Nicaragua: i campesinos contro il Canale

Download Report

Transcript Nicaragua: i campesinos contro il Canale

L'Indro - L'approfondimento quotidiano indipendente
Politica > News
Nicaragua: i campesinos contro il Canale | 1
venerdì 09 dicembre 2016, 16:30
Violenti scontri nel Sud-Ovest del Paese
Nicaragua: i campesinos contro il Canale
Manifestazioni anche a Managua contro la rielezione di Ortega
di Mattia Baldini
A poco più di un mese dalla la riconferma – per il terzo mandato consecutivo – di Daniel Ortega alla Presidenza della
Repubblica non si placano le proteste in Nicaragua. Alle manifestazioni di dissenso che sfilano periodicamente nelle
strade della Capitale chiedendo nuove elezioni libere e democratiche alla fine di novembre si è però aggiunta un’altra voce
di protesta: quella dei campesinos di Nueva Guinea e San Miguelito, località rurali situate circa 300 chilometri a Sud Ovest di
Managua, dove martedì 29 novembre la Policía Nacional ha schierato i propri effettivi antisommossa al fine di
impedire e reprimere la marcia pacifica di centinaia di contadini che tentavano di raggiungere la Capitale in
occasione della visita del Segretario Generale dell’Organizzazione degli Stati Americani Luis Almagro prevista per il primo
dicembre. Il motivo della protesta contadina è la discussa Ley 840, altrimenti detta “Ley Especial para el Desarrollo
de Infraestructura y Transporte Nicaragüense Atingente a El Canal, Zonas de Libre Comercio e Infraestructura Asociadas”.
Approvata dall’Asamblea Nacional nel giugno del 2013 e tacciata da più parti di palese incostituzionalità, la Ley 840 è
lo strumento giuridico attraverso il quale il Governo del Nicaragua ha affidato la costruzione del Canale Interoceanico e la
sua gestione (per un periodo di cinquanta anni rinnovabili) al consorzio cinese HKND Group, guidato dall’imprenditore Wang
Jing. Parallelamente la suddetta legge crea i presupposti legali per l’esproprio dei terreni sui quali dovrà essere
costruito il Canale, il che ha inevitabilmente generato una comprensibile apprensione nella popolazione residente nelle
zone che, secondo il progetto, saranno attraversate dalla mastodontica opera. È questo il caso dei recenti disordini nel SudOvest del Paese, durati il solo tempo di una giornata ma sufficienti a contare sette feriti gravi e venti desaparecidos, con
ogni probabilità detenuti dalle autorità nicaraguensi. Stando a quanto riportato dalle cronache locali, i reparti speciali
della Policía Nacional non avrebbero esitato ad usare le proprie armi da fuoco per impedire al corteo la sua
marcia verso Managua. Oltre a lacrimogeni e proiettili di gomma – questi ultimi considerati 'armi non letali' anche se, al
contrario, la loro pericolosità è stata già ampiamente dimostrata – gli agenti avrebbero utilizzato sui dimostranti anche
munizioni d’ordinanza, ovvero proiettili letali. Delle sette persone rimaste ferite almeno due presenterebbero ferite
compatibili con l’utilizzo di proiettili di piombo, mentre altrettante risulterebbero ferite da proiettili di gomma. Inoltre le forze
di sicurezza avrebbero addirittura danneggiato irreparabilmente anche gli automezzi con i quali i contadini contavano di
raggiungere la Capitale. Sei agenti avrebbero poi riportato ferite di varia entità dovute, secondo Francisco Díaz,
Vicecomandante della Policía Nacional, ad un’aggressione da parte dai manifestanti durante le operazioni a San Miguelito. A
seguito della violenta repressione Francisca Ramírez, leader del Consejo en Defensa de la Tierra, Lago y
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/nicaragua-i-campesinos-contro-il-canale/
L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.
Copyright L'Indro S.r.l. Tutti i diritti riservati.
L'Indro - L'approfondimento quotidiano indipendente
Politica > News
Nicaragua: i campesinos contro il Canale | 2
Soberanía, il movimento contadino che si batte per la modifica della Ley 840, ha dichiarato che il Consejo sospenderà
temporaneamente le manifestazioni di dissenso, al fine di evitare un’escalation di violenza nel Paese. In una conferenza
stampa improvvisata all’indomani dei disordini la Ramírez ha spiegato quale fosse la posizione del movimento da lei guidato
di fronte alla feroce repressione alla quale è stato sottoposto: «abbiamo deciso responsabilmente di non fermare la marcia,
poiché quello che vogliamo è la pace, non altra violenza in Nicaragua». Ma i disordini nelle località del Sud-Ovest non sono
un fenomeno isolato. Due giorni dopo gli scontri a Nueva Guinea e San Miguelito, in coincidenza con l’arrivo in
Nicaragua di Luis Almagro, si è tenuta a Managua una significativa manifestazione contro la rielezione di Ortega.
Circa 300 persone hanno protestato per le strade della Capitale contro quella che definiscono 'un’elezione-farsa', chiedendo
nuove elezioni libere e regolari. Non ci sono stati scontri, ma il massiccio schieramento di forze di sicurezza ha impedito al
corteo di raggiungere la meta designata, ovvero la sede del Consejo Supremo Electoral davanti al quale i rappresentanti
della protesta, tra i quali l’ex Ministro dell’Educazione Humberto Belli e Luis Ramírez, sindaco di Waslala, nel
dipartimento di Matagalpa, avrebbero dovuto tenere un comizio. Quella del Canale Interoceanico continua dunque ad essere
una questione estremamente spinosa in Nicaragua, e sarebbe lecito supporre che questa possa rappresentare una
preoccupazione per il Presidente Ortega, da sempre uno dei più grandi sostenitori della necessità – e dell’inevitabilità –
dell’opera. Ma il fatto che le proteste contro la costruzione del Canale si vadano a sommare al malcontento generato dalla
sua rielezione – avvenuta attraverso un processo elettorale che definire poco trasparente sarebbe decisamente eufemistico –
non sembra preoccupare più di tanto il Presidente nicaraguense, che anzi ha gestito senza imbarazzo la visita ufficiale di
Luis Almagro nonostante le proteste per le strade di Managua. Del resto è innegabile che Ortega ed il suo partito, il
Frente Sandinista del Liberación Nacional, godano di una legittimazione popolare abbastanza consistente, anche se
non assoluta. Esistono molti oppositori di Ortega, ma le stesse file dell’opposizione non sono così numerose come si
potrebbe pensare e le manifestazioni di dissenso, anche se relativamente frequenti, non presentano numeri estremamente
rilevanti per quanto riguarda la partecipazione. È ovvio come la repressione da parte delle forze di sicurezza e, soprattutto,
la paura che questa genera in coloro che si oppongono ad Ortega si configurino come dinamiche rilevanti nella scelta delle
persone di aderire o meno ad una qualche forma di protesta, ma allo stesso tempo è lecito supporre che le ultime elezioni
presidenziali, sebbene non siano certo ascrivibili all’albo degli esempi di pluralismo e trasparenza, probabilmente non
avrebbero decretato un altro vincitore anche con la partecipazione delle opposizioni. Ma per quanto riguarda il Canale, oltre
alla questione politica, esiste una ben più preoccupante perplessità tecnica: dalla cerimonia d’inaugurazione dei
lavori, infatti, tenuta il 22 dicembre 2014 a Tola, nel dipartimento di Rivas sulla costa del Pacifico, con tanto di presenza di
Laureano Ortega, figlio del Presidente, non un solo metro cubo di terra è stato scavato. Il consorzio cinese HKND Group
assicura però che la fase di progettazione e valutazione procede speditamente e che entro due anni dovrebbero iniziare i
lavori veri e propri di costruzione del Canale. Nel frattempo l’unica cosa che ha visto un concreto inizio sono le
crescenti proteste da parte di ambientalisti e contadini della zona Sud del Nicaragua, comprensibilmente preoccupati dalla
reale possibilità che uno scavo largo almeno 300 metri possa attraversare le loro proprietà ed alterare irrimediabilmente
l’equilibrio naturale del Lago Cocibolca e dell’ambiente circostante. Da parte loro i dirigenti di HKND hanno già fatto sapere
che i terreni interessati dal progetto di costruzione del Canale non saranno espropriati, sebbene il consorzio disponga,
attraverso la famigerata Ley 840, della possibilità di utilizzare questo strumento. I terreni saranno invece acquistati
direttamente dai proprietari, contrattando il prezzo con questi ultimi. Una contrattazione a dir poco sfavorevole per i
piccoli proprietari, che vedranno comunque pendere sulla loro testa la Spada di Damocle dell’esproprio e che
saranno inevitabilmente costretti ad accettare la prima offerta della HKND per evitare di ritrovarsi senza terra
e senza compenso. Sperando però che l’offerta d’acquisto non consista in un pugno di riso.
di Mattia Baldini
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/nicaragua-i-campesinos-contro-il-canale/
L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.
Copyright L'Indro S.r.l. Tutti i diritti riservati.