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FLP Affari Esteri
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SEMINARIO DEI CASINI VARI
EVENTO CULTURALE REFERENDARIO
(MONDANO - PATETICO – CREPUSCOLARE)
p.c. Presidenza del Consiglio, Commissioni Esteri
In data 26 ottobre si è tenuto, in Contrada Ripetta, un seminario dall’altisonante titolo “La
Diplomazia Italiana primo strumento per l’internazionalizzazione del paese”. Pochissimi
diplomatici in servizio (giovani e meno giovani) e molti divini quiescenti (vale a dire in
quiescenza) eleganti, ma dal passo malfermo. Il Torpedone partito dalla Farnesina che
includeva pranzo al sacco è arrivato al destino desolatamente vuoto. Presenti in aula pochi
dirigenti della Farnesina, tra cui i rotariani (quelli che dovrebbero ruotare dopo ben 10 anni (P)
e 12 anni (S.). La dottoressa Belloni Elisabetta è arrivata in prudenziale ritardo e si è ritirata ben
prima della chiusura, per strategiche ragioni, mosse dalla paura di essere costretta a salutare
alcuni ex amici politici e colleghi a cui deve gran oarte della fulminante carriera. Una vera e
propria “apparizione” (divina?), come recita il comunicato ufficiale del seminario. Tra i relatori
tre ex ministri degli esteri e i due presidenti delle commissioni di riferimento. Stranamente si è
notata la vistosa assenza del ministro pro tempore, Gentiloni. Ci piacerebbe sapere il perché
(noi lo sappiamo per intuizione!). C’erano diplomatici stranieri e alcuni ex (gloriosi e meno
gloriosi) segretari generali. Anzi uno è arrivato addirittura con una Maserati a 4 porte per
ostentare un potere che fu: il vizietto italico di apparire stenta a scomparire. Si è parlato di tutto.
Nel discorso di aperura ha esordito un presidente autoreferenziale, più incline a giustificare e
perfino a lodare l’importante e decisivo ruolo degli “inviati speciali” (cioè il suo: nonostante il
deludente risultato monochiappa in ambito CdS dell’ONU), considerati vero e proprio cardine
della politica estera italiana, piuttosto che affrontare le impegnative sfide che in questo
momento la Farnesina si trova a dover gestire. Alcuni interventi erano sul nostalgico patetico. I
relatori ricordavano i loro periodi favolosi passati agli Esteri molto proficui (si è vero, ma per sé
stessi e per gli amici degli amici); si è parlato della famosa guerra del Kosovo che secondo il
relatore rimarrà scolpita negli annali della storia (infatti, molti non sanno nemmeno dov’è il
Kosovo!). Un altro relatore ha parlato di splendidi fasti passati nel cubo magico. Si è parlato di
dell’integrazione esistente, di nuovi modelli d’integrazione ed di eventuali disintegrazioni.
Ma la parte più delicata del seminario è stata quando un presidente di commissione ha
affermato di aver fatto tutto il possibile per difendere gli interessi della carriera diplomatica.
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Noi pensiamo, invece, che il Gentiloni deve metterci la faccia e difendere tutte le carriere, dalla
più bassa alla più alta, per premiare il merito e attivarsi finalmente per i concorsi di tutte le
categorie di personale, anziché nascondersi dietro impegni morali dal dubbio valore, presi dal
suo mistico capo di gabinetto. E, soprattutto, dovrebbe impegnarsi per il recupero della piena
legalità e per ristabilire un minimo di equità al MAECI. Lo stesso dovrebbe fare
l’accondiscendente e genuflesso presidente del SNDMAE per armonizzare le varie carriere: in
questo particolare e difficile momento, senza l’unità sarà impossibile raggiungere risultati
apprezzabili per tutti.
Per dirla in breve, il seminario è stato “serpicamente” molto triste, ruffianesco e di
riposizionamento in un particolare, delicatissimo, momento politico. Noi, insistiamo per sapere
perché erano assenti, sia il ministro degli esteri in carica, che anche altri politici della
Farnesina! Sarà che la bella e serena paura faccia 90: amen!
Roma, 2 novembre 2016
UFFICIO STAMPA
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