Thailandia, i tre sottomarini e le polemiche

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Thailandia, i tre sottomarini e le polemiche | 1 venerdì 03 febbraio 2017, 15:00

Marina militare thailandese

Thailandia, i tre sottomarini e le polemiche

I militari propongono l’acquisto di tre mezzi cinesi, non mancano i critici su tale investimento di Francesco Tortora

Bangkok - La Marina Reale Thailandese potrebbe finalmente veder realizzato il sogno a lungo accarezzato di

avere propri sottomarini. La decisione ora è pienamente nelle mani dell’Assemblea Legislativa Nazionale cioé il Parlamento thailandese, peraltro particolarmente focalizzato sugli scopi dei militari visto che siamo in epoca di dittatura e praticamente tutta la struttura legislativa nazionale è disegnata dai militari. Allo stato attuale vi è l’approvazione ad acquistare il primo di tre sottomarini secondo quanto confermato anche dal Primo Ministro

Prawit Wongsuwan

. Il costo di questo primo sottomarino è di 13 miliardi di Thai Baht. D’altro canto, lo stesso Primo Ministro, in conferenza stampa ufficiale ha affermato che: «La Marina Thailandese ha necessità di sottomarini per mantenere un equilibrio militare nella

regione a causa del fatto che le Nazioni vicine lo hanno già fatto. Ciò aiuterà a proteggere la nostra sovranità così come le

nostre abbondanti risorse nel Mar delle Andamane». Il ridisegno degli assetti militari all’interno dell’ASEAN

comporta anche un riequilibrio dei singoli Paesi Membri in relazione al fatto che l’Unione degli Stati del Sud

Est Asia ha deciso di non dotarsi di una forza militare unica. I più grandi partner economici in ambito militare nello scacchiere asiatico (USA, Russia, Cina etc.) hanno nei Paesi Membri Sud Est asiatici dei clienti affezionati e particolarmente appetiti, gli investimenti in tale ambito hanno sempre seguito la necessità di mantenere un equilibrio particolare, visto il clima di conflittualità latente dovuto alle contese territoriali nel Mar Cinese Meridionale con la Cina, visto che alcune Nazioni hanno relazioni di natura preferenziale con gli USA come accade con Giappone e Corea del Sud (le Filippine sono in ridiscussione nell’era del nuovo Presidente

Rodrigo Duterte

che era entrato in rotta di collisione con

Barak Obama

e nulla si sa cosa accadtà adesso con

Donald Trump

). Bisogna poi considerare il ruolo notevole del Giappone e soprattutto del suo alleato parecchio 'presente' cioé gli USA, visti i comportamenti guerrafondai della Corea del Nord, visto il clima perennemente teso tra la Cina Popolare e Taiwan e visto che nell’area asiatica sono numerose le Nazioni che già possiedono l’atomica. Insomma, c’è parecchio da preoccuparsi nella intera regione. La Marina thailandese ha proposto l’acquisto di tre sottomarini di costruzione cinese per un controvalore complessivo di 36 miliardi di Thai Baht. Il piano d’acquisto prevede

l’acquisizione di S26T sottomarini elettro-diesel i quali sono la versione modificata per l’esportazione della

Classe Yuan (Tipo 041). Il primo di questi sottomarini avrà un costo di 13.5 miliardi di Thai Baht compresi nel Bilancio Nazionale 2017. Il budget annuale è stato approvato in un apposito atto legislativo e fiscale lo scorso mese di Settembre. I media locali riportano pure di una certa confusione in quanto ad entità decisionali a riguardo, in quanto il Premier Prawit Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/thailandia-i-tre-sottomarini-e-le-polemiche/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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Thailandia, i tre sottomarini e le polemiche | 2 aveva affermato che il Gabinetto di Governo non aveva ricevuto nulla circa il piano finale mentre il portavoce della Marina aveva affermato che il piano era già stato approvato in accordo con l’Ufficio delle Regole e Procure presso l’Ufficio del Primo Ministro. Non mancano ovviamente le critiche al progetto di acquisto e correlativa costituzione di una piccola flotta di sommergibili, infatti,alcuni esperti ritengono le imbarcazioni di superficie come un mezzo di difesa migliore e meno dispendioso dei sommergibili, forse anche con limiti di affidabilità persino superiori. Vi sono mezzi, infatti, come le portaerei, che hanno avuto un utilizzo nell’area marittima di specifica pertinenza molto basso nell’arco degli ultimi venti anni, nonostante all’epoca si ritenesse assolutamente necessario dotarsi di tali mezzi avanzati e sempre per motivazioni connesse con la necessità di innalzare il livello di sicurezza delle acque territoriali e della intera Nazione oltre che dell’area complessiva dell’Asia-Pacifico. Sullo sfondo ci sono le già note tensioni nel Mar Cinese Meridionale, le zone contese e il bullismo prevaricatorio cinese che ha messo in allarme molte Nazioni nell’area, come accaduto anche col Vietnam, quindi, innalzare il proprio potenziale offensivo e difensivo in mare, affermano gli esperti militari, potrebbe significare il voler lanciare un chiaro messaggio deterrente per chiunque voglia scontrarsi per similari motivazioni nello scacchiere marittimo Sud Est asiatico. E poi, come è facile arguire, l’acquisto di tali mezzi avanzati - quali sono i sommergibili di attuale

costruzione - riesce più semplice ad un governo a guida militare che non ad un governo di tecnici o eletto

democraticamente, in quanto - affermano i militari - questo tipo di governi solitamente si adattano all’acquisto di mezzi obsoleti o persino di seconda mano. I critici circa il progetto d’acquisto dei sommergibili, paventano il costo dell’operazione possa essere troppo elevato per il Bilancio thailandese, oltretutto si ricorda anche che le acque intorno alla Thailandia non sono così profonde da immaginare tale necessità paventata dai militari. Questi rispondono che il costo verrà spalmato nell’arco di dieci anni, che la tecnologia adottata dai cinesi è sembrata quella con un costo più raggiungibile rispetto ai sommergibili di costruzione statunitense e che comunque la soglia di instabilità nell’area è oggi superiore rispetto a 10-20 anni fa, da qui nasce la decisione di presentare il progetto d’acquisto in sede parlamentare da parte dei militari. La testata giornalistica nazionale in lingua inglese The Bangkok Post dice scrive chiaramente che tali acquisti sono da considerarsi un errore marchiano, che l’opinione popolare ritiene siano ben altre le necessità cui guardare e che il Capo del Governo militare profilo più basso.

Prayuth Chan-ocha

, un generale, farebbe più bella figura a bloccare l’acquisto e chiudere definitivamente questa storia. L’altra testata nazionale in lingua inglese The Nation preferisce mantenere su questo tema un

di Francesco Tortora

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