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Focus
WABERER’S
EUROPE
L’Europa di Waberer’s è fatta di tanti tanti camion
con il “Sole che ride” giallo su fondo blu. L’operatore
logistico magiaro, sempre più proiettato sul mercato
Europeo, punta a diventare il terzo gruppo per
dimensione continuando a rendere i costi del trasporto
minimi e appetibili per un mercato senza più frontiere.
di F. PAOLO LI DONNI
12 | Corriere dei Trasporti | 19 Maggio 2014 | Numero 20
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Focus
S
e in Italia più di qualcuno
continua a mantenere l’attenzione dell’autotrasporto
ferma sui costi minimi di sicurezza altrove in Europa qualcun altro pensa invece a come rendere il trasporto delle merci sempre più competitivo e a costi contenuti. “Abbiamo raccolto alcune informazioni per
voi sulla nostra pagina – web - per realizzare con precisione ed efficacia dei
costi i compiti relativi ai servizi di trasporto, spedizione e logistica. Il gruppo Waberer’s garantisce servizi competitivi con un pacchetto…. complessivo e personalizzato che favorisce l’arrivo rapido, sicuro e a basso costo dei
vostri prodotti su qualsiasi mercato”.
Così György Wáberer, presidente e direttore di Waberer’s International Spa,
spiega candidamente e con poche, ma
chiarissime, parole la filosofia aziendale. Dall’Ugnheria sembra essere dunque partita una nuova e aggressiva candidatura al controllo del mercato dei
noli terrestri su gomma su scala continentale. Chi infatti non ha mai visto sull’autostrada uno degli oltre 3000
camion gialli e blu dove campeggiano le sagome giganti di un sole sorridente? Quel Sole per molti è anche
minaccioso foriero di brutti presagi.
Il turbo capitalismo del post comunismo sta trasformando le economie
dell’Est Europa in molti settori industriali proponendo sul mercato nuovi
e aggressivi campioni d’impresa. Polonia, Romania, Slovacchia e via discorrendo attraggono sempre più finanziamenti dall’Unione Europea impiegandoli in progetti di sviluppo industriale
capaci di modificare con forza la geografia dei traffici e sviluppando nuove
basi logistiche per l’arrivo e la partenza
delle merci e dei manufatti. In questo
scenario si colloca in modo particolare l’Ungheria che sembra voler spingere al massimo sul mix che sta caratterizzando lo sviluppo delle economie dell’Est Europa, ovvero una forte concentrazione di incentivi econo-
WABERER’S / LA STORIA
Da azienda di Stato
a colosso senza freni
e radici di Waberer’s riTBMHPOPBMFBMMBSJHJda impostazione dirigista del
passato regime comunista, con
la fondazione di Volán Tefu, società controllata dallo Stato per
JMUSBTQPSUPTVTUSBEBOFM¿
stata avviata Hungarocamion Pte.
Co., all’epoca monopolio di Stato per il trasporto internazionale su strada. Nella storia passata di questo colosso dei trasporUJD¿TFO[BEVCCJPJMQFTPTQFDJlco di un posizionamento di assoluto monopolio economico concepito sin dalla fondazione dei
due gruppi dalle cui ceneri è naUP/FM(ZÇSHZ8µCFSFS
e i soci hanno privatizzato Volán
Tefu, mentre nel 2002 quest’ultima ha acquisito Hungarocamion, costituendo il più grande
operatore di logistica e trasporti
dell’Europa centrale. È stato solo
nel 2003 che la società si è data
il nome attuale e si è presentata ai clienti con un servizio specilDP8BCFSFST0QUJNVN4PMVtion™. Nel 2006 il nome Hungarocamion è stato abbandonato a favore di
Waberer’s International Pte. Co.. Anche le date sembrano sottolineare nella
storia di questo operatore un preciso
percorso a vocazione europeista.
Fu proprio nel
L
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domanda di adesione che, dopo
il periodo dei negoziati concluTJOFMQPSUFS¸BMMBSBUJlDB
del Trattato con il referendum
del 2003 che entrerà in vigore a
partire proprio dal primo maggio
del 2004. Waberer’s a questo
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TVJNFSDBUJJOUFSOB[JPOBMJNBlOP
al 2011 la sua crescita continua
ad essere su scala regionale consolidando il suo posizionamento di operatore leader nel Paese.
Nel 2011 il fondo di investimenti Mid Europa Partners (MEP)
BDRVJTJTDFJMEFMMFB[JPni della Waberer’s Holding Spa e
dal primo marzo le quattro compagnie del gruppo Waberer’s –
la Waberer’s International Spa.,
MB%FMUB4QFE4SMM*OUFST[FSWÀ[
Srl. e l’ Inforatio Srl. – si fondono nella Waberer’s Holding Spa.
e proseguono la loro attività col
nome di Waberer’s International
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allora le acquisizioni non si contano più. A tutt’oggi sono oltre 30
le operazioni di acquisizioni portate a termine e che hanno
garantito al gruppo una costante crescita dimensionale
sempre assecondata da una
prepotente razionalizzazione
dei suoi costi operativi e un
forte incremento degli
investimenti nell’IT
e nei mezzi di trasporto ¢
mici dell’Unione Europea, un livello
dei costi di produzione molto competitivo e un posizionamento geografico
strategico rispetto ai traffici crescenti
con le economie asiatiche. Se è vero
infatti che dove vanno le merci vanno
anche i vettori e i logistici, ecco spiegata la tendenza a riprogettare molti gruppi logistici nazionali su scala
continentale, delocalizzando con forza le attività principali. I grandi operatori italiani come il Gruppo Arcese ne hanno guidato il trend aprendo nuove e sempre più importanti
sedi in Polonia, Romania e Turchia.
Se tra i grandi operatori il trend si è negli anni consolidato, nell’ultimo quinquennio si sta aprendo la strada alle
piccole e medie imprese che nel crescente mercato dei noli in questi paesi trovano nuove opportunità e soprattutto riescono a rilanciare le loro attività approfittando dei minori costi operativi. Anche la finanza
sta concentrando la sua attenzione
in questa direzione e il caso di Waberer’s ne è la dimostrazione più evidente.
Con l’entrata del fondo di investimenti
Mid Europa Partners (MEP), oltre 4,5
miliardi d’investimenti per lo sviluppo di iniziative industriali nell’Est Europa, il gruppo magiaro letteralmente messo il turbo e acquisizione dopo
acquisizione persegue l’obiettivo di diventare il terzo operatore Europeo. Attualmente con oltre 3000 mezzi è posizionato al 6° posto e un fatturato che
supera i 350 milioni. Per il 2014 però ha già dichiarato che i numeri continueranno ad aumentare: oltre 4000
mezzi e una produzione che supererà
il muro dei 500 milioni. Ovviamente
nei piani di sviluppo non poteva mancare l’Italia dove già oggi vi sono circa
500 unità operative ogni settimana. A
breve però verrà aperta una sede e forse anche da noi si procederà con nuove acquisizioni in attesa che l’Europa
dia il via alla folle corsa per il primato
dei noli terrestri europei con la liberalizzazione del cabotaggio ¢
-"4$)&%"UNGHERIA
Parole chiave: logistica,
meccanica e elettronica
FSMBTVBDPMMPDB[JPOFHFPHSBlDBBMDFOUSPEFMM&VSPQBM6OHIFria è il luogo ideale per i centri logistici. Fra il 2007 e il 2013 3,5
miliardi di Euro sono stati stanziati per lo sviluppo logistico. Uno
degli scopi principali è quello di rafforzare il ruolo centrale dell’Ungheria nello smistamento delle merci. L’Ungheria presenta diversi vantaggi nel campo della logistica. Quattro corridoi pan-europei attraversano il Paese, fornendo una possibilità unica di raggiungere ogni angolo
E&VSPQBDPNQSFTJJQSJODJQBMJQPSUJFVSPQFJ*OPMUSFFTJTUFVOBlUUBSFte stradale ed autostradale. Anche il trasporto ferroviario è in continuo sviluppo e oggi un quinto delle merci vengono trasportate via ferSPWJBlOPBMMVPHPEJDPOTFHOB*OPMUSFFTJTUPOPPUUJNJDPMMFHBNFOUJBFSFJDPOM"TJBM6OJPOF&VSPQFBFJ#BMDBOJDPOWPMJSFHPMBSJ&EJOlOF
TJQPTTPOPVTBSFMFWJFmVWJBMJHMJJOWFTUJNFOUJHJ¸QSPHSBNNBUJFJDJORVFDFOUSJMPHJTUJDJJOUFSNPEBMJJODPTUSV[JPOFTVM%BOVCJPSBGGPS[FSBOno la sua funzione di collegamento. La rete dei principali centri logistici (NLSCSs) è costituita da 13 elementi ubicati in diverse aree del PaFTFNBQVÈFTTFSFNPEJlDBUBBTFDPOEBEFMMFFTJHFO[FEFMNFSDBUP*M
requisito di base dei centri è il collegamento ferroviario e stradale, ma
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puro caso che il settore logistico si stia espandendo di oltre il 10% annuo. La quota del PIL derivante dal settore logistico è attualmente inUPSOPBMQFSDFOUPFTJQSFWFEFVOBDSFTDJUBlOPBMOFM"
comprendere bene questa naturale vocazione strategica nella logistica
sono stati i grandi gruppi industriali di alcuni settori centrali come quelli
EFMTFUUPSFBVUPNPCJMJTUJDPFEFMMBlMJFSBEFMMBDPNQPOFOUJTUJDBEFMTFUtore farmaceutico e dell’elettronica. In questo ultimo caso vale la pena
sottolineare che nell’estate 2008, la Commissione Europea ha scelto
Budapest come sede del quartier generale del nuovo Centro di Innovazione e Tecnologia, prima iniziativa europea ad integrare il famoso
“triangolo della conoscenza” - elevata istruzione, ricerca e innovazione
nel business. Elettronica e meccanica sembrano aver scelto l’Ungheria
come piattaforma continentale ideale e oggi oltre al naturale link con il
mercato tedesco dell’auto anche le grandi corporation asiatiche stanno sviluppando i loro centri produttivi in questo paese che conferma
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parte di molti gruppi industriali, particolarmente nell’automotive, (che
ha battuto la concorrenza di Romania e Polonia) nasce anche dall’esigenza di ampliare la propria presenza nei mercati dell’Est Europa risparmiando notevolmente sui costi ¢
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