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GENTILONI: RIVENDICO LA CONTINUITÀ
ROMA\ aise\ - Quindici giorni sono un po’ pochi, ma il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni non si sottrae alla tradizionale
conferenza stampa di fine anno con i giornalisti. Sono stati “15 giorni impegnativi ed entusiasmanti”, esordisce il Premier, subito
dopo aver rassicurato i giornalisti sul fatto che in lui troveranno un ascoltatore attento e sensibile alle criticità del settore. A capo
del Governo per le dimissioni di Renzi dopo il 4 dicembre, Gentiloni sottolinea che “il risultato referendario non si cancella, ma
non deve cancellarsi neanche il lavoro del governo Renzi. L’Italia – aggiunge – deve essere fiera di quanto fatto negli anni: è
stato garantito un certo livello di sicurezza, gestita la crisi dei migranti nonostantesiamo circondati da una fragorosa solitudine in
Europa; l’economia è cresciuta, anche se a un tasso che tutti vorremmo più elevato; è cresciuto il lavoro stabile a tempo
indeterminato; le tasse sono diminuite ed è stata recuperata l’evasione; abbiamo messo in sicurezza il risparmio con il decreto
salva-risparmi, la cui attuazione sarà lunga e complicata”. Detto questo Gentiloni ribadisce che “ovviamente non trascuriamo le
difficoltà perché quando fa un rendiconto un grande Paese deve avere in mente anche le sofferenze e i disagi”, in primis quelli
delle persone terremotate nel Centro Italia, ma anche “vittime come Fabrizia Di Lorenzo, e tutti gli altri nostri connazionali
coinvolti in sequesti e attacchi terroristici, disastri e incidenti”. E ancora: attenzione “al disagio sociale che fa sentire perdenti
ampi strati del ceto medio che si sentono un po’ assediati da una specie di vortice di velocità, popolato da privilegi inaccettabili”.
Il Paese “proseguirà sulla strada delle riforme: non abbiamo finio e, soprattutto, non abbiamo scherzato. Il percorso per il tempo
che saremo al Governo andrà avanti. Parole chiave sono lavoro ai giovani e Sud: non è un puntiglio mio, ma un’esigenza del
Paese”. Sul piano politico, “so che per qualcuno la continuità del nostro esecutivo, competato oggi con la squadra dei
sottosegretari, è un limite. Accetto la critica, ma sul apiano politico rivendico questa continuità. La discontinuità la vorrei non sui
sottosegretari, ma sulla violenza inaudita del confronto politico, soprattutto in rete nel corso 2016; la vorrei nella fecondità della
dialettica parlamentare per crescere e migliorare”. Il Governo “darà il suo contributo sul tema legge elettorale” non presentando
alcuna proposta, ribadisce, ma “sollecitando la discussione perché è necessaria al nostro sistema”. Il 2017, aggiunge il
Premeir, “sarà un anno impegnativo sul piano internazionale. Da gennaio l’Italia entrerà nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu,
avremo la presidenza di turno del G7, e a marzo a Roma celebreremo i trattati che hanno dato vita all’Ue”.“Che Italia sarà? Per
certi versi quella che conosciamo, da ministro ho ripetuto sempre che non ci sono Paesi che ci possono fare prediche sulla
coerenza della nostra politica estera: negli ultimi 60/70 anni tra i grandi Paese europei se c’è chi ha avuto chiari i binari
dell’europeismo e dell’allenaza atlantica questa è l’Italia”.“Al tempo stesso – prosegue Gentiloni – useremo la presidenza del
G7 per due obiettivi: la centralità del Mediterraneo, che non può diventare il “mare di nessuno” e contribuire a relazioni diverse
con la Russia. In questo pssiamo svolgere un ruolo: non si tratta di rinunciare a principi, ma di togliere, qualora ce ne fossero,
idee di ritorno a logiche e cornici ideologiche tipiche della Guerra Fredda che oggi non hanno alcun senso”. Il Governo nel 2017
“farà del suo meglio. Si dedicherà esclusivamente, come è ovvio, ai problemi del Paese cercando di risolverli, diffondendo, se
possibile, sicurezza contro la paura, perché gli italiani devono sapere che lo Stato c’è, che le istituzioni funzionano e che il
Presidente Mattarella ne è massimo garante; lo farà completando riforme avviate, lavorando per ricucire le tante lacerazioni che
minacciano il nostro tessuto sociale, da sempre caratterizzato dalla coesione”. Coesione, ha concluso, che “è la premessa per
garantire fiducia e sicurezza, indispensabili al progresso di un grande Paese”. (m.c.\aise)