Il quadro della valutazione in Europa e in Italia Daniele Pitturelli Pavia – 20 marzo 2007

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Transcript Il quadro della valutazione in Europa e in Italia Daniele Pitturelli Pavia – 20 marzo 2007

Il quadro della valutazione
in Europa e in Italia
Daniele Pitturelli
Pavia – 20 marzo 2007
Perché valutare?
Valutare la qualità del servizio è una condizione per
il miglioramento di un sistema educativo
La valutazione di un sistema scolastico facilita
confronti tra situazioni comparabili e sollecita una
emulazione tra le scuole
Il sistema di valutazione si configura come un
servizio agli operatori della scuola dell’autonomia
Per chi valutare?
L’attività di valutazione rappresenta uno
strumento di gestione strategica del sistema
scolastico.
Gli esiti della valutazione sono essenziali per
migliorare - a livello centrale e periferico - la
qualità di un sistema di istruzione basato sulla
autonomia delle scuole.
In particolare, i risultati della valutazione interessano:
•chi ha il
compito di
governare il
sistema
Le informazioni sugli esiti
della valutazione sono
indispensabili, a livello
centrale e locale, per
monitorare la qualità del
servizio scolastico - nel
suo complesso e nelle sue
articolazioni - e per
accompagnare i
conseguenti interventi di
riforma e di correzione.
chi opera
all’interno delle
scuole
•Le informazioni sugli esiti
della valutazione divengono
strumenti utili ai dirigenti
scolastici, ai docenti e al
personale ATA per migliorare
il proprio profilo
professionale.
•Le scuole dell’autonomia
sono infatti sollecitate a
inediti rapporti
interistituzionali, fondati su
una trasparenza e una
integrazione progettuale che
richiedono apertura al
territorio, scambi di
informazioni e di esperienze,
disponibilità al confronto e
alla collaborazione;
chi fruisce del
servizio
Le informazioni sugli esiti
della valutazione interessano
direttamente le famiglie e gli
studenti per poter confrontare
i risultati delle scuole
ragionevolmente comparabili.
Le informazioni sugli esiti
della valutazione interessano
direttamente i potenziali
utenti, che disporrebbero di
uno strumento in più per
giudicare la qualità della
scuola e, laddove possibile,
per poter scegliere quella più
conforme ai propri desideri.
Cosa valutare?
Gli ambiti della
valutazione
sono diversi e
possono
così riassumersi:
•l’efficacia del sistema nel suo
complesso, anche in confronto a
quello di altri paesi;
•la qualità delle singole scuole;
•gli apprendimenti degli studenti;
•la professionalità degli operatori
scolastici.
…ma è evidente la loro stretta
interdipendenza..
Un sistema di valutazione nazionale si fonda
su uno schema integrato di diversi approcci
valutativi per consentire analisi e diagnosi
affidabili :
•al Ministro,
•all’amministrazione centrale
•e alle scuole
Un sistema nazionale di valutazione del
servizio scolastico potrebbe pervenire,
attraverso un approccio sistemico e procedure
integrate, ai seguenti obiettivi:
1) accertare quanto succede, identificando
punti forti e punti deboli;
2) stabilire se il livello delle risorse
disponibili è adeguato e se esse vengono
impiegate al meglio;
3) valorizzare, coinvolgere e
responsabilizzare gli individui, i gruppi e i
sistemi;
4) determinare cosa deve essere cambiato e
poi verificare se il cambiamento ha
prodotto effetti positivi.
Attraverso la valutazione è possibile
 Capire se si sta rispondendo ai bisogni
dell’utenza
 Identificare le priorità nell’uso delle
risorse interne
 Valorizzare la responsabilità individuale
 Dimostrare che gli investimenti richiesti
per la formazione sono giustificati
Ognuno di questi obiettivi richiede di essere
affrontato con metodologia specifica, ma
l’obiettivo fondamentale sarebbe quello di
accumulare dati e informazioni che,
 opportunamente analizzati e interpretati,
 consentano decisioni idonee a migliorare
l’efficacia e l’efficienza del sistema
scolastico.
•Per valutazione del
sistema nel suo complesso
si intende la raccolta e
l’analisi dei dati relativi ai
principali fenomeni che
riguardano l’organizzazione
scolastica, in modo da
ricostruire una visione di
insieme non solo dei
risultati ottenuti, ma anche
delle risorse utilizzate e dei
principali processi messi in
moto.
•Allo scopo di facilitare la
lettura dei fenomeni e il loro
andamento, i dati per la
valutazione di sistema
vengono spesso presentati
sotto forma di indicatori, che
permettono confronti più
agevoli sia tra i diversi anni,
sia tra i diversi sistemi o tra le
diverse parti del sistema.
GLI INDICATORI DI QUALITA’
( Ocse-Ceri)
“Sono dispositivi di allarme che forniscono
informazioni sulla qualità di funzionamento
del sistema scolastico”
Assolvono due funzioni:
• accertare il regolare funzionamento del
servizio
• segnalare eventuali disfunzioni che si possono
verificare
Esempi di Indicatori
RESPONSABILITA’
 Modalità e strumenti di informazione
all’utenza sul POF
 Presenza di forme di verifica specifiche
sul POF e di gradimento da parte
dell’utenza
 Funzioni tecnico gestionali ( Staff, F/O)
 Soggetti che hanno elaborato il POF o
hanno hanno collaborato alla sua stesura;
 Formazione del personale coerente con
gli obiettivi del POF
INTEGRAZIONE
 Forme di collaborazione con
Enti Locali e territorio
 Reti di scuole
 progetti di continuità e di
accoglienza;
 Iniziative di formazione per
gli adulti
FLESSIBILITA’ DELLA DIDATTICA ORDINARIA
• Articolazione del curricolo (nazionale/locale, utilizzo riduzione del
15% (ora 20%) , quadrimestralizzazione);
• articolazione flessibile del gruppo classe: n. medio ore settimanali
• Iniziative di orientamento scolastico e professionale
• Forme di compresenza degli insegnanti
•Iniziative di continuità
• Presenza di offerte opzionali
• collaborazione con la formazione professionale e l’obbligo
formativo
• rapporti con aziende e forme di alternanza scuola/lavoro
• Partecipazione a progetti e iniziative territoriali
Le esperienze europee
• Diversi paesi predispongono ogni anno un Rapporto
sull’evoluzione del loro sistema, basato sulla
raccolta e sul confronto di indicatori
• In Francia viene predisposto ogni anno un Rapporto
sulla scuola, dal titolo L’état de l’école. Il Rapporto
riguarda l’intero mondo dell’istruzione, dalla materna
alla superiore fino alla formazione continua. Esso si
avvale di trenta indicatori che riassumono i principali
dati relativi ai costi, alle attività, ai risultati della
scuola francese, permettendo il confronto con i dati di
altri paesi.
• In Inghilterra due sono i principali soggetti che
pubblicano rapporti annuali sul sistema scolastico: il
primo è l’OFSTED (Office for Standards in
Education), un ente statale non governativo istituito
nel 1992 col compito di ispezionare e valutare tutte le
singole scuole. L’OFSTED riferisce direttamente al
Parlamento. Il secondo è il QCA (Qualifications and
Curriculum Authority), agenzia governativa
responsabile dei curricula e della valutazione degli
apprendimenti degli studenti. I rapporti di questi due
enti forniscono al Parlamento, al Ministro
dell’educazione e all’opinione pubblica una visione
complessiva dello stato del sistema scolastico inglese
• In Svezia esiste una sola agenzia nazionale per
l’Educazione (Skolverket): pubblica specifici
rapporti e ogni tre anni “Un quadro della
scuola” nel quale sono evidenziati i risultati
del sistema e confronti internazionali. Sulla
base di questo rapporto il governo delibera
piani specifici per il miglioramento della
qualità.
Esperienze Italiane
• Nella Provincia autonoma di Trento, il Comitato di
valutazione del sistema scolastico predispone da 10 anni, con
cadenza biennale, un rapporto che esamina i principali aspetti
della scuola trentina, confrontandoli con i valori nazionali e
internazionali, attraverso un modello di analisi simile
all’OCSE.
• il Rapporto predisposto annualmente dal CENSIS sulla
situazione del Paese, che presenta anche i principali dati di
carattere strutturale sull’evoluzione del sistema scolastico
• il Rapporto curato ogni anno dall’ISFOL, che - senza
trascurare l’istruzione - focalizza la propria attenzione
soprattutto sulla formazione professionale.
• Entrambi i documenti hanno consentito in questi anni di
supplire in qualche modo alla mancanza di un vero rapporto
valutativo sul sistema scolastico e formativo italiano.
La valutazione del sistema scolastico in Italia
Il quadro della valutazione in Italia
• La valutazione dell’andamento del sistema
scolastico nel suo complesso, quella delle singole
scuole e quella dei singoli alunni, ha assunto, negli
ultimi decenni, un ruolo sempre più importante in
molti paesi europei.
• Bisogna dire, tuttavia, che l’Italia, a differenza di
altri sistemi educativi europei, non ha ancora definito
un programma di valutazione del sistema educativo
nel suo complesso.
La storia recente
• Negli ultimi quindici anni, in Italia, si è parlato, in
modo sempre più approfondito, del tema della
valutazione della qualità della scuola a partire dal
Protocollo d’intesa (1990) [1] tra MPI e
Confindustria che ha dato origine ad un progetto
qualità i cui più recenti esiti sono un tentativo di
ricognizione dei diversi modelli di valutazione della
qualità della scuola messi a punto nel nostro paese.
[1] Il programma di
collaborazione, tra M.P.I (adesso M.I.U.R.) con Confindustria, per la qualità della scuola è stato varato nel 1990,
rinnovato nel 1994, 1998 e 2002 e vede, oggi, la partecipazione di oltre 1000 unità scolastiche (cfr. www.gruppoclas.it/qualità/siqus).Il
progetto qualità della scuola utilizza il modello applicato dal gruppo CLAS e si sviluppa attraverso una rete di scuole consolidata nelle
varie aree del paese, i cosiddetti “Poli per la qualità della scuola”. Tale progetto intende favorire la realizzazione di un sistema di
Gestione della Qualità attraverso strumenti che, partendo da un’analisi e dal controllo dei processi, consentano, in modo efficace, di
operare miglioramenti interni all’organizzazione scolastica. Si veda in proposito il sito del Polo qualità di Milano : www.requs.it
• Nei Nuovi Orientamenti per l’attività educativa nelle
scuole materne statali (D.M. del 3 giugno 1991) si
parla di “valutazione” in un senso più ampio,
svincolata dalla pratica del valutare l’allievo;
• 1991  due numeri degli Studi e Documenti degli
Annali della Pubblica Istruzione in cui si parla di
valutazione di sistema e di autovalutazione. Nel n. 57,
ad esempio, si parla, di un primo studio di fattibilità
per l’istituzione di un Servizio Nazionale di
Valutazione.
• L’introduzione in tutte le scuole italiane della Carta
dei Servizi (Decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri del 7/6/1995) corrisponde all’esigenza di
considerare l’istituzione scolastica come servizio con
finalità formative che si dichiara con trasparenza
all’utenza e agli operatori stessi. Il Ministero della
Funzione Pubblica obbliga tutte le Amministrazioni
erogatrici di servizi ad offrire all’utenza una chiara
descrizione delle prestazioni cui ha diritto e delle sue
corrette modalità di erogazione.
Il Progetto educativo di istituto
“La
scuola
programma
annualmente la propria attività
mediante il Progetto educativo
d’Istituto,
che
enuncia
organicamente
le
scelte
fondamentali
in
ordine
all’autonomia e indica finalità,
obiettivi, modi, tempi e
strumenti e risorse dell’attività
stessa. Il progetto di Istituto
indica le strategie dell’offerta
formativa ed i tempi e i modi
delle verifiche interne, in
raccordo
con
il
servizio
nazionale di valutazione”
In
parallelo,
dal
mondo
dell’impresa il PROGETTO
QUALITA’
TOTALE
che
prevede per le scuole:
 l’analisi dell’esistente
 l’individuazione dei punti di
forza e di debolezza
l’innesco di una logica di
verifica e di miglioramento
 la costruzione di un gruppo
responsabile dei processi
La Direttiva Ministeriale n.307 del 21 maggio 1997
e la legge 59/97
• La Direttiva Ministeriale n.307 del 21 maggio 1997,
successivamente, consolida il sistema di valutazione
dell’Università e istituisce il SNQI (Servizio Nazionale per la
Qualità dell’Istruzione), affidando al CEDE la realizzazione
dei programmi e delle attività.
• La nascita di tale istituto è direttamente funzionale alla
promozione e al sostegno dell’autonomia scolastica, così come
la legge 59/97 e lo schema di regolamento in materia di
autonomia delle istituzioni scolastiche (1999), nel quale si
affronta il tema delle “verifiche e dei modelli di
certificazione”, il concetto di “verifica del raggiungimento
degli obiettivi di apprendimento e degli standard di qualità del
servizio” per cui “il M.P.I. fissa metodi e scadenze per
rilevazioni periodiche”.
Il regolamento dell’autonomia
e la valutazione
Art. 4. Comma 4 DPR 275/99
….Individuano inoltre le modalità e i
criteri di valutazione degli alunni nel
rispetto della normativa nazionale ed i
criteri per la valutazione periodica dei
risultati conseguiti dalle istituzioni
scolastiche rispetto agli obiettivi
prefissati
Con il Decreto Legislativo 20 luglio 1999, n. 258,
le funzioni svolte prima dal
CEDE (Centro Europeo dell’Educazione)
vengono ampliate e affidate all’INVALSI (Istituto
Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione)
il cui compito è quello di valutare
l’efficienza e l’efficacia del sistema di istruzione nel
suo complesso,
tenendo conto nella programmazione della sua attività
delle priorità strategiche annualmente individuate dalle
direttive del MIUR.
INValSI (1999-2004)
• Il nuovo istituto INValSI (Istituto Nazionale per la
Valutazione del Sistema dell’Istruzione) si vede,
inizialmente, assegnati i seguenti obiettivi:
• valutazione dell’efficienza e dell’efficacia del
sistema di istruzione nel suo complesso e nelle sue
articolazioni, ove opportuno anche per singola
istituzione scolastica, inquadrando la valutazione
nazionale nel contesto internazionale;
• studio delle cause dell’insuccesso e della
dispersione scolastica;
• programmazioni di attività di valutazione sulla
soddisfazione dell’utenza;
•
•
•
•
•
INValSI (1999-2004)
fornitura di supporto e assistenza tecnica
all’amministrazione per la realizzazione di autonome
iniziative di valutazione e di supporto alle singole
istituzioni scolastiche, anche mediante la
predisposizione di archivi informatici liberamente
consultabili;
valutazione degli effetti degli esiti applicativi delle
iniziative legislative che riguardano la scuola;
valutazione degli esiti dei progetti e delle iniziative
di innovazione promossi in ambito nazionale;
assicurazione della partecipazione italiana a
progetti di ricerca internazionale in campo
valutativo e nei settori connessi dell’innovazione
organizzativa e didattica;
realizzazione di iniziative che comportino attività di
valutazione e promozione della cultura
dell’autovalutazione da parte delle scuole.
Lo schema di disegno di legge
n.1306 del marzo 2002
• Lo schema di disegno di legge n.1306 del marzo 2002
contiene alcune novità sul ruolo e i compiti
dell’INVALSI quali:
 la valutazione del sistema professionale, oltre al
sistema dell’istruzione;
 la programmazione di verifiche periodiche su scala
nazionale circa i risultati raggiunti dagli alunni;
 la conduzione di verifiche periodiche e sistematiche
circa la qualità dell’offerta formativa, la
preparazione di prove strutturate (test) per gli
esami di stato.
Decreto legislativo n. 286 del 25 marzo 2004
• La discussione, seguita alle proposte contenute nel
precedente disegno di legge, ha portato al Decreto
legislativo n. 286 del 25 marzo 2004 che riordina
l’INVALSI, denominato ora Istituto Nazionale per
la Valutazione del Sistema di Istruzione e
Formazione,
 al quale affida il compito di valutare l’efficienza e
l’efficacia del sistema di istruzione e formazione
professionale (art.1);
 l’istituto, soggetto alla vigilanza del MIUR (art.4),
deve corrispondere alle priorità strategiche e alle
direttive determinate dal Ministero;
 la sua missione principale è quello di effettuare
valutazioni su larga scala attraverso “verifiche
periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità
degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta
educativa, culturale e didattica delle istituzioni di
istruzione e di istruzione e formazione professionale,
anche nel contesto dell’apprendimento permanente”
(art.5);
 l’istituto è tenuto a predisporre le prove previste per
l’esame di Stato (art. 6),
 a svolgere i compiti già assegnati nel precedente
decreto (supporto e assistenza tecnica
all’amministrazione, partecipazione a progetti di
ricerca europea e internazionale in campo valutativo,
ecc.) (art.9).
I compiti dell’INVALSI
(D. Leg.vo n. 286 del 19 novembre 2004 )
L'Istituto:
a) effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e
abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell'offerta
formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e
formazione professionale, anche nel contesto dell'apprendimento
permanente. Per la formazione professionale le verifiche
concernono esclusivamente i livelli essenziali di prestazione e sono
effettuate tenuto conto degli altri soggetti istituzionali che già
operano a livello nazionale nel settore della valutazione delle
politiche nazionali finalizzate allo sviluppo delle risorse umane;
b) predispone, nell'ambito delle prove previste per l'esame di Stato
conclusivo dei cicli di istruzione, per la loro scelta da parte del
Ministro, le prove a carattere nazionale, sulla base degli obiettivi
specifici di apprendimento del corso ed in relazione alle discipline
di insegnamento dell'ultimo anno di ciascun ciclo, e provvede alla
gestione delle prove stesse;
c) svolge attività di ricerca, nell'ambito delle sue finalità istituzionali;
d) studia le cause dell'insuccesso e della dispersione scolastica
con riferimento al contesto sociale ed alle tipologie dell'offerta
formativa;
e) assume iniziative rivolte ad assicurare la partecipazione
italiana a progetti di ricerca europea e internazionale in
campo valutativo;
f) svolge attività di supporto e assistenza tecnica
all'amministrazione scolastica, alle Regioni, agli Enti
territoriali, e alle singole istituzioni scolastiche e formative
per la realizzazione di autonome iniziative di monitoraggio,
valutazione e autovalutazione;
g) svolge attività di formazione del personale docente e
dirigente della scuola, connessa ai processi di valutazione e di
autovalutazione delle istituzioni scolastiche
L'Invalsi (1999) interviene
sugli esami di Stato a due livelli:
Il regolamento dei nuovi esami di maturità DPR 323 del
23.07.1999 ha istituito l‘ Osservatorio degli esami di
Stato
• Art. 14
È istituito, presso il Centro europeo dell'educazione,
un Osservatorio nazionale con il compito di
monitorare, verificare e valutare l'applicazione
della nuova disciplina degli esami di Stato
conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria
superiore e di costituire un supporto permanente per
le commissioni di esame per quanto riguarda la
predisposizione della terza prova scritta anche
realizzando, in collaborazione con i competenti uffici
dell'amministrazione della pubblica istruzione, un
apposito archivio nazionale permanente utilizzabile, a
tal fine, dalle commissioni.
• Al fine del monitoraggio dell'andamento degli esami
di Stato, i presidenti delle commissioni di esame
predispongono, prima della chiusura dei lavori,
un'apposita relazione sulla base di criteri predefiniti
dall'Osservatorio nazionale di cui al comma 1, che
provvede all'esame e alla valutazione degli elementi
conoscitivi contenuti nelle relazioni.
• Le ordinanze ministeriali annuali hanno
sistematicamente confermato l'attività prevista
all'interno dell'Invalsi.
Predisposizione delle prove a carattere nazionale
La legge di riforma 28 marzo 2003 n. 53 e il successivo
decreto legislativo di riordino dell'Invalsi del 19
novembre 2004, n. 286 attribuiscono all'Invalsi un
ruolo diretto nella conduzione degli esami di Stato
conclusivi dei due cicli di studio, primario e
secondario attraverso la predisposizione e la gestione
di alcune prove nazionali.
Il decreto, nell'enumerare i compiti dell'Invalsi, al
secondo posto così recita:
• [l'INVALSI] … predispone, nell'ambito delle prove
previste per l'esame di Stato conclusivo dei cicli di
istruzione, per la loro scelta da parte del Ministro, le
prove a carattere nazionale, sulla base degli
obiettivi specifici di apprendimento del corso ed in
relazione alle discipline di insegnamento dell'ultimo
anno di ciascun ciclo, e provvede alla gestione delle
prove stesse, secondo le disposizioni emanate in
attuazione dell'articolo 3, comma 1, lettera c della
legge 28 marzo 2003, n. 53;
• L'attivazione di tale funzione è prevista nella direttiva
triennale n. 48 del 6 maggio 2005 e presumibilmente
potrà riguardare le classi che accederanno all'esame di
Stato avendo seguito i nuovi curricoli previsti dalla
riforma. (ora non più dato che la riforma Moratti
del II ciclo è stata cancellata)
La nuova Direttiva Fioroni (agosto 2006) integra e
parzialmente modifica quella emanata a marzo dal
precedente Ministro in tre punti:
1) la valutazione di sistema, alla fine dell’anno
scolastico, dovrà rivolgere particolare attenzione agli
aspetti che riguardano la spesa e l’utilizzo delle
risorse umane, strutturali e finanziarie e a quelli che
riguardano la regolarità dei percorsi e l’abbandono
scolastico.
• Si tratta di nuove sottolineature, mentre restano
confermati gli indirizzi espressi dalla precedente
Direttiva riguardo l’analisi della partecipazione delle
scuole alle rilevazioni nazionali e internazionali e alle
modifiche apportate al Pof in conseguenza degli esiti
rilevati.
Non è chiaro se la valutazione di sistema dovrà continuare a controllare il tasso di applicazione da parte delle scuole della “riforma” voluta dal
precedente governo (come esplicitamente affermato nella precedente Direttiva) oppure no. E’ difficile verificare il tasso di applicazione di una Legge
che si afferma di voler cambiare.
La Direttiva Fioroni (agosto 2006)
2) la valutazione degli apprendimenti degli alunni,
all’inizio dell’anno scolastico, riguarderà un
campione di scuole individuate con metodo statistico
e la somministrazione delle prove sarà effettuata in
un’unica data con l’assistenza di rilevatori esterni.
Interesserà le classi seconde e quarte della primaria,
le seconde della secondaria di primo grado, le prime e
le terze della secondaria di secondo grado.
Cambia dunque la classe di rilevazione nella
secondaria di primo grado e soprattutto l’indagine
diventa campionaria da censimentaria che era.
La Direttiva Fioroni (agosto 2006)
• Questo è l’unico cambiamento significativo
dell’intera Direttiva.
• La sottolineatura della nuova Direttiva circa le
“appropriate metodologie scientifiche di
validazione e taratura degli item” che devono far da
base alla somministrazione delle prove sembra
raccogliere le numerose critiche al riguardo mosse
alle prove utilizzate negli scorsi anni,
• ma i tempi di somministrazione fissati all’inizio
dell’anno scolastico fanno sfumare la prospettiva di
un’immediata rivisitazione dell’operazione Invalsi
così come è stata applicata.
La Direttiva Fioroni ( agosto 2006)
• L’assistenza di rilevatori esterni nella fase della
somministrazione:
• da un lato rassicura sul versante dell’omogeneità
delle procedure
• dall’altro necessita di un maggiore coinvolgimento
dei docenti sul piano della condivisione, della
formazione e della partecipazione attiva al percorso.
Autonomia scolastica, valutazione di sistema, autovalutazione
d’istituto rappresentano un nesso inscindibile per un sistema
nazionale di istruzione, da recuperare positivamente dopo la
precedente esperienza della valutazione Invalsi e che implica
la necessità di far crescere una cultura della valutazione.
• Pertanto, è un fatto positivo se attraverso il
coinvolgimento, la formazione e la partecipazione
attiva cresce una diffusa cultura della valutazione;
diversamente le operazioni di rilevazione
continueranno ad essere vissute come un fastidioso
evento estraneo.
Punto debole della Direttiva  aver trascurato il
ruolo che le scuole devono/possono assumere in
merito, anche nella considerazione che una crescita di
competenze si riversa positivamente nella fase di
valutazione interna.
• La Direttiva precisa che gli esiti delle rilevazioni
saranno messi a disposizione delle scuole con
funzione di supporto ai loro specifici compiti di
valutazione degli alunni.
Si forniscono con ciò alle scuole rassicurazioni circa
lo scopo dell’operazione, ma sarà importante capire,
proprio perché le scuole possano raffrontarsi sugli
esiti forniti, se oltre al campione probabilistico sono
previsti anche campioni mirati in grado di fornire
elementi di conoscenza su particolari aree.
La Direttiva Fioroni (agosto 2006)
3) le prove per gli esami di stato. L’Invalsi dovrà “provvedere
alla predisposizione e all’offerta di modelli di terza prova,
prevista in sede di esami di stato per la scuola secondaria
superiore per gli Istituti tecnici e professionali, dando
particolare risalto alle tipologie di cui all’art. 1 comma 1
lettera f del decreto 20 novembre 2000, n. 429. ” e in tempi
rapidi (entro quattro mesi) individuare “criteri e modalità di
utilizzazione delle prove scritte degli esami di stato conclusivi
della scuola del primo ciclo e della secondaria superiore, ai fini
della valutazione dei livelli generali di apprendimento in uscita
dai relativi percorsi scolastici”.
Tutto ciò non è tuttavia pienamente coerente con il Disegno
di Legge sugli esami di Stato recentemente presentato dal
nuovo Ministro.
Ripercorriamo brevemente i passaggi.
• Il Decreto istitutivo dell’Invalsi ha affidato all’Istituto il
compito di predisporre, per la scelta da parte del Ministro e
sulla base degli obiettivi specifici di apprendimento, le prove
per l’esame di stato a conclusione di ciascuno dei due cicli.
• Nel DDL sugli esami di stato, approvato dal Consiglio dei
Ministri appena il 4 agosto scorso, tale comma viene abrogato.
La Direttiva, invece, ripristina il ruolo dell’Invalsi e lo
potenzia - anche oltre la formulazione generica della Legge
53/03 - per quanto riguarda la valutazione dei livelli generali
di apprendimento al termine dei due cicli di istruzione.
Specifica che la predisposizione si riferisce alla terza prova,
ma poi limita l’offerta ai soli istituti tecnici e professionali.
• Il tutto per la verità sembra frutto più di un refuso che di
un’attenta analisi dei testi e dei compiti: non esiste, infatti, una
lettera f), dell’art. 1, comma 1, del Decreto 429/00.
• Esiste, invece, una lettera f) all’art. 2, comma 1, che riguarda
proprio gli istituti tecnici e professionali ed in particolare la
prova su progetti a carattere interdisciplinare, una cosa che non
c’entra niente con la valutazione nazionale Invalsi e tanto
meno con i suoi compiti, ma che anzi proprio per il suo
carattere “progettuale” non può che essere di competenza
dell’autonomia scolastica.
In conclusione la nuova Direttiva si colloca nel segno della
continuità, con limitate aperture la più consistente delle quali è
di tipo tecnico.
L’ambito di riferimento della Direttiva, come si può evincere
dalle Premesse, è quello dell’attuale normativa, comprese le
Indicazioni nazionali, nonostante la citazione delle scelte
programmatiche del Ministro.
• Art. 66 della Legge Finanziaria
Al fine di potenziare la qualificazione scientifica
nonché l’autonomia amministrativa dell’Istituto
Nazionale per la valutazione del sistema educativo di
istruzione e formazione (INVALSI) di cui al decreto
legislativo 19 novembre 2004, n. 286 sono apportate,
al medesimo decreto legislativo, le seguenti
modificazioni, senza oneri aggiuntivi a carico del
Bilancio dello Stato
La legge finanziaria non prevede nessun "ritocco"
all'articolo principale del decreto 286, quello che
definisce i compiti dell'Istituto
• Art. 3
Compiti dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo
di istruzione e di formazione
1. L’Istituto:
a) effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità
degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa delle
istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione professionale, anche
nel contesto dell’apprendimento permanente. Per la formazione
professionale le verifiche concernono esclusivamente i livelli essenziali di
prestazione e sono effettuate tenuto conto degli altri soggetti istituzionali
che già operano a livello nazionale nel settore della valutazione delle
politiche nazionali finalizzate allo sviluppo delle risorse umane;
b) predispone, nell’ambito delle prove previste per l’esame di Stato
conclusivo dei cicli di istruzione, per la loro scelta da parte del Ministro, le
prove a carattere nazionale, sulla base degli obiettivi specifici di
apprendimento del corso ed in relazione alle discipline di insegnamento
dell’ultimo anno di ciascun ciclo, e provvede alla gestione delle prove
stesse, secondo le disposizioni emanate in attuazione dell’articolo 3,
comma 1, lettera c), della legge 28 marzo 2003, n. 53;
c) svolge attività di ricerca, nell’ambito delle sue finalità
istituzionali;
d) studia le cause dell’insuccesso e della dispersione scolastica
con riferimento al contesto sociale ed alle tipologie dell’offerta
formativa;
e) assume iniziative rivolte ad assicurare la partecipazione
italiana a progetti di ricerca europea e internazionale in
campo valutativo;
f) svolge attività di supporto e assistenza tecnica
all’amministrazione scolastica, alle regioni, agli enti
territoriali, e alle singole istituzioni scolastiche e formative per
la realizzazione di autonome iniziative di monitoraggio,
valutazione e autovalutazione;
g) svolge attività di formazione del personale docente e
dirigente della scuola, connessa ai processi di valutazione e di
autovalutazione delle istituzioni scolastiche.
2. Gli esiti delle attività svolte ai sensi del comma 1 sono oggetto
di apposite relazioni al Ministro, che ne dà comunicazione alla
Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto
legislativo 28 agosto 1997, n. 281. Le relazioni riferiscono sui
risultati e possono segnalare indicatori ritenuti utili al
miglioramento della qualità complessiva del Sistema.
Relativamente al sistema della formazione professionale tali
indicatori sono definiti previa intesa con il Ministero del
lavoro e delle politiche sociali e sentita la Conferenza unificata
di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.
281.
Agli esiti di verifica il Ministero, nel rispetto della vigente
normativa sulla protezione dei dati personali, assicura idonee
forme di pubblicità e conoscenza.
3. Il Ministro relaziona al Parlamento, con cadenza triennale,
sugli esiti della valutazione.
4. L’Istituto pubblica ogni anno un rapporto sull’attività svolta.
Conclusione
• Le modifiche previste dalla legge finanziaria
riguardano esclusivamente l'assetto organizzativo
interno dell'InValsi e le modalità di attribuzione
degli incarichi.
• Attualmente i membri del direttivo sono 6 di 3 scelti
dal Ministro dell'Istruzione, uno dal Ministro del
lavoro e 2 dalla Conferenza Stato-Regioni.
• La modifica prevede che il Comitato direttivo diventi
un Comitato di indirizzo e che tutti i membri (8) siano
scelti dal Ministro della Pubblica Istruzione.
D'ora innanzi il Presidente sarà scelto dal Ministro
fra i componenti del Comitato di indirizzo.
• Non sembra che la dipendenza dell'Istituto dal
Ministero venga meno.
Progetto PISA
• L’Italia, a partire dal 2000, ha partecipato anche al
progetto PISA (Programme for International Student
Assessment) [1] dell’OCSE, un progetto
internazionale di valutazione comparata dei sistemi
d’istruzione che ha coinvolto 32 Paesi e si propone di
verificare le competenze relative alla lettura, alla
matematica e alle scienze dei quindicenni scolarizzati.
•
[1] “Il progetto PISA (Programme for International Student Assessment), è un’indagine
internazionale promossa dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico
(OCSE) per valutare conoscenze e abilità dei quindicenni scolarizzati su base periodica e
consentire un monitoraggio dei sistemi di istruzione in una prospettiva comparata. PISA rientra
nell’ambito della ricerca comparata in campo educativo inaugurata e portata avanti per oltre
quarant’anni dall’International Association for the Evaluation of Educational Achievement (IEA),
ma presenta diversi elementi innovativi rispetto alle indagini della IEA. Il disegno dell’indagine
prevede di valutare tre ambiti a rotazione (la lettura in PISA 2000, la matematica in PISA 2003 e le
scienze in PISA 2006) in modo da avere un quadro dettagliato dei risultati degli studenti in ciascun
ambito di competenza ogni nove anni, con aggiornamenti intermedi ogni tre anni. Il progetto vede
la collaborazione e il coinvolgimento, oltre che dell’OCSE, di un Consorzio internazionale formato
da 5 agenzie di ricerca, gruppi di esperti a livello internazionale, il gruppo dei responsabili
nazionali del progetto e, all’interno di ciascun paese, impegna un gruppo di lavoro coadiuvato di
volta in volta da diversi collaboratori, fino agli insegnanti referenti all’interno delle singole scuole
del campione e agli studenti che sostengono le prove.” Cfr. www.invalsi.it e la pubblicazione
Organisation for Economic Cooperation and Development, Knowledge and skills for life: First
results from PISA 2000, Paris, OECD Publications, 2001.
Progetti Pilota
• Nel 2001, viene istituita [2], presso il MIUR, una
Commissione per la progettazione e la realizzazione
di un servizio nazionale di valutazione.
• Nell' anno scolastico 2001-2002, è stato avviato un
progetto pilota (PP1) [3] per la valutazione del livello
di apprendimento degli studenti.
• Anche per l’anno scolastico 2002-2003 è stato
avviato un analogo progetto pilota (PP2) [4] per
fornire, secondo l’intento ministeriale, alle scuole
“elementi utili a promuovere, nell’ambito della loro
autonomia, il miglioramento continuo del servizio
reso”. Il progetto pilota (PP3) [5], per l’anno 2003-04,
risulta simile ai precedenti ma ha visto una adesione e
una partecipazione di scuole molto più ampia rispetto
alle edizioni precedenti.
•
•
•
•
[2] Il gruppo di lavoro è stato appositamente istituito dal MIUR con DM n.436/MR dell’11-7-2001
[3] Alle classi seconde delle scuole di diverso grado e ordine che avevano aderito volontariamente
al progetto sono state somministrate prove di apprendimento (test a risposta multipla) di italiano e
matematica. I risultati del test sono stati successivamente comunicati alla scuola che ha potuto
confrontare i propri dati con quelli espressi da altre realtà. Cfr. www.invalsi.it/pilota
[4] Il MIUR, con il progetto pilota 2, si propone i seguenti obiettivi: a) dimensionare le risorse
necessarie per l’istituzione del Servizio Nazionale di Valutazione; b) stabilire le modalità operative
della valutazione nazionale definendo le modalità di trattamento e di restituzione alle singole
scuole dei dati raccolti; c) fornire elementi per la riorganizzazione dell’Istituto Nazionale di
Valutazione del Servizio dell’Istruzione (INValSI) cui sono stati affidati i compiti operativi. Le
caratteristiche del progetto sono: partecipazione aperta e volontaria delle scuole; coinvolgimento
delle classi di IV elementare, I media, I e III superiore con la somministrazione alle suddette classi
di prove di apprendimento nelle discipline italiano, matematica e scienze; somministrazione di un
questionario riguardante le caratteristiche organizzative e funzionali delle scuole medesime.
[5] Per il PP1 le classi coinvolte sono state quinta elementare, seconda media e seconda
superiore e le discipline sottoposte a verifica Italiano e Matematica; per il PP2 le classi sono state
quarta elementare, prima media, prima superiore e terza superiore e alle discipline si è aggiunta
Scienze; nel PP3 è stata aggiunta la seconda elementare e sono state confermate le tre discipline
di indagine. In tutte le edizioni sono state utilizzate come prove test composti da quesiti a risposta
multipla.
In questo quadro, le verifiche periodiche e
sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e
sulla qualità complessiva dell'offerta formativa da
parte dell’INVALSI devono tendere a….
 Collocare il risultato conseguito dalla scuola rispetto alla
media nazionale
 Collocare il risultato di una classe rispetto alla media della
scuola
 Determinare il valore aggiunto che la scuola è in grado di
apportare rispetto ai livelli di ingresso. (setting educativo)
 Determinare nel tempo l’efficacia dell’azione formativa
Alcune osservazioni
 Al contrario di esperienze realizzate in altri paesi europei, il
decreto relativo all’INVALSI non garantisce una reale
autonomia e indipendenza scientifica della struttura che
dipende dalle direttive del Ministro dell’Istruzione.
 Altri elementi oggettivamente deboli, presenti nel decreto,
riguardano la composizione e il ruolo del comitato tecnicoscientifico, la mancanza di un disegno strategico complessivo
e l’eterogeneità dei compiti e delle funzioni assegnate, tra
l’altro, con poche risorse e personale.
 Tra i compiti principali indicati dal decreto, soprattutto, la
valutazione e il testing di massa degli alunni, ma sono assenti
riferimenti chiari ad altri ambiti quali: la valutazione del
personale, la valutazione delle scuole, la valutazione
complessiva del sistema scolastico.
• Altri problemi, attualmente irrisolti, derivano
poi dal fatto che il regime di autonomia degli
istituti scolastici e il decentramento di
competenze esclusive (Titolo V della
Costituzione) in tema di istruzione e
formazione professionale alle regioni
comporta un servizio centrale di valutazione
che assicuri il rispetto dei principi
fondamentali della costituzione e dei livelli
essenziali di istruzione su tutto il territorio
nazionale.
1) Un regime di autonomia dell’ordinamento
scolastico comporta alcuni rischi per quanto riguarda
l’organizzazione della didattica e la possibile
diversificazione dei risultati raggiunti dagli istituti
scolastici nelle diverse aree del Paese.
•
A questo proposito è indicativo il giudizio che un gruppo di esperti designato
dall’OCSE ha dato della situazione italiana: “E’ stato sostenuto che, con
l’autonomia, queste disparità potrebbero accrescersi ulteriormente. A nostro
parere, offrire pari opportunità di istruzione in tutta Italia, garantendo una qualità
e un rendimento scolastico equivalenti in tutte le scuole, è una responsabilità
fondamentale dello Stato... A causa della varietà del Paese, delle diverse
aspettative nelle varie regioni e dell’impegno del governo nei confronti
dell’autonomia e del decentramento, l’istituzione di un sistema di valutazione
nazionale è probabilmente più necessaria in Italia che altrove. Il sistema di
valutazione non dovrebbe essere solo il fondamento dell’autonomia, ma dovrebbe
anche applicarsi a qualsiasi innovazione introdotta come parte della riforma.”
(OCSE, Esami delle politiche nazionali dell’istruzione, Roma, Armando , 1998 cit.
in N.Bottani A.Cenerini, Una pagella per la scuola, Erickson, Trento, 2003, p.47)
2) La modifica del titolo V della Costituzione
comporta l’attribuzione alle Regioni di potestà
legislativa concorrente in materia d’istruzione e
quindi aumentano i rischi legati al raggiungimento
degli standard nazionali e al mantenimento di pari
opportunità per tutti i cittadini. Il crescente peso
attribuito al settore non statale dell’istruzione, inoltre,
presuppone la capacità da parte dello Stato di
esercitare controlli.
3) La Regione Lombardia, ad esempio, come molte
altre regioni italiane, ha emanato un decreto (1
ottobre 2001 n.7/6251) che definisce le procedure per
l’accreditamento e orientano le scuole verso modalità
di certificazione sulla base delle norme UNI EN ISO
9001. (Neglia, 2001). In Emilia Romagna, per effetto
della legge n. 1 del 2000, gli asili nido che intendono
ottenere non solo l’autorizzazione al funzionamento
ma anche l’accreditamento devono essere sottoposti a
verifica:in questo caso si tratta delle valutazione del
progetto pedagogico del nido da parte di una
commissione provinciale di esperti.
• Per quanto, invece, riguarda la valutazione delle
scuole, è vero che esistono alcune significative
esperienze che, tuttavia, sono limitate a esperienze
locali o regionali.
• Tali esperienze sono direttamente legate al dibattito
sulla valutazione della qualità della scuola che si è
svolto in Italia in questi ultimi anni e con i progetti
avviati su vasta scala relativi a modalità di
autovalutazione e di eterovalutazione delle singole
istituzioni scolastiche.
Si possono citare, a proposito, alcune esperienze italiane quali:
• il Progetto A.I.R. (Autoanalisi di Istituto in Rete) dell’I.T.C.S.
di Bollate;
• il Progetto “Qualità totale” delle scuole in rete della
Provincia di Cremona in collaborazione con la società Galgano
& Associati;
• il Progetto S.T.R.E.S.A. (Strumenti per l’efficacia della
Scuola e l’Autovalutazione) realizzato dal Provveditorato di
Bergamo, sulla base anche di esperienze pratiche di
autovalutazione che si erano attivate in precedenza sul
territorio (Barzanò, Mosca, Scheerens, 2000);
• il MONIPOF, il progetto di monitoraggio dell’autonomia
scolastica, promosso dal MPI già nel biennio 1998/2000;
•
• il progetto di valutazione della qualità della scuola elaborato
dal POLO QUALITA’ di Milano (ITC Schiaparelli-Gramsci),
risultato di una collaborazione tra MIUR e Confindustria che
applica il modello realizzato dal gruppo CLAS e si sviluppa
attraverso una rete di scuole consolidata nelle varie aree del
paese (Poli per la qualità della scuola);
• la Provincia autonoma di Trento (IPRASE- Istituto
provinciale per la formazione in servizio e per la ricerca
educativa), attraverso un Comitato di Valutazione del sistema
scolastico, predispone, ogni due anni, un rapporto
approfondito che delinea gli aspetti principali che
caratterizzano il sistema scolastico trentino, stabilendo un
confronto, secondo le indicazioni di analisi dell’OCSE, con
analoghe esperienze nazionali e internazionali.
• Nel corso di questi ultimi anni, infine, sono stati realizzati dai
docenti degli insegnamenti pedagogici dell’Università di
Pavia, alcuni strumenti come la SOVASI, la SVANI, il
QUAFES, il GAQUIS.
• Strumenti di valutazione di contesto che sottolineano un’idea
di qualità che è ricerca e formazione, frutto di un processo di
negoziazione e di confronto tra i diversi attori sociali presenti
all’interno della scuola. Il punto centrale di tale approccio è
che la qualità di un servizio non è mai data una volta per tutte
ma va “riorientata”, in un percorso definito “a spirale aperta”,
attraverso la “restituzione”, vista come un momento
fondamentale di un processo valutativo per esplicitare gli
aspetti che la scuola ritiene di qualità allo scopo di migliorare
l’offerta formativa.
• Non a caso Anna Bondioli e Monica Ferrari
scrivono:”Strumenti e metodi valutativi pensati per differenti
ordini di scuola sottolineano la stretta relazione esistente tra
valutazione, restituzione e ritorno delle osservazioni fatte ed
infine progettazione di occasioni formative che accrescano la
professionalità dell’insegnante ; tutto questo rimanda all’idea
di un inevitabile nesso tra pratiche di ricerca e sviluppo di un
servizio” (Bondioli, Ferrari, 2000, p.107).
Le prospettive future
• La situazione della valutazione in Italia non sembra
affatto definita, infatti, in un rapporto dell’unità
Eurydice nazionale si afferma che “in un’ottica di
costruzione di un sistema nazionale di valutazione, la
valutazione delle scuole viene considerato un
elemento indispensabile. Le stesse rilevazioni di
sistema su specifiche variabili del sistema scolastico
e le rilevazioni campionarie sul rendimento scolastico
degli studenti debbono potersi integrare con la
valutazione degli istituti scolastici. E’ questa la
prospettiva adottata in Italia. Le modalità concrete
(modelli, strutture, strumenti) con cui questa
integrazione verrà realizzata sono ancora oggetto di
discussione e di studio. […]
• Da un punto di vista generale, sembra essersi consolidata negli
ultimi anni un approccio alla valutazione delle scuole che
tende ad integrare la valutazione esterna con quella interna
e che, soprattutto, individua come compito fondamentale della
costruzione di un sistema nazionale di valutazione l’offerta
alle scuole di strumenti e di metodologie che consentano
loro di autovalutarsi.
•
•
Particolarmente significativa, da questo punto di vista, risulta essere la costruzione
dell’ADAS[1], (Archivio docimologico per l’autovalutazione delle scuole), uno dei
progetti realizzati dal Servizio Nazionale per la Qualità dell’Istruzione e
dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione.
[1] L’Archivio Docimologico per l’Autovalutazione delle Scuole (ADAS) “costituisce una banca dati concepita per fornire agli insegnanti strumenti per la valutazione dei risultati dei processi di
insegnamento/apprendimento e per offrire alle scuole un dispositivo, concettuale e operativo, per la pianificazione e la realizzazione delle attività di valutazione (del rendimento scolastico degli
studenti, assessment). Nell’archivio, consultabile per via telematica, sono inseriti elementi di prova strutturati utilizzabili per la costruzione di prove oggettive di verifica del rendimento scolastico.”
Losito B. (a cura di), Modalità di valutazione delle scuole dell’istruzione obbligatoria. La situazione in Italia, Eurydice , 2001, p.12 in www.eurydice.org.
• La caratteristica essenziale della nuova realtà che
sembra delinearsi per il sistema scolastico italiano nel
campo della valutazione delle scuole è quella
dell’integrazione tra ricerca valutativa, sostegno
esterno alla valutazione interna delle scuole,
autovalutazione, puntando ad una diffusione di una
cultura della valutazione che sia in primo luogo
strumento per lo sviluppo di iniziative di innovazione
delle scuole e per migliorare la qualità del servizio
formativo da esse offerto.
•
•
•
Altri progetti, come il SERIS[1], l’ONES[2], il VIVES[3], attivati dal MIUR in questi ultimi anni, non solo tendono a
rappresentare per le scuole punti di riferimento e strumenti per la valutazione interna e l’autovalutazione, ma
anche a fornire ai decisori politici dati e informazioni su aspetti cruciali del sistema scolastico in grado di aiutare
nella valutazione di sistema e nell’adozione di iniziative adatte a migliorarne la qualità. Si parla, in questo caso, di
integrazione tra diversi livelli della valutazione: di sistema, interna ed esterna. Certamente lo sviluppo delle
capacità di valutazione a tutti i livelli, ma in particolare a livello delle scuole, è ancora, se si guarda in una
prospettiva europea, da definire.
[1] Il Servizio Rilevazioni di Sistema (SERIS) ha effettuato nel 2000-01, ad esempio, “una rilevazione su campioni
probabilistici di studenti delle classi quarta elementare (grade 4), prima e terza media (grades 6 and 8), secondo e
quarto anno della scuola secondaria superiore (grades 10 and 13). Le rilevazioni sono state condotte sulla
capacità di comprensione della lettura, sulla capacità di utilizzare strumenti e nozioni matematiche, sulle
conoscenze di natura scientifica.” Losito B. (a cura di), Modalità di valutazione delle scuole dell’istruzione
obbligatoria. La situazione in Italia, Eurydice , 2001, p.11 in www.eurydice.org.
[2] L’Osservatorio Nazionale sugli Esami di Stato (ONES), istituito con Decreto del Presidente della Repubblica nel
1998, ha il compito di monitorare, verificare e valutare l’applicazione della nuova normativa che regola gli esami di
stato. Ha svolto regolarmente la sua attività relativamente a partire dal 1998-99.
[3] “Il progetto VIVES – Monitoraggio della sperimentazione della valutazione della qualità delle prestazioni
professionali individuali del personale scolastico è stato promosso dal Coordinamento Nazionale dell’Autonomia
del Ministero della pubblica istruzione. Vi hanno partecipato 100 scuole, selezionate a livello nazionale tra quelle
che avevano promosso iniziative di valutazione interna/autovalutazione della qualità delle prestazioni individuali
del personale scolastico. Da un punto di vista metodologico, il progetto VIVES ha fato ampiamente riferimento al
progetto pilota europeo ‘La valutazione della qualità dell’istruzione’ (Quality Evaluation in School Education),
promosso dalla Commissione europea DG XXII (Education, Training and Youth).” Losito B. (a cura di), Modalità di
valutazione delle scuole dell’istruzione obbligatoria. La situazione in Italia, Eurydice , 2001, p.12 in
www.eurydice.org.
Le esperienze europee evidenziano che le attività di
valutazione riguardano principalmente alcuni ambiti
quali:
• il sistema di istruzione e formazione nel suo
complesso,
• le singole unità scolastiche,
• gli apprendimenti degli alunni e
• la professionalità degli operatori scolastici.
• Per quanto riguarda l’Italia ritengo si debba tenere
conto della complessità e delle diverse dimensioni
che caratterizzano l’azione della scuola, ma le
strategie e le modalità operative dovranno misurarsi,
comunque, con lo sviluppo dell’autonomia della
scuola italiana.
• Il ruolo di un istituto come l’INVALSI può essere,
allora, quello di coordinare o integrare una rete di
soggetti che collaborano all’attività valutativa,
garantendo contemporaneamente l’imparzialità di
giudizio e il raccordo tra chi valuta e chi amministra.
• L’azione del MPI, in un’ottica europea, dovrebbe
puntare a una strategia di più ampio respiro per:
• garantire una maggiore autonomia e indipendenza
dell’INVALSI per quanto riguarda l’azione
valutativa,
• avviare il sistema nazionale di valutazione, sia a
livello di valutazione complessiva del sistema che di
autovalutazione delle singole scuole,
• far crescere la cultura della valutazione,
• formare dei valutatori.
• E’ auspicabile, quindi, che la valutazione del sistema
scolastico italiano segua criteri di gradualità ed
equilibrio,
• utilizzando strumenti calibrati a livello nazionale,
• promuovendo sia la valutazione esterna che
l’autovalutazione di istituto,
• restituendo le informazioni a chi opera nella scuola,
• formando i valutatori sia livello centrale che
periferico.
(Associazione TREELLLE, 2002, p.66-71).
Testi consultati
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Bondioli A., Ferrari M. “Valutazione formativa e restituzione” in Bondioli A.,
Ferrari M., (a cura di), Manuale di valutazione del contesto educativo,
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Bottani N. Cenerini A., Una pagella per la scuola, Erickson, Trento, 2003
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Siti consultati
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• www.invalsi.it
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