Putin: `No ad intimidazioni contro la Russia`

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Putin: ‘No ad intimidazioni contro la Russia’ | 1 mercoledì 12 ottobre 2016, 18:45

Esteri: il Punto

Putin: ‘No ad intimidazioni contro la Russia’

Lavrov annuncia incontro a quattro con Stati Uniti, Arabia Saudita e Turchia sulla questione Siria di Luca Troiano

Si fa sempre più pesante l'aria intorno a Mosca. Ieri il presidente Vladimir Putin ha annullato il suo viaggio a Parigi dopo lo scambio di dichiarazioni polemiche avvenuto con il presidente francese Francoise Hollande. Oggetto del contendere il veto russo sulla risoluzione Onu riguardo alla Siria. Si è parlato perfino di sanzioni contro Mosca, con la cancelliera tedesca Angela Merkel che ha prefigurato questo scenario, rilanciato dalla dura presa di posizione del ministro degli Esteri britannico Boris Johnson: «La Russia deve essere indagata per crimini di guerra ad Aleppo». Johnson ha anche lanciato un appello ad andare a manifestare davanti alle ambasciate russe nel mondo. Per Mosca sembra profilarsi all'orizzonte una fase di isolamento internazionale, a cui i russi cominciano già ad adeguarsi visto, per esempio, che il governatore di San Pietroburgo Poltavchenko ha ordinato di accumulare riserve di grano. La settimana scorsa in scuole, uffici e fabbriche del Paese la Protezione civile ha condotto speciali esercitazioni per spiegare cosa fare in caso di attacco. Inoltre ieri alcuni siti web hanno riportato un ordine emesso dal Cremlino - ma di cui il portavoce di Putin dice di non sapere nulla - indirizzato a parlamentari e funzionari statali con l'esortazione a far rientrare il prima possibile in patria i parenti che si trovano all'estero.

«Le intimidazioni contro la Russia non hanno mai funzionato e non funzioneranno mai» ha tuonato oggi il

presidente russo Vladimir Putin, mentre il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, sostiene che i Paesi occidentali vogliono far passare le esercitazioni delle forze armate russe come una corsa al riarmo che prefigurerebbe una nuova Guerra fredda. «Abbiamo sentito molti rimproveri da parte dei nostri partner occidentali che temono la nostra preparazione e la

nostra capacità di combattimento. Si tratta di attività di formazione operativa programmata che viene spacciata come

'allarmante'» ha sottolineato il ministro, aggiungendo che «le esercitazioni su larga scala non sono una minaccia, ma una condizione necessaria per assicurare la prontezza al combattimento come accade in qualsiasi altro Paese». Passando in

Siria, dopo alcuni giorni di relativa calma, sono ripresi i bombardamenti aerei russi sulla parte est della città di Aleppo, quella controllata dai ribelli, in particolare sui quartieri di Bustan al Qasr e Fardous, vicino alla Cittadella. L’Osservatorio siriano per i diritti umani denuncia almeno 25 vittime. Secondo alcune testimonianze, sono stati colpiti anche un centro medico e un parco giochi. «Una catastrofe umanitaria» paragonata agli «infami massacri di Srebenica e del Rwanda»: così Caritas internationalis descrive la drammatica situazione della martoriata località siriana, con 275 mila persone che subiscono bombardamenti ormai quotidiani e 100 mila bambini intrappolati nell'area controllata dai ribelli. Sul piano diplomatico, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha annunciato oggi che un incontro sulla situazione in Siria si svolgerà sabato a Losanna. Secondo Lavrov vi prenderanno parte, oltre a Russia e a Stati Uniti, anche Arabia Saudita, Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/putin-no-ad-intimidazioni-la-russia/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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Putin: ‘No ad intimidazioni contro la Russia’ | 2 Turchia e «probabilmente il Qatar». Le forze statunitensi hanno condotto ieri nove attacchi aerei contro obiettivi dello Stato islamico vicino alla città libica di Sirte. Sono state colpite 22 posizioni di combattimento del gruppo jihadista. È quanto si legge in un comunicato stampa di oggi dell'US Africa Command (AFRICOM). Il numero totale di attacchi aerei Usa dal 1° agosto sale così a 270. Lo Stato islamico ha rivendicato l’attacco di ieri a Kabul, quando un gruppo di uomini armati ha sparato sulla folla nel santuario sciita di Kart Sakhi, vicino all’università della capitale, uccidendo almeno 18 persone. I fedeli si erano radunati per preparare i festeggiamenti per la ricorrenza sciita dell’Ashura. Nella giornata di oggi un altro attentato contro una moschea sciita a Balkh, nel nord del Paese, ha causato almeno 14 morti. Si è concluso invece nella serata di ieri il viaggio in Africa della cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha fato tappa in Mali, Niger ed Etiopia con al centro i temi della lotta al terrorismo e la questione migratoria, dopo un 2015 particolarmente impegnativo per la Germania su questo tema. Un impegno nel rafforzamento dei legami con il Continente nero proseguirà a Berlino, dove Merkel riceverà i presidenti del Ciad e della Nigeria. Ad Addis Abeba, nel corso della conferenza stampa congiunta con la cancelliera tedesca nel tardo pomeriggio di ieri, il premier etiope, Hailemariam Desalegn, ha annunciato di voler riformare il sistema elettorale affinché l'opposizione sia meglio rappresentata, in risposta al movimento antigovernativo che sta attualmente scuotendo il Paese. Il 9 ottobre l'Etiopia ha dichiarato stato di emergenza per sei mesi e il blocco dei social network dopo violente proteste scoppiate nelle principali comunità del Paese, Oromo e Amhara, che insieme rappresentano oltre il 60% della popolazione, contro l'etnia al potere, proveniente dalla regione del Tigray, pari al 6%.

Secondo le ong umanitarie sarebbero almeno 500 le persone rimaste uccise nella repressione delle manifestazioni da parte delle forze di sicurezza. In Francia gli avvocati di Salah Abdeslam, il principale indagato per gli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre, hanno rinunciato alla difesa del loro cliente. Frank Berton e Sven Mary, questi i nomi dei due legali, hanno motivato la loro decisione con il fatto che il loro assistito si rifiuta di parlare e continuerà ad appellarsi al diritto di rimanere in silenzio. Allo stesso tempo denunciano le condizioni «degradanti» di carcerazione di Abdeslam, che è in isolamento dal 27 aprile e sotto videosorveglianza costante. Pechino e Mosca condurranno nuove esercitazioni antimissilistiche congiunte nel 2017, come già avvenuto nel mese di maggio per protestare contro l'intesa tra Washington e Seul di installare il sistema antimissile Thaad in Corea del Sud in chiave anti Pyongyang. L'annuncio arriva dallo Xiangshan Forum, che si tiene in questi giorni a Pechino in risposta allo Shangri-La Dialogue di Singapore sulla cooperazione nella sicurezza regionale. Sul fronte interno, il premier Li Keqiang, al suo secondo giorno di visita nella regione amministrativa speciale di Macao, ha messo a tacere le voci su un possibile rallentamento dell’economia cinese, sottolineando il tasso di crescita del 6,7% registrato nei primi sei mesi del 2016, ben oltre le aspettative. Intanto si registrano gesti di rivolta alla prima riunione dell’assemblea legislativa di Hong Kong. Nella cerimonia d’insediamento del Consiglio legislativo della città, riunito oggi per la prima volta dopo che alle elezioni del mese scorso sono stati eletti anche degli attivisti pro democrazia, alcuni nuovi deputati hanno esposto degli striscioni con scritto che «Hong Kong non è la Cina», o hanno storpiato il testo del giuramento che i rappresentanti devono leggere davanti al Consiglio. Per quanto riguarda la questione Ucraina, il presidente francese Francois Hollande terrà stasera una conversazione telefonica per organizzare il vertice del quartetto Normandia con il suo omologo russo Vladimir Putin e con il cancelliere tedesco Angela Merkel. Il portavoce del governo francese Stephane Le Foll ha specificato che le parti discuteranno la possibilità di tenere un incontro del quartetto sull'Ucraina a Berlino mercoledì 19 ottobre. Domani Hollande ha in programma una riunione sullo stesso tema con il presidente ucraino Petro Poroshenko. In Myanmar continuano le violenze nello Stato Rakhine, nella parte nordoccidentale del Paese, dopo che ieri quattro soldati sono stati uccisi in un attacco probabilmente ad opera dei ribelli di etnia Rohingya. Salgono così a nove i militari caduti in tre aggressioni letali avvenute in posti di blocco di frontiera.

Secondo le autorità birmane, ad attaccare i soldati sono state delle folle armate di coltelli e armi improvvisate. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu si è diviso sull'opportunità di imporre un embargo sulle armi nei confronti del Sud Sudan, ostaggio di una guerra civile che dal 2013 ha provocato decine di migliaia di morti e ha costretto oltre due milioni di persone a lasciare le proprie case, malgrado il dispiegamento di 12 mila peacekeeper. I contrasti sono emersi ieri, con la presa di posizione della Russia secondo la quale nella Repubblica Centrafricana e in altri Paesi le restrizioni non hanno prodotto alcun risultato, e dunque non avrebbe senso applicarle ora al Sud Sudan. Infine andiamo in Canada, dove è stato espulso l’eurodeputato e militante ecologista José Bové, fermato all’arrivo all’aeroporto di Montréal dove avrebbe dovuto partecipare a una conferenza sull’accordo di libero scambio con l’Unione europea. Il Canada generalmente impedisce l’ingresso alle persone con precedenti penali, e Bové è stato condannato per il danneggiamento di un McDonald’s e di un campo coltivato con sementi ogm. L’eurodeputato è stato imbarcato su un volo di ritorno in Francia.

di Luca Troiano

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