Diapositiva 1 - Gruppo PDL – Berlusconi Presidente – Forza Italia

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IL CONTRATTO DI DONALD TRUMP CON GLI AMERICANI
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IL DISCORSO DI TRUMP
Trump può promettere una terra inesistente, ma ora chi terrà
la bandiera della libertà nel mondo? (G. FERRARA)
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Un pugno nello stomaco dell`Europa (A. CERRETELLI)
21 gennaio 2017
a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati
Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente – Forza Italia
INDICE
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IL CONTRATTO DI DONALD TRUMP CON GLI AMERICANI
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Lotta alla corruzione e ai poteri forti
Una politica economica pro-crescita e in difesa dei lavoratori
Sicurezza e immigrazione
IL DISCORSO DI TRUMP
Trump può promettere una terra inesistente, ma ora chi terrà
la bandiera della libertà nel mondo? (G. FERRARA)
Un pugno nello stomaco dell`Europa (A. CERRETELLI)
IL CONTRATTO DI DONALD TRUMP CON GLI
AMERICANI
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Nel seguito il piano in 100 giorni del presidente eletto degli
Stati Uniti, Donald Trump, per “riportare l’America ad essere
di nuovo grande”.
È un contratto fra Trump e gli elettori americani, stipulato il
23 ottobre a Gettysburgh, la stessa cittadina della
Pennsylvania dove nel 1863, nel pieno della guerra civile
americana, Abraham Lincoln tenne uno dei più famosi discorsi
della storia degli Stati Uniti, per i suoi richiami ai principi
fondanti la democrazia in America.
IL CONTRATTO DI DONALD TRUMP CON GLI
AMERICANI
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“Un governo degli americani, per gli americani” era la chiosa
di Lincoln, e questa stessa è stata la chiosa anche di Trump,
che ha così voluto prendere le distanze dalla sua ormai ex
rivale democratica, la cui amministrazione, qualora avesse
vinto le elezioni, sarebbe stata invece nelle mani dei poteri
forti, delle grandi banche d’affari e dei paesi stranieri che
godono della simpatia di Hillary Clinton in virtù dei lauti
finanziamenti versati alla sua Fondazione.
IL CONTRATTO DI DONALD TRUMP CON GLI
AMERICANI
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Nel contratto con gli americani Trump ha riassunto in pochi
punti il suo programma, dai tagli alle tasse per famiglie e
imprese ai disincentivi per le aziende che delocalizzano e
creano occupazione fuori dagli Usa, dall’impegno a porre
fine all’immigrazione irregolare a quello di controlli più
stringenti per le strade.
Un vero e proprio cronoprogramma dei primi 100 giorni di
governo che si pongono come obiettivo la fine della
corruzione nei palazzi della politica a Washington, il
riposizionamento dei lavoratori americani al centro
dell’azione di governo e la sicurezza.
IL CONTRATTO DI DONALD TRUMP CON GLI
AMERICANI
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a. LOTTA ALLA CORRUZIONE E AI POTERI FORTI
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Sei misure per combattere la corruzione e i poteri forti:
1) Inserire in Costituzione un limite ai mandati per deputati e
senatori in Parlamento
2) Riduzione del numero dei dipendenti pubblici, con
l’eccezione delle forze dell’ordine e del comparto della
sanità
3) Semplificazione normativa: per ogni nuova legge che si
introduce se ne cancellano due
4) Divieto per chi ha lavorato al Governo o al Parlamento di
svolgere attività di lobbying per 5 anni dopo aver
lasciato l’incarico
5) Divieto per i lobbisti di paesi stranieri di raccogliere
denaro per appuntamenti elettorali americani
b. UNA POLITICA ECONOMICA PRO-CRESCITA E
IN DIFESA DEI LAVORATORI
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Sette azioni per proteggere i lavoratori americani:
1) Rinegoziare o cancellare Il Nafta (North American Free
Trade Agreement), l’accordo per il libero scambio firmato
da bill Clinton il 17 dicembre 1992 con Canada e
Messico, in quanto più favorevole per questi due paesi che
per gli Usa
2) Per gli stessi motivi, cancellazione del TPP (Trans Pacific
Partnership) tra Usa e tutti gli altri 11 paesi che, da ovest
a est, si affacciano sul Pacifico
3) Riconoscimento della Cina come un paese che manipola il
cambio a danno dei uoi partner commerciali, tra cui
l’America
b. UNA POLITICA ECONOMICA PRO-CRESCITA E
IN DIFESA DEI LAVORATORI
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4) Individuare gli abusi subiti dai partner commerciali in
termini di furto di marchi, brevetti e segreti industriali che
hanno danneggiato le imprese e i lavoratori americani e
perseguirli ai sensi del diritto internazionale per far
cessare tali abusi immediatamente
5) Innalzare il limite attuale di 50.000 miliardi di dollari per
la produzione di riserve energetiche, incluso il gas
naturale, lo shale-oil e tutte quelle forme di produzione
che creano posti di lavoro per gli americani
b. UNA POLITICA ECONOMICA PRO-CRESCITA E
IN DIFESA DEI LAVORATORI
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6) Cancellare tutti i vincoli introdotti da Obama e Clinton allo
sviluppo delle infrastrutture per lo sviluppo del settore
energetico e rilancio della costruzione di oleodotti,
gasdotti, metanodotti, come il Keystone Pipeline da
portare a termine tra Stati Uniti e Canada
7) Interrompere i versamenti alle Nazioni Unite per i
programmi sul cambiamento climatico e utilizzare le risorse
per risolvere i problemi di siccità di alcune zone degli usa
e costruire le infrastrutture necessarie per lo sviluppo, nel
rispetto dell’ambiente
c. SICUREZZA E IMMIGRAZIONE
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Cinque azioni per la sicurezza negli Stati Uniti e garantire il
rispetto delle leggi:
1) Cancellare tutti gli ordini esecutivi di Obama,
incostituzionali perché firmati per aggirare il passaggio
parlamentare
2) Nomina di giudici della Corte suprema che si ispireranno
solo al rispetto della Costituzione e non faranno
velatamente politica
3) Sospendere tutti i trasferimenti di fondi alle città che
seguono norme locali particolari che limitano le sanzioni a
immigrati irregolari o cittadini con pendenze penali
c. SICUREZZA E IMMIGRAZIONE
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4) Verificare uno per uno lo status dei 2 milioni di immigrati
irregolari ed espulsione se si colgono segnali di criminalità
e affiliazione terroristica. Sospensione dei rapporti con i
Paesi che li rifiutano quando li rimpatriamo
5) Sospensione dell’ingresso di immigrati da paesi dove è
forte il radicalismo islamico. Controlli severissimi
all’ingresso ed espulsione per chi si oppone ai controlli. Sì
all’immigrazione, ma quella buona e soprattutto
controllata. No agli ingressi liberi senza esame
approfondito delle persone che si presentano alla
frontiera
IL DISCORSO DI TRUMP
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TRUMP RINGRAZIA GLI OBAMA, 'SONO STATI MAGNIFICI‘ Donald Trump dopo il giuramento aprendo il suo primo discorso da
presidente degli Stati Uniti inaugurale ha ringraziato Barack e
Michelle Obama: "Sono stati magnifici"
GIORNO STORICO, IL POTERE TORNA AGLI AMERICANI - Donald
Trump si impegna a ricostruire l'America: "Oggi è una cerimonia
storica, il potere viene trasferito da Washington a voi, agli
americani".
IL PAESE APPARTIENE A VOI, QUESTO E' IL VOSTRO GIORNO, E'
IL VOSTRO MOMENTO - "Questo momento è il vostro, è un
momento che appartiene a voi". Cosi' Donald Trump rivolgendosi
agli americani: "Questo è il vostro giorno, gli Stati Uniti sono il vostro
Paese".
DA OGGI AMERICA PER PRIMA, È MIA ALLEANZA CON VOI
DISCORSO DI TRUMP
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FERMEREMO I PROBLEMI DEL NOSTRO PAESE - "Il mio giuramento
è un’alleanza con gli americani, guardiamo al futuro, da oggi verrà
per prima solo l'America. Per molti anni abbiamo arricchito le
industrie straniere a spese di quelle americane. Abbiamo difeso i
confini di altri paesi, non difendendo i nostri. Da oggi però l'America
torna prima. Ogni decisione su scambi commerciali, tasse e
immigrazione sarà presa nell'interesse dei lavoratori americani e
delle famiglie americane. Riporteremo posti di lavoro, riporteremo
ricchezza e ci riprenderemo i nostri sogni".
VI RESTITUIRÒ IL SOGNO AMERICANO, COMBATTERÒ PER VOI,
NON VI LASCERÒ
RICOSTRUIREMO IL PAESE CON MANI AMERICANE E POSTI DI
LAVORO AMERICANI
DISCORSO DI TRUMP
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COMPRATE AMERICANO, ASSUMETE AMERICANI - "Da oggi il
potere torna al popolo e ci saranno due regole da seguire: comprate
americano e assumete americano".
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ELIMINEREMO RADICALISMO ISLAMICO DALLA FACCIA DELLA
TERRA
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QUANDO SIAMO UNITI, NON CI FERMA NESSUNO - "Non
accetteremo più politici che si lamentano solo e non agiscono"
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NIENTE PREGIUDIZI, DOBBIAMO ESSERE UNITI - "Non c'e' spazio per
pregiudizi in questo Paese: tutti dobbiamo vivere in uno spirito di
unità".
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NON SARETE PIÙ IGNORATI, AMERICA DI NUOVO GRANDE - "A
tutti gli americani ascoltatemi: non sarete più ignorati. Sarete ascoltati.
Insieme renderemo l'America più sicura e di nuovo grande".
Trump può promettere una terra inesistente, ma ora
chi terrà la bandiera della libertà nel mondo?
G. FERRARA
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Nazionalista, populista, isolazionista, violento e autoritario,
rivoluzionario e carismatico. E` la democrazia, bellezza, e non
puoi farci niente. Il discorso di Trump parla di un`America
vecchia, che non esiste più da molti decenni, e punta al
consenso in forma patologicamente narcisistica.
Non esiste quell`America distrutta, impoverita, disoccupata,
che sembra uscita da un comizio del vecchio demagogo Huey
Long nella sua Louisiana. Non esiste un`american carnage.
In quel paese c`è la crescita, la redistribuzione, l`ampliamento
dei servizi al cittadino, una solida struttura di comunità e di
società. Poi c`è la percezione del demagogo e dell`illusionista,
ma è altra cosa.
Trump può promettere una terra inesistente, ma ora
chi terrà la bandiera della libertà nel mondo?
G. FERRARA
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Tuttavia il suo è un discorso in piena coerenza con la sua
campagna, con il suo movimento, con la sua personalità
politica di talentuoso outsider, per quanto banale di fattura e
modi, un castigo di Dio chiamato a correggere i disastri della
mentalità politicamente corretta dominante negli ultimi otto
anni e la cosiddetta deriva cosmopolita di un establishment
repubblicano e democratico che ha perso la testa e la forza
persuasiva di una classe dirigente.
Un discorso legittimo. Fondato su qualche decina di
migliaia di voti in tre soli stati. Ma legittimo. Bisognerà
vedere quanto di quelle parole potrà diventare azione di
governo.
Trump può promettere una terra inesistente, ma ora
chi terrà la bandiera della libertà nel mondo?
G. FERRARA
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Bisognerà vedere se le opposizioni sociali e politiche a questa
piattaforma che ha tratti di vera indecenza si incammineranno
sulla via anti berlusconiana del clownesque o riusciranno, con
l`aiuto decisivo dei repubblicani superstiti, a contenere e
condizionare il suo proposito di isolare e irrobustire uno spirito
americano intollerante, che non era mai stato finora
riconosciuto come un elemento di leadership.
Il giro di giostra America first vuol dire anche che una certa
America scompare dal nostro orizzonte. Ieri Trump si è
confermato quel che è. Poco e male, ignorante e istintivo,
visione isterica e brutale di un paese che non c`è e non
tornerà. Ma è il suo giro di giostra, la sua corsa, quella che è
incominciata.
Trump può promettere una terra inesistente, ma ora
chi terrà la bandiera della libertà nel mondo?
G. FERRARA
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E` stato per la prima volta il presidente degli Stati Uniti,
regolarmente eletto, che ha parlato all`America e al mondo,
legittimo prodotto di una democrazia discutidora tra le più
possenti, e le conseguenze di essere Trump, being Donald. J.
Trump, si faranno sentire.
Chi non credeva nella dittatura del politicamente corretto,
nella retorica della diversità obbligatoria, chi voleva
un`America leader nel mondo, capace di arginare il
disordine e di creare un ordine mondiale decente, chi è
contro la sfida del radicalismo islamico armato, e su quel
punto Trump ha segnato un elemento di felice discontinuità, ma
non suffragato da impegni di politica estera e militare, solo
demagogia, oggi è deluso, non come i liberai impotenti, ma
deluso.
Trump può promettere una terra inesistente, ma ora
chi terrà la bandiera della libertà nel mondo?
G. FERRARA
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Trump può promettere la luna a una terra inesistente, ma chi
ora terrà nelle sue mani la bandiera della libertà nel
mondo?
America first vuol dire che una certa America scompare dal
nostro orizzonte, ed è quella di The Donald.
Un pugno nello stomaco dell`Europa
A. CERRETELLI
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Sarà il pugno nello stomaco che servirà all`Europa per uscire dal suo
autismo, ritrovare la volontà di esistere da protagonista smettendola
di vivacchiare tra beata indifferenza, colpevole ignavia e metodica
inazione nel nuovo mondo che le sta crollando addosso?
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Dovrà esserlo perché il 45° presidente degli Stati Uniti non le offre
scelte alternative né scappatoie, semplicemente volta pagina e
annuncia un nuovo ordine mondiale dove viene prima di tutto l`America,
«di nuovo forte, sicura, prospera e orgogliosa», un`America patriottica,
protezionista, revanscista e meno generosa con il resto del mondo.
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L`Europa è avvisata. Donald Trump farà sul serio. Sarà quasi
certamente il salutare shock esterno che la costringerà a reagire al
proprio quieto vivere e ai propri temporeggiamenti: a contarsi,
riorganizzarsi e ricostruirsi su nuove architetture, nuove regole e nuovi
Trattati.
Un pugno nello stomaco dell`Europa
A. CERRETELLI
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Del resto, ancora prima di approdare alla Casa Bianca, il neo
presidente aveva provveduto a far piazza pulita di luoghi comuni,
pilastri e certezze del Dopoguerra su cui per decenni l`Unione si è
accomodata, convinta a torto della loro eternità.
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Certo, la svolta americana la coglie nel momento peggiore, nel
pieno di un anno elettorale importante, che vedrà alle urne Francia e
Germania, i suoi pesi massimi, insieme a Olanda e forse anche
Italia. Il 2017 si annuncia dunque come un anno perso: troppo rischioso
prendere decisioni di respiro europeo in un`Unione che perde consensi
popolari, dove democrazie e partiti tradizionali appaiono fragilizzati, i
movimenti nazionalisti, euroscettici e anti-sistema hanno il vento in
poppa.
Un pugno nello stomaco dell`Europa
A. CERRETELLI
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Il gioco del surplace per altri 10-12 mesi rischia però di presentare
all`Europa un conto salatissimo. Proibitivo? Se dovesse realizzare solo
la metà delle promesse per far tornare grande l`America, il neopresidente stravolgerà gli equilibri mondiali e l`Europa potrà a stare
inerte a guardare solo a proprio rischio. Di più.
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Trump ne ha pubblicamente stanato tutti i limiti e le debolezze,
diventando di fatto la voce stentorea della sua cattiva coscienza,
mettendola alle strette di fronte a se stessa e al mondo intero, davanti
al quale oggi appare ancora più fragile e anche delegittimata: gli
Stati Uniti sono il suo alleato storico e il principale partner
economico (e viceversa), insieme fanno il 50% del Pil globale e un
terzo degli scambi internazionali.
Un pugno nello stomaco dell`Europa
A. CERRETELLI
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Oggi però è anche il maggiore critico. Certo, smontare simili legami di
interdipendenza costa a tutti ma, a meno che non provveda
rapidamente a smentirlo con i fatti, Trump potrebbe essere tentato di
giustificarsi dicendo che ormai l`Europa è un`entità inutile e
inefficace, un peso morto più che un prezioso alter-ego, come una
volta. Per quanto approssimativa, la sua fotografia dell`Unione ne
illumina i mali insieme agli incubi.
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Non gli basta infatti benedire Brexit e offrire a Londra un Trattato di
libero scambio rafforzandone la posizione nei negoziati sul divorzio
dall`Ue (non importa se l`accordo non è fattibile finché gli inglesi sono
nell`Unione). Trump va oltre evocando diserzioni future, mestando così
nei torbidi di divisioni e spinte centrifughe europee, nelle crescenti
difficoltà di integrazione e convivenza interna: dall`euro alla ripresa
debole, crisi migratoria, terrorismo, sicurezza e di fesa.
Un pugno nello stomaco dell`Europa
A. CERRETELLI
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Il tutto mentre la proiezione esterna si fa sempre più incerta e
faticosa: dal Medio Oriente all`Africa, all`Est Europa con la
Moldavia che ripudia l`intesa con l` Ue optando per la Russia e
l`Ucraina che barcolla tradita.
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Quando parla dell`Europa al servizio della Germania, Trump provoca
ma dice mezze verità, toccando un altro nervo scoperto del club: per
continuare a esistere, deve rafforzarsi e riformarsi al più presto ma
non può poiché diffida di sé stesso, dei suoi soci
(troppi?), dell`egemonia tedesca e dei suoi interlocutori deboli.
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Se dice che la Nato è obsoleta esagera ma costringe l`Europa a fare
quello che finora non ha mai voluto fare: assumersi più responsabilità e
oneri finanziari per la difesa in un mondo, anche il suo, sempre più
instabile, caotico e insicuro.
Un pugno nello stomaco dell`Europa
A. CERRETELLI
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E quando sembra flirtare con la Russia di Vladimir Putin, minacciandola
di intendenza con lo storico antagonista, frusta la vulnerabilità
europea, che riposa su una scelta di cinica pigrizia, anche ideologica,
non di impotenza politico-strategica obbligata.
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L`elegia del protezionismo, invece, è un`arma a doppio taglio che
alla lunga si ritorce su chi la usa. È troppo presto per precipitarsi alle
conclusioni, dando per scontato che su queste basi il rapporto
transatlantico sia destinato a morire.
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Di sicuro, per resistere al ciclone Trump l`Europa dovrà cambiare,
tornare a sua volta grande. Per molti aspetti parlare la sua stessa
lingua. Ne sarà capace?