Lo “splendido isolamento” diventa discriminazione

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VENERDI 14 OTTOBRE 2016 • CORRIERE CANADESE
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PRIMO PIANO
IL COMMENTO
Lo “splendido isolamento” diventa discriminazione
MATTARELLA
L ’ONOREVOLE
JOE VOLPE,
EDITORE
TORONTO - Forse gli inglese
della [ex Gran] Bretagna non sono mai usciti dalla mentalità dello “splendido isolamento”, il che
potrebbe spiegare come i clowneschi e buffoni Boris Johnson e
Nigel Brexit siano stati capaci di
convincere il pubblico a uscire
dall’Europa per il loro interesse.
Ora abbiamo la prova che “l’Inghilterra ufficiale” non ha mai
davvero avuto idea di quale lingua parlino le persone che attraversano la Manica dal Continente. Nel caso degli italiani, per esempio, si appigliano a una conoscenza datata di chi parla cosa
nella Penisola.
Certo, ci sono vari dialetti che
ancora sopravvivono in ambienti del folklore, ma niente di paragonabile alle virtualmente incomprensibili distorsioni dell’inglese della regina che prevalgono
in certe zone e quartieri fuori dal
centro di Londra.
Il fatto è che c’è stato un movimento verso un italiano “standard” almeno trecento anni prima
che Chaucer, Shakespeare, Milton
e altri fossero capaci di produrre un “dialetto moderno” comprensibile e distinguibile dal latino e dal francese o di fatto l’italiano prevalentemente in uso tra le
classi di aristocratici e mercanti
“Referendum,
il confronto
sia rispettoso”
•
più raffinati di Inghilterra.
Oggi sembra che i burocrati
guardiani dei “nostri valori condivisi” siano diventati esperti di
cosa sia l’italiano – dopo tutto
hanno elaborato un test linguistico, lo IELTS, che gli ossequiosi
coloni nel nostro Paese usano per
eliminare le persone inferiori che
non parlano inglese. Perché non
applicare gli stessi “standard” alla
lingua di un altro popolo? Ovviamente, in un mondo post-Brexit,
è facile vedere ogni manovra come facile espediente per denigrare altri con un punto di vista per
giustificare di sbattergli le porte
in faccia.
L’Inghilterra solo ora sta iniziando a prendere coscienza della decisione di lasciare l’Europa.
Forse tutto il referendum era esattamente quello che alcuni insider del Partito Conservatore sostengono: nient’altro che manovre politiche interne per fare carriera. Ora chiunque è nel mirino.
Anche parlamentari dell’Ukip
hanno preso fisicamente a picchiarsi in pubblico. Ma se l’Inghilterra non vuole diligenti italiani perché parlano un dialetto
della loro lingua madre, il ministro McCallum dovrebbe dir loro
che qui c’è posto.
Il precedente (e attuale) governo del Canada dà inutilmente la
massima importanza, nel processo dell’immigrazione, alle persone della nazione isolana a causa
della loro abilità linguistica. L’Immigrazione canadese dovrebbe iniziare a cercare quelli la cui abilità di integrazione va al di là del
loro rapporto con la lingua inglese. Almeno non possono essere
accusati di velata discriminazione.
ENGLISH VERSION
When “splendid isolation” became discrimination
The Hon. Joe Volpe, Publisher
TORONTO - Maybe the English of
[formerly Great] Britain never did
emerge from their “splendid isolation” mind set. That might explain
why clownish and buffoonish-like
Boris Johnson and Nigel Brexit were able to convince the public that their interests lay in withdrawing from Europe.
Now there is evidence that “official England” never really knew
what language the people crossing the Channel from the continent speak. In the case of Italians,
for example, they cling to a dated
understanding of who speaks what
on the Peninsula.
Granted there are several dialects that still survive in folklorish
environments. But nowhere like
the virtually incomprehensible
distortions of the Queen’s English that prevails in certain quarters and neighbourhoods outside
of downtown London.
The fact is that there existed a
trend toward a “standard” Italian
at least three hundred years before Chaucer, Shakespeare, Milton
and others were able to tease out a
comprehensible “modern dialect”
distinguishable from the Latin and
French or indeed the Italian prevalent in use among the more “refined” aristocratic and merchant
classes of Angleland.
Today, it appears that the bureaucratic guardians of “our shared values” have become experts in what
is Italian; after all, they did fashion
out a language test – the IELTS –
that obsequious colonials in our
fair land use to weed out those inferior peoples who do not speak
English.
Why not apply the same “standards” to someone else’s language?
Of course, in a post-Brexit world it
is easy to see every manoeuvre as
a cheap trick to denigrate others
with a view to justifying slamming
the doors in their face.
England is only just beginning to
come to grips with its decision to
exit Europe. Perhaps the entire referendum was exactly what some
Conservative Party insiders are
claiming: nothing more than internal political manoeuvring to climb
up the ladder. Now everyone is a
target.
Even UKIP MPs have taken to
physically fighting it out in public.
If England doesn’t want hard-working Italians because they speak
a dialect of their mother tongue,
Minister McCallum should tell
them there is room here.
Canada’s former (and current)
government give unnecessary
pride of place in the immigration
process to people of the island nation because of their language ability. Immigration Canada should
just start looking for those whose
ability to integrate notwithstanding their association with the English language.
At least they cannot be accused
of veiled discrimination.
ROMA - «La democrazia e il
Paese saranno più forti, e non
più deboli, se chi rappresenta
ai vari livelli, e nei diversi ruoli, la volontà popolare sa riconoscere l’interesse generale.
Questo obiettivo va preservato anche in occasione del prossimo referendum sulle modifiche alla seconda parte della Costituzione. Interesse comune è la Costituzione stessa, così come sarà sancita dalla
volontà del popolo sovrano».
Lo ha affermato il presidente
della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando all’Assemblea
dell’Anci a Bari.
«Ognuno di voi, come del resto tutti gli italiani, dirà la sua
sul merito della riforma - ha
proseguito il capo dello Stato
- e si batterà per ciò che riterrà opportuno, in un confronto
tanto più efficace quanto più
composto. Il giorno dopo il referendum, da sindaci, chiederete che l’esito del voto - qualunque esso sia - confermi il
valore del sistema delle autonomie».
«Per questo - come per ogni altro aspetto - è necessario,
nell’avvicinarsi al giorno del
referendum, e sarà necessario,
dopo il suo risultato, il contributo di tutti, sereno e vicendevolmente rispettoso. Rispettando anzitutto - ha sottolineato Mattarella - l’esercizio del
voto degli elettori e il loro libero convincimento».
«In questa assemblea - pur
con le normali differenze politiche - ponete questioni di rilievo, che interpelleranno le scelte della prossima legge di Stabilità. Non è mio compito entrare nel merito delle proposte
- ha premesso il capo dello Stato - ma condivido con voi l’impegno e l’auspicio che si giunga
presto a un quadro di certezze
finanziarie e a una semplificazione amministrativa e contabile, in modo che tanti Comuni
riescano finalmente a uscire da
una condizione di permanente
precarietà e programmare con
maggiore serenità le loro scelte
al servizio dei cittadini».
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