Visualizza in PDF

Download Report

Transcript Visualizza in PDF

PRIMO PIANO
Venerdì 13 Gennaio 2017
5
Così Sacconi, presidente della commissione lavoro del senato e coautore della legge Biagi
Jobs act, la riforma pd è peggio
Le modifiche ai voucher produrranno più lavoro nero
DI
ALESSANDRA RICCIARDI
«L
a sinistra è talmente innamorata dei
precari che vorrebbe averne di più. E
i precari più precari sono quelli
del lavoro sommerso». Maurizio Sacconi, presidente della
commissione lavoro del senato,
ex ministro del lavoro del governo Berlusconi IV, boccia
la controriforma del Jobs act
a cui sta lavorando il Pd alla
camera. Dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha
respinto il quesito referendario
sull’articolo 18, tra governo e
parlamento c’è fermento per
stoppare anche gli altri due quesiti, su voucher ed appalti. La
strada imboccata dal Pd punta
a eliminare gli abusi dei buoni
lavoro e a rafforzare le tutele
per i lavoratori sugli appalti
ripristinando la legge 30/2003,
la cosiddetta riforma Biagi, del
secondo governo Berlusconi. Per
Sacconi, che della legge Biagi è
stato coautore, un’operazione
«sbagliata, che produrrà l’effetto
contrario».
Domanda. Fa specie sentir dire proprio da lei che
tornare alla legge Biagi è
sbagliato.
Risposta. Non basta dire che
si ripristina la legge Biagi sui
voucher o sugli appalti per dire
che si fa una buona legge. La
Biagi deve essere considerata
Oppure regolati da contratti
nel suo insieme.
collettivi nazionali. E lo ha fatto
D. Facciamolo.
R. La legge 30 prevedeva una solo l’1% dei contratti. Oppure
prima sperimentazione dei buo- limitati ad under 25 oppure a
ni prepagati o voucher. Non ha over 55.
D. Insomma i contratti a
avuto successo perché soprattutto il datore di lavoro famiglia lavoro intermittente sono
allora aveva difficoltà nell’ac- impraticabili.
R. Potevano escesso e gestione dei
sere l’alternativa ai
buoni. Pensiamo a
voucher in alcuni
un ambito che resettori, di fatto sono
sta non regolato, le
stati ammazzati. E
ripetizioni a domiora, senza ripristicilio dell’insegnannare quel tipo di
te, questo mercato
contratto, restrinera ed è totalmengere il campo dei
te sommerso. Conbuoni avrebbe l’eftemporaneamente
fetto di ampliare il
però la legge Biagi
lavoro sommerso.
prevedeva contratti
D. La sua prodi lavoro intermitMaurizio
Sacconi
posta?
tente che possono
R. La prima scelessere anche a tempo indeterminato e che danno ta dovrebbe essere liberalizzare
copertura a spezzoni lavorativi i contratti di lavoro intermittenripetuti nel tempo. Il caso tipico te. La seconda potrebbe essere
è quello del cameriere aggiunti- quella di limitare l’uso dei vouvo il cui lavoro si ripete nelle fe- cher in modo chirurgico, per
stività o in occasione di eventi. esempio escludendoli in settori
D. E cosa non considera la a forte rischio di patologia, come
proposta del partito demo- l’edilizia, oppure prevedendo dei
tetti aziendali al loro utilizzo.
cratico?
D. Questo non esclude
R. Ignora che i contratti a
lavoro intermittente sono stati però che si continui ad uticancellati dal governo Prodi, lizzare il buono per pagare
poi ripristinati da me con il lavori che durano nel temgoverno Berlusconi ma poi resi po e che meriterebbero un
quasi del tutto impraticabili contratto.
R. Bisogna far lavorare bene
dalla legge Fornero che ha
preteso fossero riconducibili ai gli ispettori e far funzionare
lavori di un decreto del 1923. la tracciabilità dei buoni. Le
comunicazioni, che oggi sono
obbligatorie, devono essere tali
da consentire agli ispettori di
verificare la coerenza tra buoni
e orario di prestazione.
D. Se la proposta del Pd
dovesse alla fine diventare
legge, quale sarebbe l’effetto?
R. I professori continuerebbero a fare le ripetizioni in nero,
e tanti altri lavoratori tornerebbero sommersi soprattutto
al Sud.
D. Al Sud, in Campania, in
Calabria, in Sicilia, il ricorso ai voucher è minimo.
R. Dobbiamo chiederci perché
ci sono pochi voucher, in realtà
in cui gli spezzoni lavorativi ci
sono, nell’agricoltura, nei servizi, nel turismo. Forse perché al
Sud c’è il miglior mercato del
lavoro?
D. Lei boccia la riforma.
Eppure Forza Italia, prima
firmataria Renata Polverni,
alla camera ha presentato
proposta analoga a quella
del Pd.
R. Abbiamo idee diverse. Io
resto un liberalpopolare, altri
evidentemente no. Io sono quello della legge Biagi. Riprendo
quello che diceva Marco Biagi,
occorre mettere a disposizione
modalità di regolarizzazione del
lavoro che rispondano ai lavori
esistenti in un mercato molto
frammentato.
D. Se quella controrifor-
ma del Jobs act non serve
a eliminare gli abusi e far
emergere il nero, perché la
sinistra si batte per farla?
La proposta di legge porta
le firme di Cesare Damiano,
Roberto Speranza...
R. La sinistra soffre di un riflesso pavloviano, ama talmente
tanto i precari che paradossalmente li crea. E i precari più
precari sono i sommersi.
D. Come spiega la bocciatura del quesito referendario sull’articolo 18 da parte
della Consulta?
R. Una decisione coerente
con la giurisprudenza della
Corte che ha sempre escluso
referendum creativi. Si sarebbe
prodotto un precedente terribile che avrebbe incoraggiato la
propensione a costruire quesiti
innovativi della legislazione per
via referendaria.
D. La decisione non è stata pacifica, i giudici erano
divisi.
R. Le influenze politiche si
erano fatte sentire.
D. Pensa anche lei che
adesso, senza più il referendum sull’articolo 18, il governo e la legislatura avranno
una vita più lunga?
R. Con il no della Consulta,
l’Italia ha evitato una nuova
corrida sull’articolo 18 che ha
fatto persino morti. E questo
vale più di ogni altra cosa.
© Riproduzione riservata
IN CONTROLUCE
I capi della Ditta sono ormai dei «c’era una volta» come la ballerina
da tip tap con una gamba sola, lo xilofonista cieco e Tonino Di Pietro
DI
Q
DIEGO GABUTTI
uella che si profila, se il prossimo parlamento sarà eletto col
proporzionale e ciascuno tornerà a rispondere per sé come nei
giorni della prima repubblica, è un’alleanza destra-sinistra di basso profilo
(la sola possibile ma di basso profilo)
sottoscritta da leader bolliti: Renzi da
una parte, Berlusconi dall’altra.
Entrambi, anche se uno dei due
spera ancora d’«andare a comandare»,
come dice la canzonetta, hanno fatto
il loro tempo. Papi ha tenuto la scena
per vent’anni, il Boyscout per un paio
d’anni soltanto, ma l’uno e l’altro hanno sfruttato fino all’ultimo voto il loro
momento di popolarità. Sono politici
vintage, roba di un’altra epoca. Vecchie
glorie, hanno l’aria di due «c’era una
volta», come diceva l’impresario di Broadway Danny Rose a Woody Allen,
nella parte dell’agente teatrale che cerca una scrittura per i suoi clienti, tra cui
il ventriloquo balbuziente e il domatore
di pappagallini.
Nessuno ha voglia d’ascoltare di
nuovo le loro promesse mirabolanti e il
loro eterno «io, io, io». Quante volte hanno promesso posti di lavoro a vagonate
(come se la ripresa dell’economia, che è
poi il solo modo in cui può aumentare
l’occupazione, dipendesse da una deci- peggio: la scalata dei vaffisti a Palazzo è già separato, si spera una volta per
sione del governo o dei partiti, tipo l’au- Chigi.
tutte, dai suoi alleati più inaffidabili (e
Evitare il peggio: tutto gira intor- meno presentabili, non fosse che sotto il
mento delle tasse, o la cresta sulla spesa
pubblica)? Quante volte si sono vantati no a questo, come sempre in Italia. Ca- profilo estetico): leghisti e post fascisti.
di conoscere la formula magica per risol- valiere e Boyscout, già all’inizio delle loro Recuperare la diaspora berlusconiana,
vere il problema dell’emigrazione senza carriere politiche, non erano in corsa per nata in funzione antileghista, non docontrollo o quello della burocrazia costo- i loro personali meriti e programmi ma vrebbe essere difficile. Renzi, invece,
sa e pocofacente? Per non parlare delle appunto allo scopo d’evitare il peggio: a differenza di Berlusconi, faticherà a
riforme promesse e mai mantenute
separare il partito renziano dalla
(e dei referendum sempre regolarDitta di Pierluigi Bersani e soci,
Evitare
il
peggio:
tutto
gira
intorno
a
mente persi a vantaggio ogni volta
i suoi peggiori nemici. Un’alleanza
questo
slogan,
come
sempre
in
Italia.
dello stesso antagonista: l’eterno
di governo destra-sinistra con la
Cavaliere
e
Boyscout,
già
all’inizio
delle
estremismo italiano, di cui sono
Ditta al suo interno, anche fuori
loro
carriere
politiche,
non
erano
in
corstati e restano lo zimbello).
vista e in posizione subalterna, è
Morale: due leader più esandestinata presto o tardi allo sprosa per i loro personali meriti e programmi
gui, carismaticamente parlando,
fondo.
ma appunto allo scopo d’evitare il peggio:
è difficile trovarli, almeno tra i viInsomma si vedrà: il 2017 è
Berlusconi
il
trionfo
dei
post
comuniventi (forse qualche «non morto»,
appena iniziato. Al voto manca
sti,
Renzi
quello
di
Grillo
e
Casaleggio
per esempio il Conte Dracula, è più
ancora tanto tempo; manca perAssociati (e dei post comunisti). Entrambi
esangue di loro, finchè non esce a
sino una legge elettorale. C’è in
ci sono riusciti per un po’. Entrambi nello
caccia di giugulari incustodite).
compenso qualche segno positivo:
Ci si ricorda a malapena di loro e
il partito-azienda di Beppe Grillo,
stesso modo: creando maggioranze instadella loro stagione da premier. Per
mentre stanno lentamente matubili da cui alla fine sono stati travolti
scordare il Cavaliere c’è voluto
rando le nespole della prossima lequalche anno, e ancora non è stato
gislatura, è in piena crisi (anche
dimenticato del tutto; per dimenticare Berlusconi il trionfo dei post comunisti, se il «moVimento», composto com’è di
Renzi sono bastate poche settimane (va Renzi quello di Grillo e Casaleggio As- megalomani e fanfaroni, sogna ancora
peggio a Paolo Gentiloni, il solo leader sociati (e dei post comunisti). Entrambi d’appendere il cappello a Palazzo Chigi).
al mondo di cui ci si scorda la faccia e ci sono riusciti per un po’.
Rinasce la Ditta, ma dei suoi capi non
il nome tra il tigì dell’una e quello delle
Entrambi nello stesso modo: creando parla nessuno, come se neppure esistesventi). Non di meno, quando si tornerà maggioranze instabili da cui alla fine sero. Sono diventati anch’essi dei «c’era
a votare, saranno di nuovo votati, punto sono stati travolti. Col proporzionale, una volta», come la ballerina di tip tap
percentuale in più, punto percentuale in forse, potranno evitare d’imbarcare al- con una gamba sola, lo xilofonista cieco
meno. Saranno rivotati per timore del leati troppo infidi e biforcuti. Berlusconi e Tonino Di Pietro.