Germania, 2017 all`insegna dei rinnovi dei dipendenti

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venerdì 16 dicembre 2016, 17:00
Gennaio 'caldo'
Germania, 2017 all’insegna dei rinnovi dei dipendenti
pubblici
Si tratta di circa un milione di dipendenti regionali. E la politica butta un occhio anche alle elezioni
di Davide Zaffi
Alla scadenza dei tre anni previsti dal precedente contratto, partiranno in gennaio in Germania le trattative
per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, o, più precisamente dei dipendenti dei Länder. Si tratta di
circa un milione di dipendenti regionali, per l’80% a tempo pieno e in pianta stabile (si tenga presente che le competenze
delle regioni tedesche, alcune delle quali portano il nome di stati come la Baviera e la Sassonia, sono più numerose che in
Italia e abbisognano quindi di più personale). Le condizioni di lavoro che questi dipendenti riusciranno a spuntare
serviranno poi come punto di riferimento per il contratto dei dipendenti comunali e, per la parte economica, anche
per l’entità degli aumenti pensionistici. In occasione della firma del precedente contratto, nel 2014, i dipendenti dei
Länder avevano ottenuto un aumento salariale di circa il 2,5%, di fronte a una richiesta iniziale dei sindacati
del 5,5%. Questa volta la richiesta è del 6% e può giustificarsi solo in parte con l’intento di pareggiare l’aumento dei
costi, visto che per il 2017 l’inflazione tedesca rimarrà all’ 1% e quella attesa per il biennio successivo dovrebbe essere sì
superiore, ma solo di due o tre decimali. In realtà i sindacati fanno valere soprattutto altri argomenti. In primo
luogo la necessità di rendere o mantenere appetibile l’impiego pubblico anche dal punto di vista economico.
Servizi efficienti e di qualità erogati dall’amministrazione pubblica hanno come premessa che i funzionari siano ben preparati
professionalmente e possiedano buone qualità lavorative. Se chi ha questi requisiti trovasse sempre più vantaggiosa la
remunerazione del settore privato, il servizio pubblico finirebbe inevitabilmente col reclutare le sue forze fra i giovani meno
preparati. C’è poi un argomento più contingente e cioè la gestione dell’immigrazione. In diametrale contrasto con
l’Italia, la Germania ha in pratica chiuso i suoi confini all’immigrazione illegale e incontrollata e sta investendo cifre piuttosto
alte, si calcolano 17 miliardi di euro all’anno per i prossimi tre anni, per gestire l’inserimento nella società tedesca e sul
mercato del lavoro degli immigrati che nel 2015, per un periodo che non poteva non essere che breve e del tutto
eccezionale, sono stati lasciati entrare nel Paese senza alcun filtro. Ora l’inserimento degli immigrati, e delle loro
famiglie che li stanno raggiungendo, ricade ovviamente sul settore pubblico anche dal punto di vista operativo
e questo aumento di lavoro va riconosciuto, secondo i sindacati del pubblico impiego, anche in termini di
retribuzione. In particolare i rappresentanti sindacali delle forze di polizia ritengono che i loro iscritti, nell’ultimo biennio,
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su
http://www.lindro.it/germania-2017-allinsegna-dei-rinnovi-dei-dipendenti-pubblici/
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abbiano lavorato oltre i limiti normali e che non si sia ancora usciti dall’emergenza. Diverso, come si diceva, è il sistema
messo in atto dal governo italiano che da un lato non fa nulla per fermare gli ingressi clandestini, ma in compenso si
disinteressa poi completamente del futuro di queste persone e di come vivono in Italia. I lavoratori del pubblico impiego sono
rappresentati, in sostanza da due grandi sindacati, il Ver.di e il DBB, che si differenziano non tanto per indirizzo ideologico
(visto che in Germania i sindacati si concentrano sulla difesa professionale degli iscritti e non si impegnano nel sostegno a
un partito o a un governo) quanto piuttosto per fascia di inquadramento. Un funzionario regionale appena assunto
nella qualifica più bassa riceve attualmente come stipendio base intorno ai 2.100 euro, che aumenta poi con
l’anzianità di servizio. A rappresentare la parte padronale, per dir così, cioè i Länder è un’Agenzia costituita ad
hoc creata congiuntamente da tutte le regioni (con l’eccezione dell’Hessen). I dirigenti dell’Agenzia hanno
dichiarato che non contestano il principio di un aumento delle retribuzioni, anche alla luce dei soddisfacenti risultati raggiunti
nella gestione delle ondate migratore (ora però concluse per sempre, perché secondo le recenti parole della Cancelliera
Merkel “un 2015 non si ripeterà mai più'). Tuttavia, com’è naturale alla vigilia di trattative contrattuali, l’Agenzia ritiene che
un tasso d’aumento del 6% non sarebbe compatibile con il divieto di indebitamento degli enti e, in più, toglierebbe risorse ai
settori dell’assistenza sociale. Si può notare comunque che se da un lato il richiamo dell’aumento dell’inflazione
da parte dei sindacati è debole, dato che l’aumento sarà minimo, dall’altro lato debole è anche il richiamo dei
Länder all’obbligo di evitare indebitamenti, visto che le finanze pubbliche della Germania non sono mai state
così floride. In esse affluiscono i contributi provenienti da un mercato del lavoro che, in termini assoluti, non ha mai
registrato un livello di occupazione elevato come quest’anno. Se fra i migliori indicatori economici della Germania negli
ultimi decenni e i peggiori indicatori economici dei grandi paesi meridionali della zona euro ci sia o no una relazione diretta,
è una questione ovviamente politica e non sindacale. La politica, in astratto, potrebbe influenzare l’andamento delle
trattative, tenuto conto che nella primavera dell’anno prossimo si terranno le cruciali elezioni per il Consiglio
regionale del più popoloso Land tedesco, ovvero della Renania settentrionale-Vestfalia, con sullo sfondo,
nell’autunno, quelle per il Bundestag. I partiti governativi, secondo certi schemi di lettura, potrebbero essere tentati di
soddisfare anche oltre misura le richieste di categorie professionali che raccolgono molti elettori. Non sembra però che ci
siano concrete indicazioni in questo senso. E del resto nelle democrazie mature i voti non sono in vendita, né direttamente
né indirettamente. In questo almeno l’Italia non si è dimostrata molto lontana dalla Germania, negando la fiducia ad un
governo che tre giorni prima di un referendum aveva annunciato aumenti, benché minimi, di salario ai dipendenti pubblici.
di Davide Zaffi
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