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Romania, scontri e caos politico | 1
giovedì 02 febbraio 2017, 18:30
Romania, scontri e caos politico
Scontri violenti fra civili e forze dell'ordine per il decreto salva-corrotti, è caos politico in Romania
di Giulia Di Marcantonio
Martedì 31 Gennaio, in Romania, il Governo ha approvato una nuova legge che depenalizza i reati di
corruzione. Il decreto prevede il ritiro dell'accusa per tutti quei reati di abuso di potere e corruzione che hanno provocato
un pregiudizio non superiore a 200.000 lei (40.000 euro). Il provvedimento è stato presentato come decreto d’urgenza,
evitando, pertanto, di passare al vaglio del Parlamento. Il Primo Ministro rumeno socialdemocratico, Sorin Grindeanu,
ha motivato la sua decisione con l’esigenza di svuotare le carceri sovraffollate. Alcuni politici dell’opposizione lo
considerano, invece, un escamotage per scarcerare alcuni suoi alleati politici condannati per corruzione. Il partito socialista
rumeno (Partidu Socialist Roman - PSR), vincitore delle ultime elezioni parlamentari lo scorso Dicembre, ha avuto,
infatti, seri problemi con la corruzione. Il suo leader, Liviu Dragnea, per esempio, è sotto processo per abuso di potere
dal 31 Gennaio 2017, solo due giorni fa. Quale sia l’obiettivo del Governo nell'approvare il decreto è, pertanto, difficile da
stabilire. Risulta, invece, molto chiaro dedurre che la nuova legge rischia ad oggi di far precipitare nel baratro la
Romania. La decisione presa da Grindeanu, infatti, ha delle conseguenze sociali, politiche ed economiche non
indifferenti. Ieri, primo Febbraio, tra 200 mila e 300 mila persone hanno manifestato a Bucarest, per chiedere
le dimissioni del Governo socialdemocratico. Nelle piazze della capitale rumena sono stati registrati numerosi scontri
fra dimostranti e polizia antisommossa. I manifestanti hanno lanciato petardi e bottigliette incendiarie contro le forze
dell’ordine, un’edicola è andata in fiamme e non sono mancati i feriti. Le proteste violente dimostrano un evidente
malcontento sociale, dovuto al generale disappunto dei cittadini. I tumulti e la violenza nelle strade rappresentano un
effetto inevitabile della nuova legge, che destabilizza l’intero contesto sociale del Paese. Le conseguenze politiche
interne sono altrettanto preoccupanti. La maggioranza di Governo si rifiuta, infatti, di negoziare su quanto
deciso allontanando categoricamente qualsiasi ipotesi di compromesso. Il Paese rischia, così, una paralisi istituzionale
che aumenta la sfiducia dei cittadini nel Governo. Secondo quanto confermato dall'agenzia di stampa statale rumena,
'Agerpres', il Ministro della Giustizia rumeno, Florin Iordache, che aveva presentato il decreto, contestato da migliaia di
persone nel Paese, ha dichiarato che è perfettamente costituzionale e che non verrà ritirato. Oggi, però, ha ceduto i poteri al
suo vice, Constantin Sima, fino al 7 Febbraio. Il Ministro del Commercio, Florin Jianu, ha annunciato oggi le sue dimissioni in
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/romania-scontri-caos-politico/
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aperta critica con le controverse. Il clima politico interno. pertanto, risulta essere alquanto instabile. La Romania è il più
importante Stato della Penisola dei Balcani a livello economico, politico e demografico. Il Paese, infatti, è il più importante
membro dell’Unione Europea e della NATO presente nella regione. La sua recente crescita economica è dovuta non solo al
suo dinamismo, ma, anche, agli aiuti economici percepiti della Comunità Europea e dai numerosi investimenti provenienti
dai suoi principali partner esterni, come Italia, Germania, Francia, Stati Uniti, Belgio, Olanda e Canada. L’approvazione
della nuova legge ha allarmato l’UE e i principali partner della Romania, rischiando, pertanto, di
destabilizzare non solo il sistema politico rumeno, ma anche la sua economia. Il Parlamento Europeo, infatti, si è
riunito oggi a Bruxelles per discutere l’attuale situazione in Romania, giudicata di grave importanza per il futuro del
Paese e per la stabilità della stessa Unione. I principali partner economici, quali USA, Francia, Germania, Olanda, Belgio
e Canada, non hanno nascosto la loro profonda preoccupazione riguardo la decisione presa da Grindeanu. Ieri, infatti,
hanno firmato una lettera pubblicata sul sito dell’Ambasciata statunitense in Romania, riguardo la questione rumena. Nel
documento i Paesi sostengono che la legge approvata dal Governo danneggia il progresso del Paese riguardo lo
stato del diritto e la lotta alla corruzione, una crescita raggiunta grazie agli sforzi politico-economici nazionali degli
ultimi 10 anni. Le preoccupazioni espresse dai cittadini rumeni possono danneggiare non solo la stabilità del
Governo, ma anche le collaborazioni internazionali del Paese, basate su quei valori comuni che costituiscono i
principi guida dell’UE e della NATO. La Camera di Commercio e dell’Industria Romeno-Tedesca ha pubblicato, oggi, un
comunicato che dimostra le profonde preoccupazioni della Camera per le modifiche apportate al Codice Penale in
Romania. Ha annunciato, infatti, il suo timore per l’impatto negativo che la nuova legge può avere sulle relazioni
economiche fra Germania e Romania. La limitazione dello stato di diritto e il rischio di ricorrenza alla corruzione avranno,
inevitabilmente, degli effetti negativi sullo sviluppo del Paese rumeno. L’attuale contesto politico e lo scompiglio sociale
invieranno un forte segnale di incertezza agli investitori tedeschi, influenzando negativamente le strette e frequenti relazioni
economiche tra Berlino e Bucarest. Secondo quanto comunicato dalla Camera di Commercio rumeno-tedesca, la Romania
rischia di perdere l’immagine di Paese stabile e affidabile per gli investimenti esterni, un’immagine che il Paese ha cercato di
costruire negli ultimi anni. La legge approvata dal Governo di Grindeanu dimostra pertanto di avere gravi ripercussioni sul
sistema politico rumeno e sul quadro socio-economico del Paese, compromettendo i suoi precedenti sforzi in
direzione dello sviluppo.
di Giulia Di Marcantonio
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