Putin: Russia non espellerà nessun diplomatico Usa

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venerdì 30 dicembre 2016, 18:50
Esteri: il Punto
Putin: Russia non espellerà nessun diplomatico Usa
Siria: ancora combattimenti nonostante il cessate-il-fuoco. Ucciso dai turchi un comandante Isis
di Luca Troiano
Vladimir Putin ha detto che Mosca non espellerà nessun diplomatico statunitense. Il presidente russo ha detto che
non ci saranno ripercussioni per la decisione dell’amministrazione di Barack Obama di espellere 35 funzionari russi il 29
dicembre. La dichiarazione giunge a smentire la decisione, assunta in un primo momento, di mandare fuori dal Paese 36
diplomatici americani come era stato annunciato in precedenza dal ministro degli esteri Lavrov. Putin ha detto che aspetterà
di vedere quale sarà la politica del presidente eletto Donald Trump, quando prenderà il potere il 20 gennaio. Il leader del
Cremlino ha inoltre aggiunto che alle famiglie dei rappresentanti americani in Russia non sarà tolto alcun beneficio e ha
concluso invitando tutti i loro bambini alle feste natalizie organizzate dal Cremlino. Tuttavia, ha sottolineato come le ultime
decisioni assunte dall'amministrazione di Washington uscente siano «dannose non solo per i rapporti bilaterali tra i nostri
Paesi, ma anche per il mondo intero». Intanto, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha smentito la
notizia riportata dalla Cnn, e in seguito da altri media statunitensi, secondo cui Mosca avrebbe deciso di chiudere la scuola
angloamericana nella capitale russa. «Il Presidente Obama espelle 35 diplomatici russi in un deja vu della Guerra fredda.
Come tutti, popolo americano incluso, saremo felici di vedere la fine di questa sfortunata amministrazione», ha scritto su
Twitter l'ambasciata russa nel Regno Unito. Siria: È trascorsa la prima notte dopo l'entrata in vigore del cessate-il-fuoco
alla mezzanotte di ieri per iniziativa di Turchia e Russia e accolto anche dal regime siriano e dalle forze ribelli. Fuori
dall'accordo sono rimasti invece il gruppo Stato islamico e le forze curde dell'Ypg. Ciononostante, come rende noto
l'Osservatorio siriano per i diritti umani, si segnalano ancora combattimenti isolati tra truppe lealiste e armate ribelli nel
nord di Hama, a circa 15 chilometri a nord-est di Damasco, e in altre zone del Paese. In particolare, secondo l’Osservatorio,
l’esercito di Assad ha condotto 13 bombardamenti aerei ad Hama. Uno dei comandanti del gruppo Stato Islamico in Siria
sarebbe stato ucciso in un raid aereo compiuto ieri dai jet turchi nell'ambito dell'operazione 'Scudo dell'Eufrate'. Stando a
quanto riportato dal sito web del quotidiano turco Hurriyet, si tratterebbe di Abu Hussein al-Tunisi, emiro dell'Is ad al-Bab,
che sarebbe stato ucciso insieme ad altri combattenti nella zona di al-Bab (in prossimità del confine turco-siriano) in un raid
che ha colpito il convoglio su cui viaggiavano. Oggi si è appreso che la Turchia accoglierà favorevolmente la presenza degli
Stati Uniti ai colloqui di pace per la Siria in programma ad Astana, in Kazakhstan, ma esclude la possibilità che vi
partecipino i curdi dell'Ypg. Lo ha detto il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu. Germania: secondo
un'indiscrezione dell'edizione online del settimanale tedesco 'Der Spiegel', Martin Schulz, presidente uscente del
Parlamento europeo uscente, non intenderebbe più candidarsi come cancelliere alle elezioni di settembre 2017 in
Germania. Der Spiegel spiega che Shulz avrebbe confidato ad un collega di partito, prima di Natale. Se confermata, la
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/putin-russia-non-espellera-nessun-diplomatico-usa/
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decisione lascerebbe campo libero alla candidatura del presidente del suo partito, Sigmar Gabriel. I socialdemocratici
annunceranno il proprio candidato entro la fine di gennaio. Tunisia: «La posizione del governo è chiara: siamo contrari al
ritorno» dei terroristi tunisini coinvolti in atti di terrorismo all'estero. Lo ha affermato il giovane premier tunisino, Youssef
Chahed, in un'intervista alla tv di Stato dopo il consiglio dei ministri di ieri dedicato alla questione e dopo le notizie su
possibili accordi tra Tunisi e altri Paesi per il rimpatrio dei suoi cittadini che si trovano nelle zone di conflitto. Il problema del
radicalismo nel Paese nordafricano è tornato alla ribalta dopo l'attentato del 19 dicembre a Berlino, che ha fatto 12 morti, e
l'uccisione a Sesto San Giovanni del suo autore, il tunisino Anis Amri. Il governo di Chahed stima che ci siano più di 3.000
tunisini che combattono per il sedicente Stato Islamico in Iraq, Siria e Libia, mentre sarebbero 800 quelli che hanno fatto
ritorno in patria. Più allarmanti i dati dell'Onu: un rapporto del luglio dello scorso anno parla di 5.500 tunisini. Iraq: l’esercito
di Baghdad ha lanciato la seconda fase dell’offensiva su Mosul attaccando la zona orientale della città, che è ancora in parte
occupata dal gruppo Stato islamico. La nuova operazione segna una ripresa dei combattimenti dopo alcune settimane di
tregua, dopo che durante la prima fase della campagna militare, lo scorso novembre, le truppe hanno incontrato molte
difficoltà ad avanzare proprio nei quartieri est della località. I combattimenti si concentrano in particolare nel quartiere di
Quds, oltre che nel settore nord. Ed è proprio nella parte settentrionale che sono stati ottenuti i maggiori successi, secondo
quanto dichiarato dal generale Najim al Juburi, comandante dell'offensiva, visto che le forze governative sono riuscite ad
interrompere la strada proveniente da Telkayf finora utilizzata dai jihadisti per i rifornimenti. Brasile: La polizia civile
brasiliana ha confermato al telegiornale carioca RJTV che il cadavere ritrovato all'interno di un'auto bruciata alla periferia
nord di Rio De Janeiro è dell'ambasciatore della Grecia, Kyriakos Amiridis, scomparso quattro giorni fa. Amiridis, 59 anni,
risultava disperso fin dal suo arrivo a Brasilia per partecipare alla festa tradizionale sulla spiaggia di Copacabana ed era
stato visto per l’ultima volta nella città di Nova Iguaçu, dov’è stata trovata la macchina, sotto un cavalcavia. Il suo rientro a
Brasilia era previsto per il 9 gennaio. Nel pomeriggio (ora italiana) la polizia civile di Rio ha ordinato l'arresto della moglie
brasiliana del diplomatico e di un militare del posto con il sospetto che entrambi siano coinvolti nella morte del
diplomatico. Amiridis era ambasciatore a Brasilia da un anno, dopo aver ricoperto la carica di Console generale a Riodal
2001 al 2004. Romania: il presidente Klaus Iohannis ha indicato il socialdemocratico Sorin Grindeanu, 43 anni ed ex
ministro delle comunicazioni, come nuovo primo ministro del Paese, mettendo fine allo stallo politico in corso da settimane
in seguito alla vittoria del centrosinistra alle elezioni parlamentari dell’11 dicembre. Il 27 dicembre Iohannis ha respinto la
candidatura di Sevil Shhaideh, impedendo così che per la prima volta una donna musulmana guidasse l'esecutivo di un
Paese europeo.
di Luca Troiano
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