Ottawa, al vaglio la nuova strategia anti-Isis

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LUNEDI 1 FEBBRAIO 2016 • CORRIERE CANADESE
2
CANADA
IL GOVERNO
Ottawa, al vaglio la nuova strategia anti-Isis
OTTAWA - Il governo federale sta passando al vaglio il nuovo piano per contrastare l’Isis. La
nuova strategia - secondo quanto
confermato dal ministro della Difesa Harjit Sajjan e da quello degli Esteri Stephane Dion nel fine settimana - si baserà su alcuni pilastri fondamentali i cui dettagli dovrebbero essere rivelati prima del vertice con gli alleati
del prossimo 10 febbraio. Il primo
sarà quello del ritiro dei sei caccia da combattimento CF-18 che
attualmente stanno operando in
Medioriente: si stratta di una promessa elettorale che il primo ministro Justin Trudeau intende rispettare anche a costo di qualche
mugugno che è arrivato dagli alleati della coalizione e dal Partito Conservatore in Canada. Il disimpegno di Ottawa dalle missioni di bombardamento contro gli
obiettivi strategici dell’autoproclamato Stato Islamico sarà accompagnato da alcune iniziative
che garantiranno la piena permanenza del Canada all’interno della coalizione anti-Isis guidata dagli Stati Uniti. Di certo, come ha
confermato il ministro della Difesa, ci sarà un maggiore coinvolgimento canadese nelle operazioni
di addestramento militare dell’esercito e delle forze di sicurezza
irachene. Un impegno che già in
questi mesi è stato garantito da una sessantina di istruttori militari inviati da Ottawa a Baghdad e
che nelle prossime settimane ve-
guida americana - si deve sviluppare un’azione diplomatica e politica per isolare lo Stato Islamico,
eliminare i proventi che derivano
dalla produzione e dalla vendita
del petrolio e preparare il terreno
per una partecipazione più convinta degli altri Stati arabi a maggioranza sunnita nell’area.
Sul campo in questi anni si è visto come le vittorie riportate dai
miliziani fedeli al califfo Al Baghdadi siano arrivate soprattutto per
la scarsa preparazione delle truppe governative irachene. Una tendenza che si è comunque invertita
negli ultimi mesi, quando la maggiore copertura aerea fornita dai
jet da combattimento della coalizione ha permesso all’esercito iracheno di riportare alcune significative vittorie e di riconquistare parte dei territori del cosiddetto Stato Islamico. «Dobbiamo capire - ha aggiunto il ministro della
Difesa - perché nel 2014 le truppe
irachene sono crollate sul campo
contro l’Isis, capire i motivi e cercare di trovare delle soluzioni durature al problema. Dobbiamo valutare e fare tesoro di quell’esperienza e assicurarci che l’addestramento dell’esercito iracheno
vada avanti nel miglior modo possibile».
Il tutto in attesa del prossimo
vertice della Nato a Bruxelles,
dove verrà posto un altro tassello nella strategia complessiva della coalizione nella sua lotta contro l’Isis.
Un jet CF-18 canadese
drà un incisivo incremento numerico. Oltre a questo il governo canadese ha pianificato di rafforzare gli sforzi di intelligence nell’intero bacino mediorientale, con un
focus particolare in Iraq e in Siria. «In effetti - ha dichiarato Dion
dopo un incontro a Quebec City
con il segretario di Stato americano John Kerry - stiamo riscrivendo le linee guida del nostro impegno nella lotta contro lo Stato Islamico e questo riguarderà quattro Paesi nella Regione». Il Canada - ha aggiunto il ministro degli
nuncia ad affrontare la drammatica situazione venutasi a creare in Medioriente. «Oggi - ha ricordato Sajjan - abbiamo a che fare con “il figlio” di Al Qaeda. Se
non riusciamo a fare il passo giusto, che non è militare ma politico, presto dovremo avere a che fare con il nipote di Al Qaeda». Insomma, è questo il ragionamento
del ministro, bisogna affrontare la
minaccia terroristica e non si può
far finta che non esista. Ma parallelamente alla pressione militare
- portata avanti dalla coalizione a
Esteri, agirà in Siria, in Iraq, in Libano e in Giordania».
Si tratta però di un piano che
non è stato presentato anche se
questo dettaglio non preoccupa i partner della coalizione, Stati Uniti in testa. «Non conosciamo ancora i dettagli - ha ammesso
lo stesso Kerry una volta concluso l’incontro nella capitale della
provincia francofona - ma siamo
sicuri che il Canada continuerà
a fornire un contributo prezioso
nella lotta contro l’Isis».
Non si tratta affatto di una ri-
ECONOMIA
Lo spettro recessione negli Usa spaventa anche il Canada
TORONTO - Lo spettro della recessione torna ad aleggiare sugli
Stati Uniti nell’anno elettorale,
con l’economia che rischia di diventare di nuovo il tema centrale
della campagna. E anche il Canada, la cui economia è interconnessa con quella a stelle e strisce, rimane con il fiato sospeso.
I timori di una frenata della ripresa si intensificano e gli economisti ritengono ora che ci sia una
possibilità su cinque che l’economia americana si fermi di nuovo
quest’anno. Un 20% di chance, secondo un sondaggio del Financial
Times, che fa paura a fronte di una
ripresa debole, la più debole dal
dopoguerra dopo una recessione.
E di un rallentamento globale, con
la Cina in frenata e il rischio di una guerra delle valute che potrebbe far apprezzare ulteriormente il
na cresce in media del 2,4% l’anno, molto meno delle attese e di
quanto accaduto in passato. La
crisi finanziaria del 2008 sembra
aver lasciato il segno, soprattutto sugli americani che, pur riaffacciandosi e rientrando sul mercato del lavoro, lo fanno a fronte
di salari fermi o più bassi. La classe media americana è in difficoltà e neanche il calo dei prezzi del
petrolio sembra restituirle la tranquillità economica. Il crollo del
greggio e di conseguenza della
benzina consente agli americani,
secondo alcune stime, di ‘risparmiare’ un migliaio di dollari l’anno, usati in parte per ridurre l’elevato debito, che resta comunque
superiore al 100%.
tiche, sono tutte per la Fed, accusata di non aver intravisto ancora una volta i pericoli all’orizzonte quando ha deciso di alzare, per
la prima volta dal 2006, i tassi di
interesse. Proprio la Fed potrebbe
essere costretta - secondo alcuni
osservatori - a tornare sui propri
passi o, nel caso più probabile, a
proseguire sulla strada dei rialzi
più lentamente del previsto. Se fino a qualche settimana fa gli osservatori scommettevano su quattro rialzi nel 2016, ora le attese sono per due, forse tre, e nella seconda parte dell’anno, dopo che ci
sarà stata una possibile schiarita
sugli sviluppi economici e finanziari internazionali.
Dal 2010, l’economia america-
dollaro, rendendo il “Made in Usa” più costoso.
L’attenzione, così come le cri-
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Incontrò El Chapo:
indagato l’attore
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Lunedì 11 Gennaio
2016
Lo spettro dell’odio nel
l’America di Trump
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Una musulmana allonta
nata da un suo comizi
o, è polemica sulla
TORONTO - Mentre
guerra dei sondaggi continua la
in
nizio delle primarie vista dell’irepubblicane
nell’Iowa, Donald
Trump continua
a far parlare di sé.
Nel suo ultimo
comizio una donna
musulmana è
stata allontanata,
ultima - ma solo
in ordine di tempo
ne che ha arroventato provocazioil clima politico americano.
Nel frattempo è
sempre polemica
sulla cittadinanza del “canadese”
Cruz.
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TICOLI
cittadinanza del “canad
ese”
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Esplosioni
al poligono,
tre morti
nel Ferrarese
FERRARA - Tre
morti
ti. È questo il tragico e tre feribilancio di
un’esplosione si è
verificata in un
poligono di tiro
privato
maggiore, in provincia a Portodi Ferrara.
Feriti - hanno confermato
le autorità - anche due
vigili del fuoco a causa del crollo
di un solaio durante le operazioni
di spegnimento dell’incendi
della tragedia sono o. Le cause
glio degli inquirenti.ancora al va-
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Toronto,
dopo il diluvio
è in arrivo
la neve
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Ciclone Napoli: è cam
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Flop dell’Inter in casa
Anna mi ha aiutato
a sfruttare
“ quegli
sconti
di cui non conoscevo
nemmeno l’esistenza.
” - Nancy R.
il fatto che Anna possa
“ inAmoitaliano
parlare
e sia più facile per
me
capire.”- Paulino M.
una persona preparata
“ eFinalmente
amichevole
che comprenda me
e le mie esigenze.
” - Dante R.
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