Trump tra gaffe, muro e le preoccupazioni del Vaticano

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Trump tra gaffe, muro e le preoccupazioni del Vaticano | 1 venerdì 27 gennaio 2017, 18:50

Esteri: il Punto

Trump tra gaffe, muro e le preoccupazioni del Vaticano

Siria, rinviati colloqui di Ginevra. Tensione Grecia-Turchia. Francia, crolla la popolarità di Fillon di Daniele Petroselli

Il giorno dopo lo scontro con il Messico per la questione del muro al confine, Donald Trump continua a colpire. «Il Messico ha approfittato degli Stati Uniti per troppo tempo. Gli enormi deficit commerciali e il poco aiuto sul davvero debole confine devono cambiare, ORA!», il messaggio lanciato dal nuovo presidente Usa. Ad intervenire in merito anche il Vaticano, che con una nota si dice preoccupato per «il segnale che si dà al mondo» con la costruzione del muro e si augura che gli altri Paesi «non seguano il suo esempio». Ma i problemi per Trump non finiscono qui. Nel giorno del primo incontro con la premier britannica Theresa May, ecco arrivare la gaffe: In due documenti l'inquilina di Downing Street è diventata la nota star del soft-porn Teresa May. Nel frattempo Trump continua ad elaborare nuove leggi. In particolare sta preparando una direttiva per il segretario alla Difesa, James Mattis, affinchè elabori un piano per un'azione più aggressiva nella lotta all'Isis. A confermarlo il 'New York Times' citando funzionari della Casa Bianca. Possibile quindi un'apertura tale che permetta l'invio di artiglieria da terra ed elicotteri da combattimento in Siria. Domani intanto colloquio telefonico su Russia e Ucraina con la cancelliera tedesca Angela Merkel, ma prima il tanto atteso contatto con Vladimir Putin. A lanciare un appello ai due l'ex presidente russo Michail Gorbaciov, attraverso le pagine di 'Time magazine', affinchè raggiungano un accordo. Gorbaciov parla di un mondo che si sta preparando alla guerra e per questo ritiene che Trump e Putin debbano collaborare introducendo al Consiglio di sicurezza dell'Onu una risoluzione che condanni ogni possibilità di un conflitto nucleare, sottolineando che i due leader «hanno una particolare responsabilità» nel rassicurare il mondo: «E' necessario recuperare un dialogo politico finalizzato a decisioni e azioni congiunte». A chiedere di parlare con lui anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan: «Voglio incontrare Trump al più presto. Faremo una nuova valutazione delle relazioni tra Turchia e Usa in

un'ottica strategica, perché al momento non sono floride. Chiederemo che ne è stato degli 85 dossier che abbiamo fornito

per chiedere l'estradizione di Fethullah Gulen». Passiamo alla Siria, dove i colloqui di Ginevra, previsti per l'8 febbraio, sono stati rimandati a fine mese. Ad annunciarlo il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, incontrando a Mosca alcuni rappresentanti dell'opposizione siriana. «Abbiamo invitato a Mosca i rappresentanti del Gruppo di Riad, avevano detto che

sarebbero venuti, ma dopo hanno dichiarato che devono contattarci separatamente e non come parte delle forze

democratiche progressiste dell'opposizione», ha detto Lavrov, che poi ha tuonato: «Siamo convinti che l'inazione dei nostri colleghi dell'Onu, che non hanno tenuto nessuna seduta sulla crisi siriana da aprile dello scorso anno, sia inaccettabile». E ha spinto verso «l'elaborazione di una Costituzione» da sottoporre al vaglio di tutti nel prossimo incontro: «Speriamo che tutti i

siriani prendano dimestichezza con questa bozza come parte dei preparativi per l'incontro di Ginevra e che questa bozza

stimoli la discussione pratica mirata alla ricerca di un accordo generale». Intanto a presentare una bozza di Costituzione a Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/trump-tra-gaffe-muro-e-le-preoccupazioni-del-vaticano/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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Trump tra gaffe, muro e le preoccupazioni del Vaticano | 2 Mosca sono stati i curdi. Si parla di una Siria federale. Khaled Issa, del partito curdo Unione democratica, ha affermato che nelle proposte avanzate dalla Russia «ci sono molte cose positive, in particolare l'eliminazione della parola 'araba' dalla

denominazione della repubblica siriana, ma sfortunatamente la bozza russa non soddisfa tutte le aspettative e le speranze

del popolo siriano». In Germania il Parlamento ha ricordato oggi i milioni di vittime del nazismo. «Quest'anno ricordiamo in

particolare le persona malate e indifese, che dal punto di vista del regime nazi erano 'indegne di vivere', e che sono state

assassinate nell'ambito del cosiddetto 'programma-eutanasia'», le parole del presidente del Bundestag, Norbert Lammert.

«Come prova per l'olocausto fu sperimentata l'eliminazione attraverso il gas, che fu praticata prima sulle vittime dell'eutanasia», ha spiegato. Il Bundestag ha anche ricordato la conferenza di Wannsee: «75 anni fa, in una villa dell'ovest

della capitale, e con un indicibile disprezzo del genere umano stabilì come rendere più efficiente l'eliminazione di milioni di

ebrei europei, che era già stata decisa da tempo ed era già iniziata». In Francia è ancora polemica attorno a François Fillon, il candidato della Destra travolto dalle accuse sui presunti impieghi fittizi della moglie Pénélope. Secondo le ultime notizie Fillon si è detto pronto a fornire oggi alla procura finanziaria dei documenti per smentire ogni sospetto di frode. Ad annunciarlo il capo dei senatori dei Républicains, Bruno Retailleau. Secondo il settimanale 'Le Canard Enchainé' la moglie dell'ex primo ministro ha incassato per otto anni stipendi come assistente parlamentare del marito senza che risultino testimonianze della sua effettiva presenza sul luogo di lavoro. E crolla la popolarità di Fillon. Secondo un sondaggio Odoxa, il 61% ha una cattiva opinione del candidato della Destra, che fino a pochi giorni fa era il favorito per la corsa all'Eliseo di primavera. Sale la tensione fra Turchia e Grecia dopo che ieri la Corte suprema di Atene ha negato l'estradizione degli otto militari turchi fuggiti in Grecia e accusati di aver fatto parte del fallito golpe del 15 luglio scorso. Il ministero della Giustizia di Ankara ha inviato alle autorità di Atene una nuova richiesta di estradizione, mentre il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu avvisa Atene: «Faremo tutti i passi necessari, inclusa la cancellazione dell'accordo bilaterale di riammissione dei

migranti. Parliamo di 8 traditori che hanno minacciato la vita del nostro presidente della Repubblica, non possiamo guardare

positivamente a Paesi che difendono terroristi, traditori e golpisti. La Grecia dovrebbe saperlo». Intanto un appello di premi Nobel e altri noti scrittori contro la repressione degli intellettuali nella Turchia di Erdogan dopo il fallito golpe è stato lanciato dall'organizzazione PEN International: «Vi scriviamo per farvi sapere che non siete soli. Vi scriviamo per dirvi che non resteremo pigri nel vostro momento del bisogno. Non resteremo in silenzio mentre i diritti umani vengono violati. Alzeremo la nostra voce a livello globale contro ogni tentativo di mettere a tacere le vostre». E segnalano come «ci sono quasi 150 scrittori e giornalisti in prigione in Turchia, il che la rende la più grande galera per giornalisti nel mondo, sorpassando Cina, Eritrea ed Egitto». In Somalia torna a far paura al Shabaab. Il gruppo islamico ha confermato di aver attaccato ieri una base militare del Kenya nella Somalia meridionale: 57 i soldati uccisi, ma i militari di Nairobi hanno fatto sapere che il bilancio è falso. Tuttavia hanno confermato che nella zona è in corso un'operazione e che stanno arrivando aggiornamenti in merito. Chiudiamo con Israele, dove è andato in scena il terzo interrogatorio di Benyamin Netanyahu nell'ambito di due inchieste: la prima relativa ai doni che la famiglia Netanyahu avrebbe ricevuto da uomini d'affari, mentre la seconda riguarda la concorrenza fra un free-press vicino al premier ('Israel ha-Yom') ed il tabloid 'Yediot Ahronot', a lui ostile. A Gaza invece la scorsa notte una bomba è esplosa presso l'abitazione di Riyad Abdel Wahad, un esponente locale di al- Fatah. Per fortuna nessuna vittima, mentre gli attentatori sono riusciti a fuggire. Al-Fatah ha pubblicato una denuncia pubblica «contro quanti cercano di danneggiare l'unità del popolo palestinese».

di Daniele Petroselli

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