Visualizza in PDF

Download Report

Transcript Visualizza in PDF

4
PRIMO PIANO
Giovedì 26 Gennaio 2017
Corretto l’Italicum, resta l’obiettivo del 40%. Renzi pensa a una lista-coalizione, Grillo ci punta da solo
La Consulta salva il premio
La sentenza: stop al ballottaggio, legge subito applicabile
DI FRANCO ADRIANO
E EMILIO GIOVENTÙ
U
na legge di impianto
proporzionale ma con
un premio di maggioranza (340 seggi) al
singolo partito o alla singola
lista che raggiunge almeno
il 40% dei voti. Un po’ come
avveniva nei collegi maggioritari del Mattarellum,
dove l’elettore trovava solo
il simbolo della coalizione e
non quello dei singoli partiti. O come successe nel 2006,
quando per esempio Ds e
Margherita si presentarono
con i propri simboli al Senato, ma uniti sotto il
simbolo dell’Ulivo
alla Camera, dal
quartier generale
del segretario del
Pd, Matteo Renzi,
si pensa già e si fa
trapelare la possibile creazione di una
lista-coalizione con
la sinistra di Giuliano Pisapia e
con i centristi alla
Flavio Tosi per
centrare l’obiettivo
alla Camera dei
deputati previsto
dall’Italicum che
grazie alla Corte
costituzionale resta
in piedi. È questo il
tema all’ordine del
giorno cui si conforma anche il principale antagonista
del Pd, ossia M5s
che però l’obiettivo
del 40% per andare al governo vuol cercare di raggiungerlo da solo senza alleanze. Lo
dice Beppe Grillo a caldo.
Nel pressing sul voto si sono
esercitati anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
La legge in vigore
L’Italicum nella versione
riveduta e corretta prevede
una soglia di sbarramento al
3% per ottenere seggi alla Camera dei deputati. Come hgià
detto resta il premio di 340
seggi attribuito alla singola
lista-coalizione o partito che
scatta se si ottiene il 40% dei
voti. Scompare il ballottaggio fra le due liste che hanno
ottenuto più voti in quanto
la Consulta lo ha giudicato
incostituzionale oppure non
armonico con la normativa
prevista pe rl’elezione dei
senatori. Restano i 100 capilista scelti dai segretari e
leader di partito fino ad un
massimo di 6-7 candidati per
collegio. Per il resto i candidati vengono scelti con le preferenze, con l’alternanza di
genere, fino a un massimo di
due. Il territorio italiano resta suddiviso in 20 circoscrizioni, a loro volta suddivise
in 100 collegi. Resta anche la
possibilità per i capilista di
candidarsi in più collegi. La
Consulta ha però bocciato la
possibilità assegnata al capolista di scegliere in quale collegio essere eletto favorendo
l’uno o l’altro candidato primo escluso. Le candidature
multiple sono un massimo di
dieci. Se un leader vince in
più collegi non decide lui, ma
si procederà con il sorteggio.
Introdotta anche la cosiddetta norma anti-flipper, che
punta a diminuire la causalità nell’attribuzione dei seggi,
dopo il calcolo a livello nazionale, con il meccanismo dei
quozienti e dei resti, in modo
da non penalizzare i partiti
appena quattro anni e mezzo
di lavoro quando un cittadino
normale non sa neanche se
arriverà mai a prenderla».
Centro-destra diviso. Per
Salvini si potrebbe votare
già il prossimo 23 aprile
La sentenza della Corte
costituzionale non cambia le
carte sul tavolo del centrodestra: da un lato Matteo
Salvini, Giorgia Meloni e
un pezzo di Fi che chiedono il
voto subito, dall’altro Silvio
Berlusconi che manda avanti i gruppi parlamentari per
insistere sulla necessità di ar-
Vignetta di Claudio Cadei
piu piccoli.
Grillo: «Non ci sono scuse»
«Nella sentenza è specificato che ‘‘la legge elettorale
è suscettibile di immediata
applicazione’’. Non ci sono
più scuse», sostiene il leader
M5S, Beppe Grillo. «La Corte Costituzionale ha tolto il
ballottaggio, ma ha lasciato
il premio di maggioranza
alla lista al 40%. Questo è
il nostro obiettivo per poter
governare. Ci presenteremo
agli elettori come sempre
senza fare alleanze con nessuno», ribadisce. «L’alternativa», prosegue Grillo, «sono
gli stessi partiti che hanno
distrutto l’Italia. Il Legalicum per ora è valido solo alla
Camera, al Senato c’è ancora il vecchio Consultellum.
La nostra proposta, fin dal
giorno della vittoria del No
al referendum, è sempre la
stessa: applichiamo il Legalicum al Senato con i dovuti
correttivi e andiamo a votare
subito. Ci vuole una legge di
poche righe e i voti dei parlamentari. C’è una proposta
di legge del Movimento 5
Stelle già depositata in parlamento, chi non la voterà lo
fa perché vuole intascarsi la
pensione a settembre, dopo
monizzare i sistemi elettorali
di Camera e Senato. Scontate le dichiarazioni di Lega e
Fratelli d’Italia: la previsione
di «immediata applicazione»
per l’Italicum corretto è il
passaggio della sentenza che
Salvini e Meloni utilizzano
per rinforzare la loro richiesta di voto immediato, il 23
aprile propone il leghista:
«La sentenza significa voto
subito. È una bella giornata
per la democrazia, spero che
Gentiloni, Renzi, Alfano e
compagnia non abbiamo paura degli italiani: la primavera è alle porte, spero porti le
elezioni. E calendario alla
mano, il 23 aprile penso possa
essere una bella giornata di
liberazione nazionale, in cui
gli italiani possano riprendere il controllo», dice Salvini.
«Ora che abbiamo anche una
legge elettorale non ci sono
più scuse: sabato 28 gennaio tutti in piazza a Roma per
chiedere elezioni subito», gli
fa eco Meloni, rimandando
all’appuntamento del weekend proprio con Salvini e
con il forzista Giovanni Toti.
Berlusconi ricoverato per dei
controlli di routine all’ospedale San Raffaele fa sottolineare a Renato Brunetta e
Paolo Romani la necessità
di leggi elettorali omogenee
per la Camera e per il Senato.
«Occorrerà vedere», aggiunge
Brunetta, «se uscirà fuori una
legge più simile al Consultellum della Camera o a quello
del Senato». A far premio sulla posizione espressa da Forza Italia la tendenza di molti
parlamentari a far durare
la legislatura il più a lungo
possibile.
Terremoto e maltempo,
Gentiloni annuncia un
decreto legge Emergenze
Difende la Protezione civile che «non è di destra né
di sinistra» ma rappresenta
«un patrimonio del
Paese», sottolinea
che «ritardi non ci
sono stati» nè ci saranno, assicura che
«le risorse ci sono, 4
miliardi in legge di
bilancio» e «altri» «come ho anticipato personalmente a
Juncker». Infine,
auspica «la verità»
sulla tragedia di Rigopiano. Il premier
Paolo Gentiloni
nel corso dell’informativa sull’emergenza maltempo
davanti a un’aula
di palazzo Madama semivuota, ha
rintuzzato in venti
minuti di discorso
tutte le polemiche
emerse in questi
giorni. Guai «ad
avvelenare i pozzi», guai a «cercare capri
espiatori», «le leggi ci sono»
e l’unico modo per non far
sentire «soli» gli italiani colpiti dall’emergenza maltempo e dalle ripetute scosse di
terremoto in Centro Italia è
che «ognuno faccia il suo dovere, la sua parte». Resteranno nella mente le immagini
della tragedia e dei lutti ma
anche, insiste Gentiloni con
la voce leggermente incrinata
dall’emozione, quelle dei soccorritori, «cittadini italiani
esemplari», «immagini della
generosità e del senso del dovere, dello Stato che mobilita
tutte le sue energie». Perché
su questo, ribadisce il presidente del Consiglio, non ci
devono essere dubbi, è stato
fatto tutto e, in particolare
nella tragedia dell’hotel di
Rigopiano travolto da una
slavina, «ogni sforzo possibile
è stato messo in atto per salvare vite umane» e con «ogni
mezzo» dalle «pelli di foca
fino all’ultima generazione
di sonde a vapore». Su quanto accaduto a Rigopiano saranno le inchieste giudiziarie
ad appurare le responsabilità e la verità che il governo
non teme. Ma, ha attaccato
il premier, «non condivido
la voglia di capri espiatori
e giustizieri anche perché la
storia è lesta a trasformare
i giustizieri in capri espiatori». Nel momento di «apice»
della crisi, ha puntualizzato
Gentiloni, «il 18 e 19 gennaio» erano «177mila le utenze
non allacciate, «oggi ne sono
rimaste solo alcune alcune
centinaia nel Teramano» ma
comunque il governo «verificherà». Una rassicurazione
anche sul rischio dighe: sono
40 quelle nell’area del sisma
e «sono state ripetutamente
verificate negli ultimi mesi»
anche per «evitare il diffondersi di voci incontrollate su
rischi esagerati». Ora bisogna
pensare alla «ricostruzione»
e «la prossima settimana vareremo un decreto. Nessuno
immagini che sarà un ritorno all’indietro», ha avvertito
il premier. «Sarà un passo
avanti molto mirato nei suoi
obiettivi». Infine, Gentiloni ha
rivendicato «le decisioni prese
dal governo Renzi a partire
dalla prima crisi, quella di
fine agosto» spiegando di volersi muovere «in continuità
con quelle scelte» e di avere
finora compiuto quelle «giuste e necessarie».
PILLOLE
di Pierre de Nolac
Renzi: “Il futuro prima
o poi torna”.
Chissà adesso cosa si
inventerà Bersani.
***
La Consulta blocca il
ballottaggio.
E oggi arriva la nuova
segreteria del Pd.
***
La Consulta salva il
premio di maggioranza.
Il cassonetto delle leggi
elettorali era già pieno.
***
Roma, Colosseo
illuminato di verde nel
giorno di San Patrizio.
Il pozzo già c’è, a forma di
buca.
***
Trump: “Grande
giorno, costruiamo il
muro.
Papa Francesco, tiè.
***
Protezione civile, la
riforma approda al
senato.
Che è stato appena salvato
dagli italiani.