La Dinamo resta un cantiere aperto

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BASKET » SASSARI AL PALO
La Dinamo resta un cantiere aperto
Il ko di Atene, nella decima gara ufficiale della stagione, chiarisce ulteriormente quali sono i problemi sui quali lavorare
Trevor Lacey prova a lanciare l'azione in transizione, spalleggiato da Brian Sacchetti
di Andrea Sini
» SASSARI
Approccio sbagliato, poca continuità, un avversario di alto livello e le gambe un tantino pesanti. Con in più il solito problema
di un paio di giocatori completamente "regalati" all'opposta fazione. Il bagno di umiltà di Atene restituisce al campionato
una Dinamo che, se non altro,
inizia ad avere le idee chiare su
quali sono i difetti strutturali e i
dettagli sui quali continuare a
lavorare.
Il meno 20 maturato in casa
dellAek, al termine di una partita segnata sin dal suo avvio, è figlio di vari fattori. Innanzitutto
va riconosciuta la forza della formazione greca, che si trova in testa al proprio campionato ed è
considerata, non a torto, una
delle pretendenti per la vittoria
della Champions League. A questo si aggiunga la rabbia messa
in campo sin dalla palla a due
dagli uomini di Zdovc, avvelena-
ti per il ko interno di una settimana prima con il Besiktas, e il
contestuale atteggiamento troppo molle dei sassaresi di Pasquini. Il coach biancoblù ha identificato la partenza falsa con il peso della terza sfida giocata in 6
giorni, con l'aggiunta di vari
viaggi ma questa attenuante,
pur valida, sarebbe più compatibile con un finale punto a punto, piuttosto che con un primo
quarto quasi da scampagnata.
La vittoria al fotofinish di sabato, su un campo difficile come quello di Pistoia (ma con
un'avversaria di rango apparentemente inferiore), ha dimostrato come i sassaresi siano in grado di tirare fuori carattere e motivazioni anche in trasferta. Resta da studiare meglio l'aspetto
mentale: Johnson Odom e compagni in tutto il precampionato
avevano mostrato una "garra" e
una determinazione a non farsi
schiacciare dagli avversari che
nel frattempo sembra essersi un
po'
persa per strada. La
SERIE A
"chimica" non ancora perfetta è
di certo la causa principale di
questo sfasamento, al quale
vanno ad aggiungersi almeno altri due elementi: il primo è la
scarsa lucidità con cui - senza
apparenti motivi - viene impostato il gioco offensivo in alcuni
momenti delle partite. Anche
ad Atene Pasquini ha chiesto
più volte ai suoi giocatori soluzioni rapide e, in subordine,
grande pazienza e lucidità nel
fare girare la palla.
Infine una questione che va
affrontata con la dovuta cautela: l'involuzione di Gabe Olaseni, poco propenso a infilarsi nelle tonnare dell'area colorata e
ultimamente nullo anche a rimbalzo, e le lune storte di Josh
Carter. L'ala americana, tesserata per garantire esperienza e incisività dal perimetro, alterna
continuamente prove sufficienti ad altre di una pochezza imbarazzante. Niente panico e niente bocciature, per il momento.
Ma le questioni sulle quali lavo-
rare, dopo 10 partite ufficiali, sono ormai assolutamente chiare.
SERIE A
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