Nobel a due velocità

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14 ottobre 2016 delle ore 03:11
Nobel a due velocità
Commiato e lacrime per Dario Fo, con chi non torna sui suoi passi, e perplessità per Bob Dylan.
Il tutto nel giorno del conferimento del premio alla nuova letteratura
Bob Dylan non è Barthes. Forse neanche Dario
Fo era Caravaggio. Pazienza: nel giorno
dell'addio a uno, e alla premiazione del nuovo
Nobel per la Letteratura, lo stesso vinto da Fo
nel 1997, gli onori e le glorie sono più o meno
gli stessi, ma stavolta ci sono anche coloro che
non si schierano a favore né di un personaggio,
né dell'altro. Il figlio del grande attore,
drammaturgo, e istrionico artista, Jacopo ieri si
è tolto parecchi sassolini della scarpa.
Raccontando, per esempio, delle minacce
rivolte a lui quando nel 1962, a Canzonissima,
Fo e Franca Rame vennero censurati perché
parlarono di mafia in televisione. Oggi, invece,
sono di nuovo - come durante Charlie Hebdo tutti amici e riconoscenti a Fo. Tutti tranne
Matteo Renzi, che nell'esprimere cordoglio ha
ricordato le grandi distanze politiche, e Renato
Brunetta, ancora scottato dalle critiche
"razziste" al suo aspetto fisico, che aveva
ricevuto dal grande attore. Forse, in effetti,
anche a Fo sarebbero piaciuti i commenti vivi
e veraci dei suoi "nemici", come oggi ne avrà
scoperti tanti (forse più che nemici "scettici",
che è poi sempre una categoria di pensiero)
anche Bob Dylan. Per alcuni un genio, per altri
poco più che un cantautore. Entrambi premi
Nobel per due letterature diverse, forse
popolari, e forse proprio per questo impopolari.
Al di sopra di ogni morte, e ogni premiazione.
(MB)
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