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firme
a sostegno
del giornalismo
Tutti i nomi su caffe.ch
UN FORTE SEGNALE PER LA LIBERTÀ
A PAGINA 8
Anno XIX • Numero 7
In edicola Fr. 2.- / € 1,85
Lo sci
Il calcio
Trent’anni dopo
Crans Montana
un altro Mondiale
da incorniciare
In Coppa inglese
la grande impresa
del Lincoln City
era attesa dal 1914
Reuters
771660 968900
9
GAA 6600 LOCARNO –– N. 7
07
Copia in omaggio (in edicola Fr. 2.-/ € 1,85)
A PAGINA 27
caffe.ch
[email protected]
091 756 24 00
A PAGINA 28
19
22febbraio
gennaio 2017
2017
www.caffecarlito.com
Settimanale di attualità, politica, cultura e sport
IL COMMENTO
IL PIZZINO
I
Missione
A-pollo oggi:
un piccolo
passo
indietro
per Gobbi,
un grande
balzo
avanti
per tutti.
neri sono stupidi, gli ebrei intelligenti, gli italiani mafiosi, ma anche in Svizzera gli attributi non
mancano quando si parla di altre origini. Penso per esempio ai ticinesi,
che nel resto della Svizzera sono
spesso descritti come gioiosi, ma anche un po’ fannulloni, inaffidabili e
superficiali. Quando siamo confrontati con questo tipo di condanne collettive, non c’è argomento che tenga per
convincere chi le pronuncia che sta
stigmatizzando. Infatti, chi le formula, come se fossero delle leggi naturali, non è sensibile a nessun argomento
o esempio, poiché ha sempre pronto
un controesempio.
Queste affermazioni, spesso formulate alla leggera, hanno diverse caratteristiche: quando sono dette pubblicamente sono sfide al potere oppure,
più comunemente, affermazioni di
potere contro chi ne ha poco. Gli ebrei
vittime del razzismo tedesco, i messicani nel mirino di Trump o gli italiani
in Ticino sono esempi che conosciamo. A breve termine non si rischia
granché fino a quando si ha il potere
di denigrare. Però si crea diffidenza, e
come Goffman ha ben descritto, gli
stigmatizzati si compattano tra loro,
invertono lo stigma e diffidano degli
altri. Dire che è meglio non assumere
italiani, come ha fatto il ministro Gobbi, anche se poi si è corretto, significa
gettare benzina sul fuoco della diffidenza e aumentare le difficoltà di convivenza.Ma come parlare allora nello
spazio pubblico di devianza senza utilizzare categorie? Questa domanda,
che i media si pongono regolarmente,
non ha una risposta facile se uno stigma è già presente. Il politicamente
corretto impone di non utilizzare riferimenti alle origini, dunque non indicare quando viene arrestato un ladro
di quale origine sia. Fatto sta che ciò
viene interpretato da chi legge o sente
parlare della notizia al meglio come
una strategia poco credibile per evitare la stigmatizzazione, al peggio come
la conferma che non si osa nemmeno
dire che era una persona con un’origine specifica.
Rendere note le origini, invece - la
strategia della maggior parte dei giornali svizzeri - dovrebbe avere come effetto di differenziare e fare capire che
le origini cambiano e che anche gli autoctoni possono essere ladri e altro. Ma
anche in questo caso la lettura è selettiva, con l’effetto che quando si legge
che il ladro era di lì e non di là, si pensa
ad un’eccezione, quand’è di là invece,
lo stigma è confermato. In questo senso, i media hanno poco peso e la sensibilizzazione per il rispetto dell’altro
non può essere delegata a loro. Sono le
istituzioni di riferimento morale che
hanno tutto il peso e la responsabilità
nel creare una società che combatte lo
stigma: dapprima i politici e lo Stato,
ma anche le Chiese e le organizzazioni
della società civile nelle loro forme più
diffuse, come lo sport e la cultura.
D’AGOSTINO e PIANCA ALLE PAGINE 2 e 3
La tendenza
L’ANALISI
L’intervista
Gli italiani puntano di meno
e i tre casinò perdono il 20%
La Waterloo
di Ueli Maurer
Bixio Caprara:
“Sgravi fiscali sì,
ma con giudizio”
Il numero dei giocatori italiani
che tentano la fortuna ai tavoli
verdi non diminuisce, ma le puntate sì, visto che il prodotto lordo
ottenuto dalle tre case da gioco
ticinesi è sceso di oltre 17 milioni. Non calano i clienti d’oltreconfine che restano quasi il 70%
del totale, ma - persistendo l’effetto dell’euro debole - cambiano
meno fiches. E i numeri dicono
anche che i casinò del cantone
attirano meno che in passato la
clientela più giovane. Tra i 18 e i
25 anni “rien à faire” per roulette
e slot machine.
RAVANI e ROCCHI A PAGINA 6
GERHARD LOB
L
a bocciatura popolare della
terza riforma dell’imposizione fiscale delle imprese
continua a far discutere. E non
può essere diversamente visto
che la sinistra (Ps e Verdi sostenuti dai sindacati) con il suo referendum è riuscita da sola a far
cadere una riforma che fino a poco prima sembrava dover passare senza grandi ostacoli. È un voto che marcherà la storia di del
Paese per qualche tempo, paragonabile al voto del 9 febbraio
2014, quando il popolo disse sì
all’ iniziativa contro l’immigrazione di massa.
segue a pagina 13
Ti-Press
SANDRO CATTACIN
Gobbi
ei
corrotti
Mentre si allarga lo scandalo
dei “permessi facili”,
si sgretola la figura del ministro
leghista delle Istituzioni
Ti-Press
Neri stupidi,
siciliani mafiosi
e i ticinesi...
SPIGNESI A PAGINA 10
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