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FLP Affari Esteri
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Flp Affari Esteri
MISSIONI SPECIALMENTE PARTICOLARI
IN AMERICA LATINA
e p.c. Presidenza del Consiglio, Commissioni Esteri
E’ moda per alcuni partiti visitare le nostre comunità italiane all’estero per tastare l’eventuale,
consistenza (quasi sempre nulla) di un disinteressato bacino elettorale. Fin qui, nulla da eccepire. Siamo
nella deprecabile anormalità, quando si usano le strutture amministrative all’estero (consolati e
ambasciata) per fini partitici. Ci spieghiamo: la nostra rappresentante ufficiale a Buenos Aires è scattata
sull’attenti alla vista dell’onorevole Maria Elena Boschi poi, forse per eccesso di zelo, si dava da fare
avanti e indietro con comizi ai nostri attempati connazionali in favore della riforma costituzionale. La
signora Castaldo deve sapere che, rappresentando lo Stato italiano all’estero, non potrebbe permettersi
di andare oltre, come suo dovere, il protocollo di accoglienza e di buona educazione istituzionale.
Assumere le posizioni di una sola parte politica non va bene! Un comportamento irreprensibile avrebbe
consigliato di attenersi alla totale imparzialità. Le malelingue riferiscono che abbia tratto ispirazione
dalla celebre frase reale pronunciata da Enrico IV°: Parigi val bene una messa! Ma, come riportano altri
quotidiani, si è andati addirittura oltre, con brindisi augurali, anche da parte del dipendente superiore di
Porto Alegre (O.N.). Perfino la sinistra, nauseata da simili comportamenti, ha protestato col ministro
Gentiloni (come riporta il Corriere della Sera, del 1° ottobre 2016), che dovrebbe prendere in seria
considerazione l’opportunità di avviare un provvedimento disciplinare nei confronti dei
responsabili. S’è notata, nella delegazione, anche la presenza di un dipendente diplomatico (L.C.) che ha
giustificato la sua presenza col pomposo titolo di interprete. Che italica stravagante stranezza! E’ risaputo
che gli interpreti vengono messi a disposizione in loco dalle strutture lì esistenti, sia per competenza, sia
per evidenti ragioni di risparmio. E ciò è prassi consolidata anche quando sono in visita di Stato i
presidenti della Repubblica. Sarebbe interessante sapere, chi ha pagato i costi causati dalla superflua
presenza. Ma forse, per raggiungere il dichiarato obiettivo (le dolci coste costaricensi) potrebbe aver
provveduto personalmente a farsi totale carico delle spese.
Nel merito, sorprende non poco l’atteggiamento del nostro presidente del consiglio, di solito molto
attento ai costi della politica (che rappresentano per lui una dichiarata ed importante ragione a sostegno
del referendum costituzionale!), agli sprechi e alla buona amministrazione e ai corretti comportamenti. Si
sarà forse distratto per qualche giorno?
Roma, 3 ottobre 2016
UFFICIO STAMPA
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