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Cristiani, noi siamo nessuno senza il vescovo… / Vescovo, tu sei nessuno senza il tuo popolo! JEAN DANIELOU/ Di CHI tu sei vescovo?/ Per CHI tu sei vescovo?/ C
ATTUALITÀ
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RECLUTAMENTO DOCENTI, DAL 2020 SI CAMBIA
Attualità
(18/01/2017) Inchiesta
formativo e selettivo per
Culture
diventare insegnante nella scuola
L'intervista
-
Cambia il percorso
Politica
pubblica, ma solo “a decorrere
L'eroe
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dall'anno Caffetteria
scolastico 2020/2021”. Lo
Tecnologia
prevede la bozza di decreto,
Questa è la stampa
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approvata sabato scorso dal Consiglio del Ministri, sul riordino,
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adeguamento e semplificazione del sistema di formazione
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iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria:
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per altri tre anni, “si applica la disciplina transitoria”, quindi per
assegnare la metà dei posti vacanti e disponibili continueranno
ad essere utilizzate le GaE e potrà “essere indetto un corso di
Tirocinio Formativo Attivo per le classi di concorso e tipologie di
posto per le quali sono esaurite le graduatorie ad esaurimento
provinciali” (art. 17, comma 2). È sempre più evidente, quindi, che in attesa del nuovo concorso
a cattedra è indispensabile collocare tutti gli abilitati e abilitandi
all’insegnamento (attraverso l’annunciato Tfa) vengano collocati
nelle GaE. Inoltre, questo deve avvenire subito, già in
primavera, per per evitare i disastri che deriverebbero da un
disallineamento temporale rispetto alle graduatorie d’Istituto. “Il sistema scolastico, con un posto su dieci affidato a supplenti
annuali – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e
segretario confederale Cisal – non può bloccarsi perché gli
aspiranti all’immissione in ruolo, selezionati e formati nelle
università per farlo, continuano ad essere assurdamente messi
da parte. Quasi fossero dei docenti di serie B. Il Governo ha
l’occasione per farlo, per collocarli finalmente nelle GaE, proprio
attraverso la modifica del decreto delegato ora allo studio delle
Commissioni Parlamentari e da approvare in via definitiva entro
due mesi”. 134424
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Ma il testo della legge delega sull’accesso nei ruoli di docente va
modificato anche in altre parti. In base all’articolo 10 (comma
3), apprendiamo che “il contrattista su posto comune, sulla base
di incarichi del dirigente scolastico della scuola interessata e
fermi restando gli altri impegni formativi, può effettuare
supplenze nell'ambito scolastico di appartenenza, e, nel terzo
anno, su posti vacanti e disponibili”. Il docente in formazione,
pertanto, sarà utilizzato anche per svolgere attività di docenza,
soprattutto su posti che risulteranno provvisoriamente liberi. “Ora, ammesso che sia giusto che ai tirocinanti possa essere
affidata una parte residua delle supplenze – continua a
commentare Pacifico – va rilevato però che il loro compenso non
può essere ridotto. Un tirocinante giunto al terzo anno di
formazione, dopo aver acquisito la laurea, poi l’abilitazione,
vinto il concorso e formatosi ulteriormente sul campo per un
ulteriore biennio, è praticamente un insegnante a tutti gli effetti.
Tanto è vero che gli vengono affidati gli alunni per svolgere
supplenze. Con le stesse responsabilità dei docenti di ruolo.
Quindi, è giusto – conclude Pacifico – dargli lo stesso stipendio e
non sottopagarli”. TUTTE LE INDICAZIONI ANIEF SUGLI 8 DECRETI DELEGATI
APPROVATI DAL CDM IL 14 GENNAIO 2017. Sulla riforma del sostegno, il giovane sindacato ritiene che
qualsiasi cambiamento non deve andare a scollare la figura del
docente di sostegno dagli organici della scuola (rifiutando logiche
di “medicalizzazione” della professione), facendo venire meno
anche il progetto di portare a 10 anni l’obbligo di permanenza sul
sostegno dopo l’immissione in ruolo. Per l’immediato, occorre
poi assolutamente provvedere alla trasformazione di circa
40mila posti dall’attuale organico di fatto a quello di diritto, visto
che i posti in deroga hanno una valenza annale e non possono,
come intende fare l’amministrazione, procrastinarli a tempo
indeterminato in quello status. Per quanto riguarda le scuole all’estero, è fondamentale che si
valorizzi al massimo l’operato del personale che opera in
strutture collocate in territorio non italiano. Visto che ancora
inspiegabilmente ridotta della metà. Vengono poi spezzoni per
anni assegnati su posti vacanti e di queste situazioni non sono
state considerate nella riforma “La Buona Scuola”. Mettendo così
a rischio il servizio scolastico offerto a 31mila studenti
frequentanti quelle scuole. Codice abbonamento:
l’indennità aggiuntiva, assegnata al personale di ruolo, è
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oggi il 50 per cento dei docenti è precario e nei loro confronti
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Sulla riforma della formazione fino a 6 anni, invece, il decreto
delegato dovrebbe contenere delle misure che prevedono
l’aggiunta del segmento 0-3 anni all’attuale impianto 3-6 anni,
nell'ottica di una continuità verticale che vedrebbe finalmente
integrato il sistema fino all’inizio della primaria. Tra le novità,
servirebbe però anche la fondamentale introduzione dell’anno
“ponte”, con la presenza contemporanea di maestri della scuola
dell’infanzia e primaria: a 5 anni di età, infatti, i bambini
necessitano di un’attenzione pedagogica maggiore. Con il
percorso scolastico che potrebbe anche esaurirsi a 18 anni, come
avviene in molti altri Paesi. L’introduzione della copresenza porterebbe l’incremento di
almeno 30mila docenti, cui si aggiungerebbero quelli considerati
dalla riforma, pari ad almeno altri 25mila nuovi insegnanti di
settore (necessari per incrementare fino al 33 per cento la
diffusione degli asili nido, soprattutto al Sud). In tal modo, le
nuove immissioni in ruolo permetterebbero finalmente la
stabilizzazione dei docenti dell'infanzia delle Graduatorie ad
Esaurimento, incredibilmente dimenticati dalla Legge 107/15. E
con loro anche dei precari abilitati non inseriti nelle graduatorie
ad esaurimento, che hanno svolto oltre 36 mesi di servizio. Oltre
che tutti i vincitori dei passati concorsi e di quello del 2016. L’ultimo decreto, relativo al riordino dell’istruzione professionale,
è chiaro che, dopo la sentenza n. 284/2016 della Corte
Costituzionale, non si può non tenere conto della centralità delle
Regioni su questo versante. In particolare, come ha detto la
Consulta, sulla “previsione degli standard strutturali,
organizzativi e qualitativi dei servizi educativi per l’infanzia e
della scuola dell’infanzia, diversificati in base alla tipologia,
all’età dei bambini e agli orari di servizio, prevedendo tempi di
compresenza del personale dei servizi educativi per l’infanzia e
dei docenti di scuola dell’infanzia, nonché il coordinamento
pedagogico territoriale e il riferimento alle Indicazioni nazionali
per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di
istruzione, adottate con il regolamento di cui al decreto del
Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 16
novembre 2012, n. 254”. Allo stesso modo, sempre in tema di riforma dell’istruzione
alcune modifiche recentemente apportate, prevede ancora,
all'articolo 10, che il lavoratore è un soggetto avente titolo a
completare un percorso di studi. Allo stesso modo, lo statuto
degli studenti e delle studentesse del 1998 accorda il diritto degli
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statuto dei lavoratori, il D.M. 300 del 1977, il quale nonostante
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professionale, bisogna tenere conto di due norme basilari: lo
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studenti alla partecipazione alle attività extracurricolari
organizzate dalla scuola. Purtroppo, sinora di tali indicazioni non
risulta traccia nelle bozze attuative predisposte. A proposito, della delega su valutazione e certificazione delle
competenze ed Esami di Stato, il sindacato ritiene continuare a
mantenere un assetto tradizionale con una parte maggioritaria
esterna alla scuola di appartenenza degli alunni. Vanno
scongiurate, a tal proposito, quelle derive che vorrebbero
trasformare gli Esami di Stato in un pro-forma. Altrettanto
fondamentale ed imprescindibile è il mantenimento del valore
legale del titolo di studio. Sulla cultura umanistica, Anief ritiene che vanno introdotte nella
scuola secondaria di secondo grado due ore obbligatorie di
Filosofia sia di Storia. Per quel che concerne, invece, il diritto
allo studio, è basilare un incremento sostanzioso delle borse di
studio, ad iniziare dagli studenti appartenenti a nuclei familiari
non abbienti. Inoltre, vanno incrementati gli organici laddove
sono più alti i tassi di dispersione scolastica, di disoccupazione e
di collegamento con il mondo del lavoro. Ricordiamo, a questo
proposito, che l’Italia è l’unico Paese dell’Ocse che dal 1995 non
ha aumentato la spesa per studente nella scuola primaria e
secondaria, a dispetto di un aumento in media del 62% degli
altri Paesi dell’area Ocse. Con le tasse universitarie che
continuano costantemente ad aumentare. Su formazione iniziale e accesso all'insegnamento nella scuola
secondaria di primo e secondo grado, è utile gestire al meglio la
fase transitoria che ci si appresta a vivere, al fine di tutelare i
docenti precari. In particolare, il perdurante disallineamento tra
domanda e offerta dovuto al blocco dell’aggiornamento delle
GaE, il mancato inserimento di personale abilitato, la
contrazione degli organici e la falsa individuazione dell’organico
di diritto, che produce nuovo precariato con sempre più
numerose e certe condanne del Miur al pagamento di scatti
stipendiali, mensilità estive, risarcimenti, spese legali. STAMPA
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