N°03 del 28/01/2016

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0828. 1991330 - unicosettimanale. it - redazione@unicosettimanale. it
Editore: Calore s. r. l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale:Viale della Repubblica, 177
Capaccio Paestum (Sa) - “Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1,
comma 1, Aut: 952/ATSUD/SA - Dir. Com. Business Salerno - Abb. annuale 25, 00€
La missione
del Parco
Addio ai borghi
S
u ottanta e più comuni del
Parco Nazionale del Cilento, Diano e Alburni,
più della metà sono a rischio
estinzione. Fatte poche eccezioni,
solo quelli sulla costa vivono di
luce propria e solo a ridosso e durante la bella stagione quando
prime e seconde case riaprono i
battenti e favoriscono anche la
riapertura di numerosi negozi.
Infatti, il decremento demografico delle aree interne è diventato
il problema dei problemi del nostro territorio dove prospera
l'unica attività imprenditoriale a
cui non manca la "materia prima"
le pompe funebri.
SCANDIZZO A PAGINA 8
Il fuoco
totemico
P
REMESSA
L'economia
dell'antica
Paestum si sviluppava
anche e, forse, soprattutto, al di là
della ricca e prosperosa città
chiusa e fortificata all'interno delle
mura ciclopiche, che, ancora visibili, destano stupore ed ammirazione ai tanti visitatori della nota
città della Magna Grecia. Sulle
mura si aprivano quattro
porte:Aurea, Giustizia, Sirena e
Marina, che cosentirono la nascita
e lo sviluppo di feconde attività
economiche, legate soprattutto all'agricoltura ed alla pastorizia, ma
non solo, in un vasto territorio, che
dalla pianura trasmigrava verso le
colline e fino alle montagne, e che
gli studiosi del nostro mondo antico chiamano KORA PESTANA.
LIUCCIO A PAGINA 13
Anno XVII
n° 03 del 28 gennaio 2016
La Chiesa
con gli ultimi
d Arnasco il 22 gennaio,
giorno del dolore, scoppia
una sconcertante polemica mentre si celebrano i funerali
di cinque persone morte a causa del
crollo di una casa per la fuga di gas.
Il parroco si rifiuta di celebrare il
rito per una donna di fede musulmana, dimenticando che la signora
aveva intrapreso un percorso di
conversione al cristianesimo ed era
in attesa del battesimo. Non ha proceduto alla benedizione del feretro,
reiterando il no anche durante la
cerimonia di sepoltura nel cimitero
nonostante il sindaco nel suo breve
saluto avesse evocato comprensione nell’anno santo della misericordia!
A
Decremento demografico
Il problema dei problemi
A
nalizzando i dati ISTAT della popolazione possiamo verificare la tendenza
dell'andamento demografico nei paesi che fanno parte della Comunità
Montana Calore Salernitano. La tabella della popolazione dei paesi della
Comunità Montana Calore Salernitano è stata costruita mettendo in evidenza i comuni con il peggiore decremento percentuale demografico nel periodo che va dall'anno 2001, anno dell'ultimo censimento della popolazione italiana, fino all'anno
2014.
ROBERTO A PAGINA 9
Golfo di Salerno
Evitare il maricidio
V
enerdì 22 gennaio 2016, il Comitato Rinascimare, Legambiente, Italia Nostra, WWF, il Consigliere delegato al mare del Comune di Capaccio-Paestum in rappresentanza del Sindaco e il Senatore, hanno avuto il piacere
di conferire con il RUP e con il Presidente Canfora, per discutere del “Progetto
delle barriere artificiali antierosione nel Golfo di Salerno”. Ben quarantadue massicciate, del peso di due milioni di tonnellate, che gli estensori del “Grande progetto”, vogliono scaricare
nel nostro mare, tra Pontecagnano e Paestum, senza
sentir ragioni. L’incontro
istituzionale con il Presidente della Provincia è
stato intenso e pieno di
spunti, per poter fermare il
progetto, alla luce di nuovi
scenari, come ha dichiarato
il RUP Domenico Ranesi…
CAPO A PAGINA 12
ROSSI A PAGINA 5
Immigrati e turisti
facce straniere
D
a molti anni sentiamo
parlare a livello non solo
territoriale, ma nazionale
del fenomeno dei migranti. Il fenomeno nel tempo è stato amplificato
e a volte strumentalizzato da giornalisti e politici sull’onda di eventi
interni all’Italia e internazionali: la
crisi economica, la Primavera
Araba, l’avvento dell’Isis, la guerra
in Siria, la crisi ucraina, l’ingresso
di nuove nazioni nell’UE (Lettonia,
Lituania, Estonia, Cipro, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia,
Polonia, Ungheria nel 2004, Romania e Bulgaria nel 2007, Croazia
nel 2013), le varie operazioni nel
Mediterraneo (prima Mare Nostrum, poi Triton), i vari naufragi
nel canale di Sicilia e il decreto
flussi “Bossi-Fini” del 2002.
PECORARO A PAGINA 2
2
DALLA PRIMA
I
IMMIGRAZIONE
n° 03 28/01/2016
Infatti già nel 2001 l’immigrazione clandestina
era un problema discusso in Parlamento, e la
Bossi-Fini è andata a sostituire la Turco-Napolitano in
tema di flussi migratori. Il decreto ha previsto l’obbligo di
contratto di soggiorno, dimezzato la durata di permessi
di soggiorno e tempi di ricerca di un nuovo lavoro
dopo la disoccupazione e
programmato non solo il lavoro stagionale, ma anche il
lavoro autonomo e subordinato destinato alla stabilizzazione. L’obiettivo della legge
non è stato frenare gli ingressi, ma ridurre la permanenza sul territorio dei
lavoratori migranti. La
“Bossi-Fini” fu firmata poco
dopo l’insediamento del secondo governo Berlusconi e
velocizzata dalla tragedia
dell’11 Settembre. A distanza
di 15 anni dall’emanazione
raccogliamo l’eredità di questa legge, che ha promosso
l’ingresso del 72% dei lavoratori stagionali e del 62% dei
lavoratori autonomi o subordinati. Insomma, la stessa
classe politica che oggi denuncia criminalità, “invasione” di case popolari e
scuole da parte degli immigrati, è stata quella che ha
concesso loro di entrare e ha
approvato la scadenza in
tempi brevi dei permessi di
soggiorno, rendendoli clandestini. L’Ipsos-Mori, agenzia inglese di statistica, ha
pubblicato recentemente un
report che mostra la consapevolezza
dei
popoli ai problemi contemporanei interni
alle proprie Nazioni di provenienza, da lì
esce una classifica dei paesi
p
i
ù
“ignoranti”(cioè
non consapevoli)
del
mondo. Le domande
poste
sono di varia
natura: dal numero di donne
che lavorano,
alla percentuale
di obesi, di atei
o di immigrati.
L’Italia risulta
finora la Nazione con le risposte
meno
precise, seguita
da Stati Uniti,
Corea del Sud, Polonia, Ungheria, Francia, Canada, Belgio, Australia e Regno Unito.
Alla percentuale di immigrati
residenti, gli italiani hanno risposto 26%, mentre in realtà
gli immigrati in Italia si attestano attorno all’8-9%. Nel
nostro Paese la percentuale di
immigrati è molto minore rispetto ad altri Paesi europei:
Svezia e Irlanda 16%, Spagna e Norvegia 14%, Regno
Unito 13%, Germania, Francia e Olanda
12%, Belgio
10%. Sfatiamo
una volta per
tutte le menzogne di molti
politici
riguardo “l’invasione” degli
immigrati che
arrivano in Italia e in particolare
nella
nostra provincia. Dati Istat
riportano che
al 1° Gennaio
2015 gli stranieri residenti
questi dati è
importante
notare come
città minori,
come Eboli
(12% sul totale dei residenti)
o
Capaccio
(11% sul totale),
abbiano una
concentrazione di immigrati
maggiore rispetto a città
di 45.00050.000 abitanti come
Cava
de’
Tirreni, Scafati o Noc e r a
Inferiore.
Questa concentrazione
è dovuta sicuramente
alle possibilità di lavoro legate
all’agricoltura e all’allevamento della Piana del Sele.
Infatti è da tener conto la provenienza degli stranieri di
Capaccio ed Eboli rispetto ai
residenti del Cilento. Ad
Eboli le comunità più numerose sono quelle provenienti
da Marocco (34,7%), Romania (32,6%), Ucraina (7,8%)
e India (5,75%) a Capaccio
sono quelle provenienti da
Romania (28%), Marocco
(19, 3%), Ucraina (12,1%),
India (11,12%), Algeria
(8,28%) e Pakistan (4,24%).
La percentuale di uomini provenienti dal Maghreb e dal
subcontinente indiano impiegati nei campi, nelle serre o
negli allevamenti di bufale
della piana è nettamente superiore rispetto agli stranieri
residenti da esempio ad
Agropoli, che sono soprattutto donne dell’Est Europa.
Ciò è evidente anche nelle
comunità straniere di Battipaglia, Altavilla Silentina
(35,8% India) e Albanella
(17,9% India, 31,4% Marocco). Se ci spostiamo nell’area del Cilento, poi,
Immigrati e turisti,
facce straniere
Paestum
in Italia sono l’8,2%, circa 5
milioni. Nel 2002 la popolazione straniera censita in
Campania era di 40.200
unità, di cui 6.300 in provincia di Salerno. Oggi la Campania è al sesto posto come
regione per numero di stranieri censiti, circa 200.000, il
4,3% contro le regioni a maggiore concentrazione: il 23%
della Lombardia (oltre il milione), il 12,7% del Lazio, il
10,7% dell’ Emilia-Romagna, il 10,2% del Veneto. In
provincia di Salerno, i residenti stranieri rappresentano
il 4,4% della popolazione residente, circa 48.500 unità, di
cui il 30,47% proveniente
dalla Romania, il 17,66% dal
Marocco, il 17,08% dall’Ucraina, il 4,15% dall’India. I comuni all’interno della
provincia con maggior numero di abitanti stranieri
sono: Salerno (5.188), Eboli
(5.005), Battipaglia (3.059),
Capaccio (2.500), Scafati
(2.201),
Pontecagnano
(1.788), Sarno (1.634), Nocera Inferiore (1.437), Agropoli (1.163), Cava de’ Tirreni
(1.095), Angri (1.094). Da
vediamo un altro fenomeno
espandersi, i turisti residenti.
A Castellabate gli stranieri
sono 621, di cui il 10,79%
brasiliani (c’è un raccordo
con le migrazioni italiane del
primo novecento - Il conte
Matarazzo - cilentano - aprì
aziende (fazendas) in Brasile
e di conseguenza partirono
moltissimi dai paesi di Castellabate e Santa Maria), il
6,44% tedeschi e piccole percentuali di inglesi, russi, norvegesi, francesi e svizzeri. Lo
stesso vale per altre mete turistiche cilentane, Casal Velino (6,1% tedeschi su 309
stranieri),
Montecorice
(3,08% inglesi, 1,85% tedeschi, 1,23% statunitensi e
1,23% brasiliani su 162 stranieri), Sapri (1,70% tedeschi,
1,02% inglesi su 294 stranieri), Camerota (4,7% tedeschi, 3,2% russi su 277
stranieri), Castelnuovo Cilento (4,41% tedeschi e
3,68% russi su 136 stranieri),
Ascea (4,28% tedeschi, 2,9%
russi su 374 stranieri) e Perdifumo (5,75% tedeschi,
4,60% russi, 3,45% francesi,
stessa percentuale per danesi
e inglesi su 87 stranieri). Nell’area dell’alto Cilento, tra
Sala Consilina (522 stranieri), Teggiano (486), Sassano (300) e Padula (302) è
interessante notare una piccola comunità del Venezuela
(altro raccordo con le nostre
migrazioni del primo novecento), che ritroviamo a Camerota, dove, con il 9,7% tra
gli stranieri residenti, formano la seconda comunità
estera del paese. Altri paesi
cilentani con un consistente
numero di stranieri sono
Polla (268), Centola (233),
Vallo della Lucania (230),
Serre (178), Sicignano degli
Alburni (169), Sant’Arsenio
(dove è presente la prima comunità albanese consistente
al 14,7% su 156), Atena Lucana (154), Auletta (144),
Montesano sulla Marcellana
(14,6% di senegalesi su 141),
Pisciotta (141), Pollica (128),
Vibonati (107), Salento
(103), Castel San Lorenzo
(98).
Alessandro Pecoraro
CAPACCIO-PAESTUM
n° 03 28/01/2016
3
Il 30 tutti in marcia contro la “Centrale a Biomassa”
Italo Voza in testa al corteo con i sindaci della “Chora Pestana”
I
Sindaci di CapaccioPaestum, Agropoli,
Giungano, Trentinara,
Altavilla Silentina, Roccadaspide ed Albanella, dicono
“NO” alla costruzione della
“Centrale a Biomasse di Paestum”. Alla manifestazione di
protesta del 30 gennaio prossimo parteciperanno i sindaci
del territorio del comprensorio di Capaccio-Paestum.
“Ho invitato personalmente
tutti i sindaci dei Comuni limitrofi alla manifestazione di
protesta di sabato – ha dichiarato il primo cittadino di Capaccio-Paestum -. Tutti
hanno accettato l’invito e parteciperanno alla marcia di
protesta”. Un popolo arrabbiato e preoccupato percorrerà le strade dalla Sorvella a
Paestum, per manifestare il
loro dissenso alla dissennata
decisione del governo, di costruire una “Centrale a Biomassa”
nel
territorio
dell’Antica Città di Paestum,
dopo duemila anni di storia i
cittadini della piana sono costretti a difendersi dall’arrogante decisione. Animi
infuocati a cui bisognerà far
fronte con un adeguato servizio d’ordine. Il Sindaco ha
scritto al Prefetto, manifestandogli le sue preoccupazioni circa il mantenimento
dell’ordine pubblico, che non
potrà essere assicurato senza
una fattiva collaborazione
con le istituzioni territoriali.
La decisione di costruire una
“Centrale a Biomassa” a Paestum ha creato sconcerto e
paura nella popolazione, non
certo rassegnazione e disinteresse. Un popolo in marcia
per difendere i propri diritti,
la propria la salute, il futuro
dei propri figli e la propria
terra.
Dal Palazzo di Città è partita
una missiva indirizzata alla
Regione, al Premier Matteo
Renzi e al Presidente della
Repubblica Sergio Mattarella, nella quale si ribadisce
con forza la contrarietà alla
“Centrale a Biomassa”, dell’amministrazione comunale
e dei cittadini. La Giunta Comunale, avversa alla Centrale, ha deciso di ricorrere al
TAR del Lazio. A tal propo-
sito, mercoledì, il Sindaco
sarà a Roma per affidare l’incarico del ricorso ad un importante
studio
legale.
L’interrogativo
rimane
aperto… Perché scelgono
sempre Capaccio-Paestum
quando bisogna costruire impianti per lo smaltimento
della “Monnezza”? Così
come accadde per la discarica
di Cannito? Ora i cittadini di
Paestum, Altavilla, Albanella,
Roccadaspide, Trentinara,
Giungano, Cicerale, Ogliastro ed Agropoli, devono
combattere per difendersi
dall’arroganza del potere, per
difendere la propria vita, il
proprio futuro, la propria
terra. “La Terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che
appartiene alla Terra. Tutte le
cose sono collegate, come il
sangue che unisce una famiglia. Non è stato l’uomo a
tessere la tela della vita, egli
è soltanto un filo. Qualunque
cosa egli faccia alla tela, lo fa
a se stesso” (cit. Capo Seattle).
Veronica Gatta
La Giunta Comunale di Capaccio approva
un laboratorio ambientale alla Sorvella
U
na “officina delle
qualità ambientali e
laboratorio dei cittadini” si realizzerà alla Sorvella-Sabatella, questa è la
decisione del Comune di Capaccio. Quindi, al posto della
“Centrale a Biomassa”, sarà
realizzato un laboratorio ambientale strategico che coinvolgerà tutte le tematiche
legate all’ambiente, all’agricoltura di qualità, alla cultura
e al turismo sostenibile e responsabile.
L’iniziativa della Giunta Comunale sottolinea l’opportunità di rendere “patrimonio
comune” la variegata gamma
di qualità ambientali che il
territorio di Paestum esprime
da secoli, e, nel contempo, è
necessario documentare ed
ampliare le conoscenze e le
problematiche ecologiche
dello stesso.
La piana di Paestum e tutto il
territorio di competenza della
Città Antica rappresentano un
contesto utile per potenziali
progetti di sviluppo sostenibile, legati a tutte le attività
economiche prevalenti quali
le coltivazioni tipiche, la valorizzazione delle DOP, IGP
e DOC, di cui è ricco il nostro
territorio. Tali prospettive
possono creare realmente un
futuro di lavoro e di benessere per i figli di questa terra.
Il Centro di Educazione Ambientale alla Sorvella diventerà il fulcro di studi e
monitoraggio delle matrici
ambientali, economiche e sociali di un territorio che si
estende dal Sele al Solofrone,
dal mare alle montagne, che
si affacciano sulla pianura.
Un centro di documentazione
sui dati, sugli indicatori e
sugli impatti ambientali che
coinvolgeranno una terra di
grandi potenzialità. Inoltre
sarà realizzato un centro comunale della Protezione Civile.
V.G.
Manifesto
Lettera al Sindaco Voza
Sig. Sindaco,
sono Mario Gallo, residente a
Salerno, alla via Posidonia 55;
sono proprietario con mio fratello Francesco di una casa per
vacanze sita in contrada
Laura, via delle Meduse (già
Village Emilia) n° 6 e 8. Per
essa ho pagato tutti gli oneri
concessori richiesti e con puntualità: ICI, IMU, TASI, fognatura,
tassa
rifiuti,
maggiorazione consumi energetici, acquedotto, bonifica,
contributi vari e quant’altro le
istituzioni mi impongono.
Subisco con cadenza annuale
(quest’anno già due volte: intorno a capodanno e il giorno
20 gennaio) da parte di ignoti
(noti) furti con scasso per far
fronte ai quali impiego notevoli risorse finanziarie oltre
allo shock di vedere la casa
messa sottosopra.
Sono una decina i verbali di
denuncia presso la locale Stazione dei Carabinieri in mio
possesso che all’occorrenza
potrei esibire. Denunce che
non hanno prodotto alcun
esito teso a bloccare il fenomeno molto diffuso in zona:
sono cinque le abitazioni del
viale che sono state “visitate”
dai ladri in quest’inverno.
Mi chiedo se mi spetti il diritto
ad essere protetto nella considerazione che la mia permanenza in zona contribuisce
all’economia della comunità.
Le chiedo gentilmente di
porre cura, per quanto nelle
sue facoltà di autorevole
primo cittadino, per stroncare
il fenomeno che non porta
bene e mina profondamente il
territorio che lei governa e
mina anche l’equilibrio delle
nostre famiglie.
La ringrazio per l’attenzione
che vorrà porre alla presente e
distintamente la saluto.
Mario Gallo
Capaccio, 25/01/2016
4
VALLE DEL CALORE
n° 03 28/01/2016
La condizione
degli anziani
li anziani. Pozzi di saggezza?
Esempi di vita vissuta da cui
prendere spunto o ispirazione,
per poter ricalcare gli stessi passi? Occasioni viventi per imparare preziose lezioni sulla propria pelle? No, nella Valle
del Calore ormai a livello culturale non
è più così. A parte poche e nobili eccezioni, gli anziani hanno perso ormai la
sacralità del loro ruolo. Sono confinati
alla scomoda mansione di peso per le
famiglie, reperti fossili e arcaici di un
passato di cartapesta. Complici lo scarto
culturale tra gli anziani e le nuove generazioni, i nonni rappresentano. L'ultimo baluardo di una mentalità paesana,
spesso da evitare o criticare ferocemente, per via del contrasto stridente tra
universi diversi e inconciliabili. Sorvolando facili ipocrisie, i nostri paesi pullulano di anziani abbandonati a se stessi,
abbandonati alle cure di badanti sconosciute o sbattuti in case albergo, e in
tutto ciò le famiglie sono impotenti, poiché, assorbite dalla vita frenetica, dal lavoro alienante e dalla lotta alla
sussistenza, debbono cercare di garantire ai propri anziani una vita dignitosa
cercando di tenere a bada i sensi di
colpa. Che vita è quella che ti costringe
a buttare gocce di sangue quotidiane,
che ti riduce a non avere più nemmeno
tempo per te stesso? Riguardo alle iniziative,poche sono state le risposte delle
istituzioni. Non molto tempo fa è stato
pubblicato dal Piano di Zona Ambito
S/7 di Roccadaspide il bando per un
progetto di assistenza domiciliare integrata per persone ultrasessantacinquenni non autosufficienti o che
comunque, per la loro salute hanno manifestato bisogno di cura e assistenza. .Il
servizio è garantito da un un finanziamento ministeriale del fondo PAC pari
G
a 179.999,06 euro. Tale iniziativa riguarderà 67 persone che saranno individuate in tutti i comuni che fanno capo
al Piano di Zona S/7: 8255 ore saranno
erogate grazie ai fondi PAC mentre altre
1651 grazie a fondi dell'Ambito. Si
tratta di un progetto personalizzato, modellato in base alle esigenze dei singoli.
Al di là dei progetti vari, è inevitabile
non notare che i nostri anziani hanno
perso la sacralità che li distingueva,
hanno perso quella corona mistica che
ornava il capo delle vecchie nonne,
sono frutti deformi di un presente sempre più surreale, che investe a macchia
d'olio anche la realtà più immediata dei
paesi. Gli anziani dei nostri paesi sono
il simbolo del decremento demografico,
il simbolo della morte delle nostre realtà
e delle istituzioni. Il decremento demografico coincide con lo spopolamento
dei paesi, giungle deserte abbandonate
dalle nuove generazioni, che, per cercare occasioni di vita migliori, scelgono
altre regioni o province per la propria
formazione, per mettere su famiglia o
impiantare nuove radici.Il meccanismo
della crescita paesana risulta così bloccato, intorpidito, e gli anziani sono gli
unici residui di questo sistema, poiché
uniche certezze (purtroppo "inutili")
delle nostre realtà. Il decremento demografico aumenta in modo galoppante e
l'anziana pure. Solo che viene svalutata,
tenuta in una considerazione minima.
Bisognerebbe ricordarsi un po' di più,
da parte di tutti, del valore di una mano
callosa o dell'importanza di una ruga sul
volto, e cercare di collaborare insieme.
Anche se questo, ora come ora, rappresenta davvero un'utopia. Si potrebbe iniziare, almeno nel nostro piccolo, dalla
riconoscenza.
Monica Acito
asasas
IN FARMACIA
L’ENURESI: LA MALATTIA DEI BAMBINI CHE
BAGNANO IL LETTO
enuresi
consiste
n e l l'emissione
involontaria di
urina; tale fenomeno diventa anomalo superata l'età in
cui il controllo vescicale viene normalmente raggiunto. I neonati non hanno
il controllo della vescica, perché le
connessioni cortico-spinali necessarie
non sono ancora state stabilite. L'acquisizione della capacità di trattenere
l'urina è parte del normale processo di
sviluppo. Mediamente, il completo
controllo volontario della minzione
viene raggiunto intorno ai 5-6 anni di
età e, durante l'accrescimento, è comune che i bambini bagnino accidentalmente il letto nel corso della notte
(enuresi notturna) o i vestiti durante il
giorno (enuresi diurna). L'enuresi rappresenta, quindi, un ritardo nello sviluppo delle competenze minzionali. La
perdita di urina notturna è più comune
rispetto all'enuresi diurna. Molti bambini superano l'enuresi naturalmente,
senza trattamento. Per questo motivo,
nella maggior parte dei casi, il primo
approccio al problema prevede l'attuazione di alcuni semplici interventi
comportamentali. Queste misure includono il controllo dell'assunzione di liquidi, lo svuotamento temporizzato
della vescica, la correzione di stipsi e,
in alcuni casi, la riabilitazione del pavimento pelvico. Evitare le bevande
che contengono caffeina, ed incoraggiare il bambino ad andare in bagno regolarmente durante il giorno e prima
di andare a letto, può contribuire a superare il problema. L'enuresi richiede
tempo per risolversi e potrebbero verificarsi periodi di progresso, seguiti da
ricadute, quindi la pazienza e la comprensione è fondamentale.Esiste anche
un trattamento farmacologico dell'enuresi che, però, non è curativo e, dopo
la sospensione, la ricaduta è possibile.
Tuttavia, quest'opzione terapeutica può
essere utile per limitare i sintomi del
disturbo durante la rieducazione minzionale.
Alberto Di Muria
[email protected]
L’
SOCIETA’
DALLA PRIMA
i s’interroga sul commento
del prete ai passi della Liturgia della Parola di domenica
24, in particolare il Vangelo nel quale
si narra di Gesù che proclama: oggi si
è compiuta la Scrittura; secondo Luca
le prime parole del Maestro, il quale
asserisce che in quel momento si fa
storia l'antica profezia perché lo Spirito del Signore lo ha mandato ad annunziare ai poveri, ai prigionieri, ai
ciechi, agli oppressi il Regno di Dio,
vale a dire una vita che porta gioia, libera e dà luce, un luogo senza più disperati. Per questo annunzio dato a
Nazareth l'umanità può rialzarsi e riprende il cammino, consapevole che
i nomi di Dio sono gioia, libertà e pienezza. Gesù si schiera dalla parte
C
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Direttore Responsabile Bartolo Scandizzo
In redazione Lucio Capo e Gina Chiacchiaro
Grafica ed Impaginazione Veronica Gatta
Stampa C.G.M. s.r.l.
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tel. 0974 844039
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Vallo della Lucania al n. 119 Responsabile Trattamento Dati
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Il N° 03 di Unico è stato
chiuso in redazione il 26/01/2016
ed è stato avviato alla spedizione agli
abbonati il giorno 28/01/2016
presso il CPO di Salerno
Preti, Vangelo, Santi
La Chiesa stia con gli ultimi
degli ultimi perché non è venuto per
condurre i lontani a Dio, ma a riportare il Padre ai lontani, non a caso nel
Vangelo la parola “poveri” viene ripetuta più spesso del termine “peccatori”. Egli non si sofferma mai sul
peccato, ma mostra compassione per
la povertà e il bisogno; il suo Vangelo
non è moralista, ma sollecita uomini
liberi con la sua parola chiave “libertà-liberazione”.
Questa è la chiesa che piace e che si
auspica per il Cilento. E’ la chiesa testimoniata dai santi nei modi più disparati, ma sempre prodighi di carità
sia quando hanno condotto una vita
ritirata, sia quando sono stati solleciti
nel portare conforto a chi si attendeva
aiuto, caratteristiche proprie di un cristiano misericordioso, di chi ha com-
preso il valore del messaggio di questo anno santo e lo pratica nella concretezza delle esperienze quotidiane.
Sono, ad esempio, le virtù che si rispecchiano in san Ciro, taumaturgo
molto conosciuto nella Campania, un
po’ meno nel Cilento. Il fatto che attualmente il Vescovo della Diocesi di
Vallo porti questo nome ne ha risvegliato l’interesse. Perciò non possiamo non far riferimento al Santo
venerato a Pozzuoli nel giorno in cui
ricorre anche la festa onomastica ed
il compleanno del Presule.
Le virtù richiamate in precedenza
sono esaltate nel bios di Ciro, nome
persiano che significa «colui che è
potente e forte». L’esercizio della
professione medica gli diede l’opportunità di convertire molti pagani; per-
n° 03 28/01/2016
5
ché la praticava gratuitamente suscitò
la gelosia di tanti, perciò si ritirò nel
deserto. Preghiera e penitenza nella
solitudine ne fecero crescere la fama;
egli attirò seguaci, tra i quali il soldato Giovanni, che decise di condurre
vita monastica alla sua sequela. Scoppiata la feroce persecuzione dell’imperatore Diocleziano, particolarmente
spietata in Egitto governato da Massimino, secondo la tradizione Ciro e
Giovanni furono martirizzati il 31
Gennaio. Dal deserto si erano recati
in città a consolare ed irrobustire
nella fede tre sorelle e la madre soggette alla pressioni psicologiche e alle
torture fisiche perché cristiane; per
questo gesto di misericordiosa carità,
testimonianza di fratellanza cristiana,
furono sottoposti ad atroci tormenti e
poi decapitati.
Oggi sembra di essere precipitati in
una condizione di marcata avversità
nella quale siamo chiamati ad annunciare il Vangelo non tanto a parole ma
con una vita improntata a misericordiosa sollecitudine per l’altro, un ripartire da Cristo per fare della diocesi
il lievito di un contesto sociale che arranca perché si sente emarginato e ha
bisogno di trovare al proprio interno
i motivi per una nuova ripartenza, un
riscatto, un consolidamento della speranza. Dal bios di San Ciro possiamo
trarre molti spunti di riflessione per le
contingenze attuali; essi si trasformano anche in un auspicio di buon
onomastico per il presule inviato nel
Cilento: che sia per tutti gli abitanti
dell’area veramente CIRO, colui che,
potente e forte, in modo misericordioso fa sentire la presenza in mezzo
a chi si attende conforto e necessita di
sostegno perché nel bisogno e segnato nel fisico e nell’anima.
L. R.
6
COMUNICAZIONI
n° 03 28/01/2016
A tu per tu con la food blogger più amata dagli italiani
Chiara Maci si racconta: “Io, l’amore per la cucina e per il Cilento”
no squillo, due squilli, tre
squilli. “Pronto?”
A rispondere è Chiara Maci,
una delle food blogger italiane più apprezzate e seguite che ha conosciuto
il successo con la trasmissione “Cuochi e fiamme” su La7 e in questo periodo è in onda col programma
“#VitaDaFoodBlogger” su Foxlife.
Nonostante l’accento bolognese, questa ragazza – classe 1983 – è di origini
agropolesi. A 10 anni si è trasferita a
Bologna dove si è laureata in Giurisprudenza, poi è “emigrata” a Milano
e qui, dopo aver frequentato un Master in Media Relations, ha iniziato a
lavorare presso un’agenzia di comunicazione. All’improvviso è maturata
in lei la decisione di mollare tutto per
dedicarsi alla sua passione per la cucina. Così, per dirlo con parole sue,
“di una risata, due mani sporche di farina e un buon calice di vino ne ho
fatto uno stile di vita” perché, come
sottolinea, “la cucina fa parte della
mia famiglia e della mia storia: mia
madre è bolognese ed è una sommelier, mio padre è leccese ed io sono
cresciuta nel Cilento. Tre culture –
quella bolognese, quella pugliese e
quella cilentana – con una grande ricchezza enogastronomica”.
Come mai hai scelto di licenziarti e
quando è iniziata l’ascesa verso la
notorietà?
Quando ho scelto di licenziarmi ho
fatto un passo nel vuoto perché ero
stanca della gerarchia aziendale. Ero
confusa e sono ritornata a Bologna
dove ho aperto il blog “Sorelle in pentola” insieme a mia sorella (Angela
Maci, ndr). Risposi ad un annuncio
per un provino come concorrente per
un programma di cucina che doveva
essere condotto da Alessandro Borghese. Il caso volle che la persona che
era stata scelta come giudice non partecipò più e quindi, dal momento che
avevo girato molto e che per questo
conoscevo molti chef stellati, mi proposero di fare il giudice.
Così è iniziata la mia collaborazione
col programma “Cuochi e fiamme”
che è stato un successone ed il pubblico si è molto affezionato a me. Da
lì ho iniziato a perfezionare la mia
preparazione in ambito gastronomico.
Devo molto a questa trasmissione non
U
INFO&CONTATTI
tel 0828 730510 / fax 0828 72805
S. S 18, Km 89, 700 Capaccio
[email protected]
www. planetbeverage. it
Chiara Maci
solo perché mi ha dato visibilità, ma
anche perché è stato uno stimolo per
iniziare a studiare. Ci tengo a dire
cose corrette in merito alle mie ricette
e per fare questo devi studiare.
Si potrebbe pensare che una food
blogger prepara delle pietanze e poi
posta foto e procedimento sui social.
In realtà fare questo mestiere va al
di là di queste azioni. Che cosa fai
praticamente?
All’inizio si comincia cucinando, fotografando i piatti, postandoli e sperando che qualcuno legga le ricette.
Inizi poi a collaborare con delle
aziende che propongono scambio
merci o di fare le ricette per loro. La
difficoltà è sia nella gestione dei
clienti che nella scelta delle aziende
con le quali lavorare. Io ho scelto di
essere credibile e quindi voglio che la
gente mi segua perché può fidarsi di
me sapendo che parlo di un determinato prodotto perché ho avuto modo
di “testarlo” realmente. Una delle
prime aziende per le quali ho lavorato,
e lavoro tuttora, è stata “Norge” che
produce stoccafissi e baccalà. Io sono
stata in Norvegia, ho pescato, ho fatto
tantissime ricette solo con questi due
prodotti. Non posso lavorare con nessuna azienda se prima non so di quali
prodotti sto parlando. Quando diventi
un influencer sposti effettivamente
delle tendenze ed allora è giusto sapere che tipo di responsabilità si ha.
Purtroppo il mondo dei blog è abbastanza anarchico e sta all’intelligenza
dell’azienda, poi, capire quali sono i
blog effettivamente credibili.
Qual è il tuo rapporto con Agropoli
e con il Cilento?
Sono follemente attaccata al Cilento e
ad Agropoli in particolare. Lì mi sento
davvero a casa. Sono innamorata di
questo posto perché è qui che sono
nata ed appena metto piede in questo
[email protected]
territorio mi sento protetta. Le festività sono legate a questa città dove
trascorro tutto il mese di agosto e le
vacanze pasquali. Il cibo è legato al
Cilento e anche adesso, nel mio programma, parlo sempre del Cilento e di
Agropoli. Molte volte, prima di presentare una ricetta, esordisco dicendo:
“Quando ero ad Agropoli...” o
“Quando vivevo ad Agropoli...”. Tanti
piatti che propongo appartengono alla
cucina cilentana.
Il tuo lavoro ti dà la possibilità di
attraversare l’Italia osservando e
gustando i piatti di tante località.
Qual è la cultura del cibo nel Cilento e quanto si potrebbe investire
su questo aspetto che caratterizza il
nostro territorio?
Penso che si potrebbe investire molto
di più nella cucina. Nel Cilento c’è
una cultura del cibo fatta di tradizioni
e di territorio, ma non promuove abbastanza questo aspetto anche se, dopotutto, questo è un problema italiano.
Non ci sono molte iniziative che
fanno parlare della cucina cilentana e
ci sono regioni che possiedono molto
meno, ma riescono a comunicare di
più. Abbiamo, nel Cilento, enormi potenzialità: ingredienti coi quali seguire
trend vegani o vegetariani, vini pazzeschi con un ottimo rapporto qualità/prezzo etc. Abbiamo un
potenziale enorme per poter emergere, ma non sappiamo comunicarlo.
Hai avuto il coraggio di abbandonare un lavoro certo per seguire la
tua passione. Cosa consiglieresti ai
tanti giovani che oggi sono in bilico
tra presunte certezze e sogni da accantonare?
Viviamo in un brutto periodo e se si
hanno delle idee e la voglia di investire in esse, è necessario avere anche
tanto coraggio. Tuttavia, se quelle
idee sono intelligenti è proprio questo
il momento per tirarle fuori e farle
fruttare. Ai giovani consiglierei di
osare sempre.
Dalle parole di Chiara traspare
l’amore per il Cilento e la voglia di
comunicarlo. Perché comunicare vuol
dire esistere e questa ragazza ci tiene
molto a far esistere le sue radici, il suo
territorio, la sua casa.
Ilaria Longo
VALLO DI DIANO
n° 03 28/01/2016
7
“Abbiamo bisogno di ponti non di muri”
Auletta, Pertosa, Caggiano e Salvitelle insieme per sperare
on è la prima volta che facebook mi dà lo spunto per
scrivere un articolo, e non
sarà neanche l’ultima, credo. Molti
sottovalutano l’importanza e la potenza di questa piattaforma. Sono
tanti coloro che denigrano facebook,
ma lo fanno solo perché non ne conoscono le enormi potenzialità e così
vedono solo i lati negativi che pure ci
sono (su tutti “le famigerate bufale”).
Il lavoro che svolgo mi porta spesso
a dover spiegare ai miei clienti l’importanza dei socialnetworks di questi
tempi. In generale le nuove tecnologie sono strumenti che creano enormi
vantaggi che si traducono spesso in
opportunità e guadagni, ma bisogna
saperle utilizzare in maniera efficace.
Facebook è una piazza, una piazza
virtuale, dove poter interagire con
tante altre persone, dove poter interloquire - scambiare informazioni –
foto – documenti - video, e fare tutto
questo in tempo reale.
Questo articolo mi è stato ispirato da
un post scritto congiuntamente da
Vito Panzella e Toni Addesso, proprio
su facebook, sabato 23 gennaio 2016,
e questo post ha riscosso un grandissimo successo, creando un interessante dibattito virtuale di cui ora vi
voglio parlare.
Pertosa-Auletta: “Basta con la guerra
del carciofo”, è l’auspicio di Vito
Panzella e Toni Addesso, due giovani
rispettivamente di Pertosa e Auletta.
“Proponiamo la bi-settimana gastronomica del Carciofo Bianco”.
Mancano circa tre mesi all’inizio
delle rispettive rassegne gastronomiche di Auletta e Pertosa, dedicate al
famoso “Carciofo Bianco”. L’anno
scorso le manifestazioni coincidevano nella stessa data, si creò una situazione di gelo e divisione tra le 2
comunità tanagrine.
“In questi giorni, ascoltando tanti
amici coetanei e non solo, delle nostre
comunità – spiegano nel post il Consigliere Comunale di Pertosa Vito
Panzella e Toni Addesso del Comitato
Ponte Nuovo di Auletta – abbiamo
potuto constatare che c’è la volontà di
far si che quello che è successo negli
anni passati, non si verifichi mai più”.
“Tra noi giovani sta crescendo uno
spirito di collaborazione che non si
era mai visto nei secoli, collaborazione negli scambi culturali, sociali,
nello sport, ci aiutiamo reciprocamente nell’organizzazione di iniziative, ci sentiamo già parte di una
stessa comunità. Auspichiamo che
tutti da quest’anno lavorino in sinergia evitando di ripetere gli errori del
passato. Fare sinergia significa offrire
una più ampia offerta in termini di
qualità e di tempo di permanenza in
un territorio bellissimo”.
“Proponiamo la bi-settimana gastronomica sul modello Ladispoli, orga-
N
nizzata insieme dalle 4 comunità produttrici del Carciofo Bianco: Auletta,
Pertosa, Caggiano e Salvitelle. Una
rassegna che coinvolga tutti, dal piccolo produttore/commerciante agli
enti competenti. Il presupposto di
tutto ciò è che le manifestazioni vengano organizzate sempre in date diverse per dare la possibilità a tutti di
partecipare e di contribuire alla buona
riuscita degli eventi”.
“Le due feste – continuano i 2 giovani
Panzella e Addesso – sono già organizzate in maniera ottimale, il nostro
è un semplice auspicio alla collaborazione. Negli anni abbiamo sempre
partecipato ad entrambi gli eventi, organizzando piccole iniziative collaterali e invitando tanta gente da altri
territori, e continueremo a farlo”.
“L’anno scorso ci è risultato molto
difficile dare spiegazioni sulla coincidenza delle due manifestazioni –
concludono – Ci sentiamo già parte di
una stessa comunità, fratelli dello
stesso territorio. Abbiamo bisogno di
Ponti non di Muri”.
In tanti su facebook hanno condiviso
questo loro auspicio, hanno commentato il post ed hanno dato ulteriori
Vito Panzella e Toni Addesso
spunti di riflessione.
E ora siamo convinti che presto, al dibattito virtuale, faranno seguito incontri reali, sinergie tra i paesi e le
persone, nuove idee e nuovi progetti
da mettere in cantiere che vedano
protagonisti i giovani.
Mentre l’Europa costruisce muri, il
nostro territorio vuole costruire ponti,
perché abbiamo bisogno di Ponti non
di Muri!
Massimiliano De Paola
[email protected]
Rifiuti a Sala: Garofalo in assemblea per spiegare
Accolte le indicazioni dei cittadini
H
a voluto sciogliere i dubbi
dei cittadini l’assessore
all’ambiente Vincenzo Garofalo. Sul nuovo conferimento dei
rifiuti a Sala Consilina è stata indetta
un’assemblea pubblica per spiegare
meglio il nuovo sistema di raccolta
dei rifiuti. Quello che si è tenuto venerdì scorso presso l’aula consiliare
di Palazzo di Città in via Mezzacapo,
è solo il primo incontro di un ciclo in
agenda, il prossimo infatti si tiene il
29 gennaio alle 19:00 presso la sala
parrocchiale della chiesa di S. Antonio e venerdì 5 febbraio, alle ore
19:00, presso la sala parrocchiale
della chiesa della SS. Trinità.
Per completezza, va sottolineato che
sul sito istituzionale del Comune di
Sala Consilina, è possibile apprendere e scaricare l’opuscolo che elenca
ogni dettaglio del nuovo sistema di
raccolta differenziata e il suo calendario in vigore solo da qualche settimana.
“E’ andato molto bene il primo incontro – commenta l’assessore Garofalo
al termine - la verità è che noi siamo
soddisfatti anche di come sta rispondendo la popolazione. I cittadini
stanno rispondendo bene a seguito
delle novità che abbiamo introdotto.
Questi incontri sono stati fatti adesso
perché volevamo prima testare sul
campo quanto avevamo apportato di
nuovo per poter poi correggere even-
tuali errori e modificare delle cose recependo le osservazioni”.
Insomma l’incontro è stato molto
proficuo, sono state recepite tutte le
osservazioni avallate dalla cittadinanza e sicuramente a breve, come
promesso, ci sarà una valida e concreta risposta. “La novità più importante è senza dubbio il multi
materiale leggero – continua Garofalo- su questo ci sono stati chiarimenti su quali sono i rifiuti che
rientrano in questa categoria e quali
non rientrano. Per quanto riguarda il
vetro siamo passati al porta a porta
perchè abbiamo eliminato le campane di raccolta su tutto il suolo comunale. Abbiamo fatto ciò, perchè
riteniamo che, con questa nuova raccolta differenziata, aumenterà la percentuale della raccolta stessa e
avremo un vantaggio sull’ambiente e
sul costo della tariffa che rientra nella
Tari”. Altra novità, è l’introduzione
del badge, con il quale i cittadini possono conferire carta, vetro e alluminio direttamente all’isola ecologica di
località Marrone e avranno un risparmio in base a quantità e peso, in bolletta. “Il nostro obiettivo è l’aumento
in percentuale di raccolta differenziata – conclude Garofalo- perché
meno secco conferiamo più risulta
vantaggioso. Il secco differenziato è
la quota più costosa per quanto concerne il conferimento quindi più riu-
Vincenzo Garofalo
Assessore all’ambiente
sciamo a ridurre la quantità di secco
differenziato che verrà conferito
meno sarà il costo che il Comune
dovrà affrontare. E siccome la Tari è
al 100% a carico dei cittadini, se riduciamo i costi, si ridurrà anche la
bolletta”.
Antonella Citro
8
n° 03 28/01/2016
PARCO CILENTO DIANO ALBURNI
Decremento demografico. Tracollo vicino
Pellegrino e Radano convochino gli stati generali del Parco finché c'è tempo
DALLA PRIMA
N
on c'è nemmeno bisogno
di scomodare gli istituti di
statistica per rendersene
conto. È sufficiente farsi un giro nell'alta Valle del Calore, come nei comuni del Cilento interno, nel
corollario di agglomerati in cui sono
frazionati i comuni che fanno corona dalle colline del Golfo di Policastro o nei borghi degli Alburni per
toccare con mano la desolante realtà
di luoghi dove il rapporto tra nascite
e decessi e di 1/30 ... E sbaglio per
difetto. Né può consolare il fatto che
alcuni comuni, i cui amministratori
hanno saputo guardare avanti da
tempo, sono fermi alla crescita/ decrescita zero. Anche in questo caso,
solo l'arrivo di cittadini di importazione come pensionati (Italiani e
stranieri) attratti dalla tranquilla vita
Cilentana hanno deciso di porre la
residenza nella terra dei miti. Oppure l’insediamento di lavoratori extracomunitari dediti alla potatura e
raccolta di ulivi, vigne e castagneti
…
La programmazione per l'impiego
dei fondi europei 2014/2020, prendendo atto del fenomeno che metterebbe a rischio l’esistenza stessa
delle comunità, ha posto in alto
l'aspettativa di investimenti nelle
aree interne. È una chance che sarebbe sbagliato non cogliere per il
nostro territorio. Nel passato, milioni di euro sono stati impegnati per
sistemare piazze, ristrutturare palazzi e conventi, costruire rotatorie,
aprire case di riposo, adibire cascinali ad agriturismi, ammodernare
chiese, illuminare strade, ristrutturare scuole ... Allargare cimiteri!
Risorse impiegate per migliorare la
qualità della vita di chi già vive nei
paesi del parco. Intanto, molta parte
del patrimonio abitativo dei centri
storici è stato invece abbandonato al
degrado facendo fuggire i pochi
stoici "paesani" che non ne volevano
sapere di lasciare la terra dei padri
sia per necessità sia per virtù.
Se non fosse stato per le centinaia di
badandi, poche italiane e molte straniere, importate da figli e figlie trasferitisi in città o da qualche altra
parte a costruirsi un futuro, anche la
qualità della vita alla base della longevità di cui ci vantiamo sarebbe risultata decisamente ridimensionata.
L'incremento demografico è l'iperattivo categorico al quale non ci si può
sottrarre nel prossimo futuro se si
vorrà salvare il salvabile del nostro
mondo. Ci si riferisce ai luoghi in
cui la generazione del dopo guerra è
nata ed è cresciuta fino a quando
non è scomparsa all'orizzonte perché partita alla ricerca del mondo
altro da quello a cui erano destinati.
Molti si spostarono di pochi Km
verso al zona costiera (anche nello
stesso comune);
altri a fare i portieri nei palazzi
del capoluogo;
tanti salirono sui
treni diretti alle
città industriali
del Nord o, ancora più in là, in
Francia, Germania, Belgio; numerosi
quelli
che "richiamati"
da lontani parenti
scelsero
l'America
e
l'Australia ...
La ricetta miracolosa non è dato di conoscerla. Né
quelle che hanno già dato segnali
positivi potrebbero essere usate per
realtà con caratteristiche dissimili. Il
problema di Capaccio capoluogo è
diverso da quello di Valle dell'Angelo; come non si può proporre la
stessa soluzione per Centola e per
Montano Antilia; nè si può mettere
sullo stesso piano Caggiano e Teggiano e Perito con Ascea paese.
In ogni caso, tutte le azioni che potenzialmente potrebbero essere immaginate e finanziate non possono
non partire da una presa di coscienza collettiva che faccia giustizia di tutti i luoghi comuni coniati
finora: "mancanza di strade, vincoli
paesaggistici che impediscono di
costruire, chiusura di servizi pubblici come poste e scuole ... mancanza di lavoro che pure è una piaga
sociale.
La vera battaglia da combattere è
quella culturale. È indispensabile
convincere chi è rimasto che solo
guardando in faccia la realtà la si
può riformare. Per cui è arrivato il
momento di chiamare a raccolta
ogni "intelligenza" per un confronto
su come andare oltre lo stato attuale.
Amministratori e sindaci facciano
un passo avanti verso lo straordinario impegno senza cedere di un
palmo su quello ordinario per evitare che il fenomeno travolga ogni
speranza.
In questo, il nuovo presidente del
Parco, Tommaso Pellegrino, è la comunità del Parco retta pro tempore
da Tonino Radano, si facciano parte
attiva e convochino gli stati generali
del Cilento, Diano e Alburni per un
confronto aperto franco e leale al
fine di evitare il tracollo annunciato.
Bartolo Scandizzo
Le C. M. Gelbison e Montestella
Migliaia di ettari di Parco senza uomini
G
li otto paesi della Comunità
Montana Gelbison e Cervati, perdono complessivamente 553 abitanti. Solo Moio della
Civitella con 34 abitanti in più e
Novi Velia con 266 nuovi residenti
incrementano lievemente la propria
popolazione. I dati demografici
2001-2014 evidenziano uno spostamento di popolazione, da imputarsi
certamente ad un travaso demografico, tutto interno all’area di Vallo
della Lucania, che perde 196 abitanti.
Probabilmente, cittadini vallesi, che
si sono trasferiti a Moio e a Novi,
visti gli alti prezzi delle case a Vallo.
Mentre i paesi più interni, anche per
le annose carenze del sistema viario,
subiscono un forte decremento demografico, in termini percentuali superano il 10%. Il paese con più
perdita di popolazione risulta essere
Orria che perde 191 abitanti, seguita
a ruota da Perito e Gioi. Non va meglio per la Comunità Montana Alento
Montestella, che perde 107 abitanti
totali. Solo Prignano Cilento ha un
forte incremento demografico in termini percentuali, 17,64% +153 abitanti, forse dovuto alla sua vicinanza
con Agropoli. Anche in questo caso i
paesi più interni subiscono un forte
perdita di popolazione, come nel
caso di Stella Cilento, Serramezzana,
Cicerale e Sessa Cilento.
n° 03 28/01/2016
9
CA
VALLE DEL CALORE
Valle Dell’Angelo a rischio estinzione, gli altri comuni tutti in calo
Solo Altavilla e Albanella, grazie a Cerrelli e Matinella, aumentano i residenti
DALLA PRIMA
3210/./-2,+/*)1()--21'/&%*+$#1!/*$2*21'2-/ )12-) *+$2*/1$ 211)1+-1
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L
residenti), Magliano Vetere (-20,22%,
-179 residenti), Laurino (-17,95%, 349 residenti), Stio (-17,91%, -194
residenti), Castel San Lorenzo (16,61%, -501 residenti) e Monteforte
Cilento (-11,37%, -71 residenti).
Con cali ad una cifra percentuale, ma
sempre in fascia negativa, troviamo i
comuni di: Felitto (-5,96%, -83 residenti), Trentinara (-5,15%, - 91 residenti) e Roccadaspide (-2,57%, -192
residenti).
Gli unici due comuni che hanno avuto
i maggiori incrementi di popolazione
nel territorio della Comunità Montana
Calore Salernitano sono:
Albanella
(+3,23%,
Comune
2001
2014
Var. pop.
Var. %
+204
residenti)
e Alta1. Stella Cilento
850
754
-96
-21,33%
2. Serramezzana
397
328
-69
-17,38%
villa Silentina (+4,73%,
3. Cicerale
1342
1240
-102
-7,6%
+319 residenti).
4. Sessa Cilento
1466
1358
-108
-7,36%
5. Rutino
916
864
-52
-5,67%
Occorre far notare che lo
6. Perdifumo
1857
1797
-66
-3,55%
shock negativo di tipo
7. Lustra
1113
1093
-20
-1,79%
8. Ogliastro Cilento
2202
2256
+54
+2,45%
demografico degli anni
9. Omignano
1537
1633
+96
+6,24%
passati dei comuni del10. Laureana Cilento
1092
1189
+97
+8,88%
11. Prignano Cilento
867
1020
+153
+17,64%
l'entroterra della ComuComunità montana
13639
13532
-107
-0,78%
nità Montana Calore
Alento Montestella
Salernitano si ripercuoTabella costruita in ordine di maggiore
terà negativamente nei
decremento percentuale della popolazione nel territorio
della Comunità Montana Alento Montestella
prossimi anni sulle popolazioni residenti con tagli
di servizi pubblici e camnel periodo 2001-2014, la popola- biamenti sociali.
zione residente della Comunità Mon- La forte crisi demografica di molti
tana Calore Salernitano è diminuita paesi della Comunità Montana Calore
Salernitano, infatti, porterà alla chiudi 2.022 unità (- 5,83%).
Il comune della Comunità Montana sura di molte attività economiche, alla
Calore Salernitano che ha subito il perdita e all'accorpamento di moltiscalo percentuale di popolazione resi- simi servizi pubblici locali (scuole,
dente più elevato è stato il comune di uffici di enti locali, trasporti pubblici,
Valle dell'Angelo.
Il piccolo comune delLa Popolazione della
l'Alto Calore ha perso
Comunità Montana Gelbison e Cervati
tra il 2001 e il 2014
148 residenti (-36,81%)
ed è da considerarsi un co2001
2014
Var. pop.
Var. %
mune ad altissimo rischio 1. OrriaComune
1294
1103
-191
-14,76%
d'estinzione.
2. Perito
1101
958
-143
-12,98%
Gioi Cilento
1466
1298
-168
-11,45%
Con cali di popolazione 3.
4. Cannalonga
1147
1065
-82
-7,14%
2510
2437
-73
-2,9%
residente a due cifre per- 5. Ceraso
6. Vallo della Lucania
8821
8625
-196
-2,22%
centuali nel periodo 2001- 7. Moio della Civitella 1821
1855
+34
+1,86%
2043
2309
+266
+13,02%
2014 possiamo elencare: 8. Novi Velia
montana
20203
19650
-553
-2,73%
Sacco (-27,96%, -196 re- Comunità
Gelbison e Cervati
sidenti), Piaggine (Tabella costruita in ordine di maggiore
23,89%, -423 residenti),
decremento percentuale della popolazione nel territorio
della
Comunità Montana Gelbison e Cervati
Campora (-21,03%, -118
a nuova analisi dei dati, purtroppo, continua ad evidenziare un costante calo della
popolazione in molti comuni delle
zone dell'entroterra della Comunità
Montana Calore Salernitano e conferma la tendenza già emersa nel decennio 2001-2011. Dall'analisi dei
dati della popolazione residente nel
territorio della Comunità Montana
Calore Salernitano possiamo notare
che al 31.12.2001 la popolazione residente era di 34.654 abitanti e che nel
2014 la popolazione residente si è ridotta a 32.632 unità. In poche parole,
ecc.) e causerà una forte emorragia di
posti di lavoro nel settore pubblico e
nell'indotto del settore privato.
Si spera che questa nuova analisi dei
dati demografici del territorio della
Comunità Montana Calore Salernitano possa servire, dopo anni di sprechi di risorse ed investimenti pubblici
(inutili ed inefficaci dal punto di vista
occupazionale per le comunità locali
cilentane), a far riflettere e a spronare
gli agenti economici ed i politici delle
comunità locali e degli enti sovracomunali (Provincia, Regione e Stato) a
trovare soluzioni adeguate al fine di
contrastare in maniera efficace lo spopolamento inarrestabile delle zone interne del Cilento.
Vito Gerardo Roberto
[email protected]
La stazione del marinaio
di Sergio Vecchio
10 n° 03 28/01/2016
CULTURA
Antonio Barrese è uno dei massimi designer europei
Compasso d’oro per 8 volte!
L'ADI Associazione Disegno Industriale ogni anno assegna il Compasso d'Oro
che è considerato il massimo riconoscimento che si possa dare ad un designer,
ebbene Antonio Barrese ne ha ricevuti ben 8. Alla Fornace Falcone sta realizzando dei lavori importanti per una serie di progetti.
BIOGRAFIA
ntonio Barrese
nasce a Milano
nel 1945.
Esordisce giovanissimo.
Nel 1964 fonda il Gruppo
MID, nel quale realizza
oggetti e strutture cinetiche, ambienti immersivi,
ricerche di estetica sperimentale, fotografie e film
sperimentali.
Nel 1972 ha inizio l'attività di design (riconosciuta da sette Compassi
d'Oro, tra premi e segnalazioni d'onore).
Si occupa, in particolare,
di Corporate Image, collaborando con le maggiori
aziende italiane.
La narrativa visuale, che
prende le mosse dalla Poesia visiva e concreta, è una
ricerca condotta quasi a
margine della sua attività
artistica ma ricuce e rivela
il senso della sua poetica,
tesa a sperimentare l'incontro tra linguaggi differenti.
La convocazione e TrashZappingPixel nascono
dalla fusione di immagine
e scrittura, approdando a
risultati linguistici del
tutto inediti.
Nel 2000 ritorna all'arte,
portando alle estreme conseguenze le sperimentazioni avviate in seno
all'Arte Cinetica e Programmata.
La materia prediletta è la
luce e l'uso diretto dell'energia elettrica.
Di questi anni sono le
serie di opere denominate
Ligthing Objects Family e
Sparkling Objects Family.
Nel 2009 realizza a Milano l'Albero di Luce, installazione cinetica e
A
luminosa a scala urbana,
risultato di una sapiente
alchimia tra arte, design e
tecnologia.
Nel 2011 fonda, con Stefania Gaudiosi, OperaAperta
Arte Pubblica, società di
innovazione artistica e
culturale, che in Brasile
sta realizzando una colos-
sale opera di Arte
Geografica, FlowingRiver_RioAmazonas, e che
in Italia sta dando vita a
ScholaFelix, la scuola dell'intelligenza ideativa, dell'arte e della New Vision.
Nel tempo, si è dedicato
all'insegnamento (Scuola
di Direzione Aziendale di
Valerio Falcone e Antonio Barrese
Torino, Istituto Europeo di
Design, Istituto Marangoni, Facoltà di Design del
Politecnico di Milano) ed
è autore di numerosi saggi
sulla teoria del design e
del progetto.
ALTAVILLA SILENTINA
"Il coraggio di osare", Rosario
Gallo pubblica l’autobiografia
che gli ordinava di convocare il consiglio comunale. Non lo fece e rimediò una condanna che lo fece uscire
dal municipio. "Fuori" fino al 2005
ha reagito animando una campagna
elettorale permanente. Politiche, amministrative, per la banca locale o
per il consorzio di bonifica che fosse.
Non c'è "una conta" che abbia saltato. Gli studiosi di marketing elettorale dovrebbero studiarlo. E' stato
costantemente alla guida di una macchina che produce voti di lista e pre-
l personaggio c'è: discusso ed
amato. "Bisogna conservare
l'umiltà di ciò che siamo. Mai
perdere la dignità e l'orgoglio delle
nostre origini". Padre emigrante in
Germania, di mestiere un po' agricoltore e camionista, Rosario Gallo, 65
anni, non ha mai rinnegato le sue radici popolari. Conquistando la laurea
in medicina riesce a farsi spazio in un
paese, alla fine degli anni Settanta,
non è certo avvezzo ai colpi di scena.
L'esordio sulla scena politica di Al-
I
ROSARIO GALLO
Una autobiografia, storie nella storia, capace di portare il lettore dalle vicende
personali a quelle collettive. Il racconto di un percorso di vita, con l’assunzione
di responsabilità istituzionali e politiche, costellato dalla malattia che lo colpisce personalmente e che gli fa perdere la figlia Rosa. Un libro che emoziona e
commuove e che in molte parti diverte, in altre, fa riflettere sulle responsabilità individuali nell’amministrare la cosa pubblica. Un “animale politico” in senso
lato, capace di correre a 1000 per inventare e realizzare cose nuove e creare
muove prospettive per la sua comunità.
IL CORAGGIO DI OSARE
IL CORAGGIO DI OSARE
IL CORAGGIO DI OSARE
Autobiografia di un uomo
che ha sempre guardato al futuro
ALTAVILLA SILENTINA
SARIO GALLO
ROSARIO GALLO
Medico, già sindaco di Altavilla Silentina (SA), imprenditore agricolo fondatore
dell’azienda agrituristica Al gallo verde, è protagonista di una lunga stagione
politica, sia come sindaco sia come dirigente politico. Ha istituito la Fondazione
Rosa Gallo onlus avente come finalità la ricerca, la cura e l’informazione sulla
Poliposi Adenomatosa Familiare e la Sindrome di Gardner.
La copertina del lbro “Il coraggio di osare”
tavilla avvenne nel 1980, nelle "tre
torri", in una lista civica di area democristiana, e già l'anno successivo,
eletto sindaco si pose decisamente a
capo della convulsa e discussa ricostruzione post – terremoto. Uomo
della sinistra dc, per oltre un decennio se la deve vedere con la concorrenza dei vecchi leoni dc del paese:
da Salvatore Cembalo a Gaetano
Sassi. Fino al 1993 Gallo resta saldamente alla testa del comune. Tante
opere pubbliche sono iniziate e le assunzioni municipali fioccano. Il bilancio del comune però non regge e
va in dissesto. Gli ultimi suoi due –
tre anni sono però all'insegna dei
colpi di scena, e solo un drappello di
una cinquantina di carabinieri riescono a controllare i movimenti popolari che vogliono impedire a tutti i
costi la sua defenestrazione. Più che
dalla piazza o i movimenti politici
Rosario Gallo trova sua buccia di banana nella "forzatura" che si trovò a
fare di un'intimazione del prefetto
ferenze per gli amici. Alle primarie
prodiane dell'Unione ad Altavilla
Clemente Mastella rimedia una percentuale superiore a quella di Ceppaloni. Come Pippo Baudo ha scoperto
e lanciato gran parte dei protagonisti
dell'attuale scena politica: "galliani"
sono stati Franco Cembalo, Antonio
Di Feo ed Angelo Marra. L'Udeur diventa la sua casa politica, suo amico
e sostenitore è l'ex senatore ed ora
membro dell'autority delle comunicazioni Roberto Napoli. Gli altri
meno, lo stesso Mastella alla fine gli
perferisce Carmine Cennamo, il sindaco di Postiglione. Oltre la politica
c'è il resto e la grande amarezza di
Gallo è la perdita della giovanissima
figlia, Rosa, scomparsa a poco più di
vent'anni, ed alla quale dedica una
fondazione. Agli amici più vicini
spesso confessa di "usare" la politica
non solo per la sua comunità ma
anche come terapia alle difficoltà
della vita.
Oreste Mottola
AGENZIA DI PAESTUM
VIALE DELLA REPPUBLICA,18
84047 - CAPACCIO (SA)
Tel: 0828 723268 - Fax: 0828 725886
e-mail:[email protected]
n° 03 28/01/2016
11
Miscellanea Italia
Multe per chi getta a terra dell’azienda californiana. Apple lavorerà con partner in tutta Italia che
mozziconi ed altro
Dal 2 febbraio per chi getta a terra
mozziconi di sigarette, gomme da
masticare, scontrini e fazzoletti di
carta, sanzioni fino a 300 euro. Nel
ddl sulla Green economy, la legge 28
dicembre 2015 n. 221, pubblicata in
GU il 18 gennaio 2016, con l’articolo 40 si stabilisce che ogni Comune deve provvedere a “installare
nelle strade, nei parchi e nei luoghi
di alta aggregazione sociale appositi
raccoglitori per la raccolta dei
mozziconi dei prodotti da fumo”.
Mentre toccherà a produttori e ministero dell’Ambiente attuare campagne
di
informazione
per
“sensibilizzare i consumatori sulle
conseguenze nocive per l’ambiente
derivanti dall’abbandono dei mozziconi”. Uno studio dell’ENEA sostiene che accendere una sigaretta
significa immettere in ambiente più
di 4000 sostanze chimiche ad azione
irritante, nociva, tossica, mutagena e
cancerogena.
Apple decide di investire in
Italia: opportunità che va
sfruttata
L’azienda di Cupertino farà nascere
a Napoli il Centro di Sviluppo App
iOS d’Europa. Che cosa farà questo
centro? Sosterrà gli insegnanti e fornirà un indirizzo specialistico preparando i futuri sviluppatori a far parte
della comunità di sviluppatori Apple
e farà 600 posti di lavoro. Apple fornirà agli studenti competenze pratiche e formazione sullo sviluppo di
applicazioni per iOS, cioè il sistema
operativo per dispositivi mobili
forniscono formazione per sviluppatori per completare questo curriculum e creare ulteriori opportunità per
gli studenti. Apple prevede di ampliare questo programma estendendolo ad altri paesi a livello mondiale.
La stessa società ha precisato che
non sarà l’unico centro in Europa ma
verrà esteso questo progetto nei
prossimi anni anche in altre città.
TASI/IMU: sconto per immobili a canone concordato
La legge di stabilità per il 2016 ha
introdotto, assieme all’esenzione
Tasi per le abitazioni principali non
di lusso, un particolare vantaggio fiscale per i contribuenti che abbiano
concesso in affitto l’immobile secondo la legge 431 del 1998. Si tratta
di contratti stipulati per l’affitto delle
abitazioni situate nei Comuni ad alta
tensione abitativa e in quelli individuati nelle delibere del Cipe. La
legge di stabilità agevola il ricorso a
tali contratti attribuendo al proprietario una riduzione del 25% sulle aliquote Imu e Tasi, stabilite dal
Comune nel quale si trova l’immobile. Il prelievo massimo può toccare
l’11,4 per mille. Resta inteso che il
locatore pagherà la Tasi in un importo ricompreso tra il 90 ed il 70%
dell’imposta dovuta ma con l’applicazione della riduzione citata mentre
il conduttore sarà esentato dal pagamento della somma residua oscillante tra il 10 ed il 30% qualora
l’immobile preso in affitto sia stato
adibito a sua abitazione principale.
Oltre all’aliquota agevolata, i proprietari di questi immobili continueranno a beneficiare della riduzione
del 30%, per la determinazione della
quota di canone imponibile ai fini
lrpef o della cedolare secca al 10%
fino al termine del 2017. Dal 1° gennaio 2018 l’aliquota tornerà al 15%.
G.C.
GOLFO DI SALERNO
12 n° 03 28/01/2016
DALLA PRIMA
C
on quella
faccia un
po’ così,
quell’espressione
un po’ così, di noi
che lo abbiamo
visto all’opera… con quei tratti somatici finalmente rilassati e stesi, di uno
che si è guadagnato il proprio, persino
galante con le volitive bellezze ricce,
rappresentanti del Comitato Rinascimare e di Legambiente, Giuseppina
Letteriello e Valentina Del Pizzo.
Grande impatto hanno avuto le argomentazioni della dott. Giuseppina
Letteriello, del Comitato Rinascimare,
sul Presidente Canfora, che ha apprezzato e condiviso le analisi, le perplessità e le contrarietà sul “Progetto
antierosione” della Provincia. “L’incontro ha avuto lo scopo di manifestare al Presidente della Provincia di
Salerno, Giuseppe Canfora, la nostra
preoccupazione sul “Progetto di ripascimento del litorale del Golfo di Salerno”, fermarlo e cambiarlo. I motivi
del dissenso sono:
- Il progetto non garantisce nessuna
efficacia contro l’erosione.
- I tecnici, estensori dello stesso, non
garantiscono nessuna soluzione circa
i fenomeni erosivi.
- Le soluzioni prospettate avranno un
grosso impatto sull’ecosistema marino.
- Verranno bloccate le correnti sottocosta, con grave danno per la spiaggia.
- La spiaggia di Paestum, potrebbe
fare la stessa fine della spiaggia di
Agropoli, dove la barriera di massi del
Lungomare San Marco, sta letteralmente sprofondando negli abissi.
- Per anni, mastodontici cantieri edili
faranno bella mostra sulla spiaggia,
distruggendo quel po’ di turismo balneare residuo. La spiaggia di Paestum,
lunga 13 km, ha solo 3 km in erosione, mentre 10 km sono in accrescimento. Si rischia di distruggere la
nostra spiaggia. Il tratto interessato da
fenomeni erosivi non presenta né insediamenti abitativi né infrastrutture
pubbliche e pochissimi lidi. Sarebbe
molto meno costoso e sicuro la delocalizzazione o l’arretramento dei lidi”.
Queste le perplessità del Comune di
Capaccio-Paestum, espresse dal delegato della Città dei Templi, nelle quali
il Sindaco Italo Voza trova le ragioni
della sua contrarietà al Progetto della
Provincia. Mentre il Sindaco di Pon-
dogli di respirare
e infrangersi con
lievità sulle dune
ripristinate, cogliendo, al cont e m p o ,
l’occasione dell’arretramento dei lidi,
come ci chiede l’Europa. Siamo nelle
mani dei Sindaci di due Antiche Città.
Speriamo che gli avi fondatori non
debbano pentirsi dei loro discendenti.
Lucio Capo
Pennelli che abbruttiscono
Canfora si rimette ai sindaci Voza e Sica
tecagnano, Ernesto Sica, trova nel redigendo PUC la sua contrarietà al Progetto della Provincia. Infatti nel
preliminare del Piano Urbanistico Comunale è prevista l’arretramento della
strada litoranea di Magazzeno. Tale
previsione fa venir meno la necessità
di “cementificare” il mare, consenten-
Spiaggia di Paestum
I
l comitato Rinascimare composto dai circoli di Legambiente di
Pontecagnano, Battipaglia, Eboli
e Capaccio, dal WWF Eboli, Campagna e Battipaglia, da Italia nostra Salerno, da SEL Pontecagnano ed Eboli,
dal CAI Salerno, dalle Associazioni
Isea Onlus, Ponte nuovo, Cicloecologista di Eboli e Campagna, Eboli
Nuova, Movimento Arancione, si
batte da anni per la ridefinizione del
Grande Progetto di difesa e ripascimento del litorale compreso tra i Comuni di Pontecagnano e Capaccio.
Alla luce delle valutazioni tecniche,
ambientali e politiche fatte dalla presentazione del suddetto progetto ad
oggi (tre anni) e a seguito della disponibilità del Presidente Canfora ad
aprire un confronto con i Sindaci dei
Comuni interessati per discutere della
reale necessità della sua realizzazione,
il comitato si è incontrato venerdì 22
gennaio con il Presidente Canfora per
chiedere insieme al consigliere comu-
nale di Capaccio Maurizio Paolillo, la
rimodulazione del progetto allo scopo
di utilizzare le importanti risorse economiche rese utilizzabili dall’UE per
riqualificare e riorganizzare un tratto
di costa dalle indiscutibili potenzialità
turistiche ed ambientali. Il presidente
della Provincia ed il Rup del progetto,
preso atto delle istanze del comitato e
del consigliere Paolillo hanno dichiarato che se i Sindaci dei comuni interessati manifestassero chiaramente la
loro contrarietà la Provincia sarebbe
disposta a non appaltare l’opera. Il comitato, dopo aver sensibilizzato tutti i
comuni interessati ed avendo riscontrato adesione sia da parte di tante associazioni che di tanti politici e di
semplici cittadini, si aspetta che in
questo momento ci sia coesione e coraggio a dire NO al Grande Progetto
perché comporterebbe un’ingente
spesa per un intervento inutile e troppo
impattante per il nostro territorio.
Comitato Rinascimare
CAPACCIO PAESTUM
n° 03 28/01/2016
13
DALLA PRIMA
N
e furono coinvolti gli attuali
comuni di Altavilla, Albanella, Roccadaspide, Capaccio, Giungano, Ogliastro Cilento,
Cicerale, Trentinara. E, come testimoniano, le ricerche e le scoperte archeologiche, in questo vasto territorio, vi
erano numerosi luoghi di culto con notevole affluenza di devoti nelle occasioni delle feste. E, a tal proposito, è da
sottolineare che il FUOCO ebbe nella
preistoria e, poi, nella storia valore totemico e si caricò di simbologia come
forza primigenia della vita. Se ne occuparono in trattati i filosofi presocratici
e lo cantarono, esaltandone la potenza,
i primi poeti. I Greci gli dedicarono santuari e culti con appendici di fastose e
festose ritualità. E costruirono templi
per Efesto/Vulcano, Persefone, Prometeo ed Artemide, che, nella prismaticità
della interpretazione del mito, furono riconducibili al fuoco, appunto. Nel pantheon dell'antica Poseidonia/Paestum ci
furono di sicuro culti e, probabilmente,
santuari per Artemide e Persefone, che,
nell'eterno alternarsi di luce ed ombra,
notte e giorno, morte e vita, ritmavano
e materializzavano, nell'immaginario
collettivo, il mistero cangiante dell'esistenza, che si inabissava nelle tenebre
degli inferi e riesplodeva nella solarità
della resurrezione. Forse deriva da qui
la intuizione felice della metempsicosi
di Pitagora, che dalle nostre parti passò
e, forse, vi tenne scuola. Ed il melograno, che è pianta sacra al territorio e
che, nella festa dei fiori rosso/sangue a
primavera e nel riso dei chicchi perlacei
nell'esplosione della scorza in autunno,
è simbolo della vita che si rinnova nel
miracolo della rigenerazione della natura, si identificò nel culto di Era e Persefone, dee di vita e morte, regine nelle
tenebre degli Inferi e signore della luce
dei Superi. A prestar fede a qualche studioso rigoroso, Persefone ebbe tempio
e culto alle sorgenti di Capodifiume,
prima che il cristianesimo ne trasferisse
la ritualità per la Madonna che veglia e
protegge uomini e campagne dal santuario terrazza del Calpazio a volo di
pianura. La religione greca inventò le
IEROFANIE, feste in cui appariva e si
materializzava il sacro nel volto processionante delle divinità. Tra le tante
(olimpiche, nemee, pitiche, istmiche) ci
furono le gare con fiaccole prevalentemente a squadre di cinque tedofori per
venerare dee e dei del fuoco, ma non
solo. A margine è da notare che nell'antica Grecia lo SPORT, in tutte le sue
Le ierofanie nella Kora Pestana
Il valore totemico del fuoco
manifestazioni, aveva un carattere
meno profano di quanto non lo abbia
per noi oggi. Le competizioni si svolgevano nell'ambito di una festa e nel recinto di un santuario; e questa
investitura religiosa si saldava con i significati aristocratici di cui lo sport era
carico in una società, come quella
greca, in cui l'agilità e la prestanza fisica, esercitate nelle palestre, costituiva
il corredo indispensabile dell'uomo di
valore (xalòs xai agatòs). Le gare duravano più giorni ed il loro svolgimento
era anche occasione di fiere, convegni,
manifestazioni musicali e teatrali. Ci si
potrebbe riannodare all'antichità e riproporre LE IEROFONIE in chiave
moderna, arricchendole di una serie di
eventi collaterali e dilatandole nel
tempo e nello spazio con il protagonismo attivo dei comuni della Kora Pestana. La festa potrebbe avere, così, la
durata di una settimana, con apertura ad
ALBANELLA e chiusura a CAPODIFIUME, che conservano testimonianza
di due templi di notevole valenza mitologica, storica ed artistica, ma con articolazione nei paesi della vasta kora
disseminata sui crinali delle colline circostanti: Eredita, Finocchito, Cicerale,
Giungano, Trentinara, Roccadaspide,
Albanella, Altavilla. Una cosa è certa:
sarebbe certamente uno spettacolo
unico ed irripetibile la veloce processione dei tedofori per campagne e villaggi alle prime ombre della sera,
lucciole d'amore e di cultura a recupero
di radici con la sosta festosa nella
piazza dei singoli paesi a veglia del tripode sacro, con l'allegro coinvolgimento di comunità piccole e grandi a
riscoperta orgogliosa di schegge della
propria storia pestana nelle tradizioni,
nei saperi e nei sapori, per riprendere la
corsa all'indomani con nuovi atleti per
una nuova entusiasmante avventura per
un'altra piazza con un'altra storia e diverse tradizioni, riconducibili, però, all'unica matrice poseidoniate/pestana. E
sì, perché, come già accennato in precedenza, ci fu Poseidonia grande e potente, approdo e snodo di civiltà sulle
rotte del Mediterraneo e che viveva nel
recinto delle mura a preghiera nei templi, a dibattiti nell'agorà, a socializzazione nelle terme, a fruizione di cultura
nei teatri; ma ci fu anche una kora
ampia e fiorente di attività economiche,
di traffici e commerci che si dilatava
nella pianura con masserie agricole (villae extraurbane) e trasmigrava su per le
colline, dove popolava postazioni a protezione da barbari invasori, a difesa di
sorgenti, a coltivazioni di poderi ridenti
di uliveti e ficheti, a taglio di boschi per
fornire legname per cantieri navali. Furono straordinarie le risorse della kora
e contribuirono a fare grande, potente e
prosperosa la città. E, nell'ora della decadenza, quando i pirati a caccia di bottino e l'impaludamento dei corsi
d'acqua resero inabitabile la pianura, furono proprio i villaggi della kora a dare
rifugio e sicurezza ai fuggiaschi. E in
tempi più recenti, quando la pianura
esplose di rinata fecondità, furono i "pestani" della kora a prestare braccia e sudori nelle lente processioni dalle colline
a conquista di lavoro stento. La storia
antica e recente registra, perciò, un intenso "rapporto di dare e avere" tra pianura e colline, tra mare e montagna, tra
la città antica e la sua kora. E, forse, è
giusto e doveroso che una festa collettiva a recupero di storia e memorie comuni, coinvolga l'intero territorio,
esaltandone l'orgoglio di identità e di
appartenenza e sanando una frattura. Ne
guadagnerebbe la qualità e la diversificazione dell'offerta turistica, con una
manifestazione di straordinario impatto
spettacolare e mediatico, che, nel corso
di una settimana, scaverebbe nel cuore
più profondo ed antico del territorio,
nella consapevolezza di innervarsi nel
passato per esaltare il presente e per
proiettarsi saldamente verso il futuro. I
costi non sarebbero eccessivi e, quel
che più conta, suddivisi tra vari comuni
che avrebbero motivazioni profonde e
passionali per recitare al meglio il loro
ruolo di coprotagonisti di un evento
prestigioso e memorabile.
Articolazione dell’evento
L'evento della durata di una settimana
(da domenica a domenica), da realizzarsi nella terza decade di luglio,
avrebbe il seguente percorso
I^ serata : Albanella
II^ serata: Fonte di Roccadaspide
III^ serata: Giungano -località San
Giuseppe
IV^ serata: Ogliastro Cilento- Località
Finocchito
V^ serata: Cicerale
VI^ serata: Trentinara
VII^serata. Capaccio capoluogo
VIII^serata Capaccio- località Capodifiume
Il comune capofila dell'evento è ALBANELLA.
Il perchè di Albanella Comune capofila. Nel territorio di Albanella sono venuti alla luce due ritrovamenti
archelogici di grande valenza storica ed
artistica e che testimoniano la vitalità e
la dimensione degli insediamenti della
Kora Poseidoniate/ pestana. Si tratta dei
resti di un tempio per il culto di Demetra e di una tomba che riproduce il rito
dell'offerta e, proprio per questo, conosciuta con il nome di Tomba della fanciulla offerente. Si tratta, di sicuro, della
più importante e significativa testimonianza archeologica di tutto il territorio
della kora e che giustifica, perciò, di
collocare qui la cerimonia di apertura e
la I^ serata delle IEROFANIE. Infatti
parte rilevante nellì'apertura dell'evento
sarà dedicata alla ritualità dell'offerta, il
sacrificium , che come dice l'etimo
(sacer+facere= rendere sacro) è un
gesto con cui alcuni beni (oggetti, cibo,
animali e, qualche volta, anche uomini)
vengono spogliati dalla dimensione
umana e trasferiti nel sacro, venendo,
così, dedicati ad una o poù entità sovrumana: un atto propiziatorio e/o di devozione/venerazione. Mi piacerebbe
esporre il progetto in tutta la sua articolazione al prof.Gabriel ZUCHTRIEGEL, direttore del Museo e dell’Area
Archeologica di Paestum, perché ha
competenza e, credo, risorse per realizzarlo. Gli ho chiesto da tempo un appuntamento Ma, finora, senza esito.
Giuseppe Liuccio
[email protected]
14 n° 03 28/01/2016
La Bcc dii Aquara,
q
sollida e in cresscita
Il direttore generale Mariino: «Per il 2016 stop ai camp
m anilismi, fusione con Bcc di Capaccio»
Direttore si parla troppo di banche ultimamente?
Nelle ultime settimane i principali
organi di stampa stanno lanciando allarmi sul sistema bancario
italiano, alimentando timori del
tutto inffondati. Le 4 banche di cui
si parla rappresentano solo l’1% del
sistema bancario italiano. Le BCC
ne rappresentano il 14%.
Dal 1° gennaio sono entrate in
vigore nuove regole sulla gestione dei costi dei salvataggi delle
banche, che limitano la possibilità
di interventi di denaro pubblico.
Il sistema bancario italiano è
solido, anche se non mancano
casi isolati di banche in difficoltà, soprattutto dove non è stato
rispettato il metodo della sana e
prudente gestione
gestione.
E la BCC di Aquara come si pone?
Per questo voglio chiarire che la
nostra Banca è veramente solida.
I nostri Soci e Clienti hanno a
disposizione indicatori chiari ed
evidenti a garanzia della solidità.
E l’anno 2015 si è chiuso con una
ulteriore crescita, come si evince
dalle tabelle allegate.
Siamo una “banca sana” e questo
ci consente di contribuire allo sviluppo ed al sostegno del territorio
in cui operiamo, al fianco delle
imprese e delle famiglie.
Le BCC in Italia si confermano
un sistema solido e ben patrimonializzato, con un coefficiente
patrimoniale medio pari al 16,2%
. In Italia ci sono circa 370 BCC e
tra queste le situazioni di difficoltà
si contano sulle dita di una mano.
La rifforma
o
o autoriffo
orma probabilmente renderà più sicuro tutto
il sistema, se il Governo ascolterà
le indicazioni di Federcasse.
?
Cosa conterrà la rifforma
o
In essa dovrebbe esserci il concetto che saranno concessi limiti
di autonomia crescente alle banche meglio gestite e noi, posso
anticipare con certezza, saremo
tra queste.
In circa 40 anni di attività della
I NU
UMERI
Un
n anno da incorniciare il 2015
IMPEGNO PER IL TERRITORIO
D
Della
Bcc di Aquara e del diretttore Antonio Marino
Banca abbiamo costruito solidità,
fiducia, capitaale ed abbiamo aiutato l’economia reale delle nostre
piccole comun
nità. Non abbiamo
puntato a fare finanza ma abbiamo creato occupazione e reddito.
Per fare ulteriore chiarezza sulla
solidità della n
nostra Banca basta
bastano due indicatori.
Il nostro CET 1 ratio è pari al 18,5%
al 30.09.15. Questo indicatore rapporta il patrimonio della banca alle
attività bancarie ponderate per il
rischio ed è ben superiore alla media del sistema delle BCC (16,2%)
e addirittura 6 punti superiore
alla media del sistema bancario
italiano (media 12,1%).
Inoltre il nostro Patrimonio supera i 28 mln di euro, pari al 20%
degli impieghi alla clientela. La
nostra storia è fatta finora di 38
bilanci di esercizio tutti chiusi
positivamente.
La nostra Banca non ha mai emesso e mai emetterà obbligazioni
subordinate. Questo perché non
solo per noi non è eticamente
plausibile ma perché la nostra
Banca non
n né ha mai avuto bisogno in quanto detiene da sempre
riserve di utili ampiamente superiori al minimo
m
richiesto. Allo
stato, non
n abbiamo in esser e
nemmeno obbligazioni ordinarie.
Cosa dobb
biamo aspettarci dalla
BCC di Aq
quara nel 2016?
Sicuramen
nte un altro bilancio
all’insegnaa della crescita e della
ulteriore ssolidità. Ci sono tutti i
presupposti. Inoltre ci piacerebbe
concludere il percorso già avviato
da lungo teempo per la fusione con
la BCC Mo
onte Pruno di Roscigno.
Non mi dispiacerebbe se il 2016 ci
portasse an
nche una fusione con la
BCC di Cap
paccio.
E’ una sceelta logica nonchè uno
sbocco naaturale per entrambe
le BCC in quanto operiamo su
un territorrio abbastanza simile
e potremm
mo creare sinergie importanti nonché liberare alcuni
sportelli do
d ve abbiamo una copresenza p
per trasferirli in Comuni
non servitii da noi.
Non è più tempo di sterili campanilismi!
CAMP
PAG
GNA
Festa
e con soci e clienti Bcc di Aquara
Lo spirito della cooperazione protagonista al ristorante
r
Il Castagneto di Campagna venerdì sera
B di Aquara voluto dal direttore generale Antodurante l’incontro con i soci ed i clienti della Bcc
che, dopo la presentazione dei brillanti
nio Marino. Grande interesse da parte di tuttii i presenti che
risultati inerenti il bilancio del 2015, hanno partecipato attivamente al dibattito. “La banca - ha
sottolineato il direttore - continua a crescere e noi vogliamo continuare ad investire in competenze e nuove tecnologie; siamo operosi, ma il nostro tratto distintivo sta soprattutto nella
spiccata sensibilità verso le persone ed il territorio, con un occhio sempre attento al sociale. Non
negoziamo solo denaro, vogliamo essere parte attiva dello sviluppo della comunità”. Intervenuti
anche la direttrice della filiale di Campagna, Maria Luisa Tommasino, ed il Sindaco, Roberto
Monaco, che ha rilevato lo spiccato spirito cooperativo che contraddistingue la Bcc di Aquara.
Anche
e nel 2015 è continuato il trend di
cresciita della Bcc di Aquara.
e si vede dalle tabelle allegate tutti
Come
i princ
cipali indicatori della Banca sono
cresciiuti. Sono cifre che si commentano da sole.
Ci piace sottolineare la crescita dei
nuovi fidi deliberati ed il numero dei
nuovi soci.
SUL TERRITORIO
Centrale a biomasse a C
Capaccio
La tutela dell’ambiente e del territorio oggetto di continua attenzione da parte della
Bcc di A quara di cui è pr esidente L uigi
Scorziello. Così il direttore generale Antonio Marino ha incontrato a Ponte Barizzo
una delegazione dei componenti il Comitato
Sorvella-Sabatella e promesso il sostegno
alle iniziative che verranno intraprese per
contrastare la realizzazione della centrale
a biomasse. “Grazie alla banca per la sensibilità dimostrata e la capacità di impegnarsi
realmente per il territorio”, ha sottolineato
il portavoce Carmine Vo
ona.
IN ONDA
BATTIP
T PAGL
G IIA
Bcc di Aquara Polo univversitario
su Ottochanneel con Bcc di Aquara
Il diretttore della Bcc di Aquara, Antonio Marino, ospite
o
della trasmissione Ottomattina,
su Ott
Ottochannel.
tochannel Con la conduttrice Imma
Tedesco
e
e il presidente dell’associazione
“Impegno e passione” Salvatore Giordano,
si è discusso di export, imprese e della sfida dell’internazionalizzazione. “Come banca,
possiamo mettere in campo strumenti in grado di incentivare il mercato dell’esportazione. Penso ai contributi in conto interesse”, ha
sottolineato Marino.
Nuova opportunità di
d formazione universitaria: siglato il proto
ocollo d’intesa tra Unitelma Università Laa Sapienza, Comune di
telma,
Battipaglia, Bcc di Aquara e organizzazioni
datoriali: nasce a Baattipaglia il Polo universitario della Piana del Sele. A rappresentare la Bcc di Aquara,, alla sottoscrizione del
protocollo, era preseente il presidente Lu
uigi
Scorziello:“Un grand
de risultato,frutto di virtuose sinergie che so
ono certo ci condurranno a ottimi risultati”..
GASTRONOMIA
a cura di Diodato Buonora http://diodatobuonora.blog.tiscali.it
n° 03 28/01/2016
15
“Terre di Paestum”, l’agriturismo che ti fa sentire come a casa
Nella foto: Lucido e Antonio Capo
D
ata la mia esperienza nel
campo della ristorazione
locale, spesso capita che
mi contattano per avere un consiglio su dove andare a mangiare.
Per poter rispondere, in modo da
accontentarli, devo essere al corrente dei loro gusti e di quello che
desiderano. Questo, perché ci
sono diversi modi di fare ristorazione. Faccio degli esempi: ci
sono dei ristoranti che sono classici senza infamia e senza lode,
che offrono una cucina semplice
e varia; altri che utilizzano solo
pesce fresco locale e raro; tanti
offrono solo una cucina terragna
con carni di qualità sia italiane
che straniere; qualcuno propone
una cucina elaborata con
un’estrema ricerca della materia
prima; altri ancora sono specializzati per una cucina a basso costo
per attirare soprattutto i turisti;
poi, troviamo quei locali, spesso
agriturismi che, rispolverando i
tempi passati, sono molto bravi a
preparare i piatti della nostra tradizione sia quelli quotidiani che
quelli della domenica. Proprio
quest’ultima tipologia è stata oggetto dell’ultima richiesta che ho
avuto. La telefonata, da parte di
un amico caro, è stata testualmente così: «Diodato, siamo una
quindicina di persone e vorremmo
mangiare semplice, tradizionale e
naturale, cosa ci consigli?». Francamente, non ho avuto nessuna
esitazione. Ho risposto: «Perché
non andate all’Agriturismo Terre
di Paestum a Spinazzo?». Detto
fatto. Prenotano e mi comunicano
che anch’io sono nella lista degli
invitati. Non mi sono
fatto pregare ed eccomi a raccontare una
bellissima giornata
con una buona cucina
e una bella compagnia. Il locale, già recensito su queste
pagine esattamente
cinque anni fa, strutturalmente
(perché
nuovo) è rimasto in-
tatto, ma è molto migliorato, grazie all’esperienza, in professionalità. Ricordiamo che il titolare,
Lucido Capo (conosciuto come
Lucio), è stato precedentemente
un imprenditore agricolo. Poi, la
crisi del settore e la sua grande
passione per la buona cucina,
anche grazie al consiglio di amici
che conoscevano le sue qualità e
quelle di sua moglie Gabriella, lo
hanno convinto ad iniziare questa
nuova esperienza. Oggi, il locale
è diventato a Paestum un punto di
riferimento per chi vuole mangiare la cucina di una volta, per
intenderci quella delle nonne.
Questo perché il modo di vivere
attuale non da molto tempo alle
donne (anche perché sono in tante
a lavorare) di stare in cucina.
Quindi, soprattutto nei giorni festivi (domeniche o altro), è una
buona soluzione andare da Lucio
e Gabriella e sentirsi come a casa.
Per arrivarci è molto semplice,
dalla S.S. 18, arrivando da Salerno, quasi ai confini con il comune di Agropoli, si esce a
Spinazzo. Si percorre tutta l’omonima via per quasi tre km, si gira
a sinistra e l’agriturismo è a pochi
metri. “Terre di Paestum” è stato
ricavato da due strutture: la stalla,
in cui dimoravano le bufale, è
stata adibita a un caratteristico ristorante su due livelli, mentre dal
fienile sono state ricavate quattro
belle camere spaziose. Il posto, a
ridosso delle colline capaccesi, è
completamente immerso nella natura ed è circondato da rigogliose
piante di ulivo, limoni e arance. In
occasione della nostra visita che
era di mercoledì, eravamo solo
noi, anche perché il locale è
aperto unicamente il sabato sera e
la domenica a pranzo. Gli altri
giorni è disponibile su prenotazione. Per noi una stupenda tavolata vicino al bel camino,
naturalmente acceso, che emanava una gradevole sensazione di
calore e ospitalità. La sala al pian
terreno può ospitare circa 40 persone ed è arredata con antichi mobili di famiglia. Ai muri ci sono
vecchie stampe che ricordano
l’antica Poseidonia. Quello che ci
è stato servito è stato preparato su
nostra indicazione. Infatti, se si
hanno delle particolari richieste
su piatti nostrani, basta prenotarli
e per Gabriella sarà un piacere
prepararveli. Noi abbiamo iniziato con un antipasto composto
da capicollo, salsiccia, pancetta e
le buone mozzarelle del vicino caseificio Del Guacchio. Tutto questo è stato accompagnato da
un’infinità di vassoietti a centrotavolo: zucca arrostita, funghi alla
griglia, frittatina con carciofi,
broccoli e salsiccia, patate al pane
saporito e zuppetta di fagioli e
funghi. È stato un festival di sapori e colori che ci ha fatto capire
che eravamo nel posto giusto per
“godere” a tavola. A seguire, ci
siamo deliziati con degli ottimi
fusilli caserecci al ragù. Come
carne, abbiamo avuto la scelta,
perché messi al centro del tavolo,
di pollo arrosto e agnello al forno,
entrambi rigorosamente forniti da
allevatori di fiducia, con contorno
di patate e carciofi arrostiti. Per
concludere frutta e un tiramisù
fatto naturalmente in casa, dove al
posto del mascarpone c’era la
crema. In sala ad aiutare Lucio,
troviamo il figlio Antonio che già
dimostra di apprezzare ed amare
questo lavoro ed ha, come il papà,
un grande senso per l’ospitalità.
Da bere, “Terre di Paestum” ha a
disposizione la maggior parte
delle etichette cilentane. Nel nostro caso è toccato a me occuparmene e mi sono procurato: Gelmo
extra dry, prosecco di Valdobbiadene della Ciodet, Gragnano della
Sannino e il Punta Aquila, il primitivo delle Tenute Rubino. Veramente una bella giornata sotto
tutti i punti di vista. Grazie a chi
mi ha invitato e complimenti a
Lucio, Gabriella e Antonio.
Prezzo? Non so cosa hanno pagato i miei amici, ma credo il
prezzo dovrebbe aggirarsi intorno
ai 25 euro a persona.
Agriturismo Terre di Paestum,
Via Gaiarda 42 – 84047 Capaccio-Paestum
(SA).
Tel.
0828.722958 – 339.1018193
www.terredipaestum.it
La ricetta
Risotto con
cimette di cavolfiore
e caciocavallo
Ingredienti per 4 persone: 360 g di
riso per risotti, 120 g di caciocavallo, 400 g di cimette di cavolfiore,
brodo vegetale q.b., olio extravergine d’oliva q.b., 1 cipolla piccola
tritata, prezzemolo tritato, sale e
pepe nero.
Preparazione: grattugiate il caciocavallo con una grattugia a fori larghi. Lavate le cimette di cavolfiore
e rendetele a piccoli “fiorellini”. In
una pentola mettete un filo d’olio e
la cipolla tritata. Lasciate dorare, aggiungete un mestolo di brodo caldo
e lasciate asciugare. Aggiungete il
riso e fatelo tostare per circa 1 minuto. Unite le cimette di cavolfiore,
un po’ di sale, una macinata di pepe
nero e un mestolo di brodo. Continuate mescolando e unendo il brodo
man mano che viene assorbito. A
fine cottura unite il caciocavallo e il
prezzemolo, tenendone da parte un
pochino di entrambi per decorare.
Mescolate e amalgamate bene il
tutto. Servite decorando con una
spolverata di caciocavallo grattugiato misto a prezzemolo.
Vino consigliato: Ylice 2014, Verdicchio Classico dei Castelli di Jesi
Doc
dei
Poderi
Mattioli
che potete
trovare
all’Enoteca
Chez Amis
di Capaccio Scalo o
all’Enoteca
Gargiulo di
Eboli.