Chiodo nell`addome, lo dimettono

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Latina
Il giornale di
IL PROCESSO
VENERDÌ 11 MARZO 2016
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Tre chirurghi del Goretti rispondono di lesioni colpose: l’intervento non sarebbe riuscito
Chiodo nell’addome, lo dimettono
Il giovane falegname di Priverno costretto dopo mesi a farsi operare a Roma
di SILVIA COLASANTI
I
n aula ha raccontato la
sua disavventura presso l’ospedale di Latina.
Il 30enne di Priverno si era
recato presso il pronto soccorso del SantaMaria Goretti
di Latina, per un incidente
sul lavoro che aveva avuto
maneggiando una sparachiodi. Un chiodo si era accidentalmente conficcato nel
suo addome e, dopo essere
stato visitato, era stato operato. I medici però non sarebbero riusciti a completare
l’operazione e il corpo estraneo era rimasto all’interno
del corpo del malcapitato fino a quando questi non si era
recato a Roma per un secondo intervento. Per questa vicenda sono finiti a processo,
per lesioni colpose, il primario del reparto di chirurgia
generale del nosocomio
pontino, Marco Sacchi, il
chirurgo Lorenzo Iacovoni, e
l’aiuto chirurgo Luigi Greco
che avevano svolto l’intervento. I tre imputati, difesi
dagli avvocati Antonio Pierro e Dino Lucchetti, sono accusati, a vario titolo, di averlo sottoposto ad una operazione infruttuosa; ma anche
per avergli procurato dolore
Tra gli imputati
anche il primario
di chirurgia
e malessere per quattro mesi, prima che si rivolgesse al
San Filippo Neri di Roma e
per averlo appunto costretto
a subire una seconda operazione. Marco Sacchi è accusato di aver firmato la cartel-
la clinica di dimissioni, omettendo di rilevare l’anomala presenza del corpo metallico nell’addome del giovane e senza impedire le dimissioni del ragazzo in mancanza di indicazioni tera-
peutiche. Tutto questo secondo l’accusa si sarebbe potuto evitare se gli imputati avessero utilizzato in maniera
edeguata gli strumenti chirurgici impiegati o se il paziente comunque fosse stato
trattenuto per ulteriori accertamenti o ancora se fosse
stato dimesso dopo avergli
fornito indicazioni adeguate. La parte offesa è stata sentita ieri mattina durante l’udienza che si è tenuta davan-
ti al giudice Nicola Iansiti. Il
magistrato ha poi rinviato il
processo al 23 maggio prossimo. Il processo, però, anche a causa del susseguirsi di
ben sei giudici, si prescriverà
nel giugno prossimo.