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Martedì

15 Novembre

2016

5

PRIMO

P

IANO

RUMOR DI FUSIONE CON SOCGEN E DI UN AUMENTO DA 13 MLD ALIMENTANO LA VOLATILITÀ

Unicredit sale sull’ottovolante

Avvio di seduta al galoppo, retromarcia a fine mattinata e chiusura finale invariata a 2,288 euro. Goldman conferma il titolo nella conviction buy list con target price a 3,8 euro

di Elena Dal Maso G

iornata sull’ottovolante per Unicredit a Piazza Affari: apertura in rally che ha portato il titolo a guadagnare oltre quattro punti dopo una sospensione per ec cesso di rialzo, fase centrale in retromarcia e chiusura finale invariata a 2,288 euro. A inne scare gli acquisti della mattina i rumor circa una possibile ag gregazione con Socgen che gli esperti giudicano difficile («Non credo sia uno scenario possibi le: Mustier è stato in SocGen e secondo me è l’unico motivo per cui è stato ipotizzato il deal con Unicredit; sono entrambe in Europa dell’Est ed è l’unico legame che hanno le società. Inoltre la Bce ha fatto capire che preferisce deal all’interno dei Paesi piuttosto che fusioni internazionali», ha spiegato un analista a

MF-DowJones

) e un report di Goldman che ha alzato il prezzo obiettivo su Unicredit da 3,7 a 3,8 euro, confermando il titolo nella propria conviction list buy («Abbiamo aggiorna to le stime per tener conto dei conti del terzo trimestre: le at tese di eps 2017-2019 salgono dell’1-3%», spiegano gli analisti di Goldman). L’euforia è stata poi frenata dall’indiscrezione di Dow Jones che, citando fonti a conoscenza dei fatti, ipotizza un aumento di

2,40 2,35 2,30 2,25

Jean Pierre Mustier

9.00

UNICREDIT

Quotazioni intraday

IERI

2,288 € 0,0

13.00

17.30

capitale da 13 miliardi nell’ambi to del piano strategico che la ban ca sta preparando per rafforzarsi e che sarà presentato il prossimo 13 dicembre. Secondo le fon ti Unicredit stabilirà il timing dell’operazione una volta che sarà noto l’esito del referendum

Kepler: luci e ombre su banche italiane

D

inamica debole dei ricavi ma con una variazione meno negati va. Nel terzo trimestre il fatturato delle banche italiane è sceso dell’1,3% a 13,1 miliardi (-6,5% nel primo semestre dell’anno). Nel frattempo il comparto ha registrato un incremento atteso delle rettifiche una tantum e una perdita netta (-409 milioni) dopo sei trimestri di fila in utile. Dall’analisi condotta a livello aggregato da Kepler Cheuvreux sui conti del terzo trimestre emerge un quadro a luci e ombre per le banche italiane che restano ancora in mezzo al guado. «I prossimi catalizzatori sono i piani industriali e gli aumenti di capitale», afferma il broker. «Confermiamo le nostre stime di crescita dell’utile per azione 2017-2018, ma aumentiamo le rettifiche attese per quest’anno», sottolineano gli analisti di Kepler Cheuvreux. I costi continuano a scendere in seguito ai piani di ristrutturazione che hanno portato a un calo delle spese dell’1,2% nel trimestre. E nonostante il rosso, il Cet1 è migliorato di 15 punti base rispetto al trimestre precedente all’11,8%.

del 4 dicembre. Sempre secondo Goldman un rafforzamento pa trimoniale tra 15 e 18 miliardi, tra aumento in senso stretto e cessioni di asset, garantirebbe un incremento del Cet1 tra 390 e 460 punti base. Dalla cessio ne di Pioneer (in gara ci sono il consorzio capeggiato da Poste Italiane, Amundi, Macquarie e Ameriprise Financial), l’ad Jean Pierre Mustier si attende di incas sare tra 3,7 e 4 miliardi, mentre dall’ulteriore dismissione di quo te di Pekao Unicredit potrebbe incassare altri 2-2,5 miliardi. Per il momento la vendita del 30% di Fineco e del 10% dell’istituto polacco ha portato il Cet1 dal 10,33 al 10,82% ma in occasione dei risultati dei nove mesi Mu stier ha parlato della necessità di avere «un discreto buffer sopra il minimo regolamentare del requisito patrimoniale». (ri produzione riservata)