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PRIMO PIANO
Venerdì 27 Maggio 2016
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Se andrà con Salvini, sarà scomunicato dal Ppe. Ma non è disposto ad allearsi con Renzi
Berlusconi sempre più strattonato
Qualunque scelta faccia, il Cav non sarà più il leader
tuendo Berlusconi.
CESARE MAFFI
Il Cav non sarebbe in grapossibile apprestare do di guidare lui l’alleanza
una campagna elet- e non avrebbe un successore
torale puntando sulle (sembra che dai vertici del
larghe intese? È pos- Ppe sia arrivato un invito a
sibile tracciare una politica procurarselo). Siccome è anche miri all’accordo col diretto cora accreditato di un seguito personale ben lontano dai
avversario?
Secondo un numero che pare successi storici, ma insomma
crescente di analisti, di polito- sempre consistente, diciamo
logi, anche di politici, Silvio di vari punti percentuali (c’è
Berlusconi dovrebbe imboccare chi asserisce che ancora un
tale strada. Due sono i punti, votante su venti gli sia fedele:
attenzione, un
anzi i persovotante, non
naggi, da cui
un elettore),
diparte il rapotrebbe cogionamento.
agulare una
Da un lato
coalizione di
c’è Matteo
sigle, uomini,
Renzi. Anche
movimenti. Il
chi non lo conmodello sasidera il royal
rebbe la mibaby, anche
cro alleanza
chi non vede
capitolina che
in lui l’erede
sostiene Alfio
del Cav, anche
Marchini.
chi, insomma,
Dopo di che,
non prova
dovrebbe conl’entusiasmo
Silvio Berlusconi
correre distandei foglianti,
te e distinto,
si rassegna:
Renzi fa qualcosa di destra, come usa dire, dalla coppia
siano alcuni tratti della rifor- Salvini-Meloni.
Con quale prospettiva?
ma costituzionale, sia la legge
sul lavoro, sia il (precedente) Accordarsi, dopo le elezioni, con
atteggiamento verso i sinda- Renzi. Tale è, in buona misura,
l’obiettivo dichiarato di svariati
cati.
Dall’altro lato sta Mat- personaggi: di Denis Verdini
teo Salvini. Salvini significa e dei suoi accoliti; di Enrico
lepenismo, ultradestra, antieu- Zanetti, privo di accoliti per lo
ropeismo, abissale distanza del sfascio del montismo; di Angepopolarismo europeo, e soprat- lino Alfano; di quel che resta
tutto vuole imporre la propria dell’Udc. Costoro puntano a
guida al centro-destra, sosti- sostituire, dopo le elezioni, la
DI
È
PUNTURE DI SPILLO
DI
GIULIANO CAZZOLA
Dopo aver letto della sentenza del Tribunale di Roma secondo la quale la sottrazione, da parte di una vicina, del gatto
Pongo non può essere considerata un reato per lo scarso valore economico dell’animale, mi sono premurato di avvisare il
vicinato che, se mai vi fosse l’intenzione
di rubarmi qualche cosa, preferirei che lo
facessero con l’automobile.
***
Quando guardo negli occhi Monica e
Guendalina e scorgo l’affetto immenso e
disinteressato che le due gattine donano a
me e a mia moglie, mi chiedo come possono essere considerate una res nullius.
***
Nell’incontro tra Governo e sindacati,
questi ultimi hanno posto il problema
dei voucher, a loro avviso nuova fonte
di precarietà. Da quando sono in vigore
le norme che ne hanno esteso l’utilizzo
fino al primo trimestre dell’anno in corso
sono stati venduti 300 milioni di voucher
e quindi, attraverso questo bonus, sono
stati erogati 3 miliardi di euro (di cui 750
milioni a copertura di oneri sociali e dei
relativi costi). Alla fine del 2015 ben 2,38
sinistra del Pd, sperando in un
suo forte ridimensionamento e,
ancor più, sognando una sua
scissione. Si possono ottenere
voti predicando un’intesa, dopo
le elezioni, con un partito alternativo? I centristi filo renziani
ci contano, il Cav appare molto scettico, al riguardo. Il patto
del Nazareno, infatti, nacque a
seguito del marasma provocato
miliardi erano stati incassati (1,7 miliardi al netto). I prestatori retribuiti con i
voucher, nel 2015, sono stati circa 1,4 milioni di cui più del 54% di età inferiore ai
35 anni. Le donne sono state in numero
maggiore degli uomini, ma la differenza
è modesta. L’importo annuo riscosso tramite questa forma di pagamento rimane,
generalmente, all’interno dei limiti di legge previsti per il lavoro accessorio.
Tutto ciò premesso ci sarà certo qualcuno che si prenderà la briga di calcolare
quante unità di lavoro a tempo pieno corrisponderebbero ai milioni di ore vendute
e riscosse tramite voucher. A nostro avviso, però, la domanda vera da porsi dovrebbe essere un’altra: quante di queste
ore (con relativo ammontare retributivo)
sarebbe restate nascoste nel «sommerso»
se non si fosse individuato, per talune tipologie di lavoro riscontrabili in parecchi
settori, uno strumento flessibile come il
voucher?
***
La Francia brucia. Ma quando un sindacato si consegna a pratiche luddiste
dà soltanto prova di una disperata debolezza.
Formiche.net
dal trionfo grillino, non certo
perché predicato in precedenza. Là dove si sono costituite
maggioranze e si sono formati
governi di larghe intese (come,
in varie fasi, in Germania o in
Austria o nel Regno Unito) non
c’è mai un partito che affronti
le urne propugnando un’alleanza di opposti.
Le politiche sono lonta-
ne e quindi il Cav può rinviare una simile decisione? Vero.
Però, chiuse le urne comunali,
è sicuro che Salvini premerà
per un accordo di programma,
vibratamente anti renziano,
puntando sull’adesione di Berlusconi, il quale si è già impegnato a un deciso sostegno alla
campagna per il no.
© Riproduzione riservata
IN CONTROLUCE
Carlo Cornaglia è un poeta in rima baciata che è specializzato
nel prendere gli avversari politici a bastonate tra capo e collo
DI
DIEGO GABUTTI
M
amma Renzi, nella
Renziana Commedia di
Carlo Cornaglia, poema satirico-vernacolare,
illustra il Vangelo al piccolo Matteo:
«Parla dell’ultima cena/e racconta
con gran pena/del vil Giuda il tradimento./Il bambino è molto attento/e
su un foglio prende nota./Sarà un
abile Iscariota».
Renzi, intendiamoci, può anche non piacere. È borioso e forse
anche scarsamente efficace. Promette più di quanto mantenga. Non fa
niente per correggere il suo insopportabile accento toscano (e a proposito di toscanismi, parla magari un
po’ a bischero sciolto). Della sinistrasinistra ha fatto coriandoli, cosa che
ai nostalgici dei piani quinquennali
o per lo meno della «terza via» può
legittimamente dispiacer (ma c’est
la politique, niente di personale). Di
qui a dargli dell’Iscariota, però, ne
corre. Iscariota, detto del segretario
del proprio partito di riferimento, è
uno sproposito. È uno sproposito an-
che prendere a bastonate tra capo e Post è un bidone./L’ineffabile papà/
collo gli avversari politici (come ha vende la sua società/alla moglie e
fatto Carlo Cornaglia, sempre in ver- alle figlie,/tra gerenti meraviglie».
si, nella sua Berlusconeide e in Qui Va bene, per caricare le tinte, dare
finisce l’avventura, due poemi sull’ex al premier boyscout del «toscan dittatorello/arrogante,
Cavaliere che io
menzognero,/del
non ho letto ma
suo ego prigionieche immagino).
La sua, più che satira, è
ro». Va bene anche
Eppure, nell’Itaodio tribale, come negli
liquidare Maria
lietta giacobinscontri tra hooligan ai munElena Boschi
papista del Fatto
dial di calcio. Raccoglie per
come «una giovaquotidiano e di
intero e senza nemmeno il
ne ambiziosa,/
Crozza nel paese
attraente quota
delle meraviglie,
beneficio di inventario,tutta
rosa,/per italica
è questa l’idea
l’eredità dello stalinismo
sfortuna/di Coche ci si fa della
prima e del Sessantotto poi
stituzion digiuna».
satira: un plotone
Vanno bene anche
d’esecuzione, per
i versi su quelle
metà Zelig e per
che Cornaglia, rimeggiando a nome di
metà cortile della Lubianka.
Renzi può non piacere: troppi tutti gli ex e post, giudica cattive fretweet, l’iPhone sempre alla mano, il quentazioni politiche: «Renzi e Silvio
giubbotto da Fonzie, il faccione tondo Berlusconi/in realtà sono amiconi,/
tipo Alberto Sordi. Ma perché pren- pronti a un lingua in bocca osceno/
dersela anche con suo padre, come fino al clou del Nazareno».
Ma perché la sorella Matilde
bolscevichi da barzelletta fissati con
l’«origine di classe»? Eppure sentite («Quarta figlia, l’affarista,/che un
qui l’implacabile Cornaglia: «Babbo bel dì scenderà in pista/sempre pronta
Renzi è un pasticcione/la sua Chil negli affari/e nei trucchi societari»)? E
perché lo zio Nicola («C’è un secondo
asso in famiglia,/una vera meraviglia/nel far nuove società,/è il fratello
di mammà/che, democristianamente,/di La Pira fu assistente:/tradizione famigliare,/preti, chiesa, preci e altare./Il suo nome è zio Nicola/ed è un
grande caposcuola»)? Può sembrare
satira, quando l’autore della Renziana commedia verseggia che «Matteo
è una tale cima/che va a scuola un
anno prima/preparandosi a un futuro/di bugiardo e di spergiuro». Può
sembrare, ma non è satira, attenzione.
È odio tribale, come negli scontri tra
hooligan ai mundial di calcio.
Questa drammatizzazione
estrema (ed estremistica) del confronto politico e dei conflitti sociali è
l’eredità dello stalinismo prima e del
Sessantotto poi. Batracomiomachie
sul jobs act, sui partigiani, sul senato elettivo, sui magistrati: va avanti
così da oltre settant’anni. Non so voi,
ma io psono pstufo di psicodrammi.
Carlo Cornaglia, La Renziana commedia, Aliberti 2016, pp.
253, 18,00 euro, ePub 9,99 euro.
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