Nobel per la letteratura a Bob Dylan

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Nobel per la letteratura a
Bob Dylan
L’Accademia di Svezia ha fatto quest’anno una scelta inedita:
ha assegnato il Nobel per la letteratura al cantautore Bob
Dylan, un personaggio che ha tracciato un solco nella musica
contemporanea, dando voce ai venti di cambiamento culturale
degli anni Sessanta e Settanta e all’America degli esclusi,
quella messa ai margini del sogno a stelle e strisce.
Nella motivazione il Comitato di Stoccolma riconosce a Dylan –
al secolo Robert Allen Zimmerman – di aver “creato una nuova
poetica espressiva all’interno della grande tradizione canora
americana”. Una tradizione che affonda le sue radici nel blues
dolente dei neri, nel country e nel folk dei pionieri e dei
vagabondi americani, fondendoli in maniera unica con l’energia
nascente del rock n’ roll. La sua narrativa musicale ha
mantenuto vivo lo spirito popolare delle ballate di protesta
di Woody Guthrie e di altri artisti come T Bone Burnett, è
culminata nell’incontro tra la musica americana degli hobo e
la narrativa colta, la poesia, la letteratura e la
sperimentazione della beat generation. Il suo nome d’arte
“Dylan” è infatti ispirato allo scrittore gallese Dylan
Thomas.
Canzoni come The Times They Are a-Changing, Like a Rolling
Stone, Blowin’ in the Wind, sono diventate inni del movimento
controculturale di fine anni Sessanta, quello dei figli dei
fiori, del festival di Woodstock, dei pacifisti che
protestavano contro la guerra in Vietnam. La sua musica, nata
dalla voce esile e da una chitarra essenziale, veicola
messaggi di impegno sociale e politico.
La sua carriera comunque ha superato quegli anni effervescenti
e per alcuni distruttivi, continuando per decenni e
proseguendo anche oggi. Tantissimi i concerti, diverse le
esibizioni insieme ad altri nomi di spicco per la promozione
dei diritti civili, tra cui la compagna del passato Joan Baez.
Con il passare degli anni ha collezionato riconoscimenti anche
fuori dall’ambito strettamente musicale, come un Oscar nel
2001 per Things Have Changed, migliore canzone originale nel
film Wonder Boys, il Pulitzer nel 2008 con menzione speciale,
per il “profondo impatto sulla musica e la cultura popolare
d’America”, e la Presidential Medal of Freedom, la più alta
onorificenza insignita dal presidente degli Stati Uniti Barack
Obama. La rivista Rolling Stone l’ha consacrato con il secondo
posto tra i 100 migliori artisti, il settimo tra i migliori
cantanti, con 10 dei suoi album tra i migliori e 12 canzoni
nella classifica delle più apprezzate.
Dopo anni di tentativi, ora arriva anche l’incoronazione tra i
grandi della letteratura nella sua espressione più ampia e
alta, quale “grande poeta della tradizione in inglese”. Come
spiega il comitato per il Nobel nella motivazione: “Se andate
indietro nel tempo, diciamo 2 mila e 500 anni, scoprite che
Omero e Saffo scrivevano testi poetici composti per essere
ascoltati”, “per essere messi in scena spesso accompagnati da
strumenti musicali”: “è lo stesso per Bob Dylan”.
di Valentino Salvatore