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Dopo Aleppo, Russia e Siria attendono Trump | 1
venerdì 16 dicembre 2016, 09:00
Dopo Aleppo, Russia e Siria attendono Trump
La Russia, forza dominante nel conflitto, attende che Trump mantenga le promesse sulla Siria e l'IS
di Vladimir Spekter
Il presa di Aleppo da parte delle forze del Presidente siriano Bashar al-Assad segna la più grande vittoria del
Governo nella guerra che dura da quasi sei anni. Ma Aleppo sottolinea anche il ruolo della Russia come forza
dominante nel conflitto. Quando nel settembre 2015 la Russia ha lanciato una campagna aerea a sostegno di al-Assad,
l'Esercito siriano era sull'orlo della sconfitta totale. Di fronte a pressioni sia dei terroristi dello Stato Islamico che dei gruppi
di opposizione, l’Esercito era costretto impegnarsi su più fronti e il Governo di al-Assad era appeso a un filo. Con
solo poche decine di aerei da guerra, la Russia ha invertito rapidamente le sorti della guerra. Le truppe di al-Assad
hanno ripreso fiato e si sono assicurate il controllo di settori chiave. Aleppo, divisa tra il Governo e i ribelli dal 2012, è stata
l'ultima grande città ancora nelle mani dei ribelli. Con il supporto aereo russo, le forze governative siriane hanno
lanciato una operazione nel mese di luglio per riprendere la città, muovendosi metodicamente per tagliare le strade che
portano alla ex capitale commerciale della Siria. L'offensiva finale ha avuto inizio nel mese di novembre, e le difese dei ribelli
si sono sbriciolate rapidamente. Da ieri i ribelli si sono ritirati dalla città, lasciandola interamente nelle mani del Governo
siriano. La Russia sostenuto l'offensiva siriana nonostante l'indignazione internazionale per le sofferenze dei civili nella parte
orientale della città controllata dai ribelli. L'Esercito russo ha dichiarato, però, che i suoi aerei da guerra non hanno volato
per missioni di combattimento sulla città dal 18 ottobre, lasciando spazio alle forze governative siriane per l’attacco finale
alla città. Mosca aveva anche ripetutamente cercato di negoziare l'uscita dei ribelli da Aleppo, ma diversi tentativi di
mediare tale accordo sono falliti. Gli USA hanno sostenuto che l'evacuazione di ribelli e civili sarebbe stata possibile solo
dopo un cessate il fuoco duraturo, ma la Russia ha respinto la richiesta, dicendo che ciò avrebbe dato tempo ai ribelli per
ricostituire le forniture e riorganizzarsi. Mosca si è scrollata di dosso le accuse di responsabilità sul destino dei civili,
sostenendo il lavoro che avrebbe posto fine alle sofferenze dei civili, eliminando i ribelli da Aleppo. I corridoi umanitari per
l’uscita dei civili dalla citta erano stati bloccati dai ribelli. La situazione è cambiata quando le difese dei ribelli sono crollate,
nei primi giorni di dicembre, e oltre 110.000 civili sono fuggiti dai quartieri orientali. Abbandonando i tentativi di trovare un
accordo con gli Stati Uniti per incoraggiare i ribelli alla resa, la Russia ha collaborato con la Turchia per un accordo
che ha sottolineato i sempre più stretti legami tra Mosca e Ankara, che hanno appoggiato i lati opposti del conflitto
ma hanno trovato un terreno comune sulla Siria negli ultimi mesi. Con le migliori forze di al-Assad e dell’alleato russo
impegnate a schiacciare le ultime sacche di resistenza dei ribelli ad Aleppo, lo Stato Islamico ha lanciato un attacco a
sorpresa su Palmira. A marzo la città era stata liberata grazie al lavoro di supporto russo all’Esercito siriano. L'attacco di
circa 5.000 combattenti IS, che hanno preso di sorpresa la guarnigione siriana di Palmira, ha condotto alla ripresa della città
da parte dei terroristi. Gli aerei da guerra russi hanno volato in decine di missioni per cercare di respingere l'attacco,
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/dopo-aleppo-russia-e-siria-attendono-trump/
L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.
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uccidendo circa 300 combattenti e distruggendo decine di loro veicoli, ma i raid aerei non sono riusciti a fermare IS, che ha
preso la città domenica. La Russia ha detto che il successo è diventato possibile perché la coalizione statunitense ha sospeso
la sua offensiva sulla capitale IS, Raqqa, e ha consentito ai combattenti di lasciare la città irachena di Mosul. Il fallimento
imbarazzante ha reso evidente l'incapacità dell'Esercito siriano di combattere in modo efficace su più fronti. Le sue
risorse limitate gli consentono di scatenare una sola grande operazione alla volta. Al-Assad ha promesso di riprendere
Palmyra. «Abbiamo liberato Palmira prima, la libereremo ancora una volta», ha detto in un'intervista alla televisione di stato
russa. «Questa è la guerra, a volte si vince e a volte si perde. Ma dobbiamo tenere a mente che l'attenzione dovrebbe essere
su Aleppo al momento». Ha detto che una priorità assoluta per il Governo sarà mettere in sicurezza le aree intorno
Aleppo per prevenire qualsiasi futura minaccia alla città. Una volta che Aleppo sarà al sicuro, la Siria discuterà le azioni
future con i suoi alleati russi e iraniani, ha proseguito al-Assad. Damasco e Mosca sono in attesa che Donald
Trump entri in carica, il 20 gennaio prossimo, nella speranza che possa soddisfare le promesse che ha fatto in campagna
elettorale. Trump aveva detto che gli Stati Uniti dovrebbero concentrarsi sulla lotta all’IS in Siria e unire le sue
forze con quelle della Russia in questo lavoro, lasciando anche intendere che al-Assad potrebbe essere un
alleato. «Non mi piace Assad», ha detto Trump durante i dibattiti presidenziali, «Ma Assad sta uccidendo ISIS. La Russia sta
uccidendo ISIS». Al-Assad ha espresso la speranza che Trump possa diventare un alleato di Damasco dopo l’insediamento,
vincendo la resistenza delle forze anti-russe di Washington.
di Vladimir Spekter
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