Transcript Papa Celestin, una tromba nobile di New Orleans

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giovedì 15 dicembre 2016, 07:00
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Papa Celestin, una tromba nobile di New Orleans
Il 15 dicembre 1954 muore il trombettista Oscar 'Papa'Celestin, una delle leggende del jazz di New Orleans
di Gianni Lucini
Il 15 dicembre 1954 muore a New Orleans, in Louisiana, il trombettista Oscar Celestin, detto Papa. Ha settant'anni e la
sua morte suscita grande emozione in tutto l'ambiente del jazz. Lo piange in particolare la città di New Orleans, dove è
considerato un vero e proprio monumento fin da quando negli anni Venti dirigeva la Original Tuxedo Orchestra, una delle
brass band entrate nella leggenda. Eccellente prima tromba dall'attacco possente e dall'eccezionale volume
sonoro, era anche uno specialista della sordina, con la quale cesellava assoli ricchi d’atmosfera. Oscar Celestin
nasce il 1° gennaio 1884 a Napoleonville, sempre nello Stato della Louisiana. Inizia a suonare la cornetta e il trombone a St.
Charles in varie brass band locali. Trasferitosi a New Orleans nel 1906 fa parte della Indiana Brass Band, della Allen Brass
Band e, successivamente, dell'Olympia Band. Nel 1910 forma una sua orchestra per suonare alla Tuxedo Dance Hall
con il trombonista George Filhe, il violoncellista Peter Bocage, il clarinettista Lorenzo Tio jr, il batterista Louis Cottrell
e il pianista Manuel Manetta. Il gruppo mantiene l’ingaggio sino alla chiusura del locale disposta dalla Polizia nel 1913.
Suona, quindi, al Villa Cafe, alla testa di una formazione comprendente Eddie Atkins, Louis Nelson, Joe Howard, ancora
Manetta e il giovane Baby Dodds. Nel 1917 con il trombonista William Ridgely forma l'Original Tuxedo Orchestra, che
diventa rapidamente popolarissima spodestando due vere e proprie glorie di New Orleans come la Excelsior e
la Onward. Entrambe fino all'avvento della Tuxedo avevano dominato incontrastate la scena della città. A partire dal 1925
la brass band registra vari dischi per la Okeh e la Columbia che oggi hanno una notevole importanza sotto il profilo
storico-collezionistico, dal momento che le sedute di incisione registrate a New Orleans negli anni Venti sono pochissime. Se
dal punto di vista storico sono piccole perle, dal punto di vista artistico, però, suscitano più di una perplessità.
La registrazione avviene quando il leader non è più all'apice della forma e le esecuzioni evidenziano più di un limite, sia sul
piano tecniche che su quello artistico. Se il giudizio dovesse basarsi soltanto su queste registrazioni Papa Celestin uscirebbe
malissimo dall'inevitabile confronto con Lee Collins, Sam Morgan e Louis Dumaine, che hanno inciso pure a New Orleans più
o meno contemporaneamente a lui. Stando, però, al giudizio dei contemporanei negli anni immediatamente precedenti e
immediatamente successivi al 1920 tra la band di Celestin e tutte le altre orchestre di New Orleans non c'è alcun
paragone. La sua è la più grande e la più seguita dal pubblico. Verso la fine degli anni Venti la Tuxedo, che nel
frattempo ha perso per strada Ridgely, si dice per insanabili divergenze proprio con Papa Celestin, rimane in attività per
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/papa-celestin-tromba-nobile-new-orleans/
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diversi anni, suonando regolarmente in vari locali di New Orleans ed effettuando molti tour negli Stati del golfo. Negli anni
Trenta Celestin riduce l'attività, ricostituendo l’orchestra solo in occasione di importanti ingaggi come quello al Pelican Roof.
Nel dopoguerra la Tuxedo, composta da molti elementi di spicco come Bill Mathews, Alphonse Picou, Paul Barnes,
Ricard Alexis, Octave Crosby, suona al Paddock's, un rinomato cabaret di New Orleans. Con questa orchestra Celestin
registra altri dischi per la Southland, la Storyville e la Imperial, ritrova nuovo smalto nell'ambito del cosiddetto New
Orleans Revival. Nel 1953, in occasione di un giro di concerti attraverso gli Stati Uniti, suona alla Casa Bianca alla presenza
del Presidente Eisenhower. Un anno dopo Celestin muore. https://www.youtube.com/watch?v=PweUEgEHJM4
di Gianni Lucini
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