CRONOLOGIA Il colonialismo delle grandi potenze • • • • • • Il nuovo zar Alessandro III ripresenta posizioni tradizionaliste e reazionarie. Pogrom degli ebrei in Russia. Il protettorato francese su Tunisi causa violente.

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Transcript CRONOLOGIA Il colonialismo delle grandi potenze • • • • • • Il nuovo zar Alessandro III ripresenta posizioni tradizionaliste e reazionarie. Pogrom degli ebrei in Russia. Il protettorato francese su Tunisi causa violente.

CRONOLOGIA
Il colonialismo
delle grandi potenze
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1881
Il nuovo zar Alessandro III
ripresenta posizioni
tradizionaliste e reazionarie.
Pogrom degli ebrei in Russia.
Il protettorato francese su
Tunisi causa violente reazioni
italiane.
1882
Triplice Alleanza tra
Germania, Austria-Ungheria e
Italia in funzione antifrancese.
La Gran Bretagna istituisce il
protettorato sull’Egitto.
1883
La Francia occupa il Tonchino
cinese.
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1884
Il Congresso di Berlino
riconosce lo stato neutrale
del Congo, posto sotto la
sovranità di Leopoldo II, re
del Belgio.
L’Inghilterra occupa la
Somalia.
La Germania occupa i territori
africani del Sud-ovest.
1885
Costituzione dell’Africa
Orientale Tedesca.
Occupazione italiana
dell’Eritrea.
In India viene fondato il
Congresso Nazionale ad
opera del partito nazionalista,
per una presenza attiva degli
Indiani al governo.
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1885
Grover Cleveland
(democratico) eletto
presidente degli Stati Uniti.
1886
La Cina cede la Birmania alla
Gran Bretagna.
Occupazione inglese del
Kenya.
1887
Creazione dell’Unione
indocinese, di cui fanno parte
i territori colonizzati dalla
Francia in Indocina.
1888
Morte di Guglielmo I di
Germania, gli succede il
nuovo imperatore Guglielmo
II.
1889
• Benjamin Harrison
(repubblicano) eletto
presidente degli Stati Uniti.
1889
• Il Negus d’Etiopia accetta il
protettorato italiano.
• Il generale De Fonseca
costringe Pietro II del Brasile
ad abdicare e instaura la
repubblica.
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1890
Guglielmo II licenzia il
cancelliere Bismarck.
Indipendenza del
Lussemburgo dai Paesi
Bassi.
1891
Cominciano i lavori per la
ferrovia transiberiana.
1893
Grover Cleveland
(democratico) diventa
presidente degli Stati Uniti.
Il Laos entra nell’Unione
indocinese.
1894
L’anarchico italiano Sante
Caserio uccide il presidente
francese Sadi Carnot.
Lo zar Alessandro III ucciso in
un attentato; gli succede
Nicola II.
• Fallimento della politica
coloniale italiana nel Corno
d’Africa (rinuncia al
protettorato sull’Etiopia).
• Guerra cino-giapponese per il
controllo della Corea
1895
• Vittoria giapponese nella
guerra contro la Cina.
• Creazione dell’Africa
Occidentale francese che
riunisce Senegal, Dahomey,
Costa d’Avorio e Guinea.
Annessione del Madagascar .
• La concessione di porti cinesi
a Russia, Gran Bretagna,
Germania e Francia
esaspera i nazionalisti che si
organizzano in società
segrete (Boxer).
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1897
Il Primo congresso mondiale
sionista di Basilea prospetta
la creazione di uno stato
ebraico in Palestina.
William McKinley
(repubblicano) diventa
presidente degli Stati Uniti.
1898
Guerra ispano-americana: gli
Stati Uniti conquistano il
protettorato su Cuba e le
Filippine.
Annessione statunitense di
Portorico e delle Hawaii.
1899
Guerra anglo-boera in
Sudafrica per il controllo
dell’Orange e del Transvaal
(nel 1902 la guerra si
conclude a favore della Gran
Bretagna).
Nel 1871 il giornalista americano Henry Stanley viene
inviato a salvare l’esploratore inglese David
Livingstone, rimasto isolato nella regione del lago
Tanganica, mentre è alla ricerca delle sorgenti del fiume
Nilo.
Quando i due si incontrano, l’americano si limita a dire:
«Mister Livingstone, suppongo». L’episodio, che fece
prontamente il giro del mondo, grazie a stampa e
telegrafo, diventa il simbolo di quello che veniva
chiamato scramble for Africa, la gara per l’Africa, nella
quale erano impegnate le maggiori potenze: una corsa
alla scoperta geografica del continente, ma anche al
possesso dei suoi enormi giacimenti di materie prime.
L’apertura del canale di Suez (nel 1869) aveva reso molto
più facili e rapidi i collegamenti via mare.
L’esistenza di imperi coloniali risale a più di tre secoli prima,
all’epoca di conquistadores come Cortez e Pizarro, che
avevano sottomesso i popoli dell’America latina.
Ma dopo di allora è stata la Gran Bretagna a dominare quasi
incontrastata sui mari grazie alla Royal Navy (la sua
marina militare), e ad estendere le proprie colonie,
soprattutto in Asia e in Africa. La rivoluzione industriale di
inizio Ottocento ha mostrato l’importanza economica delle
colonie, come riserve di materie prime e come mercato di
sbocco dei prodotti industriali.
Dopo il 1870 a questa importanza economica se ne affianca
una politica: Asia e Africa diventano il teatro di scontro
delle nazioni più sviluppate. Allo sfruttamento economico
subentra la dominazione politica, sotto la forma indiretta
del protettorato (una specie di controllo esercitato
dall’esterno che formalmente lascia indipendente la
colonia), o sotto la forma diretta dell’annessione al
territorio nazionale.
Nel corso dell’ultimo trentennio dell’Ottocento, il mondo
diventa più stretto e più unito grazie allo sviluppo dei
mezzi di comunicazione. La civiltà occidentale vive il
primo tempo della mondializzazione: merci, capitali e
uomini attraversano le frontiere degli stati con grande
facilità. La seconda rivoluzione industriale potenzia
ulteriormente la capacità produttiva delle nazioni. In ogni
paese compare un nuovo soggetto sociale: il
movimento operaio.
La politica entra in una fase segnata dal superamento dei
vecchi schemi élitari e aristocratici: per ogni governo
diventa essenziale il consenso da conquistare
attraverso la nazionalizzazione delle masse.
In Gran Bretagna, grazie alla forza dell’impero le
istituzioni mostrano maggiore forza e capacità di
integrazione. La nuova Germania unita sotto la guida di
Bismarck segue invece una strada diversa, all’insegna
dell’autoritarismo politico.
La Francia, unica repubblica europea, è dominata dal
desiderio di rivincita verso il rivale tedesco che l’ha
sconfitta a Sedan (1870). Questa tensione trova un
capro espiatorio nel caso Dreyfus, che divide l’opinione
pubblica francese. Nel resto d’Europa, i grandi imperi
russo, austroungarico e ottomano non riescono a
reggere il passo della modernizzazione.
Al di là dell’Atlantico, gli Stati Uniti vivono il mito della
frontiera del West: molti americani cominciano ad
attribuire alla propria democrazia il destino di essere di
esempio e modello ad altri popoli.
Il Regno d’Italia è impegnato a “fare gli italiani”: unificare
socialmente e culturalmente un paese, fino ad ora unito
solo politicamente. Nel corso dell’età giolittiana questo
progetto si divide tra la guerra di Libia e il trasformismo
della vita politica.
Molte di queste nazioni tentano di conquistare territori
coloniali. Nel gruppo delle nazioni progredite entra il
Giappone che sconfigge la Russia a Tsushima. Da
questa sconfitta la Russia si incammina sulla strada che
la porterà alla rivoluzione. Il mondo della diplomazia
internazionale vive la “grande illusione” di una nuova
fase storica contrassegnata da pace e prosperità (belle
epoque), ma la prima guerra mondiale segna la fine di
un’epoca e di un mondo, il “mondo di ieri”.
Anche il giovane Regno d’Italia tenta di rincorrere le grandi
potenze mondiali nella spartizione delle colonie.
Il primo marzo 1896 sull’altopiano africano del Tigrè si
fronteggiano le truppe del generale Baratieri e l’esercito
guerriero del Negus di Etiopia, Menelik. Gli italiani sono
affiancati dagli ascari, indigeni che costituiscono il nerbo
centrale dell’armata italiana (si riconoscono dal fez rosso
e dalla fascia con i colori del proprio battaglione). La
sproporzione delle forze è grande: italiani e ascari
insieme non superano i 20 mila uomini, contro i 120 mila
di Menelik. Baratieri confida sulla superiorità degli
armamenti italiani e sull’ignoranza militare degli etiopici.
È uno sbaglio colossale che pagherà caro: alla fine
Menelik vince clamorosamente la battaglia, e gli italiani
lasciano sul terreno oltre settemila, tra morti e feriti.
Per la prima volta nella storia i "bianchi" vengono sconfitti
dai "selvaggi".