Siria, prove di dialogo tra USA e Russia

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Siria, prove di dialogo tra USA e Russia | 1
giovedì 29 settembre 2016, 18:45
Esteri: il Punto
Siria, prove di dialogo tra USA e Russia
Israele, Peres: domani i funerali. Turchia, esteso lo stato di emergenza
di Daniele Petroselli
Nonostante le tensioni dei giorni scorsi, Russia e USA sono pronte a sedersi di nuovo attorno ad un tavolo a Ginevra per
risolvere la questione della Siria. Il segretario di Stato americano John Kerry aveva minacciato di tagliare ogni
cooperazione nel caso i raid russo-siriani fossero continuati su Aleppo. Ma ecco arrivare l'apertura del generale Viktor
Poznikhir, secondo cui si è pronti a tornare a Ginevra con gli USA per «una via possibile per normalizzare la situazione ad
Aleppo». Nel frattempo la Russia fa sapere che ritiene 'inaccettabili' tregue di sette giorni ad Aleppo, perché si tratta di «un
lasso di tempo sufficiente per i gruppi terroristici per prendere le misure necessarie a reintegrare le provviste, e riordinare le
forze», come ha voluto specificare il vice ministro degli Esteri di Mosca, Serghiei Riabkov: «Noi abbiamo ripetutamente
suggerito pause di 48 ore, ma gli Usa, per ragioni che sanno solo loro, sono rimasti attaccati alla richiesta di tregue di sette
giorni». Ad intervenire sulla Siria anche l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini: «Aleppo sta bruciando e il nostro
lavoro, a volte silenzioso in queste ore, è volto a cercare di fare di tutto affinché questo termini e le vite umane siano
salvate. Stiamo lavorando a nuove idee sul piano del negoziato politico, ma non è questo il momento di parlarne. Ho parlato
questa notte di possibili misure che l'Ue può prendere con Staffan de Mistura e con gli Stati membri». Intanto i più colpiti
sono ovviamente i più deboli: secondo l'Unicef, da venerdì scorso, ad Aleppo Orientale almeno 96 bambini sono stati uccisi
e 223 sono stati feriti. «I bambini di Aleppo sono intrappolati in un incubo. Non ci sono parole per descrivere le sofferenze
che questi bambini stanno vivendo», ha affermato Justin Forsyth vice direttore generale dell'Unicef. E l'emergenza
umanitaria si aggrava: sono rimasti solo 30 medici, mentre scarseggiano anche le attrezzature e le medicine
d'emergenza .Addirittura bambini con poche speranze di vita vengono lasciati morire per non 'sprecare' medicinali. A
lanciare un appello anche Papa Francesco, che «incoraggia le istanze internazionali, in particolare le Nazioni Unite, per il
lavoro di sostegno e di mediazione presso i diversi Governi, affinché si concordi la fine del conflitto e si ponga finalmente al
primo posto il bene delle popolazioni inermi. È una strada che dobbiamo percorrere insieme con pazienza e perseveranza,
ma anche con urgenza, e la Chiesa non mancherà di continuare a dare il suo contributo». In Israele bandiere a mezz'asta
per Shimon Peres, il cui feretro è stato esposto sul piazzale antistante la Knesset a Gerusalemme per ricevere il tributo
degli israeliani. Per rendergli omaggio c'erano il premier Benyamin Netanyahu, il presidente Reuven Rivlin e il presidente
della Knesset stessa Yuli Edelstein, oltre all'ex presidente Usa Bill Clinton. Domani le esequie ufficiali sul Monte Herzl,
alle quali prenderanno parte molti leader mondiali, tra cui Barack Obama. In Turchia invece il Consiglio di sicurezza
nazionale ha proposto di estendere lo stato di emergenza in vigore nel Paese. la decisione è arrivata ieri dopo il vertice con il
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/siria-prove-di-dialogo-tra-usa-e-russia/
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presidente Recep Tayyip Erdogan, dove sono state fatte diverse valutazioni sul tentato colpo di Stato del 15 luglio e sulla
politica della Turchia per la Siria e nella lotta al terrorismo. Oltre 200 persone, tra cui decine di bambini, sono state uccise in
Darfur dalle armi chimiche utilizzate dalla forze armate del Sudan nell'offensiva lanciata lo scorso gennaio. E' la denuncia
fatta da Amnesty International con un rapporto presentato oggi e che è il frutto di otto mesi di lavoro, durante il quale
sono state vagliate foto, video e testimonianze dei sopravvissuti. I 'crimini' sono avvenuti nella regione di Jebel Marra e,
secondo l'organizzazione, l'esercito sudanese ha perpetrato anche «stupri e uccisioni di massa». Rimanendo in Africa, ha
parlato alla tv il premier della Tunisia Youssef Chahed, alla guida del governo di unità nazionale. Diversi i punti del suo
programma: lotta alla corruzione, un salario mensile minimo per i giovani in cerca di occupazione e riforme per la crescita
economica. In particolare il premier punta forte sul primo punto del programma: «I corrotti devono andare in carcere. Il
governo non risparmierà alcuno sforzo per circoscrivere la corruzione e perseguire i corrotti». Si punta poi sul rilancio
dell'economia del Paese, con un tasso del 3,4% all'anno per i prossimi tre anni: a lanciare l'economia il nuovo piano di
modernizzazione delle strade comunali, un programma speciale per la dissalazione dell'acqua di mare contro la crisi
idrica e un nuovo programma di edilizia popolare per le categorie svantaggiate. Ma non solo. Passando in
Oriente, il presidente filippino Rodrigo Duterte ha confermato che quelle della prossima settimana saranno le ultime
esercitazioni congiunte delle truppe filippine e americane. Duterte ha però detto che l'alleanza militare con gli Usa in virtù
del trattato di difesa tra i due Paesi del 1951 continuerà, anche se è pronto ad instaurare nuove alleanze economiche e
commerciali con la Cina e la Russia. Pechino non gradisce le esercitazioni militari con gli Usa, per questo il presidente ha
deciso di mettere fine a questa pratica. Passando al Pakistan invece arriva la notizia del rapimento del direttore del
principale gruppo editoriale del Paese, Abid Abdullah, a Peshawar. L'uomo era arrivato due giorni prima da Islamabad ed è
stato prelevato da un gruppo di uomini armati vicin oal suo hotel. Il sequestro di Abdullah, da sempre molto critico con le
forze armate e il governo, non è stato ancora rivendicato. In Afghanistan invece il presidente Ashraf Ghani ed il leader di
Hezb-e-Islami (HIA), Gulbuddin Hekmatyar, hanno firmato un accordo di pace: prevista la sospensione delle attività
militari bilaterali e l'accettazione da parte dei membri del movimento armato della Costituzione afghana. Un accordo, frutto
del lavoro di mesi di negoziati, che permetterà tra l'altro a Hekmatyar di rientrare a Kabul da uomo libero e partecipare alle
prossime elezioni politiche. In India continuano le operazioni militari delle forze armate contro basi terroristiche in aree del
Kashmir sotto controllo del Pakistan. Il governo indiano parla di numerose vittime. Il generale Rambir Singh ha spiegato
alla stampa che «le operazioni sono conseguenza degli attacchi terroristici dell'11 e 18 settembre nelle zone di Poonch e
Uri. Nonostante le nostre sollecitazioni al Pakistan affinché il territorio sotto il suo controllo non fosse utilizzato per attività
terroristiche, nulla è stato fatto». Infine andiamo negli USA, dove nella giornata dell'incidente alla stazione di Hoboken vicino
New York c'è stato tempo per tornare a parlare di politica. E al centro delle critiche è finito (neanche a dirlo) Donald Trump.
Nel'inchiesta del 'Newsweek' intitolata 'The Castro Connection', il magnate è accusato di aver fatto in gran segreto affari con
Cuba, violando ripetutamente l'embargo degli Stati Uniti verso il regime di Fidel Castro. Secondo il giornale Trump ha
agito attraverso una società da lui controllata investendo illegalmente denaro nell'isola caraibica alla fine degli anni '90.
di Daniele Petroselli
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