Kenya, esplode l`imprenditoria giovanile

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Kenya, esplode l’imprenditoria giovanile | 1 giovedì 26 gennaio 2017, 17:30

Kenya, esplode l’imprenditoria giovanile

"È la povertà africana e non l’abbondanza europea a generare il futuro imprenditoriale tra i giovani" di Fulvio Beltrami

Il Kenya con una popolazione di 46,1 milioni di persone di cui il 58% tra I 16 e i 22 anni, registra anche per il 2016 una crescita del 5,9% che permette di raggiungere un reddito pro-capita di 1.432 dollari. La robusta crescita economica è frutto di significative riforme strutturali dell’economia. La povertà diminuisce mentre la classe piccolo-borghese aumenta. I divari sociali sono ancora forti ma si assiste a una migrazione tra le classi sociali più marcata che in Uganda.

Sempre più disoccupati emigrano verso la classe operaia. Sempre più proletari verso la piccola borghesia. Sempre più piccoli borghesi accedono al 'mondo che conta'. Il Kenya sta vivendo un terremoto generazionale che divide il Paese in due realtà opposte. La prima creata e mantenuta dalle vecchie generazioni ancorate al tribalismo, il potere, la corruzione. La seconda rappresentata da giovani (20 - 30 anni) proiettati nel futuro. Giovani particolari, che si sentono cittadini del mondo e ragionano come tali. Sono proprio loro il cuore vivo del miracolo economico keniota. Sono i maghi dell’imprenditoria giovanile. Una imprenditoria basata sulle innovazioni tecnologiche e industriali. Sono i guru delle aziende moderne che offrono occupazione reale e ben retribuita. Le loro aziende, basate su idee uniche e geniali macinano profitti ma spesso sono legate al sociale, alla riduzione della povertà e alla tutela ambientale. I nuovi imprenditori sono un fenomeno traversale dalle classi sociali. Per il successo non necessita essere figli di papà ma portatori di novità. Se il capitale manca ci pensa il crowdfunding, un fondo solidarietà popolare. Il Kenya rappresenta la punta più avanzata del concetto di comunità solidale dell’Africa Orientale. Un flash contemporaneo di come sarà nel futuro il Continente. Conosciamo alcuni di questi Youngs Money Machines (giovani fabbrica soldi). Grant Brooke fondatore della Twinga Foods, impresa di distribuzione prodotti agricoli nata nel 2013. Sono oltre trent’anni che i coltivatori kenioti soffrono serie problematiche di stoccaggio, trasporto e vendita prodotti agricoli. Problematiche che compromettono la possibilità di accedere al mercato nazionale con relative perdite dei prodotti. I mancati profitti impediscono di avere capitali a sufficienza per la meccanizzazione agricola e per il finanziamento di nuove attività produttive. L’unica possibilità di reperire i capitali necessari è quella di accedere a prestiti bancari. Prestiti che possono compromettere l’esistenza della azienda, spesso a conduzione familiare. L’obiettivo di Twinga Foods è proprio risolvere queste decennali problematiche aumentando i profitti delle aziende agricole ad essa associate. Una particolare attenzione è rivolta a garantire al consumatore urbano prodotti agricoli freschi e di qualità nel minor tempo possibile. Twinga Foods ha creato una piattaforma online per gli ordini di frutta e legumi. La piattaforma è disponibile in rete come su cellulare. Grazie a una semplice applicazione la piattaforma è utilizzabile su smartphone, cellulari con connessione internet di prima generazione e dispositivi semplici senza connessione internet, in questo caso tramite un sistema di SMS. “By Now” permette al consumatore di ordinare frutta Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/kenya-esplode-limprenditoria-giovanile/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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Kenya, esplode l’imprenditoria giovanile | 2 e verdura freschissima in qualunque parte del Paese. Per assicurare una pronta consegna Twinga Foods ha creato una catena nazionale di punti di vendita in continua crescita. Brooke compra i prodotti agricoli direttamente dai contadini assicurando loro il servizio di trasporto a suo carico. Il network di trasporto dalla azienda agricola al punto vendita è affidato al esistente ed efficace servizio di trasporti privati “Tuck Tuck” tricicli motorizzati fabbricati in India dopo aver rilevato le fabbriche installate negli anni Sessanta dalla Piaggio Italia. L’acquisto si basa sui prezzi nazionali del mercato agricolo che possono subire un aumento del 10% in fase di accordo tra la Twinga Food e l’azienda agricola se questa è in grado di offrire prodotti di qualità biologici. Brooke ha rotto il sistema parassitario della distribuzione alimentare in cui interagiscono troppi operatori intermediari, aumentando il rischio di speculazione. Il prezzo al consumatore normalmente è superiore al prezzo d’acquisto presso i contadini di circa il 62%. Il sistema tradizionale di distribuzione alimentare condanna i contadini a vendere i loro prodotti a prezzi inferiori di mercato e i consumatori a pagare tutte le transazioni e speculazioni attuate dai vari intermediari, abilmente caricate sul prezzo finale di vendita. Dove va a finire questo considerevole risparmio visto che la Twinga Food non usa il network di distribuzione tradizionale? Brooke ha sempre avuto idee chiare. I soldi non spesi si traducano in risparmio per il consumatore e profitto equamente diviso tra Twinga Food e i contadini ad essa associati. Per ridurre le perdite della produzione agricola, oltre al trasporto rapido e immediata vendita online, la Twinga Food offre ai contadini associati una assistenza nel stoccaggio che permette di minimizzare le perdite legate alla fase post raccolto. La vendita online permette di creare una preziosa banca dati sulle oscillazioni dei prezzi sul mercato nazionale utilizzata per analisi di orientamento economico sia interne che offerte ad altre aziende di vendita agricola keniote. In 3 anni di attività Twinga Food sta diventando il punto di riferimento per il mercato agricolo keniota. Gli effetti positivi per contadini e consumatori sono evidenti, così come le perdite degli operatori classici. Il contadino accede a una giustizia commerciale che valorizza il suo lavoro e permette di attuare miglioramenti tecnologici o di iniziare coltivazioni specifiche quali i prodotti biologici o la coltivazione di fiori per esportazione. I clienti associati alla Twinga Food accedono a prodotti agricoli che hanno prezzi inferiori a quelli offerti dalle tradizionali catene di distribuzione. Differenze di prezzo che possono raggiungere il 58%. A titolo di esempio prima della geminale idea di Brooke i prezzi delle banane importate dalla Colombia erano inferiori a quelli delle banane coltivate localmente. Ora è esattamente l’inverso. Aghan Oscar ha fondato la COREC (Continental Renewable Energy) una azienda di riciclaggio della plastica che offre lavoro diretto a 250 persone, riuscendo a riciclare mensilmente dalle 80 alle 100 tonnellate di plastica. La COREC offre vari prodotti in plastica reclinata ma la punta di diamante è rappresentata dai pali elettrici in plastica dura e dai paletti per recinti agricoli e industriali. La commissione addetta al controllo qualità prodotti edili della EAC (Comunità Economica dell’Africa Orientale) nel 2016 ha certificato a livello regionale che la qualità di pali elettrici e paletti per recinti prodotti dalla COREC è superiore in termini di resistenza alle intemperie ed erosione naturale rispetto a quelli tradizionalmente prodotti utilizzando il legno o scarti della produzione di cemento. “Un chilo di plastica riciclata permette di risparmiare 2.5 chili di emissione di carbone

nell’atmosfera” ama ripetere ai media Aghan per sottolineare il plusvalore sociale della sua azienda nella lotta contro la

riduzione del inquinamento provocato dai prodotti in plastica in disuso. Ossessionato dal salvare il suo Paese dal disastro ambientale e contribuire ad un mondo pulito e naturale, Aghan Oscar ha introdotto tecnologie appropriate per riciclare lecaverasi micidiali sacchetti di plastica nera che comunemente vengono utilizzati nella regione. Le caveras sono il principale problema di inquinamento urbano e rurale nella East African Community. Il ciclo completo di degradazione è di 124 anni. COREC ha conquistato un posto d’onore nella edilizia privata e pubblica keniota. I pali elettrici e per recinzioni sono migliori di quelli tradizionali e costano il 48% in meno. Oltre ad eliminare le montagne di rifiuti in plastica, COREC ha diminuito del 3% la distruzione del patrimonio forestale keniota. Il governo ha recentemente ordinato 28.000 pali elettrici per sostituire quelli in disuso e per ampliare la rete elettrica nazionale. L’azienda Angaza Bona, nata nel 2010 grazie ad un gruppo di giovani imprenditori guidati da Kennedy Lamwenya, offre sul mercato regionale la prima televisione LED solare africana con schermo a 19 pollici. L’apparecchio è accompagnato da decoder, pannello solare e batteria da auto per accumulo energia dalla potenza di 20 Ah. La televisione è dotata di porte USB per collegamento di 02 lampade solar LED con sistema Wi-Fi da 3 watt cadauna e da una porta USB per la ricarica di cellulari, tablet e computer portatili. Il decoder venduto ha la possibilità di interagire con il digitale terrestre. Il cliente può captare i canali gratuiti o quelli a pagamento introducendo apposita scheda abbonamento. Il decoder è adattato anche ai collegamenti con il digitale satellitare. Il prodotto va a ruba nelle zone rurali del Kenya ed inizia ad essere commercializzato nei Paesi confinanti.

Il valore aggiunto offerto dalla Angaza Bona è immenso. In quattro anni di produzione e oltre 128.000 modelli venduti, Kennedy Lanwenya ha contribuito a ridurre sensibilmente i costi umani, finanziari e ambientali della utilizzazione del kerosene e aumentato la possibilità di interagire con il mondo da parte dei cittadini che vivono nelle zone rurali. Lamwenya ora sta studiando le possibilità tecniche di creare un secondo modello di televisione che possa interagire nel web. Navalayo Osembo-Obanti e Weldon Kennedy nel 2015 hanno fondato la ENDA LTD prendendo in prestito il termine kiswahili “enda” (andare). Trattasi della prima fabbrica di scarpe da ginnastica tutta Kenyota. Dopo due anni di attività Enda è in grado di offrire 8 modelli dedicati a specifiche attività sportive. Le scarpe Enda hanno un design moderno e vengono utilizzate le più moderne tecnologie di produzione. Obanti e Kennedy sono ossessionati dal senso di Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/kenya-esplode-limprenditoria-giovanile/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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Kenya, esplode l’imprenditoria giovanile | 3 patriottismo. Un orgoglio per il loro Paese che è stato evidenziato in ogni modello di scarpa. Il logo scelto è una lancia su sfondo nero, rosso e verde. Un logo che riprende la bandiera nazionale. La suola in plastica è fissata grazie a 12 tratti di filo nylon corrispondenti alla data dell’indipendenza: il 12 novembre. La suola riporta inoltre il motto Harambee (tutti insieme in kiswahili). In soli due anni la Enda ha conquistato il 32% del mercato nazionale e il 3% dei mercati americani ed europei. Ogni modello di scarpa viene ideato grazie alla preziosa collaborazione di atleti kenioti e stranieri che offrono i loro suggerimenti pratici e consigli tecnici. "Il nostro cliente deve trovare la scarpa giusta per il tipo di disciplina

sportiva che pratica. Enda non sono scarpe come le altre. Sono prodotti di alta qualità artigianale che migliorano le

prestazioni atletiche" ci spiegano fieri questi due giovani imprenditori contattati telefonicamente. Nel 2016 l’associazione

atletica americana ha equiparato la qualità delle scarpe Enda a quella della Nike. Attualmente la compagnia importa la

materia prima per fabbricare le scarpe sportive ma si è fissata l’obiettivo di procurarsi il 100% delle materie in

Kenya associandosi ad aziende di riciclaggio della plastica con alti contenuti tecnologici. In queste settimane sono in atto le trattative commerciali con la CODEC con l’obiettivo di acquistare il 30% della plastica in Kenya. Il primo passo per una fabbricazione di scarpe sportive totalmente Made in Kenya. Un palese aiuto alla salvaguardia ambientale e un lodevole esempio di sinergie tra realtà imprenditoriali giovanili operanti su diversi settori merceologici. Il capitale per iniziare l’attività (265.000 dollari) è stato reperito grazie al sistema di crowdfunding, fondo di solidarietà popolare. Nel magico ma non casuale intreccio delle varie iniziative keniote di imprenditoria giovanile un posto d’onore va riconosciuto a Waweru Kuria fondatore della Inuka Pap, la prima cooperativa di servizi finanziari crowdfunding nel Paese specializzata nei finanziamenti di attività produttive e commerciali. Ai 50.000 associati la Inuka Pap offre una piattaforma on line per gestire il crowdfunding. La quota minima di associazione si aggira sui 10 dollari. Ogni associato ha la possibilità di attivare un conto di risparmio o un conto corrente presso la Inuka Pap grazie alla joint venture con i sistemi bancari online per telefonia mobile M-Pesa (offerto dalla Telecom keniota Safari) e Airtel Money (offerto dalla Telecom degli Emirati Arabi Airtel). L’apertura di conti on line presso Inuka Pap garantisce all’associato la quasi gratuità dei servizi bancari tradizionali e il diritto di ricevere i profitti derivanti dagli interessi applicati sui prestiti concessi alle nuove realtà imprenditoriali giovanili. I progetti sottoposti a domanda di finanziamento vengono esaminati da un pool di esperti nazionali e da collaboratori provenienti da realtà internazionali sia del privato che delle Agenzie ONU per lo sviluppo. Durante le prime fasi, Inuka Pap offre al candidato assistenza tecnica per presentare al meglio il progetto o per correggere i punti deboli che potrebbero compromettere la sua riuscita. Una volta approvato il progetto il candidato si trasforma in cliente potendo così accedere a prestiti su cui vengono applicati tassi di interesse di 8 punti inferiori a quelli stabiliti dalla banche commerciali.

L’obiettivo di Waweru Kuria è di raggiungere i 200.000 associati entro il 2018. Alla domanda se queste success stories possono essere replicate in Europa per diminuire la disoccupazione giovanile esperti economici kenioti rispondono purtroppo negativamente. Secondo il loro giudizio queste vincenti iniziative di imprenditoria giovanile non possono essere replicate in Europa per due motivi: l’asfissiante controllo delle Corporation sui mercati occidentali e la mancanza di iniziativa imprenditoriale dei giovani europei. “Solo chi ha fame può creare idee imprenditoriali

di successo per poter mangiare. Chi è sempre vissuto nella bambagia non possiede la forma mentale e l’esperienza

necessaria per realizzare i propri sogni imprenditoriali. È la povertà africana e non l’abbondanza europea a generare

il futuro imprenditoriale tra i giovani. I Youngs Money Machines ricordano la generazione americana di Wallstreet a

cavallo dei due secoli. Entrambi fenomeni di ingegno ammirabile. La differenza però è sostanziale. La Bull Generation americana fece miliardi sulla realtà virtuale, regno preferito dell’alta finanza. Rovinarono milioni di piccoli risparmiatori e misero in strada centinaia di migliaia di lavoratori. La Kenyan Generation macina milioni sulla realtà produttiva. Quella che si palpa con mano. Una realtà fatta di sudore e onesto lavoro che crea occupazione, benessere e gioia di vivere. Come potere

notare, la differenza è fondamentale!” afferma senza possibilità di repliche Kennedy.

di Fulvio Beltrami

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