno locale e alla produttività sociale del potere pubblico.
Tuttavia, proprio quando il processo
decisionale sembra voler corresponsabilizzare maggiormente la dirigenza
locale, nell'opinione pubblica è cresciuta una sfiducia verso un ceto i cui
comportamenti danno spazio ad allarmate analisi per il ripetersi di sconcertanti
cronache
giudiziarie
e
condannabili pratiche amministrative.
Frequenti accuse di eccessive ingerenze dei partiti, penetrati in ogni articolazione della vita civile con gravi
conseguenze sulla moralità e sulla
funzionalità, danno ragione a chi ritiene consolidata la logica spartitoria,
che sacrifica il bene comune a pretese
particolari. Ogni progetto di regolamentazione territoriale e di gestione è
condizionato da un’interminabile fase
di mediazioni compromissorie operate
da gruppi impegnati a far prevalere logiche ed interessi settoriali. Si sono favoriti saldi ed organici legami di
potere tra sistema politico-partitico e
realtà locale.
La gamma di comportamenti dei politici di professione consente di cogliere
meglio la transizione tra l'antico ceppo
piccolo e medio borghese, legato ad
arcaici meccanismi di mobilità sociale, ed il neoterziario politico-professionale formatosi in strutture
polimorfe ed interclassiste. Il gruppo
dirigente, dopo aver liquidato le residue stratificazioni culturali legate al
galantomismo della borghesia terriera,
grazie ad una spesa pubblica concentrata soprattutto nel settore sanitario
col conseguente emergere di tanti medici prestati alla politica, è riuscito a
controllare l’attribuzione delle risorse
trasferite dal bilancio statale a quello
regionale e da questo agli altri enti intermedi. Intanto la gestione tecnica
delle procedure di spesa ha rafforzato
la funzione dei quadri burocratico-intellettuali i quali, mediante il controllo
interno di partiti e sindacati e la diretta
assunzione delle rappresentanze nelle
istituzioni pubbliche, sono i veri detentori del potere politico ed amministrativo a livello locale, capaci di
gestire il processo decisionale orientando l’opinione pubblica in misura
simmetrica all'incremento della spesa
pubblica. Per anguste logiche di reclutamento e le modalità di selezione in-
[email protected]
terna invalse nei partiti e nei sindacati,
criteri improvvisati o indefiniti di assunzione dei quadri tecnico-burocratici favoriscono il consolidarsi di un
gruppo vischioso, il cui comportamento s’ispira a pragmatismo con
scarsa tensione etico-civile. Ne deriva
la difficoltà di un’effettiva riforma
della prassi amministrativa nei piccoli
e medi comuni del Cilento, dove l'integrazione delle nuove istituzioni con
la popolazione risulta più difficile.
Si solidifica, perciò, il clientelismo in
tutte le sue forme. Amicizie, parentela,
rapporti contrattuali di subordinazione, trasformismo politico animano
una prassi che consente di strumentalizzare a fini locali i programmi nazionali. La struttura clientelare
lentamente si è confrontata con le dimensioni di massa presenti anche
dalla società cilentana, dove la domanda politica si è articolata in una
rete organizzativa che coinvolge i rapporti di produzione e le forme di dominio mediando tra interessi diversi,
a volte contrapposti, funzione che
esalta il depositario del concreto potere di persuasione. Così, le elezioni
comunali, base dell’esperienza partecipativa, non diventano estrinsecazione della volontà collettiva, ma
occasione di lotte claniche; i criteri seguiti nell’individuazione di liste contrapposte seguono sempre gli stessi
schemi. Anche quando si proclamano
radicali rinnovamenti, finalità ultima
rimane il monopolio nella gestione
della finanza pubblica. Gli interventi
non animano il processo produttivo; in
un contesto statico e in una economia
di sussistenza ci s’impegna, in genere,
per preservare interessi speculativi nel
settore immobiliare grazie alla ristrutturazione urbanistica disciplinata da
piani regolatori comunali stilati “ad
usum dephini”!
Il localismo di questa prospettiva e
l’intensità di questi legami consolidano perifericità e dipendenza da relazioni locali pre o meta-politiche, una
statica omogeneità per la sostanziale
stabilità del voto anche quando cambiano i vincitori. Così fratture socioeconomiche, storiche, psicologiche
continuano a pesare sulle possibilità di
sviluppo, di pianificazione e di governo del territorio, situazione poco
rosea, che rende arduo il compito di
amministratori veramente motivati e
disposti a minare l’egemonia dei soliti
noti che hanno ricevuto immeritate
conferme.
PARCO CILENTO DIANO E ALBURNI
n° 24 30/06/2016
7
Unione Europea:
noi ci siamo
SEGUE DALLA PRIMA
GIUSEPPE LIUCCIO
D
urò circa 30 anni dal 1972 al
2000, appunto negli anni cruciali della costruzione dell’UE, che, dopo l’elezione del
Parlamento a suffragio universale e
diretto, anno dopo anno, si allargava
con entusiasmo a nuovi stati membri
fino a raggiungere la soglia dei 28
riempiendosi di contenuti con trattati
di ampio respiro: Schegen e Maastricht e poi i grandi progetti transnazionali (Erasmus), i gemellaggi e
l’ibridazione della cultura nel segno
della conoscenza di popoli e civiltà e
nel clima della pace che ci ha fatto conoscere ed amare la nostra comune
matrice europea. Avevo una postazione fissa al Parlamento di Strasburgo ed una alla Commissione di
Bruxelles. Dai miei microfoni radiofonici (RAI) passarono politici, economisti, intellettuali di respiro
internazionale. Ci furono anche allora
difficoltà e tempeste diplomatiche,
ma erano prevalentemente di crescita.
Ricordo che in una di queste ebbi la
fortuna di intervistare François Mitterand (mi aiutò molto la mia militanza socialista con la mediazione di
un collaboratore del Presidente), che
chiuse l’intervista con una dichiarazione emblematica che aveva del profetico “Mon cher jeune caramarade –
mi disse – ou l’Europe sera socialiste
ou non sera”. E da allora posi sempre
più l’attenzione critica su una politica, del Parlamento e della Commsione UE, che privilegiava la
direttrice Est-Ovest, a scapito di
quella Nord-Sud; e cuore e ragione
mi portavano a guardare con malcelata simpatia all’Europa del Mediterraneo con l’enorme patrimonio dei
suoi valori di cultura materializzati
nei miti, nella grande storia, nell’arte
e nei monumenti a fronte di quella del
Nord che vantava patrimonio sconfinato di ricchezze, di potere finanziario, accumulato con il culto
tipicamente calvinista del lavoro. E
nella mia ingenuità, di utopia folle,
sognai una equa redistribuzione della
ricchezza, possibile se fecondata dalla
circolarità della CULTURA EstNord-Ovest-Sud. Ma l’egoismo ha
avuto la meglio ed il referendum della
Gran Bretagna con la vittoria del Brexit ha vanificato un sogno di pace durato 80 anni circa. Non nascondo la
mia delusione vissuta con un misto di
stizza verso gli Inglesi, che hanno ubbidito alla logica dell’egoismo e si
sono lasciati incantare dalle sirene del
populismo. Ora c’è da temere un effetto domino nei paesi dall’europeismo incerto, e sono tanti, e dalle
lacerazioni invocate a gran voce dai
populisti di professione che si agitano
anche all’interno dei PAESI di saldo
e radicato europeismo. Italia, com-
presa. Quello che preoccupa di più è
la diffusione contagiosa del “tanto
peggio tanto meglio” che cresce a
macchia d’olio anche, e addirittura,
tra ceti popolari, avvelenati dalla crisi
economica, dalla mancanza di lavoro,
dall’emigrazione demonizzata. Sono
i tre problemi chiave su cui una classe
politica responsabile dovrebbe battere
più insistentemente per neutralizzare
i populisti in buona fede, e ce ne sono,
e quelli interessati e in mala fede che
sono la maggioranza, puntualizzando
1) una Europa lacerata non potrebbe
gareggiare economicamente con colossi tipo Stati Uniti, Giappone, Cina,
ed India; 2) la Gran Bretagna va recuperata a questo disegno strategico
di caratura mondiale, ricordandole
che ha salvato la democrazia in Europa aiutandola a sconfiggere fascismo e nazismo; 3) che l’Europa del
Sud è erede di storia e valori che le
consigliano di aprire confronti, lanciare ponti e facilitare meticciati ed
ibridazioni di civiltà, di cultura, di
economie, e, conseguentemente, di
lavoro e di pace, con l’area vasta del
Mediterraneo e del vicino Oriente.
Ognuno deve fare la sua parte, anche
qui da noi, in provincia di Salerno, in
generale, e del Cilento, in particolare,
dove esiste e si fa sempre più drammatico il problema di una classe dirigente incapace di far emergere dal
proprio passato i principi ispiratori di
una Europa moderna e che si possono
sintetizzare così: 1) l’universalismo
della Magna Grecia di Paestum e
Velia; 2) il respiro mediterraneo e
mondiale della scuola medica Salernitana e della Repubblica Marinara di
Amalfi; 3) la positività del “ribat” di
Agropoli; 4) il mito di Palinuro, il
Grand Tour e la letteratura di viaggio
come proposta di turismo di qualità
nel segno della Cultura; 5) il monachesimo di respiro europeo (La Certosa di Padula); 6) l’esperienza
dell’emigrazione e la legge dell’accoglienza. Di questi temi ho parlato e
scritto molto negli anni, ma ritengo
che sia opportuno ritornarci ancora. E
lo farò, perché questi temi entreranno
nella coscienza della gente con radicata convinzione se c’è una Classe dirigente all’altezza del suo compito,
capace di tacitare nell’immediato la
canea degli imbonitori di turno con la
spudoratezza senza limiti di pontificare di strategie di Politica europea.
È questa la “mission” della Politca
più responsabile. E vanno in questa
direzione le riflessioni che faccio qui
di seguito. Tutti noi di sinistra, intellettuali e non, ci siamo educati e formati politicamente alla lotta di classe
nei decenni postbellici, negli anni ’50
e ’60 del secolo scorso. Ma da allora
ne è passata di acqua sotto i ponti!
Appartiene al vissuto storico collettivo l’epopea dei contadini per l’oc-
cupazione delle terre. Ed è archiviata,
a volte, finanche la memoria dei morti
di Melissa e Montescaglioso per abolire il latifondo ed immettere nel mercato fecondo della produttività la
proprietà contadina. Oggi la classe
contadina non c’è più, frantumata in
categorie spesso in rapporto conflittuale tra di loro. All’epoca c’era la
grande industria, pubblica e privata,
che già mungeva abbondantemente
alle poppe dei contributi dello Stato
e, di fatto, influenzava, a volte imponeva, le linee dello sviluppo alla Politica compiacente, se non addirittura
asservita. Oggi c’è la media e, soprattutto, la piccola impresa, l’esercito
delle partite-Iva, che, di fatto, dà
cuore, intelligenza e professionalità al
90% della produzione del settore. Ed
anche in questo mondo la crisi e la
frantumazione è sotto gli occhi di
tutti. Il ceto medio, che in Italia storicamente non è mai riuscito a configurarsi come classe, è polverizzato in
mille molecole orgogliosamente e
cocciutamente ancorate alla propria
specificità, spesso preoccupate di rasentare la soglia delle nuove povertà.
A seguire è schierato l’esercito dei
pensionati, con poche vergognose
nicchie di privilegio e falangi di piluccatori di briciole alle prese drammatiche del miraggio di fine mese. E,
ancora, la massa di commercianti e di
artigiani, tanti onesti a reggere a fatica
le sorti di mini-aziende familiari, tantissimi furbi a gonfiare portafogli e
conti in banca con la evasione fiscale.
Da alcuni decenni, poi, la marea del
meticciato degli extracomunitari, se e
quando riesce a sopravvivere ai burrascosi naufragi degli sbarchi clandestini, inonda città, villaggi e
campagne per un lavoro, mal pagato
e niente affatto tutelato. Ed inquina e
falsa, di fatto, occupazione e reddito.
Sono questi soltanto alcuni aspetti
della mutazione antropologica, sociologica e politica della nostra società.
Ed, ovviamente, una sua lettura in
chiave di lotta di classe sarebbe insufficiente, inadeguata ed ampiamente
superata, Forse le chiavi interpretative del fenomeno vanno trovate
nell’analisi delle categorie, che conquistano spazio e protagonismo all’interno delle vecchie classi, ma più
spesso le superano e le travalicano in
un trasversalismo dirompente ed invasivo. A fronte di questi cambiamenti tanto rapidi quanto epocali, la
Politica confessa, impotente, prolun-
gati attacchi di afasia o, nel migliore
dei casi, balbetta incomprensibili e ridicoli bla-bla in incontri, seminari,
conclavi. E cala paurosamente il consenso dei cittadini e cresce, a dismisura, la disaffezione, il rifiuto, il
disgusto della e per la militanza con
il grave e sempre più incombente pericolo della tenuta democratica. Questo in genere è il panorama nazionale.
Se l’analisi si sposta a livello regionale il quadro si fa ancor più allarmante con una classe dirigente, la cui
afasia è addirittura cronica, e che, miracolosamente, acquista la voce e
grida le proprie ragioni nelle risse,
quasi settimanali, delle lottizzazioni,
per promuovere, quasi sempre, incapaci ed incompetenti. Invece è attiva
e scientificamente organizzata la malavita organizzata, che fa rete e sistema ed ha partita facile a stracciare
la politica, impadronendosi, di fatto,
dei gangli vitali della vita produttiva
ed imponendo il proprio modello di
sviluppo. Nel nostro Cilento, poi, la
classe politica non balbetta bla-bla, né
soffre di attacchi di afasia. Semplicemente non c’è,fatta salva qualche rara
e lodevole eccezione. Eppure lo sviluppo del turismo, dell’ambiente, dei
Beni Culturali in chiave produttiva e
che restano le uniche ricchezze da valorizzare ed esaltare, reclama un progetto efficiente e condiviso da
operatori pubblici e privati, in grado
di fare rete e sistema. Un’altra classe
dirigente, meno pigra, demotivata e,
soprattutto, non rassegnata a vivere
parassitariamente di rendite di posizione avrebbe attivato da tempo indagini di mercato, avrebbe arruolato il
fior fiore di intellettuali e professionisti del settore ed avrebbe fecondato
il territorio di scuole di formazione
per sfornare giovani preparati e competenti nelle nuove professioni che
Turismo, Ambiente, Beni Culturali
reclamano ed impongono. Così non è.
E temo che sarà ancora così per lungo
tempo. Ciò nonostante, i pochi uomini responsabili e di buona volontà
non possono e non debbono tacere.
La Sinistra storica ha dilapidato un
enorme patrimonio di lotte e di ideali.
Perché? Tenterò di rispondere in un
mio prossimo servizio, alla luce
anche di un’analisi delle mutazioni
etno-antropologiche, sociologiche e,
conseguentemente, politiche delle comunità cilentane.
liuccogiuseppe@gmail com
8
EUROPA
n° 24 30/06/2016
Stare fuori o dentro l’Europa non è proprio
la stessa cosa: decidere non è un gioco
S
ono lontani quei tempi, a me
raccontati minuziosamente dai
miei genitori, in cui c’era chi veniva da lontano a comprare il nostro
oro giallo, per poi rivenderlo chissà
dove nel mondo. Lo assaggiavano e se
era buono lo volevano tutto. Il nostro
olio extravergine di oliva non faceva
in tempo ad arrivare nelle giare che
già c’era almeno un compratore
pronto a svuotarle. I miei genitori facevano fatica persino a lasciare nelle
giare il quantitativo necessario al fabbisogno familiare per l’anno in corso.
Ma così era per tutti coloro che facevano l’olio buono. Ora è tutto diverso,
ora se sei capace, se sei organizzato,
lo vendi su internet. E ora c’è l’Europa
che prima non c’era.
Sono lontani quei tempi in cui ovunque andavi sentivi il profumo dei
campi in fiore e la voce degli animali
che richiamavano l’attenzione. C’era
vita nelle nostre campagne! Ora i
paesi non puzzano più, ma mangiamo
quello che le multinazionali ci propinano!
Ed ora diamo tutta la colpa all’Europa.
Abbiamo individuato il responsabile
dei nostri disagi, è l’Europa. Si, è tutta
colpa dell’Europa, la nostra “matrigna”. Ora è tutto più chiaro. Finalmente abbiamo trovato il nostro capro
espiatorio, meno male, neanche stavolta è colpa nostra. E’ colpa dell’Europa se oggi esiste internet e se si
vende con l’e-commerce. E’ colpa dell’Europa se nel frattempo noi non abbiamo avvertito la minima necessità di
formarci e di rinnovare il nostro bagaglio culturale per ciò che riguarda le
nuove tecnologie, volte a migliorare le
nostre condizioni di vita e di lavoro.
Molti stanno su facebook e confondono facebook con internet, non è
esattamente la stessa cosa. E’ colpa
dell’Europa se oggi viviamo in un
mondo quasi del tutto globalizzato,
col fenomeno del terrorismo che
ormai ci perseguita facendoci sentire
il fiato sul collo. E’ colpa dell’Europa
se il fenomeno dell’immigrazione ha
raggiunto numeri imponenti così
come li conosciamo e li percepiamo
oggi. Ed è colpa dell’Europa se la disoccupazione, soprattutto quella giovanile e femminile, ha raggiunto
livelli di difficile sopportazione e se
chi un lavoro ce l’ha lo vive comunque in una condizione di precariato
cronico.
Ma è davvero tutta colpa dell’Europa?
E’ vero, l’Europa deve cambiare sotto
tanti aspetti, ma non può essere tutto
da buttare. E’ stata una settimana difficile per l’Europa che ha dovuto affrontare gli esami di Gran Bretagna e
Spagna a pochi giorni di distanza
l’uno dall’altro. Fino a qualche giorno
fa erano in pochi coloro che conoscevano il significato del termine Brexit,
ora tutti conoscono nei minimi dettagli il senso della parola. Dopo la morte
della parlamentare britannica Jo Cox,
anche i mercati internazionali scommettevano sulla permanenza della
Gran Bretagna in Europa, ma al risveglio c’è stata una doccia gelata per i
mercati e per l’Europa che ora deve
affrontare una serie di incognite. Dopo
la caduta del muro di Berlino credo
che sia l’evento storico più eclatante
degli ultimi decenni. In questo mondo
globalizzato ci saranno una serie di
azioni prevedibili, altre meno. Le
borse internazionali hanno subito i
primi tracolli, la sterlina si è già svalutata del 10% il giorno dopo (e sta
continuando la sua discesa), il nostro
spread ha già fatto un primo sobbalzo.
Ora si aprono altri scenari e si pongono anche i primi interrogativi. Altri
Stati vorranno indire un referendum
per uscire da questa Europa che non
piace a nessuno? Che succederà agli
italiani che lavorano in Gran Bretagna? Dopo Brexit anche il progetto
Erasmus costerà di più? Che succederà alla Scozia che ha votato per rimanere dentro all'Europa? La Gran
MASSIMILIANO DE PAOLA
Bretagna si scioglierà?
La Scozia ha già chiesto un voto bis
per l’indipendenza, mentre i ministri
degli esteri europei vogliono subito
l’uscita della Gran Bretagna dall’UE.
La Scozia ha chiesto di avviare i colloqui immediatamente con le istituzioni europee e con gli altri paesi
membri dell’Europa per esplorare
tutte le possibili opzioni atte a proteggere il posto della Scozia in Europa.
Un secondo referendum per l’indipendenza della Scozia dalla Gran Bretagna è realmente una richiesta sul
tavolo.
I risultati di questo referendum inglese
confermano, come hanno sostenuto in
molti in questi ultimi giorni, che certi
tipi di decisione, soprattutto in campo
scientifico ed economico-politico, non
possono essere delegati al popolo tramite referendum. Il popolo decide con
la pancia e non tramite la competenza.
È il sistema di formazione della classe
dirigente che in Europa va riformato.
La vera rivoluzione ci sarà quando si
dividerà il potere politico da quello finanziario e la politica diverrà di nuovo
rappresentanza del popolo e controllo
sui poteri economici.
[email protected]
POLLA. Confunisco promuove
un dibattito sullo sviluppo sostenibile
Giovedì 30 giugno,alle ore 17:30,
presso la sala convegni "Family Center" nella zona industriale di Polla, si
svolgerà un dibattito dal titolo "Verso
un'ecologia sociale: lo sviluppo sostenibile crea nuove opportunità di lavoro.
Una lettura dell'enciclica "Laudato SI"
come stimolo alla crescita della nostra
comunità". Dopo i saluti di Don Paolo
Longo, Parroco chiesa di San Pietro
Apostolo e Benedetto; di Rocco Giuliano, Sindaco di Polla; e di Giampiero
Nola, Presidente CONSIAP; interverranno Giovanni Cafaro, Presidente Nazionale Confunisco; Maria Rosaria
Pilla, Presidente Regionale Movimento
Cristiano Lavoratori; Franco Picarone,
Presidente Commissione Bilancio Regione Campania e Don Antonio Cetrangolo, Vicario Episcopale per la
Catechesi. Le conclusioni saranno affidate all'Onorevole Fulvio Bonavitacola,
Vicepresidente
Regione
Campania e a Mons. Antonio De Luca,
Vescovo diocesi Teggiano Policastro.
A moderare il dibattito sarà il giornalista de "Il Mattino" Antonio Manzo.
L'iniziativa è promossa da Confunisco
- la Confederazione e Unione di Sindacati Autonomi – allo scopo di favorire
un importante momento di riflessione
sulla stretta connessione esistente tra il
tema di un'economia sostenibile, rispettosa della natura e dell'ambiente, e la
possibilità concreta di costruire occupazione. Un vero approccio ecologico
- leggiamo nell'Enciclica Laudato Si diventa sempre un approccio sociale.
La crescita economica – dichiara Giovanni Cafaro, Presidente Nazionale
Confunisco - se non si connette al progresso sociale e morale, si rivolge, in
definitiva, contro l'uomo. Questa è la
consapevolezza di fondo che deve
orientare la politica economica ed ambientale. L'obiettivo di uno sviluppo
che si realizzi nel rispetto dell'ambiente
e a favore dell'intera comunità, creando
benessere e occupazione, è un elemento di congiunzione tra tutti coloro
che mettono al centro la persona
umana, a prescindere dall'ambito, politico-istituzionale oppure religioso e sociale, nel quale si opera. In qualunque
impostazione di ecologia integrale, che
non escluda l'essere umano – come afferma Papa Francesco - è indispensabile integrare il valore del lavoro .
Chiaro è il senso dell'appello del Pontefice: il lavoro umano non deve essere
sostituito dal progresso tecnologico, diversamente l'umanità danneggia sé
stessa. Occorre – conclude Cafaro continuare a investire sul capitale
umano, sulle persone, promuovendo
un'economia che favorisca la diversificazione produttiva e la creatività imprenditoriale".
La vergogna pestana secondo Zuchtriegel
Lezione di etica della responsabilità
GIUSEPPE LIUCCIO
“P
aestum è un disastro di abusi
edilizi di cui nessuno si vergogna”. Premetto che condivido sia nella forma che nella sostanza
la denunzia forte e ferma, tanto più valida perché viene dalla massima autorità
locale preposta alla tutela dell’Area Archeologica del mio territorio d’origine,
riconosciuto dall’Unesco “patrimonio
dell’umanità”. Auguro, pertanto con
tutto me stesso, cuore anima e
ragione,al direttore, a me e a tutti i miei
conterranei che il richiamo/denunzia
abbia i suoi effetti positivi, anche perché ha il grande merito di aver acceso
ai riflettori della grande stampa, degli
organi di vigilanza e della più vasta società civile su di un problema reale. Ma,
per onestà intellettuale sento il bisogno
di fare, in proposito, alcune riflessioni
forti , determinate e motivate, anch’io,
a supporto della battaglia, che trovo riduttiva, non so se per scarsa informazione, il che sarebbe grave, o per
eccesso di cautela diplomatica, il che,
se fosse vero, si configurerebbe come
mancanza di coraggio, da parte del direttore. Oltretutto c’è il rischio di sollevare un grosso polverone con la
conclusione tipicamente italiana: responsabilità generalizzata, assoluzione
assicurata. E mi spiego.
Cominciamo dall’incipit/premessa. “Il
vero problema di Paestum è di carattere
culturale”. Si tratta di una ovvietà banale, anche se acquista il tono solenne
dell’assioma detta e scritta dal Prof Zuchtriegel, nel suo ruolo di direttore del
Museo e dell’Area Archeologica, appunto. Vorrei ricordare, poi, innanzitutto a me stesso che è compito
primario ed ineludibile dell’illustre professore difendere e tutelare il patrimonio, che gli è stato affidato, per la sua
indubbia professionalità, ma anche con
la necessaria inflessibilità nei confronti
di quanti dovessero commettere Illegalità. A Paestum le illegalità sono tante,
troppe e da troppo tempo impudenti ed
impunite. Perciò si dovrebbe anche
riempire di contenuti la denunzia e fare
nomi e cognomi di chi ha operato gli
abusi. E distinguere tra abusivismo privato ed abusivismo pubblico. La denunzia del primo è approssimativa per
difetto e va ben oltre le 600 case denunziate nell’articolo. L’abusivismo pubblico, poi è molto più grave, anche
perché ne ha la responsabilità diretta o
indiretta la stessa Sovrintendenza o perché, l’abusivismo, lo ha fatto in prima
persona o perché lo ha tollerato, con silenzi assensi, con distrazioni di complicità sospette. Piacerebbe molto a me,
ma credo anche a tanti altri se il direttore Zuchtriegel scavasse negli archivi
polverosi del suo ufficio per capire chi
e come ha consentito che all’interno
delle mura ci fosse, fino a qualche anno
fa, addirittura un allevamento bufalino,
per non parlare di tutto il resto, con
vasca di rifiuti reflui a cielo aperto; chi,
in anni più recenti, ha tollerato che nascessero attività molto redditizie della
ristorazione e dell’accoglienza da parte
di pubblici amministratori in palese e
scandaloso conflitto di interesse; chi e
perché cambiasse destinazione d’uso a
manufatti abusivi e li trasformasse incivili abitazioni, su cui indaga Corte dei
Conti e Magistratura. Non crede il Prof.
Zuchtriegel che sia più valido ed opportuno fare piena luce sulla verità dei fatti,
attraverso un comunicato stampa ufficiale, sulla qualità e la quantità degli
abusi commessi e dei relativi responsabili anche per evitare che l’immagine
della città dei templi venga esposta quotidianamente alla ribalta della stampa
nazionale ed internazionale, con titoli
preoccupati e preoccupanti, con un
danno enorme per la sua immagine? E
ancora perché mai la Sovrintendenza
abbia autorizzato festival (?) di spettacoli estivi, qualcuno di valore, ma tanti
di dubbia qualità e, a volte, di quasi
nullo spessore culturale, alimentando,
nell’immaginario collettivo popolare, il
sospetto di comparaggio con qualche
operatore della ristorazione ma anche
autorevole ed influente sponsor pubblico degli eventi, per non parlare del
pericolo di danno alla staticità delle colonne doriche con la ressa degli spettatori e con le vibrazioni delle
strumentazioni musicali decisamente
inadatte alla delicatezza dei monumenti? E ancora non crede il direttore
che reclami una qualche spiegazione
quell’intervento mostruosamente invasivo del parcheggio a ridosso del nuovo
(non so quanto utile) sottopasso alla
Stazione di Paestum? Non crede il Direttore del Museo che questi interrogativi meritino una risposta credibile ed
esaustiva? La verità è un’altra, caro direttore, che il problema di Paestum è
certamente “un fatto culturale, ma lo è
anche, e forse di più, la mancanza di
una di una classe dirigente all’altezza
del compito, inadeguata, pasticciona,
velleitaria, pressappochista con l’aggravante della supponenza. Non a caso
quasi tutte le ultime amministrazioni
comunali hanno fallito e sono state costrette a dimettersi non appena si è
aperto il dibattito sul tema, ad alta tensione,del Piano Regolatore. Allora sono
scoppiate le contraddizioni e si sono
messe in moto le logiche perverse dei
veti incrociati finalizzate al trionfo degli
interessi sottesi e, per pudore sospetto,
mai confessati. Caro direttore mi permetto di darle un consiglio: in vista
della Mostra su “Possessione, trafugamento – falsi dell’antichità a Paestum”
prevista per il prossimo 2 luglio inviti
sindaci, assessori, amministratori di società, funzionari di alto grado del Comune di Capaccio Paestum degli ultimi
20 anni almeno per una diagnosi dei
mali antichi e recenti delle città,dal cui
dibattito potrebbe scaturire una terapia
efficace. Uso volutamente una terminologia medica molto familiare alla quasi
totalità dei sindaci dei recenti decenni
che spesso hanno la grave responsabilità, fatte le dovute eccezioni, di aver
utilizzato la propria professione per fare
carriera politica con conseguenze non
proprio lodevoli, secondo me, né per la
Politica, notare la maiuscola, né per la
loro professione. Caro Prof Zuchtriegel,
io queste cose, e tantissime altre avrei
voluto dirgliele in una confidenziale e
pacata chiacchierata nel chiuso del suo
ufficio, ma nonostante numerose e-mail
e telefonate alla sua segreteria sin dal
novembre del 2015, all’indomani della
sua nomina, non ho mai avuto né una
risposta, dovuta non fosse altro che per
un atto di civiltà e men che meno un appuntamento. Ho il sospetto che lei, o ha
chiesto informazioni a qualche autorevole amministratore locale, che non mi
ama per lo stesso motivo per cui dopo i
primi sospetti ed interessati attestati di
stima e simpatia cominci a non amare
più neppure lei, o,peggio ancora, perché
mi ha confuso con un dei tanti questuanti che bussano al suo ufficio. Io invece desideravo solo testimoniare il
mio amore di cultura, ovviamente non
altisssima e di ampio respiro come la
sua, per la mia città dell’anima come
provano i miei scritti e la ,mia militanza
giornalistica sessantennale alla RAI e
sulla carta stampata. Volevo dare e non
chiedere. E a tal proposito per completezza di discorso riporto qui di seguito
stralci di un mio articolo a commento
di una lunga riflessione dell’illustre prof
Gillo Dorfles su Il Corriere della Sera
del 2012 dal titolo “PAESTUM: FERITE ALLA BELLEZZA E CHIACCHIERE DA OMBRELLONE”.
Nell'ultima settimana Paestum ha fatto
irruzione, nella cronaca locale e nazionale, con tutto il carico della sua storia
prestigiosa, ma anche con la ricorrente
problematica delle sue esigenze insolute.
Ci ha pensato Gillo Dorfles, con una lucida riflessione sul Corriere della Sera,
ad accendere i riflettori dell'interesse
della grande stampa e della intellettualità che conta sulla leggerezza con cui
le autorità locali hanno consentito "un
percorso pedonale a pochi metri dalle
antiche mura ed il cui impatto cromatico e tecnologico ferisce crudelmente
la misteriosa solennità della fortificazione grecoromana, in quanto viene
squilibrata la percezione che si aveva
delle mura e viene alterato il rapporto
tra la strada e la cinta muraria. È l'ultimo sfregio dell'intervento pubblico
alla sacralità dell'arte e della storia dell'antica Poseidonia. E si aggiunge ai
tanti che ostentano inciviltà ed incultura
alla luce del sole: la strada che spacca
in due l'area archeologica ed impedisce
di riportare alla luce l'antico anfiteatro,
il Museo che ha cementificato con una
brutta struttura buona parte dell'area
nord dell'antica città, che da Porta Sirena si apriva alla serenità della fertile
campagna a trasmigrazione di colline e
di montagna verso il Soprano ed il Sot-
n° 24 30/06/2016
9
CA
CAPACCIO PAESTUM
tano a dominio della kora extraurbana,
per non parlare della fiera delle attività
private che impunemente occupano e
prosperano a ridosso della sacralità dei
templi Dorfles ha (ri)lanciato l'allarme
e lo ha fatto, da par suo, con garbo,
tatto, signorilità, ma anche lucida fermezza; e con la generosità disinteressata dell'intellettuale di vecchio stampo
ha suggerito qualche proposta operativa, su come "sarebbe opportuno, da un
punto di vista storico scientifico, ma
anche turistico, attivare maggiormente
la presenza dei visitatori, organizzando
itinerari archeologici ad alto livello,
guidati da specialisti, che permettessero
di rendersi conto non solo dell'imponente presenza dei templi, ma anche di
quella di altri siti archeologici" disseminati nella piana ed oltre.
E questa ultima riflessione di Dorfles
consente di affrontare il secondo tema,
che ha animato il chiacchiericcio della
polemica provinciale megafonata, per
vanagloria dei protagonisti, sulla
stampa locale: La Borsa Archeologica
del Turismo Colgo l’occasione per sottolineare con forza che:
1 - l'evento resta valido, perché si
muove nella logica della destagionalizzazione e non solo;
2 - le risorse pubbliche vanno spese con
oculatezza e non dilapidate;
3 - la Borsa deve accendere i riflettori
sia sugli scenari della grande storia del
passato che lungo le rotte del Mediterraneo, come fece di Poseidonia, i punto
di approdo e di snodo per la penetrazione verso l'interno di traffici, commerci e, conseguentemente, di incrocio
di civiltà, lasciando sul territorio tracce
di passaggio e presenza dei conflitti tra
indigeni e colonizzatori, nella ricca e
complessa evoluzione delle fasi storiche, in cui recitarono un ruolo non indifferente Etruschi, Greci, Lucani e
Romani con il contributo non indifferente di realtà politiche e commerciali
preesistenti o coeve, di cui l'antica Volcei, ancora tutta da scoprire, è testimonianza straordinaria, anche se non
l'unica;
4 - il territorio va coinvolto non soltanto
come passivo fruitore di un evento calato dall'alto, ma come protagonista attraverso operatori dei vari settori,
responsabilizzando e motivando soprattutto gli istituti scolastici dell'intera provincia attraverso l'attivazione di
percorsi didattici/formativi, che facciano riscoprire alle nuove generazioni
l'orgoglio di identità e di appartenenza
ad una "regione" geografica, che ha
fatto la grande storia, i cui eventi vanno
conosciuti nella logica del conoscere
per amare, amare per difendere, difendere per divulgare;
5 - nel corso dell'intero anno solare
vanno scaglionati una serie di altri
eventi a reiterazione/approfondimento
di quelli affrontati nel meeting di novembre e come anticipo/ricerca di
quelli da affrontare nel meeting dell'anno successivo ecc. ecc. ecc.
[email protected]
10 n° 24 30/06/2016
CULTURA
Porto d’Arte Contemporanea: si parte
Venerdì 8 luglio 2016 dalle ore 18.00 in poi, Acciaroli e Pollica Capitali dell'Arte Contemporanea in Italia.
Inaugurazione delle mostre del Maestro Sergio Fermariello e del Maestro Vincenzo Rusciano.
V
enerdì 8 luglio 2016 ci sarà
l'inaugurazione del PAC
Porto d'Arte Contemporanea
– Edizione 2016.
Venerdì 8 luglio 2016 ci sarà una
doppia inaugurazione.
Alle ore 18.00 presso il porto di Acciaroli, nel comune di Pollica (SA), il
Maestro Sergio Fermariello presenterà una doppia installazione.
Mentre sempre venerdì 8 luglio 2016
alle ore 20.00 a Pollica presso il Castello dei Principi Capano, ci sarà una
mostra del Maestro Vincenzo Rusciano.
Ad Acciaroli, nell'area portuale, il
Maestro Sergio Fermariello presenterà 3 sculture totem in ferro alte più
di 4 metri ed una catena in ferro, 2
metri di altezza per 4 di lunghezza.
A Pollica, presso il Castello dei Principi Capano, il Maestro Vincenzo Rusciano presenterà 2 tele 2 metri per 3,
una zattera lunga più di 4 metri ed
una casetta in legno.
Saranno presenti oltre agli artisti, curatori, intellettuali, galleristi e critici
d'arte da tutta Italia.
Le installazioni e la mostra possono
essere visitabili tutti i giorni fino a sabato 15 ottobre 2016.
Il 15 ottobre 2016 sarà presentato a
Pollica il catalogo.
Corso Italia, 39
Tel. e Fax 0828.723253
Capaccio Scalo (SA)
email: deslinelibero.it
Il Porto d’Arte Contemporanea è il
primo di questo genere in Europa è
un progetto innovativo che nasce da
un'idea di Valerio Falcone che si basa
sul rapporto fra l’identità storica del
luogo, Acciaroli - Pollica, ma, più in
generale, l’area del Mediterraneo e la
sua relazione che essa ha con le altre
culture, e le filosofie artistiche contemporanee riscoprendo la centralità
della nostra cultura rispetto all’intero
mondo occidentale.
Questa forma abbastanza anomala di
museo di Arte Contemporanea deve
assolvere a compiti diversi tesi a promuovere le forze creative dell’area
campana e mediterranea in generale.
Proprio per la particolarità di questo
progetto, infatti, il PAC si troverebbe
ad essere l’elemento centrale proprio
della rete del Mediterraneo diventando così il punto di riferimento artistico culturale dell’intera area.
Intorno al PAC ruoteranno molti dei
più grandi artisti, critici, galleristi ed
intellettuali di fama mondiale. Conferendo, così, a questo progetto uno
status ed una dimensione di elevato
spessore internazionale.
L'iniziativa ha ricevuto il matronato
della Fondazione Donnaregina per
le Arti Contemporanee / MUSEO
MADRE.
Inoltre è Patrocinato dalla Fondazione PLART, AMACI, Regione
Campania, Provincia di Salerno e
Comune di Pollica.
CAPACCIO PAESTUM
n° 24 30/06/2016
11
L’intervista a Maria Vicidomini
“Le politiche sociali vicino agli anziani”
ADRIANA CORALLUZZO
O
ggi chiacchieriamo con Maria
Vicidomini assessore alle politiche sociali e insegnante in
pensione nelle scuole primarie.
La settimana scorsa Unico ha incontrato Rosita Galdi, presidentessa di Elabora, che ha rivolto la
sua istanza di detrarre una somma
del 3% ai lavori pubblici per destinarli al sociale, direttamente all’assessore Vicidomini. La risposta di
quest ultima: “i progetti di Rosita
sono sempre eccellenti e profondi,
non è facile arrivare a questo carosello. In ogni caso quest’amministrazione sta volgendo al termine, Rosita
è una che ha voglia di sposarsi con la
politica e io l’ho sempre spinta a questo matrimonio perché lei ha pazienza,
costanza e capacità. Volere è potere”.
Lei a quale colore politico appartiene?
“Io sono per mia cultura: intima, storica, antropologica, una moderata.
Perché se io per mia natura vengo da
una famiglia di agricoltori, non devo
invidiare il professionista. Io tendo a
diventare professionista con tutto il rispetto per le mie origini. Io sono una
moderata perché vivo e lascio vivere.
Mi sono candidata nel 2004 con il sindaco Vincenzo Sica che rappresentava, all’epoca, il sindaco giovane,
capace e il simbolo di Forza Italia non
mi ha mai spaventato. Finita la storia
politica di Sica io mi sono candidata
con il professore Di Lascio che si
esprimeva in un gruppo di estrema sinistra, ma lui è stato un mio compagno di scuola, un uomo di grande
cultura. A chi mi accusa di saltare da
un’ideologia all’altra rispondo che io
sono Maria Vicidomini e se questo è
poca cosa rispetto alla personalità di
un tizio allora io sono poca cosa. Io
sono legata alle persone. E anche se
mi candido per un gruppo di estrema
sinistra io non riesco a guardare come
loro, così come non riesco a guardare
come quelli dell’estrema destra, io
sono una social liberale democratica”.
Quando ha ricevuto la delega come
assessore? E con quale progetto?
“Ho ricevuto la delega a fine marzo,
progetti in mente 0 perché tutto questo
IL SONDAGGIO DELLA SCORSA SETTIMANA
Un mare con barriere e pennelli
Il 96% dice no
L
a Regione Campania e la Provincia di Salerno
hanno finanziato un
progetto da 70 milioni
di € che prevede la realizzazione di opere rigide (barriere e pennelli
in pietra) per arginare il
fenomeno erosivo nei
30 km di Costa che
vanno da Salerno ad
Agropoli.
Da tre anni Legambiente e il Comitato Rinascimare
stanno
portando avanti una battaglia per contrastare
tale progetto. Le motivazioni della "battaglia"
sono da ricercare innanzitutto nella scarsa efficacia delle barriere
Impiegare i 70 milioni
di € per realizzare le
barriere e pennelli a
mare
Impiegare i 70 milioni
di € per riqualificare la
fascia costiera e la pineta
rispetto al contrasto all'erosione. Inoltre:
- hanno costi di manutenzione elevati;
- hanno un forte impatto
ambientale;
- compromettono la
qualità delle acque di
balneazione;
- provocano ristagni
d'acqua pericolosissimi
per i bambini;
- contribuiscono alla
proliferazione
dell'OSTREOPSIS
OVATA (alga tossica).
Il settimanale Unico ha
chiesto ai suoi lettori di
esprimersi su come è
meglio destinare il finanziamento.Di seguito
i risultati ottenuti:
Impiegare i 70 milioni
di € per realizzare le
barriere e pennelli a
mare: 4% - 1 voto.
Impiegare i 70 milioni
di € per riqualificare la
fascia costiera e la pineta: 96% - 25 voti.
Voti totali: 26.
è accaduto in concomitanza
con un incidente pedonale
che ho avuto. È capitato in
quel periodo perché la
giunta comunale di Capaccio è stata sfiduciata dalla
Regione Campania per
mancanza di quote rosa. Io
ero consigliere comunale dell’amministrazione Voza e siccome sono partita con un’esperienza di assessore
tecnico, i consiglieri di maggioranza
hanno ritenuto opportuno far entrare
in giunta l’unica consigliera comunale
che c’era, senza ricorrere a persone
esterne. Sono stata appoggiata, in quel
periodo, dal dirigente dell’ufficio: la
dottoressa Teresa Orrati che settimanalmente si recava presso la struttura
in cui ero ricoverata per portarmi a conoscenza delle cose da decidere”.
In consiglio comunale si evince la
volontà di costruire una cittadella
scolastica. Quali servizi offrirà questo nuovo polo?
“Io parlo di cittadella scolastica da 12
anni. A me interessa che nel prossimo
futuro si faccia, poi tutto quello che
offrirà è un plus. Io sono prima un’insegnante, ho lavorato nelle scuole a
costo zero con la voglia di emergere
nella professionalità della formazione
nostra per la formazione dei bambini.
Non il potere per il potere, ma il potere per prendere decisioni nell’interesse della crescita di una futura classe
di cittadini. Siamo in fase di progettazione”.
Di recente avete approvato l’avviso
pubblico per la presentazione delle
istanze di accesso al servizio di assistenza domiciliare (SAD). Praticamente cosa prevede?
“È assistenza agli anziani non autosufficienti, il primo bando si è chiuso
un mese fa con sole 5 richieste. Il
piano di zona con comune capofila
Roccadaspide ha ritenuto rinnovare il
bando per dare possibilità di accesso
a quelli che non l’avevano fatto. I destinatari sono le persone ultrasessantacinquenni in totale o parziale non
autosufficienza, non bisognosi di cure
sanitarie, che vivono soli o in nuclei
familiari ma che per particolari condizioni non sono in grado di prestare assistenza. Per ulteriori chiarimenti: il
martedì e il giovedì dalle 15:30 alle
Maria Vicidomini
17:30 Capaccio scalo piazza Santini,
invece il lunedì e il venerdì dalle 9 alle
12 Capaccio capoluogo via Vittorio
Emanuele n° 1. Stiamo preparando
anche il soggiorno climatico previsto
per circa 70 anziani che risiedono nel
comune di Capaccio e si svolgerà in
località Chiangiano Terme nel periodo
1 ottobre - 13 ottobre, il costo complessivo che il comune affronta per offrire questo servizio è di 25mila euro.
I requisiti sono: autosufficienza ed età
minima di 60 anni per la donna e 65
per gli uomini. I coniugi che non
hanno questi requisiti pagano la quota
per intero ma hanno il trasporto gratis
e l’assicurazione. Questo servizio è un
valido strumento di aggregazione,
perché spesso gli anziani soffrono
l’emarginazione della società attuale.
Inoltre il comune offre la palestra, il
consumo di elettricità ed aria condizionata giovedì e la domenica sera
agli anziani che si incontrano nella
scuola elementare per ballare”. L’assessorato delle politiche sociali di Capaccio è quindi vicino non solo ai
giovani ma soprattutto agli anziani,
“vecchiaia: tutto diventa lontano,
anche la stanza accanto – C. Gragnani”.
Via Strettina SCorzello o Strada Provinciale 13
(Capaccio-Trentinara) Km 8,5 - 84047 Capaccio Capoluogo (SA)
tel. +39 327 666 1064
AGENZIA DI PAESTUM
VIALE DELLA REPPUBLICA,18
84047 - CAPACCIO (SA)
Tel: 0828 723268 - Fax: 0828 725886
e-mail:[email protected]
CILENTO
12 n° 24 30/06/2016
Al via l’ottava edizione della “Settimana di spiritualità e cultura”
Pellare: una settimana di riflessione culturale e spirituale
ILARIA LONGO
D
al 28 giugno al 3 luglio si
svolgerà a Pellare, nell’antica
Chiesa di San Bartolomeo,
l’ottava edizione della “Settimana di
spiritualità e cultura” che, quest’anno,
avrà come tema generale “il Cilento
tra tradizione e innovazione nel XXI
secolo” . Ogni sera, alle ore 19.00, si
parlerà del nostro territorio analizzando la sua storia trascorsa e come si
sia sviluppato - dal punto di vista architettonico, storico, religioso, sociale
e culturale - rispetto ai cambiamenti
epocali che hanno investito il XXI secolo. Don Angelo Imbriaco, il parroco
di Pellare, organizza questo evento dal
2008 insieme ad un comitato formato
da sette persone. Ogni anno le tematiche affrontate nel corso della settimana
sono diverse ma, come sottolinea don
Angelo, “sono significative per il
tempo che viviamo. Ciò vuol dire che
sono argomenti che partono dalla storia del Cilento e si aprono ad ambiti
più vasti che, ovviamente, hanno ripercussioni sul nostro territorio. Quest’anno lo spunto per organizzare le
serate è giunto dalla pubblicazione del
libro che l’architetto Camillo Crocamo, su incarico del Parco del Cilento, ha realizzato a proposito delle
microarchitetture del Cilento, cioè
ponti, mulini etc., che sono sparse nel
territorio cilentano. Ci siamo chiesti, a
partire da questo libro: ‘che cosa è
cambiato nel Cilento?’”.
L’architetto Crocamo sarà presente
nella prima serata per parlare, appunto,
di queste microarchitetture che arricchiscono il Cilento.
Il 29 giugno, al termine della S. Messa
celebrata da Mons. Giuseppe Casale,
si discuterà di immigrazione, argomento attualissimo che interessa il Cilento non solo perché nei nostri centri
inizia ad essere visibile, seppur impercettibilmente, ma anche perché i cilentani sono stati emigrati e hanno vissuto
sulla loro pelle parte di questo fenomeno che oggi tocca tutto il mondo.
Il 30 giugno si parlerà dello sviluppo
del ruolo della donna a 70 anni dal suffragio universale. Durante questo
lungo periodo di tempo la donna ha
trasformato il proprio ruolo all’interno
della sua famiglia e della sua comunità
e questo è avvenuto sia a livello nazionale che nel Cilento.
Il 1 luglio verrà affrontato quello che
don Angelo definisce “un rapporto
problematico”, cioè quello esistente tra
la zona costiera del Cilento e quella interna. Le meraviglie di cui dispone la
costa cilentana, infatti, sono numerose
ma rischiano spesso di adombrare la
zona interna, ricca anch’essa di storia
e di bellezza.
Le ultime due serate (2 e 3 luglio) si
concentreranno sulla spiritualità. “Ci
soffermeremo”, spiega don Angelo,
“sulla religiosità popolare del Cilento
nelle forme tradizionali e anche in quei
nuovi scenari mondiali che papa Francesco ha aperto ormai da tempo a proposito delle altre culture e del rispetto
verso tutti. Parleremo dell’influsso
della figura del Pontefice in tutti i contesti mondiali”.
L’esigenza, nonché l’ideazione di questa settimana, è nata nel 2008 in concomitanza con un evento ben preciso:
la riapertura al culto dell’antica Chiesa
di San Bartolomeo che era stata chiusa
per 50 a causa dei lavori di restauro.
Questo luogo sacro avrebbe dovuto
ospitare sia le celebrazioni eucaristiche
che gli eventi culturali e, così, don Angelo decise di dar vita, in questo pe-
riodo dell’estate non ancora subissato
da feste e sagre, a un momento in cui
soffermarsi a riflettere sul nostro territorio, sui suoi cambiamenti e sulle sue
grandi potenzialità culturali.
“Lo scopo della ‘Settimana di spiritualità e cultura’ è quello di evitare di
chiudere i nostri paesi in queste serate
in cui si mangia soltanto”, sottolinea il
parroco. “È una sfida, perché non possiamo competere con le sagre popolari
che richiamano folle di turisti, tuttavia
cerchiamo di richiamare l’attenzione
sui nostri paesi che possono crescere
anche se è viva questa esigenza di
creare cultura”.
Nonostante gli organizzatori non abbiano mai sognato grandi numeri, sono
riusciti a sensibilizzare un discreto numero di persone che segue costantemente questi appuntamenti. Poi,
ovviamente, vi è un pubblico che varia
in base agli argomenti delle serate e/o
ai relatori presenti.
È fondamentale in un territorio come
il Cilento puntare i riflettori sulla sua
storia e sul suo ricco bagaglio culturale. Per questo dovrebbero aumentare
gli eventi come questa settimana pellarese che cerca proprio di evidenziare
che nel nostro territorio, oltre al buon
cibo e ai piaceri della tavola, c’è di più.
MISCELLANEA ITALIA
“
Pensione: elenco dei
requisiti per l’uscita
anticipata a 64 anni
al 31.12.1995) e contributive sulle anzianità accreditate successivamente al 31.12.2011.
“
”
Il 2016 ed il
2017 saranno gli
anni in cui diverse migliaia di
lavoratori potranno accedere
alla pensione
con i benefici recati dalla disposizione eccezionale di cui all’articolo 24, comma 15-bis del Decreto legge 201 del
2011. La Legge Fornero ha riconosciuto, infatti, ai
lavoratori del settore privato che abbiano raggiunto
la quota 96 entro il 2012 (60 anni e 36 di contributi
oppure 61 anni e 35 di contributi, valgono anche le
frazioni di quota) o di quelle lavoratrici che hanno
raggiunto, sempre alla medesima data, 60 anni di
età e 20 anni di contributi la possibilità di pensionarsi al compimento del 64° anno di età. Si tratta
di un requisito anagrafico non fisso perchè deve essere comunque adeguato alla speranza di vita: pertanto sino al 31 dicembre 2015 era pari a 64 anni e
3 mesi e dal 1° gennaio 2016 si è innalzato di ulteriori 4 mesi arrivando a 64 anni e 7 mesi. Occhio
dunque a controllare la propria posizione previdenziale per evitare la perdita di questo vantaggio che,
in fin dei conti, si traduce in un anticipo di ben due
anni rispetto alla normale età per la pensione di
vecchiaia (66 anni e 7 mesi). Si ricorda che questa
disposizione eccezionale interessa solo i lavoratori
dipendenti del settore privato: restano fuori dal perimetro dell’agevolazione, quindi, sia i lavoratori
autonomi che i dipendenti pubblici e che per il suo
accesso era indispensabile trovarsi in condizione di
attività lavorativa subordinata alla data del 28 dicembre 2011. E’ questa una delle principali cause
di esclusione dal beneficio. Ancora oggi non superata dalla politica. Attenzione anche a coloro che,
pur rispettando i suddetti benefici, raggiungono il
minimo contributivo necessario a raggiungere la
quota (cioè i 35 o 36 anni di contributi a seconda
dei casi) cumulando contribuzione afferente alle
gestioni speciali dei lavoratori autonomi. Si pensi,
ad esempio, ad un lavoratore dipendente al 28 dicembre 2011 che in passato ha versato contributi
in qualità di artigiano o commerciante. In questo
caso i lavoratori uomini devono essere in possesso,
al 31 dicembre 2012, della quota 97 (con almeno
61 anni e 36 di contributi o con 62 anni e 35 di contributi) e non più della quota 96. Una precisazione
da tenere a mente in quanto comporta, per alcuni
lavoratori, la perdita del beneficio. La disposizione
non determina penalizzazioni sulla pensione: pertanto il lavoratore continuerà ad ottenere una prestazione determinata con le regole di calcolo
retributive sulle anzianità maturate sino al 2011 (o
sino al 1995 se aveva meno di 18 anni di contributi
Carta d’Identità
Elettronica: una guida ai
costi per il richiedente
”
Il corrispettivo per la
carta d’identità elettronica è a carico del
richiedente. L’importo del corrispettivo da porre a carico
dei richiedenti la
carta d’identità elettronica a titolo di
rimborso delle spese
di cui è determinato in euro 13,76, oltre IVA e oltre
i diritti fissi e di segreteria, ove previsti. L’importo
totale è riscosso dai comuni o dagli uffici diplomatico- consolari all’atto della presentazione della richiesta di emissione della carta d’identità
elettronica. Il Ministero dell’interno effettua il controllo ed il monitoraggio delle carte rilasciate dai
singoli comuni, verificando la corrispondenza tra
le carte d’identità emesse e i relativi versamenti.
“
Consumatori:
compagnie telefoniche
aumentano tariffe per
promuoverne altre?
”
Wind insiste e
ci
riprova,
questa volta
sono le utenze
mobili prepagate a rischiare
un nuovo aumento. Si tratta dei clienti “All Inclusive” a cui
Wind aumenterà l’offerta di un importo pari a
1,50€/mese in cambio di 1Giga in più, passando
da una tariffazione di 28 giorni ad una di 30. Come
al solito l’unica possibilità lasciata agli utenti è
quella, un po’ inconsistente, di recedere dal contratto senza costi. Ciò che stupisce è che contestualmente all’aumento di questa tariffa All Inclusive la
Wind promuova una nuova e “vantaggiosa” offerta
che viene venduta sotto il nome di All Inclusive
Summer Edition al costo di 12 euro ogni 28 giorni,
cioè allo stesso prezzo a cui era venduta la All Inclusive prima dell’aumento. Già in passato abbiamo assistito allo stesso tipo di manovre da parte
di altre società del settore delle Telecomunicazioni
come Tim e Vodafone, ma evidentemente i provvedimenti messi in atto dalle Autorità competenti
n° 24 30/06/2016
13
non hanno scoraggiato queste pratiche incomprensibili e poco trasparenti. Federconsumatori ritiene
che queste manovre di mercato generino grande
confusione e incertezza tra i consumatori e come
già in passato fatto, chiede alle Autorità del settore
un maggiore controllo e delle misure che disincentivino con fermezza questo tipo di procedure che
svantaggiano i consumatori e per garantire la tutela
di un buon mercato.
“
Reversibilità piena
anche per gli
studenti che lavorano
”
I figli studenti
potranno percepire piccoli
redditi
annuali
derivanti dallo
svolgimento
di attività lavorativa sia
autonoma che dipendente senza perdere il diritto
alla pensione ai superstiti purchè il reddito annuo
non superi gli 8.482 euro, cioè il valore del trattamento minimo inps annuo maggiorato del 30%.
Lo svolgimento di piccole attività lavorative annue
non determinerà, quindi, a differenza del passato,
il rischio di non maturare il diritto alla pensione di
reversibilità o la pensione indiretta o eventualmente
di vedersi sospesa la corresponsione dell’assegno.
Al fine del riconoscimento del diritto alla pensione
ai superstiti, in sede di presentazione della domanda, il figlio o equiparato ha l’onere di dichiarare, anche in via presuntiva, il reddito lordo da
lavoro percepito nell’anno di morte del dante
causa, nonché il relativo periodo di percezione. Se
il reddito percepito risulta inferiore al predetto limite allo studente sarà riconosciuto il diritto a decorrere dal primo giorno del mese successivo alla
data dell’evento e l’Inps provvederà al pagamento
dei relativi arretrati.
Il superamento del reddito non comporta comunque la decadenza dalla prestazione e una volta tornato al di sotto del limite annuo stabilito, potrà
conseguire nuovamente la prestazione sino alla sua
naturale scadenza.
Il diritto al trattamento pensionistico ai superstiti si
collega all’impossibilità dell’orfano studente di
procurarsi un reddito in conseguenza della dedizione agli studi, pertanto, la prestazione di un lavoro retribuito come motivo di esclusione della
quota di pensione non può riguardare attività lavorative precarie, saltuarie e con reddito minimo, ma
solo le normali prestazioni durature e con adeguata
retribuzione.
Anig
14 n° 24 30/06/2016
LA STAZIONE DEL MARINAIO
di Sergio Vecchio
GASTRONOMIA
a cura di Diodato Buonora http://diodatobuonora.blog.tiscali.it
n° 24 30/06/2016
15
La favola del “Gallo e la Perla”
continua al “Vecchio Bottaio”
di Agropoli
I
n un letamaio un gallo cerca qualcosa da beccare: trova una perla.
"Tu, una cosa tanto preziosa"
disse "stai qui abbandonata in un
luogo indegno! Se qualcuno avido di
quanto tu vali lo avesse notato, saresti
tornata da un pezzo al tuo primitivo
splendore. Io, certo, ti ho scoperto,
ma preferirei di gran lunga trovare
qualcosa da mangiare, e così questa
combinazione non serve un accidente
né a me né a te". Questo io lo racconto per certe persone che non mi
capiscono (Fedro, III, 12.). Bella la
favola del “Gallo e la Perla” la cui
morale è “Gli stolti giudicano tutto
ma solo i più arguti sono in grado di
apprezzare le cose belle...” che ha
dato l’idea del nome del proprio ristorante a Ilaria Marino, Andrea Bambacaro e Pasquale Di Masi. I tre, molto
affiatati, da qualche anno svolgono
con profitto e successo il lavoro di ristoratori.
un’antica struttura dove negli anni
’30 un certo “Mast Rafaele o’ vuttaro” costruiva botti per i produttori
di vino dell’epoca, da qui il nome il
“Vecchio Bottaio”.
Internamente il locale è molto interessante: archi antichi, pareti in pietre,
sedie e tavoli in legno, la cucina e il
barbecue a vista, una bella e caratteristica cantina dove troviamo anche
qualche tavolo per coppie che cercano intimità.
Noi, ci siamo stati pochi giorni fa e
data la stagione abbiamo approfittato
della terrazza esterna che con una rigogliosa e lussureggiante cornice di
verde, tra aiuole, vecchie botti, fontane scenografiche, sedie in ferro antichizzato e tavoli ricoperti con la
pregiata ceramica di Deruta (la piccola località in provincia di Perugia
famosa per la fabbricazione delle ceramiche artistiche) ci isola dal mondo
esterno.
Le loro idee sono vincenti, nel senso
che propongono una cucina moderna,
piacevole, pulita, fresca, innovativa
quanto basta, gustosa e cosa che non
guasta dal giusto rapporto qualità
prezzo. Nel corso degli anni, proprio
come in una favola, sempre a Paestum, hanno cambiato diverse “location”, ma grazie al loro bel modo di
fare si sono portati dietro la loro fedelissima clientela.
Questo lo posso raccontare per esperienza diretta, nel senso che frequentando regolarmente i loro locali, ho
notato che il loro seguito è sempre lo
stesso. Veramente una bella “favola”
che quest’anno, oltre alla sede, ha
cambiato anche comune. Infatti, dallo
scorso aprile li troviamo al “Vecchio
Bottaio” di Agropoli,
bel locale situato nel
cuore della ridente e
funzionale località cilentana. Per chi non lo
conosce, ricordiamo che
il locale è adiacente al
grande parcheggio gratuito costruito dove una
volta c’era il vecchio
stadio sportivo Gino
Landolfi. Ci troviamo in
A tavola, per la scelta dei piatti, abbiamo dato “carta bianca” anche se
abbiamo dato ugualmente uno
sguardo alle proposte. Su ogni pagina, dell’elegante folder in pelle, troviamo sia lo stemma del “Vecchio
Bottaio” che quello del “Gallo e la
Perla”. La scelta non è molto ampia,
ma è sicuramente invitante. Troviamo
dei piatti di terra e di mare. Per il
mare, si utilizzano unicamente prodotti freschi e nostrani. Per noi, conosciuti e amici, hanno proposto anche
specialità non elencate sul menu.
Ecco in dettaglio cosa ci è stato servito: totanetti farciti, serviti con un
sughetto, denso quanto basta, con pomodorini e crostoni di pane. L’insieme ci ha fatto subito capire che è
Nella foto: Andrea Bambacaro, Ilaria Marino e Pasquale Di Masi
cambiata la sede, ma non il loro modo
di fare.
A seguire, su un coreografico piatto
nero rettangolare, dei gamberi rossi e
mazzancolle al vapore con maionese
vegetale all’erba cipollina. Freschissimi, che credo più freschi non si può,
abbiamo realmente sentito i profumi
del nostro mare. Come primo, ci
sono state servite delle “Candele con
pesto di pomodori secchi, mandorle e
tonno fresco”, gustose e buone. Eravamo “arrivati”, nel senso che non
avevamo più fame, ma Andrea ha insistito per farci assaggiare un
“cuoppo” con fritturina di totanetti e
“Capucchielli”, che naturalmente non
ci è dispiaciuta. Come si dice da noi
“fatto 30 abbiamo fatto anche 31” e
abbiamo preso anche il dolce: un cestino di pasta fillo con crema al cioccolato bianco e pistacchio.
Come vino, il Gallo e la Perla si è
sempre distinto per avere prodotti selezionati, originali e scelti con molta
cura. Con continuità hanno evitato,
come è giusto che sia, i vini commerciali che troviamo nella grande distribuzione. Noi, ci siamo lasciati tentare
dall’Ylice 2014, un Verdicchio dei
Castelli di Jesi Classico prodotto dai
Poderi Mattioli. Un vino che è uno
dei miei preferiti. Pensate, quando lo
trovo su una carta dei vini, non ha importanza quello che mangio, lo scelgo
senza pensarci due volte. Tirando le
somme finali, siamo stati come sempre bene e se volete mangiare una
“favola”, non avete che andare al
“Vecchio Bottaio – Gallo e la Perla”
e, secondo me, non ve ne pentirete.
Costo circa 35 euro, vini a parte.
Ristorante Il Vecchio Bottaio, Viale
Europa 43 – 84043 Agropoli (SA).
Tel. 0974.827226.
La ricetta
Pollo con
datterini, origano
e mozzarella
Ingredienti per 4 persone: 1 kg di
pollo tagliato a pezzetti piccoli, 400
g di pomodorini datterini, 120 g di
mozzarella di bufala, 1 bicchiere di
vino bianco, 1 spicchio d’aglio, ½
cucchiaio di origano, olio extravergine d’oliva del Cilento, sale e
pepe.
Preparazione: schiacciate lo spicchio d'aglio e fatelo rosolare in una
padella con un filo d'olio extravergine d'oliva. Eliminatelo quando
comincia a prendere colore. Unite i
pezzetti di pollo, rosolateli bene su
tutti i lati e poi sfumateli con il vino
bianco. Continuate la cottura a
fuoco medio fino a quando metà del
vino sarà evaporato. Mettete il pollo
con il suo fondo di cottura in una
pirofila, regolate di sale, pepate e
mettete a cuocere in forno a 180°
per 30-35 minuti. Di tanto in tanto,
girate la carne per farla cuocere
bene su tutti i lati. A metà cottura,
unite i pomodorini tagliati a metà.
Pochi minuti prima di sfornare unite
la mozzarella a
tocchetti e l’origano. Servite
bagnando
il
pollo con il proprio sughetto di
cottura.
Vino
consigliato: Fiano di
Avellino Docg
2015, Di Prisco.