Comunità italiana, ecco perché Paina si sbaglia

Download Report

Transcript Comunità italiana, ecco perché Paina si sbaglia

MERCOLEDI 23 NOVEMBRE 2016 • CORRIERE CANADESE
2
•
CANADA
IL COMMENTO
“Comunità italiana, ecco perché Paina si sbaglia”
traverso l’assimilazione e l’esclusione?
La visione che il/i governo/i al
potere vuole che accettiamo è l’idea assurda che “siamo tutti canadesi”. Se così fosse, io potrei andare in pensione come costituzionalista. Se così fosse, non avremmo
bisogno delle sezioni 15 e 17 della
Carta. Se così fosse, non staremmo avendo questa discussione. Se
così fosse, non avremmo un primo
ministro che racimola voti con la
diversità e poi esclude italo-, cino-, luso-, afro-, ecc. canadesi dal
governo o dal Senato.
Un pizzico di nomine simboliche non ha funzionato e mai funzionerà con me o con la Costituzione. Il fatto che queste nomine facciano il giro come nel gioco delle sedie non è degno di nota, è solamente a dimostrazione
di questo offensivo modo di go-
IL DIBATTITO
G
li articoli del Corriere
Canadese sulla mancata
nomina di un senatore di
origine italiana continuano a far
discutere. Nelle ultime settimane si è sviluppato un acceso dibattito nella comunità, con prese di posizione, analisi e opinioni. Abbiamo intenzione di continuare ad alimentare questa discussione. Dopo gli interventi di Alberto Di Giovanni e di
Corrado Paina, pubblichiamo il
contributo di Rocco Galati, noto costituzionalista di Toronto.
Rocco Galati
TORONTO - Seguo con un certo divertito interesse il dibattito
sul Corriere riguardo l’assenza di
italocanadesi in Senato (o al governo, se è per questo), a causa
dell’attuale “solare” amministrazione liberale. Ho anche letto con
sconcerto il pezzo di Paina dello
scorso 16 novembre.
Da costituzionalista che non è
nuovo a discussioni su discriminazione, razzismo e abusi sulla
Costituzione da parte dei governi
– che siano liberali, conservatori o
dell’Ndp – il Dna della politica canadese è stato e continua a essere sempre lo stesso: razzista e con
l’effetto di escludere tutte le “sotto-tribù”, escluse le due nazioni
(inglese e francese) “fondatrici”
Quando i partiti al
potere usano il termine
“canadese”, intendono
anglo/franco-canadese
– e noi altri siamo
sottospecie zoologiche
del Canada. Un concetto da Apartheid sconfitto da un unico nativo
canadese, Elijah Harper, che fortunatamente fermò l’Accordo di
Meech Lake che avrebbe reso costituzionale in Canada quella depravata, de facto, realtà politica e
sociologica.
La sezione 15 (diritto all’uguaglianza) e la 27 della Carta dei Diritti rendono obblighi costituzionali non solo che siamo trattati allo stesso modo a prescindere da
Una foto del Senato canadese. Il dibattito sulla nostra comunità è
partito proprio dalla mancata nomina di un senatore di origine italiana
vari attributi, inclusa la nazionalità di origine o l’etnia, ma la sezione 27 richiede inoltre che la Carta sia “… interpretata in linea con
la salvaguardia e l’arricchimento del retaggio multiculturale dei
canadesi”.
Che significa, in realtà, sul
campo, politicamente e per i governi? Niente, o almeno, non molto. Ogni governo trova scomodi
i requisiti costituzionali. Questo
non fa eccezione.
Sinceramente ho difficoltà a
capire il commento del signor
Paina. In pratica dice che siamo
tutti “canadesi”, quindi dimentichiamoci di essere “italiani” (o cinesi, o afrocanadesi, o lusocanadesi, ecc.).
Be’, sarebbe tutto bellissimo,
se tali distinzioni di “diversità”,
quando ci sia bisogno di voti, non
venissero date via come caramelle, e non fossero continuamente
usate come suprema e insidiosa
base di discriminazione e razzismo, rispetto al merito, nelle nomine pubbliche. In entrambi i casi però la realtà è questa.
Il fatto è che, quando i partiti al
potere e la “società” canadese u-
sano il termine “canadese”, intendono anglo/franco-canadese – e
noi altri siamo sottospecie zoologiche.
Paina dice di dimenticarci tutto
questo, dimenticarci della realtà
Non ci si arriva mai
facendo finta di non
essere quello che si è,
membro invisibile del
gruppo che prova a
renderti invisibile
storica, degli imperativi costituzionali e, soprattutto, dimenticare che i due gruppi dominanti non
se ne dimentichino. Mia madre diceva sempre che “esistono due tipi di persone: il primo tipo crede
che siamo tutti figli di Dio, uguali.
Il secondo crede che ci sono due
tipi di persone…”.
È il secondo tipo di persone che
controlla e governa il Canada. Noi
altri, soggetto di questa politica
viziosa, fatichiamo ad avvicinarci
a un trattamento paritario. Non ci
si arriva mai facendo finta di non
essere quello che si è, o di essere
un membro invisibile del/i gruppo/i che prova/no a renderti invisibile.
Questa dinamica è stata riportata addirittura in un trattato internazionale sui crimini contro
l’umanità: la dinamica per cui si
rende invisibile, assente, un gruppo, culturale o linguistico che sia,
è una forma di pulizia etnica. Che
questa pulizia etnica prenda le
forme di una dimensione politica di esclusione, fingendo di essere tutti lo stesso tipo di persone quando non lo siamo e, più di
tutto, di non essere trattati come
lo stesso tipo di persone dall’elite al governo e dai loro particolari
marcatori etnici, non la rende meno offensiva.
Il Quebec lo sa molto bene. Togli il francese dal Quebec e se ne
va tutta la distinta cultura quebecois. Allora diventerebbero impercettibilmente (inglesi) “canadesi”, o inglesi “nordamericani”.
Non è difficile da capire, allora perché noi facciamo finta di ricevere un trattamento diverso, at-
LA SCHEDA
EDITORE - Consorzio M.T.E.C. Consultants Italia,
No. 86 Via Maria, 03100 Frosinone.
M.T.E.C. Consultants Ltd. 3800 Steeles Ave. W., Suite 300,
Vaughan ON, Canada
REDAZIONE:
Corriere Canadese
Italia, No. 86 Via Maria, 03100 Frosinone.
Canada, 2790 Duferin St., 416-782-9222
Toronto, ON, M6B 3R7
AMMINISTRAZIONE:
L'On. Joe Volpe, P.C., C.Dir. - Presidente Editore
Francesco Veronesi - Direttore
Nicola Sparano - Vice-Direttore
Tipograia
K.T. WEB Printing Ltd.
287 Bridgeland Ave.
Toronto, ON, M6A 1Z6
Tel: 416-782-9222 - Fax: 416-782-9333
Email: [email protected] - [email protected]
www.corriere.com
Referendum, come si vota in Canada
TORONTO - Gli elettori in Canada hanno ricevuto entro il 20
novembre un plico contenente
il certiicato elettorale, la scheda
e la relativa busta piccola, nonché una busta grande afrancata recante l’indirizzo dell’uicio
consolare competente. L’elettore, ricevuto il plico con la scheda, esprime il proprio voto sulla scheda referendaria, la mette nella busta piccola e la chiude; inserisce, nella busta grande afrancata, il tagliando staccato dal certiicato elettorale e la
busta piccola contenente la sola
scheda; spedisce, inine, il tutto
al Consolato competente.
Sono considerate valide le buste pervenute al Consolato entro le 4pm, ora locale, di giovedì 1° dicembre 2016. Gli elettori residenti in Canada che fanno riferimento alla sede consolare di Toronto e che non abbia-
no ricevuto a casa il plico con la
scheda entro il 20 novembre,
possono farne richiesta scrivendo a [email protected].
Per essere sicuri che la busta
contenente la scheda arrivi entro le 4pm di giovedì 1° dicembre, gli elettori residenti in Manitoba e nei Territori del Nord
Ovest dovranno efettuare la
spedizione entro il 24 novembre, quelli in Ontario al di fuori della GTA entro il 25 novembre, quelli residenti a Toronto e
nella GTA entro lunedì 28 novembre. È possibile restituire la
scheda elettorale di persona. Nel
consolato sarà presente una apposita urna.
La sede a Toronto rimarrà aperta tutti i giorni dalle 8.30 alle 5pm dal 21 novembre al 30
novembre e il 1° dicembre sarà
aperta dalle 8.30 alle 4pm.
Un’enorme percentuale
della popolazione
etnica del Canada
non è rappresentata al
governo, al Senato o
nelle Corte Superiori
vernare. Se l’uguaglianza ha una
qualche stabilità, dovrà continuamente manifestarsi, su base permanente, non come un cammeo.
Smetteremo di parlare di “diversità” quando sarà sempre presente.
Un’enorme percentuale della popolazione etnica del Canada non è rappresentata o è gravemente sottorappresentata al governo, al Senato e nelle Corti superiori (dove meno del 3 per cento dei giudici appartengono a minoranze di colore).
I numeri del Corriere sugli italocanadesi che vivono in Ontario
e nel Quebec sono tutti sbagliati
perché le statistiche si basano sui
L’idea che questo
governo e Paina stanno
propagandando è una
invisibile e inesistente
assimilazione
nell’essere “canadesi”
dati forniti da Stats Canada, i cui
“modelli di analisi” riducono i numeri reali applicando criteri artificiali quali la padronanza della
lingua italiana.
Ma non importa: non è la quantità ma la natura del problema a
essere rilevante.
Se non fosse che la riduzione
artificiale dei numeri sottolinea e
aggrava la natura del problema. E
questo non è limitato alla comunità italocanadese.
L’idea che questo governo e che
Paina stanno propagandando è un
tipo di delirante, invisibile e inesistente assimilazione nell’essere
“canadesi” non attraverso definizioni inclusive e articolate, ma ineffabile segregazione ed esclusione.
Vale a dire: assimilazione senza inclusione, uguaglianza senza
uguale partecipazione, riconoscimento senza visibilità e segregazione senza discriminazione.
Non potrei dirlo meglio che con
una citazione di Martin Luther
King Jr.: “Quando si segrega un
popolo, necessariamente lo si discrimina”.
Solo in Canada, dite? No, non
solo. Ma è comunque patetico.