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COMUNICATO N. 7
Carlo Bonini su Cucchi e Regeni: due storie unite dalla ricerca
di una giustizia comune
Roma, 8 dicembre 2016. Due storie così diverse eppur così simili nel loro finale tragico.
Due giovani la cui vita si è interrotta improvvisamente e violentemente, per cause che
la giustizia deve ancora esattamente chiarire. Carlo Bonini a Più libri più liberi prova a
tracciare un filo rosso tra la scomparsa di Stefano Cucchi, scomparso nel 2009 nella
Capitale, e di Giulio Regeni, trovato esanime in Egitto lo scorso gennaio.
Bonini si è posto “al piano stradale delle vicende, con l’intento di dare voce il più
possibile ai punti di vista e al racconto di tutti i soggetti coinvolti” e ha condensato
l’analisi di 700 mila pagine di documenti giudiziari e le interviste ai familiari di Cucchi e
Regeni. “Il dettaglio – dichiara - è lo strumento migliore che possiamo utilizzare per
raggiungere e argomentare una verità”. Una verità in cui hanno un ruolo anche le
istituzioni e il principio di legalità: “Non sempre, purtroppo, lo Stato offre risposte chiare
e a tutela dei cittadini. Siamo l’unico paese dell’ Occidente che non ha ancora inserito il
reato di tortura nel proprio Codice penale, una particolarità che negli ultimi anni ha
inciso su molte vicende in Italia. Una democrazia non può tollerare l’idea dell’abuso e
l’uso ingiustificato della violenza”, un invito che l’autore rivolge a tutti gli italiani: “Le
storie di Stefano e Giulio non devono essere inquinate dal cinismo e dimenticate
nell’indifferenza, l’opinione pubblica deve mantenere la schiena dritta per evitare che
situazioni simili possano ripetersi. Anche perché possono capitare a tutti”.
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