Tito Schipa, il tenore italiano amato dal mondo del rock

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venerdì 16 dicembre 2016, 07:00
Accadde oggi
Tito Schipa, il tenore italiano amato dal mondo del rock
Il 16 dicembre 1965 muore il tenore Tito Schipa, un protagonista della scena musicale italiana del '900
di Gianni Lucini
Il 16 dicembre 1965 muore a New York il tenore Tito Schipa. Si chiude così la storia di uno dei personaggi più
importanti della canzone italiana della prima parte del Novecento. Artista molto amato in patria e celebratissimo all'estero,
soprattutto negli Stati Uniti, deve il suo successo al possesso di una voce solare e dolce capace di sfumature e trasparenze
uniche ben sorretta da una tecnica notevolissima e da una dizione molto limpida. La critica lo considera ancora oggi il
più grande tenore 'di grazia' degli anni Venti, Trenta e Quaranta e uno dei più grandi interpreti d’ogni tempo.
Poco disposto a farsi rinchiudere nei confini della tradizione non disdegna di misurarsi con le canzoni che accompagnano la
nascita della radio e dell'industria discografica italiana anche grazie a una tecnica vocale che gli consente di adattarsi con
facilità alle tinte più morbide e al sussurrato della canzone. Di fronte alle critiche dei conservatori che lo accusano di
tradire la sua natura mescolandosi con un genere poco 'nobile' come la musica leggera replica senza troppe
polemiche che in musica non esistono 'traditori' perché non esistono steccati: «Io sono un tenore lirico prestato alla canzone,
niente di più, niente di meno». La sua popolarità nell'Italia degli anni Trenta e Quaranta è notevole ma non è neppure
paragonabile alla fama di cui gode negli Stati Uniti dove nascono decine, centinaia di club a suo nome. Alla vigilia del
secondo conflitto mondiale la sua interpretazione di 'Vivere', un brano tratto dall'omonimo film nel quale veste i panni del
protagonista, ottiene uno straordinario successo quasi a voler esorcizzare i cupi fantasmi di morte che incombono su tutto il
continente europeo. La sua storia inizia a Lecce, dove Tito Schipa nasce il 2 gennaio 1888. Dopo aver studiato canto
con i maestri Gerunda e Piccoli, a vent’anni, senza un soldo in tasca, parte per Milano intenzionato a trovare fortuna nella
patria della lirica. Le sue aspirazioni e i suoi sogni si scontrano ben presto con la cruda realtà. Insieme a molti altri aspiranti
cantanti giunti da tutte la parti d’Italia, passa le giornate a bighellonare tra la Galleria Vittorio Emanuele e la piazza del
Teatro della Scala, in attesa di una scrittura finché qualcuno gli propone di partecipare a un allestimento a basso costo
della 'Traviata' di Giuseppe Verdi destinata alle piazze minori. Il debutto avviene nel 1910 al Politeama Facchinetti di
Vercelli. Inizia, così, una carriera folgorante, che lo porterà a ottenere trionfi in Italia e all’estero. Negli anni Trenta
debutta nel cinema in qualità di attore-cantante di film musicali di grande successo come il già citato 'Vivere!' del
1937, 'Chi è più felice di me?' del 1938 e 'Terra di fuoco' del 1939, destinati a funzionare anche da straordinario trampolino
per il lancio di canzoni di successo. Nonostante la sua indubbia e vasta popolarità non è troppo amato da una parte
degli ambienti culturali del fascismo che lo sospetta di simpatie per generi musicali non in linea con la cultura
ufficiale del regime. Dopo la fine della seconda guerra mondiale continua con successo a tenere concerti e a registrare
dischi fino al 1958, quando lascia il canto e si trasferisce negli Stati Uniti per dedicarsi all'insegnamento. Aperto alle novità,
nel dopoguerra è tra i pochi interpreti della sua generazione che seguono con curiosità e simpatia le
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su
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innovazioni musicali seguite all’esplosione del rock and roll. E il rock ricambia. Nonostante la lontananza tra i due
generi, il mondo del rock statunitense ne onora la figura più di quanto non faccia la lirica italiana.
https://www.youtube.com/watch?v=1cfCwH2kWH0
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