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La decima giornata del campionato di hockey
Le Olimpiadi
Il Lugano batte il Berna,Ambrì beffato
RYAN WILSON
Il 29enne
è il nuovo
difensore
del Lugano
Ti-P
re
ss
9
771660 968900
37
GAA 6600 LOCARNO –– N. 37
In edicola Fr. 2.- / € 1,85 Anno XVIII • Numero 37
Copia in omaggio (in edicola Fr. 2.-/ € 1,85)
Per la rivincita della finale dello scorso campionato contro gli
orsi, i bianconeri ritrovano Elvis Merzlikins tra i pali. E il match
non delude con diversi gol e tanto agonismo in pista. Alla fine alla
Resega vince proprio il Lugano, che batte il Berna 4-3 all’over time (Klasen, Bürgler, Gardner e Zackrisson in gol per il Lugano).
Partita rocambolesca, invece, dalle parti della Valascia, dove
l’Ambrì si fa rimontare e superare in 1’50” nel terzo tempo dopo
essere stato in vantaggio per 3-1 sul Davos. I grigionesi s’impongono per 4-3 (di Bianchi, Guggisberg e Fuchs i gol dell’Ambrì).
I Giochi in Svizzera
con orizzonte 2026
A PAGINA 49
Il ciclismo
Vittoria colombiana
al“Lombardia”
con Esteban Chaves
a scrivere la storia
A PAGINA 52
2 ottobre 2016
caffe.ch
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091 756 24 00
Menoa sesso
pagamento
IL COMMENTO
C’è ben poco
da brindare
alla nostritudine
STEFANO PIANCA
Giubileo
della
Misericordia
è anche
incontrare
uno come
Gobbi
Tra strette fiscali e controlli sui permessi
le “luci rosse” cominciano a... spegnersi
GUENZI, RAVANI, ROCCHI e SPIGNESI ALLE PAGINE 2 e 3
Ti-Press
Il caso
LE ANALISI
L’ambiente
La politica
Il caso del Civico
tra 70mila infezioni
ogni anno in corsia
Democrazia diretta
sin troppo abusata
Dal Ticino a Milano
questo 2016
ha l’aria più pulita
Strategie di partito
prima sul“triciclo”
adesso in“go kart”
GERHARD LOB
S
ull’attuazione dell’iniziativa
popolare “Contro l’immigrazione di massa” dell’Udc,
oramai si discute e si litiga da più
di due anni e mezzo. Intanto la
montagna ha partorito un topolino.
segue a pagina 25
Se i giganti hanno
i piedi d’argilla
A PAGINA 10
L’economia
Il commercio cresce
...anzi raddoppia
A PAGINA 22
LORETTA NAPOLEONI
L
’ultimo scandalo finanziario
coinvolge la Wells Fargo, una
delle maggiori e più vecchie
banche americane. La banca è il
più grande erogatore di mutui immobiliari degli Stati Uniti e il secondo nel credito per l’acquisto di
automobili.
segue a pagina 25
Ti-Press
IL PIZZINO
H
anno brindato a prosecco
- perché la coerenza non
scorre nelle vene di tutti i sostenitori di “Prima i nostri”.
In realtà ci sarebbe ben poco da
festeggiare sulle macerie di un
Ticino diviso come non mai. Da
un lato la massa dei partiti, irrimediabilmente contagiata dal
populismo che promette soluzioni facili a problemi difficili, dall’altro il Paese che produce, gli
imprenditori disorientati, delusi,
arrabbiati per l’ennesimo laccio
da parte dello Stato. Il voto può
infatti venire anche letto come
un attestato di sfiducia nei confronti di chi crea oggi impiego.
Tutti capiranno che non è la migliore premessa per costruire un
futuro comune di benessere.
Nel mezzo i cittadini convinti,
con l’ingannevole promessa, che
l’iniziativa cantonale udc regalerà lavoro a tutti i residenti. Quale
tipo di lavoro non è ancora ben
chiaro. Soprattutto se l’economia
dovesse entrare in crisi senza la
forza propulsiva dei lavoratori
stranieri. Salvo poi scoprire un
giorno che la “nostritudine” è
stata solo una bandiera sventolata per creare consenso e al momento della distribuzione dei pani ci sarà sempre qualcuno più
nostro dei nostri. Ma qui interessa capire come si sia giunti a
questa solida maggioranza di
“protezionisti” (il 58 per cento
dei votanti). L’impressione è che
il risultato di domenica scorsa
rappresenti semplicemente il coronamento di un rosario di proposte strampalate.
Ma potremmo anche chiamarla la “summa”, molto terrena
e poco teologica, delle sciocchezze sentite negli ultimi anni.
L’elenco è lungo e per certi versi
stucchevole. Potremmo citare il
deputato che chiedeva di sostituire le notifiche online per i padroncini con uno sportello in zona molto periferica. Come la profonda Vallemaggia, ma avrebbe
potuto proporre benissimo il Passo del San Gottardo. Tanto per
far capire che questa non è terra
di conquista. Oppure, altra pensata geniale, il bollino di Claro
per le aziende virtuose, quelle
che applicano una stretta preferenza indigena, come per l’etichettatura del salame nostrano.
Un flop. Perché la realtà possiede
ancora qualche anticorpo. Eppure, una dopo l’altra, queste idee
bacate hanno condotto il Ticino
nel cul-de-sac di un protezionismo statalista che non promette
nulla di buono.
A frenare la deriva non sono
bastati i dati sulla disoccupazione che non parlano di un Paese in
rovina. È stata anzi la drammatica dimostrazione di quanto l’attuale politica non voglia decidere
sulla base di una rigorosa lettura
della realtà. I dati non sono quelli
graditi? Si chiudano gli istituti di
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ricerca.
www.caffecarlito.com
Settimanale di attualità, politica, cultura e sport
A PAGINA 8
A PAGINA 20
L’intervista
Il personaggio
“Senza indipendenza
il Lac non crescerà”
Il tycoon Sawiris:
“Andermatt brillerà”
A PAGINA 21
A PAGINA 33