economia | ancora sul petrolio

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STEFANO MICOSSI - 05/12/2016 ore 18:04
ECONOMIA | ANCORA SUL PETROLIO...
... e sull'accordo Opec per la riduzione della produzione
Bisogna ritornare sull’accordo raggiunto dai paesi dell’OPEC per la riduzione della produzione, perché
qualcuno si confonde sull’argomento. Va ricordato anzitutto che il volume annuale di produzione si
aggira poco al di sotto di 100 milioni di barili al giorno: secondo gli analisti del mercato, l’annunciata
riduzione, circa l’1,5 per cento del totale, non è sufficiente per fare risalire i prezzi verso i 70 dollari,
l’obiettivo del cartello. Inoltre, per ora i paesi dell’OPEC si sono accordati su un annuncio: l’annuncio
dell’intenzione di ridurre la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno per sei mesi, a partire dal primo
gennaio prossimo, ma non hanno indicato chi taglierà la produzione, perché su questo l’accordo non c’è.
La riduzione potrà avvenire se l’Arabia Saudita si accollerà almeno la metà della riduzione (assumendo
che l’aumento del prezzo più che compensi per loro i minori incassi, dato che hanno un bilancio
pubblico in grave dissesto), il Kuwait, il Qatar e gli Emirati arabi il resto.
La storia indica che gli accordi di riduzione della produzione vengono aggirati dai paesi del cartello,
anche perché manca qualunque meccanismo di sorveglianza e punizione di chi non rispetta gli accordi.
Intanto, l’Iran non nasconde il suo obiettivo di portare la produzione fino a 4,8 milioni di barili al
giorno nel prossimo triennio, dal livello attuale di 3,7 milioni. Inoltre, molti produttori non-OPEC si
preparano ad aumentare la produzione – inclusi i produttori americani di shale oil (quello per
intendersi estratto con le nuove tecniche di frantumazione orizzontale del sottosuolo), che ormai
possono produrre in maniera economica appena il prezzo di avvicina ai 50 dollari il barile. Come a dire
che appena il prezzo sale, l’offerta aumenta. L’esperienza indica, più in generale, che gli accordi di
contenimento della produzione non funzionano quando l’offerta tende a eccedere sistematicamente la
domanda, che è la situazione attuale. Per questo gli osservatori più accreditati ritengono che il tentativo
dell’OPEC di far risalire stabilmente il prezzo del petrolio fallirà.