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PRIMO PIANO
Venerdì 28 Ottobre 2016
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Prima di Natale la convention per lanciare il progetto. Mentre gli ulivisti si dividono sul referendum
Dopo Renzi c’è il Nuovo Ulivo
Pisapia e il sindaco di Bologna Merola vanno oltre il Pd
DI
GIANNI MACHEDA’S TURNAROUND
RAFFAELE PORRISINI
U
n nuovo Nuovo Ulivo per rifondare
il centrosinistra e
superare l’autosufficienza del Pd.
Un nuovo progetto di centrosinistra (o di sinistracentro, ma sempre senza trattino) per accantonare una
volta per tutta quella vocazione maggioritaria del Pd
auspicata nel 2007 da Walter Veltroni, che in seguito
Matteo Renzi ha cercato
di concretizzare a partire
dall’exploit del 40,8% alle
europee 2014.
A questo stanno pensando
il sindaco di Bologna Virginio Merola e l’ex sindaco di
Milano Giuliano Pisapia,
al lavoro per organizzare
una convention da tenersi
prima di Natale sotto le Due
Torri per lanciare un nuovo
progetto politico.
L’obiettivo? Andare oltre
l’esperienza renziana e la
conseguente contrapposizione interna al corpaccione dem.
Il primo cittadino felsineo ha confidato questa
sua aspirazione al Corriere
di Bologna, convinto che ci
sia «bisogno di una sinistra
unita, non necessariamente
renziana, di rilanciare con
forza un’iniziativa socialdemocratica, con un impianto
neoulivista». Per Merola
«l’autosufficienza del Pd
va superata», dunque addio Italicum con premio di
maggioranza al partito (va
spostato sulla coalizione), è
tempo di rimettere indietro
le lancette dell’orologio, tornare alle coalizioni di centrosinistra costruite da Romano Prodi e rispolverare
il simbolo dell’Ulivo.
L’ex premier, che si tiene a debita distanza da
questi dibattiti, aveva però
un fine differente: creare il
centrosinistra per arrivare
all’unione di Ds e Margherita, cioè dei due partiti eredi
di Pci e Dc. Secondo Prodi, il
compimento dell’Ulivo stava proprio nella nascita del
Partito democratico, inteso
come nuovo perno fondamentale della coalizione di
centrosinistra.
Peccato che Veltroni prima e soprattutto Renzi poi
abbiano invece cercato di
fare del Pd l’asso pigliatutto
della coalizione, spazzando
via i cespugli di sinistra e
centro per fagocitarli dentro
la grande casa dem. Tentativo fallito? Di sicuro ora si
registrano le spinte a tornare allo schema precedente,
mentre l’autosufficienza del
Pd oggi appare una chimera.
Se poi Prodi con la
sua operazione puntava
a spostare l’area di centro
La Commissione Ue è come un anziano parente: quando
si fa viva è quasi sempre per rompere le scatole.
***
È normale che gli abitanti di Gorino siano arrabbiati.
Provateci voi a vivere sei mesi l’anno assediati dalle
zanzare e gli altri nella nebbia.
***
Critiche della Commissione Ue al bilancio italiano condensate in una cartella. E questa non si può rottamare.
***
Migranti, l’Austria estenderà i controlli alle frontiere.
Appena arrivati, se ne vogliono andare subito.
Virginio Merola e Giuliano Pisapia
verso sinistra, l’operazione
che hanno in mente Merola e Pisapia è pensata per
recuperare consensi a sinistra, scrollandosi di dosso
quell’immagine di Partito
della nazione che gli accordi con i vari Angelino
Alfano e Denis Verdini
hanno contribuito a creare,
così come l’annessione delle
truppe ex montiane di Scelta civica.
Non a caso, Merola vuole
coinvolgere in questo Nuovo
Ulivo il sindaco di Caglia-
ri Massimo Zedda già in
quota Sel, riconfermato al
secondo mandato e protagonista con Pisapia e con
il collega di Genova Marco
Doria della famosa lettera apparsa su Repubblica
per chiedere di ricreare il
campo del centrosinistra,
una sorta di appello a Renzi affinché non mandasse
all’aria il rapporto con Sel e
con ciò che sta a sinistra del
Pd. Sono coinvolti in questa
iniziativa anche il deputato cuperliano Andrea De
Maria e il segretario del
Pd bolognese Francesco
Critelli, esponente della
minoranza dem.
Il Nuovo Ulivo nelle
intenzioni di Pisapia
dovrebbe «ricostruire un
movimento unitario di centrosinistra». Ma solo dopo il
referendum costituzionale,
argomento troppo divisivo
anche per gli stessi ulivisti,
se è vero che l’ex portavoce
di Prodi e deputata del Pd
Sandra Zampa è schierata
per il Sì come l’ex ministro
Arturo Parisi, mentre altri come il senatore Franco
Monaco e pure Paolo Prodi (fratello maggiore dell’ex
presidente del consiglio)
sono in campo per il No.
Sul tema del Nuovo Ulivo
la stessa Zampa ha inoltre
precisato che «l’Ulivo aveva
come obiettivo la nascita del
Pd. Prima bisogna portare a
casa la solidità del Pd, solo
dopo si potrà fare un nuovo ragionamento.Ma senza
frammentazione.
© Riproduzione riservata
ON THE ROAD, NOTE DI VIAGGIO FRA I MEDIA DI MARIO SECHI
Il governatore inglese si difenderà o farà dispetti?
DI
MARIO SECHI
Titoli. Apertura obbligata dei quotidiani sul
terremoto, i titoli sono
tutti uguali, le cronache
da ciclostile, il giornalista
collettivo è in azione. È
una di quelle giornate in
cui è meglio andare altrove. Prendiamo un volo. Per
dove? Andiamo a Londra,
dove si incrociano i destini
dell’Europa (e anche un po’
i nostri), ecco impaginato
un titolo del Financial
Times sulla Banca d’Inghilterra che ha chiesto
alle istituzioni finanziarie inglesi i numeri della
loro esposizione presso la
Deutsche Bank e alcune
banche italiane, Monte dei
Paschi di Siena, of course,
è in cima alla lista.
A cosa sta pensando
il governatore Mark
Carney? Alle difficoltà
di Deutsche e del Monte,
certamente, ma, in realtà,
quelli sono i dettagli di
uno scenario ben più ampio, in pentola sta bollendo di più: è l’idea che l’Europa stia
andando incontro a una crisi molto
profonda, una disconnessione politica che potrebbe riverberarsi sulle
istituzioni finanziarie più deboli e
innescare un effetto Lehman. Meglio dunque sapere dove sono i punti
deboli e correre al riparo diversifi-
Vignetta di Claudio Cadei
cando il portafoglio.
La richiesta di informazioni
della Prudential Regulation Authority, in passato, fu utilizzata per
vedere i rischi legati alle possibili insolvenze delle banche greche.
Cosa sta succedendo?
Si sta avvicinando la Brexit. La
cancelliera Merkel, sul
punto, ha mostrato grande tenacia, invitato gli imprenditori della Germania
a stare uniti, ricordato
agli altri paesi europei
che la linea è aperta alla
trattativa ma ferma sul
no a scappatoie e accordi
bilaterali. Sembra facile,
ma la realtà dice che gli
inglesi stanno lavorando
con abilità, pragmatismo
e una dose di vecchio e
inossidabile cinismo.
Ecco i dati del loro
prodotto interno lordo, freschi come uova di
gallina d’Inghilterra: più
0,5 per cento nel periodo
tra luglio e settembre. Meglio delle aspettative (più
0,4 per cento) e segnale di
grande resistenza del clima di fiducia nel Regno
Unito.
È un dato che non disegna il futuro, il referendum è di fine giugno, le
banche stanno cominciando ora a valutare i piani di
abbandono della City, ma
per ora il botto non c’è.
E Carney ha in mano la catapulta
del denaro della Bank of England e
ha dimostrato di avere ottime doti
d’artigliere. Domanda finale che
rimane sul taccuino del titolare di
List: dobbiamo preoccuparci per la
Brexit o per la Uexit?
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