Politica americana, il teatro dell`assurdo

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Transcript Politica americana, il teatro dell`assurdo

VENERDI 4 NOVEMBRE 2016 • CORRIERE CANADESE
2
CANADA
IL COMMENTO
Politica americana, il teatro dell’assurdo
L ’ONOREVOLE
JOE VOLPE,
EDITORE
TORONTO - I peggiori elementi
e stereotipi della politica impazzita hanno dominato le primarie
e le elezioni presidenziali americani fino a questo punto. Sono
state buone per chi ha un’indole confusa o pazza. Chi lo poteva
sapere che c’erano così tanti rifugiati dal manicomio in fuga?
Un uomo ricco con etiche e
morali di un gatto selvatico è il
primo portavoce dei “Valori Cristiani”. Gli americani sono accorsi dalla sua parte perché “lui dice le cose come stanno”. Si dovrebbe quindi assumere che noi
dovremmo dire sempre la prima
cosa che ci viene in mente, non
importa cosa sia.
Così è diventato accettabile dire cose stupide e minacciose come “dovremmo farla fuori
riguardo” il tuo oppositore politico. Non in un appuntamento,
guardate bene, ma in un contesto
di una vera e propria esecuzione.
Il candidato ringrazia.
Quel candidato urla “stupratori, criminali, spacciatori...” riferendosi alle minoranze (messicani, principalmente) e viene acclamato. E come fornire ancora
più materiale di discussione a uno che è già chiacchierone e logorroico.
Lui dice di catturarli e mandarli via; i suoi “seguaci” fanno
Donald Trump e Hillary Clinton
scricchiolare le nocche alla prossima marcia.
Lui chiama la sua avversaria “disonesta”, loro rispondono
“mandiamola in galera”. Lui chiama le sue azioni criminali, i suoi
seguaci rispondono con una eccitazione che fa pensare che questi siano sotto l'effetto di droga o
di alcol, se non di entrambi.
Loro ci credono quando lui dice che eliminerà il trattato com-
merciale di maggior successo firmato dagli Usa, il Nafta.
Loro non chiedono come, o
quali potrebbero essere le conseguenze.
Il Pil americano è cresciu-
to del 63% (ultimi valori, 2014,
a vent’anni dalla firma) circa lo
stesso di quello canadese e di
quello messicano, rispettivamente del 66%
e del 65%.
•
Senza dimenticare che, mentre
i posti di lavoro nel settore manifatturiero sono calati di cinque
milioni, adesso ci sono il 22% di
posti di lavoro in più rispetto al
1994.
Il candidato, Trump, minaccia di aumentare gli investimenti militari, anche se le successive undici potenze militari combinate non hanno lo stesso budget che attualmente gli Usa stanziano per la Difesa. Ma i suoi seguaci vogliano che l’America torni ad essere grande.
Ci sono più armi da fuoco che
persone negli Usa. Lui vuole difendere il diritto di avere armi.
Lui incita la rabbia contro le
minoranze, degrada le donne eccetto sua figlia, che corteggerebbe e se non fosse sua figlia lancia i suoi strali contro la competenza degli strateghi militari americani in posti attorno al mondo che lui non è nemmeno in
grado di pronunciare.
La sua popolarità cresce. Il suo
linguaggio, anche in quelle rare occasioni nelle quali riesce a
mettere insieme qualche parola
in una frase compiuta, è vergognoso, diffamatorio, offensivo e
incendiario.
Ma la gente in qualche modo
è ancora intrigata da lui. Gli potrebbero costruire la strada che
lo porta dritto dritto alla Casa
Bianca. Pensaci un po’.
ENGLISH VERSION
American Politics - the theatre of the absurd
The Hon. Joe Volpe, Publisher
that may be.
TORONTO - The worst elements
and stereotypes of politics gone
wild have dominated the American presidential Primaries and
election to date. Its been good
from a quizzical, crazy character perspective. Who knew there
were so many refugees from the
insane asylum running loose?
So, it has become acceptable
to say inane and menacing things
like,” we should take her out”,
about your political opponent.
Not on a date, mind you, but in an
execution style setting. Your candidate cheers you on.
A rich man with the ethics and
morals of an alley cat is the premier spokesperson for “Christian
Values”. Americans flock to his
standard because “he tells it like it
is”. One assumes that this means
we should always speak whatever
comes to mind no matter what
Your candidate screams out
“rapists, criminals, drug dealers...”
in respect of minorities (Mexicans, primarily) and you cheer
him on. It’s like providing the motor-mouth with more octane.
He says round them up and send
them back; his “followers” drag
their knuckles to the next rally.
He calls his opponent “crooked”, they respond with “lock her
up”. He calls her actions criminal,
his followers respond with an excitement that suggests they may
be under the influence of drugs,
drink or both.
They believe him when he says
he’ll tear up the most successful
trade deal ever signed by the USA,
the Nafta. They don’t ask how or
what might be the consequences.
American GDP has grown by
about 63% (latest figures, 2014,
20 years after its signing), about
par with the Canadian and Mexican growth of 66% and 65% respectively. No use in talking spe-
cifics like the fact that, while
manufacturing jobs have decreased by five million, there are
now 22% more jobs than there
were in 1994.
The candidate, Trump, threatens to increase investment in
American military, even though
the next eleven military powers
combined do not have a budget
that currently equals the USA expenditures on military. But his
followers want to make America
great again.
There are more guns than
people in the USA. He wants to
preserve the right to bear arms.
He incites anger against minor-
ities, degrades women – except
his own daughter, whom he would
date if she wasn’t his daughter –
heaps scorn on the competence of
American military strategists in
places around the world that he
cannot even name. His popularity grows.
His language, even on the rare
occasion when he can link together words into a complete sentence, is outrageous at best, defamatory, libellous and incendiary
at all times.
Yet people are somehow enthralled by him. They might even
pave the road to the White House
for him.
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