domenica 30 ottobre 2016

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Rubrica Edilizia

Corriere della Sera - Ed. Roma Il Messaggero Il Messaggero

Sommario Rassegna Stampa

Data Titolo

30/10/2016 30/10/2016 30/10/2016 30/10/2016 ALLOGGI POPOLARI VIA AGLI SFRATTI DEGLI "ABUSIVI" (E.Dellapasqua) APRE LA NUVOLA, RAGGI CONTESTATA POLEMICA SU TEMPI E COSTI RECORD (M.Ajello/L.De Cicco) Int. a R.Cantone: "FONDI ALLA POLITICA, REGOLE SUBITO" (M.Martinelli) CAPITALE DEI PALAZZI SVENTRATI (A.Ossino) 2 Il Tempo

Rubrica

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Lavori pubblici

Il Messaggero - Cronaca di Roma 30/10/2016 Il Sole 24 Ore La Repubblica - Cronaca di Roma 30/10/2016 30/10/2016 IL MAUSOLEO DI AUGUSTO: VICINO IL VIA LIBERA AI LAVORI (L.Larcan) INAUGURATA LA "NUVOLA" DI FUKSAS, RAGGI CONTESTATA (M.Frontera) QUELLA CATTEDRALE DA SOGNO DENTRO IL DESERTO DELLA CITTA' (T.Montanari) 1

Rubrica Viabilita' e trasporti

La Repubblica - Cronaca di Roma 1 La Stampa 30/10/2016 30/10/2016 "PUO' CROLLARE, CHIUDETE IL PONTE DI ARICCIA" (L.D'albergo/L.Gaetani) LA MAPPA DELLE STRADE A RISCHIO UNA SU QUATTRO NON E' IN REGOLA (P.Baroni) 1

Rubrica Politica locale

Corriere della Sera 1 Corriere della Sera - Ed. Roma 30/10/2016 30/10/2016 20/28 Corriere della Sera - Ed. Roma Il Fatto Quotidiano Il Messaggero Il Messaggero - Cronaca di Roma La Repubblica La Repubblica - Cronaca di Roma La Repubblica - Cronaca di Roma La Repubblica - Cronaca di Roma L'Espresso 30/10/2016 30/10/2016 30/10/2016 30/10/2016 30/10/2016 30/10/2016 30/10/2016 30/10/2016 30/10/2016 3 4 5 7 8

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10 11 13 14 RAGGI FISCHIATA AL NUVOLA DAY (G.Pullara) FARMACAP, ESPOSTI E LITI E' PARTITA LA RESA DEI CONTI (G.De

Santis/P.Foschi) IL PALAZZO OCCUPATO CHE LA REGIONE DIMENTICA DA 11 ANNI (L.Garrone) LA LINEA DEL CAMPIDOGLIO: MARRA NON SI SPOSTA (".Pacelli) 17 19 21 23 GRILLO CHIAMA RAGGI: DEVI MOLLARE MARRA VIRGINIA RESISTE: COMPLOTTO CONTRO DI LUI (S.Canettieri) COMUNE, PER IL FRATELLO DI MARRA SPUNTA UN UFFICIO AD HOC NEI VIGILI (S.Canettieri) FISCHIATA RAGGI ALLA "PRIMA" DELLA NUVOLA (F.Altavilla) 24 25 27 GRILLO CHIEDE LA TESTA DI MARRA NO DELLA RAGGI (G.Vitale) L'ATAC NON CEDE IL CONTROLLO SUGLI INCASSI A RISCHIO L'OPERAZIONE DI INGRESSO PER TRENITALIA (D.Autieri) LE MANI DELLA SINDACA SULLA NUVOLA MA VIENE CONTESTATA DALLA PLATEA (L.Serloni) UN'OMBRA SI ALLUNGA SU VIRGINIA RAGGI (E.Fittipaldi) 28 30 32 35

PRIMO PIANO Domenica 30 ottobre 2016

Politica interna Referendum/Renzi:

I sondaggi cominciano a delineare una tendenza maggiore verso il No ed è anche per questo che Matteo Renzi ha dichiarato ieri alla manifestazione di Roma di voler “combattere per un milione di voti nostri che ancora ballano”. Il segretario Pd ha voluto ribaltare le accuse mosse dagli avversari, descrivendo come Partito della nazione non l’alleanza di larghe intese che potrebbe derivare dalla riforma costituzionale ma il fronte del No “che va da Brunetta a Travaglio, sull’Europa da Monti a Salvini, da De Mita a Gasparri, finendo a D’Alema”. Bersani sembrerebbe risparmiato anche se Renzi ha punzecchiato l’ex premier citando l’esempio di Bernie Sanders che “ha perso e oggi fa campagna per Hillary non per Trump”. Tra gli ospiti inaspettati alla manifestazione è comparso Gianni Cuperlo, incerto della partecipazione alla vigilia ma decisosi per la presenza con la speranza di tenere aperta la porta per la modifica dell’Italicum. “Una scelta d’affetto, soprattutto” l’ha definita Cuperlo che ha comunque confermato il No al referendum “se non ci sono novità concrete sull’Italicum”. Secondo gli esperti della squadra di Renzi sarà probabilmente necessario un ulteriore sforzo dopo la Leopolda (in partenza sabato prossimo) per continuare a tenere alta l’attenzione sul referendum fino al giorno del voto.

M5S:

Il mancato raggiungimento del quorum per la votazione sul nuovo “non statuto” ha scatenato le polemiche della base pentastellata, scagliatasi contro coloro che non hanno onorato la loro iscrizione al Movimento e non hanno votato. Nonostante questo la recente votazione ha stabilito un nuovo record di numeri per il M5S, con 87mila voti raccolti e finora fermo al tetto di 40mila nelle precedenti consultazioni online. La dinamica delle votazioni ha seguito un andamento lento nei primi giorni, per poi accelerare dopo gli appelli dei vertici e dei parlamentari. Sul fronte interno intanto sembra reggere la tregua in vista del referendum, a cui nei prossimi giorni il M5S dedicherà tutti gli sforzi per promuovere il No.

Politica estera Stati Uniti:

Mentre Hillary Clinton si prepara ad affrontare la bufera creata dalla riapertura dell’”emailgate”, all’interno delle istituzioni statunitensi si consuma lo scontro tra Fbi e governo. Il ministro della Giustizia Loretta Lynch ha infatti criticato il capo dell’Fbi James Comey non per aver riaperto l’indagine ma per aver notificato il Congresso dell’atto. La prassi prevede che in caso di indagini politicamente sensibili si eviti la comunicazione ad altri organi. Il fronte democratico è inoltre preoccupato da ciò che potrebbe emergere dalle nuove indagini. Innanzitutto perché le nuove mail si trovavano su apparecchi privati precedentemente non denunciati, tra cui un computer in possesso di Huma Abedin e dell’ex marito Anthony Weiner. Inoltre preoccupano i 30mila messaggi che durante l’ultima indagine non erano stati consegnati perché teoricamente distrutti. Questi potrebbero trovarsi all’interno dei dispostivi ora in possesso dell’Fbi e potrebbero svelare nuovi dettagli di cui Clinton era a conoscenza pur avendo negato. In questo caso la candidata democratica potrebbe essere accusata di spergiuro e seguire il destino del marito che dovette abbandonare la carica di presidente a causa di impeachment. I sondaggi intanto segnalano che il distacco tra i due candidati si è ristretto a soli due punti, con una campagna improvvisamente riaperta e che porta sempre più all’incertezza.

Spagna:

Ora è ufficiale, Mariano Rajoy ha incassato la fiducia dal Parlamento spagnolo e potrà iniziare il nuovo percorso di governo, dopo un anno di tribolazioni dovute a votazioni dove l’incertezza ha regnato. Anche non hanno infatti consegnato al leader del Partido Popular (PP) una maggioranza stabile e solo grazie all’astensione del Partito Socialista (ieri 68 deputati si sono astenuti su 85) Rajoy ha superato l’esame della fiducia, con un governo che sarà comunque di minoranza. I voti a favore sono stati 137 da parte dei parlamentari PP, 32 dall’alleato Ciudadanos e 1 dall’unico deputato di Coaliciòn Canaria. Sarà quindi difficile il compito del nuovo premier, dovendo fare i conti costantemente con l’aritmetica, a partire dall’approvazione della legge di Bilancio spagnola con cui dovranno essere effettuati tagli per

5,5 milioni, come imposto dall’Ue. La politica del nuovo governo avrà come linee forti l’unità della Spagna, la disciplina di bilancio e l’impegno con l’Ue. Mentre Rajoy otteneva la sua vittoria, all’interno del Psoe continuava il dramma che ha portato l’ex segretario Pedro Sanchez a consegnare ufficialmente le dimissioni, orgoglioso comunque nell’affermare che “non posso tradire il mio impegno né tradire il mio partito”. Fuori dal Parlamento intanto montavano le proteste di vari movimenti, compreso Podemos, che oggi siede sugli scranni con numeri importanti. Il leader Pablo Iglesias ha quindi colto l’occasione del caos all’interno del Psoe per descrivere Rajoy come l’”epilogo del vecchio regime” e proclamarsi nuovo leader dell’opposizione di governo.

Economia e Finanza Legge di Bilancio:

bilancio 2017, con il probabile slittamento del voto definitivo a dopo il referendum. L’obiettivo iniziale era di anticipare la votazione per la riforma costituzionale, per evitare l’eventuale ciclone di incertezza sui mercati che potrebbe produrre il trionfo del No. Ma con in mezzo l’approvazione del decreto fiscale i tempi si allungano e la sfida si fa quasi impossibile. Inoltre, secondo alcune fonti della maggioranza, il pacchetto fiscale potrebbe essere a sua volta posticipato. Emergono intanto nuovi dettagli sulla manovra, come l’obbligo dei ministeri a rinunciare a 738 milioni, a cui si aggiungeranno tagli già programmati per 2,6 miliardi. Cambiata inoltre la clausola di salvaguardia che prevedeva gli aumenti di accise sulla benzina in caso non fosse raggiunto l’obiettivo di 1,6 miliardi raccolti dalla sanatoria sui capitali. Con le modifiche si prevede che le spese verranno coperte con tagli da decidere entro il 30 settembre 2017. Con dieci giorni di ritardo è stata depositata a Montecitorio la legge di

Banche:

Sono oltre 60mila i bancari usciti dal lavoro anticipatamente negli ultimi 13 anni. Il processo inevitabile di dimagrimento degli istituti di credito non si accenna comunque a rallentare, complice l’avanzata del digitale e i bassi margini di guadagno causati dai tassi ai minimi. Lo confermano i tagli previsti nei recenti piani industriali delle banche, con una previsione di ulteriori 18mila esuberi per il 2020. Ecco perché il governo sarebbe al lavoro per rendere indolore l’uscita anticipata di 7mila bancari almeno entro il 2022-2023. Nella recente legge di Bilancio sono ad esempio stati inseriti 648 milioni indirizzati al Fondo esuberi delle banche, che potrà coprire l’accompagnamento all’uscita di 25mila dipendenti in totale nel giro di 7 anni. Un tema che nei prossimi mesi avrà forte impatto a causa dei dossier aperti di banche come Mps, le popolari venete e le quattro good bank.