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Martedì, 14 febbraio 2017
Negli Stati Uniti continua il ciclo positivo, il Brasile esce dalla recessione,
l'Argentina torna sui mercati obbligazionari
Gentili Clienti,
gli Stati Uniti si trovano in un ciclo economico positivo dal 2009. Anche se la crescita
reale negli ultimi otto anni è stata solo del 17,1% rispetto al 38% registrato tra il 1983
e il 1990 o al 43 % tra il 1991 e il 2001, non si osservava un periodo così lungo di
congiuntura favorevole dal 1945. Rispetto ad allora i consumatori, che hanno ancora ben
presente lo choc seguito al crollo del mercato immobiliare, mantengono un atteggiamento
più cauto. Con la disoccupazione ai minimi, il ciclo positivo potrebbe continuare, favorito
anche da un aumento delle retribuzioni e dal possibile taglio delle imposte sul reddito di
Donald Trump. L'indice S&P500, che ieri ha raggiunto una capitalizzazione di mercato di
20mila miliardi di dollari, indica che le azioni godono di ottima salute.
Donald Trump non ha mai fatto mistero di voler abrogare, almeno in parte, la Dodd-Frank
Act, la legge che, dopo la crisi dei subprime, aveva inasprito la regolamentazione del
settore finanziario. All'inizio di aprile aveva lasciato il suo incarico alla Federal
Reserve Daniel Tarullo che in prima persona aveva coordinato l'implementazione di
norme più severe di disciplina bancaria. A questo punto, il Presidente americano
potrebbe rinominare tre dei sette governatori della Banca Centrale e diminuirebbero le voci
contrarie. Le azioni del comparto finanziario dell'indice S&P 500 sembrano avere in parte
già scontato gli effetti di una liberalizzazione, con una performance superiore all'indice. E
non si sa cosa accadrà nel 2018, alla scadenza del mandato della Presidente della
Federal Reserve, Janet Yellen.
L'aumento del 10% rispetto al mese precedente delle importazioni di minerali ferrosi
da parte della Cina favorisce il Brasile, che, solo per questa materia prima, ha visto
aumentare le sue esportazioni del 25%, e che forse potrebbe essere sulla strada giusta
per uscire dalla recessione. Le insolvenze e l'inflazione sono notevolmente diminuite,
tanto da indurre la Banca Centrale, con un intervento a sorpresa, a tagliare di recente il
costo del denaro al 13%. Nel 2017 dovremmo osservare altre manovre di stimolo
all'economia per favorire la ripresa, dopo due anni di decrescita. Rimangono tuttavia alcuni
importanti problemi come il caos politico, l'elevato indebitamento e l'estrema dipendenza
dalla domanda cinese.
Contrariamente al Brasile, l'Argentina è rimasta per lungo tempo esclusa dai più importanti
indici. La vicenda dei bond argentini, al termine degli anni Novanta, è rimasta nella
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memoria di molti investitori. Risolto il contenzioso internazionale per il pagamento dei
titoli finiti in default ed eliminati i controlli di capitale, l'Argentina è ritornata sui
mercati con obbligazioni in valuta locale. L'inflazione quest'anno dovrebbe dimezzarsi,
il condono fiscale promette maggiori introiti e ritorna la fiducia dei consumatori. I
rendimenti delle obbligazioni, compresi tra 13% e il 16%, indicano, tuttavia, che il rischio
non è inferiore rispetto a vent'anni fa.
Cordiali saluti
Ulrich Stephan
Global Chief Investment Officer dei Private & Commercial Clients di Deutsche Bank
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