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Venerdì, 23 dicembre 2016
Il turbolento 2016 è al termine, benvenuto 2017!
Gentili Clienti,
per i mercati il 2016 è stato un anno turbolento. All'inizio dell'anno le preoccupazioni per la
crescita della Cina hanno inciso pesantemente sulle azioni, molte delle quali hanno
recuperato le perdite subite solo dopo l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca.
Attualmente la quotazione del DAX supera di circa il 6% quella di dodici mesi fa, e
per l'indice S&P 500 la differenza giunge al 17%. In marzo la BCE ha abbassato
inaspettatamente il tasso di riferimento e ha ampliato il suo programma di acquisto di
bond, estendendolo anche alle obbligazioni corporate. Ne ha subito le conseguenze il
rendimento dei Bund decennali che nella tarda estate è scivolato in terreno negativo,
anche perché dall'altra parte dell'Atlantico la Federal Reserve ha rimandato il previsto
rialzo dei tassi, che peraltro è stato più contenuto del previsto, fino a dicembre.
Nel secondo semestre l'andamento dei titoli a reddito fisso ha riservato qualche sorpresa.
In occasione di eventi politici importanti come il referendum sulla Brexit e le elezioni
presidenziali americane, i sondaggi si sono rivelati inaffidabili. Nel primo caso
abbiamo osservato un crollo della sterlina, nel secondo i mercati sono tornati a puntare
sulla crescita, scontando tuttavia nei rendimenti obbligazionari un ritorno dell'inflazione. Il
rendimento dei titoli del Tesoro statunitense, con scadenza decennale, è salito dello 0,75%
dopo la vittoria di Donald Trump ed è raddoppiato rispetto all'estate. La prospettiva di un
nuovo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve ha contribuito al rafforzamento del
dollaro americano in proporzioni tali da non essere assolutamente prevedibili all'inizio del
2016.
Le speranze riposte nella "Trumponomics" hanno trascinato l'indice Dow Jones verso i
20.000 punti. È possibile che questa tendenza al rialzo continui fino alla primavera,
quando sapremo con certezza quale dei provvedimenti che il Presidente americano
aveva annunciato nella campagna elettorale sarà approvato dal Congresso. Negli
Stati Uniti si spera in misure che siano un ulteriore stimolo per la crescita, mentre nei
Paesi emergenti desta preoccupazione il protezionismo del nuovo Presidente che
penalizza il commercio mondiale. Attualmente l'Europa vive un clima di incertezza politica
dovuto anche alle elezioni previste per il 2017. Tuttavia l'ottimismo degli Stati Uniti
dovrebbe contagiare il Vecchio Continente. Per questa ragione per il prossimo anno faccio
affidamento sulle azioni europee e americane.
Per la prima volta da cinque anni gli analisti hanno rivisto al rialzo le stime sugli utili
delle aziende di tutti i Paesi industrializzati. Determinante è risultato il settore
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finanziario insieme a quello delle materie prime che nel 2016 hanno segnato una buona
ripresa, con le quotazioni del petrolio che dall'inizio dell'anno sono salite quasi del 50%.
Per quanto riguarda i recenti dati macroeconomici, le sorprese positive superano quelle
negative. L'indice ifo o i dati relativi alla crescita del terzo trimestre negli Stati Uniti ne sono
un esempio.
Auguro a Voi e ai vostri cari un sereno Natale e che il Nuovo Anno vi porti prosperità e
salute! Troverete la prossima newsletter nella Vostra casella di posta elettronica il 2
gennaio 2017.
Cordiali saluti,
Ulrich Stephan
Global Chief Investment Officer dei Private & Commercial Clients di Deutsche Bank
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