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Giovedì 2 Febbraio 2017
PRIMO PIANO
ECCO I TERMINI DELL’AUMENTO DI CAPITALE DA 13 MILIARDI E I DETTAGLI DEL PIANO NPL
Unicredit fa lo sconto del 38%
Prezzo di sottoscrizione di 8,09 euro nel rapporto di 13 nuove azioni ogni 5. Operazione al via
il 6 febbraio, conclusione il 10 marzo. Contratto di garanzia con un fittissimo consorzio bancario
L’AUMENTO UNICREDIT IN PILLOLE
di Stefania Peveraro
e Lucio Sironi
Sconto del 38% sul Terp, pari a 8,09
S
conto del 38% rispetto
al terp (cioè al prezzo
teorico ex diritto, theoretical ex right price)
e contratto di garanzia sottoscritto con l’intero consorzio
bancario. Queste le principali
indicazioni giunte dal cda di
Unicredit che ieri in serata ha
definito i dettagli dell’imminente aumento dicapitale da
13 miliardi di euro. L’offerta
in opzione riguarderà azioni
ordinarie di nuova emissione,
senza valore nominale, da of-
UNICREDIT
30
quotazioni in euro
25
20
IERI
26,6 €
+5,72%
15
1 nov ’16
Rapporto di opzione di 13 azioni ordinarie di nuova emissione
ogni 5 ordinarie e/o di risparmio possedute
Lancio dell’operazione previsto il 6 febbraio e conclusione
entro il 10 marzo 2017
Jean Pierre
Mustier
L’aumento di capitale da 13
miliardi per Unicredit partirà
lunedì 6 febbraio e si chiuderà entro il 10 marzo, data
quest’ultima che permetterà
all’istituto di Piazza Gae Aulenti di pagare le cedole sugli
strumenti Additional Tier 1 in
scadenza proprio quel giorno
Contratto di garanzia sottoscritto con l’intero consorzio bancario
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
e metterà così in sicurezza i
ratio patrimoniali della banca. L’aumento, come già anticipato a dicembre a Londra
dal ceo Jean-Pierre Mustier,
insieme al piano strategico
2016-2019, sarà offerto in opzione a tutti gli azionisti, ma
comunque è già garantito da
un ricco consorzio coordinato da Unicredit Cib, Morgan
Stanley e Ubs che agiranno
come structuring advisor
e, insieme a BofA Merrill
Lynch, Jp Morgan e Me-
1 feb ’17
frirsi in opzione agli azionisti
titolari di azioni ordinarie e ai
portatori di azioni di risparmio al prezzo di sottoscrizione di 8,09 euro per azione (di
cui euro 0,01 a titolo di capitale ed euro 8,08 a titolo di
sovraprezzo), nel rapporto di
opzione di 13 azioni ordinarie
di nuova emissione ogni cinque ordinarie e/o di risparmio
possedute. Sarà emesso fino a
un massimo di 1.606.876.817
nuove azioni ordinarie. Oltre
a quella al pubblico in Italia,
prevista un’offerta analoga in
Germania e Polonia.
euro per azione
diobanca (in qualità di joint
global coordinator e di joint
bookrunner) e, in aggiunta,
composto da Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank,
Goldman Sachs e Hsbc (in
qualità di co-global coordinator e di joint bookrunner), da
Banca Imi, Banco Santander,
Barclays, Bbva, Bnp Paribas,
Commerzbank, Crédit Agricole, Natixis e SocGen (in
qualità di joint bookrunner),
da Abn Amro, Banca Akros
e Macquarie (in qualità di
co-bookrunner), da Danske
Bank (co-lead manager), e
da CaixaBank, Equita sim,
Haitong, Jefferies, Rbc Capital Markets, Smbc Nikko and
Keefe, Bruyette & Woods in
qualità di co-manager. I membri del consorzio di garanzia
(a eccezione di Unicredit) si
sono impegnati a sottoscrivere l’inoptato.
Il cda ha approvato poi l’implementazione del progetto Fino che sta, dice la banca, «entrando nella fase esecutiva»
Equita: quattro ragioni per puntare sulla banca
di Elena Dal Maso
i sono quattro buone ragioni per acquistaC
re il titolo Unicredit. Le ha messe nero su
bianco ieri Equita, promuovendo il rating sul
titolo da hold a buy e alzando il target price da
31 a 34,9 euro per azione. In sintesi: un taglio
netto del rischio attraverso il deconsolidamento dei non performing loans; un amministratore delegato, Jean Pierre Mustier, che ha un
pacchetto importante di azioni della banca
in relazione alla parte fissa del compenso. A
ciò si aggiunge la possibile fusione fra Intesa
Sanpaolo con Generali, che può mettere a rischio il dividendo di Intesa. Infine, il gruppo
sta semplificando il suo assetto. Entrando più
in dettaglio, Equita sottolinea il deconsolidamento di 18 miliardi di Npl previsti dal piano
strategico 2016-2019, denominato Fino, annunciato lo scorso dicembre. Per Equita ciò
permetterà alla banca di raggiungere il 50%
del target 2019 di de-risking. Altri 10 miliardi di riduzione, aggiungono gli esperti, sono
alla portata grazie a cessioni (per 5 miliardi) e
svalutazioni. A fine piano Unicredit, prosegue
Equita, avrà un’esposizione ai non performing
loan dell’8% (contro una media italiana del
16%), incidenza «che potrebbe scendere al 5%
agevolmente con 15 miliardi di vendite». E
nonostante il miglioramento del rischio, Unicredit resta uno dei titoli che è rimbalzato
meno (+52%) dai minimi degli ultimi 12 mesi.
Il secondo motivo per l’upgrade riguarda il
«commitment di Mustier che ha, rispetto ai
manager delle altre banche, un pacchetto di
azioni più pesante», oltre due volte il compenso fisso contro la media di mercato del 35%.
La terza ragione riguarda la possibile ops di
Intesa Sanpaolo su Generali, che per Equita
«indebolisce una dividend policy molto visibile, a vantaggio degli acquisti su Unicredit. Infine Equita vede ulteriori possibilità «di re-rating
grazie alla semplificazione della struttura del
gruppo», attraverso la razionalizzazione della
presenza in mercati dove il posizionamento
strategico «non è ottimale». La conseguente
strategia di uscita dai Paesi non considerati
fondamentali «dovrebbe permettere di ridurre
gli oneri sistemici dagli attuali 950 milioni di
euro l’anno». (riproduzione riservata)
OGGI SU MILANOFINANZA.IT
La top ten di febbraio
Aspettando l’aumento
Le notizie più lette
Gli analisti di Rbc Capital Markets hanno
selezionato i titoli di Wall Street che,
grazie a un buon rapporto rischio/rendimento, non deluderanno
La reazione del mercato dopo il prezzo
dell’aumento Unicredit. A partire da Caffè
Affari su Class Cnbc (507 Sky) e in streaming su milanofinanza.it
quattro motivi
1 Equita:
per acquistare Unicredit
del settore statale
si è più che dimezzato
2 L’avanzo
pericolosa una
conferma sotto 25,70 euro
3 Unicredit:
www.milanofinanza.it/
www.milanofinanza.it/forex
con l’obiettivo di concluderlo
nel 2017, in linea con quanto
indicato al Capital Markets
Day». Il progetto Fino consiste in un’iniziativa adottata da
Unicredit per accelerare la riduzione dell’ammontare lordo
delle esposizioni deteriorate
(non performing) del gruppo
in conformità al piano strategico e ai requisiti regolamentari. L’operazione di riduzione
del profilo di rischio relativa
a un portafoglio di sofferenze
di 17,7 miliardi, suddivisa in
due fasi, sarà realizzata con
una cartolarizzazione mediante la quale Unicredit cederà a Pimco e Fortress una
tranche verticale maggioritaria nel corso della fase 1 che
avrà luogo al più tardi entro il
secondo semestre 2017. L’intera dismissione nell’ambito
del progetto Fino (fase 2) dovrebbe avvenire nel corso del
piano strategico.
Intanto ieri il titolo di Unicredit ha rimbalzato del 5,7%
a quota 26,6 euro per una capitalizzazione di 16,45 miliardi.
L’obiettivo a fine piano è un
rafforzamento patrimoniale
sensibile più un significativo
miglioramento della qualità
del credito e a un recupero di
redditività grazie a forti tagli
di costi. Il documento di registrazione relativo all’aumento
pubblicato nei giorni scorsi
spiega che le principali azioni
gestionali mirate al rafforzamento del capitale, incluse nel
piano strategico 2016-2019,
prevedono, a partire dal Cet1
ratio del 10,82% al 30 settembre 2016: un impatto positivo
di 345 punti base derivante
dall’aumento di capitale; altri 168 pb in più dal completamento delle operazioni di
cessione di varie attività (12
pb per la cessione del 20% di
FinecoBank, 6 pb per l’ucraina
Pjsc Ukrsotsbank, 58 pb dalla
polacca Bank Pekao, 91 pb
per la cessione delle attività di
Pioneer; 1pb per la cessione di
Immo holding). (riproduzione
riservata)
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