N° 47 del 13/12/2008

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Transcript N° 47 del 13/12/2008

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Sperimentiamo
la provincia
avanguardista
Yuxi Sun a Paestum
di Oscar Nicodemo
continua a pag.10
BATTIPAGLIA
Ernesto Giacomino prima de Il Sele
Valerio Calabrese a pag. II de Il Sele
EBOLI
San Nicola
Varco: scontro
Medlchionda
Faenza
articoli a pagina 15
IL DIANO
Tanagro,
il pigro
Carmine Marino prima de Il Diano
Appunti per il
ministro Bondi in
visita a Paestum
e Velia
di Giuseppe Liuccio
Liste e preparativi per le prossime elezioni
provinciali fervono. Può darsi pure che
siano le ultime, considerato che il
federalismo, con le sue mille
semplificazioni, imperversa. Tra officine di
palazzo e laboratori di strada si percepisce
già il lavoro oscuro della politica che
intesse alleanze e cerne candidati. Si tratta
di manovre tanto oscure quanto basta per
far dire che lontano dal mondo
anglosassone la politica non è affatto il
campo dove la chiarezza potrà mai
spuntare.
La banda del
torchio
Sotto la
Castelluccia c’è
Pace per il Pd
Anno X n°47 13 dicembre 2008
L’AMBASCIATORE CINESE IN TOUR TURISTICO
NEL CILENTO E NEL VALLO DI DIANO
Sanità
di Bartolo Scandizzo
Mucciolo e Auricchio mano nella mano
“Alle prossime elezioni regionali, che potrebbero anche essere imminenti, garantiamo al
territorio della Valle del Calore una rappresentanza in consiglio regionale. Solo così le
ragioni della difesa dell’ospedale e di ogni altro bisogno
territoriale potrà essere difeso
con speranze di successo.”
Così ha concluso il suo intervento Gennaro Mucciolo,
consigliere in carica e vice presidente del
Consiglio regionale, in occasione dell’incontro convocato dal Psi presso il ristorante la Vigna di Tempalta. Al tavolo dei relatori erano seduti Dino Liguori e Girolamo
Auricchio. A coordinare gli interventi Fernando Morra. L’argomento in discussione è
il destino prossimo e remoto della struttura
ospedaliera di Roccadaspide.
Le tesi poste sul tavolo del confronto sono
sostanzialmente due. La prima è quella sostenuta da Auricchio e da buona parte del
continua a pag. 20
Per lunedì 15 dicembre è prevista una
visita pastorale (la bonaria malizia
dell’aggettivo è suggerita dall’immagine
di cardinale rinascimentale del
protagonista) del Ministro dei Beni
Culturali, Sandro Bondi, a Paestum e
Velia. C’è da augurarsi che i
rappresentanti delle Istituzioni Territoriali
prospettino all’uomo di governo i problemi
che i due siti archeologici lamentano, a
cielo aperto, da decenni. E lo facciano con
garbo sì, ma con la determinata fermezza
che la situazione richiede.
Per Paestum: 1 – lo scandalo di una
stazione ferroviaria “impresenziata”, come
affermano con freddo e brutto termine
burocratico quelli di Trenitalia, senza il
benché minimo confort di servizi di
accoglienza: biglietteria chiusa, servizi
igienici inesistenti o quasi, sala di attesa
ricovero per occasionali di varia umanità,
sottopasso campo di esercitazione per
graffittari con la fregola dei messaggi e
delle ingiurie e, spesso, anche deposito di
immondizia per incivili di passaggio: un
biglietto da visita raccapricciante esibito
senza vergogna ai tanti turisti e studiosi
che utilizzano il treno per incantarsi di
fronte alla sacralità e monumentalità dei
templi dorici. 2 – La indecorosa fiera da
paese di bancarelle/chioschi con
paccottiglia di basso conio, spacciata e
venduta per manufatti artistici (i Maestri
Assteas e Python si rivoltano nella
tomba!) e la lunga teoria di attività
commerciali e della ristorazione cui il
decoro del luogo imporrebbe uniformità di
arredo all’insegna del buon gusto.
3 – I tanti prestigiosi siti, disseminati
nella pianura (necropoli del Gaudo, Santa
Venera, Capodifiume, ecc.) nell’incuria e
nel degrado ad invasione rigogliosa di rovi
e sterpaglie e sguarniti della benché
minima cartellonistica di orientamento
per quanti, nonostante tutto, volessero
visitarli.
continua a pag. 20
Attualità
2
N°47 13 dicembre 2008
AEROPORTO. Strianese: “Solo con Gesac si volerà”
Il presidente del consorzio aeroportuale rilancia il gestore unico regionale
Augusto Strianese argomenta
con convinzione quanto va ripetendo da tempo, che solo
una gestione unica regionale
“made in Gesac” può salvare
l’aeroporto “Costa d’Amalfi”.
Ma è sull’aeroporto che Strianese concentra il meglio di sè:
“Non ho avuto nessun riconoscimento per averlo aperto
dopo 30 anni e ci sono rimasto
male”. Guarda comunque fiducioso al futuro, al bando che
sarà pubblicato a breve per la
ricerca di un progettista per
l’allungamento della pista e soprattutto alla gara per la privatizzazione. “È dal 2002 che dico
che l’aeroporto va privatizzato
- aggiunge - nel 2004 la società
Augusto Strianese
era pronta a lanciare la gara, richiedemmo una manifestazione d’interesse e su 24 società risposero in tre, tra cui Gesac. Poi
non se ne fece più niente perchè l’aeroporto era chiuso e
non c’era la concessione “.
Perplesso sull’operato della
Gan, la società che si occupa attualmente dei voli, rilancia
l’ipotesi dell’unico gestore regionale. “Non ci sono le leggi
che lo consentano ma questa è
la strada più veloce, semplice e
coerente. Anche perchè trovare 2-3 compagnie che vengono
a Salerno è difficile: Napoli non
le fa venire. Ci vogliono dare
fastidio“. Sulla gara, infine: “La
facciamo oggi che abbiamo
quattromila passeggeri al
mese, se la facessimo invece tra
sei mesi, con 20 mila passeggeri sarebbe più appetibile”.
L’aeroporto resta il tema “principe” per Strianese. In vent’anni (e praticamente inattivo) lo
scalo ha consumato 40milioni
di euro. “Ho preso a cuore le
sorti dell’aeroporto nè per scelta di Dio nè per mia scelta di
vita - spiega Strianese - ma per-
Presentato a Milano l’ultimo film di Carlo Fumo
“Scaccomatto”dal regista di Colliano
Bisogna proprio fare i complimenti a questo 22enne di Colliano, che ha già accumulato
sette anni di attività registica,
durante i quali ha realizzato
una serie di film, tra corti e
mediometraggi.
Martedì 2 dicembre, presso lo
Spazio Cinema Anteo di Milano, uno dei luoghi deputati
dalla comunità cinematografica alla presentazione delle
nuove opere alla stampa, c’era
anche lui, con la sua spystory
“Scaccomatto”, girata in Varicam HD, un nuovissimoo
standard di immagine.
La pellicola è stata realizzata
con il patrocinio del Comune
di Salerno, dell’Ente Provinciale per il Turismo di Salerno,
del Comune di Colliano (SA)
e del Comune di Lioni (AV),
perché è proprio in questi luoghi che Carlo ha scelto di girare il suo lavoro cinemato-
grafico. Il film, 18 minuti e un
cast di attori tutti più o meno
noti al grande pubblico cinetelevisivo, tra cui Yoon C.
Joyce (“Gangs of New York”,
“Cemento armato”, “Rex” e
“Il mattino ha l’oro in bocca”),
Davide Nicora (“Cuori rubati”, “Incantesimo” e “Vento di
ponente”), Danilo Autero
(“Vivere” e “Grandi domani”), Giorgia Gianetiempo
(“Un Medico in famiglia” e “I
Cesaroni”), Mario Giordano
(“Certi bambini” e “La Squadra”), Franklin Santana (“La
Talpa 2” e “Vero Amore”),
Ludmilla Radchenko (“Passaparola”, “La Talpa 2” e
“R.I.S.”), Caterina Misasi (“Vivere” e “Don Matteo 6”), Alfredo Li Bassi (“Mary per sempre” e “Ultimo”), Linda Messerklinger (“La terza Madre”
e “Colpo d’occhio”), Carmine
Erra (“Assunta Spina” e
Biagio Di Stefano
“Capri 2”), Fernando Vitale
(“Uomini e donne”) e Tony
Palma (“La Squadra”). Una produzione fortemente
voluta dal produttore di fragole salernitano Carmine Erra,
che ha già partecipato alla fiction tv RAI “Assunta Spina”
ed ha rivestito ruolo credibile
e di tutto rispetto nella trama
scacchistica di Fumo. Nel cast
di produzione anche l’altavillese Biagio Di Stefano,
responsabile del progetto
continua a pag. 15
chè la Camera di commercio ha
il 40% delle azioni”. Di fronte a
quella spesa improduttiva “ho
dato l’accelerata necessaria”.
La concessione dell’Enac ora
c’è ma, arrivata a cavallo del
cambio di Governo, bisogna
“aspettare altri due mesi per la
ratifica dei ministri Tremonti e
Matteoli”. L’apertura dello
scalo è stato motivo di orgoglio
personale, un “conforto nei
giorni di degenza in ospedale
per un intervento chirurgico
delicato”. Lo sconforto, anzi la
“delusione” è venuta dal non
aver ricevuto alcuna attestazione di riconoscimento per il
traguardo raggiunto “nè dalla
città, nè dalle istituzioni e neppure dalla Camera di commercio”. Aprire è stato necessario
per rientrare nelle previsioni
del piano industriale (250mila
passeggeri in 5 anni, 44mila
solo nel primo) pena la decadenza della concessione. Tira le
orecchie alla Gan (società di gestione del servizio): “Poteva lavorare meglio per perdere
meno e io stavo più tranquillo”. Quanto alla privatizzazione, Strianese ricorda un interessamento della Gesac (gestisce Capodichino) nel 2004.
Non se ne fece niente. “La Regione - rivela - ci ha sempre
fatto capire che era preferibile
un unico gestore in Campania”. E lascia intuire i giochi di
potere che fanno da sfondo
anche all’annunciata gara per
la privatizzazione: “La strada
più veloce, semplice e coerente
non sarebbe quella di affidarsi
ad una società che entra in conflitto con Napoli”.
E vede un percorso complesso
perchè “ci vogliono dare fastidio e basta”.
Agropoli
N°47 13 dicembre 2008
3
La clinica privata trasferisce i pazienti
La provocazione
La Malzoni in affanno trasferisce i pazienti
La clinica Malzoni di Agropoli rischia di chiudere. La direzione della casa di cura cilentana ha inviato una nota ai vertici regionali ed alla direzione
dell’Asl Sa 3 (il direttore generale è Donato Saracino) e ha dichiarato lo stato di crisi con la
sospensione di tutte le attività
in accreditamento.
A partire dalla data del 12 dicembre, è scritto nella missiva,
la direzione della clinica intende trasferire i pazienti tutt’ora
ricoverati in altre strutture
pubbliche. La clinica chiede di
prendere in carico i pazienti
ancora ricoverati e “a disporne il trasferimento presso altre
strutture”.
La clinica Malzoni di Agropoli ha a disposizione 100 posti
letto e circa 140 dipendenti.
La sospensione delle attività
sanitarie in accreditamento si
è resa necessaria per “la grave
situazione finanziaria in cui
versa la clinica. La causa di
questa situazione è stata determinata dai recenti provvedimenti di budget che hanno
disposto stanziamenti i congrui rispetto al reale e storico
volume di prestazioni erogate;
A parer mio
ai criteri di accreditamento incongrui e gravosi; alla disciplina tariffaria non aggiornata,
agli enormi ritardi o all’assenza di pagamenti da parte delle
Asl; al taglio dei posti letto ai
privati accreditati previsto dal
piano di riordino della rete
ospedaliera recentemente approvato dal Consiglio regionale della Campania”.
La clinica Malzoni ha un fatturato annuo di 17milioni di
euro, la Regione ne riconosce
14milioni, restano quindi prestazioni per 3milioni di euro
da coprire. Il tetto di budget
assegnao è stato raggiunto
dalla casa di cura di Agropoli il
31 ottobre scorso.
“Nel 1828 - scrive Giuseppe Galzerano - il Cilento si ribella alla dinastia borbonica e chiede la Costituzione.
La rivolta fu domata con torrenti
di sangue e nel terrore.
di Catello Nastro
1908-2008: a cento anni dalla nascita di mio padre
Nel 1908, nella frazione di
Santa Maria La Carità, ora comune, ma allora facente parte
del comune di Gragnano, un
paese in provincia di Napoli,
famoso per la sua pasta e per i
suoi pastifici, veniva alla luce
Carmine Nastro: mio Padre.
Nel piccolo podere, terreno
fertile, dove si produceva di
tutto, egli fu il primo di ben
sette figli: cinque maschi e due
femmine.
Lavorare nei campi era cosa
usuale per la moltitudine di
gente di campagna che non
aveva avuto la fortuna di nascere sotto il tetto di un palazzo di nobili che non avevano
bisogno di lavorare perché
tanto campavano del lavoro
degli altri.
Della povera gente che doveva
produrre e consegnare al padrone esoso, come pure al suo
fattore, la maggior parte del
Ad Agropoli un
comitato
anti-borbonico
prodotto agricolo, lasciando il
minimo indispensabile per il
sostentamento della famiglia
quasi sempre numerosa.
Quando scoppiò la prima
guerra mondiale, mio padre
aveva sette o otto anni. Ma
non me ne ha mai parlato.
Il nonno Antonio, cioè suo
padre, partecipò alla guerra.
Un antico ritratto in bianco e
nero, sbiadito dal tempo, sta
da anni, anzi di circa mezzo
secolo, appeso nel mio studio.
Pensino i lettori che proprio
quest’anno ho cambiato per la
trentottesima volta l’ubicazione del mio studio.
O pensatoio, come lo chiamo
io. Il
pennino Cavallotti o Umberto
I è stato sostituito dalla penna
stilografica in madreperla, la
penna in seguito è stata sostituita da una Olivetti Lettera
22, questa in seguito è stata so-
stituita da una composer IBM,
la nonna del computer ed infine hanno fatto la loro comparsa, nel mio studio, una
dozzina di computer coi loro
utilissimi accessori.
Nei prossimi mesi dovrò lasciare la casa di campagna,
perché ho difficoltà a guidare
di notte,
e mi trasferirò nel centro storico di Agropoli, vicino al Castello Normanno, alla Porta Bizantina, alla Chiesa della Madonna di Costantinopoli, proprio sul mare, a cento metri
dalla spiaggia del porto. Sarà
questo il trentanovesimo trasloco del mio studio, con oltre
una tonnellata di libri, aggeggi ed arnesi vari.
Ma non è detto che sarà l’ultimo…Durante la seconda
guerra mondiale venni alla
luce pure io: nel 1941.
Terzo di quattro figli.
Mio padre fece il servizio militare a Pomigliano d’Arco, vicino Napoli.
Gli altri fratelli invece, furono
fortunati nella sfortuna.
Uno andò in Russia, due in
Africa ed uno nei Balcani. Sebbene malconci ritornarono a
casa dopo la prigionia.
Dopo la guerra mio padre faceva la raccolta del latte per
conto del Consorzio di Castellammare di Stabia.
Molti si arricchirono col mercato nero.
Mio padre, invece, si impoverì perché regalava il latte alle
continua a pag. 4
Giuseppe Galzerano
Gli insorti furono catturati, subirono processi farsa, patirono anni
e anni di galera ‘ai ferri’, molti furono condannati a morte”. A distanza di quasi due secoli da allora nasce da Agropoli nel Cilento,
un nuovo movimento di protesta
antiborbonico.
Il contesto in cui viviamo è diverso dall’epoca, e coloro che oggi
vengono chiamati Borboni, non
appartengono alla dinastia che
per anni dominò il sud Italia, ma
ad una classe politica che secondo gli “antiborbonici”, sta sfruttando le ricchezze e le energie del
Cilento.
La singolare iniziativa di costituire un Comitato Antiborbonico,
nasce dal professore Catello Nastro in seguito alla decisione del
Consiglio Regionale della Campania di ridimensionare l’Ospedale Civile di Agropoli.
Nastro, tra l’altro autore del libro
“La nuova rivolta del Cilento”,
scritto con il professore Antonio
continua a pag. 4
Agropoli-Capaccio
4
I nonni cantano
Coppia canadese ospite
della manifestazione
Sabato 6 dicembre 2008, nei saloni d’ingresso del Centro Sociale
Polivalente “Città di Agropoli”
sesta edizione dello spettacolo di
musica, canzoni e poesie de “I
nonni cantano”, organizzato dal
prolifico professor Catello Nastro, consigliere e delegato all’arte ed alla cultura dell’attivo
centro per anziani del Cilento.
Durante la manifestazione, che
ha visto anche la presenza dell’Assessore alla Solidarietà Sociale del Comune di Agropoli,
dottor Angelo Coccaro, che ha salutato tutti i presenti, come pure
il giornalista Lorenzo Barone, vicepresidente del Centro, che ha
portato il saluto del Presidente,
signora Dora Capaldo, assente
per motivi di salute, il presentatore, Catello Nastro, ha condotto
uno spettacolo durato quasi novanta minuti e che ha visto l’esibizione di Maria Luisa Limongelli, cha ha cantato e recitato
due poesie di sua composizione,
Benedetto Peduto che ha cantato
due pezzi melodici, Mimmo
Rizzo con la sua consorte, che
hanno cantato e recitato, Alfonso
Martuscelli che ha cantato e suonato la fisarmonica ed Alfredo
Razzino che ha cantato una bellissima canzone napoletana accompagnandosi con la chitarra.
Ospite della serata il regista televisivo Gilberto Calindri, con la
consorte, che ha declamato versi
del repertorio classico italiano e
straniero. Tra i presenti una coppia di anziani provenienti dal
Quebec (Canada), in villeggiatura nel nostro paese, che non
hanno mancato di applaudire i
dicitori, cantanti e musicisti che
hanno dimostrato amore per l’arte, ma innanzitutto il piacere di
trascorrere una bella serata in
compagnia ed in allegria.
Renato Volpi
N°47 13 dicembre 2008
A parer mio
1908-2008: a cento anni dalla nascita di mio padre
continua da pag. 3
donne che avevano perduto il
marito al fronte e non avevano
di che sfamare i propri figli.
Nel 1951 fu costretto, con moglie e quattro figli piccoli, ad
emigrare nel Cilento.
La terra nella quale vivo e che
amo più della mia terra natìa,
che,peraltro, ha dato i natali
anche al grande Raffaele Viviani. Quando mio padre ha
lasciato questo mondo, agli
inizi degli
anni ’70, è stato per me un
duro colpo. Sono rimasto chiuso nella mia stanza per alcuni
giorni pensando e meditando
sull’eredità morale che egli mi
aveva lasciato.
Amore per la famiglia e per il
lavoro.
Pensate che quando impiantò
un piccolo caseificio in Agropoli, nella seconda metà del secolo scorso, non volle mai
usare prodotti chimici per la
produzione della mozzarella,
dei formaggi e della ricotta che
veniva usata a Napoli nella
produzione dei famosi dolci
napoletani che oramai, in
tempo di globalizzazione, tutti
conoscono.
Il caglio per fare le mozzarelle
era di origine vegetale: una
pianta delle rubiacee, se ben ricordo, come quella del caffè.
Quello di origine animale, era
il caglio ricavato dallo stomaco
del capretto o della pecora.
L’unica aggiunta al latte era solamente il sale.
Ottimi e squisiti i formaggi del
tempo. Oggi quei prodotti
vengono definiti ecologici.
Ma non si sa fino a quando lo
siano veramente. Oggi 2 novembre 2008, come tutti gli
anni, mi sono recato al cimitero di Agropoli per ricordare ed
onorare i cari defunti.
Erano tutti lì. Parenti ed amici.
Un attimo di preghiera e di
La provocazione
Da Agropoli l’idea di un comitato anti-borbonico
continua da pag 3
Infante, in pieno stile risorgimentale, si affida ad un proclama per richiamare l’attenzione dei cilentani e guidarli
alla rivolta contro i nuovo Borboni:
“Cilentani! - si legge nel proclama - I rigurgiti dell’antiquato ed iniquo regime sfruttatore delle ricchezze e delle
energie del Cilento, i mezzadri
politici con miere e mete esclusivamente personali e personalistiche atte ad innalzare se
stessi, i loro arrapati rampolli
di mezza tacca, la loro clientela nullafacente e prassita, i loro
fattori, ignobili individui viventi alle spalle della mezzadria di una classe di lavoratori
ancora sfruttata e cullata da insulse sceneggiate, ritornano,
ignobili virus, a minare le basi
essenziali delle conquiste di un
popolo lavoratore che solo nel
terzo millennio è riuscito ad ottenere un efficiente luogo di
cura qual è l’Ospedale di Agro
poli e del territorio circostante.
Il Vicerè del Regno borbonico,
nobile barone di Vallo della
Lucania, ingelosito da novelli
masanielli sotto le spoglie di
Alfieri di progresso civile e sociale, con investimenti mirati
alla rinascita della cittadina capoluogo del Cilento, come
anni addietro permisero la distruzione della cittadina di
Bosco, parimenti attentano alla
sopravvivenza del nostro
ospedale.
Cilentani! ‘La nuova Rivolta
del Cilento’, democraticamente , culturalmente e pacificamente, è iniziata.
Non lasciamo che l’ospedale di
Agropoli venga distrutto. Non
lasciamo che i principali attori
della rivolta vengano incriminati come comuni malfattori.
Non lasciamo che i principali
attori della rivolta vengano incriminati come comuni malfattori.
Non lasciamo che l’erocico
Don Bruno faccia la fine del canonico De Luca. Non lasciamo
che le manifestazioni assumano, a forza, un carattere violento.
Agropoli, che ha visto i suoi
destini modificati dagli invasori nel corso dei secoli, non
può subire questa mortificazione.
Evidenziamo tutti democraticamente e civilmente, la nostra
protesta per il più sacrosanto
diritto del cittadino: il diritto
alla salute.
Cilentani! – conclude il proclama del Comitato Antiborbonico – Unitevi e fate sentire ancora una volta, in coro unanime, il vostro urlo di protesta
contro i nuovi Borboni”
raccoglimento, di meditazioni
e di ricordi indelebili nel
tempo.
Sono passati cento anni dalla
nascita di mio padre.
A me piace ricordarlo ancora,
una sessantina di anni fa,
quando mi portava con se
sullo “sciarabballo”, trainato
da un paziente cavallo baio, ed
io, seduto a cassetta, ammiravo la campagna con gli animali che pascolavano nelle campagne da poco bonificate dalle
bombe naziste, coi contadini
che tornavano al lavoro dei
campi e si preparavano a raccogliere, in pace, le nuove
messi. Ricordo ancora il mio
genitore, di buon mattino, che
si alzava dal letto, sorbiva “’a
tazzulella ‘e café”, andava
nella stalla per preparare il cavallo e poi si partiva. Durante
il percorso amava fischiettare
la canzone “O campagnola
bella, tu sei la Reginella…E
quel fischiettìo risuona ancora,
piacevole alle mie orecchie.
Quasi un inno di un tempo
passato…”Grazie papà, per
l’eredità che mi hai lasciato.
L’amore per la famiglia, per il
lavoro, per il prossimo, mi
hanno accompagnato finora.
Nel Centro Sociale per Anziani di Agropoli, dove faccio volontariato, sono diecine i “colleghi” nonni che mi salutano
affettuosamente e spesso mi
chiedono consigli.
Ed ognuno di essi ha il sorriso
di mio padre. Lo stesso sorriso che ho trasmesso ai miei
figli e che essi a loro volta stanno trasmettendo ai loro figli.
Il ciclo vichiano continua.
Quando il ricordo diventa monito e insegnamento significa
che ci sono buone speranze
per un mondo migliore.
Ciao, papà!
Catello Nastro
Capaccio
N°47 13 dicembre 2008
L’analisi del Puc
5
di Pietro De Rosa
Il nuovo strumento urbanistico non va!
Il P.U.C. di MA.SI.FO. non va. Questo non vuol dire che va corretto:
va riscritto.
Marino, Silenzio, Forte c’erano nel
2002 e ci sono ancora oggi. E’ un
P.U.C. che guarda al passato: sembra che il tempo si sia fermato.
Leggendo la relazione si ha l’impressione che, in alcuni tratti, essa
segua i grafici più che precederli.
Se si fosse arrivati di fronte al foglio
bianco sgombri di desiderata, suggerimenti, consigli o quant’altro
avremmo dovuto leggere (fatte le
dovute premesse relative al ptr e al
ptcp) le seguenti linee d’intervento:
1. Sistema collinare e Capoluogo:
sviluppo edilizia residenziale.
2.P.Barizzo-CapaccioScaloPaestum-S.Venere: sviluppo delle
attività produttive, commerciali e
dell’accoglienza turistica lungo la
direttrice ex statale 18.
3. Foce Sele-Laura-Torre-Licinella:
sviluppo delle attività e dei servizi
turistici.
4. Tra le tre direttici nord-sud: preservazione delle attività agricole .
Troppo semplice? No, solo buonsenso. Nella stessa relazione si
legge che negli anni passati si è costruito troppo e male, che occorre
privilegiare l’agricoltura, adeguare
gli standard dei servizi, evitare e rimuovere fonti di inquinamento,
dare impulso al turismo. Ciò che ritroviamo, invece, è la rescissione
del legame storico Paestum-Capaccio-Paestum con la soppressione
del sottopasso, (quanto rimane dei
4.500.000 euro?); la localizzazione a Cannito di oltre il 70% del fabbisogno degli standard dei servizi
(non si evidenzia la fattibilità di
oltre 300 appartamenti!); la conferma degli insediamenti zootecnici
intensivi a poche centinaia di metri
dal mare, ulteriore sottrazione di
spazi all’agricoltura, urbanizzazione intensiva in aree dove è alta l’incidenza di malattie tumorali.
L’analisi relativa al settore turistico
è carente. Dai dati utilizzati a supporto delle proprie tesi, si riscontra
poco approfondimento, soprattutto
in relazione alle visite al sito archeologico e al museo, agli arrivi e
alle presenze. Bastava collegarsi al
sito del Ministero per avere dati
certi: sono in linea i dati dal ’96 ad
oggi che troverete pubblicati sul
sito www.unicosettimanale.it
Si sarebbe dovuto notare che nel
tempo diminuiscono i paganti e au-
mentano le visite gratuite riservate
ai minori di 18 e ai maggiori di 65
anni. Di qui la scarsa attenzione
che si presta al turismo scolastico e
della terza età.
l dati totali relativi agli arrivi e alle
presenze mostrano un segno negativo anno su anno dal 2001, fino
a toccare nel 2006 una diminuzione cumulata di oltre il 46%
Il dato del 2007, inspiegabile anche
da parte dell’ E.P.T., mostrerebbe invece un dato vicino al 2001. (tabella su www.unicosettimanale.it)
L’ ‘inspiegabile’ dato relativo al
2007 potrebbe derivare da errori
materiali, da una diversa e nuova
metodologia di rilevazione, o chissà da cos’altro : al momento non ci
è dato di sapere. Il 2008 non è sicuramente migliore.
Volendo prendere per buono il
dato, oltre a segnalare le presenze
medie giornaliere (spalmate su 365
giorni!) andava evidenziato il dato
relativo al punto di saturazione! Si
sarebbe scoperto che, in relazione
alle strutture alberghiere, il dato
mostra un incremento di circa 7
punti percentuali nei mesi di luglioagosto, mantenendosi stabile nel
confronto annuo 2002-2007.
Le strutture extra-alberghiere, rispetto ad un incremento della ricettività massima di circa il 50 %
dal 2002 al 2007, mostrano una diminuzione in valore assoluto fino
al 2006 superiore all’80%, con un
indice di saturazione che scende a
percentuali vicine al 20%, se consideriamo la stagione estiva di 90
giorni. (tabella su www.unicosetti-
manale.it)
Le attuali strutture potrebbero facilmente raggiungere un milione di
presenze.
L’offerta alberghiera regge, nonostante tutto, ma l’offerta turistica
complessiva è scadente: CapaccioPaestum necessita di servizi. Inoltre occorre far rispettare gli standard medi di offerta, soprattutto
nelle strutture che insistono su aree
demaniali e soggette a concessioni. L’attribuzione di marchi di qualità potrebbe far elevare l’offerta turistica e accelerare la fuoriuscita di
operatori incapaci.
L’inversione di tendenza non si può
ottenere concentrando su Cannito
la quasi totalità degli standard : andrebbero distribuiti tra il Capoluogo, Capaccio Scalo, Paestum e la
Linora.
Capoluogo: al disotto del campo
sportivo si potrebbe immaginare la
città dello sport: riscoprendo antiche direttrici si agevolerebbe il collegamento con la pianura.
Facendo risalire di qualche chilometro le D3 previste nella fascia
pedemontana si coglierebbe la domanda di turismo collinare, scolastico e della terza età, con residenze per anziani abili e non.
L’ospitalità diffusa va lasciata nella
disponibilità del mondo agricolo
per adeguare il reddito e consentire la permanenza nelle attività primarie.
Capaccio Scalo: fatta salva la vocazione di centro commerciale e
dei servizi del territorio, dotandolo
di un centro direzionale, che libe-
rerebbe centinaia di appartamenti
per civili abitazioni, completando
il piano vigente, prevedendo giusti
saldi di incremento, andrebbe dotato di standard di interesse collettivo ai margini che farebbero da
scudo all’ economia agricola intensiva che va preservata.
Paestum:se effettivamente s’intende
procedere alla valorizzazione del
parco Archeologico di Paestum, il
flusso di visitatori che occorre immaginare dev’essere pari a quello
di Pompei(2.500.000). Va programmato un centro di accoglienza turistica, in luogo della fiera, dotato di
ampio parcheggio, servizi, attività
commerciali e ludiche. Ne verrà
fuori la Nuova Paestum, con un anfiteatro e un’ ampia agorà che di
giorno accoglierà visitatori e turisti
e che di sera si trasformerà in luogo
di incontro e di divertimento per residenti e non.
Linora: l’improduttiva e arida Linora è la soluzione giusta per una
fiera moderna di medie dimensioni
che va dai 50 ai 100 ha., con una
dotazione di posti auto compresa
tra i 10.000 e i 20.000.
Una moderna S.p.A. potrebbe
avere interesse ad investire. Il richiamo di standard datati
1933(sic!) sono incomprensibili.
Anche i parchi del divertimento potrebbero trovare collocazione alla
Linora.(Gardland ha annualmente
circa 4.500.000 visitatori).
Tutto negativo? No. Va dato atto ai
consiglieri più illuminati di aver
proposto e fatto approvare il “Concorso d’idee” sull’area sottoposta a
vincolo da parte della legge nazionale 220/57.
Il concorso non può però rappresentare il punto d’arrivo successivo
all’approvazione del P.U.C., ma
deve essere il punto di partenza,
come da anni auspico. Va coinvolto fin dall’inizio il Ministero e
l’Unesco, attraverso la selezione di
una commissione di esperti referenziati. Senza anticipare soluzioni mi auguro un esame critico sulle
circa 500 costruzioni che insistono
nel perimetro di riferimento. Fatte
le dovute eccezioni, l’augurio è
che le stesse possano rientrare
nella disponibilità dei diritti e dei
doveri.
Se punto di partenza deve essere
vanno precisati tempi e modalità di
continua a pag. 6
Capaccio-Paestum
6
continua da pag. 5
N°47 13 dicembre 2008
L’escursione sopra le mura
Il Puc non va! Sulla cinta muraria di Paestum per un’escursione porta a porta
svolgimento del “Concorso di
idee”. Accantonando per un attimo l’approvazione del P.U.C.,
nelle more, si potrebbe procedere a un adeguamento delle attività ricettive alberghiere.(+25% a richiesta )
Non si avverte una domanda pressante di nuove abitazioni: le realizzazioni in atto, le nuove concessioni e l’esaurimento delle
zone previste dal vigente Prg, potrebbero esaudire almeno il 50%
degli incrementi previsti da qui a
qualche anno.
Le cose che mancano sono gli
standard relativi agli spazi pubblici e agli spazi d’interesse generale(
art 3 e 4 D.M.1444/68) che avrebbero dovuto accompagnare dal
’92 ad oggi l’attuazione del vigente piano.
Questi potrebbero essere in parte
progettati avvalendosi dei bandi
promossi dalla Regione Campania
per l’utilizzo dei fondi europei.
Chi ha guidato, negli ultimi 13,
l’Amministrazione Comunale per
ben 10 anni, sommando negli ultimi 2, le deleghe all’urbanistica
(unico interlocutore del progettista) e al turismo dovrebbe trarre
le conclusioni. Se si dovesse insistere sull’ approvazione del P.U.C.
entro febbraio 2009, lasciandolo
così com’è o apportandogli poche
e marginali modifiche o ancora –
annusando l’aria che tira- rimandarlo al dopo elezioni provinciali
(con relativa candidatura), il destino è segnato: la bocciatura
dell’uno trascinerebbe inevitabilmente l’altro e viceversa.
Pietro De Rosa
L‘autunno a Paestum riserva
delle perle di giornate che
spuntano all’improvviso dal
“sottosuolo” percosso insistentemente dalla pioggia. Una
di queste giornate inondate di
luce si è presentata all’occhio
trasognato dell’escursionista
che si affaccia a sbirciare tra
pieghe della tapparella se il
“tempo” ha deciso di lasciare
in pace uomini e cose per un
po’. Ecco perché, domenica 7
dicembre, mi sono ritrovato a
camminare di fianco alla storia
dei luoghi che ho imparato ad
amare come quelli natii.
Scegliere di percorrere la strada che accompagna la “grande
muraglia” estremo confine di
Paestum. Annusare le mura
sfiorandole col corpo e misurandone l’imponenza ad altezza d’uomo.
Tutto ciò si percepisce appena
perché l’occhio si fa rapire dal
balenio di colori di una giornata che sembra fare concorrenza al treno che sfrecciando
scandisce i tempi di luoghi
eterni.
Il parcheggio della stazione è
una bella sorpresa. Le panchine, i cesti dei rifiuti, la rastrelliera delle bici, la sbarra e la
macchinetta per l’emissione
dei ticket ci ricordano che i lavori non solo iniziano, ma ogni
tanto si concludono anche.
Ci introduciamo nell’area archeologica incanalandoci nel
sottopasso della stazione.
La posa delle sedie per favorire l’accesso ai binari dei disabili, sono una chiara indicazione di una volontà di voler intervenire per adeguare la
“porta” d’accesso a Paestum ai
tempi e alle esigenze moderne.
Ad attenderci, l’altra porta,
detta Sirena.
Pieghiamo subito a destra
puntando nella direzione del
Gaudio.
I grandi massi di travertino allineati e marcati per predisporli alla loro eventuale ricollocazione, sembrano accoglierci con un gradito “presentat’arm”.
Alla prima volta della strada,
il violento impatto con la fragorosa, ex, porta Aurea.
La zona d’ombra prodotta
dalle mura esposte a nord, ci fa
impantanare nel fango in cui si
è impastata la terra e l’acqua
piovuta a catinelle nella notte.
Passo dopo passo conquistiamo l’incrocio “peggiore” di
Paestum, il luogo che un
tempo corrispondeva a Porta
Aurea. Qui, dove passa la stragrande maggioranza dei visitatori dell’area archeologica,
s’intravede la voluminosa ferita inferta alle mura dall’insipienza dell’uomo che ha penetrato l’area archeologica con
una strada che ha “risepolto”
parte dell’anfiteatro e del foro
e chi sa quante altre emergenze archeologiche di inestimabile valore.
Il vicolo Tavernelle è uno scorcio di storia impossibile da vivere a piedi. Le case e le attività sono oltrepassate a ridosso
degli orti ricavati sotto le
mura. Il lato di via Marina, invece conserva intatto il suo fascino che fa andare il pensiero
ai tempi dell’approdo. Porta
Marina, con il suo selvaggio
patrimonio di storie, ricorda a
tutti noi che un tempo qui il
mare era amico di Paestum e le
barche senza chiglia che navigavano sotto costa risalendo la
costa della Magna Graecia vi
arrivavano sbucando dallo
scoglio di Agropoli e giungevano all’attracco a ridosso
delle mura risalendo il fiume
sacro che ancora nasce a Capo
di Fiume. Sulle mura, a ridosso dell’ex porto, oggi s’incontra la masseria Lupata.
L’impossibilità di camminare
in sicurezza lungo la strada ci
spinge all’azzardo di salire sul
camminamento che un tempo
consentiva ai sorveglianti di
controllare e garantire sicurezza alla città. Per quanto poco
agevole, l’impresa subito ci
premia con scorci che di solito
sono preclusi ai tanti visitatori. È un’ottica distorta ma affascinate.
La vista dei maestosi templi
s’incrocia con i campi seminati e con la presenza di
un’azienda zootecnica che insiste all’interno della cinta muraria. La vista del mare, alla
nostra destra è negata dalla pineta messa a dimora negli anni
cinquanta.
L’ultima volta ci pone di fronte l’incredibile paesaggio dei
due monti, il Soprano e il Sottano, che fanno da contraltare
all’ampia distesa della piana.
Capaccio capoluogo, la Madonna del Granato e, più in là,
Giungano e Trentinara, completano l’idea di un territorio
che un tempo era un tutt’uno.
Scendiamo dal camminamento nell’altra realtà recuperata
nella cinta muraria e perfettamente integrata dell’ambiente:
il ristorante Nettuno che ha
fatto la storia del turismo a
Paestum.
È proprio qui che fu aperta la
prima biglietteria del primo
varco d’ingresso alla zona recintata.
In un attimo siamo sull’incrocio che un tempo corrispondeva alla porta Giustizia.
Qui, nel passato recente, l’uomo vi ha costruito una fabbrica (La Cirio) per lavorazione
dell’oro rosso “i pomodori”.
Quello stesso stabilimento,
oggi di proprietà della soprintendenza, dovrà diventare un
museo e un centro servizi al turismo e per incentivare le attività culturali.
Qui si può capire cosa diventerà la Paestum che ci aspetta
quando saranno conclusi i lavori previsti per allontanare la
viabilità ordinaria dalla cinta
muraria. Qui è stato realizzato
il secondo parcheggio collegato al percorso pedonale e ciclabile che è stato realizzato, tra
infinte polemiche, per rendere
fruibile la visita alle mura.
L’ansa dell’ultima curva che ci
immette sul lato nord dove i
lavori di ricostruzione delle
mura sono quasi terminati ci
introduce sul sentiero pedonale accompagnato dalla sola
pista ciclabile, mentre la strada è ulteriormente allontanata
dalle mura. Incrociamo i podisti della maratona Salerno Paestum e numerosi ciclisti che
l’accompagnano lungo il percorso.
Imbocchiamo il sottopasso
della stazione dopo aver dato
un ultimo sguardo a porta Sirena illuminata dal sole allo
zenit.
Paestum con il sole è di un’incomparabile bellezza che incanta e travolge e poi ti conquista definitivamente… provare per credere: la passeggiata dura poco più di un’ora,
comprese le doverose soste.
Bartolo Scandizzo
Calore
N°47 13 dicembre 2008
7
Sanità, l’analisi dell’esperto
Nella Valle che va verso la desertificazione
AQUARA
Storia di solidarietà,
famiglia e
valori d’impresa
Aquara ha dato i natali ad Amendola
Fabrino, per gli amici Mario, che veniva a mancare il 19 agosto 2008. All’età di 50 anni lasciava la famiglia e
l’impresa agricola appena avviata. Il
frantoio l’aveva ereditato dal suocero.
Con il calore della famiglia e la propria forza d’animo aveva trovato investito le proprie migliori risorse per
rigenerare il frantoio di famiglia. Tre
anni or sono, con l’aiuto di un finanziamento pubblico, il Patto Territoriale, aveva rinverdito il piano macchine
e riattivato l’azienda. Poi la morte, che
quando arriva trancia tutto, il dolore
permea tutto, e solo l’affetto dei cari
serve da sostegno al dolore che tracima. La famiglia, sola, si ritrovava
senza la colonna portante e l’avviamento di un’attività imprenditoriale
si trova senza la linfa vitale.
Otto amici, riuniti dal cordoglio della
scomparsa del paesano, decidono di
aiutare la famiglia Amendola continuando l’attività della buonanima in
nome e per conto della sua famiglia.
Fare l’imprenditore significa anche
fare investimenti e rischiare un capitale. La buona fede nei rapporti giuridici è fondamentale, è la parte più
umana dei rapporti d’affari.
Aldo Peduto, Antonio Marino, Nicola
Pagano, Nicola Peduto, Sisto Di Gregorio, Luigi Mastrantuono, Luigi
Amendola, Lucido Amendola trovandosi vicini al compianto Mario, decidono di perpetrare il suo volere, di
non lasciare al mercato e alla sua logica di fagocitare l’azienda ormai senza
più una guida, curando gli interessi
della famiglia.
Onorare i debiti, far fruttare gli investimenti, garantire un futuro lavorativo ai due impiegati di origine ucraina
continua a pag.8
È ora di finirla con il tiro al piccione
sulle zone interne ed in particolare
sulla Valle del Calore: un esempio su
tutti, la grande querelle della crisi della
sanità, che vede ancora una volta soccombere la Valle del Calore sulla stampa: «I nosocomi di Agropoli e Roccadaspide non andavano proprio aperti,
ora non c’è stato il coraggio di chiuderli».
Cosa fa più notizia un episodio di cronaca nera o di cronaca rosa, un episodio
di malasanità, oppure di buona sanità!
Oggi si continua a parlare di consumi,
ma se unico bene che si riesce a vendere è il debito. Si predica ad ogni piè sospinto di incrementare i consumi, per dinamizzare l’economia, ma i guadagni?
I prezzi scendono e la crisi deflativa si
fa sempre più forte.
Dove sono gli ammortizzatori sociali!
Questo è lo scenario che si presenta a livello generale.
Accodarsi alla disperazione non serve a
niente. Le zone interne sono l’anello de-
più non servono a nulla. Sapri, invece, è
riuscita ad ottenere il secondo livello di
emergenza per la relativa protesta che ha
coinvolto istituzioni e cittadini. Questo da
noi non è successo, ma siamo ancora disponibili alla collaborazione, anche se non
siamo mai stati convocati dalla maggioranza ed insieme si poteva fare di più».
E l’assessore Gabriele Iuliano «Non capisco
l’elemento in più per migliorare il risultato
dell’ospedale insieme alla richiesta di fare
baccano. Anche Agropoli ha fatto rumore,
ma non ha ottenuto nulla. Noi ci battiamo
per la seconda Asl perché è questa che dà
l’assetto all’ospedale.
Mentre scrivere il piano è una cosa astratta.
La lungodegenza, ad esempio, non era prevista, ma è stata attivata lo stesso».
Per Donato De Rosa: «Vanno difesi prima
il pronto soccorso, l’Utic e poi l’Asl. Se le
spese per una seconda Asl dovessero andare a scapito dell’ospedale, io scelgo
legiano le aree povere ed innanzitutto
quelle con poca popolazione.
La prima reazione che hanno determinate persone residenti, dapprima, è
quello di combattere, poi quando ci si
rende conto che è come lottare contro i
mulini a vento, allora si tirano i remi in
barca, si abbandona la morsa e ci si trasferisce da questo territorio con la propria dimora ed in seguito con la residenza.
Se volessimo fare un sondaggio, sulle
persone che hanno cariche pubbliche
nella Valle del Calore, scopriremmo che
la stragrande maggioranza vivono e dimorano oltre la Valle del Calore.
Gli amministratori che risiedono stabilmente nella Valle sono pochi. Anche
questo è un segno del malessere, che
però bisogna sconfiggere. Qui di crisi in
crisi, finirà che da queste parti si rischia
la fine di “Roscigno Vecchia”.
È ora di cambiare tendenza e lottare per
una sana permanenza in questo territorio e bandire quei politici e quegli amministratori che prendono i voti in questo territorio e spalmano le loro influenze altrove, perché si parte dal presupposto che un piccolo paese non equivale ad un grosso condominio di città.
Allora bisogna aiutarsi con provvedimenti seri, tutti insieme con obiettivi
chiari e difendere con i denti tutto ciò
che è umanamente e moralmente difendibile.
Non è giusto ascoltare proclami contro
la sanità delle aree povere, solo perché
non rientrano negli standard popolazione/servizi.
E l’emergenza chi la difende? Perché i
diritti non debbono essere garantiti!
Anche gli istituti di credito debbono cimentarsi con questi principi. Sapere
qual è la vita reale delle persone che vivono nelle aree interne! Ecco perché
tutto deve ritornare alla gente. La popolazione tutta deve recuperare protagonismo e rispondere a chiare lettere
che il diritto alla vita è sacrosanto per
tutti, cittadini di serie A e cittadini di
serie B. Sia per gli abitanti di Battipaglia/Eboli che per gli abitanti di
continua a pag. 8
continua a pag. 8
bole del sistema. Non ci sto, ora più che
mai bisogna lottare per una difesa ad oltranza delle aree interne e nella fattispecie della Valle del Calore.
In questo territorio non si fa altro che
parlare di crisi, di divisione, di poca coesione e molte volte si perdono di vista
le buone battaglie che si fanno, in difesa di un qualcosa o di principi giusti.
Tanti provvedimenti politici non privi-
ROCCADASPIDE: LITE IN CONSIGLIO COMUNALE
Maggioranza e opposizione si scontrano sull’ospedale
Lite in consiglio comunale, a Roccadaspide,
il 4 dicembre, tra maggioranza e opposizione sulla questione ospedale. La maggioranza, guidata da Girolamo Auricchio, ha
approvato una delibera a favore della seconda Asl nella provincia di Salerno. Mentre la minoranza, retta da Donato De Rosa,
ha appoggiato con riserva la proposta «a
patto che venga inserita la riconferma del
pronto soccorso attivo dell’ospedale», ha affermato il consigliere di minoranza Antonio Miano.
«Voi volete la riconferma di qualcosa che
già c’è - ha esordito il sindaco Auricchio - Si
sta piangendo un morto che non esiste.
Nella nostra proposta abbiamo anche chiesto alla regione di specificare meglio la denominazione di Area critica per il pronto
soccorso che mantenga tutte le funzioni relative all’emergenza e la riconferma dell’Utic». «Si diceva che era tutto a posto per
l’ospedale, ma adesso scopriamo che sono
spariti il pronto soccorso e l’Utic - ha ribattuto Donato De Rosa - E così i posti letto in
per informazioni:
tel. 0828 851172 fax 0828 720401
www.casale900.com/ [email protected]
viaLaura di Paestum, 75 Capaccio (Sa)
Calore
8
N°47 13 dicembre 2008
Roccadaspide: lite in consiglio comunale
Maggioranza e opposizione si scontrano sull’ospedale
continua da pag.7
quest’ultimo, mentre voi pensate
solo all’Asl». «Ma con l’Asl unica
il primo ospedale a chiudere, tra
due o tre anni, sarà proprio quello di Roccadaspide perché non
sarà tutelato - ha detto il sindaco.
Una mega Asl non può fornire
un’assistenza sanitaria adeguata
ad un milione di abitanti dell’intera provincia. E per di più con
due Asl, come la Sa 1 e 2, indebitate per un totale di 190 milioni di
euro. Mentre l’Asl Sa 3 è la più
virtuosa della regione, con un attivo di 10 milioni di euro ed ha
permesso al nostro ospedale di
mantenere quello che ha». Per
Antonio Miano «L’ospedale non è
tutto a posto perché il pronto soccorso non c’è. Durante la precedente amministrazione sono stati
chio - e non ha fatto alcuna proposta in merito.
Non abbiamo convocato l’opposizione perché
avrebbe tuonato contro
Antonio Valiante che mi
ha promesso, insieme a
Gennaro Mucciolo, la
Antonio Miano, protagonista di un aspro permanenza di tutte le
scontro dialettico con Auricchio
attuali funzioni delcoinvolti maggioranza, opposi- l’ospedale. E me ne assumo la rezione e cittadini per l’azione di sponsabilità. Voi chiamate i voprotesta in favore dell’ospedale. stri amici politici». Pronta la reQuesto doveva succedere anche plica di De Rosa. «Non ci ha conadesso a Rocca: erano stati con- vocato per non essere tradito. Il
vocati tutti i sindaci, ma poi è ar- più grosso difetto per un sindaco
rivata la telefonata rassicurante. è la vana gloria e di pensare di
E adesso chiedete anche la secon- saper fare tutto. E non ha fatto neda Asl a chi ha ridimensionato anche firmare il suo emendal’ospedale». «Parla la minoranza mento». Ed è da qui che si è scache non si è mai interessata del- tenata la bufera in consiglio. Con
l’ospedale - ha affermato Auric- la risposta ‘urlata’ dell’assessore
Sanità l’analisi dell’esperto
continua da pag. 7
Nella Valle che va verso la desertificazione
continua da pag. 7
Roccadaspide e Castel S. Lorenzo debbono valere gli stessi diritti. Le tasse sono uguali
per tutti. Quali colpe hanno i
figli delle zone interne rispetto ai figli che nascono in aree
popolose? In queste aree interne non c’è nemmeno pluralismo d’informazione, perché i
grandi giornali nazionali parlano poco di questo territorio,
perché molte volte non c’è
niente da dire. Solo se si verifica il grosso fatto di cronaca,
interviene la grossa stampa.
Ecco perché quei giornali che
hanno puntato su questo territorio bisogna difenderli. Invece si verifica il contrario,
solo perché si conoscono le
persone che scrivono sui giornali locali e non rispondono
alle voglie di quei benpensan-
ti di turno, si fregiano del
vezzo che non li leggono determinati giornali del luogo o
gli articoli di taluni giornalisti,
solo perché non vengono visti
di parte, o magari si parte dal
preconcetto, che quel giornale
è contro, oppure è una testata
non abbordabile. È ora d’iniziare una grande cordata per
difendersi e non soprassedere
o soggiacere al potere oriundo. Stare nelle istituzioni, nelle
associazioni, nei partiti, senza
pensare ad organizzare “leghe
sud” di proteste o teorizzare
“secessioni” di sorta.
Bisogna organizzarsi con ideali chiari, lottare seguendo i
propri pensieri ma senza stravolgere le regole democratiche. Favorire tutto ciò che c’è
di positivo ed unirsi sui grandi principi, sui grandi ideali e
Gabriele Iuliano a De Rosa. «Lei
dice il falso, il documento è stato
firmato dalla conferenza dei sindaci». Clima che si è arroventato
con la richiesta della minoranza
di inserire la riconferma del pronto soccorso attivo nella delibera.
Il siparietto, comico o penoso, a
dir si voglia, ha visto l’opposizione chiedere la rilettura del documento; la maggioranza rileggere
la delibera e fingere di non capire la richiesta dell’opposizione
«perché la denominazione di Psa
non esiste più».
E Gennaro Acito, tra il pubblico,
ha esclamato: «Pensavo di assistere ad un consiglio comunale,
invece sembrava di essere in tribunale». Per non parlare della
guerra dei manifesti…
Francesca Pazzanese
iniziare a “costruire un grande progetto” per la difesa
delle aree interne. Mettere la
propria intelligenza per migliorare le condizioni economiche e sociali della zona. Essere presenti nelle istituzioni
ma non per costruire un presunto potere o future rendite
ma lottare per recuperare il
terreno perduto, anche con la
convinzione di fare enormi sacrifici. Solo così, nel tempo, si
potrà essere soddisfatti delle
proprie idee e convinti di aver
dato un servizio al proprio territorio ed ai propri figli. Non
fare battaglie di esasperazioni.
Evitare la fuga delle intelligenze e dei professionisti validi. I fatti di vita quotidiana,
lo dimostrano e insegnano che
bisogna cambiare rotta.
Cosmo Guazzo
Storia di solidarietà,
famiglia e...
e tenere in vita l’attività di un
amico. L’amicizia vince sul
mercato.
C’è qualcosa di più e di meglio, c’è qualcosa di vero lo
stabilimento dell’azienda in
questione, il Frantoio Eredi
Amendola Cabrino, una
volta insediato nel centro storico, oggi si trova in località
Madonna del Piano.
Sembra, a dire di Lucido, che
gli affari vadano anche bene.
E nel farlo non tradisce, nel
suo sguardo, nulla di orgoglioso solo un segno concreto che in nome di un valore
inestimabile, quale l’amicizia, si possano fare cose
degne di essere prese
d’esempio.
Giuseppe Scandizzo
N°47 13 dicembre 2008
Altavilla-Albanella
“Perchè abbiamo fatto cadere l’amministrazione di Albanella”
I firmatari:una scelta obbligata
La decisione non è stata presa
a cuor leggero, ma è stata il
frutto di un percorso che con
grande sofferenza ci ha condotto, partendo da posizioni
diverse, alla stessa logica e inevitabile conclusione.
La rivalsa per la scarsa considerazione e lo scientifico accantonamento non solo dei
consiglieri di opposizione, ma
anche di quei consiglieri di
maggioranza che lo hanno
sempre lealmente sostenuto ed
appoggiato e che sono stati ripagati, a causa della continue
richieste di confronto sulle
scelte, con un progressivo isolamento a favore di un ristrettissimo nucleo di comando , di
per sé non avrebbe giustificato l’azione intrapresa.
Abbiamo però considerato che
Albanella e gli albanellesi non
potessero tollerare ulteriormente errori e scelte amministrative che avrebbero danneggiato in maniera irreparabile la comunità, il cui stato di
abbandono è un dato di fatto
incontrovertibile.
A titolo puramente esemplificativo ma purtroppo, a nostro
avviso, già sufficientemente
esaustivo, abbiamo ritenuto
che ad un’amministrazione
che:in maniera sprezzante, incurante delle istanze dei cittadini, appalta i lavori per il
Centro storico, ordina l’abbattimento
del
fabbricato
“Morra” salvo poi provare a
Da sinistra Vito Capozzoli e Giuseppe Capezzuto
scaricare le proprie immani
responsabilità politiche sugli
incolpevoli tecnici incaricati;
dopo aver ritirato, a seguito
della protesta di massa, un
progetto analogo nella precedente consiliatura, in maniera
irresponsabile e senza alcuna
discussione preventiva, approva, in giunta, il 29 ottobre il
progetto preliminare ed il 30
ottobre il progetto definitivo,
da circa un milione di euro,
per l’installazione, alla frazione Matinella, di un impianto
per il trattamento dei rifiuti organici per loro stessa ammissione sovradimensionato e
quindi destinato a ricevere i
rifiuti di altri territori; dopo
aver fatto campagna elettorale sull’approvazione del Piano
Regolatore Generale e quindi
sulle regole urbanistiche, decide scientemente di non attuarlo e che negli ultimi mesi
pretende di approvare le linee
programmatiche del P.U.C. da
utilizzare a biechi fini elettorali; con arroganza provoca ingenti danni economici all’Ente
per aver voluto rinviare più
volte, senza alcuna motivazione logica, il riconoscimento
del debito nei confronti del
Consorzio acquedotto Montestella, producendo interessi
passivi e penali per decine di
migliaia di euro, che potrebbero portare l’Ente al dissesto
economico; dopo aver bocciato un progetto analogo nei primissimi mesi della propria
consiliatura, propone, a sorpresa, uno studio di fattibilità
su un impianto di Bio - Gas,
alla frazione Matinella, senza
averne mai discusso in maniera collegiale; chiude la Biblioteca Comunale soltanto perché
ritiene che chi la gestisce non
è allineato al potere costituito;
nonostante il Consiglio Comunale, per realizzare l’area in-
SAN CESAREO
I primi 50 anni della storia del borgo
Domenica, 14 Dicembre 2008,
nella Chiesa San Giuseppe Lavoratore di San Cesareo (Albanella), si rievocherà un pezzo
glorioso della storia del Sud: la
riforma fondiaria del dopoguerra. Infatti cinquant’anni
fa, il 14 Dicembre 1958, pure
era domenica e, alla presenza
di varie autorità locali e nazionali, venne inaugurato il
primo borgo residenziale della
Piana del Sele: Borgo San Cesareo.
Al centro della rievocazione ci
saranno le cause, le spinte sociali e politiche che hanno portato a questa autentica rivoluzione nelle campagne, ma si
parlerà anche dei fallimenti
che ne sono conseguiti, come
spiegherà Sergio Vellante, professore di bioeconomia e sviluppo rurale alla Seconda Università di Napoli.
Un paese, però, è fatto soprattutto di persone, storie, fatti,
ed è per questo che il professore Antonio Petraglia e la professoressa Emilia Verderame
hanno raccolto, insieme al giovane
architetto Antonio
Manco, documenti, foto e articoli che testimoniano la nascita e la crescita di questa piccola comunità. Il tutto è confluito in un libro, in distribuzione
gratuita, edito dall’ammini-
strazione comunale di Albanella. Il libro, intitolato “San
Cesario è piccirillo”, sarà presentato al termine della messa
solenne di commemorazione,
celebrata dal Vescovo della
diocesi, S. E. Mons. Giuseppe
Rocco Favale.
I brani più significativi del
libro saranno letti da giovani
del posto e si alterneranno alla
proiezione di documenti ed
alla presentazione di testimonianze.
A ricordo della serata sarà consegnato un attestato agli eredi
degli assegnatari.
Antonio Petraglia
dustriale (PIP), deliberi di costituire un Consorzio aperto
agli imprenditori locali, successivamente in Giunta decide di dar corso ad una gara per
l’affidamento ad un fantomatico concessionario privato; per
la prima volta nella storia comunale, dà modo alla Corte
dei Conti di muovere rilievi di
legittimità avverso ai propri
atti, con le relative conseguenze che possono derivarne; dopo i fallimenti e l’assenza di programmi utili e soprattutto coerenti per il nostro
paese, si appresta negli ultimi
sei mesi a speculare su promesse e aspettative che non
possono mai essere mantenute ( concorsi, sanatorie, licenze,
ecc.) tanto da riproporre il redivivo concorso per vigili urbani, che ha illuso i giovani e
le rispettive famiglie, pur non
avendo il nostro Comune i requisiti di legge che consentano
nuove assunzioni; addebita
tutte le incapacità e le incoerenze di programmazione, che
comportano il reale blocco amministrativo, di volta in volta,
ora agli uffici, ora ai dipendenti, ora ai tecnici incaricati,
ecc..., senza avere il coraggio di
assumersi le proprie reali responsabilità; In definitiva, ad
un’amministrazione che, si
sente al di sopra delle regole,
considerate non come il fondamento del vivere civile, ma
come ostacolo da superare e
che ha gestito il potere spesso
in “ funzione propria “ anziché perseguire gli interessi collettivi,
E’ STATO NECESSARIO
DIRE BASTA !!!
ABBIAMO IMPEDITO ULTERIORI DANNI ALL’ENTE E
AI CITTADINI A coloro che
dovessero temere aumenti indiscriminati delle tariffe a seguito della gestione commissariale ricordiamo che il funzionario non potrà che tener
conto della gestione ereditata
dall’ amministrazione “ CAPEZZUTO “.
Antonietta Cerruti, Nicola Iannelli, Mario Manzo, Carmine
Mauro, Carmine Aquino,
Adriano Cammarano, Angelo
Maraio, Marisa Capozzoli,
Samuele Capozzoli.
9
LA
REPLICA
Capezzuto: “Il
danno maggiore è
per i cittadini”
E stato per tutti noi un fulmine a ciel
sereno. Ci aspettavamo discussioni accese in Consiglio Comunale ma sicuramente non un atto così inspiegabile.
Se poi guardiamo all’andamento dell’Amministrazione dove nessuno mai
ha contestato nulla, nessuno mai ha
espresso voto contrario né sugli atti
fondamentali di programmazione ne
su nessun tipo di atto amministrativo,
allora la questione appare ancora più
insensata.
Ci è molto dispiaciuto per il nostro
paese che mai aveva avuto un commissario prefettizio, tanto meno a
pochi mesi dall’elezioni,previste in primavera, perché sicuramente non meritava un’azione così violenta.
Mi è dispiaciuto per gli assessori e i
consiglieri di maggioranza che, come
me, non sapendo assolutamente nulla,
ci sono rimasti molto male.
E’ sicuramente un atto incosciente che
a, quasi sette giorni dal compimento,
ancora non hanno dato una spiegazione né all’amministrazione né tanto
meno ai cittadini che da un giorno all’altro, senza nessun tipo di crisi amministrativa, si sono trovati con un
commissario prefettizio che prende
tutti i poteri del Consiglio Comunale,
della Giunta e del Sindaco, con tutte
le conseguenze tecniche che ne potrebbero derivare.
Dal canto nostro siamo sicuri che vere
spiegazioni non esistono, se non il desiderio di non farci raccogliere ciò che
avevamo seminato con tanti sacrifici,
cioè i grossi investimenti che l’Amministrazione stava per compiere e per le
scelte importanti e strategiche che
erano in discussione (PUC, area PIP,
importanti opere pubbliche, nuove attività produttive da approvare). Avremmo avuto un vantaggio incolmabile da
chiunque per le imminenti elezioni
amministrative.
Ma il danno maggiore l’hanno fatto ai
concittadini: in un momento di piena
crisi economica mondiale tutto bisognava fare tranne che bloccare gli investimenti in opere pubbliche, anzi bisognava rilanciarli.
Infatti tali investimenti avrebbero consentito di dare ossigeno alle tante imprese del territorio, all’indotto dell’edilizia e agli altri settori economici in
grosse difficoltà
E’ stato quindi un atto di grande incoscienza ed a farne le spese saranno soprattutto i cittadini.
Da parte nostra, in attesa delle loro motivazioni, c’è sicuramente la rabbia per
un’azione immeritata ma, da subito,
l’orgoglio per iniziare da dove abbiamo lasciato perché, non essendo stati
bocciati dal popolo ma da 4 consiglieri senza nessuna motivazione, riteniamo che lo sviluppo di Albanella non
può arrestarsi o addirittura mettere indietro le lancette dell’orologio, ma dev’essere rilanciato con azioni valide e
concrete così come stavamo facendo.
Giuseppe Capezzuto
Cronache
10
ASSSSS
I sindaci in difesa della
seconda Asl e della linea
Valiante - Brusco
“Lo hanno fatto per superficialità,
pressappochismo e malafede. C’è
un gruppetto di consiglieri regionali salernitani che ha subordinato
il voto al piano regionale sulla sanità al cancellamento della seconda Asl. Nel ridimensionare Valiante, non so per quali fini, non si
sono accorti di aver ulteriormente
indebolito Cilento e Vallo di
Diano.
Io che il cervello non l’ho portato
all’ammasso continuerò a dirlo.
Pasquale Marino
Sono cristianamente disposto a
perdonare a patto però che ci si
renda conto dell’abbaglio”.
Antonio Valiante, vicepresidente
della giunta regionale ed attualmente grande sconfitto nella partita per ridisegnare gli assetti della
sanità salernitana, lo dichiara davanti alla platea dei sindaci dell’area sud della provincia.
Li ha convocati Cristoforo Cobucci, presidente del comitato di rappresentanza della conferenza dei
sindaci dell’Asl Sa3.
Il progetto di dare un’unica Asl a
tutta la provincia di Salerno fa
storcere la bocca a gran parte dei
sindaci del Cilento e Vallo di
Diano. Riuniti a Capaccio, presso
la sala Fraiese.
I primi cittadini hanno deciso di
affidare il loro disappunto alle deliberazioni dei consigli comunali e
prima ancora a telegrammi che
raggiungeranno tutti i
continua a pag. 16
N°47 13 dicembre 2008
L’editoriale
Sperimentiamo la provincia avanguardista
segue dalla prima
Tantomeno si può dare per scontato che essa rappresenti il luogo
in cui, se proprio non ci sono idee,
si misurano delle intelligenze.
Il porta a porta televisivo dell’accomodante e ronzante Vespa ha
ampiamente dimostrato come, talvolta, tra le parti che si contendono il potere non vi è alcun confronto che si possa definire dialettico. In molti frangenti, Berlusconi
e Veltroni, D’Alema e La Russa, Di
Pietro e Cicchitto hanno rappresentato figure apolitiche, tra loro
speculari ma di segno contrario,
impegnate in un chiacchiericcio
mirato, e nemmeno in modo tanto
nascosto, al puro e misero spettacolo televisivo. Naturalmente, gli
osservatori di professione manco
se ne sono accorti, convinti come
sono che la politica sia quella contenuta nei blà blà blà riportati da
giornali e televisioni.
Ritornando al punto di partenza,
ritengo che il rinnovo del Consiglio della Provincia di Salerno,
visto alla luce di un quadro generale della società e della politica
campana, costituisca un evento di
cui si dovrebbe cogliere tutta l’importanza, evitando di ridurlo a
mero esercizio di potere. E ne ha
tanta di più, rispetto alle occasioni
precedenti, perché queste elezioni
si inseriscono in un contesto critico che riguardano la totalità delle
voci a sostegno della società civile.
Difatti, economia, etica, legalità,
istruzione pubblica, sicurezza, ambiente, tanto per citare i più importanti, sono soltanto alcuni dei
temi che la politica, nelle sue sfere
di competenza, è chiamata ad affrontare con un senso di responsabilità irreprensibile se non si vuole
finire, tutti insieme, in un marasma
collettivo che metterebbe a dura
prova la stessa sopravvivenza.
Salerno e la sua provincia non devono e non possono essere ricondotte ad un sistema di concepire la
vita e di guardare alla politica che
ha fatto della regione Campania
un modello negativo di riferimen-
to tra i più menzionati al mondo. Il
territorio salernitano è situato certamente in Campania, ma la sua
popolazione non appartiene idealmente ad una concezione furbesca che regola il comportamento
degli individui. Il cosiddetto Napolicentrismo non consiste unicamente nel condensare una grossa
quantità di interessi a Napoli e dintorni. Esso è soprattutto una dottrina di mal costume che tende ad
accorpare privilegi a danno degli
altri. Ben altra cosa è, invece, la napoletanità, di cui tutti vorremmo
avere un riflesso, essendo questa
una prerogativa che concettualmente varia dall’intelligenza più
vivace alla creatività più sbalorditiva.
Così come non nutro alcuna fobia
per Napoli e tutto ciò che la riguarda, non avverto in maniera
febbrile una ammirazione per Salerno e la sua estensione.
Come tutti sapranno, questa provincia è ricca di giacimenti culturali. Altrettanto bene si sa che la
Gli alti vertici dell’ambasciata cinese a Paestum
La mozzarella convince Yuxi Sun
Intensa giornata pestana per una
delegazione cinese guidata direttamente dall’ambasciatore in Italia
Yuxi Sun. Nel gruppo tutti i responsabili culturali, commerciali e politici cinesi di stanza in Italia impegnati in un ispezione dei vari siti
Unesco utile anche – come spiega
un loro consulente, il professor Vertullo, dell’università di Perugia – per
capire come far sviluppare le economie locali attorno ai siti archeologici. La missione, che si muove
senza tante formalità, ha anche il
compito di “testare” anche l’attrattività turistica delle varie località
italiane: “Sono le prime avanguardie, poi vedremo le ondate programmate di nuovo turismo cinese
arrivare anche da queste parti”. Accanto all’ambasciatore si muove
Angelo Paladino, assessore provinciale all’ambiente, che con il suo
osservatorio sul paesaggio, ha promosso l’iniziativa odierna. Di sorpresa sono state prese le autorità locali, e così nessuno è presente, ad
eccezione del consigliere comunale Carmine Caramante, delegato
alla cultura. La storia dei templi è
illustrata dalla storica guida Nunzio Daniele che intesse con l’ambasciatore un ardito parallelo fra le
concezioni religiose delle antiche
popolazioni poseidoniate e quelle
della tradizione cinese. Si passa
così dall’esercito di terracotta alle
simbologie della tomba del Tuffatore. Si esce dal parco archeologico,
e prima di una puntata nella realtà
produttiva di Paestum, le signore al
seguto impongono una sosta nel-
l’unica gioielleria aperta di domenica per acquistare dei gioielli –
souvenir. L’ultimo appuntamento è
presso l’azienda Vannulo, un luogo
non scelto a caso. In Cina l’arretratezza del settore agricolo è un problema e la sua modernizzazione
una priorità. E le bufale allevate
sono tantissime, ma non si riesce a
farle fruttare come in Italia. Tutti rimangono stregati dalla stalla iperautomatizzata dove gli animali
scelgono da soli cosa mangiare e
quando farsi mungere. Segue l’assaggio finale di prodotti dell’azienda, soprattutto yogurt e mozzarella, risultati particolarmente graditi
agli ospiti cinesi che hanno dimenticato in fretta le polemiche della
crisi della diossina.
Oreste Mottola
loro importanza storica è tale da
costituire tappe fondamentali del
turismo internazionale. Ciò che
non si sa, o forse si finge di ignorare, è che a cotanto patrimonio
istruttivo, non corrisponde, evidentemente, una vasta gamma di
risorse intellettuali. Diversamente,
non si spiegherebbero in alcun
modo fenomeni incresciosi che
fanno risalire ad una pessima amministrazione di Parchi, i cui luoghi rappresentano un’attrazione
naturale di prim’ordine; di Comunità Montane, il cui raggio di pertinenza comprende spesso siti dichiarati patrimonio dell’umanità;
di Comuni, le cui bellezze naturali e paesaggistiche basterebbero da
sole per farne centri di impulso vitale.
Non è più sopportabile che la politica, in provincia di Salerno, avendo a disposizione un territorio che
più idoneo non c’è per portare all’attenzione del mondo intero un
modello eccellente di gestione
pubblica, debba calcarne uno fatto
di calcoli, convenienze e parzialità.
Aprire una fase sperimentale per
avviare una politica snella ed audace in un’area di consistenza geografica e storica, potrebbe rivelarsi molto interessante in vista di una
svolta epocale del Sud. Si rifletta
sull’impegno di un tale Vincenzo
De Luca, che fuori dall’ottica cieca
dei partiti, non certo della politica,
ha saputo dare dignità e splendore ad una città che era in una fase
decadente, e che, probabilmente,
vi è riuscito perché egli è da considerarsi una risorsa intellettuale di
questo territorio, prima ancora che
un politico. Come tale, egli è apprezzato ai livelli che gli competono e denigrato nella misura
che gli spetta. Come si conviene, beninteso, ad una persona che assurge bene al suo
compito.
Oscar Nicodemo
I
N°47 13 dicembre 2008
Anno VI Nuova serie
Direttore Responsabile Oreste Mottola
Eboli
BATTIPAGLIA
Fate come vi pare
tanto non è peccato
La banda
del torchio
di Ernesto Giacomino
di Francesco Faenza
C’è bisogno di ordine, è
chiaro. La città è sempre
più nel caos, che scuorno,
siamo l’unico popolo campano che merita articoli di
giornale a otto colonne più per il degrado e l’inefficienza che per la cronaca nera. Che disonore (la scarsità di
cronaca nera, voglio dire). Per cui: centro imbrattato e intasato, traffico in tilt,
interi rioni al buio, sporchi, non presidiati, terra di nessuno; residenti che si
lamentano e istituzioni che latitano. E
questo fatto - superbamente surreale e
grottesco - che l’”ordinaria amministrazione” da condurre fino all’elezione del nuovo sindaco sia stata interpretata solo come esigenza suprema di
paralizzare la città per ridipingere in
pompa magna le strisce pedonali e fare
m’ama non m’ama con le foglie secche
dei platani di piazza Amendola.
E ok, voglio dire, verranno tempi migliori. Che ci vuole, basterà avere un
Consiglio Comunale come tutti, no?
Gente che si siede, analizza, pensa, delibera. Qualche mese di attesa e tutto
sarà risolto. Tutto? Risolto?
Il punto sulla situazione politica battipagliese, allora.
O almeno, per non voler esagerare, la
virgola. Fervono i preparativi per il
grande botto delle prossime elezioni, e
- com’era logico aspettarsi - le vecchie
punte di diamante delle pregresse amministrazioni, visto lo sfacelo causato
dagli ultimi dissidi intestini, hanno
finalmente imparato questa lezione su
Botti, fuochi d’artificio, fanfare e majorettes. Alla vigilia di Natale, a Eboli, si
parla dell’estate 2009. Ridicolo? No. Chi ha stappato lo
champagne, ha spalmato
caviale ovunque, ha ballato fino all’alba
per l’euforia? Un attimo e lo scoprirete.
Pochi giorni fa, il sindaco Martino Melchionda e l’assessore Cosimo Cicia hanno
scritto un comunicato stampa a quattro
mani. L’Obama bianco e il suo fedele
vice hanno chiuso le guerre della Marina di Eboli: “dopo anni di contrasti e frizioni in riva al mare, abbiamo trovato la
soluzione per far decollare il turismo in
litoranea”. Il Tg1 voleva farci uno speciale, se quei rompicoglioni in Grecia non
mettevano tutto a ferro e fuoco. Ma cosa accadrà a Eboli, grazie al nostro
amato sindaco. Nascerà un acquafan? Si
faranno i parco giochi, i campi di basket
e tennis, le aree da pic nic attrezzate, previste in passato? Ma no, ma dai, quelle
sono fandonie per l’esplosivo e allunante Melchionda. L’evento da festeggiare è
un altro. Lo sviluppo turistico esploderà
grazie a...un consorzio. Hera-Sele-Mare.
Un’associazione tra balneatori, tradotto.
Non ci sono tutti, ovviamente. Alcuni si
sono tenuti da parte, potremmo capirne
il perchè. Ma tentiamo di capire la rivoluzione annunciata dal Che Martin Guevara. Cosa cambierà con questo consorzio? Il sindaco Melchionda, nel solito
tono auto trionfale, somiglia a Zapatero
quando annunciò il sorpasso economico
all’Italia. Una cosa grande, sarà la prossima estate ebolitana. C’è un consorzio a
continua a pag. II
Melchionda: “Cuomo e Rosania
io li conosco bene”
Vincenzo Caputo
Cominciamo il nostro percorso conoscendo
gli attori protagonisti della politica ebolitana. Intervistiamo oggi il Sindaco di Eboli
Martino Melchionda, il quale non si sottrae a domande sulla gestione amministrativa della Città e sulle questioni politiche
intere al PD ebolitano. Il primo cittadino
non cela neppure giudizi politici sui suoi
rivali cittadini.
Ci parli dei progetti realizzati e di
quelli in cantiere?
“Nonostante le tante difficoltà finanziarie
dell’ente e l’instabilità della politica locale,
molti sono stati i progetti realizzati. Penso
allo sviluppo dell’area Pip. Alla pianificazione dei centri commerciali. Al nuovo assetto viario della Città. Alle linee guida
sulla fascia costiera. Al nuovo piano di illunimazione pubblica. Alla sicurezza urbana. Alla difesa dell’ospedale cittadino nel
nuovo piano sanitario regionale. E che dire
dei risultati raggiunti in politica ambien-
tale. Siamo infatti un paese modello in tale
settore. Percentuali di raccolta differenziata ben al di sopra dei parametri fissati dalla
legge. Inizio dei lavori dell’impianto di
compostaggio e dell’isola ecologica. In tutti
questi progetti c’è la mia idea di amministrare una comunità. La politica deve creare le condizioni per attrarre investimenti:
non, come si crede, dare posti di lavoro.
Non sono certo appagato da questi risultati. Eboli deve riappropriarsi di se stessa.
Deve migliorare in settori come il commercio, l’artigianato, il turismo, l’edilizia: da
qui la necessità di una variante al PRG per
rendere più semplice la possibilità di costruire nel rispetto della legge e dell’ambiente”.
Dei problemi interni al suo partito
qual è la sua posizione?
“Il PD è una grande forza politica riformista costituitasi senza un percorso condiviso. Il mio personale parere è che il PD non
continua a pag IV
continua a pag. III
Battipaglia
II
N°47 13 dicembre 2008
Il Pd trova la nuova guida
Sotto la Castelluccia c’è “Pace” per il Pd
Presentato alla stampa e alla
città il nuovo gruppo dirigente
del Pd battipagliese. A reggere
le sorti del partito di Veltroni,
sarà il professore Alfonso Pace,
già segretario dei Ds e candidato al consiglio comunale come
capolista per lo Sdi alle amministrative del 2007. “Sono onorato e grato a tutti per avermi
indicato quale guida di questo
nuovo grande progetto politico.
Il compito è arduo e stimolante” ha dichiarato Pace, e continuando: “abbiamo di fronte una
città ingessata e ferma sul piano
politico come su quello produttivo. Ora la scommessa è stare
insieme e muoverci rapida-
mente verso le primarie di coalizione per definire il candidato
che ci possa far vincere, per
metterci finalmente alle spalle
quindici anni di cattive amministrazioni di centrodestra.”
Il Pdl tra fermento e scoramento.
E’ forse il Pdl a passarsela peggio in questo periodo. Poche le
certezze, tanti i musi lunghi.
Difficilmente resteranno uniti
fino alle elezioni i tre Motta,
Zara e Liguori. Quest’ultimo
aspetta l’ufficializzazione della
candidatura a sindaco del
primo per salutare tutti ed emigrare verso altri lidi: sta valutando l’ipotesi offertagli da Villani di seguirlo alle prossime
provinciali. Zara, logoro nelle
sue manie di protagonismo, ma
conscio di essere ormai perdente anche senza avversari, cerca
di agguantare il massimo da
una situazione che lo vede in
svantaggio. Motta, invece, è un
candidato che non sembra
avere molto feeling con l’elettorato, anche di destra. E’ deciso,
però, a scendere in campo come
candidato sindaco, e difficilmente sarà disposto a cedere.
Adesso gli tocca inventarsi
qualcosa e pare già abbia scelto
il suo asso nella manica. Il suo
sogno, a cui sta lavorando già
da un po’, è portare Berlusconi
a Battipaglia, sperando che
di Ernesto Giacomino
La banda del torchio
concordia, coerenza, coesione e
quant’altro e... si stanno scindendo in circa due milioni di
sottoliste elettorali, equamente
spartite fra destra, centro, sinistra e trasversali.
Alle liste di partito si affiancano
quelle civiche: spesso - a parità
di colorazione politica - si doppiano le une con le altre per importanti contrasti ideologici tipo
se nella matriciana ci va o meno
la cipolla o chi segnò il secondo
gol dell’Italia alla finale dei
mondiali del ‘34. Il mondo è
bello perché è vago, insomma.
Tornano così, ad esempio, gli
Azzurri per Battipaglia, storico
gruppo folcloristico di tendenza
centro-destrorsa che ai tempi
d’oro (per somma necessità o
mero schiattiglio) volle contrapporsi a certi nostalgici Neri per
Caso riciclatisi in moderati per
problemi d’intonazione. Hanno
spalmato un bel po’ di manifesti per la città, loro, con su scritto tipo uno slogan che inneggia
alla coerenza: uguale, per la verità, a leggere delle sorelle Lecciso che disquisiscono di filosofia. E ancora, sempre sul fronte
civico, va rilevata questa novità
dei Democratici Uniti di santesiana fattura, attendendo di conoscere le contromosse - con relativa lista - dell’ex sindaco Barlotti (al momento le uniche indiscrezioni sfuggite riguardano
il possibile nome, che oscillerebbe fra Demopratici Ignoti e
Omeopatici Scaduti).
Tornando ai partiti, per così dire,
ufficiali, si registrano poche novità. A destra non paiono esserci dubbi sul nome del candidato
a sindaco, secondo l’antico detto
che meglio un Motta oggi che
un (altro) Commissario domani.
Sull’altro versante è ancora fumata più o meno nera, comunque è già un fatto degno di nota
che il Pd cittadino abbia finalmente eletto il nuovo segretario,
ché da come s’erano messe le
cose pareva un traguardo irrag-
giungibile. Cioè: un’elezione in
extremis, al limite del limite.
Mancava poco, insomma, a mettere un annuncio di ricerca di
personale su Monster, o provare
ad attingere dall’elenco dei lavoratori interinali iscritti alla locale agenzia Adecco.
Un’ultima nota, poi, di sincera
solidarietà, per quelle vecchie
volpi che sanno sempre quale è
la parte sbagliata con cui stare e,
imperterriti, ci stanno lo stesso:
quelli che, per dire, sono socialisti quando condannano Craxi,
fanno i civici e vengono fregati
dai partitici, tornano col Berlusca e lui scioglie Forza Italia.
Adesso corrono per le provinciali: e un po’ ovunque (dalle
istanze di parecchi parlamentari all’iniziativa ufficiale partita
da Feltri e dal suo giornale) si
parla seriamente di sciogliere le
Province. Come dire, allora: a
quando una passeggiatina di benedizione a Lourdes?
possa risollevare le sorti del centrodestra cittadino. Le risposte
non sono negative e il presidente-netturbino (anche grazie
alle pressioni della Carfagna)
potrebbe accettare di scendere
in campo al fianco dell’imprenditore battipagliese. Motta l’ha
capito: per vincere a Battipaglia,
Berlusconi dovrà fare ‘o miracolo.
Al centro, prove di DC
Prima Santese, poi Barlotti, infine Manzi: quello che si sta studiando in vista delle amministrative (di giugno?) è una coalizione a metà tra l’armata Brancaleone e la corazzata Potemkin. Una nuova vecchia Dc, che
pesca un po’ a destra, un po’ a
sinistra e un po’ per strada: ex
sindaci, intellettuali senza più
patria e mariti cacciati di casa.
Tutto e il contrario di tutto, ma
che in pieno stile Dc, sa fare
blocco davanti ad obbiettivi
concreti. Il fine è quello di rappresentare un’alternativa alle
stantie figure di Zara, Motta e
Santomauro (anche se quest’ultimo è rimasto in buoni rapporti con Santese), cioè coloro che
oggi reggono un po’ le fila (chi
in prima persona e chi nell’ombra) dei maggiori partiti in
campo, Pd e Pdl appunto. La
stessa nomina di Pace alla guida
del Pd, pare aver spostato a sinistra il baricentro del partito di
Veltroni, chiudendo forse di
fatto la possibilità di un’aggregazione moderata proprio con
Santese e company. La strategia
è quella di mordere alle caviglie
gli avversari, rosicchiare consensi e voti colpendo i punti deboli dei gruppi di Pace e Motta,
cercando di sfondare nell’elettorato moderato e borghese,
quello che da sempre decide chi
vince e chi perde in cittàz.
Valerio Calabrese
Eboli
N°47 13 dicembre 2008
III
Un consorzio senza regole per la nuopva Miami Beach
Fate come vi pare tanto non è peccato
continua dalla prima de Il Sele
Eboli, di balneatori con tante
buone intenzioni. A raccontarlo
in giro, una crassa risata in faccia
vi sommergerà.
Ma facciamo un passo indietro,
per capire con chi nasce sto consorzio. Agosto 2008. L’estate
ebolitana prende una brutta
piega. La guardia forestale sequestra la Casina Rossa. E’ di
proprietà della Provincia, la figuraccia è per Angelo Villani e
Massimo Cariello. Passano
pochi giorni, però, e quell’ <<impicciona>> di Marta Santoro, responsabile della guardia forestale, torna in riva al mare.
A Eboli. E scopre parcheggi mai
autorizzati all’interno della pineta, balneatori allacciati illecitamente a pozzi d’acqua, abusi
di diversi tipi sulle rotonde. Illeciti di parecchi generi, sui quali
l’abbronzato Melchionda non
batte ciglio. Lui, da pacifista convinto non fa la guerra, come il
suo predecessore, ma tiene
buoni tutti. Abusivi e non.
Facendo un altro passo indietro,
scopriamo che nel mese di giugno, anno domini 2008, la capitaneria di porto consegna a Eboli
il premio dell’illegalità: oltre 250
irregolarità ravvisate in riva al
mare. In questo scenario da abusivismo dilagante, è nato il consorzio Hera Sele Mare. Complimenti. Dopo il computer e il telefonino, pare sia la terza rivoluzione riconosciuta al comune di
Eboli. L’estate ebolitana, le
diamo un taglio, si è conclusa
con diverse denunce penali, per
abusi vari commessi dai balneatori in riva al mare.
L’assessore Cicia, delegato ora
all’urbanistica, non è condannabile per l’estate 2008. Su questo,
Le Pagelle
Sarà il berlusconismo dilagante,
sarà la maggioranza spuria e rissosa, sarà l’eterno dilemma, se sia più
donna la Binetti o la Bindi. Ma la
maggioranza di Melchionda continua a governare Eboli come se
fosse sempre Carnevale.
Cosimo Mimmo Maglio, meno 3: il
voto non è condizionato dal freddo polare, ma dalle gaffe dell’assessore. Il quattro dicembre diventa per lui come il cinque maggio
per Napoleone. Maglio va a Salerno, convocato da chi?, per una
conferenza stampa solitaria. Del
resto, del programma natalizio di
Eboli, ai giornalisti salernitani, cosa
diavolo potrebbe fregare? In attesa
del programma pasquale, Maglio andrà a Santomenna?, l’asses-
sore Palladino, voto 4, prova a mettere la classica pezza a colori, inventandosi l’inopinabile genialata:
una conferenza stampa sugli appuntamenti del 2009. Ripetiamo,
il 4 dicembre 2008, con l’Immacolata alle porte, il Natale imminente,
al comune di Eboli si parla di festa
di San Vito (15 giugno), dello Scorzamauriello (il 31 ottobre), della
Grande
Bufala (maggio
2009). Rientrato a Eboli trafelato e
confuso, Maglio si è superato, sfilando dal cilindro un’estrosa battuta: “il nostro programma natalizio
soffre
della
crisi
internazionale”. Per la serie, se
Obama aiuta l’industria dell’auto
negli Usa, il 25 dicembre, Mimmo
Maglio regala un Suv a tutti i di-
nulla quaestio. Il
problema di Cicia
sono i nodi che
Melchionda non
ha mai voluto sciogliere. Prima domanda: chi ha il
lido ancora in cemento perchè non
si è messo in regola? A chi ha rispettato le regole, abbandonando il
cemento con lo stabilimento in
legno, diamo il premio Pirla del
Tirreno? I parcheggi nella pineta,
verbalmente autorizzati l’anno
scorso dal comune, hanno il via
libera della guardia forestale?
Uuhhmm. Gli allacci per l’acqua
sono abusivi, semi autorizzati,
fonte di denuncia penale? I cartelli con i divieti di balneazione
li vedremo mai a Foce Sele e all’Idrovora della zona Lago? I bagnanti si getteranno ancora nelle
acque vietate, perchè qualcuno
non vuol rovinare l’estate ai balneatori? I parcheggiatori abusivi verranno allontanati prima
del 10 agosto? I parcheggiatori
di Francesco Faenza
pendenti comunali senza straordinario? Parole in libertà e idee confusissime. Il meno tre in pagella riguarda anche lo sport. Farsi sponsor della Uisp, in tutte le occasioni,
in ogni manifestazione (un esempio, il progetto Diamoci una
Mossa) non fa altro che ridicolizzare il “salernitano” conferenziere
Maglio. La battuta della crisi internazionale che incide sul Natale
ebolitano la giriamo a Gino e Michele (che non sono due pizzaioli
di piazza Malta, ma due liberi pensatori, due penne satiriche). Adesso che è diventato assessore all’ambiente, Maglio potrebbe
continua a pag. IV
della Multiservizi verranno assunti con bando pubblico e non
per clientelare scelta diretta? I
bagnanti che vanno alla spiaggia
libera continueranno a pagare
due euro al giorno per il parcheggio? Dopo l’abbattimento
del bar di Mario Bello, non ci
sono più abusivi in riva al
mare? Risposte di Melchionda?
Zero. Il sindaco continua a parlare di guerre nel passato, ostaggio dei fantasmi di chi lo ha preceduto. Noi gli ribadiamo: ma la
legge, a Eboli, perchè non è
uguale per tutti? Sono passati tre
anni, Melchionda risposte non
ne ha fornite. Il vice dell’Obama
bianco (Cicia, cioè) è alle
“prime” armi urbanistiche. Vedremo come sarà la sua prima
estate, sperando che non moltiplichi con la fantasia il numero
dei bagnini, che gli regali una
ciambella di salvataggio, che
non li abbandoni in spiaggia
come i naufraghi sull’isola della
Ventura. Il sindaco si dice fiducioso che il consorzio spiccherà il
volo. Anche se le regole pubbliche dovrebbero contare di più
delle inizative private. Se Las
Vegas è stata costruita nel deserto, Melchionda si sente pronto
a trasformare la Marina di Eboli.
Ci farà un baffo, Miami beach. Il
problema è capire, ma con questo consorzio, quali regole prevarranno? Speriamo che a scoprirlo, quest’estate, non sia
solo la Santoro forestale, ma
anche il primo cittadino. E il suo
Cicia vice. Noi chiudiamo con
una battuta di Giuseppe Bisogno: “ho promosso io questo
consorzio, poi sono stato estromesso. Cosa vogliano fare con
questa iniziativa, io ancora non
l’ho capito”. Se l’inizio è la metà
dell’opera...sarà davvero un’altra estate con i fiocchi.
Francesco Faenza
Eboli
IV
Dalla prima de Il Sele
Intervista a
Melchionda
si autosufficiente a tutti i livelli.
C’è bisogno del coinvolgimento
dell’intera coalizione per ottenere
risultati politici importanti Ad
Eboli la situazione non è molto diversa. Esistono più anime: molte
volte in contrasto tra loro. Preferisco non parlare degli altri. Mi limito a spiegare le mie ragioni, le
mie scelte. Da sempre inseguo
l’ideale del bene comune. Non
sono per lo stare insieme a tutti i
costi. Credo che le posizioni vadano rispettate sempre; ma, è
anche vero, che gli ebolitani mi
hanno votato perché io debba scegliere e decidere. Amministrare
Eboli deve necessariamente slegarmi dai condizionamenti del
mio partito. Se facessi questo non
farei l’interesse della Città ”.
Come giudica le posizioni di Rosania, Cuomo?
“Mi dispiace dirlo, ma gli attori
della politica ebolitana non remano tutti dalla stessa parte. Ci sono
personalismi che stanno rallentando non poco il processo di crescita collettiva della comunità
ebolitana. Rosania è un consigliere regionale che si oppone a prescindere e dedica molto del suo
tempo a cercare l’imbroglio nella
mia gestione amministrativa del
Comune. Cuomo invece è un deputato della Repubblica. Preferisco non aggiungere altro“.
Crede di ricandidarsi?
“Di certo non mi autoricandido.
Preferisco che sia la coalizione ad
esprimersi a riguardo. Non nego
che l’esperienza di questi anni mi
abbia segnato molto. Vorrei solo
avere il tempo ed il modo per concretizzare i tanti progetti messi in
campo. Credo comunque che
ogni sindaco guardi alla continuità amministrativa per concretizzare i progetti avviati e dare così
risposte certe ai bisogni di una comunità”.
Vincenzo Caputo
N°47 13 dicembre 2008
Seminario di studi a trent’anni dal terremoto dell’80
Analisi e prospettive ad Auletta e Pertosa
Memoria, ma anche come interpretazione del presente, e conoscenza, soprattutto come studio
e analisi critica, sono i due assi
dell’intenso discorso sul devastante sisma del 23 novembre
1980 avviato per iniziativa
dell’Associazione
culturale
campagnese “Giordano Bruno”,
con il supporto e la collaborazione delle Università di Napoli e di Salerno, nonché dell’Associazione CSM-Festival di Auletta e della Fondazione MIdA.
L’iniziativa è previsto si sviluppi sull’arco di tre anni, per culminare nel 2010 in occasione del
trentesimo anniversario del tragico evento.
Svoltasi ad Auletta e Pertosa,
con relazioni di documentazione (le cifre del dramma e della
contestata ricostruzione, a cura
di Vito D’Agostino), di scavo
sulla realtà sociale incisa negativamente dal terremoto e dai
suoi effetti (Vittorio Magliano), o
costruite a partire dalle interviste ai sindaci del comprensorio
(Rubino Luongo),o, ancora, filtrate attraverso le pagine in
presa diretta di un organo di
stampa locale del tempo, come
“Il Setaccio” (Bruno D’Agostino
Le Pagelle
continua da pag. III de Il Sele
fermare il taglio amazzonico dei platani. Sulle luminarie natalizie (con
gli ombrellini cinesi?) stendiamo un
velo pietosissimo. Alfonso Del Vecchio, 4: il comiziante della domenica ha perso il megafono, ha spento il microfono, non ha
ricaricato le batterie. Del Vecchio
ci ricorda i pupazzi meccanici
che venivano battuti dalla Duracell.
Anche lui ha smesso di camminare, peccato.
Del Vecchio non comizia più. E gli
ebolitani si chiedono il motivo. Non
ha più gli argomenti? Impossibile
dirlo, a Eboli c’è un laboratorio di
cabaret politico che ci invidiano anchenei paesi leghisti più pittoreschi.
E allora? Perchè Del Vecchio non
parla più? L’avvocato lo ha zittito?
Per una quereluccia di Melchionda
che si sarà persa per strada?
Perchè Del Vecchio si è ammutolito,
imbavagliando anche Donato Santimone? Chi è rimasto in piazza a dire
qualcosa di sinistra, di centro, a denunciare come vengono spesi i soldi
pubblici? Nessuno. Aspettando il
centrodestra in piazza, della sinistra
ebolitana non c’è più traccia.
Ma Del Vecchio perchè si è imbavagliato? A noi hanno raccontato una
storia. Vorremmo forse finta. Speriamo sia una bufala. Orsù, Del Vecchio, ti rivogliamo in piazza. Anche
per leggere solo una poesia di Nata-
le. Il titolo te lo diamo noi: giunte variabili e varianti in giunta. E vai, Del
Vecchio, riaccendilo il microfono... Commercianti del rione Paterno,
voto 4: in linea di principio, chi è assente ha sempre torto. Non si capisce, quindi, dov’erano i commercianti del Paterno quando in consiglio comunale si è discusso del trasferimento del mercato al Palasele.
Potevano farsi vivi, alzare la mano,
dire la loro, proporre soluzioni alternative.
Lagnarsi e protestare a decisione
presa, è troppo tardi. Peggio ancora
hanno fatto Tonino Lamanna, Gerardo La Manna, Nicola La Rocca,
Remo Mastrolia e Giuseppe La Brocca, voto tre a tutti.
Dopo aver votato la delibera del trasferimento del mercato al Palasele, i
cinque
consiglieri
comunali
hanno firmato un documento dei
commercianti che blocca il mercato al Paterno. Contraddizione ridicola. Peggio di loro, però, è stato il sindaco Melchionda, voto 2: “Il sindaco la deve smettere di venire in aula
consiliare a dire che il mercato si fa
al Palasele, per poi andare al Paterno
e dire ai commercianti che il mercato non si sposta da lì”. La frase di Antonio Corsetto, Giuseppe La Brocca e dei commercianti del Paterno non è stata smentita dal
verboso sindaco.
Anzi, ha provocato la reazione indi-
e Adriana Maggio), oppure ispirate al bilancio positivo che può
trarsi da applicazioni di quella
che è stata definita “la cultura
del progetto” al caso MIdA
(Francesco Tarateta, Santino
Campagna, Francesco D’Orilia),
la giornata di seminario pubblico è stata coordinata dal giornalista de “Il Mattino” Pietro Gargano e conclusa dal Consigliere regionale Donato Pica e dal
prof. Guido D’Agostino dell’Università Federico II di Napoli.
Da parte di tutti gli intervenuti,
contributi tesi e partecipati,
di Francesco Faenza
gnata di Giuseppe Bisogno, voto 7:
“se il sindaco fa la politica dei due
forni, sbaglia di grosso, ha commesso una grave scorrettezza”. Cancellieri del tribunale, voto 7:
non li conosciamo tutti, alcuni di
loro probabilmente non avranno mai
il premio Stakanov. Ma sono così
pochi, così ridotti all’osso, che la loro
situazione è da sciopero generale. Il
problema è questo.
A Eboli mancavano parecchi giudici
e cancellieri. I giudici sono arrivati, i
cancellieri no.
Con l’aumento dei giudici è cresciuto il lavoro per i cancellieri. Il loro
stipendio e il loro numero, esiguo, è
rimasto invariato. L’avvocato Tortolani (voto 7) ha sollevato la questione a Salerno, sbattendo contro un
muro di gomma.
Nel capoluogo di provincia scrollano le spalle.
Se ne fregano del dramma ebolitano. Ai cancellieri e all’avvocato Tortolani tutta la nostra solidarietà.
Ai giudici ebolitani, vecchi e nuovi,
un appello ad alzare la voce ci sembra quasi ovvio.
Lavorare in queste condizioni non
danneggia solo i cancellieri, ma la
giustizia ebolitana in generale.
Se spezzassero una lancia per la
causa del tribunale, non farebbero
cosa sbagliata e opinabile.
Forza e coraggio. segno anche di ferite che ancora
non si rimarginano, e quasi
sempre ruotanti attorno al nodo
“ricostruzione/sviluppo” e a
quello della sproporzione delle
risorse impegnate (60mila miliardi di lire, il conto finale delle
spese), rispetto ai risultati conseguiti, specie se si consideri il
terremoto come occasione mancata per avviare nuovo e diverso sviluppo al sud, duraturo e
auto-propulsivo.
Ciò in effetti non è stato, e si è,
appunto, nel corso della discussione cercato di enuclearne i
tanti perché: forse anche in ragione del fatto che sia sulla ricostruzione in sé e nelle circostanze date, sia sullo sviluppo che si
sarebbe dovuto o potuto avere,
intrecciato a quella, hanno pesato in maniera rivelatasi decisiva non pochi limiti, carenze e
scivolamenti nell’affarismo, con
il risultato di compromettere
l’azione del governo centrale e
delle amministrazioni locali (la
cui voce si è udita attraverso i
sindaci di Campagna, Biagio
Luongo; di Auletta, Onofrio
Carmine Caggiano; di Pertosa,
Michele Caggiano; di Buccino,
Nicola Parisi).
Insomma, una pagina dura di
storia del Mezzogiorno e sofferenze materiali e morali per
tanta della sua gente: un quadro
di ombre (molte) e luci (alcune),
che pesano, le une e le altre, sul
presente. Però, ragionarvi su, è
esercizio più che utile, necessario!. Così come assolutamente
indispensabile è riprendere con
maggiore forza e più convinto
orgoglio identitario il cammino,
lungo e impervio, di una sfida
che intreccia, alla nostra, la storia più generale italiana, dentro
il rapporto tormentato che lega
l’una all’altra.
Mario Onesti
Alto Sele
N°47 13 dicembre 2008
15
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Melchionda: “Su San Nicola Varco nessuna speculazione politica”
Gentile Direttore,
ancora una volta sono costretto a chiedere
ospitalità sul tuo giornale, per tentare di
fornire una qualche migliore informazione, relativamente alla vicenda di San Nicola Varco.
Ancora una volta Francesco Faenza, in un
suo articolo, non ha fornito ai lettori un solo
dato di fatto, non ha richiamato un solo
provvedimento, non ha segnalato un solo
documento.
Intanto, va precisato che San Nicola Varco
è una struttura regionale, occupata da molti
anni da immigrati provenienti dal nordafrica, alcune centinaia, in gran parte privi di
permesso di soggiorno. San Nicola Varco
non è solo un luogo di soggiorno per costoro, spesso è anche luogo di transito per
altre località.
Queste persone vivono in condizioni penose; ad essi, molti anni orsono, è stato portato un tubo per l’acqua e di recente, con
una spesa di 50 mila euro, sono stati realizzati servizi igienici e locali doccia ed è
stata fatta una parziale bonifica dell’area.
Fin dal mio insediamento, ho sollevato il
problema, sensibilizzando la Regione, che
è proprietaria di quell’area, e la Prefettura,
ritenendo che quella situazione non possa
essere tollerata.
Proprio in conseguenza di ciò, ed anche
dell’attenzione della stampa, la Regione
Campania, con deliberazione di Giunta n.
392 del 7 marzo 2007, ha assunto una prima
decisione. Tale deliberazione dispone una
serie di interventi riassunti nel titolo “Immigrazione: idee-progetto per contrastare
manifestazioni di disagio nelle periferie urbane; le aree prese in considerazione della
deliberazione sono Barra-Ponticelli, Scampia, Ercolano, Villa Literno, Castelvolturno e San Nicola Varco.
Alla deliberazione è allegato un documento progettuale che prevede, per una parte
dei fondi, interventi di supporto alle persone; vi è anche allegato un prospetto che
prevede una spesa per la pulizia dell’area
e per servizi igienico-sanitari per circa 400
mila euro, e per altre attività (operatori culturali, interpreti, docenti, etc.), un’ulteriore
spesa di pari importo.
A questa indicazione, predefinita, della Regione, forse si riferisce il suddetto giornalista; aggiungo che di ginecologi non c’è neppure l’ombra.
Preciso pure che la Regione, nella persona
dell’ex assessore D’Amelio, non abbia mai
inteso mettere in discussone quanto già deliberato. Ad un certo punto, su iniziativa
del nuovo assessore, la Giunta Regionale
ha cambiato direzione, puntando a superare San Nicola Varco, concentrando l’iniziativa su un’azione di prima accoglienza,
per le persone che dovevano essere allontanate da quella struttura. L’Amministrazione comunale ha condiviso questa impostazione, con la seguente valutazione: a)
ogni iniziativa deve prevedere lo sgombe-
ro di San Nicola Varco e la sua chiusura ermetica, o anche la sua demolizione, per evitare il rischio che, data accoglienza agli attuali residenti, ne arrivino altri e si riproponga in futuro lo stesso problema; b) la
priorità è la realizzazione del Polo Agroalimentare, che dovrà sorgere in quell’area,
e che potrà trovare impedimenti nell’occupazione da parte degli immigrati; c) è pura
propaganda proporre di costruire le case
per 400/500 immigrati irregolari, poiché
privi di alcun titolo per risiedere in Italia.
Su questa linea, il Comune di Eboli ha fatto
una proposta alla Giunta regionale ed attende una risposta, soprattutto in relazione
alle ingenti risorse occorrenti.
A fronte di tutto ciò, si usano parole come
speculazione, spreco di risorse, clientele.
Non si è visto un euro, e neppure ci siamo
mai sognati di spenderlo in favore di alcuna associazione, tantomeno per l’associazione della signora Grimaldi, menzionata
dal giornalista.
Non so se l’assessore De Felice abbia definito una schifezza i progetti del Comune
di Eboli; se così fosse, sarebbe davvero male
informata, perché è stata la Regione, di cui
è assessora, a stabilire cosa fare, non il Comune di Eboli. Con l’aggiunta che dei soldi
non è arrivata neppure l’ombra.
Forse, a chiedere scusa dovrebbero essere
altri che stanno provando un’inutile speculazione politica su questa vicenda, e che
dovrebbero qualche scusa agli ebolitani che
vivono in quell’area, che sopportano, insieme con gli stranieri, una condizione di
degrado intollerabile.
A quegli ebolitani confermo che insisterò
con tutte le mie forze per ottenere che quella vergogna sia chiusa e, al riguardo, mi assumerò tutte le responsabilità del caso;
nella speranza che anche altri facciano altrettanto, perché senza la convergenza di
tutte le Istituzioni, evidentemente, il problema non potrà trovare una soluzione
adeguata, né per gli immigrati, e neppure
per gli ebolitani.
La risposta di Francesco Faenza
Il sindaco ha ragione, San Nicola Varco è un problema serio
Punto. Le ragioni del sindaco Melchionda finiscono qui, almeno per
me. All’avvocato Melchionda vorrei
ricordare la prima regola che si insegna a un giornalista sbarbatello. Magari la prende a prestito. Apprendendo un po’ di giornalismo, forse
migliorerà la sua attendibilità da sindaco.
Regola numero uno: essere presenti
sui fatti. Se c’è un evento, se c’è un
dramma, che sia tragedia o commedia, non bisogna mancare mai. Ora,
dopo tre anni di fallimenti a San Nicola Varco, Melchionda esterna l’en-
nesima omelia, confondendo Unico
con il suo ufficio comunale.
Osservazione numero uno. Melchionda parla di San Nicola Varco
con verbosa fumosità. Ma la domanda è: a San Nicola Varco, l’ebolitano
sindaco c’è mai stato?
Nelle visite istituzionali non si è mai
visto. Giusto per rinfrescare labili memorie...gli ricordiamo: è venuto il vescovo di Salerno, Gerardo Pierro, ma
il sindaco Melchionda a San Nicola
Varco non c’era. C’è stata la festa regionale del lavoro, il 1 maggio di
qualche anno fa, ma il sindaco Mel-
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TORCHIARA SALERNO 0974 1936510
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chionda ha trovato di meglio da fare
per non farsi vedere a San Nicola
Varco.
E’ venuto il segretario generale della
Cgil, quel comunista “stalinista” di
Guglielmo Epifani. E il sindaco nemmeno quella volta era presente.
E’ arrivata Alessandra Lonardo, presidente del consiglio regionale. Da
galantuomo quale si sente, il sindaco doveva quanto meno farsi trovare
all’entrata nel ghetto. Ma il politico
Melchionda, anche nell’ottobre scorso, era assente.
Spero solo che adesso qualcuno non
ci racconterà che ha visto il sindaco
Melchionda in visita a San Nicola
Varco...di notte. Perchè i 600 marocchini, i sindacalisti seri e le associazioni di volontariato vere, a Melchionda non lo hanno mai visto nel
ghetto più schifoso d’Italia.
I fatti e i documenti che Melchionda
mi contesta? Potrei tappezzargli casa
e studio con i miei articoli su tutte le
volte che, con colleghi, veri giornalisti, siamo stati nel fango e nella
melma a san Nicola Varco. Inclusa
l’ultima volta, in un tugurio di spazzatura, devastato dalle mosche.
Il Sindaco di Eboli
Martino Melchionda
segue da pag. 2
Presentato a Milano
l’ultimo film di
Carlo Fumo
Una scena del film
grafico, che ha svolto un lavoro di
livello professionale, accreditandosi come giovane talento creativo
appetibile a questo settore così articolato e affascinante.
Qualche carenza sul soggetto e
sulla sceneggiatura (che riecheggiano continuamente stereotipi alla
Tarantino e al giallo vecchia maniera) così come alcuni contributi
alla recitazione decisamente sotto
tono, non bastano a tacere le lodi a
un giovanissimo creativo salernitano con talento da manager.
Alla sua età radunare forze economiche, tecniche e professionali di
un certo livello non è proprio da
tutti.
Per chi poi proviene dalla profonda provincia meridionale “a sud di
Eboli” è ancora tutto molto meno
scontato. Il nostro Sud, ma il nostro paese in
generale, hanno davvero bisogno
di leve appassionate e caparbie
che, come lui, non possono far
altro che crescere e dare lustro al
territorio, così come nell’intenzione esplicita del progetto “Scaccomatto”, in cui il territorio è presente in maniera centrale. Per fortuna le istituzioni locali questa
volta hanno aperto gli occhi e collaborato, nello spirito del miglior
marketing territoriale.
Diomira Cennamo
Cilento
16
Sanità
VOLO
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ORI102
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ORI104
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CTA
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* 1 - Lunedì, 2 - Martedì, 3 - Mercoledì, 4 - Giovedì, 5 - Venerdì, 6 - Sabato, 7 - Domenica
N°47 13 dicembre 2008
Sindaci per la seconda Asl
e appoggiano Valiante e Brusco
continua da pag. 10
consiglieri regionali.
A supporto della “linea Valiante” è arrivato anche Franco Brusco, il consigliere regionale dell’Mpa e presentatore di
un ordine del giorno che voleva creare comunque un’Asl
per i territori da Pontecagnano
a Sapri.
“Il Cilento è il primo grande
sconfitto in questo vero e proprio mercato delle vacche.
Nel pensare di colpire il suo
uomo politico più potente non
ci si è accorti di essersi schiacciati sugli interessi di Napoli”.
Il malessere dei sindaci è interpreto da Pasquale Marino
che evoca “angherie”, “mortificazioni”, “accollo di debiti” e
finisce con l’annuncio di voler
“costruire dei muri” contro gli
uomini del Pd che “si prendono i voti e poi si dimenticano
di noi”. L’assemblea smonta il
teorema di una sola Asl capace
di tagliare drasticamente i
costi: “A fronte di 185 mila
euro di stipendi tagliati sul direttore generale si avranno decine di centri di costo che lontani dal controllo centrale faranno lievitare le spese. Sotto
di sé avrà 16 ospedali e decine
di distretti” racconta Cobucci.
“E se un cittadino dell’Asl Sa3
fa risparmiare 70 euro all’anno
di spese sanitarie, il riallineamento che ne seguirà andrà a
penalizzarlo ancora di più”.
Antonio Valiante
Altra benzina sul fuoco provvede a versarla direttamente
Franco Brusco: “Una cosa è sicura, gli ospedali di Roccadaspide ed Agropoli sono fuori
dall’emergenza e dal sistema
del 118. Fatto grave perché
l’Asl Sa3 era quella che non teneva debiti”. A latere va in
scena un altro capitolo della
querelle in atto con Franco Alfieri. Il sindaco di Agropoli appare e scompare dalla sala e la
circostanza “scatena” Valiante
e Brusco. Comincia il vicepresidente della giunta definendo
“una sciocchezza” la battaglia
di Alfieri contro l’ipotesi di
specializzare nel polo oncologico l’ospedale di Agropoli
“che io ho contribuito a creare,
anche se chi dovrebbe ricordarsene costantemente lo dimentica”. Brusco va oltre e
parla di “cinismo del sindaco
Alfieri che accetta il depauperamento del suo ospedale pur
Franco Brusco
di fare un dispetto a Valiante”. Ermido Leoni, responsabile dei socialisti salernitani,
approfitta dell’occasione per
prendere le distanze dalle scelte del suo consigliere regionale, Gennaro Mucciolo: “Se ne
approfittano tutti perché il Cilento è marginale, continua a
perdere popolazione, ma se
avanti così il nostro destino è
la riserva indiana”, dice il medico ed ex sindaco di Castelnuovo Cilento. Oreste Mottola
CERCASI
Codice IATA
QSR
NAP
MXP
TRN
VRN
CTA
BCN
BBU
MUC
LWO
AEROPORTO
Salerno “Costa d’Amalfi”
Napoli “Capodichino”
Milano “Malpensa”
Torino “Caselle”
Verona “Villafranca”
Catania “Fontanarossa”
Barcellona “El Prat”
Bucarest “Baneasa”
Monaco di Baviera
Lviv “Snilow
TECNICO INFORMATICO
La Banca di Credito Cooperativo di Aquara
con l’obbiettivo di garantire un costante aggiornamento del proprio sito internet sta cercando un tecnico informatico che si occupi
della manutenzione informativa del web e del suo progressivo sviluppo. In particolare sarà
richiesta la disponibilità del tecnico per 2 volte al mese con il compito di: aggiornare il sito
internet della BCC con le informazioni che la Banca riterrà utile fornire;garantire la fruibilità della rivist della BCC anche mediante web; proporre ed eventualmente implementare aggiornamenti grafici del sito internet garantendo allo stesso un elevato appeal.
Chiunque volesse candidarsi per la posizione dovrà inviare curriculum e proposta economica all’indirizzo email: [email protected].
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ROCCADASPIDE
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alla località Doglie, sulla via Provinciale n°4, composto da quattro vani, cucina, retro cucina,
bagno e corridoio, locale terreno per deposito di mq 54,60; confinante con strada provinciale e
cortile del fabbricato. in N.C.E.U. al fol.2 p.lla 425/3. Gli interessati dovranno far pervenire per
iscritto a qualsiasi delle filiali della Banca, “l’offerta di acquisto” non inferiore a € 85,000,00.
Per info Alfredo Fauceglia 0828 962755
Cilento
N°47 13 dicembre 2008
17
Rassegna d’arte in fiera
Il governo finlandese apre una casa dell’artista nel Cilento
«Oggi le più grandi mostre
d’arte sono localizzate in supermercati, fabbriche… nel
segno di una cultura ed economia che vanno a braccetto.
Alle Fiere di Vallo sperimentiamo da 6 anni questa formula e i risultati ci sono».
Mario Modica, noto pittore e
critico d’arte, nonché direttore artistico delle Fiere, è il curatore della rassegna “La pianta dell’olivo nella terra di Parmenide e l’azzurro del Mediterraneo” che si è aperta venerdì scorso e prosegue fino a
domani (8 dicembre) nei padiglioni espositivi di Vallo della
Lucania, in contemporanea
con la Fiera dell’artigianato e
il salone “Sposissima 2008”.
La formula che lo ha visto pioniere nel territorio salernitano
è quella di abbinare un grande evento artistico alle kermesse dicembrina dedicata
allo shopping natalizio di tutta
la famiglia e ai futuri sposi.
Questo percorso ha preso il via
nel dicembre 2003 con 8 artisti
di livello internazionale fino
all’edizione 2007 che ha sancito un gemellaggio tra Italia e
Finlandia nel segno dell’arte.
E proprio quell’evento ha offerto l’occasione al Ministero
della cultura del Paese scandinavo per avviare le ricerche
sul territorio cilentano di un
immobile dove collocare la
propria Casa dell’artista, ovvero un luogo dove gli artisti
finlandesi potessero soggiornare nel Bel Paese per studiare, formarsi e confrontarsi con
l’istruttiva realtà italiana. E, a
quanto pare, queste ricerche
hanno dato esito con l’individuazione a Pioppi di un’idonea collocazione per l’Artists’
residence. Ma i rapporti tra i
due paesi non si fermano qui.
Il maestro Mario Modica auspica a breve una mostra di
pittori cilentani in Finlandia.
Intanto, per la rassegna di
quest’anno sono 21 gli artisti,
tra pittori e poeti, che si sono
lasciati ispirare dai temi proposti. Tra i nomi noti Enzo
Giordano, Nicoletta Giordano,
Cesare Iacovitti, Umberto Li-
CRISI ECONOMICA
Se il Sud piange, il Nord non ride
Da noi la crisi non attecchirà! Il
nostro territorio è ampiamente
“vaccinato” ad una situazione di
stagnazione economica da tempo.
Tant’è vero che il Pil del sud, e in
provincia di Salerno, in particolare, è da anni prossimo allo zero in
aumenti percentuali.
Gli stessi consumi battono la fiacca e gli investimenti delle famiglie
si sono riversati sul mattone riservando la spesa corrente ai beni
ed ai servizi essenziali.
Possiamo consolarci per il fatto
che avendo vissuto da sempre in
condizioni d’inferiorità economica oggi ci mette al riparo da un
salto in basso troppo catastrofico
come probabilmente accadrà per
zone del paese che hanno viaggiato ad altitudini maggiori.
Ora si tratterà di vedere a che livello si arresterà la caduta sia di
chi si trovava più in alto che di
quelli, che come noi, erano già in
prossimità del fondo.
I bisogni essenziali costituiscono
la base su cui si dovrebbe arrestare la caduta dei consumi.
Se lo Stato saprà garantire un paracadute a chi sta precipitando
nella scale sociale, allora sarà possibile anche per noi tentare una ripartenza, riconsiderando anche gli
obiettivi.
Se invece, le spinte autarchiche e
isolazioniste di una parte dell’Italia tronfia della convizione di potercela fare da soli, allora il loro
crollo travolgerà anche la nostra
debole speranza.
A quel punto saremo schiacciati
sul fondo fino a sfondarlo con la
conseguenza di precipirare negli
abissi di una società abbruttita
dall’egoismo.
A quel punto si salvi chi può!
moncil
grone, Ferdinando Palombo,
Carmine Pinto e Maria Rosaria Verrone. Al loro esordio
Debora Bamonte, Maria Cerrone, Giuseppe Dragone, Rosario Feola, Enzo Marotta, Valentina Marrandino, Alberto
Mautone, Claudia Mercurio,
Agnese Pinto, Giovanni Rizzo,
Pia Sapio, Angelina Silvestre,
Graziella Spiotta, Franco Vertullo. Al centro dei lavori l’ulivo, simbolo del paesaggio mediterraneo ma anche del celeberrimo regime alimentare che
si è imposto come il migliore
al mondo, la figura di Parmenide, padre del pensiero occidentale operante nella città
magnogreca di Elea-Velia, e il
mare, suggestivo scenario ma
anche occasione di transito e
di unione tra i popoli. Economia e cultura, appunto.
Non a caso il taglio del nastro
della mostra ha visto l’intervento di un rappresentante di
una delle realtà economiche
più importanti dell’area, ovvero Antonio Marrocco, responsabile qualità della coop
Nuovo Cilento di S. Mauro Cilento. «Prima di entrare nell’arte – ha detto Marrocco –
l’ulivo è passato e resta nella
storia di questo territorio e
dell’umanità perché ha disegnato, come i pittori, il profilo
di queste colline, ha protetto
l’ambiente, ha prodotto reddito. Oggi la nuova agricoltura,
che investe nella qualità del
territorio e dei suoi prodotti,
può anch’essa, come l’arte, generare bellezza e armonia».
La fiera è aperta dalle ore 10
alle 13 e dalle 15 alle 22.
Fiere di Vallo: Loc. Badia,
Vallo della Lucania (Sa), tel.
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N°43 15 novembre 2008
L’EDITORIALE
Tanagro
il pigro
Anno VI Nuova serie
Piger Tanager
Il placido fiume del Vallo piagato dall’inquinamento
di Carmine Marino
Quando percorri il primo tratto della
uno
Il Cilento
secondo
La Greca
Fernando La Greca è ricercatore di Storia
strada statale 166, che congiunge Atena
Romana presso il Dipartimento di
Lucana a San Pietro al Tanagro, attraversi
Scienze dell’Antichità dell’Università di
subito un ponte che si affaccia sulla
Salerno. E’ uno studioso serio e rigoroso
pigrizia, sull’immobilità. Non c’è
e da decenni indaga con passione e
trasformazione antropica che desti il fiume
competenza sul territorio cilentano e non
Tanagro dal suo sinistro torpore: esso giace
solo. Ne è testimonianza, tra l’altro, il
immobile, stanco, piagato
bel volume sulle “Fonti letterarie greche
dall’inquinamento. Quando piove,
e latine per la storia della Lucania
malgrado i terreni circostanti si allaghino,
tirrenica”.
il corso d’acqua conserva la sua serenità, la
Ho sottomano due sue recenti
sua compostezza. Le strade rurali offrono
pubblicazioni: un saggio su “Poseidonia-
un curioso contrappasso: sulle rive puoi
Paestum fra IV e III secolo A.C.: popoli,
scorgere i terreni coltivati, arati, che
politica e cultura” e “Paesaggio antico e
anelano alla vita; l’acqua che (non) scorre
medioevale nelle mappe aragonesi di
nel mezzo è sospesa, taciturna. Il nostro
Giovanni Pontano. Le terre del
fiume è lo specchio di una sana e
Principato Citra”:
corroborante quiescenza, che scivola via
Nel primo sostiene la tesi che Poseidonia
come le stagioni. Il Tanagro sovrasta il
fu e restò sempre greca fino alla
tempo e lo spazio, perché non invade le
conquista romana. L’occupazione lucana,
nostre vite: al massimo ristagna o si fa da
accreditata da diversi studiosi, databile
parte. Mi sono ricordato di
un’illustrazione pittorica, che compare
sulla copertina di un libro dedicato ai
caduti in guerra di Polla: raffigura uno
scorcio del paese, che, all’ora del
crepuscolo, si concede al passaggio
verso la fine del V secolo a.C., va rivista
Arte decorativa nella pasticceria
natalizia di Sala Consilina
silenzioso del fiume. Un tempo brulicava
e ripensata in termini nuovi. I Lucani,
che in quel periodo governarono
Poseidonia, non furono popolazioni
barbare e guerriere provenienti dalle
regioni dell’interno e protese ad avere
uno sbocco al mare per comprensibili
di vita: un mio professore di scuola
“Arte decorativa nella pasticceria natali-
nale di ciascun partecipante, e lo scambio
motivi di ordine politico/commerciale
ricordava con nostalgia le nuotate, i bagni
zia”, l’iniziativa dalla Camera di Com-
di esperienze fra pasticcieri che operano
bensì popolazioni italiche della costa,
d’acqua e di sole, in un passato ai miei
mercio di Salerno in collaborazione con
nel territorio salernitano”.
occhi remoto. Luigi Pica, nei suoi
Casa Artigiani Salerno e l’Istituto pro-
Ai corsi hanno partecipato pasticcieri del-
tirrenici”, che da tempo convivevano
“Splendori sul Vallo”, ne esaltava i
fessionale di Stato per i servizi alberghie-
l’Agro-Nocerino-Sarnese, della Costiera
pacificamente con i Greci colonizzatori e
bagliori arcadici: “Il tragitto del fiume è
ri e della ristorazione di Sant’Arsenio ,di-
Amalfitana, della Piana del Sele, del Golfo
ne avevano subito l’influenza nell’arte e
segnato al centro della Valle da un filare
retto dal Dirigente Scolastico Prof. Fran-
di Policastro e del Vallo di Diano. A Sala
nei costumi come nell’organizzazione e
duplice di pioppi in ordinata serie: (...) la
cesco Stabile,il 19 dicembre prossimo ap-
Consilina ci sarà l’esposizione di tutti i
gestione del potere politico. Nel gioco
linea verde cupo delle fronde diventa
proderà a Sala Consilina, città capofila del
manufatti dolciari realizzati nel corso del
ancora tutto, o quasi, da scoprire delle
traccia esatta d’un sentiero aereo che
Vallo di Diano. Si tratta di una seconda
seminario e la consegna degli attestati di
lotte fra classi e fazioni dell’antica
indica (...) dove avanza la maestà delle
fase “dolciaria” che segue agli stage pra-
partecipazione a tutti i pasticcieri iscritti
Poseidonia ebbero la meglio ed assunsero
acque lungo il percorso, ...”. Il nostro
tici, curati dal noto maestro pasticciere
al seminario.
fiume è un ricordo d’infanzia, da cui
Domenico Manfredi di Teggiano.
Dunque, un altro momento importante a
estraneo all’evento Alessandro il
promana un misto di civiltà ed
Per il Dott. Mario Andresano,autorevole
conclusione dell’iniziativa che ben si ar-
Molosso così come vi contribuì
arretratezza, smog e lattuga. L’importante
componente della giunta della Camera di
monizza con il periodo natalizio.
è perdersi, sempre che qualcuno non si
Commercio di Salerno, “sono da eviden-
Nuove tecniche decorative quindi da ap-
recitava, allora, un ruolo strategico di
ricordi di usare la bussola o il navigatore
ziare, in particolare, la crescita delle co-
plicare nelle ricette tradizionali della pa-
primo piano fra le città della Magna
satellitare per ritornare sulla anonima,
noscenze professionali, in fatto di decoro
sticceria natalizia salernitana.
solita statale.
artistico, oltre che del bagaglio professio-
definite dallo studioso “Lucani
guida e governo della città. Non fu
Pietro Cusati
l’alleanza, interessata, con Taranto, che
Grecia.
continua a pag. due
Il Diano
N°47 13 dicembre 2008
du e
Artificiando in scena, stagione teatrale 2008
IN FARMACIA
Sabato 20 dicembre “Tutti a Teatro”
L’Associazione Culturale ARTIFICIO,
col patrocinio della Provincia di Salerno, del Comune di Polla e dell’Ente Provinciale per il Turismo di Salerno, proseguendo la propria attività di promozione culturale, organizza per il secondo
anno la seconda edizione di:ARTIFICIANDO ... IN SCENA - Stagione teatrale 2008. Durante i fine settimana delle
prossime festività natalizie, si avvicenderanno sul rinnovato palcoscenico
della sala-teatro del Centro Sociale Don
Bosco a Polla, spettacoli di prosa e musica, classici contemporanei e non, teatro
di ricerca, cabaret e varietà, per offrire
un variegato cartellone teatrale. Tutti i
sabato sera alle ore 20, e le domeniche
pomeriggio con inizio alle ore 17.30, le
otto compagnie teatrali semiprofessioniste, interessanti e collaudate, provenienti da tutto il centro-sud, proporranno i loro diversi modi di fare teatro.
Spetta alla Compagnia “La Ribalta” di
Salerno inaugurare lunedì 8 dicembre il
Cartellone Teatrale 2008, con un musical sperimentale, dal titolo “Sogno di
Notti Nuove”, liberamente adattato dal
“Sogno di una notte di mezza estate” di
W. Shakespeare, in cui la valente regia
di Valentina Mustaro ha sapientemente
montato uno spettacolo unico e particolare, il tutto in una cornice di tecniche
sperimentali che offrono una singolare
lettura del teatro shakespeariano. Il fine
settimana del 13 e 14 dicembre è poi la
volta delle compagnie “Luna Rossa” e
“La Bottega delle Arti” di Salerno, che
presentano “La lettera di Mammà” di P.
De Filippo con la regia di Gaetano Troiano, e “Dio c’è… Ma non si vede” di
Danny Arrichiello con la regia di Francesco Delli Priscoli. Sabato 20 dicembre
la compagnia “Tutti a Teatro” di Roma
propone un’emozionante performance
artistica dal grande teatro classico italiano, “La Locandiera”, di Carlo Goldoni, con la regia di M. Casella e S. Ribaldi, mentre domenica 21 Antonio Giorgino e la sua compagnia “Teatro Popolare Napoletano” di Brusciano ci offrirà
la commedia brillante di Hennequin &
Bilhaud “Le Pillole di Ercole”. Venerdì
26 dicembre, con inizio alle ore 17.30, la
compagnia “Costellazione” diretta da
Roberta Costantini, dopo aver rappresentato l’Italia al Festival Internazionale del teatro a Changwon e Masan in
Corea del Sud, e reduce da molti riconoscimenti a festival e rassegne nazionali, porta in scena il “Don Giovanni”,
liberamente adattato dalla stessa Costantini dal Don Giovanni di Moliére.
A seguire sabato 27 Alfredo Crisci offre
la commedia comica “Due napoletani
diversi” con la compagnia “La Proposta” di Altavilla Silentina, in questo divertentissimo lavoro di Angelo Belgiovine, e infine domenica 28 dicembre la
Compagnia dei Teatranti di Bisceglie
con il giallo comico di Lillo&Greg, “Il
mistero dell’assassino misterioso”, con
la regia di Enzo Matichecchia, uno spettacolo che ripropone le atmosfere alla
Agata Christie, con la comicità di
Woody Allen in una esilarante commedia degli equivoci. Chiude il cartellone,
sabato 3 e domenica 4 gennaio 2009 il
nuovo spettacolo della Compagnia Artificio di Polla, che propone in un adattamento singolare e parodistico del Malato immaginario di Moliere, la commedia “Le doglianze di Madama Brabanzia”, in cui il regista Nicola Piccolo, che
è anche il protagonista, offre una esilarante rivisitazione “en travestì” dell’ipocondriaco Argante, il celebre protagonista di questo classico della commedia molieriana. Nella serata del 4 gennaio L’associazione Artificio farà dono
ai Partner della manifestazione un vetro
d’arte, appositamente creato per l’occasione dall’artista Fernando Manilia di
Montesano S.M.
Antonella Citro
Lo studio
Il Cilento secondo Fernando La Greca
continua dalla prima de Il Diano
La tesi, non priva di fascino e di interesse, supportata da dotte e documentate testimonianze storiche e letterarie,
apre una luce nuova sullo scenario della
Grande Storia del passato, di cui Poesidonia-Paestum, con il vasto territorio
della sua kora, fu teatro. E Fernando La
Greca accende i riflettori su di un periodo non ancora opportunamente indagato e fa da apripista a nuove ed originali ricerche, che potrebbero riservarci
sorprese straordinarie.
Va dato atto e merito allo studioso cilentano di non essersi adagiato pigramente sull’esistente, come tanti autorevoli accademici che occupano spesso la
scena dei media con repliche da orecchianti senza il benché minimo guizzo
di ricerca/scoperta all’insegna dell’originalità, ma di avventurarsi nel rischio
di ipotesi stimolanti, come ogni ricercatore serio e pervaso dal demone della
“curiositas” feconda dovrebbe fare. Lo
attendiamo a nuove avvincenti prove di
indagini sul nostro passato, che non
cessa mai di sorprenderci.
Per intanto rileviamo che anche la sua
seconda pubblicazione, che focalizza
l’interesse sulle mappe del periodo aragonese, è interessante non solo per gli
addetti ai lavoro, ma anche per i semplici lettori appassionati di geo/storia
del territorio. Cominciamo con il sottolineare che ci fa scoprire un immagine
inedita di Giovanni Pontano. Lo conoscevamo come letterato fine e poeta sensibile, uomo di corte, qualche volta intrigante ma mai servile, comunque
punto di riferimento culturale nella Napoli aragonese. La Greca ne evidenzia
la passione di cartografo e ne commen-
ta con rigore le mappe, soffermandosi
in particolar modo su quelle della Piana
del Sele e del Cilento. Gli appassionati vi
troveranno indicazioni utili su monti,
fiumi, laghi e stagni, come di ponti dell’interno e torri costiere e naturalmente
strade e vie di comunicazione varie. La
parte più interessante è quella riservata
ai centri abitati e ai siti religiosi. Non
mancano curiosità per quelle che un
tempo furono città fiorenti ed oggi, invece, poco più che semplici villaggi.
Molti centri sono scomparsi, anche se la
toponomastica ne conserva ancora il ricordo.
Anche questo studio è uno strumento
prezioso per quanti vogliano avventurarsi, con passione, alla riscoperta del
nostro passato. Fernando La Greca ne
offre una guida, che consigliamo soprattutto ai giovani, che siano pervasi
dal desiderio di sapere chi siamo e da
dove veniamo.
L’una e l’altra pubblicazione sono edite
dal Centro di Promozione Culturale per
il Cilento, che, da anni combatte la sua
generosa battaglia per la diffusione della
cultura nel nostro territorio.
Giuseppe Liuccio
Per l’ictus meglio
l’Aspirina o
il Plavix?
L’ictus è l’improvvisa comparsa di segni e/o
sintomi riferibili a
deficit parziale
e/o globale delle
funzioni cerebrali
di durata superiore alle 24 ore o ad esito infausto, attribuibile ad alterazioni patologiche della circolazione sanguigna
cerebrale.
Oltre alla TAC l’iter diagnostico
dell’ictus è rappresentato dall’identificazione della sede dell’ictus ischemico in quanto questa influenza l’iter dell’approfondimento diagnostico e le decisioni terapeutiche soprattutto in senso chirurgico. L’obiettivo è quindi distinguere tra patologia dei piccoli
vasi e patologia dei grossi vasi che
indirizza sempre per la ricerca di
un embolo che ha causato l’ictus o
di una stenosi delle carotidi. In
fase acuta si deve iniziare il trattamento entro le 48 ore con un antiaggregante come l’aspirina alla
dose di 160-300 mg/die, successivamente il paziente necessita di un
trattamento farmacologico a lungo
termine che va iniziato dopo quindici giorni dalla fase acuta e di uno
stile di vita che elimini il fumo ed
il consumo eccessivo di alcool.
Il trattamento farmacologico dei
fattori di rischio comprende il controllo dei valori pressori che vanno
mantenuti al di sotto di 140/80, nel
caso in cui vi sia anche ipercolesterolemia è indicato anche il trattamento con statine.
Proprio in merito alla terapia antiaggregante è stato condotto
un’importante studio di confronto
fra i due antiaggreganti più efficaci attualmente a disposizione nella
prevenzione secondaria dell’ictus:
l’associazione dipiramidolo a lento
rilascio (Persantin)+acido acetilsalicilico-ASA (Cardioaspirin) e clopidrogel (Plavix).
I risultati hanno dimostrato una
sostanziale parità dando un‘importante indicazione clinica, cioè il
suggerimento che è possibile adottare una strategia piuttosto che
l’altra, aprendo alla possibilità di
scegliere sulla base delle caratteristiche di ogni singolo caso e avvicinandosi sempre più a quel concetto di individualizzazione della
terapia che è così importante in
medicina.
Alberto Di Muria
N°47 13 dicembre 2008
20
Il 15 dicembre il Ministro dei Beni Culturali nel Cilento
Appunti per Bondi in visita a Paestum e Velia
continua dalla prima
4 – La mancanza di una biblioteca dotata di pubblicazioni in più lingue per giovani studiosi che volessero avere indicazioni precise sulla evoluzione della
storia dell’antica Poseidonia, che fu
punto di approdo e snodo di grandi civiltà e di fecondo meticciato culturale
lungo le rotte del Mediterraneo.
5 – La profanazione dell’area archeologica, nei mesi estivi, con spettacoli di
dubbio gusto e di valenza culturale
quasi nulla con l’aggravante di allestimenti di palco mastodontico e di cavea
per gli spettatori con la selva dei tubi innocenti a sfregio della serena eleganza
del Tempio di Cerere.
6 – L’assenza di un progetto strategico
che riscopra ed esalti le vie di penetrazione che i Pestani antichi attivarono
dalla costa verso l’interno ad animare
traffici e commerci e lasciandovi tracce
significative e testimonianze di come un
vasto territorio ben al di là della città
dissepolta e della stessa kora, che, pure,
trasmigrava su per le colline, fu teatro
della Grande Storia con il protagonismo
di Etruschi, Greci, Lucani e Romani
spesso in conflitto tra di loro ma qualche volta in pacifica e feconda sinergia.
7 – La beffa di un Museo del Grand Tour
allocato nel convento di Capaccio capoluogo, poco pubblicizzato, difficile da
raggiungere, inutilizzato o quasi salvo
rare eccezioni funzionali più alla visibilità/contrattazione del Presidente/direttore tutto fare che alla promozione
del territorio, mentre potrebbe e dovrebbe diventare un centro di propulsione culturale con: mostre, seminari,
corsi di letteratura di viaggio, stage per
“professionalizzare” giovani da immettere sul mercato del turismo culturale,
ecc.
E mi fermo qui, rinviando ad altre occasioni la geremiade dell’incompiuto e la
rivoluzione di proposte alternative.
Per Velia, dove più che altrove il Cilento sa di Grecia, il discorso è analogo o
quasi con l’aggravante che:
1 – Qui manca addirittura un Museo che
conservi ed esalti i reperti.
2 – A pochi meri dall’area archeologica
esplode impunita la vergogna di villette a schiera e caseggiati da condomini
per ferie: un sovraffollamento da fiera,
d’estate, la desertificazione lunare, d’inverno.
3 – Si è spenta o quasi la memoria degli
“otia” fecondi di attività di retori e poeti:
Cicerone a conquista di relax, Orazio e
Virgilio a cura di gotta nelle terme della
salute.
4 – L’Alento, sonnolento a larga foce, ha
impaludato gli antichi “porti velini”, popolati di approdi e partenze ad animare
traffici e commerci e, cosa grave, manca
la benché minima indicazione del sito
(vizio antico di noi cilentani quello di
non saper vendere neppure la nostra
storia prestigiosa!).
5 – Il volto dignitosamente fiero e corrucciato di Parmenide è immiserito in
una statua che sa più di Padre Pio che
del padre della filosofia antica.
6 – Sulle aree archeologiche , erroneamente definite minori, prime fra tutte
Civitella e Roccagloriosa, che conobbero la vivacità dei commerci di Velini/Sibariti lungo le vie dell’interno a collegamento del Tirreno con lo Ionio, è da
tempo calato il silenzio.7 – L’omonima
Fondazione, che pure in passato conobbe gloria di visibilità sulla grande stampa per lodevoli convegni sul Pensiero
Antico, si è anch’essa impaludata nei
pantani del sonnolento Alento.
8 – La istituzione di una Sovrintendenza Autonoma, che abbia giurisdizione
Sede: 84020 ROSCIGNO (Sa) tel. 0828 963431- fax 0828
963247
Filiale / Uff. Amm. : 84037
SANT’ARSENIO (Sa) tal 0975 398611 fax 0975 398630
su Paestum, Velia e tutto il territorio a
sud del Sele o, comunque, di un organismo analogo che valorizzi ed esalti lo
scrigno inesauribile dei nostri tesori archeologici e non solo.
Ecco soltanto alcuni dei problemi da
prospettare con forza al Ministro Bondi,
che notoriamente è sensibile ai fatti di
cultura e non solo perché ne ha la responsabilità istituzionale. Dalla loro soluzione dipende il futuro del territorio,
che deve investire sui Beni Culturali, di
cui fortunatamente è dotato, se vuole
vincere sui mercati la sfida del turismo
culturale, che consiglia e consente qualificazione, diversificazione e destagionalizzazione dell’offerta.
E, a tal proposito, mentre il giornale va
in macchina, è previsto un incontro con
il Ministro di alcuni autorevoli rappresentanti della Regione, che reclama la
gestione di alcuni siti archeologici, tra
cui Paestum e Velia, appunto. Non c’è
da stare allegri, alla luce gestionale dei
disastri amministrativi dell’esecutivo regionale e tenuto anche conto delle recenti dichiarazioni, leggere e disinvolte,
dell’Assessore al Turismo, Claudio Velardi, che, a caccia, forse, di visibilità a
buon mercato sull’agorà mediatica, ha
liquidato per “scavomania” il lavoro
serio e rigoroso degli archeologi che indagano con passione competenza sul
nostro passato.
Giuseppe Liuccio
Filiali: 84065 PIAGGINE (Sa) tel 0974 942700 fax 0974 94 2233
84069 TEGGIANO (Sa) tel 0975 510610 fax 0975 510608
84036 SALA CONSILINA (Sa) tel 0975 527239 fax 0975 21949
84057 LAURINO (Sa) tel 0974 945011 fax 0974 941544
84070 ROFRANO (Sa) tel 0974 952511 fax 0974 952433
Il Diano
N°47 13 dicembre 2008
tre
Sanità
Mucciolo e Auricchio mano nella mano
continua dalla prima
numeroso uditorio che vuole tutto
e subito e non accetta di considerare soluzioni alternative e di
nuove e più avanzate funzioni
fino a quando non si potrà considerato fuori pericolo il pronto soccorso e l’intera impalcatura di reparti costruita nel tempo.
La seconda tesi, sostenuta da Liguori, concorde Vincenzo Iuliano,
è quella di attrezzarsi, per ogni
evenienza, anche in considerazione inserita nel piano sanitario di
destinare la struttura di Roccadaspide alla lungodegenza e alla riabilitazione di eccellenza.
Infatti, Dino Liguori, che pure sostiene che il Drg di Roccadaspide
è uguale a quello del policlinico di
Napoli, ritiene che siano indifendibili le scelta delle Direzioni generali in deficit di strategia che
hanno inseguito la generalità delle
prestazioni. Questo ha portato ad
aziende deintegrate con servizi
esternalizzati fino al punto che la
sanità lombarda è finanziata per
il 40% dai ricoveri del Meridione
e della Campania, in particolare.”
Poi Liguori invita tutti a “non
guardare a cosa si è perso ma a
quello che si è mantenuto. Considerando che il settore privato è tagliato fuori e taglierà il personale
da riassorbire. La vera emergenza
è destinata ai grandi ospedali. Il
mercato della salute cerca specialità e un’Asl diffusa sul territorio
che centralizza le scelte e solidarizza gli interventi sul territorio
garantisce servizi e risparmi.”
E proprio sulla scelta regionale
che ha ridotto ad un’Asl sola per
provincia le strutture amministrative e gestionali della sanità
che si scaglia Girolamo Auricchio.
“È una scelta che tende a recuperare 308 milioni. Ma non ci soddisfa perché marginalizzerebbe il
nostro territorio debole sia in termini demografici che economici.
Intanto siamo soddisfatti dei 36
posti letto in più. È una scommessa vinta insieme a Mucciolo.
Anche se siamo stati bidonati
nella notte dei lunghi coltelli.”
Auricchio si riferisce al fatto che
l’ “emergenza” cambia nome e diventa “area critica”. In teoria ci
sono assicurazione che a Roccadaspide resterà tutto così com’è.
La sostanza delle prestazioni non
sarà variata. Dopo tutto un ospedale con un Drg 1.11, con l’88%
di occupazione posti letto e il
102% di copertura della spesa non
può essere ridimensionato a cuor
leggero.
E a mettere il dito nella piaga è
Giuseppe Capuano, medico di
base ed ex sindaco di Roccadaspi-
de: “la regione parla con una doppia lingua: o resta l’emergenza o
diventa altro. Non si può giocare
con i termini senza cambiare
nulla!”
Più articolato l’intervento di Vincenzo Iuliano che sostiene la necessità che “se le cose cambiano,
dobbiamo essere pronti ad adattarci a nuove situazioni. Alla lungodegenza e alta specialità si accompagna la riabilitazione. Il territorio può crescere con la nuova
funzione. Intanto, premiamo chi è
bravo e lasciamo al palo chi sa sgomitare meglio”.
Fernando Lombardi prende atto
che “è stata messa una pezza
anche questa volta, ma chiede di
conoscere quali sono i prossimi rischi.”
Gennaro Mucciolo, che ha voluto
questo incontro per dare conto del
suo operato, s’incarica di concludere il dibattito e, dopo aver citato l’altro grande problema della
“Cantina Sociale” che attanaglia
la Valle e il suo paese, prova mettere ordine ai fatti che hanno portato alla situazione di crisi attuale: “La nostra è un’area debole per
l’economia. Poco importante demograficamente e poco rappresentata politicamente a Napoli. La
Regione deve far fronte al disavanzo pauroso accumulato nel
tempo. Roccadaspide sconta il
fatto che è una realtà a bassa utenza perché le zone forti (Capaccio
Scalo e Matinella) orbitano su
Battipaglia e Salerno. Ogni posto
letto costa 200 mila Euro all’anno. Nonostante queste premesse,
è stato evitato il rischio ospizio.”
Si dice d‘accordo con Iuliano e invita tutti ad essere realisti e vigili perché “quello che è stato ottenuto e salvaguardato sia in questa occasione che nel precedente
intervento di razionalizzazione, è
stato possibile grazia all’azione
congiunta tra il sottoscritto e Auricchio. Abbiamo marciato mano
nella mano e, insieme, siamo stati
presenti ad ogni incontro della
commissione sanità.”
Riconosce che la definizione “area
critica” è un escamotage per passare le forche caudine delle imposizioni del governo nazionale e rimettere nelle mani della giunta regionale i probabili aggiustamenti,
necessari, per portare a casa il beneplacido del ministero del tesoro.
“Per le condizioni date non si poteva fare di più!” conclude Mucciolo.
Un piano “ponte” per passare in
un mondo nuovo la sanità del futuro.
Bartolo Scandizzo
Mostra d’arte contemporanea
Monica Camerota alla Cer tosa di Padula
Grande successo per la mostra
pittorica inauguratosi lo scorso 6 dicembre alla Certosa di
San Lorenzo a Padula. Monica
Camerota è alla sua prima Personale, la pittrice di Atena Lucana è molto emozionata e
soddisfatta per questa sua
prima esperienza presso il monumento certosino. La sua mostra di pittura contemporanea
“Silenzio e rumori dell’Anima” presenta le opere di Camerota dal 2003 al 005. l’artista
si è diplomata nel 2001 presso
il Liceo artistico di Teggiano
(Sa) ed ha conseguito il Diploma di Laurea, indirizzo Accademia di Belle Arti di Napoli
con il massimo dei voti
L’artista nei suoi quadri usa intense tonalità espresse con
pennellate decise che esprimono un modo unico la propria
arte e esprime in modo intenso
ciò che ha dentro di sé. Nonostante la giovanissima età, Monica Camerota, la pittrice ha
dimostrato grande talento ed
una solida formazione artistica. Possiamo dire che nelle
opere di Monica Camerota
esposte nella Reggia del Silenzio sono opere dove l’artista
esprime il respiro e i silenzi
dell’animo umano.
La mostra pittorica di Monica
Camerota rimarrà aperta fino
al 6 gennaio 2009, sarà aperta
tutti i giorni tranne il martedì,
dalle ore 9:39 fino alle ore
19:30. l’ingresso alla mostra è
gratuito. La mostra è stata realizzata con il patrocinio dell’Assessorato ai Beni e alle Attività Culturale della provincia
di Salerno, Accademia delle
Belle Arti di Napoli, il comune
di Padula, Comunità Montana
Vallo di Diano e la Soprinten-
denza ai BAPPSAD di Salerno
ed Avellino.
Lei come si trova nel mondo
dell’arte?
Nel mondo dell’arte di oggi
non bene. Nel mondo dell’arte mia personale, mi trovo
bene. Faccio un tipo di arte
non commerciale, per un bisogno mio di emozionalità, per
esprimere ciò che provo io.
Penso poi che sia uno specchio
di riflessione di quello che
vedo io e di quello che vedono
le altre persone.
Credo che la pittura anche se è
qualcosa di superficiale, può
trasmettere tanto.
Come si è trovata in questa
mostra realizzata nella Certosa di Padula?
Mi sto trovando bene, lo scenario è bellissimo e sono soddisfatta perché questa è la mia
prima Personale. Non mi
aspetto nulla e mi piace vedere l’impatto dei quadri nelle
persone.
Sono contenta perché i miei
quadri colpiscono, riescono a
trasmettere.
Si sente soddisfatta, quindi,
di questa sua prima esperienza?
Mi sento molto soddisfatta.
Patricia Luongo
IN FARMACIA
Per l’ipertensione
meglio i farmaci più
“vecchi”
L’ipertensione,
la più comune
malattia cardiovascolare consiste nell’aumento costante della
pressione oltre
140/90mmHG.
L’ipertensione può essere riscontrata dal medico in più misurazioni successive; un rilievo casuale di
pressione elevata è un campanello
d’allarme che impone misurazioni
più frequenti, ma non è sufficiente
a porre diagnosi di ipertensione.
Oggi vi sono molti farmaci antipertensivi classificati come: diuretici (Lasix), vasodilatatori (Cardura), calcio antagonisti (Adalat, Plendil), Ace inibitori (Idroquark, Unipril) e antagonisti del recettore dell’angiotensina II detti anche sartani
(Micardis, Pritor). Farmaci che a
secondo dei casi possono essere
anche associati in una multiterapia
per il controllo ottimale della pressione. Proprio recentemente è stato
condotto uno studio per confrontare l’efficacia tra Ace-inibitori e sartani. Lo studio che si chiama ONTARGET ha messo a confronto direttamente i due principi attivi ramipril e telmisartan. Questo studio
assume molta importanza in quanto ha coinvolto un numero molto
elevato di pazienti, oltre 26.000,
scegliendo quadri clinici di elevata
complessità (coronaropatia, diabete e fattori di rischio cardiovascolari aggiuntivi). Dallo studio emerge che il Telmisartan è sovrapponibile a Ramipril nell’ottenere la riduzione della pressione. Inoltre
l’associazione dei due farmaci oggetto del confronto non solo non
aggiunge significativi vantaggi clinici, ma addirittura può determinare un aumento di effetti collaterali. Va però ricordato che considerando i costi per mese di terapia
degli Ace-inibitori e dei Sartani non
sembra corretto l’approccio farmacologico di utilizzare i sartani come
prima scelta nella terapia antipertensiva. In questo caso l’utilizzo di
un farmaco (ramipril) a costo inferiore rispetto al telmisartan è la
scelta più corretta. Il farmacista può
contribuire ad indicare le migliori
opportunità terapeutiche per il paziente con un occhio di attenzione
anche ai costi.
Alberto Di Muria
Il Diano
quattro
“Mediterranea”:
il piacere... di
premiare!
“Rinnovato l’appuntamento con la cerimonia conclusiva del Concorso Letterario internazionale “Mediterranea”,
organizzato dall’Associazione Culturale Aut Aut di Battipaglia e riservato a
poesie e racconti inediti incentrati sul
territorio della provincia di Salerno.
Tema di quest’anno: “Le rotte degli uomini, i percorsi degli dei”.
L’iniziativa, giunta alla sua seconda edizione, ha replicato e confermato il successo di pubblico e critica riscosso nel
2007, raccogliendo una vasta adesione
di autori italiani e stranieri e riuscendo
a coinvolgere fra i giurati personalità di
spicco di caratura nazionale in materia
di arte, letteratura, giornalismo e tutela
del patrimonio ambientale.
La serata finale del 7 dicembre 2008, tenutasi presso la struttura de “La Fabbrica dei Sapori”, sita in Battipaglia ha
coinvolto alcune centinaia di persone.
Nel corso dell’evento si è proceduto alla
rivelazione dei primi tre classificati per
ciascuna categorie, nonché alla proclamazione e alla premiazione dei due vincitori assoluti, e inoltre dell’opera meritevole del premio speciale intitolato alla
memoria del “dispensatore di progetti
e sogni” Carmine Battipede, fondatore
del Museo della Dieta Mediterranea di
Pioppi e del Festival Internazionale Teatro Ragazzi di Battipaglia.
Vincitori assoluti Teresa Riccobono di
Palermo con la poesia “Ascolta” e
Karim Mangino di Salerno con il racconto “Alla luce della Lampara” ambientato nel mare di pisciotta e incentrato sulla storia dei pescatori di “menaica” Giurie: “Sezione Poesia”: Giovanna Scarano (direttrice Museo Archeologico di Eboli), Antonio Calabrese (Latinista) Alfonso Pace (Dirigente
scolastico), Emilia Iannone (poetessa);
“Sezione Racconti”: Michele Buonuomo (Presidente Legambiente Campania), Roberto Ritondale (giornalista
Ansa), Oreste Mottola (giornalista Il
Mattino), Ernesto Giacomino (scrittore).
Fra le varie attività in programma, la
manifestazione ha visto anche la presentazione ufficiale dell’antologia “Echi
di Terra e di Mare” (la guida turisticoletteraria edita da Aut Aut, che raccoglie le migliori venti opere della prima
edizione), attraverso il prezioso contributo degli attori della compagnia teatrale battipagliese “Luna Storta”, che
hanno alternato i lavori di premiazione
recitando stralci di racconti e poesie tratti dalla raccolta stessa.
Conclusione della serata con l’ammaliante musica di Alan Wurzburger e un
ricco buffet di prodotti tipici locali a cura
dei rinomati “professionisti del gusto”
della Fabbrica dei Sapori.
N°47 13 dicembre 2008
Piano Sociale di Zona
Variati i nuovi servizi sociali nei 19 comuni dell’ S4
I sindaci dei 19 comuni del
Piano di Zona S4 hanno approvato il documento di aggiornamento inerente la settima annualità di gestione
dei servizi sociali nei territori del Vallo di Diano e del Tanagro. Nello specifico, il
Piano Sociale di Zona S4
opera in 19 comuni del Vallo
di Diano e del Tanagro:
Atena Lucana, Auletta, Buonabitacolo, Caggiano, Casalbuono, Monte San Giacomo,
Montesano, Padula, Pertosa,
Petina, Polla, Sala Consilina,
Salvitelle, San Pietro al Tanagro, San Rufo, Sant’Arsenio,
Sanza, Sassano e Teggiano.
Fra i nuovi servizi posti in essere vi sono: Trasporto sociale: il Piano si è dotato di
nuovi automezzi da utilizzare per l’espletamento di diversi servizi quali, per citarne soltanto alcuni, trasporto
per disabili, trasporto per anziani e trasporto per fasce
deboli.
Sportello Antiusura: istituito
un apposito sportello antiusura che avrà il precipuo
compito di offrire assistenza
di vario genere alle persone
usurate. Si tratta di un’iniziativa già attuata nelle scorse annualità mediante i progetti “Paracadute” e “Community” che oggi, invece, si
trasforma, appunto, da iniziativa progettuale ad un servizio vero e proprio. Comunità alloggio per persone disabili psichici: il Piano di
Zona riconosce e sostiene le
attività già poste in essere all’interno della struttura “La
Bottega dell’Orefice” di Sala
Consilina nel cui ambito si
fornisce assistenza residenziale e semiresidenziale a
persone afflitte da problematiche psichiche.
Servizi di prevenzione vari:
si sostanzia nell’attivazione
di molteplici iniziative preventive, informative e di intercettazione di utenti con
problematiche di dipendenze da alcool o da sostanze
stupefacenti.
Oltre al recupero dei tossicodipendenti si mira a favorire
l’integrazione sociale dei
tossicodipendenti anche attraverso l’individuazione di
nuove possibilità occupazionali.
Accanto ai succitati servizi, Il
Piano, con la settima annualità, si impegnerà anche in attività legate all’assistenza domiciliare di sostegno alla famiglia e alla genitorialità, ai
servizi per l’affido familiare,
all’adozione nazionale ed internazionale, all’assistenza
domiciliare per persone anziane e disabili, all’implementazione del Gruppo Appartamento, ai Centri Diurni
per persone disabili, al Telesoccorso e alle Borse Lavoro.
“Con l’approvazione del documento di aggiornamento,
sottolinea il responsabile del
Piano di Zona S4, Antonio
Florio, si dà continuità ad
una molteplicità di servizi
già avviati nelle precedenti
annualità”. Una rete di servizi, questa messa in atto, che
permette al territorio di crescere e intraprendere nuove
strade.
Antonella Citro
Piano di zona
Parere di
Giuseppe Lasalvia
“L’ultimo incontro è segno
che l’impegno preso è stato
portato avanti con serietà e
coerenza. Presto il Piano Sociale di Zona Ambito S4 avrà
un nuovo Centro Sociale Polifunzionale per disabili e Montesano diventerà un punto di
riferimento per le persone ‘diversamente abili’, che tanto
hanno da offrirci e da insegnare”.
A parlare è l’assessore alle politiche sociali di Montesano
Sulla Marcellana Giuseppe
Lasalvia. “Nasce dall’incontro
di persone con esperienze
professionali diverse e vuole
diffondere il concetto di ‘integrazione e ‘autonomia’ della
persona disabile sotto vari
aspetti: quello del lavoro,
della formazione professionale, della crescita culturale”.
Il centro Polifunzionale sarà
ubicato a Montesano Scalo e
potrà ospitare sino a venti
utenti residenti nei 19 comuni
dei comprensori del Vallo di
Diano e del Tanagro.
Giuseppe Lasalvia
Mobilità sostenibile e incidenti insostenibili
Battipaglia-Potenza, il pericolo corre sui binari
L’ultimo incidente di domenica mattina - una frana ha
ostruito i binari provocando
danni ad un mezzo diretto a
Potenza e spaventando non
poco i passeggeri - è il segnale
di un male che viene da lontano, da anni di completo abbandono che regna sulla tratta, in gran parte concentrata in
aree montane. I 90 km di strada ferrata sono a singolo binario, impongono ai macchinisti
velocità ridottissime, al massimo a 110-120 km all’ora, anche
per gli Eurostar, sintomo di un
armamento dei binari poco solido. Pene note, eppure non vi
è nessun progetto di potenziamento, di un intervento che
possa rendere più competitivo
questo tratto, come altri, nei
quali si effettuano lavori per
alta velocità, sistemi informatizzati ad alta capacità, doppi
binari. Invece, qui solo rattoppi, e spesso solo in concomitanza di un incidente. La tratta, peraltro, è incustodita,
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quindi ai limiti della sicurezza,
con fondi agricoli intorno non
recintati e con animali che
spesso invadono la linea, così
come le frane, che giungono
sui binari con facilità. Un problema che attanaglia anche la
tratta Buccino-Lagonegro, interessata pressoché dai medesimi problemi. Le aree del Sele,
del Tanagro e Vallo di Diano,
dunque, si presentano lontane
dagli standard di sicurezza ed
efficienza, ma anche lontani
dall’offerta di servizi adeguati
all’utenza. «Eppure di serie B
proprio non siamo - dice il sindaco di Campagna, Biagio
Luongo - Bisogna mettere
mano alla tratta, immediatamente. L’utilizzo del treno
quale mezzo di trasporto
merci, su questo punta Luongo, che invece fa un esempio
di cosa accade: «La stazione di
Campagna-Persano, oltre ad
essere chiusa, spesso è bypassata dai bus sostitutivi. Da alcune settimane sul tavolo dell’assessore provinciale ai Trasporti, Rocco Giuliano, giace
una proposta che dimostra
come, senza costi aggiuntivi,
tra Buccino e Salerno, si potrebbero avere cinque corse in
più.
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N°47 13 dicembre 2008
Gastonomia
23
asasassa
Quindicesimo Gran Premio dei Templi: vince Maurizio Calabrese
9 dicembre ’08, Paestum,
Grand Hotel Paestum Tenuta Lupò. Il Gran Premio dei
Templi, la tradizionale gara
gastronomica per maîtres,
arriva alla sua 15° edizione.
Il tema di quest’anno è stato
“La Pasta e il Mare”.
I sette partecipanti maîtres
professionisti della provincia di Salerno si sono sfidati nella preparazione di un
piatto sotto gli occhi dei
giurati che vedevano salire
l’acquolina in bocca sollecitati dalla vista e dall’olfatto. Presidente della giuria è
stato il Cav. Giuseppe Di
Napoli, Gran Maestro della
Ristorazione. A coadiuvarlo
nel difficile quanto gustoso
compito di giurati c’erano
Michela Guadagno (Sommelière Professionista), Alberto Alovisi (Presidente
A.D.A, Associazione Direttori d’Albergo, Campania),
Erminia Zaghloul (Albergatrice) e Giuseppe Di Girolamo (Giornalista).
Come da tradizione, i sette
concorrenti hanno in precedenza concordato la ricetta
e uno alla volta in presenza
del pubblico e della giuria
trasformavano i più genuini ingredienti delle terre e
acque salernitane in alchimie del gusto. Descrivevano step by step con eleganza e raffinatezza il loro adoprarsi e con savoir-faire
porgevano i piatti ai privilegiati giurati che assaggiavano in piccoli morsetti e
sorseggiavano il vino scelto
da accompagnare il piatto
in concorso.
Diodato Buonora, Vice Presidente Nazionale della
A.M.I.R.A. e Gran Maestro
della Ristorazione, accom-
2006 Fiano Paestum Igt di
De Conciliis), Antonio Vicinanza dell’Oasi del Gusto
di Giovi-Salerno (“Gnocchi
di ceci di Cicerale con gamberoni al brandy, pomodori
confit e arancia candita” e
Kratos 2007 Fiano Paestum
Igt di Maffini) e Michele
Verdastro del Ristorante La
Terrazza di Mercato San SeUn momento della premiazione
pagnato nell’intrattenimento dei numerosi ospiti dalla
raffinata e ponderata Lya
Ferretti definita dallo stesso
”pozzo di sapienza gastronomica”, con lo sguardo vigile e premuroso che solo
un maître di nascita paesana e ascendenze cilentane,
di precisione svizzera e raffinatezza francese può fare,
carpiva con lo sguardo i
mille sussulti e contraccolpi
gastronomici.
Maurizio Calabrese della
Tenuta Capodifiume Ristorante Le Trabe ha vinto. Ha
vinto e convinto.
È Diodato che parla:” sono
stati tutti bravi, molto bravi,
ma Maurizio ha avuto una
piccola marcia in più”.
La sua ricetta “Tubetti di
bronzo con coccio, cozze e
marroni di Roccadaspide su
Coulis di broccoli scoppiettati e pomodorino fritto”,
abbinati ad un vino bianco
della cantina di Alfonso Rotolo “Valentina 2007 Fiano
Paestum igt”, hanno letteralmente mandato in cortocircuito le papille gustative
dei giurati.
Secondo, questo è l’unico limite della competizione,
che c’è solo un vincitore,
Raffaele Longo dell’Hotel
Le Palme con “Spaghetti
Il vincitore Maurizio Calabrese
con alici alla capaccese“ e
Fiano 2007 Paestum Igt I
Vini del Cavaliere Casa Vinicola Cuomo; terzi ex
aequo: Giuseppe Li Santi
dell’Hotel Royal (“Paccheri
bicolore al guazzetto di
rana pescatrice e cappesante“ insieme al Noè 2007 Cilento Bianco Doc della Tenuta Di Bartolomeo), Antonio Ferraiuolo della Tenuta
Sciacca di Falciano del Massico (“Tagliolini con calamarelle e gamberi rossi affogati nella loro crema al
profumo di lime e bottarga
di tonno“ insieme a un
More Maiorum 2005 Fiano
di Avellino Docg, di Mastroberardino), Davide Rotondi del Solone Residence
Hotel
di Ascea Marina
(“Trenette con gamberi imperiali all’aroma di Bosco
con brunoise di gherigli di
noci “ insieme a un Perella
verino (“Maccheroncini con
polpettine di baccalà alla
spianese“ abbinati a un
Vandari 2007 Falanghina
Sannio Doc dell’Antica
Masseria Venditti).
Premi e onorificenze sono
andati anche agli allievi dell’IPSAR di Capaccio rappresentati dal Preside prof. Aurelio Di Matteo assieme ai
validi professori Cosimo
Mondelli e Antonio Stratoti
in ringraziamento per la
collaborazione puntualmente offerta, a Massimo De
Rosa e Sabatino Sicignano,
Maître e Chef della Tenuta
Lupò, per la grata collaborazione. Due premi speciali
sono andati ai fedelissimi:
al socio AMIRA Giuseppe
Tommasiello dell’Hotel Capital di Campagna e allo
sponsor Sacar Forni di Baronissi.
Giuseppe Scandizzo
La ricetta di
Maurizio Calabrese
Tubetti di bronzo con
coccio, cozze e marroni
di Roccadaspide
su Coulis di broccoli
“scoppiettati” e
pomodorino fritto
Ingredienti per 5 persone:
350 g di tubetti al bronzo, 400 g di
cozze, 180 g di coccio deliscato e
tagliato a tocchetti, 5 pomodorini
pelati e tagliati a cubetti, 5 pomdorini fritti interi, 100 g di marroni lesssati con alloro e un pizzico
di sale, 200 g di cime di rapa per il
coulis, prezzemolo q.b., sale q.b.,
pepe nero q.b., fumetto di coccio
e cozze q.b., 1 spicchio d’aglio con
camicia contuso, olio extravergine
d’oliva, grappa Segnana Gentile
aromatizzata ai marroni e foglie di
lauro per il flambage.
Procedimento:
riscaldare la padella, mettere l’olio
e l’aglio che si lascia imbiondire e
si toglie. Aggiungere il coccio, i
marroni, gli spicchi di pomodorini e le cozze precedentemente
aperte.
Dopo poco più di un minuto fiammeggiare con la grappa. Aggiungere del fumetto, un po’ di prezzemolo tritato e salare.
Unire i tubetti appena scolati e lasciar insaporire per 2 minuti.
Servire in piatti caldi adagiando il
tutto su coulis di broccoli.
Guarnire con un filo d’olio extravergine d’oliva, il pomodorino
fritto e una lieve macinata di pepe
nero.
Vino abbinato: Valentina 2007,
Fiano Paestum Igt, Alfonso
Rotolo