Italia ed Eurasia: Codice Unico sul Vino

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Transcript Italia ed Eurasia: Codice Unico sul Vino

Italia ed Eurasia:
Unico sul Vino
Codice
Come tutti ormai sanno, il Parlamento italiano ha varato il
Codice Unico del Vino, riunendo in 90 articoli ben 4 mila
pagine di leggi e provvedimenti esistenti nel settore, con
entusiastica soddisfazione della Coldiretti.
Tuttavia è bene ampliare l’orizzonte di conoscenza dei lettori
non direttamente addetti ai lavori, informando che anche
l’Unione Economica Euroasiatica, UEE o EACU (costituitasi nel
2014 tra Russia, Bielorusssia, Kazakistan e dal 2015 con
l’adesione
dell’Armenia
e
del
Kirghistan),
si
è
posta
l’obiettivo della definizione di un Codice Unico del vino,
come sono venuti a dircelo in Italia, in varie occasioni,
anche recenti.
Il Codice Unico del Vino dell’Unione euroasiatica, che sarebbe
dovuto essere approvato entro la fine del 2016, mirerebbe a
garantire la trasparenza delle importazioni, ad accelerare la
burocrazia nelle attività di import-export, stanti le
disparità normative nelle legislazioni nazionali nell’intero
settore agroalimentare, su una piazza costituita da 180
milioni di persone, con implicite ripercussioni verso il
mercato cinese.
Secondo le declaratorie, esso intende produrre ricadute
rilevanti nelle politiche commerciali delle aziende vinicole
italiane che guardano verso l’Unione economica eurasiatica, ma
in particolare nelle strategie dei distributori locali,
ostacolando l’insorgere di canali paralleli per la
commercializzazione del vino e dei prodotti alcolici nelle
regioni dell’Eurasia, in modo da uniformare il mercato,
liberalizzare le accise, trovare un sistema omogeneo di
etichettatura, che “armonizzi” la comunicazione dei vini in
tutto il territorio dell’Unione.
L’Italia, sempre ligia alle direttive europee, ha varato in
tempo il proprio Codice Unico, ma ad oggi, pochi giorni alla
fine di dicembre, dal versante euroasiatico non giunge alcuna
nuova notizia ufficiale.
Per le ricadute sulla diffusione dei nostri prodotti nazionali
nell’Eurasia, dobbiamo aspettare, e intanto sono i produttori
vinicoli italiani che devono vedersela con le maglie “antiburocratiche” dell’italico Stato, che entrano in vigore dal 1°
gennaio 2017.
Maura Sacher