N° 14 del 17/04/2008

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Transcript N° 14 del 17/04/2008

C A M PA G N A
B A T T I PA G L I A
Sfida tra
Luongo e Magliano
Barlotti, giunta a
termine
pag. 4
pag. 2
A GROP OL I
Pr imo borsino
tur istico e
nautico
pag. 5
C A PA C C I O
E BO L I
Ricci: “il passaggio
a livello non
r i a p r i r à m a i ” pag. 11
Indagini, vandali
e carabinieri
pag. 3
Ann o X n°14 - www.unicosettimanale.it - 18 aprile 2008 € 1,00
Editore: Calore s.r.l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 86 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - Capaccio-Paestum (Sa) - Poste Italiane - Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Dir. Com. Business Salerno -Abb. annuale 25,00€
Le anime belle e
la memoria corta
di Bartolo Scandizzo
A poche ore dal voto ci sono ancora
molti indecisi. La stragrande maggioranza di questi abita a sinistra e
“spenna” la margherita o “scruta”
nel brodo politico per trovare un
segno che li convinca a decidersi.
Anche a destra, però, la situazione
non è che sia molto chiara.
Da un lato, si dice che i due principali candidati dicono le stesse cose
e, alla fine, chiunque vinca cambierà poco.
Dall’altro, non vedono certezze
nella realizzazione di un programma che dia mano libera alle
imprese di assumere o licenziare a
piacimento e poca convinzione nel
perseguire la strada dei condoni fiscali e non. In mezzo c’è l’aspettativa di un paese, l’Italia, che aspetta
un governo che governi e assuma
decisioni forti per un rilancio che
pochi danno per scontato.
Le anime belle non si accontentano
del meno peggio, loro puntano tutto
sul meglio del meglio o niente di
niente.
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Paestum III Salone
della mozzarella
di bufala
L E N O S T R E B U FA L E S OT TO E SA M E
PER L A DIOSSINA CHE NON C’È
Io vaga-Bondi
per Battipaglia
di Ernesto Giacomino
UN GRUPPO DI ALLEVATORI BUFALINI DELLA PIANA DEL SELE
La mozzarella diventò il formaggio
più controllato del mondo
di Donato Ciociola
Dal 18 al 20 aprile 2008 si svolgerà a
Paestum il Terzo Salone della Mozzarella di Bufala Campana, che da quest’anno diventa anche “Salone del
Made in Italy”, aprendo così le sue
porte ai tantissimi prodotti di qualità
dell’Italia intera.
Questa edizione è più importante
delle precedenti per molte ragioni. Innanzitutto rappresenterà l’occasione
per fare definitivamente chiarezza
sulle qualità certificate di un prodotto
che non può e non deve essere penalizzato per il solo fatto che appartiene
ad una regione che, agli occhi dei più,
è percepita come inquinata, non distinguendo tra territori che, pur appartenenti alla Campania, sono
distanti centinaia di chilometri e non
hanno mai visto nelle loro strade la
spazzatura che è stata trasmessa
dalle televisioni di tutto il mondo. La
mozzarella di bufala campana dop ha
sempre rappresentato il fiore all’occhiello delle produzioni agroalimentari
internazionali e dovrà continuare ad
esserlo. Per questo è necessario che
C O N T I N U A PA G I N A 6
“Sì, la strada è ancora là…” cantavano i Nomadi. Non avevano visto via
Mazzini due settimane fa, chiaramente. Sì, la strada era ancora là: però
sbarrata. Chiusa al traffico, ché c’era
in arrivo gente importante: non nei
dintorni, tipo piazza Madonnina o via
Italia, bensì al Bertoni: cioè un bel paccotto di decine di metri dopo e, francamente, in tutt’altra direzione.
Ma andava data l’immagine istituzionale, ci si poteva mica limitare a chiudere il vicariello dietro la chiesa e farlo
presidiare da pompieri, lupetti e carmelitane scalze (o minimo in pantofole), sai che figuraccia da peracottari,
cosicché, voilà, traffico deviato e divise
spiegate in alta uniforme.
Cioè, come se m’arrivasse un ospite a
casa di un certo lignaggio e io per fare
la mia porca figura blindassi tutto il
condominio e mettessi di guardia il
portinaio: nein, nada, niet, lasciatemi le
scale sgombre minimo fino alle dieci.
Il tutto perché pareva che al Bertoni,
insomma, di lì a poco ci sarebbe stata
un’apparizione mistica, una via di
mezzo fra lo stesso Bertoni, il Bertone
A PAGINA 2
E CONTE SI AFFIANCA AL PD
L’età media dei presenti non era da
giochi della Gioventù. La sala era
strapiena come nei meeting della
prima Repubblica. Sorrisi invecchiati, portamenti sempre uguali. I
padri son diventati più anziani.
Qualcuno di loro è addirittura
nonno. Quasi si fanno scudo con i
figli in carriera, atletici e rampanti.
Il complesso mondo contiano è tornato a riunirsi. Questa volta
c’erano tutti. Anche chi ha “tradito”, dopo lo smottamento di Tangentopoli. Carmelo Conte e Antonio
Cuomo di nuovo insieme.
Hanno impiegato 15 anni, maestro
e discepolo, il ras di Santa Cecilia e
il suo delfino ebolitano. Si sono ritrovati, all’hotel San Luca. Sotto lo
stesso simbolo, il Pd di Veltroni.
Cuomo già c’era. Conte lo ha raggiunto. Convinto da Alfonso An-
dria, dall’isolamento di Boselli, dal
no di Caldoro? Boh, mah, chi lo
sa...”Ma chi se ne frega. Giornalista, scrivi, scrivi che siamo tutti insieme, stasera”. Ci ha provato la
pioggia, a rovinare la festa. E’ primavera, ma non si nota. Siamo in
campagna elettorale, ma non si
percepisce tanto. Almeno in provincia. A Eboli di sicuro. Conte e
Cuomo di nuovo insieme.
La notizia dell’ultim’ora ha riossigenato un pò il finale, di una competizione elettorale senza sale. Gli
anziani si sono sistemati in prima
fila. A metà sala, i professionisti già
affermati. In fondo, molti giovani,
già graziati, e parecchi precari in
cerca di un posto stabile, di un favore eterno, di accendere un lume a
San Carmelo. S
ono passati quindici anni. I cin-
Ottimismo
per la mozzarella
quantenni hanno messo la pancetta,
qualcuno ha le occhiaie. Ma c’è
pure chi ostenta una lampada perfetta. C’è chi ha il bicipite d’acciaio, il macchinone sportivo, il Suv
che non sa mai dove diavolo parcheggiare. Conte e Cuomo di nuovo
insieme. Ci son tutti, i socialisti
uniti. Da Bellizzi è arrivato Mimmo
Volpe. E fa pure lo spiritoso:
“Conte con noi? Bravo, Carmelo.
E’ la prima scelta vincente che hai
fatto in 20 anni”.
C’è Carmine Pinto, preceduto dalla
qualifica di prof., che in una sala da
scolaresca annoiata, parla del reddito da redistribuire, del capitale
per lo sviluppo sociale, del socialismo riformista nel Pd.
Parecchi sbadigliano, in tanti bisbigliano.
Tutto è bene quello che finisce bene:
”E’ inutile tentare di drammatizzare
questa fase del Piano che, invece, nel
giro di pochi giorni, darà alla Mozzarella dop una patente di sicurezza alimentare unica al mondo, dal momento
che lo screening in atto sui nostri allevamenti è praticamente senza precedenti”, dice Franco Consalvo,
presidente del Consorzio di Tutela
sulla Dop. Nelle nostre mozzarelle
non c’è stata e non si potrà trovare
diossina. Lo dicono tutti assieme ed
ognuno a suo modo. I caseifici della
Piana del Sele hanno da tempo anticipato le decisioni del ministero della
Salute ed avviato da tempo nuovi controlli sul latte proveniente dagli allevamenti locali. Si tratterà di uno
screening “ufficioso”, avviato soprattutto per rassicurare i consumatori.
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C O N T I N U A PA G I N A 6
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Battipaglia
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N°14 18 aprile 2008
Giunta a tempo per Barlotti?
Dopo le elezioni gli scenari potrebbero stravolgersi
Con un vero colpo di mano il sindaco Gennaro Barlotti ha di nuovo
messo in scacco gli alleati/avversari
(dipende dalla prostata e dalle condizioni meteo), Motta, Zara e Liguori.
Una fuga in avanti che ha portato su
tutte le furie i suddetti tre moschettieri della politica battipaliese (quelli
del famoso motto: niente per tutti ma
tutto per noi).Un’amministrazione
che sembra allo sbando, in cui a tutto
si pensa meno che a porre stabilità e
certezza alla guida della città. Ripescati tre degli assessori tecnici dimessisi non più tardi di una
settimana fa, Messina, Amatucci e
Pesce che mantengono le passate deleghe, e dentro altri tre assessori, che
definire politici - in quanto ad esperienza e militanza di partito - sembra
eccessivo, come pure ha chiosato
l’esponente provinciale del Pdl Edmondo Cirielli: “c‘era una giunta
tecnica, c’è un’altra giunta tecnica”.
Questi i nomi: Angelo Cappelli primo dei non eletti nelle fila di An
alle scorse elezioni - assessore ai
Servizi Sociali, Politiche dell’Infanzia e all’Integrazione Sociale; Raffaele Gallotta, assessore con delega
a Salute, Trasparenza Amministrativa, Attuazione del Programma di
Governo, Diritti dei Cittadini, De-
mocrazia Partecipata, Politiche Scolastiche e Sport; ed infine Claudio
Nigro all’Industria, Commercio, Artigianato ed Informagiovani. Una
squadra che comunque non pare essere definitiva, scelta che sembra essere dovuta alla volontà del Sindaco
di attendere gli esiti elettorali, prima
di compiere ulteriori nomine in
giunta. Una porta chiusa in faccia
dalla prima
agli ipotetici (fino a qualche settimana fa) alleati del
Pdl – gruppo da cui Barlotti
ha ormai preso le distanze,
ma che ha visto aderire ufficialmente Fernando Zara
– che oggi sembrano essere
stati scaricati, ma che un
domani, neanche troppo
lontano, potrebbero rientrare in gioco se non altro
per l’assenza per Barlotti
della maggioranza in consiglio. Ad oggi, infatti, il sindaco può contare solo
sull’appoggio di tredici
consiglieri a fronte dei sedici necessari per restare in
piedi. Ad ogni modo Barlotti dovrà ricercare un alleanza, che a questo punto
può definirsi o con il
gruppo del Pdl oppure rivalutando un rapporto istituzionale,
con il gruppo del Partito Democratico. Una quadro globale davvero ingarbugliato, che chiaramente poco
può giovare alla situazione già difficile in cui versa la città. Nell’attesa
di tempi migliori, duri a venire, auguriamo a tutti un buon voto.
Valerio Calabrese
di
ERNESTO GIACOMINO
Io vaga-Bondi
carrozziere e Loredana Ber tè.
Come dire: val bene ripristinare di
botto l’isola pedonale, se serve a
trasformarla nell’isola dei famosi.
Magari condotta, se non da Simona Ventura, almeno da Bruno
Venturini.
E va be’: poi l’ospite alla fine è arrivato. Scor ta, sirene, gessati, autorità. Militari, forse: neanche si
stesse stanando James Bond o
scappando da Rosy Bindi. Invece
era Sandro Bondi.
Il fatto grottesco è che non c’era
bel tempo. Cioè, credo che il cielo
minacciasse proprio pioggia.
Adesso mi si chiederà che significa,
e di certo la domanda non partirà
da un abitante di Battipaglia. In
realtà i miei concittadini lo sanno
perfettamente, che qua da noi
tutto il discorso delle forze dell’ordine funziona in maniera differente. Vige tipo un diverso codice
penale e stradale, soggiogato ai
capricci del tempo e a questo
fatto che - grazie a Dio – pur esistendo ancora la mezza stagione
lo stipendio resta intero. Semplicemente, bastano quattro schizzi
d’acqua, anche magari dovuti ai
panni stesi della signora al primo
piano o al “liquidator” di qualche
bambino impertinente, e scompare
tutto: vigili, poliziotti, carabinieri,
forestale, protezione civile, portantini e barellieri. La città, se
piove, è tua. Perché c’è proprio
una normativa specifica, un ar ticolo tot comma tot lettera tot, che
vieta a chiunque non solo di delinquere col cattivo tempo, ma addirittura di commettere infrazioni
stradali. Noi, se non c’è il sole, non
parcheggiamo mai in divieto di
sosta.
Non superiamo i limiti, non facciamo controsensi, allacciamo sempre la cintura, non scippiamo, non
rapiniamo. Quando qua c’è un acquazzone diventiamo miracolosamente tutti ligi e disciplinati, e
quindi i controlli non servono.
Strade libere, spazzate, svuotate.
Viceversa, metti una giornata primaverile di cielo terso e temperatura da mare, per far ti trecento
metri da casa tua all’imbocco dell’autostrada ti toccano almeno tre
incroci vigilati e due pattuglie della
stradale. Almeno. E ti fermano
tutti, senza pietà: patente e libretto, e assicurazione, e accenda
i fanali: pure, che ne so, se dal vivavoce del cellulare sentono nitida
la voce del tuo capo che ti urla di
essere in un ritardo biblico.
Perché poi - e questo è l’altro
aspetto caratteristico - per loro noi
delinquiamo solo ed esclusivamente in macchina.
Se hai la sana abitudine di rubare
a piedi, ad esempio, di passeggiare
imbottito di tritolo sotto il trench
purché diligente sul marciapiede,
di tenere un coltello alla Rambo
fra calzino ed anfibio ma attraversando sulle strisce, passi defilato,
indisturbato, inosservato. Vuoi far
esplodere un’atomica sul Castelluccio? Fattela mandare in treno,
arrivi alla stazione, te la carichi e
vai. Basta che non te la ficchi nel
cofano dell’auto: lì proprio no. E’
l’unico modo con cui potresti farti
beccare. Al massimo, va’, se è parecchio ingombrante te la trascini
in giro in quei sacchi con le rotelle
che le vecchiette usano per la
spesa.
Va be’, però forse nel caso dell’arrivo di Bondi la minaccia di pioggia non si avvertiva netta. Magari
era già sera, e poi la folla, e
l’odore di primavera: roba che ha
potuto trarre in inganno, come no,
e giù volanti e pattuglie come ai
bei tempi del bel tempo. Tanto –
avrà pensato qualcuno – la cosa
durerà poco. E un po’ di sano straordinario in busta paga fa sempre
comodo.
Equilibri 2008
Torna l’arte in città
Una due giorni all’insegna delle nobili arti della scrittura, della musica,
della pittura, della scultura e della
recitazione. E’ la seconda edizione
di “Equilibri”, iniziativa incentrata
sulla diffusione della scrittura quale
mezzo per raccontare la nostra vita
e sulla promozione del libro quale
mezzo di divulgazione della stessa,
ideata e realizzata dall’associazione
culturale Aut Aut, che si terrà a
Battipaglia il 19 e 20 aprile prossimo, nei locali de “Il Punto” in Via
Roma. Tre le opere letterarie presentate quest’anno. Aprirà sabato
19 alle 18.00 il saggista Marcello
Ravveduto, con il volume “Napoli…
Serenata calibro 9”, saggio che ricerca i nessi tra la cultura musicale
partenopea e la radicalizzazione in
essa del fenomeno antropologico
della camorra: oltre all’autore saranno presenti il giornalista Massimiliano Amato e l’antropologo
Vincenzo Esposito. A seguire, nella
stessa sera, lo scrittore e giornalista Francesco De Filippo presenterà il suo “Sfregio”, romanzo edito
dalla Mondadori, che racconta in
maniera cruda la parabola di un giovane camorrista che narra (nel proprio slang napoletano) la sua
avventura: alla presentazione relazioneranno il giornalista Roberto
Ritondale ed il Presidente regionale
di Legambiente, Michele Buonuomo. La serata si chiuderà col
concerto degli O.S.T. Domenica 20
alle 19, invece, ci sarà la presenza
dello scrittore potentino Gaetano
Cappelli e del suo romanzo “Storia
controversa dell’inarrestabile fortuna del Vino Aglianico nel Mondo”
con la partecipazione di Ernesto
Giacomino e di Alfonso Pace. A seguire il concerto della band salernitane de “Il pozzo di San Patrizio”,
reduce dai successi dei maggiori festival folk europei che li hanno visti
protagonisti. A cornice della due
giorni, la mostra di sculture lignee
del M° Pasquale Ciao e delle tele
del talento battipagliese Luispak.
Per info: www.associazioneautaut.it
Eboli
N°14 18 aprile 2008
3
Le indagini “inutili” dei carabinieri
L’ a s s e s s o r e c h e v e d e v a n d a l i ov u n q u e
Chiunque vinca le elezioni, anche se
si ritornerà a votare tra un mese, una
prima svolta a Eboli è già stata realizzata. L’abolizione della caserma dei
carabinieri. Con i politici al comando,
con gli assessori in carica, i carabinieri
a Eboli sono praticamente “inutili”. Il
maggiore Nobile Risi, il suo vice comandante, l’intera compagnia (72 carabinieri), sono pronti a fare le valige.
Consegnate le pistole e i berretti di ordinanza, spillati i gradi e ogni merito
riconosciuto, i carabinieri ebolitani, in
età da pensione, lasceranno l’Arma.
Quelli più giovani, invece, cercheranno la mobilità nelle caserme di Battipaglia, Agropoli e Paestum. A Eboli,
infatti, non esiste un problema di ordine pubblico. La riprova? Il 28
marzo è esplosa la terza bomba carta
in due mesi. Come in tutti i paesi normali, i carabinieri hanno avviato le indagini. Ma come in tutti i paesi
anormali, prima ancora che venisse
avvertita la Procura della Repubblica
di Salerno...gli assessori di Melchionda avevano già la risposta
pronta: “e’ stato un vandalo”. Capito?
Carabinieri all’ascolto, ci siete? Siete
connessi? L’assessore di Melchionda
vi ha bruciati sul tempo. Lui ha già
visto, immaginato e ricostruito la
scena del “delitto”. Atto primo. Alle
due di notte, nessuno in strada, un vandalo nullafacente, senza soldi e un pò
demente, se ne va in giro per i negozi
ebolitani. Atto secondo.
Il vandalo sgancia la terza bomba carta
in due mesi. Come capita, alla rinfusa.
Sfigato chi ci capita. Atto terzo. I
commercianti sfuggiti al vandalo accendono un cero in più a padre Pio. E
che la fortuna gliela mandi buona.
Atto quarto. L’assessore dichiara l’indagine chiusa ai giornalisti amici.
Atto quinto. I carabinieri stanno ancora indagando, senza sapere che...
Atto sesto, i negozianti chiedono più
Il maggiore Risi
sicurezza. Atto settimo.
Siamo in ostaggio di gente che vive
fuori dal mondo. Con gli assessori che
ci ritroviamo, i carabinieri suderanno
sette camice.
Alla terza esplosione in pieno centro,
segue dalla prima
Conte si affianca al Pd
Pinto ci dà un taglio, a tempo abbondantemente scaduto, con un sussurro
romantico:“ah, Carmelo, quanta nostalgia per le notti trascorse insieme al ristorante. Ci hai cresciuto a pane e
politica, a parlare fino all’alba”. La migliore scuola. Cucina e politica. Qualche
vecchio socialista fissa Pinto. Senza capelli, quel prof ragazzino: “ma quanti
anni avrà?”. Sono venuti tutti, in processione da San Carmelo. I dipendenti
comunali, tentati dall’Udc. I funzionari
dell’Asl, affascinati dall’ospedale unico. Il
sindaco Melchionda sfodera il suo socialismo contiano:“le tue idee, Carmelo,
hanno fatto scuola, non sono mai tramontate”. Segue a ruota Antonio
Cuomo:“Mi sono commosso ed emozionato, quando Conte nel Pd è entrato”. Michele Figliulo se la prende con
i signor no:“Caro Carmelo, benvenuto
tra noi.A quei bischeracci dei signor no
abbiamo dato una grande lezione”.
Carmelo ascolta attento. Nella sala fa
un caldo sudorifico. Il microfono, talvolta, risveglia i più assonnati, con squittii lancinanti per l’apparato otorino. C’è
tutto l’entourage. I contiani sempre fedeli. Quelli che sono andato un pò in
giro. Dallo Sdi a Forza Italia. Qualcuno
ha tentato addirittura con i Ds, un paio
di loro hanno simpatizzato per An. Ora
sono tutti qui, rientrati nell’esercito di
Carmelo. Tot capitae, tot voti? A
Cuomo è venuta l’acquolina in bocca,
nel vedere tante persone in sala. Strana
la vita, più strana la politica. Maestro e
discepolo non sono stati fermi un attimo. Per 15 anni hanno cercato casa
ovunque. Cuomo è stato sempre in regione, con partiti diversi, con gli amici di
sempre. Conte le ha provate tutte, ma
per fare il sindaco è una faticaccia. Ci riproverà, è sicuro. E chissà se gli scon-
giuri del sindaco Melchionda, a qualcosa
serviranno. Sono tutti lì. Il Pd che governa Eboli. Il Pd che spera di chiamare
Cuomo deputato. Il Pd che festeggia
l’incontro al San Luca, tra il maestro e il
suo discepolo. “E’ stato un percorso
lungo- ricorda Conte- ma prima di
completarlo, nel Pd son dovute cadere
le preclusioni per i socialisti e i democristiani”. Applausi in sala. Applaudono
anche i diessini, i destinatari del velenoso messaggio. E’ un giorno di festa. Si
applaude a prescindere. Felice Iossa,
consigliere regionale, si accanisce contro Boselli:“un uomo solo, un fallito, un
visionario”.Antonio Cuomo parla di un
“Pil troppo basso e un’inflazione troppo
alta”. Martino Melchionda lancia messaggi berlusconiani: “investiremo 100
miliardi di euro nel sud Italia”. Luca
Sgroia è felice di moderare, anche se
tanto moderato con i socialisti non è
stato. Dimentichiamoci del passato. E’ il
sottotitolo della serata.Vale per Conte,
per Cuomo e per tutti quelli che hanno
tradito, ma son tornati alla casa del
maestro, nella “chiesa” di San Carmelo.
Cuomo ce l’ha con i magistrati:“le nostre idee degli anni Novanta hanno
fatto scuola. C’è stato un accanimento
contro i socialisti. Un accanimento
spesso sbagliato”.Applausi sentiti, il microfono ne risente. Martedì 8 aprile, se-
rata piovosa, da non dimenticare.
Cuomo è contentissimo: “stiamo vivendo una straordinaria campagna elettorale”. Melchionda è felice:
“investiremo soldi e faremo una nuova
questione meridionale”. Figliulo eVolpe
sembrano i gemelli diversi, distinti dal
brizzolato pelo del segretario provinciale. A fine serata, c’è una grande mischia a centrocampo. Cuomiani e
Contiani si mescolano felicemente.
Sembrava impossibile, tre settimane fa.
Il Pd ha una “nuova, grande risorsa” dichiara Simone Valiante. Il problema è
che ora bisognerà dargli un riconoscimento. A Conte. E quando il problema
è stato sollevato, Valiante e Volpe si
sono dileguati, Cuomo ha continuato la
campagna elettorale, Melchionda ha
predicato prudenza. Del resto ci sono
le elezioni europee, provinciali e regionali, perchè il compagno Conte dovrebbe fissarsi con l’idea di fare il
sindaco? E mentre Pinto cercava, invano,
compagni disposti a redistribuire il proprio reddito, senza capire l’imborghesimento del Pd, Conte ha lanciato una
stoccata ai vecchi colleghi della politica:
“Bassolino, De Mita e Mastella hanno
fallito dal punto di vista culturale. La
Campania ha bisogno di un nuovo
regionalismo”. Applausi, strette di
mano e pacche sulle spalle. Gli uomini di Cuomo distribuiscono volantini elettorali. Quelli di Conte, un
articolo scritto da San Carmelo sul
Mattino di inizio aprile. Il discorso
è proseguito al ristorante. Fino alle
due di notte. A mangiare e bere,
pane, vino e politica.
Francesco Faenza
è possibile che gli ebolitani debbano
ancora ascoltare le fesserie dei politici? Politici, per di più, nemmeno
eletti, ma nominati per incoronazione
minacciosa: “Caro sindaco, o me lo
nomini assessore o te ne vai a casa”.
E’ la formula, questa, che ha completato la quinta giunta Melchionda. Non
è un mistero, per chi conosce l’insalatone al governo della città. Di fronte
alla bulimia propagandistica dell’assessore all’ordine (si fa per dire) pubblico, i carabinieri si saranno
chiesti…ma che le continuiamo a fare
le indagini?
Maggiore Risi...ma se l’assessore ha
già chiuso il caso, voi, su cosa state indagando? Non perdete tempo, non
sprecate risorse, anzi fate una cosa. Invece di indagare, cercare verifiche e
prove sul territorio, cari carabinieri, la
mattina passate dall’assessore-è statoun-vandalo, e troverete la soluzione a
ogni rebus. Terza bomba carta, Eboli
prigioniera dei vandali? State tranquilli, egregi negozianti. Ci pensa il
sunnominato assessore, lo Sherlock di
via Ripa, il De Gennaro di Melchionda, a scoprire nomi e volti di chi
attenta alla salute (e alle tasche) dei
negozianti. Il problema, egredi carabinieri, è che i negozianti non si fidano.
Dei politici. E vi chiedono di controllare di più il territorio. Perché al vandalo che dissemina bombe carta, poco
ci credono.
Temono altro. Sfiduciati. Di fronte a
questo scenario, è arrivato un altro
colpo di scena. Ogni sera, da qualche
mese, lungo il viale Amendola gira
un’auto civetta dei vigili urbani.
Con il lampeggiante acceso. I vandalibombaroli, nel vederla, fuggiranno
via. Gli spacciatori di cocaina, nell’incrociarla, avranno cambiato residenza.
Gli estorsori dei negozianti, nell’inquadrarla, hanno dichiarato una moratoria internazionale. Quell’auto civetta
con il lampeggiante acceso avrà rassicurato tutta la città. Se non fosse che
due assessori, invidiosi e ombrosi, si
sono lamentati di quella civettuola
macchina. “Ma cosa ci fa, in giro per
Eboli, quell’auto civetta, con l’assessore in borghese a bordo?”. La domanda, sorta spontanea, ai cervelli non
smagriti degli assessori Bello e Palladino, ha spiazzato anche il sindaco
Melchionda. Ai microfoni di Discoradio, il primo cittadino ha “barcollato”
per qualche secondo sull’auto lampeggiante con l’assessore a bordo. E
per sviare il discorso, il primo cittadino si è messo a parlare alla...Berlusconi: “i giornalisti ebolitani mi
scrivono tutti contro”. Ma come...il
sindaco che ha l’ufficio stampa più
grande d’Italia, dichiara di avere tutta
la stampa contro? Ma vuoi vedere che
i manifesti “Melchionda dimettiti,
Melchionda sei un disastro”, a firma
dei Socialisti di Conte, li ha scritti
qualcun altro? Sarebbe il caso di
aprire un’indagine, di riavviare l’auto
civetta anche di giorno? Sarà il caso di
chiedere ai carabinieri, anzi no, al pool
investigativo Melchionda, di ricercare
il “vandalo” che ha scritto quei manifesti rossi sul fallimento della giunta
Melchionda.
Nell’attesa della quarta bomba carta,
di fronte all’azione dei vandali che
continuano a devastare la città (due
panchine e altrettanti telefoni pubblici
distrutti, giorni fa) continuiamo ad
aspettare l’attivazione delle telecamere. E non ci stupiremo affatto se i
carabinieri, schifati, facciano le valige
e lascino Eboli. Avviliti, come la
gente e i negozianti onesti, di sentire
speculazioni propagandistiche, anche
di fronte a episodi delinquenziali. Tra
trastullamento politico e ordine pubblico, a Eboli, è venuta meno qualsiasi
distinzione.
Francesco Faenza
Alburni Cennamo:
“Resto nell’Udeur,
smentisco ogni cosa
scritta sui giornali
in questi giorni”
Mi vedo obbligato dalle notizie diffuse in questi giorni dalla carta
stampata in merito ad un ipotizzato passaggio del sottoscritoo
nelle fila ora di uno ora di un altro
gruppo politico, a dover chiarire
pubblicamente la mia convinta militanza nel partito dell’Udeur ed, in
particolare, la vicinanza ai suoi vertici dirigenziali, dall’onorevole Clemente Mastella all’onorevole Luigi
Nocera.
Ritengo che rientri nei canoni di
correttezza politica intrattenere
rapporti con esponenti di altre
forze politiche senza tuttavia ledere
le relazioni esistenti con la coalizione presieduta da Angelo Villani
ed alla quale rimango fedele sostenitore per motivi politici, ed anche
per la fiducia incondizionata verso
il presidente Villani. Pregandovi di
dare il giusto rilievo al presente
chiarimento poro i miei più distinti
saluti.
Carmine Cennamo
Sele
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N°14 18 aprile 2008
Giovanna Magliano: “Dare voce alle donne
per un paese che sia di tutti”
Giovanna Magliano, nata a Foggia
nel 1969. È sposata ed è madre di un
bimbo di 14 mesi.
Laureata in Giurisprudenza, all’Università degli Studi di Salerno. Dal
2001 svolge le funzioni di Magistrato Onorario di Tribunale, presso
la sede centrale del Tribunale di Salerno. Ha insegnato diritto ed economia politica presso la facoltà di
Giurisprudenza di Salerno, alla cattedra di Diritto e Scienza delle Finanze, e negli istituti di istruzione
superiore di II grado di Potenza e Salerno.
Oggi mette a disposizione della sua
amata città, tutto la sua professionalità, correttezza, esperienza giuridica,
per una rinascita del paese. È sostenuta da cinque liste. Auspica che,
“grazie al decentramento del potere
amministrativo e dei centri decisionali, possa rendersi più vera la partecipazione di tutti i cittadini alla
gestione del nostro Comune”.
Giovanna Magliano, prima donna in
corsa a Campagna per la poltrona più
ambita. All’inizio della campagna
elettorale era poco conosciuta, ora lo
è molto di più per la visibilità che sta
avendo in tutte le piazze e i salotti
elettorali della città. È stata catapultata dall’oggi al domani nell’agone
politico cittadino e non ha mai fatto
vita politica-sociale-culturale. Tutto
ciò, però, non la rende meno forte ri-
spetto agli altri quattro concorrenti. Ha
alle spalle uno schieramento politico ben
definito, quello di
centro-destra,
che
sembra essere unito,
forte e coeso. Ha deciso di candidarsi perché sollecitata e
perché pensa che la
situazione socio-economica di Campagna
sta degenerando in
modo inarrestabile e
occorre porre un riparo concreto.
“Sono garante di una
svolta politica, sono
l’unica novità nelle
elezioni di Campagna”. E ritiene inoltre
di poter sovvertire un
superato e vecchio modo di pensare e
cioè che la politica sia una cosa per
soli uomini.
“Sarò l’interprete delle vostre esigenze, se me ne darete l’opportunità.
Un sindaco deve essere una guida ai
Campagna. Biagio Luongo, la certezza di un
impegno che si rinnova
Biagio Luongo, 55 anni sposato e
padre di due figli. Laureato in Lingua
e Letteratura Straniera, insegna al
liceo socio-psico-pedagogico “Teresa Confalonieri” di Campagna. Dal
1983 in politica, è stato protagonista
di primo piano.
Sette sono le liste che lo sostengono e in merito alle alleanze, Biagio Luongo sostiene: “Chi non ha
rispettato i patti concordati cinque
anni fa, al momento del mio insediamento a Palazzo di Città, oggi è candidato contro di me. Dalla mia parte,
invece, quanti hanno lavorato al mio
fianco, ma anche molte nuove presenze, a dimostrazione di quanto sia
grande l’entusiasmo creatosi intorno ai nostri progetti, alle nostre
idee, al nostro programma, che ha
come obiettivo primario la crescita
sociale ed economica della città”.
Biagio Luongo, oggi milita nel Partito
Democratico, ma la sua storia politica parte da lontano ma è stato già
Pci – Pds - Ds.
Perché ha deciso di ricandidarsi?
“Perché è il primo dovere di un sindaco uscente. Mi ricandido per garantire la continuità e la stabilità
amministrativa alla città e per proseguire nel progetto iniziato con le
elezioni del 2003. Agli avversari dico
di distinguere il bene comune dal
desiderio di un’alternativa”.
Quale criterio ha regolato la
formazione delle liste?
“La partecipazione dei giovani e
delle donne, dagli studenti universitari, agli operai, ai liberi professionisti, per una città viva e dinamica”.
Se vince, continuerà a fare il sindaco
ogni giorno come il primo giorno.
Perché la politica è passione, è
amore. Se perde, si impegnerà ad essere propositivo e a condurre una
battaglia sulle idee avanzate in campagna elettorale, ad ascoltare e vigilare sull’attuazione del programma
del vincitore. “Resta sempre nelle
mie azioni, anche da sconfitto, la tutela dell’interesse esclusivo della
città”. Ai giovani dice di “puntare
sulla qualità professionale e sulla
meritocrazia”. Consegna una città
cambiata e pensa al jazz, allo sport e
ai luoghi recuperati,
come
l’impianto
sportivo di Quadrivio. Sono proprio i
giovani che devono
sfidare la politica
per costruire una
nuova
frontiera
della qualità. Una
città dentro il Mezzogiorno che sappia
liberarsi dalla visione
residuale,
dalla subalternità
alla politica. Luongo
punta sull’ambiente,
le tradizioni culturali e la valorizzazione turistica.
Ci sono “mille ragioni” per votarlo,
ha garantito stabilità di governo,
dopo anni di turbolenza amministrativa e di abbandono e si è impegnato per portare a Campagna oltre
40 milioni di euro con i quali ha risolto diversi problemi: acqua, fogne,
sicurezza, strade rurali, progetti nel
campo della solidarietà. Campagna
ha riavuto la Caserma della Forestale, la Porta del Parco dei Picentini, il 118, un ufficio distaccato della
Comunità Montana, oltre 120 opere
pubbliche, il superamento della baraccopoli post- terremoto, la costruzione di 120 alloggi popolari e
ancora.
MaOne
bisogni dei cittadini, non un dittatore,
che impone scelte politiche per accontentare pochi”.
Il suo programma prevede l’approvazione del Puc, il potenziamento
dell’area Pip per uno sviluppo del
commercio e dell’artigianato, la rivalutazione del turismo ambiente ed
enogastronomico, la risoluzione dei
problemi primari dei cittadini, la tutela della salute pubblica attraverso
la prevenzione delle malattie legate
all’inquinamento ambientale.
Il punto debole dei suoi avversari li
individua nell’essere tutti dei “vecchi politici” che hanno saputo creare
solo “aggregazioni finalizzate al risultato elettorale, in assoluto spregio
dei valori politici e delle ideologie di
appartenenza”. Ai giovani dice di
avere coraggio e fiducia nelle istituzioni e nella sua persona.
“In coerenza con la mia persona e
con la mia attività lavorativa, tutelerò
e garantirò i diritti inviolabili di ogni
membro della nostra città in tutte le
sedi, per la soddisfazione dei bisogni
primari e secondari”.
Mario Onesti
dalla prima
Le anime belle e
la memoria cor ta
Tradotto in soldini: “o tutto o
niente”.
Ma il vero obiettivo è quello di mantenere le mani libere per poter, poi,
inveire contro tutto e tutti.
Criticare Bossi e Belusconi scendendo in piazza con fischietti e slogan inneggianti alla resistenza e alla
democrazia da salvare.
Attaccare Di Pietro e Veltroni per
aver svenduto gli interessi della
classe operaia ai padroni del vapore.
Se i padri della Repubblica, i partigiani e gli stessi fascisti non avessero
avuto l’ardire di andare a votare
dopo il disastro della guerra, oggi
non saremmo uno stato democratico che è stato tollerante verso i
vinti e proiettato nel futuro invece
che rivolto a recriminare sul passato. E in quel tempo i motivi di repulsione contro chi aveva distrutto
una intera nazione e decimato intere generazioni c’erano eccome!
Oggi è impossibile alle anime belle
dalla memoria corta sottoporsi al
rito democratico del voto che, da
che mondo è mondo, è stato sempre la scelta del meno peggio o del
più prossimo alle idee del cittadino
elettore.
La critica più ingenerosa è quella,
qualunquista, di dire che “tanto sono
tutti uguali!”Mi ricorda tanto un’altra espressione in voga al tempo del
terrorismo delle “Brigate Rosse” e
dello “Stragismo Fascista”: “né con
IL FILO D’ARIANNA
a cura di Sara De Martino
Uno ringraziamento ai
nostri amici del Liceo
Scientifco
“E. Medi” di Battipaglia
Carissimi amici a nome di tutti gli
ospiti dell’ICATT vi dico che per
noi è stata un’opportunità costruire questa rappresentazione
teatrale insieme a voi.
Un grazie va a tutte le persone che
ci sono state vicine e che ci hanno
dato lo spazio per far si, che noi
raggiungessimo il nostro obiettivo.
Oggi come ieri e come domani vogliamo dirvi che ci sentiamo protagonisti come lo siete anche voi e
lo meritiamo. Ma tutto ciò è nato
dall’impegno, dalle perplessità che
avevate all’inizio e dalla possibilità
che avete dato di conoscerci. Ed è
a questo punto che ci siamo confrontati è da qui che è iniziato il
nostro percorso con voi. In questi
quattro mesi di prove ci avete
fatto emergere di più la voglia di
farcela. Siamo arrivati alla fine e
sentiamo di dirvi che non è stato
inutile stare insieme a voi, anzi
questa esperienza rimarrà sempre
con noi, perchè ci avete intinto
con colori di lucida speranza. Ci
avete insegnato a ritrovare i valori,
attraverso il confronto, e la fiducia
in noi stessi, ma soprattutto il coraggio di esternarli. E noi vi promettiamo che li difenderemo.
Perché non dimenticheremo mai
le emozioni che abbiamo condiviso insieme. Come dire…Ormai
questo percorso ci ha già presi.
Ormai ci siamo, abbiamo una
nuova partenza. Grazie di tutto.
Marco Giannone
lo stato, né con l’antistato.”
In mezzo c’erano i cittadini, i giudici
e le forze dell’ordine che morivano
in nome dello stato messo sotto
scacco, prima che dagli assaltatori,
dall’indifferenza dei “maitre a penser”. Oggi, dopo decenni di imprecazioni contro la frammentazione
della rappresentanza politica in decine di partitini, ci troviamo di fronte
ad una semplificazione del quadro
politico dovuto ad una scelta fatta
da Water Veltroni, cui è seguita una
ulteriore semplificazione voluta da
Silvio Berlusconi. Per quanto i programmi possano somigliarsi o sovrapporsi, c’è molta differenza tra i
due schieramenti. È difficile non trovare, da una parte e dall’altra, un
motivo per votarli e fare lo sforzo
di recarsi alle urne. Fosse anche solo
per dare la spallata definitiva alla
frammentazione che tanti danni ha
provocato alla credibilità delle istituzioni. Anche per essere coerenti,
ci vuole un po’ di coraggio…
Bartolo Scandizzo
Agropoli
N°14 18 aprile 2008
5
Il primo Borsino turistico e nautico
itinerante approda nel Cilento
Dal 19 al 24 aprile 2008 AYT Yachting & Tours e la Parrexi srl
sono lieti di annunciare il primo
borsino turistico e nautico itinerante nel Cilento.
L’evento è rivolto allo sviluppo del
territorio, alle realtà enogastronomiche locali e alla conoscenza di
nuovi itinerari partendo dalla Costiera amalfitana e sorrentina fino a
quella cilentana.
Grazie al “Club dei Velieri del Mediterraneo” giovane società che ha
le sue origini a Maratea, approderanno nel Cilento straordinari velieri “caicco”, imbarcazioni di
circa 27 metri che porteranno in visita ospiti e tour operator partendo
il 19 aprile 2008 dalla marina di
Castellammare di Stabia, passando
per Capri, Vico Equense, Sorrento,
Massa Lubrense per poi arrivare nel
Parco del Cilento.
Gli ospiti dei caicchi approderanno
nel porto di Agropoli la sera del 21
aprile, visiteranno Paestum, per poi
proseguire verso Acciaroli e Palinuro.
Il programma educational che avrà
tenzione verso le zone costiere del
Cilento.
Questa giovane società mette a disposizione escursioni speciali a
bordo, di barche a vela di 15 m o a
bordo di velieri caicchi di 20 m, con
destinazione Isole Eolie, Pontine,
Egadi e Costiera amalfitana, il tutto
nel massimo confort, offrendo la
possibilità di avere, non solo una vacanza speciale ma anche di organizzare eventi e matrimoni.
Daniela De Martino
come locations le costiere amalfitane sorrentine e cilentane, rivolto ad agenti esteri e operatori
del settore e sarà articolato tra
workshop, escursioni a terra, e
varie attività tutte rivolte alla
conoscenza dei luoghi e soprattutto, con questo primo borsino
la Parrexi srl ci tiene a raggiungere l’obiettivo di attirare l’at-
Il mercato nero degli esami universitari
Mio figlio ha preso trenta. Il professore tremila...euro
Non è la prima volta che si sente parlare, nella nostra beneamata repubblica, di mercimonio degli esami. (Sia
ben chiaro che questo episodio si riferisce solamente ad alcuni professori
di una sola Università italiana.) Anzi
dei risultati degli esami. Nel lontano
’68, sissignori, proprio l’anno della
contestazione, allorquando esisteva il
voto politico, io avevo quasi finito gli
studi universitari. Alla veneranda età
di ventisette anni mi sono laureato in
lettere moderne presso l’Università
Federico II di Napoli. Ho fatto ventuno esami, tutti superati con le mie
forze e le mie capacità. Solo in uno mi
hanno fatto raccomandare. Anzi, per
essere più precisi, siccome l’esame
era un poco difficile, qualcuno si è offerto per raccomandarmi all’assistente di un assistente.
Mi hanno bocciato ben due volte. E
per questa raccomandazione mi sono
laureato con due sessioni di ritardo.
Unica attenuante era il fatto che ero
uno studente lavoratore che di
giorno lavorava per produrre e vendere mozzarelle (di quelle genuine,
senza diossina, come si dice adesso
per moralizzare la vita pubblica con
delle bufale che non hanno niente a
che vedere con quelle che producono il buon latte nella Piana del
Sele.) [ndr]
Anzi oggi a pranzo ho mangiato come
primo e secondo una ottima mozzarella prodotta in quel di Paestum, in
una policroma caprese). Ma qui, cari
lettori, non vi voglio parlare di mozzarelle, ma solo di scamorze. Studenti
che per superare un esame all’università tal dei tali devono sborsare
una cifra che va dai cinquecento euro
ed arriva fino ai tremila euro. Insomma il facoltoso papà di novelli e
ignoranti, nonché fannulloni “bamboccioni” deve pagare il professore
per chiudere un occhio (anzi tutti e
due) sull’ignoranza abissale del proprio figlio. Gli esami venduti, pensate,
potrebbero addirittura essere quotati
in borsa. DIRITTO (cioè che l’esito
positivo non va storto): 3.000; ECONOMIA quella che non fa il genitore
per corrompere il professore disonesto): 2.500. STATISTICA per vedere
che percentuali hanno le lauree comperate): 2.000; SCIENZE DELLE
COMUNICAZIONI (per far sapere
quanto costa sotto banco un esame
comperato): 1.000; ESAME COMPLEMENTARE il più semplice): 500.
Offerta speciale: fai tre paghi due.
Ogni due esami universitari comperati, uno in omaggio. Inoltre, il pagamento degli esami, essendo una
contrattazione illegale, illegittima ed
immorale, è anche esente da ricevuta
fiscale, fattura ed IVA in genere. Meno
male che questo fenomeno è molto
circoscritto. Fortunatamente questi
scempi della cultura, ridotti solo a titoli accademici fatui, senza valore morale, nonché di doti per esercitare
una qualsiasi professione, vengono di
solito a galla. Ed allora con chi bisogna prendersela?
Con gli studenti deficienti e fannulloni,
ed incoscienti di intraprendere una
qualsiasi formazione professionale
con una truffa meschina, coi professori che per quattro soldi vendono la
propria dignità professionale, venendo meno ad uno dei principi fondamentali
dell’educatore,
corresponsabili degli errori che essi
possono commettere (da medici, da
commercialisti, da legali, tra docenti,
da semplici impiegati o dirigenti) causando danni se non addirittura processi negativi irreversibili su persone
che si rivolgono a loro certamente
per questioninon piacevoli.
Ed allora, considerato che dopo tanti
decenni non si è riusciti a prevenire,
bisogna drasticamente reprimere.
Primo: i docenti che praticano questo
mercimonio di titoli fasulli che danneggiano irrimediabilmente la società.
Secondo: i discenti, che permettono
ai loro papà di sborsare somme di danaro per corrompere un dipendente
dello stato a dir poco disonesto.
Terzo: il papà consenziente a questo
misfatto. Avrà un figlio imbecille, defi-
ciente, fannullone, inadatto persino a
fare il lustrascarpe perché non sa discernere la scarpa sinistra da quella
destra, ma un figlio con un titolo di
dottore. Dottor TAL DEI TALI. Cioè
suo figlio. Che è anche il maggiore responsabile, come i clienti delle prostitute. Il figlio imbecille di un padre
imbecille, che vive nella illegalità e
crea i presupposti affinché anche il figlio possa vivere nella illegalità. Forse
nella politica. Forse in qualche ospedale. Forse nell’amministrazione pubblica. Forse nella giustizia. Ed allora ti
poni il problema se puoi fare la domanda: “Quando ha preso tuo figlio
all’esame di diritto?” “Trenta e lode!”
– ti risponderà il genitore orgoglioso
di un figlio fannullone e deficiente –
“Trenta e lode!” “ Ed il professore?” “
Solo tremila. IVAinclusa!” … e poi
non lamentiamoci se l’Italia, una volta
ai primi posti nella cultura nel mondo,
adesso si trova al trentaseiesimo
posto, oramai già superata per cultura
a molti paesi del cosiddetto terzo
mondo…
Catello Nastro
Alfieri. Avanti con
nuove iniziative
Dalla sua elezione, il sindaco di
Agropoli, Franco Alfieri, si è dato
da fare per migliorare le condizioni
di vita di Agropoli. Tutt’ora, appoggiato anche dai vari assessori, sta
dando vita ad una serie di iniziative
che valorizzeranno ancora di più
questa cittadina.
La prima riguarda il finanziamento
di otto milioni di euro che è riuscito ad ottenere per il “Porto di
Agropoli”. Tale finanziamento permetterà di realizzare opere importanti che rilanceranno con
forza le attività legate al porto, uno
dei settori più importanti per
l’economia e lo sviluppo di Agropoli. “È un grande successo per l’
‘Amministrazione Comunale’, ha
dichiarato il sindaco, “che ha individuato quale priorità per lo sviluppo turistico della città di
Agropoli il rilancio del ruolo del
porto”. La seconda, guidata anche
dall’assessore Coccaro, concerne i
corsi di inglese ed informatica di
base che inizieranno a breve
presso l’Ufficio Informagiovani di
Agropoli gratuitamente. La terza
interessa l’urbanistica di Agropoli
in quanto il comune della stessa ha
adottato il “Piano del Colore”
per il Centro storico, uno strumento fondamentale nell’ottica
della riqualificazione urbanistica
della città. Questo piano stabilisce
una serie di linee guida in grado di
informare gli interventi di manutenzione, di restauro e di ristrutturazione degli esterni degli edifici
di interesse storico oltre prevedere la possibilità di accedere ad
agevolazioni finanziarie. L’ultima
iniziativa (non per importanza) riguarda proprio il comune di Agropoli che è entrato a far parte dell’
“Unione dei Comuni dell’Alto Cilento” e che garantirà alla città un
ruolo ancora più importante dato
che sarà il punto di riferimento dei
Comuni limitrofi. Questo progetto
è stato ritenuto dal sindaco molto
importante, infatti consentirà l’avvio ad un dialogo costruttivo con i
Comuni vicini e garantirà l’attivazione di processi necessari ad una
innovativa modalità di governo, in
grado di coordinare singole progettualità a finalità di valenza “sovracomunale”.
Luca Pisani
6
a
Altavilla-Albanella
N°14 18 aprile 2008
Settimana straordinaria dei controlli per la bufala
Consalvo “non drammatizzare”. Bellelli “attenzione agli imbrogli”
Ogni caseificio già si fa “tracciare” da
un laboratorio di fiducia. Nessuno ha
preso sotto gamba l’onda che è arrivata
da altre parti della regione. Si muove
l’organizzazione che li riunisce, il consorzio «Ecomed», che riunisce una ventina di caseifici dei comuni della Piana
del Sele. “La nostra mozzarella è sana
perché il nostro latte viene tutto da allevamenti locali di consolidata tradizione
di serietà - commenta Gennaro D’Alessio, ideatore della cooperativa “Rivabianca” che ha razionalizzato, unendoli,
una decina di allevamenti singoli e si è
poi dotata di un caseificio proprio siamo pronti a dimostrarlo in ogni
modo”. I campioni, prelevati, sonoinviati – fanno sapere all’Ecomed - a un
laboratorio di analisi privato di Salerno
che, per l’esame specifico sull’eventuale
presenza di diossine, affiderà i campioni
ad uno dei più importanti centri di analisi d’Europa, con sede ad Amsterdam.
L’iniziativa, finanziata a spese degli associati del consorzio, mira a rassicurare
i consumatori sulla salubrità dei derivati
dal latte di bufala. Quasi tutti produttori
della Piana del Sele hanno deciso di
esporre, nei punti vendita, i risultati delle
analisi effettuate durante le scorse settimane sui prodotti. A Ponte Barizzo, nel
comune di Capaccio, e ad Altavilla Silentina al lavoro, da tempo, è la trevigiana Chelab, che lavora con i marchi
più importanti. “Il doppio controllo che
abbiamo introdotto, che si sovrapporrà a
quello ufficiale, lo abbiamo voluto come
garanzia per il nostro lavoro e per i consumatori”, dice Alessandro Di Masi,
proprietario di uno dei caseifici di Ecomed. E’ questa la strategia per dominare
la paura e la sindrome del cane che si azzanna la coda: si vende poca mozzarella,
non si ritira il latte dagli allevatori e tutta
la filiera va sotto scacco. O che partano
iniziative avventurose basate su riduzioni di prezzi. Il calo delle vendite nel
mercato regionale è nella media del periodo.
LE ANALISI PUBBLICHE
Una squadra composta da veterinari e
dalla prima
Paestum: III Salone della
Mozzarella di Bufala
tutti gli Enti pubblici, dal Ministero delle
Politiche Agricole, all’Assessorato Regionale all’Agricoltura, alle Province e ai Comuni interessati, diano il loro apporto
per il rilancio delle produzioni casearie,
soprattutto attraverso una massiccia
campagna di informazione. Da quest’anno la manifestazione sarà a cura
della Federazione Nazionale Giovani di
Unimpresa, che ho l’onore di presiedere.
Unimpresa, come organizzazione nazionale, consentirà una diffusione maggiore dell’evento e, con esso, del
messaggio di qualità dell’ agroalimentare nostrano e della salubrità del nostro territorio, perché saranno coinvolte
tutte le sedi territoriali di Unimpresa localizzate nell’intera penisola. Sarà l’occasione per presentare le due nuove
federazioni nazionali “Turismo Innovativo” ed “Export Service”, aderenti al sistema Unimpresa, Durante il salone vi
sarà la firma di un protocollo d’intesa
tra Paolo Longobardi, Presidente di
Unimpresa, e l’Alto Commissario Governativo per la lotta alla contraffazione
Giovanni Kessler. Oltre agli spazi espositivi, ci saranno la sezione delle preparazioni culinarie e degustazioni
tecniche, curate da noti chef e famosi
sommeliers dell’AIS, un percorso fotografico dedicato ai miti della tavola italiana e alla dieta mediterranea ed
un’area dedicata alle contrattazioni
economiche con la presenza di un folto
gruppo di buyers provenienti in prevalenza da Russia e paesi del nord Europa.
Negli stessi giorni partirà anche il pro-
getto, che poi proseguirà fino ad ottobre, dal titolo “Le Strade della Mozzarella”, un itinerario turistico che
partendo da Paestum, si snoda tra la
Piana del Sele ed il Parco Nazionale del
Cilento, a sud della Provincia di Salerno.
Esso fornirà ai visitatori tutti i servizi di
ospitalità e di transfer, con visite nei caseifici del territorio e esperienze enogastronomiche uniche, alla scoperta di
tradizioni contadine e di una cucina capace di esprimere sapori casalinghi,
materie prime d’eccellenza, in un percorso che mira a far conoscere quest’area geografica nella complessità dei
suoi elementi umani, culturali, storici ed
archeologici. L’edizione di quest’anno
dunque, ancora più delle precedenti,
andrà a strutturare un’offerta integrata
dei prodotti tipici locali e dei beni culturali, ambientali e turistici. In questo contesto si inserisce la partnership con il
consorzio degli operatori turistici “Paestum In”, impegnati a loro volta nella
valorizzazione del territorio, e l’inserimento del “Salone della Mozzarella “
nell’ambizioso progetto voluto dal Presidente della Provincia Angelo Villani e
dall’Assessore provinciale all’agricoltura
Corrado Martinangelo, dal titolo “Itinerari Mediterranei – Arte, saperi e sapori
di qualità”, un percorso itinerante tra gli
attrattori culturali, le risorse ambientali,
i prodotti tipici di qualità, il folklore e
l’archeologia della Provincia di Salerno.
Donato Ciociola
Presidente Nazionale di Unimpresa
Giovani – Direttore Salone MBC
carabinieri dei Nas preleverà i campioni
negli allevamenti. Sotto il coordinamento dell’Istituto zooprofilattico di
Portici i flaconi di latte saranno successivamente inviati ai laboratori di Porto
Marghera, Bologna, Teramo ed infine
Amburgo. I tedeschi pur avendo le attrezzature più moderne e le metodiche
più accurate hanno sbaragliato la concorrenza chiedendo un compenso che è
la metà rispetto a quello delle altre strutture. Entro il 25 aprile tutti i risultati saranno a disposizione delle autorità
europee. Si ridimensiona anche l’allarmismo sulla possibile deficienza di latte
locale nei caseifici. Le stesse partite di
latte soggetto a controllo, in attesa dei risultati, potranno essere trasformati in caciocavalli. Per il momento non è stata
ravvisata la necessità di avere, a Salerno,
un centro di stoccaggio pubblico del
latte. “Il problema potrà riguardare solo
qualche piccolo impianto di trasformazione che lavora il latte proveniente da
pochi allevamenti. I più grandi – racconta Ettore Bellelli, allevatore di Capaccio – hanno un consolidato sistema
di mutuo soccorso. Chi ha eccedenze di
latte, da sempre, lo presta a chi ha problemi opposti”. C’è ottimismo, quindi,
sulla possibilità di ridurre al minimo i
disagi. Aiuta anche la forte riduzione
della capacità d’assorbimento dei mercati. D’altra parte, da diversi mesi, quasi
tutti gli allevamenti si sono dovuti adeguare a tecniche di riduzione della produzione di latte, attuata soprattutto con
la pratica dell’unica mungitura in una
giornata. “Sono ottimista sulla possibilità riprendere in fretta le quote di mercato perse. I nostri caseifici hanno –
aggiunge Bellelli - tutti un forte rapporto
di fiducia con i propri consumatori. Qui
più che il marchio della dop vale il loro
nome”.
Anche nel salernitano, come è avvenuto
già a Caserta, si procederà, in collaborazione con il personale dell’Arpac, a
prelevare campioni di terreni coltivati a
mais ed anche dei mangimi utilizzati
negli allevamenti. Ma da queste parti
non vengono segnalati gli episodi di incendi incontrollati di materie plastiche
vicino agli allevamenti, il massimo pericolo per la diffusione delle diossine.
Nessuna preoccupazione c’è invece per
la combustione accidentale di fienili che
comunque ha interessato sostanze di
tipo organico. Per i rimborsi per i danni,
si attende anche da noi una stima più
puntuale, che sarà anch’essa affidata ai
servizi veterinari delle Asl. “Ora mettiamo al bando ed ogni recriminazione
per fare in modo che i caseifici ritirino e
trasformino tutto il latte”, chiede Tonino
Orlotti, allevatore di Agrisviluppo.
“Nessuno pensi di fare il furbo, ora è necessario assicurare il massimo della trasparenza. Attenzione ai meccanismi
truffaldini in agguato, non vorrei che
qualcuno pensasse di far aumentare in
questi giorni il latte, ma solo sulla carta”,
aggiunge ancora Ettore Bellelli.
Oreste Mottola
Per Enrico Antico,
il cantore del
mondo contadino
di Oreste Mottola
“Mio padre disse
che i libri costavano troppo”, Enrico Antico, era di
Terzerie di Tempalta e gli studi li
aveva dovuti interrompere alla terza
avviamento. Aveva
poi lavorato sulle
strade come cantoniere per poi passare prima all’archivio della
Provincia ed alla Biblioteca Provinciale. Riprese in mano i libri e da
solo compì uno straordinario percorso di formazione culturale. Lo
conobbi scrivendo, su suo suggerimento, un articolo sulla montagna
di Roccadaspide in molte parti
“privatizzata” e recintata col filo
spinato. Enrico Antico era così, un
personaggio che univa la mitezza di
carattere alla capacità d’indignarsi
per questa nostra terra dove si fa
tutto per somigliare non alla Toscana della cultura, del turismo e
delle produzioni agricole di qualità
ma alla Palestina dell’eterna guerra
tra arabi ed israeliani per un fazzoletto di terra in più o in meno. Da
quattro anni Enrico non è più fra
di noi. Un infarto lo tolse alla sua
famiglia ed interruppe la coltivazione dei buoni frutti della sua produzione culturale.
Ci manca quell’ultimo cantore di
una civiltà rurale che (senza scomodare Pasolini) è scomparsa. Attenzione, lui non era tra coloro
che la rimpiangeva e basta. Sapeva
individuarne le arretratezze e le ingiustizie. Faceva rivivere Bastiano il
brigante, i carrettieri, le fontane
che dissetavano animali e persone,
come i vecchi attrezzi per tirare
l’acqua dai pozzi o per fare il vino.
Indimenticabile è il racconto delle
“paranze”, le squadre dei contadini che da Roccadaspide andavano
a mietere il grano nella Piana del
Sele. Scriveva a mano, si faceva poi
revisionare il testo da qualche professore di sua fiducia e poi li batteva con la macchina da scrivere.
C’era in lui la fatica e l’umiltà del
contadino. Soffriva per l’aria di superiorità e noncuranza con la
quale vedeva accolti i suoi scritti da
alcuni saccenti, soprattutto del suo
paese. Non gli riconoscevano i
passi da gigante che aveva compiuto, da vero autodidatta. Nei suoi
libri, ricordo “La canestra”, e negli
articoli pubblicati dal periodico locale “Il Corriere a sud di Salerno”
dove ricostruiva personaggi, abitudini di lavoro e luoghi ormai scomparsi da tempo.
Economia
N°14 18 aprile 2008
Federico Pagano, Dir. Gen. Asl Sa2
La Campania risorge al
Vinitaly e al SOL 2008
Oltre settanta mila i visitatori hanno
“attraversato” la Tenso B Campania
per ammirare, nasi all’insù, l’allestimento disegnato da Gae Aulenti,
l’architetto friulano di fama internazionale che per la prima volta nella
sua lunga e prestigiosa carriera ha
firmato un padiglione fieristico.Tanti
i curiosi attratti dalla novità della
scenografica piazza con il “paesaggio
agrario capovolto”, ma altrettanti gli
operatori nazionali ed esteri intervenuti per conoscere e degustare i
vini delle cinque province campane.
Delle duemila aziende attive in
Campania, 250 hanno un marchio di
produzione proprio e la qualità si attesta su livelli medio alti. Sono 70 le
aziende che sono nate negli ultimi
tre anni e il vino campano è secondo solo al pomodoro nella classifica dell’export regionale. Di rilievo
anche i dati sulla quantità con circa
4 milioni di ettolitri prodotti di cui
oltre la metà di livello alto. I numeri
parlano da soli: 30.000 ettari di vigneto impegnati, 2 milioni di ettolitri di produzione annua a fronte di
un consumo pari al doppio, 250
aziende imbottigliatrici che lavorano
con proprio marchio, il 35 per cento
in più rispetto a tre anni fa, di cui 15
con più di un milione di bottiglie
l’anno, 3 vini a Denominazione di
Origine Controllata e Garantita, 18
Doc, 9 a Indicazione Geografica Tipica, 4 Consorzi di tutela (Vini Doc
Samnium, vini dell’Irpinia, vini dei
Campi Flegrei,Asprinio d’Aversa, Falerno e Galluccio). Ma non è tutto:
tra il 2005 e il 2008, seguendo il positivo trend nazionale, le esportazioni della Campania sono cresciute
e si aprono importanti spazi di penetrazione nei mercati internazionali. Si fanno strada anche il
Pallagrello bianco della provincia di
Caserta e in generale tutti gli autoctoni della Campania, che non a
caso, con i suoi 100 vitigni tradizionali, si conferma la regione con il patrimonio varietale più ricco e
numeroso.Tradizione e sperimentazione dunque ancora una volta caratterizzano la Campania del vino:
grandi classici, ma anche capacità di
innovare ed osare la confermano la
regione più creativa e dinamica dell’Italia del vino.In concomitanza con
il Vinitaly si è svolta l’edizione del Salone Internazionale dell’Olio Extravergine di Qualità, in apertura del
Salone sono stati consegnati, alle
aziende vincitrici, i riconoscimenti
del VI Concorso Oleario Internazionale “Sol D’Oro 2008” le cui selezioni si sono svolte nei giorni
scorsi. Il Concorso premia gli oli extravergine nazionali e internazionali
più meritevoli per la qualità espressa
nell’annata fra quelli in lizza provenienti da quindici regioni italiane e
da sei Paesi esteri. Tre le categorie:
fruttato leggero, medio e intenso. Il
Cile, l’anno scorso, aveva battuto
l’Italia conquistando il premio fruttato leggero. Ad aggiudicarsi i primi
premi, il Sol d’Oro, quest’anno sono
invece tutte aziende italiane: siciliane, laziali e calabresi. La Campania
con Terre Stregate di Guardia Sanframondi, in provincia di Benevento,
la Società Cooperativa La Torretta
di Battipaglia e l’Azienda Agricola
Marino di Bellizzi, in provincia di Salerno, si aggiudica tre Gran Menzioni, di cui una nella categoria
Fruttato medio e due in quella Fruttato intenso. SOL rappresenta per le
aziende del settore oleario l’opportunità di mettere in evidenza i propri prodotti e novità mentre, per il
pubblico, propone degustazioni guidate, short stage e convegni per la
diffusione della cultura dell’olio di
qualità.
Al Vinitaly, Verona, la storia d’amore
con il vino e l’olio…continua.
Vito Buccella
AVVISO DI CONVOCAZIONE
DI ASSEMBLEA ORDINARIA
L’Assemblea Ordinaria dei Soci della
Banca di Credito Cooperativo di
Aquara è indetta in prima convocazione per il 27.04.08, alle ore 7,00, nei
locali del Ristorante LA VIGNA – loc. Tempalta – Roccadaspide (SA) e
qualora nel suddetto giorno non si raggiungesse il numero legale prescritto
per la valida costituzione dell’assemblea, in seconda convocazione, il giorno
Venerdì 9 maggio 2008 - ore 19,00
negli stessi locali, per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno:
1. bilancio al 31.12.2007 : deliberazioni inerenti e conseguenti; 2. determinazione del fido massimo diretto e indiretto concedibile a ciascun obbligato; 3. determinazione del sovrapprezzo per l’acquisto di azioni da parte
di nuovi soci; 4. ratifica delle delibere del CdA concernenti fidi oltre il limite assembleare.
Aquara,lì 01.04.2008
Per il Consiglio di Amministrazione
Il Presidente
Luigi Scorziello
7
La Bcc di Aquara cerca personale
La Banca di Credito Cooperativo di Aquara – Società Cooperativa per Azioni – con sede in AQUARA (SA) alla Via
Garibaldi,5, con l’assistenza della PRAXI s.p.a. (Società accreditata per tale attività con autorizzazione MLPS
13/1/0017771), in attuazione di quanto disposto dal Consiglio di Amministrazione della Banca, indìce una
SELEZIONE
finalizzata all’inserimento di 2 GIOVANI LAUREATI da assumere con CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO
REQUISITI DI AMMISSIONE
Possono partecipare alla selezione i giovani nati dal 24 Aprile 1975 al 23 aprile 1990 che alla data di scadenza per
la presentazione della domanda di partecipazione risultino in possesso dei seguenti requisiti:
1)essere residenti da almeno tre mesi alla data di pubblicazione del bando in uno dei seguenti Comuni: Senerchia,
Albanella, Aquara, Capaccio, Castel San Lorenzo, Castelcivita, Colliano, Contursi Terme, Eboli, Felitto, Giungano,
Oliveto Citra, Ottati, Palomonte, Roccadaspide, Trentinara, Valva;
2)aver conseguito: “laurea specialistica” (LS), ora denominata “laurea magistrale” (LM), ai sensi dell’art. 3 del decreto ministeriale 22 ottobre 2004, n. 270, appartenente ad una delle seguenti classi: finanza (19-S/16-M); scienze
dell’economia (64-S/56-M); scienze economico aziendali (84-S/77-M); giurisprudenza (22-S);
3)“diploma di laurea” (DL), conseguito secondo il vecchio ordinamento, in economia, giurisprudenza ed equipollenti,
ovvero altro diploma di laurea la cui equiparazione alle su elencate classi di lauree specialistiche è determinata dal
Decreto Interministeriale del 05 maggio 2004, n. 270, pubblicato nella G. U. del 21 agosto 2004 n. 196. Si ritengono
equipollenti a quelli sopra indicati anche i titoli di studio conseguiti all’estero riconosciuti secondo le vigenti disposizioni. Sarà cura del candidato dimostrare la suddetta equipollenza mediante le indicazione degli estremi del provvedimento; godere dei diritti civili e politici; non essere stato condannato con sentenza di primo grado per delitti non
colposi o per delitti riguardanti l’appartenenza a gruppi eversivi o di criminalità organizzata; non avere in essere,
situazioni in contenzioso con la Banca.
I requisiti di ammissione di cui ai punti a,b,c,d,e dovranno essere mantenuti sino all’assunzione.
PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE
La domanda di partecipazione deve pervenire entro e non oltre il 23 APRILE 2008 e deve essere inoltrata esclusivamente tramite fax, al numero 081-5519943, o a mezzo posta prioritaria ovvero consegnata a mano a:
PRAXI S.p.A. – Via G. Melisurgo,4 80133 NAPOLI,
società incaricata della ricezione e trattamento dei dati forniti dai candidati.
La società PRAXI S.p.A. non assume alcuna responsabilità per la mancata ricezione delle domande dovuta a disguidi postali, ovvero per altre cause ad essa non imputabili.
Le domande pervenute con modalità diverse da quelle sopra indicate ovvero oltre il termine sopra stabilito non saranno prese in considerazione: la tempestività delle domande è accertata esclusivamente dal protocollo della Società
PRAXI S.p.A. La domanda deve essere redatta in carta semplice, in forma di autocertificazione ai sensi del DPR
445/00 ed esclusivamente secondo il modello di seguito riportato e disponibile sul sito della Praxi S.p.A.
WWW.PRAXI.COM in corrispondenza della selezione BCC Aquara (Rif. SG80255), attenendosi scrupolosamente
alle istruzioni riportate in calce al modello stesso; firmata per esteso dal richiedente e necessariamente in forma autografa. Alla domanda dovrà essere allegata fotocopia di un documento d’identità in corso di validità.
L’eventuale falsa attestazione di requisiti comporterà l’automatica esclusione del candidato, in qualsiasi fase della
selezione.
PROCEDURE SELETTIVE
Dopo la verifica del possesso dei requisiti d’ammissione, i candidati saranno convocati per sostenere la prima fase
di selezione, consistente nella somministrazione di test psico-attitudinali.
Al termine della prova, sarà redatta una prima graduatoria preliminare unica che consenta ai candidati che avranno
superato la stessa, fino ad un numero massimo di venticinque, di effettuare una seconda fase di selezione, consistente in un Assessment di approfondimento per la verifica degli aspetti motivazionali e della complessiva validità
della candidatura rispetto al profilo professionale di destinazione.
In questa fase sarà richiesta ai candidati la trasmissione alla Praxi S.p.A. di un dettagliato Curriculum Vitae in cui
dovranno essere fornite le informazioni ritenute utili ai fini della valutazione delle candidature.
Al termine della fase di approfondimento sarà comunicato alla BCC committente una graduatoria finale unica di cui
la Banca disporrà a suo insindacabile giudizio e che sarà utilizzata per l’inserimento dei due candidati idonei a ricoprire le posizioni ricercate.
Nella graduatoria finale unica in caso di parità di punteggio risulterà requisito preferenziale ai fini dell’assunzione
l’essere socio e/o figlio di socio della BCC di Aquara.
L’eventuale mancata partecipazione del candidato ad una delle prove, per irreperibilità o per qualsiasi altro motivo,
ivi incluse le cause di forza maggiore, ne comporterà l’esclusione dalla selezione. Successivamente all’inserimento
in azienda, ai due neo assunti sarà erogato un percorso formativo di natura tecnico-organizzativa.
La Banca si riserva la facoltà di annullare l’intera procedura di selezione, qualora ne riscontrasse la necessità.
TIPOLOGIA DI CONTRATTO
Saranno esclusi dalla graduatoria i candidati che, alla data di assunzione non saranno in possesso di I candidati aventi
diritto saranno assunti secondo il CCNL delle BCC con contratto a Tempo Determinato per un periodo di 6 mesi ai
sensi della normativa vigente.
La sede di lavoro sarà assegnata dal datore di lavoro nell’ambito delle proprie filiali sul territorio di competenza
operativa. All’atto della stipula del contratto gli interessati dovranno presentare: originali dei titoli dichiarati o copia
autentica nei modi di legge; certificato generale del casellario giudiziario: ogni altra documentazione necessaria all’assunzione in conformità al C.C.N.L. di categoria e richiesta dalla Banca di Credito Cooperativo di Aquara in qualità di datore di lavoro.
TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI E PARITÀ DI TRATTAMENTO
Ai sensi dell’art.13 del D.Lgs.30 giugno 2003, n°196, i dati personali forniti dai richiedenti saranno raccolti per le
finalità della procedura di selezione e per la formazione di eventuali ulteriori atti allo stesso connessi, anche con
l’uso di procedure informatizzate, nei modi e limiti necessari per perseguire tali finalità.
Il conferimento di tali dati è obbligatorio ai fini della valutazione dei requisiti necessari per l’ammissione. Le medesime informazioni potranno essere comunicate unicamente agli enti o società direttamente interessati allo svolgimento del progetto. In adempimento alle leggi 903/77 e 125/91, il processo di selezione sarà condotto nel rispetto
delle pari opportunità tra lavoratrici e lavoratori.
Aquara, 25 Marzo 2008
Il Direttore Antonio Marino
Cilento
8
Impronte...
N°14 18 aprile 2008
Storie di cilentani a Salerno
Maurizio Montoro e la sua maniera di guardare in alto
Les Brown dice : “Mirate alla luna.
Anche se la mancate, atterrerete
sulle stelle”.
Vivere, nella sua accezione più vera
ed efficace, vuol dire crescere e crescere, nel suo significato pieno,
vuol dire sfruttare al massimo le
proprie potenzialità.
C’è chi fa bene a non accontentarsi,
c’è chi ha dato una finalità più vasta
ai propri gesti quotidiani e ha provato a coltivare i sogni che ha sempre vagheggiato. C’è chi assume un
ruolo attivo nella propria esistenza
e non vuole, dunque, essere un semplice spettatore. Questi è senz’ altro
il personaggio Maurizio Montoro,
dottore commercialista e… molto di
più.
Originario di Vallo della Lucania,
persona solare, di bella presenza
(tant’è che, sorridendo, ammette di
essere spesso scambiato per il fidanzato di sua figlia Rossella), oltre
ad avere spiccate capacità relazionali, a soli quarantanove anni vanta
un curriculum vitae di tutto rispetto
perché il suo motto è… guardare
lontano.
E’ uno di quei dottori commercialisti che non mettono il naso fuori
dal loro ufficio?
Direi di sì, lavoro mediamente dodici o quattordici ore al giorno. Occorre
maturare
esperienza,
diversamente non sarebbe possibile
gestire incarichi e nomine…
Naturalmente non si riferisce soltanto alla sua professione…
No, non solo. Esercito la profes-
sione di dottore commercialista da
ben venticinque anni, con due studi
di riferimento, la “Montoro & Partners”, sia a Salerno che a Roma.
Per sette anni, sono stato docente in
Finanza aziendale presso l’Università degli Studi di Salerno, poi ho
smesso, per dedicarmi ancor più all’attività professionale. Per intenderci, oggi presto consulenza presso
aziende medio-grandi e mi occupo
di procedure fallimentari e societarie. Ho fondato la “Montoro & Partners”
sull’attività
di
coordinamento, controllo e delega.
Da maggio 2007, sono stato nominato vicepresidente della “Banca di
Salerno-Credito Cooperativo” la
quale ha filiali tra Salerno e provincia.
Che cosa significa per lei gestire
una banca?
Gestire una banca non è un’ impresa
facile. Direi che è davvero un’ esperienza forte e corroborante nel contempo: ti permette di affinare le tue
potenzialità e maturare il tuo percorso di carriera professionale. Intanto
sono
particolarmente
soddisfatto poiché il Consiglio di
Amministrazione della banca ha redatto un bilancio più che positivo
già a partire dal 2006.
Il suoi migliori pregi e i suoi difetti,
i più evidenti?
Per quanto riguarda i pregi, penso
siano la capacità di analisi e sintesi
insieme: come dicevano gli antichi
greci, si ha bisogno di tesi, antitesi e
sintesi. Mi piace mettermi in discussione e amo relazionarmi con il
personale. Per quanto riguarda i difetti, talvolta sono irascibile e impulsivo, perché in realtà sono un
perfezionista.
Si è mai interessato di politica?
Giuseppe Bisogno: “La mia missione è far
conoscere ai salernitani la gastronomia cilentana”
Saggezza di un sommelier: “Mi ha
sempre affascinato il bere consapevole” “In vino veritas”, dicevano
i latini! Ed è vero, quando si è un
po’ alticci, i freni inibitori si allentano e si dicono cose altrimenti taciute: recondite verità.
Nel percorso della vita ciascuno di
noi cerca di scoprire l’orizzonte
verso cui dirigersi per trovare la
dimensione giusta onde realizzarsi,
per essere quella verità che si è
scoperta. Giuseppe Bisogno, anno
1965, salernitano, commerciante,
ha scoperto la sua verità, è proprio
il caso di dirlo, in fondo ad un bicchiere.
Figlio di commercianti, dopo quindici anni dedicati alla contabilità
nell’azienda di famiglia, che vende
arredi bagno, nel 2005 Giuseppe
decide di seguire la sua passione.
Da allora ne ha fatta di strada:
sono tre anni che è titolare di un
punto vendita di eno-gastronomia
e prodotti etnici a Salerno: “In vino
veritas” e, a seguito di un corso
per sommelier professionisti, da
una settimana vanta il prestigioso
titolo. Ed ha scommesso sui sapori
del Cilento.
Tra i prodotti cilentani che tro-
viamo da Giuseppe Bisogno vi
sono i fichi bianchi, quelli al cioccolato mandorle e limone, il caratteristico “salame di fichi” noto a
Natale tra le leccornie del Cilento:
“Questa specialità – spiega Bisogno – consiste in una serie di fichi
avvolti a mo’ di salame e imbottiti
di noci e mandorle.
Passando ai mieli, ne ho alcune
confezioni del tipo biologico monofloreale, cioè il cui miele le api
producono dopo essersi nutrite
dai fiori di una sola pianta: miele di
Castagno, miele di Sulla e di Boragine, prodotti a Castelcivita.
Ciascuno ha caratteristiche peculiari: quello di Sulla, ad esempio, è
delicato, ad azione depurativa e tonica, adatto ai bambini e per tisane
Tra i vini ho l’Aglianico di Prignano
Cilento del 2006, il Fiano di San
Marco di Castellabate che, come
altri vini bianchi della costa, è del
2007. “
Maria Laura Pirone
Sì, dieci anni fa ho avuto un’ esperienza-lampo nel partito di “Forza
Italia” ma poi ho smesso, per delusioni da parte di alcuni esponenti:
ero un idealista, la qual cosa mal si
concilia con la pragmaticità politica.
Quale politico, oggi come oggi,
“butterebbe giù dalla torre”?
Purtroppo sono tanti… Bertinotti,
Di Pietro: fondamentalmente mi
danno fastidio coloro che predicano
bene e razzolano male e non hanno
quei valori che vogliono far credere.
Berlusconi gestisce la politica in
modo irridente, parla di libero mercato e poi fa il nazionalista. Il problema, poi, è che il vecchio governo
ha emanato una pressione fiscale
elevata nel momento in cui l’economia andava aiutata… Per dirla tutta,
sono ancora in uno stato confusionale e con le elezioni vicine penso
che, prima di andare a votare, dovrò
fare chiarezza dentro di me.
Qual è dunque il suo motto?
Il mio motto è “In alto c’è posto”.
Oggi conviene differenziarsi e offrire profili medio- alti…
Quale messaggio o consiglio vorrebbe dare ai più giovani?
Il consiglio è quello di lavorare in
un’ ottica di lungo periodo. E’ sbagliato voler ottenere tutto e subito.
Bisogna leggersi dentro, lavorare su
se stessi, sulle proprie inclinazioni
e obiettivi; investire su se stessi a
lungo termine e ad ampio respiro e
soprattutto credere in ciò che si fa,
allineando i propri obiettivi con i
propri desideri.
Lei che tipo di adolescente era?
La mia adolescenza non è stata
molto tranquilla anche per motivi
familiari: mio padre era un semplice
commerciante, aveva un emporio a
Vallo della Lucania, nella discesa
che porta alla chiesa di S. Pantaleo.
Fu costretto a chiudere l’attività per
cui ci trasferimmo a Salerno dove
prestò servizio come operaio presso
una fabbrica di ceramica.
Malgrado le evidenti difficoltà, mi
diceva sempre: “Un sorriso dà tanto
e non costa niente”.
Il suo luogo dell’ anima?
Ho vissuto a Vallo della Lucania per
un periodo di tempo, per cui andavo
spesso al podere delle mie zie a Pattano, dove si avvertiva spesso il
buon profumo del pane di grano, e
in primavera, l’odore dell’erba tagliata. Ma il mio luogo dell’anima è
Palinuro. Qui ho casa e trascorro le
mie vacanze estive.
Adoro il mare di Palinuro, il suo
porto dove ho la barca, la spiaggia
del Coniglio detta del “Buondormire”, la spiaggia delle “Saline”…
Non c’è che dire, a Palinuro affondo
le mie radici cilentane, in assoluto…
Rossella Oricchio
Calore
N°14 18 aprile 2008
9
C. M . L a t e m p a a r i s ch i o s e C a p a c c i o m o l l a
Intanto la Val Calore ha un altro rappresentante nel consiglio del parco, Maria Rosaria Capozzoli
Alfonso Pecoraro Scanio ha compiuto l’ultimo atto “governativo”
nominando Maria Rosaria Capozzoli, di Felitto, quale componente
del consiglio direttivo del Parco
Nazionale del Cilento e Vallo di
Diano.
Con lei si conclude, in zona cesarini, l’iter delle nomine a due anni
esatti dal suo insediamento al ministero dell’Ambiente. Resta a
bocca asciutta Natalino Barbato
che aveva “opzionato” quel posto
grazie ad un’indicazione del ministero della Agricoltura e non
aveva partecipato alla “gara” per
l’elezione dei cinque rappresentanti dei comuni e delle comunità
montane.
Ma proprio da quello che è successo in seno alla comunità del
parco che è partito un siluro forte
e chiaro nei confronti della mag-
gioranza raccolta intorno a Franco
Latempa, (nella foto) alla comunità montana Calore Salernitano.
La rampa di lancio era situata in
territorio (politico) capaccese.
Infatti, una volta defenestrato
Mario Miano, c’è stato un forte
riavvicinamento tra Lorenzo Tarallo e Girolamo Auricchio, ambedue “valiantani”.
Da quel momento, il gruppone di
Capaccio (quattro) si è messo in
movimento per verificare se ci
fossero le condizioni per un contro-ribaltone.
Latempa ha stretto le fila e ha rattoppato la situazione ma resta
forte la sensazione che le cose
possono cambiare da un giorno all’altro. L’uomo su cui puntano i
reduci dell’armata di Miano, è
Lorenzo Fraiese, sindaco di Trentinara. È risaputa l’amicizia tra
Fraiese e Pasquale Marino e Tarallo ha dimostrato in passato che
difficilmente lascia la preda una
volta azzannata. Pertanto, è realistico immaginare che ogni occasione sarà buona per scagliare la
bordata definitiva nei confronti di
una maggioranza raccolta più
contro Miano che in favore di Latempa.
Lettera del vicesindaco di Piaggine Angelo Pipolo
“Stragi di faggi sul Cervati? È soltanto una corretta programmazione”
Dalla lettura dei vari quotidiani ho appreso che la Comunità Montana “Calore-salernitano” ha organizzato un
summit istituzionale per evitare disboscamenti sul Monte Cervati o, come
qualche giornalino locale li definisce, abbattimenti e stragi di faggi.
Per dovere di cronaca voglio continuare
a ribadire, avendolo già fatto più volte in
precedenza, che la nostra Amministrazione, così come fanno tantissime altre
amministrazioni comunali non solo del
Cilento ma anche del Sud e del Nord
Italia, sta procedendo ad effettuare dei
tagli selettivi che vengono definiti “COLTURALI”. Ma ahimè il significato di tale
termine non viene compreso ed ancora
una volta la nostra amministrazione
viene qualificata insensibile e lesiva nei
confronti dell’ambiente. Il nostro Ente è
dotato di un P.A.F. (Piano di Assestamento Forestale) con valenza decennale,
approvato dalla Regione Campania e dai
vari Enti sovra comunali interessati, che
programma con una attenta analisi, effettuata da esperti e studiosi qualificati
nel ramo specifico, i quantitativi annuali
di massa legnosa che possono essere
prelevati soltanto dopo aver ottenuto le
varie autorizzazioni ambientali, le quali
vanno nell’ottica della salvaguardia del
patrimonio boschivo. Nei diversi anni
sono stati effettuati tagli selettivi sui circa
300 mila ettari di superficie boscata.
Non si è trattato di tagli indiscriminati,
come qualcuno vuol far credere, ma
bensì di tagli programmati secondo varie
procedure di scelta delle particelle al fine
di favorire il normale ciclo di vita del
bosco ed evitarne dunque la morte
certa. Perché l’Assessore della Comunità Montana non ha organizzato dei
forum con professori Universitari? Sicuramente si sarebbero avuti risultati e notizie diverse da quelle che vogliono far
credere ai nostri concittadini e più in generale all’opinione pubblica. Noi, invece,
andiamo avanti perché siamo convinti
che le nostre scelte vadano verso la salvaguardia e lo sviluppo del patrimonio
boschivo del nostro Comune.A conclusione vorrei ricordare ai lettori, allo
stesso Assessore e ai vari giornalisti locali come mai non si parla mai delle lodevoli iniziative inerenti la tutela
dell’ambiente poste in essere nei diversi
anni dalla nostra Amministrazione comunale:
Raccolta differenziata: grazie agli
operatori della Yele SpA e alla sensibilità
dimostrata dalla cittadinanza, in un periodo così buio per la nostra Regione
siamo riusciti a raggiungere percentuali
di raccolta pari a circa il 64%.
Un risultato in linea con quello di Comuni molto meglio attrezzati;
Energia solare: è di prossima realizzazione una Centrale Fotovoltaica da 1
Megawatt, tra le prime nel Centro-Sud,
che non solo servirà a portare ossigeno
alle casse comunali ma soprattutto va
vista in linea con i parametri stabiliti dal
protocollo di Kyoto per la riduzione
delle emissioni di anidride carbonica;
Centrale di Biomassa: attraverso
un accordo con una società del Trentino,
all’avanguardia sullo sfruttamento delle
risorse del bosco, è in corso uno studio
di fattibilità per la creazione di una piccola Centrale di Biomassa che porterebbe allo stesso tempo anche la
possibilità di arrivare al Teleriscaldamento per l’intera popolazione di Piaggine; Ma ancora, il depuratore comunale
e tutte le iniziative di Riqualificazione urbana che si stanno e si metteranno in essere con i futuri fondi Europei
2007/2013.Voglio augurarmi che con ciò
si ponga fine alle inutili e banali strumentalizzazioni e venga lasciato spazio a
chi è rimasto a Piaggine e che con impegno cerca di trovare
soluzioni che possano portare benefici
all’Ente ed alla comunità ed evitare di dar
voce a coloro che invece sono fuggiti e
che tante volte parlano e scrivono solo
per pura contraddizione. Farebbero meglio ad adoperarsi con i fatti e non con
le parole allo sviluppo del territorio
anche attraverso l’Ente Comunitario che
sta attraversando una fase di totale stagnazione e di assenza di programmazione
Angelo Pipolo
.Angelo Pipolo, che ha il merito di parlar
chiaro, si metta d’accordo con Angelo Ciniello che ha il merito di essere coerente.
La tesi del primo è contraddetta da quanto
sostiene il secondo (anche nell’ultimo incontro con Domenico De Masi, presidente
del Parco del Cilento, a cui ha chiesto “250
mila Euro per fermare la “strage” dei faggi
del Cervati!” Sullo spazio dato alle iniziative, buone e cattive, dell’amministrazione
di Piaggine, basta andare a rileggere la raccolta del nostro “giornalino” (6000 copie
di tiratura con una vendita del 90% tra abbonamenti ed edicola).
Per esempio, la centrale fotovoltaica citata
è stata data più volte sul punto di essere
realizzata, ma ancora nessuna traccia di
energia solare. Siamo fiduciosi per l’ultimo
annuncio di imminente realizzazione…
Come siamo consapevoli che, fatto salvo il
diritto di cronaca e di opinione (differente),
siano i cittadini di Piaggine i depositari e i
custodi del territorio.
Infatti, sono loro che hanno posto alla
guida del paese gli amministratori di ieri e
di oggi, ed è a loro che devono chiedere
conto del loro operato.
Bartolo Scandizzo
Inoltre, c’è un ulteriore elemento
di attrito in seno alla giunta e riguarda l’assegnazione delle deleghe.
Quella più pesante relativa alla
forestazione è andata al sindaco di
Castel San Lorenzo, Michele Lavecchia, mentre l’attesa dei Capaccesi era che fosse assegnata ad
Angelo Valletta che si è dovuto
accontentare della vice presidenza. Ovviamente, non sono
queste le questioni che interessano ai cittadini della Valle del
Calore, ma la forma giuridica dell’ente montano, impedisce ai
“valligiani” di essere protagonisti
al momento della scelta di chi
deve amministrare il territorio.
Tutto è in mano a chi detiene le
redini del potere politico locale e
gli scontri e gli incontri sono misurabili solo con il metro della gestione del potere che si genera e
rigenera. In quanto ai problemi
che assillano il territorio, essi
sono affrontati nei ritagli di tempo
che consentono una relativa calma
nella gestione.
Dopo tutto, in una realtà come la
nostra è veramente difficile impegnare risorse ed uomini in modo
efficiente ed efficace in un territorio che ha bisogno di essere assistito come un anziano che ha
difficoltà a reggersi in piedi.
Sarebbe auspicabile che un’organizzazione seria ed efficace si facesse carico dei problemi prima
che il malato stramazzi al suolo
definitivamente.
Uno spiraglio si era intravisto con
la riforma imposta dal governo
Prodi con il decreto sui costi della
politica che riduceva il numero
dei comuni montani. Poi, le pressioni dei “territori” hanno derubricato la questione passandola
nelle mani delle regioni dando
tempo fino a giugno per l’adeguamento. Le elezioni hanno fatto in
modo che il tutto venisse risucchiato nel “nulla di fatto” con la
speranza che qualcosa cambi. Ma
il limite di giugno sembra improrogabile.
Ecco perché fino a quella data il
presidente Latempa può stare
tranquillo, visti i tempi necessari
per raccogliere e presentare una
mozione di sfiducia. Per il dopo
non c’è certezza, visto che il meccanismo elettorale verrà cambiato
e i grandi elettori dovrebbero essere tutti consiglieri comunali dei
comuni facenti parte dell’ente
montano. Non è il suffragio universale, ma la platea dei soggetti
coinvolti è ampia rappresentativa:
una buona via di mezzo…
Staremo a vedere.
velina
Cilento
10
N°14 18 aprile 2008
Omignano. Antonio Pandolfi Vs Pasquale De Marco
Ed è campagna elettorale al cardiopalma
E’ vissuto a tuttotondo, dai cittadini di
Omignano, l’infuocato clima della
campagna elettorale.
Una campagna elettorale che, sebbene
sia giunta al termine, fa parlare ancora
molto di sé.
Come mai, vi chiedere, le elezioni amministrative di un paese di duemila
anime, fanno notizia, facendo parlare
così tanto?
Non è la prima volta che un comune
viene commissariato perché gli organi
direttivi (Giunta e Consiglio Comunale) hanno perso la loro autorità. E
non è la prima volta che si è costretti
ad andare anticipatamente alle urne. E’
la prima volta però, almeno nel Cilento, che si assiste a scene simili a
quelle divertenti parodie che, il grande
Antonio Albanese, fa di “Cetto La
Qualunque”, lo pseudo sindaco calabrese che augura sempre “Chiù pilu pè
tutti!”
Tutto comincia quando si dà il via ai
comizi. All’insegna della normalità e
del sano duello politico-dialettico,
apre la tornata di adunanze cittadine
Pasquale De Marco
Antonio Pandolfi
Antonio Pandolfi, candidato a sindaco
della lista “Libertà e Progresso”. Saluto alla cittadinanza, presentazione
dei dodici candidati e divulgazione del
programma da attuarsi, in caso di vittoria, nel quinquennio amministrativo
a seguire.
Nessuna stoccata o caduta di stile, nessuna “aggressione” verbale o allu-
sione nei confronti del candidato a sindaco avversario né dei suoi compagni
di ventura.
I malpensanti direbbero: “Non dicono
nulla per codardia”. Ma forse la spiegazione è ancora più semplice: non interessa attaccare gli avversari, si
vogliono conquistare consensi solo attraverso le proposte chiare, non utilizzando certo l’arma del discredito.
Non è stato dello stesso avviso il candidato a sindaco Pasquale De Marco
della lista “Uniti per Omignano”. La
prima fase della sua adunanza si è
svolta nella regolarità: anche per lui i
saluti alla cittadinanza sono sembrati
doverosi così come la presentazione
dei suoi candidati al consiglio comunale. Poi la strategia con cui ha condotto fin ora la sua campagna
elettorale, è venuta fuori: è stato un
susseguirsi di ingiurie e dileggi. A partire da Antonio Pandolfi, passando
“sopra” ad Angelo Vassalo (sindaco di
Pollica) e a Pietro Lisi (sindaco di
Stella Cilento); continuando con i dipendenti comunali, con i cosiddetti
“Traditori”( presumibilmente i 4 ex
consiglieri di maggioranza dimessisi
il 7 gennaio scorso) per finire poi con
La lettera
“Calore, un fiume pulito”
Gentile Direttore,
sul numero 12 del 4 aprile scorso del
suo settimanale, a pag. 7, è stato pubblicato un articolo dal titolo “Pochi controlli e tanti rifiuti – Ecco la grave
malattia del fiume Calore”, in cui si
parlava di grossi cumuli di rifiuti depositati lungo “la fascia territoriale
all’estremità di Castel San Lorenzo”, lasciando intendere che le
autorità preposte, fra cui il Comune,
che mi onoro di rappresentare, poco
facevano per risolvere il problema, determinato dalla cattiva condotta di cittadini poco civili.
Ebbene, per amore di verità e senza
intenti polemici, mi corre l’obbligo di
precisare che, mesi orsono, l’UTC del
Comune di Castel San Lorenzo fu investito della questione da nota del
Corpo Forestale dello Stato di Roccadaspide e che ad essa il Comune replicò con verbale di sopralluogo del
locale Settore di Polizia Municipale, a
firma del Comandante, tenente Accarino, in cui si precisava che la zona di
cui trattavasi ricade nella competenza
territoriale del Comune di Roccadaspide.
E’ quantomeno singolare che nel testo
dell’articolo mai si menzioni Roccadaspide e che si preferisca fornire come
elemento identificativo della zona il Comune di Castel San Lorenzo, che invece vi confina solamente.
Conoscendo la serietà professionale dei
suoi collaboratori ed il loro zelo nella
ricerca delle fonti informative, è del
tutto evidente che si è trattato di uno
spiacevole errore.
Tuttavia, la pregherei di rettificare la
notizia appena possibile, giacché essa
sta producendo qualche preoccupazione fra i miei cittadini e qualche ingenerosa critica, che non pensiamo di
meritare come Amministrazione Comunale, sempre attenta e sensibile al
problema della salute pubblica. In ogni
caso, condivido appieno la posizione
del suo giornale, contenuta nell’articolo,
sulla necessità di porre rimedio a
quella “discarica abusiva”, interessando
le autorità competenti.
La saluto cordialmente.
Michele Lavecchia
Sindaco di Castel San Lorenzo
il commissario prefettizio, Rosa Maria
Falasca.
Per De Marco, Antonio Pandolfi, è
soltanto un “professore della bottiglia”
che vorrebbe “trasformare la casa comunale in una cantina e in una casa
d’appuntamento” magari col consenso
di “quel cuogli alici e magia sarde di
Angelo Vassallo” e di quel “Pietro da
Stella c’a nu ‘nte uarda mai mbacci
perchè è nù strabico”. Ha vessato un
dipendente del comune, criticando
pubblicamente il suo operato e schernendo la sua vita privata si è preso
gioco dei suoi affetti. Ha definito i
“traditori”( presumibilmente le persone che hanno decretato la caduta
della sua amministrazione) come i Buscetta del Cilento. (Perché hanno tradito o perché hanno “confessato?”)
Infine è stato il turno del commissario
prefettizio “Un’alta donna…. nu
metro e quaranta e femmena ch’è venuta cà a cummandà!”La domanda
ora è: cosa penserebbe un osservatore
imparziale dopo aver ascoltato i comizi ad Omignano?
Penserebbe che il paese è in emergenza. Emergenza democratica.
In democrazia ad ogni singolo uomo
è arrogato il diritto di esprimere le proprie idee in merito a qualsiasi argomento. Politico e non politico.
La democrazia però, non consente di
ingiuriare durante pubbliche assemblee, non consente di scherzare sulla
vita privata delle persone. Non consente e non dovrebbe consentire a nessuno, figuriamoci ad una possibile
carica istituzionale, di prendersi gioco
delle istituzioni stesse e di deridere
pubblicamente le autorità.
Tutto questo è molto deludente. Perché è l’esatto contrario del fare politica. È politica ridotta a pettegolezzo
di bassa lega.
Marianna Lerro
Le liste al completo
LISTA NUMERO 1
“UNITI PER OMIGNANO”
LISTA NUMERO 2
“LIBERTA’ E PROGRESSO”
Candidatoa sindaco
Pasquale De Marco
CANDIDATI AL CONSIGLIO COMUNALE:
Raffaele Antinolfi, Nicola Bertolini
(che proviene dall’opposizione)
Giovanni Buccino, Daniele
Di Buono, Massimo Di Buono,
Roberto Esposito, Angelo Antonio
Falcione, Carmine Gallo, Luigi La
Porta, Filomena Moscatello, Antonio
Spinelli, Luigi Lerro
Candidato a sindaco:
Antonio Pandolfi
CANDIDATI AL CONSIGLIO COMUNALE:
Rosario D’Arienzo, Raffaele Modelli,
Silvio Giordano, Umberto Giordano,
Gianfranco Carbone
Gianluca Federico, Leonardo Vaccaro, Pasquale Feo, Bruno Grambone, Franco Lettieri, Damiano Di
Marco, Antonino Mastrogiovanni
Capaccio
N°14 18 aprile 2008
11
Marino e Di Geronimo alla guerra delle stazioni
Ricci: “Impossibile riaprire il passaggio a livello!” Gli stazionati: “Subito la viabilità alternativa”
“La riapertura del passaggio a livello di Paestum non la otterremo
mai!” le parole di chiarezza estrema
pronunciate da Gigi Ricci che parlava a nome e per conto di Pasquale
Marino e dell’intera amministrazione comunale sono state definitive
ed hanno il pregio di porre la parola
fine alla vicenda passata e, forse,
avranno anche il merito di porre le
basi su cui costruire il futuro immediato su come dare risposte alle giuste rivendicazioni di chi si sente
defraudato di un diritto di “passaggio” ceduto a “Trenitalia” in cambio
di denaro contante (oltre 4 milioni
di euro), in parte già impegnato per
la spese corrente sia dalla vecchia
che dall’attuale amministrazione.
Il tutto è avvenuto nel corso dell’incontro convocato dagli “Stazionati”,
il comitato cittadino che ha avuto il
merito di riportare al centro dell’attenzione politica la questione delle
stazioni di Capaccio Paestum.
Infatti, anche il comitato popolare,
costituitosi per chiedere la riapertura
dello stesso, ha smesso gli abiti concilianti della collaborazione per fare
una pressione forte su tutti i soggetti
coinvolti nella vicenda per addivenire ad una soluzione ed ha impu-
Gigi Ricci e Cristina Di Geronimo
gnato l’arma legale chiamando a rispondere, per tutti, l’amministrazione comunale che “deve”
provvedere in via diretta a risolvere
la questione. “Questo è un atto di
diffida che potrebbe tradursi in
breve tempo in una vera e propria
denuncia se l’amministrazione non
dà corso alla realizzazione, in primis, della viabilità alternativa e, poi,
all’avvio dei lavori di realizzazione
del sottopasso in località Laghetto.”
I toni fermi e decisi sono di Cristina
Di Geronimo che coordina le azioni
del comitato.
E a poco sono servite le assicurazioni che Ricci ha messo sul tavolo
in merito all’accordo di fatto raggiunto con la direzione dipartimen-
tale di Reggio Calabria di Trenitalia
che prevede l’assegnazione al comune delle gestione delle stazioni di
Paestum e Capaccio Scalo. Ricci,
suffragato dall’assessore Eugenio
Guglielmotti, ha rassicurato gli
astanti anche in merito alle risorse
necessarie per la ristrutturazione:
“Si tratta di oltre 600 mila Euro recuperati nell’ambito dei finanziamenti per il Patto territoriale Magna
Graecia!”
Ma gli “Stazionati” non ci stanno a
fare la parte delle comparse e chiedono di essere ascoltati prima di
dare il via ad ogni ipotesi progettuale e si chiedono: “Perché non è
stato dato seguito alle promesse fatte
in questa sala dal vice sindaco, Lo-
La “munnezza” adorna la pineta
L’Assessore Roberto Ciuccio istituisce 33 Ispettori Ambientali Comunali
Ad un occhio artistico e miope l’immondizia sparsa sul soffice ed aghettato sottobosco della pineta di
Paestum potrebbe apparire come un
prato in fiore di sgargianti plastificati petali che giammai sfioriranno.
Ad un occhio umano e ambientalista
invece la munnezza non è altro che
munnezza e suscita una serie di considerazioni socio-politiche che sfociano nell’oceano dell’inciviltà e
nell’incapacità degli amministratori
di governare. Per transitare nella pineta di Paestum, bisogna munirsi di
scarponi per evitare di ledersi un
arto e di mascherina antismog per
sopportare esalazioni dei pali impiantati a iosa per costruire la rovinosa pista ciclabile che la trapassa.
Allontanandosi dalla
stizzante palizzata,
zigzagando tra gli alti
pini, calpestando il
manto di aghi, ricercando un’area non
colonizzata dall’immondizia, si scoprono anfratti di
eccezionale naturalezza. Il canto degli
uccellini e il crepitio
degli aghi sotto i
piedi si mescolano in
un cocktail di relax.Tutto ciò accade
anche se le amministrazioni comunali e provinciali preferiscono spendere mezzo milione di euro per
impiantare pali e stroncare alberi invece di mantenere pulita e proteggere madre Natura (vedi Unico
n°11). È così difficile pulire? È certamente più facile sporcare per una
questione di forze: buttare è più facile di raccogliere. Ma è così difficile
mettere una voce nel bilancio pubblico dal titolo “Nettezza Paesaggistica”? Già nel medioevo gli olandesi
usavano pulire le area di suolo pubblico antistanti le proprie abitazioni
senza pensare di esserne proprietari.
Da noi invece si usa essere maniaci
della pulizia nelle proprie abitazioni
e nel considerare il suolo pubblico
un infinito immondezzaio. Usciamo
dalla nostra abitazione linta e pinta,
accendiamo il motore del nostro
suv, diamo fuoco ad una sigaretta e
appena abbiamo imboccato la strada
principale lasciamo scivolare dal finestrino l’involucro di plastica che
ricopriva il pacchetto di sigaretta. Il
vento e la forza di gravità assecondano il gesto e l’immondizia regna!
Una notizia positiva arriva dall’amministrazione comunale di Capaccio
Paestum: si rende nota l’istituzione
di un apposito nucleo di “Ispettori
Ambientali Comunali”. 33 volontari
che seguiranno un corso di formazione dal 12 al 28 aprile al termine
del quale prestando giuramento
avranno l’autorità di vigilare e di sanzionare chi inquina o non rispetta il
codice ambientale.
Giuseppe Scandizzo
renzo Tarallo, che si era impegnato
ad attivare un tavolo istituzionale
aperto al comitato per addivenire
alla soluzione del problema?”
Insomma, intorno alla problematica
del passaggio a livello, si intrecciano
molti aspetti anche politici che
vanno oltre alla specifica questione:
“Noi poniamo chiediamo al comune
di ritirate gli atti concessori emessi
per la ristrutturazione dell’ex tabacchificio di Cafasso.- Chiede la Di
Geronimo- Ed anche in questo caso,
per altro già chiuso con la vicenda
giudiziaria, vogliamo un segno
chiaro e forte dall’attuale amministrazione.”
La Di Geronimo e il suo gruppo, orfani dalla prematura scomparsa di
Gigino Di Lascio che li rappresentava in Consiglio Comunale, persa
ogni speranza di poter “utilizzare”
la consigliera Maria Vicidomini” subentrata a Di Lascio, hanno deciso
di giocare la partita a tutto campo e
affrontando le questioni in pubblici
dibattiti spostando così sul “movimentiamo” politico l’azione d’interdizione che viene loro negata nella
sede istituzionale dove, gli oltre duemila voti di Gigino Di Lascio, non
riescono a trovare un “canale” attraverso il quale farsi ascoltare.
Possiamo dire che la partita è appena cominciata e gli sviluppi sono
imprevedibili sia sul piano politico
e amministrativo. Pasquale a Cristina sono due personalità forti e determinate e probabilmente sono due
soggetti destinati ad uno scontro
frontale. Ma sia l’uno che l’altro
sono consapevoli che è più importante dare soluzioni ai problemi che
lanciarsi in improbabili battaglie legali e verbali.
Il primo round se lo è aggiudicato
l’amministrazione sgomberando il
campo dall’ipotesi riapertura del
passaggio a livello con Gigi Ricci. Il
secondo è stato appannaggio del comitato che con la diffida ha posto un
punto fermo alla questione dell’avvio dei lavori della viabilità alternativa, con Cristina Di Geronimo.
Il terzo round, quello relativo alla sistemazione ed alla gestione delle
stazioni, è ancora tutto da giocare. E
sarà questo a determinare il futuro
dibattito politico a Capaccio Paestum.
Una cosa è certa: Pasquale è forte di
una maggioranza schiacciante, ma
deve combattere su più fronti; Cristina è abile a spostare il confronto
sul terreno, a lei più congeniale,
della comunicazione diretta con i
cittadini, ma non ha una sponda istituzionale su cui far leva per elevare
il livello dello scontro.
Speriamo che ambedue sappiano
anche quello che fanno incide direttamente sulla vita della gente…
velina
12
Capaccio
N°14 18 aprile 2008
Scr utatori osser vati via Inter net per scoprire la raccomandazione
La delazione ricercata non produce molto, vale la regola dell’oggi a me e domani forse anche a te?
Perché lui sì ed io no? “Indovinate
S.T. a chi è nipote”. “M.D.R. è la sorella o la cugina del consigliere comunale di Torre?’”. “G.M., la sorella
dell’architetto”. “Immacolata e Raffaella a chi sono cognate?”.. A Capaccio accade che la polemica sulla
scelta degli scruttato da impegnare
nelle consultazioni elettorali dilaghi
via Internet. Fino ad arrivare a fenomeni di vera e propria delazione on
line sollecitari ed organizzati. I “risultati” non dicono molto, vale forse la
regola dell’oggi a me e domani forse
a te? Oggi mi sto zitto io, così domani… Anche le più “velenose” sono
sempre espresse con un punto interrogativo. Alla fine poi la pietra nessuno la butta veramente. Nel mirino
ci sono le parentele di consiglieri ed
assessori. Alla fine quello che si riesce
ad evidenziare è poco, la montagna
partorisce il topolino. Su ottanta nomi
di persone interessate ad occuparsi di
seggi per forza c’è qualche parente o
affine di esponenti politici. Quando i
soldi sono pochi e le occasioni di lavoro “pulito” difettano ecco scatenarsi da una parte fenomeni di
clientelismo allo stato spicciolo da
parte dei consiglieri comunali addetti
alla commissione elettorale. Non c’è
stato il coraggio, come è avvenuto in
altre realtà, di scegliere il più democratico sorteggio fra iscritti ad un appoosito albo, ed ecco allora il dilagare
delle recriminazioni. D’altronde se
anche deputati e senatori sono “pre-
derminati” dai padroni dei partiti che
volete che siano un po’ di scrutatori.
Cominciamo dall’elenco dei nominati, così per contribuire a fare un po’
di trasparenza. Sezione 1: Paolino
Anna, Avagliano Gina, Marino Sofia,
Franco Anna. Sezione 2: Valva Immacolata, Marino Sofia,Corradino
Raffaela, La Tempa Vincenza. Sezione 3: Tarallo Silvia, Potenza Pietro, Romano Velia Valentina,Vanorio
Concetta. Sezione 4: Rossomando
Marcella, Sapere Chiara, D’Angelo
Maria Grazia, Parmisciano Pietro. Sezione 5: Di Sessa Angelo, Paolino
Gennaro, Petillo Mariarosaria, Criscuolo Alfonso. Sezione 6: Sornicola
Teresa, Di Marco Lidia, Vicidomini
Daniela, Schiavone Giovanni. Sezione 7: Di Biasi Francesca, Vaccaro
Paola, D’Alessabdro Immacolata, Caroccia Domenico. Sezione 8: Russo
Sinforosa, Giannattasio Enrico, Zarra
Angelo, Mazza Angelo. Sezione 9:
Federico Mariatina, Salerno Gerardina, Di Stasi Nicolangelo, Citro Vin-
Consorzio di Bonifica di Paestum
Tutti i nomi degli assunti stagionali
Il Consorzio di Bonifica di Paestum
procede all’assunzione del personale
avventizio che provvede alla manutenzione delle canalette e per tenere in efficienza l’intero sistema di
gestione del ciclo delle acque, compresa la distribuzione dell’acqua potabile. Per la manutenzione della rete
di distribuzione, da maggio a settembre, saranno impegnati: Gerardo
Curcio, Giuseppe Farro, Antonio Guadagno, Antonio
Leo, Pasquale Criscuolo,
Mario Gambardella, Massimo
Ristallo, Luigi Migliorino,
Luigi La Cortiglia, Massimo
Tedesco, Renato Di Vernieri,
Domenico Raito, Ugo Fabbiano, Mario Ciuccio, Andrea
Caliendo, Gerardo D’Angelo,
Vincenzo Marino, Germano
Saponara, Mario Rosario
Verderame e Cono Marino. Al
servizio acquedotto saranno destinati: Giuseppe Esposito (operaio
idraulico specializzato), Angelo
Peduto, Gerardino Mazza,
Martino Cornetta e Giovanni
Maiuri. Tutti i lavoratori sono stagionali e godono del diritto di precedenza. “Questi operai stanno da dieci
anni alle dipendenze del Consorzio
da oltre 10 anni. Essi operano con
coscienza e responsabilità aspettando una soluzione diversa al proprio rapporto di lavoro”, fa rilevare
Matteo Franco, componente della
deputazione del Consorzio. Da quest’anno va anche rilevato che il periodo di lavoro di questi operai è
stato ridotto. Con il rischio che ne
possano risentire le operazioni manutentorie al canale principale e delle
altre vasche o se si creeranno problemi all’approvigionamento complessivo della dotazione idrica. “A
nulla vale la giustificazione di mancanza di soldi – riflette Matteo
Franco – perché quest’amministrazione ha optato per immettere personale impiegatizio crearendo
duplicazioni di funzioni e nuovi dirigenti che costeranno alle casse consortili quanto un buon gruppo di
operai e facendo operazioni finanziarie molto costose in materia di contributi previdenziali. Auspico che i
nostri precari possano fare lo stesso
periodo di lavoro dell’anno scorso
senza discriminazioni e che si arrivi
finalmente ad eliminare il precariato”, conclude Franco.
cenzo. Sezione 10: Mazza Alfonsina,
D’Angelo Francesco, Cetta Valentina,
D’Angelo Andrea. Sezione 11: Guglielmotti Maria, Cavallo Sara, Di
Riso Micaela, Di Molfetta Loredana.
Sezione 12: Giuliano Maria Rosaria,
Giuliano Lucia, Cupolo Irma, Tolentino Romina. Sezione 13. Cantiello
Lidia, Caroccia Romina, Di Filippo
Antonio, Mauro Sabina. Sezione 14:
Arminante Gaetana, Gorrasi Antonella, Coviello Mariella, Coviello Romina. Sezione 15: Bambacaro
Antonio, Bamonte Benedetto, Sansone Giampiero, Vicedomini Roberta.
Sezione 16: Lieto Patrizia, Ciuccio
Gerardina, Bitonte Maria Teresa Serena, Palma Adriana. Sezione 17: Ferrentino Raffaele, Barlotti Adele, Di
Bartolomeo Antonello, Mazza Fiore.
Sezione 18: Memoli Anna, Zarra
Alessio, Paolino Marianna, Di Iaconi
Domenico. Sezione 19: De Caro
Luigi, Landi Domenico, Raito Domenico, Perriello Antonia. Sezione 20:
Nese Patrizia, Palma Luca, Paudice
Fortuna, Barlotti Anna. C’è chi butta
sui tasti veleno: “Non fate parlare chi
qualche anno fa consegnò i verbali
dopo quasi il giorno dopo…”. Della
discussione decide di non disinterresarsene l’architetto Eugenio Guglielmotti, assessore alla pubblica
istruzione. “Ringrazio le persone che,
conoscendomi, hanno intuito cosa
possa essere accaduto, ma è giusto
spiegare anche a chi mi sta un po’ più
lontano. Non mi sono mai interessato
alla commissione elettorale, e continuo a non interessarmi. Non conosco
i meccanismi che hanno portato alle
nomine. In realtà ho saputo della nomina di mia sorella nell’atrio del comune il giorno prima della
pubblicazione sui giornali. Ho subito
cominciato a riflettere sulla effettiva
opportunità di tale nomina. Ancora
non ho deciso, anche se negli ultimi
giorni sto cominciando a pensare che
forse sia giusto lasciare correre. E mi
spiego. Sto tentando di dare al meglio
il mio contributo a questo comune.
Chi sa dove si trova il mio studio, può
facilmente verificare che è tristemente
chiuso praticamente da un anno.
Questo me lo posso permettere non
perché, come qualcuno ha scritto,
sono miliardario ma perché per fortuna ho una moglie veramente in
gamba (e con infinita pazienza), che
lavora fino a notte inoltrata per sopperire almeno in parte a quello che
non riesco in questo momento a fare
io. Ma anche la sua attività ne sta risentendo, in quanto ovviamente
stiamo rinunciando a forniture (queste si) realmente inopportune. Altre
rinunzie sono a carico di mio padre,
di un mio zio… Ma fino a quale grado
di parentela credete che la mia famiglia debba pagare l’incarico che mi è
stato affidato? Perché ho letto anche
di una mia cugina… Capisco le perplessità, l’ho detto, erano le mie
prima delle vostre. È vero, per molte
famiglie quei cento euro sarebbero
una vera boccata di ossigeno, ma
l’aspetto economico non è l’unico.
Per alcune persone ci sono motivazioni almeno altrettanto valide. Mia
sorella, come tanti di voi hanno fatto
notare, ha sempre fatto la scrutatrice,
così come mio fratello (e questo è
sfuggito a tutti…) molte volte è stato
presidente di seggio. Se avessi voluto
favorire in qualche modo la mia famiglia, avrei sollecitato la sua nomina a presidente (ed il compenso
sarebbe stato ovviamente diverso…),
che poi avrebbe nominato mia sorella
segretaria… Una sola cosa mi sono
permesso di fare. Alcuni giorni fa ho
chiesto in ufficio se fosse possibile
collocarla nella stessa sezione di mia
cugina. Questo è l’unico privilegio
che mi sono preso, sia nella vicenda
in oggetto che in tutti i dieci mesi trascorsi. Non penso, con ciò, di avere
danneggiato qualcuno”.
Pagina a cura di Oreste Mottola
ALTAVILLA
Agostino Cembalo primo tra gli esordienti
nel gran premio di tiro al piattello
Agostino Cembalo, 14enne di Altavilla, sta brillantemente seguendo
le orme di papà Franco nel cimentarsi nelle gare di tiro al piattello.
Quando si è concluso il primo appuntamento con le gare nazionali
per il Settore Giovanile vanno registrati i suoi successi.. Li ha ultimamente colti al 1° Gran Premio dei
Centri di Avviamento allo Sport per
le specialità di Fossa Olimpica, Skeet
e Double Trap che si è svolto
domenica 6 aprile presso gli impianti
del Tav Gioiese (Gioia Del Colle –
Ba-) ha visto la partecipazione complessiva di oltre 160 giovani tiratori
e tiratrici provenienti da tutta Italia.
Per la Fossa Olimpica tra gli Esordi-
Al centro Agostino Cembalo
enti Maschili l’oro è andato a lui,
Agostino Cembalo, (40/50 +1) di
Salerno, l’argento a Mattias Fabbri
(40) di Roma ed il bronzo a
Leonardo Venturini (39) di Grosseto.
Diano
N°14 18 aprile 2008
Sicignano-Lag oneg ro
La bella addormentata nel…Vallo
Vent’anni esatti. Tanti ne sono trascorsi da quel 1 aprile del 1988, venti
lunghissimi anni. Vi starete chiedendo: e allora? Cosa sarà mai successo di così eclatante in tale data?
La risposta è semplice: niente! Non
accadde un bel niente, è proprio questo il problema. Eppure quel giorno
si sarebbe dovuto procedere alla riattivazione della tratta ferroviaria “Sicignano degli Alburni-Lagonegro“,
ferma al palo dal mese di marzo dell’anno precedente. Almeno questo
era quanto comunicato dai vertici
delle allora “Ferrovie dello Stato“,
che avevano scelto accuratamente la
data di riapertura, forse con la velata
intenzione di preparare un simpaticissimo pesce d’aprile alla popolazione della zona. Buontemponi! La
nostra bella ferrovia era stata interrotta per consentire i lavori di ristrutturazione ed elettrificazione della
linea e porre le premesse di un suo
prolungamento fino alla costa tirrenica. Questa fu almeno la motivazione ufficiale. Si paventava allora
l’ipotesi di uno sbocco in Calabria,
che avrebbe assicurato alla linea una
più consistente utenza e l’avrebbe
fatta uscire dalla rischiosa condizione di “ramo secco“. Semplici
chiacchiere, come questi vent’anni
hanno ampiamente dimostrato, anni
di proteste, studi, appelli autorevoli,
petizioni, cicliche promesse disattese. I treni non sono più ripartiti e le
stazioni, veri gioiellini come quella
di Auletta, di Pertosa o di Petina,
giacciono ormai abbandonate, vandalizzate, sepolte dalla vegetazione
circostante. Una triste storia con
aspetti alquanto paradossali.
Cerchiamo di capirci qualcosa rivolgendo qualche domanda ad un
esperto in materia, ovvero Antonello
Sica, avvocato e consigliere del Cai
di Salerno, che ha raccontato più
volte in saggi, articoli e convegni la
sofferta storia della “Sicignano-Lagonegro”.
Dottor Sica, perché è stata disattivata la tratta?
«La domanda andrebbe posta, più
pertinentemente, ai Dirigenti delle
Ferrovie o, se vuole, a chi era a capo
del Ministero dei Trasporti all’epoca
dei fatti. Diciamo, ad ogni modo, che
ufficialmente la linea non è stata mai
dismessa o disattivata ma solo -si fa
per dire- “temporaneamente chiusa
all’esercizio“ (cito testualmente dall’edizione 2003 del Fascicolo di RFI
della linea) a partire dalla primavera del 1987 per consentire i lavori
di elettrificazione della BattipagliaPotenza, che appunto a Sicignano si
incrocia con il nostro ramo ferroviario. Ma se la verità fosse stata
quella raccontata per tacitare all’epoca le immediate proteste dei Comuni interessati (che ebbero, a mio
avviso, il torto di non indirizzarsi
13
In farmacia
Microdosi di farmaci:
efficacia senza effetti collaterali!
Sopra, un tratto della strada ferrata.
A destra Antonello Sica
verso l’ottenimento immediato di un
preciso ed ufficiale impegno di riapertura), con la ripresa del traffico,
dopo qualche anno, sulla Battipaglia-Potenza, si sarebbero dovuti
rivedere i treni anche sulla Sicignano-Lagonegro. Invece non solo
non si sono rivisti i treni, ma nemmeno quei lavori di ordinaria
manutenzione che avrebbero dovuto
mantenere quanto meno pronta la
linea a riaccoglierne al più presto il
passaggio. Evidentemente le ragioni
della chiusura erano ben altre, e da
correlare ad una presunta diseconomia del trasporto ferroviario nell’area interessata. Una diseconomia
giudicata peraltro così irreversibile
(e questo è ancor più grave), tanto
da giustificare (ma ci potrà mai essere una giustificazione a cotanto
scempio?) l’abbandono della tratta
ad un progressivo disfacimento,
senza peraltro volerne decretare la
dismissione, così da poter alimentare
-e sembra una beffa, ma andrebbe in
altro modo definito- un servizio di
trasporto pubblico, quello degli autobus sostitutivi, che davvero può
definirsi l’emblema delle diseconomie».
Se ne parla spesso, anche ultimamente, ma in sostanza non sembra
esserci una reale intenzione di riattivare la tratta.
«Di intenzioni di riattivare la tratta
ne ascoltiamo e leggiamo ciclicamente, diciamo pure ad ogni tornata
elettorale, e questo lo dico non
polemicamente ma perché ci serve a
capire che finché la gente penserà
che il treno possa ritornare ad essere
un ordinario e funzionale mezzo di
collegamento tra Sicignano e
Lagonegro è evidente che non ci sarà
nessun politico che non cavalcherà
questa semplicistica istanza popolare promettendone una pronta e
positiva risposta. Quella, allora, che
realmente manca è una diffusa e ben
partecipata attività di analisi, non
solo a livello istituzionale ma anche
e soprattutto a livello popolare, del
più complesso e reale problema dei
trasporti nelle aree interne del Saler-
nitano e del Lagonegrese, entro il
quale va poi discusso se e come la
ferrovia può trovare un suo spazio ed
a quali effettive condizioni. Insomma, abbiamo bisogno di intenzioni che siano reali non solo perché
sincere ma anche e soprattutto perché siano effettivamente e rapidamente praticabili, sia pure con una
buona e sana dose di lungimiranza».
Qualcuno ha proposto di trasformarla in una tratta turistica.
Potrebbe essere un volano per l’economia locale…
«Più che una trasformazione direi
che l’utilizzo in chiave turistica di
una linea ferroviaria come la Sicignano-Lagonegro potrebbe rappresentare non solo il primo passo verso
una sempre possibile successiva destinazione della tratta all’ordinario
traffico passeggeri e merci, ma direi
anche il principale motivo di salvaguardia dell’intero patrimonio
storico paesaggistico ed ingegneristico che la linea stessa rappresenta e
che (come ogni capitale) va assolutamente preservato dalla svalutazione. Se ci si convincesse di
questo, non si ostacolerebbero o
sminuirebbero nel loro effettivo valore proposte di avvio di un’attività
ludico-sportiva e turistica sulla
tratta, fosse pure, inizialmente, per
la sola percorrenza a piedi o magari
con quelle “draisines” (biciclette
ferroviarie) che in altre nazioni
(come ad esempio la Francia) hanno
fatto sì che le tratte ferroviarie
chiuse o sospese all’ordinario esercizio non solo non andassero in rovina (come invece sta accadendo per
la Sicignano-Lagonegro), ma anche
Si definisce dose minima efficace la dose di farmaco che
produce un livello ematico al di
sotto del quale il farmaco non
ha effetto. Analogamente, si definisce dose subtossica quella
che produce una concentrazione ematica al di sopra della
quale si manifestano effetti secondari e/o tossici. In base a
questo principio è nata la teoria delle microdosi che fornisce
all’organismo il “minimo dosaggio efficace”; secondo questa
teoria utilizzare dosi maggiori
di farmaco non sarebbe utile
dal punto di vista terapeutico,
risultando queste dosi superflue e quindi potenzialmente
solo tossiche. La tecnica delle
microdosi si applica a sostanze
di tipo vegetale, quali tinture
madri e oli essenziali, e di tipo
chimico come i farmaci. Se si
considerano le spese sempre
maggiori nel campo sanitario e
la percentuale altissima delle
sindromi iatrogene (danni da
uso dei farmaci), con la diluizione del rimedio si dà una risposta a vari problemi della
cura quotidiana del paziente.
Con le microdosi i farmaci vengono assorbiti dall’organismo
per via sublinguale e, a differenza dell’omeopatia, che segue
la legge dei simili curando una
malattia con una sostanza che
riproduce la stessa malattia, il
metodo delle microdosi adotta
la legge dei contrari, come avviene nella medicina tradizionale. Qui, inoltre, il farmaco è
presente, come testimonia il
fatto che non si possono dare
microdosi di quel farmaco alle
persone allergiche. Vediamo ad
esempio il caso di una ricetta
medica così scritta: microdose
paracetamolo 1 grammo. Il farmacista preparerà la soluzione
idroalcolica base (1g di paracetamolo nella quota di solvente
adatto) da cui preleverà le 15
gtt da diluire in successivi 20ml
di altro solvente adatto. Sulla
ricetta il medico indicherà
anche la posologia giornaliera
che generalmente è di 2gtt sublinguali 4 volte al giorno lontano dai pasti, talvolta il primo
giorno si consiglia una dose più
intensa cioè 2gtt ogni 10 minuti per la prima ora e poi
ogni ora per il resto della giornata. Nella cura dei bambini si
utilizzano, ovviamente quantità
minori di alcool. Attendiamo,
quindi, con molta curiosità i
nuovi aggiornamenti su questa
tecnica che potrebbe rappresentare una valida opportunità
di cura evitando gli effetti collaterali dei farmaci e ottenendo
gli stessi risultati con un tempo
d’azione molto più rapido.
Alberto Di Muria
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In Redazione
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Segreteria di Redazione
continuassero poi a vedere passare il
treno sia pure (per ora) solo in alcuni giorni e con finalità e modelli
organizzativi del viaggio che ne
esaltano la lentezza piuttosto che la
velocità. E questo non è detto che
non possa già di per sé rappresentare un valore economico di tutto
rispetto per l’intero territorio attraversato dalla linea. Che poi ci possa
essere un giorno anche il maggior
valore dell’ordinario traffico merci e
passeggeri, chi se ne dispiacerebbe?
Quel che in verità dispiace è (non)
vedere “la casa“ crollare sotto gli
occhi, mentre si discute se farne
un’abitazione, una locanda o un albergo, magari spendendo pure tanti
soldi in reiterati progetti che non
verranno mai realizzati».
Raffaele Avallone
Gina Chiacchiaro
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Cultura
14
Cilento e liber tà
N°14 18 aprile 2008
...di Giuseppe Liuccio
TRENTINARA
Mi lascio alle spalle il mare di
Paestum e taglio la pianura lungo
la strada, che, a tratti, costeggia il
Solofrone fin quasi all’abitato di
Giungano.
Il centro antico si adagia ai piedi
del Cantenna, che minaccia di ruinare trascinando nell’abisso le
case di Trentinara ardite sui costoni di roccia a strapiombo.
Il corso del fiume si perde nella
gola di Tremonti, uno scenario da
Gran Canyon, e sfavilla lassù
nella luminosa cascata che precipita nella vallata con salto rumoroso.
Una testimonianza di Plutarco, ripresa da altri storici autorevoli,
sostiene che proprio qui si scontrarono nell’ultima battaglia decisiva le truppe dei legionari di
Spartaco e di Crasso, prima che il
liberto la facesse finita per libera
scelta o per mano d’altri a ridosso
della fortificata Petilia sulla vetta
del Monte Stella.
Giungano, che promette calda
ospitalità nella serenità dei suoi
paesaggi, testimonia tracce di antica nobiltà nei palazzi gentilizi e
coltiva memorie di letterati e giureconsulti di discreta fama.
La strada sale a tornanti tra vigneti ed uliveti. Una chiesetta di
campagna, dedicata alla Madonna
di Loreto, con il caratteristico
campanile di stile moresco, rievoca santi eremiti e passaggio di
monaci basiliani ed annunzia
l’abitato di Trentinara con panorama mozzafiato sulla Piana di
Paestum ed il mare di Agropoli e
di Salerno.
Ed eccolo, ancora lui, il Solofrone
che zampilla, traslucido rigagnolo, tra i castagneti del Monte
Vesalo per gonfiarsi, via via, nel
tortuoso percorso tra campi coltivati.
Siamo nel territorio del parco del
Cilento e faggeti , lecceti e castagneti dei monti Chianiello, Vesole
bile Carducci, scrissero luminose
pagine di storia risorgimentale.
Ripercorro a passi lenti piazza ,
strade , slarghi, vicoli con il naso
all’insù a leggere lapidi che rievocano eventi ed immortalano
eroi. Sono nomi a me familiari e
mi risuonano dentro quasi per un
appello
d’amore
convenuto…..Marino, Passaro, Paolino,
Cavallo….Scandirono i ritmi
della mia infanzia, mi accesero
l’interesse per la ricerca storica,
mi consentirono scoperte di un
vissuto in cui mi identificavo con
legittimo orgoglio di appartee Soprano promettono sorprese
straordinarie agli escursionisti in
vena di trekking.
Sull’abisso di una roccia, a ri-
Roccadaspide
La Number One School conquista il primo posto
alla gara nazionale di ballo
Si è tenuta domenica 13 aprile,
presso il Palamaggiò di Caserta, l’annuale gara nazionale di ballo e coreografia.
Le scuole di ballo italiane che vi
hanno partecipato sono state numerosissime, tra tutte, però, a primeggiare è stata la Number One School
di Roccadaspide diretta da Maria Antonietta Russo.
Questa si è aggiudicata un secondo
posto e ben quattro primi posti per
cinque esibizioni su cinque.
La Number One School esiste da
undici anni e si avvale di ottanta
iscritti tra i quali cinquantuno, di diversa età, hanno preso parte alla
gara. Ad ottenere uno dei primi
posti per ballo e coreografia sono
stati anche gli allievi più piccoli,
aventi solo tra i tre e i cinque anni.
Quelli più grandi, appartenenti alla
categoria 6-10, hanno conquistato la
vittoria su vari balli e coreografie.
Inoltre, è stato premiato, singolarmente, per essersi distinto sulla dedizione alla materia, il giovanissimo
Mariano Capozzoli, uno dei pochi
maschietti della scuola.
I ragazzi iscritti provengono da vari
paesi del territorio, le sedi della
Number One School sono, infatti,
due una sita ad Albanella e l’altra a
Roccadaspide, entrambe gestite da
Maria Antonietta Russo.
Questa scuola ha partecipato alla
gara nazionale già otto volte e ne ha
riscosso sempre notevoli successi.
I ragazzi, quando gli è stata comunicata la vittoria, hanno dimostrato
grande soddisfazione poiché non
pochi sono stati i sacrifici fatti per
prepararsi alla gara.
Generalmente si allenano due ore a
settimana ma in tempo di gara gli allenamenti si moltiplicano e, come ha
ricordato l’insegnante, le due settimane che precedono le esibizioni si
allenano tutti i giorni per diverse
ore.
“Insegno ballo non per guadagnare
ma per passione e non partecipo a
queste gare per vincere ma per permettere a questi ragazzi di divertirsi,
di uscire, ogni tanto, dal loro piccolo
paese affinché imparino a competere
con lo spirito giusto anche con le realtà più grandi, la vittoria, però, mi ha
gratificato molto e non nego che ne
sono davvero felice” così Russo ha
commentato il trionfo, con grande
semplicità ed umiltà. Probabilmente
sta proprio in questo il segreto della
buona riuscita.
Alessandra Pazzanese
dosso della Piazzetta Panoramica
fioriscono, a filo di prodigio, sambuchi vanitosi di bacche viola,
sfavillano sciabole minacciose di
agavi, prosperano, tra schegge di
pietra, siepi di lentisco.
Di lì si lanciarono abbracciati
Saul ,giovane brigante, e Isabella,
marchesina avvenente, per consegnare, con un gesto drammatico,
alla memoria dei posteri la loro
contrastata storia d’amore. Il toponimo Preta ‘Ncatenata ha consegnato all’immaginario della
memoria collettiva la leggenda
d’amore e morte.
Sul marchesato di Trentinara governò, con spirito illuminato, Bernardino Rota, dotto umanista e
delicato poeta del cinquecento.
Una bella elegia in latino canta il
Solofrone accompagnandolo nel
corso dalle scaturigini della sorgente di Trantinara fin laggiù alla
foce tra Paestum e Agropoli.
Ma non sono a Trentinara per inseguire leggende popolari e miti
letterari, che pure sono tanti e tutti
interessanti, bensì per ripercorrere
il cammino dei rivoluzionari del
1848, che, sotto la guida di Costa-
nenza ad una comunità, che, nell’ora della storia, aveva risposto
all’appello con dignità e fierezza.
E dalle pagine dei libri fuoriuscivano i miei padri forti e generosi a
difendere fino al supremo sacrificio della vita la fedeltà agli ideali
di libertà, a contrastare, pochi di
numero ma carichi di ardimento,
l’armata del colonnello Recco, arrogante di mezzi e di uomini e determinato a riportare l’ordine nel
Cilento inquieto, in nome del Re
Borbone e dei baroni reazionari,
timorosi di perdere prestigio ed
averi. Era il 2 luglio del 1848 e
con la disfatta di Trentinara tramontavano i sogni generosi dei
tanti che avevano combattuto
lungo le marine e sulle balze del
Cilento interno da Agropoli a Pisciotta, da Torchiara a Vallo, da
Roccadaspide a Laurino, ecc.
Sul sangue ancora caldo dei caduti di Trentinara si aggrumavano
e si avvizzivano le ardimentose
speranze di libertà e di indipendenza del Cilento intero.
Giuseppe Liuccio
N°14 18 aprile 2008
Viaggi e assaggi
15
A cura di Diodato Buonora
[email protected]
Il ristorante “Le Trabe” di Capodifiume: un’oasi senza eguali
È la terza volta che su queste pagine
recensisco il ristorante “Le Trabe”.
Dall’ultima visita sono passati ben 4
anni. È normale che in un lasso di
tempo così lungo, soprattutto nella ristorazione moderna, alcune cose cambino.
In questo caso le cose modificate sono
veramente tante.
Iniziamo con il descrivere il parco che
da quest’anno ha avuto dei notevoli
abbellimenti. Ricordo che la volta
scorsa definii il posto molto vicino ad
un’oasi con tanto verde, numerose
piante esotiche e mediterranee ed
acqua, tanta acqua, dove vivono volatili come anatre, cigni e gallinelle acquatiche.
Difatti, siamo alle sorgenti del fiume
Capodifiume (anticamente Trabe),
dove, 26 secoli fa, i greci presero i
blocchi di tufo per fondare l’antica Poseidonia. Blocchi che si erano formati
per il gran contenuto di carbonato di
calcio che si trova nelle acque di questo fiume. Oggi, invece, al ristorante
“Le Trabe” è stato completamente
modificato, ridisegnato e abbellito
l’ingresso con l’aggiunta di altre
piante, tra queste degli stupendi esemplari di cipressi della varietà “Bolgheri”, gli stessi che troviamo nei più
bei viali della Toscana.
Per quanto riguarda la parte tecnica, è
cambiato in meglio il servizio in sala,
ora la “regia” è affidata al maître Mau-
rizio Calabrese, un personaggio che
come il sottoscritto vive di “pane e gastronomia”. Anche in cucina ci sono
delle novità, ora ai fornelli troviamo
Franco Rubino, salernitano di adozione ma di origini calabresi. Invece, i
proprietari sono sempre gli stessi: Antonio e Raffaele Chiacchiaro, ai quali
va il merito di aver avuto l’idea di trasformare, con una diligente opera di
recupero architettonico e ambientale,
un’antica centrale elettrica in una meta
gastronomica. Effettivamente, la bellezza del posto non ha eguali.
All’interno troviamo sempre la stessa
atmosfera, anche se sono stati svolti
dei lavori per rendere il tutto più funzionale. L’ambiente, ricordo, che è ru-
stico-elegante, è arredato con molta
cura. Ecco come è trascorsa gastronomicamente la nostra serata. Eravamo
in quattro e ci siamo affidati, sia dal
punto di vista del menu che da quello
enologico, al maître, che con sapienza
ha abbinato i vini ad ogni portata.
Difatti, la cantina delle “Trabe” è
molto ricca e può contare su circa 400
etichette regionali e nazionali. Per iniziare, insieme “all’entrée” “Rotoloni
di tonno con crêpes agli asparagi e
bottarga di muggine su crema di piselli”, ci hanno servito delle “bollicine” di Valdobbiadene della Valdo,
un’azienda leader in questo settore; a
seguire un’ “Insalatina di mare con
fiori di zucca e concassea di pomodo-
rini” e successivamente
delle “Calamarelle dorate su passata di fagioli,
ricciolo
di
calamaro e pomodorino
fritto”, entrambi accompagnati dal Fiano 2007
Paestum Igt di Alfonso
Rotolo, un vino che, in
questa annata particolarmente positiva per i
bianchi cilentani, ha
espresso il suo meglio
da sempre.
Abbiamo continuato
con il primo “Gnocchetti di ricotta di bufala
Il maitre Maurizio Calabrese e
con gamberi e zucca”
lo Chef Franco Rubino
abbinato a un Colli di
Lapio Fiano di Avellino
l’amaretto e al torroncino con pistac2006 Docg di Clelia Romano; invece, chi di Bronte caramellati” e anche qui
il Fiano di Avellino 2006 Docg di il “buon Maurizio” ha pensato di ofGuido Marsella è stato il compagno frirci un Ben Ryè passito di Pantelleria
ideale della “Zuppetta di pesce con pa- di Donnafugata. Da quello che abtate e zucchine in carta FaTa con cro- biamo degustato e bevuto, è chiaro che
stone di pane casereccio”, questi la serata è stata interessante.
ultimi due vini sono, secondo me, la Le Trabe offre una cucina innovativa
massima espressione irpina per quanto che merita di essere provata. Conto
riguarda il Fiano. Abbiamo proseguito indicativo: 55 euro a persona vini
con il pre-dessert che era una “Tarte- esclusi. Tenuta Capodifiume – Ristoletta con crema di banana” abbinata al rante le Trabe, Via Capodifiume,
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LA RICETTA
Risotto
alla mozzarella
Ingredienti per 4 persone:200 g di mozzarella
400 g di riso Carnaroli
300 g di porri
4 filetti di acciuga sott’olio
50 g di burro
1/2 bicchiere di vino bianco
1 l di brodo vegetale
sale e pepe.
Preparazione
Lavate e pulite i porri, affettate
solo la parte bianca e fate appassire con il burro per 10 minuti a
fuoco molto basso. Unite il riso e
fate tostare 2 minuti a fuoco vivace, mescolando. Bagnate con il
vino e lasciate evaporare. Versate
2 mestoli di brodo leggermente
salato e fate cuocere il risotto per
14 minuti, aggiungendo brodo man
mano che viene assorbito. Tagliate
la mozzarella a pezzetti e fatela
asciugare 10 minuti; scolate i filetti
di acciuga e spezzettateli. Unite entrambi gli ingredienti al risotto, fate
cuocere altri 2 minuti, mescolando.
Salate, pepate e servite. Vino consigliato: Fiano 2007, Paestum Igt,
Alfonso Rotolo.