scarica il sussidio di gennaio

Download Report

Transcript scarica il sussidio di gennaio

Gennaio
Quinta tappa
Un incontro. Nasce lo Stormo Bonaventura
"Andare avanti! Chi si ferma è perduto".
OBIETTIVO EDUCATIVO
Abituarsi a costruire le proprie amicizie fondandole sul
rispetto, la lealtà e l’aiuto reciproco perché ognuno possa
raggiungere lo scopo per cui Dio l’ha inventato. Capire che
l’amico è uno che aiuta a crescere e vuole il bene
dell’altro: la sua disponibile generosità lo dimostra.
quinta tappa,1
“Amico, se vuoi mettere nel
becco qualcosa di meglio, fai
un salto da questa parte”. Una
voce fece sobbalzare Jonathan!
Un gabbiano! C’era un altro
gabbiano da quelle parti!
“Chi è là?” chiese con cautela e
un po’ di batticuore.
Non aveva visto traccia di stormi. Quello probabilmente era
un gabbiano reietto, esiliato
come lui. Poteva anche essere
un poco di buono... Ma il giovane gabbiano che apparve sulla
riva aveva l’aria bonaria e gli
occhi allegri.
“Mi chiamo Christian Aladivento e sono un esiliato come te... o mi sbaglio?”
“Non ti sbagli. Io sono Jonathan Junior”
“Un gran nome...”
Si sfiorarono con la punta dell’ala e il becco. Jonathan si vergognava un po’
perché aveva il becco sporco di fango, ma Christian non ci badò.
“C’è del cibo abbondante vicino alle case degli uomini” - disse Christian Siamo in cinque tutti reietti.
Così Jonathan fece la conoscenza con Ricki Quattroventi, Judi Rossodisera,
Franz Beccodiferro, Dolce Chiarodiluna.
“Io vado al mare” annunciò Jonathan.
“Anche noi vogliamo andarci” disse Dolce. Franz, un gabbiano forte e
muscoloso, assentì convinto, poi con un colpo deciso del becco aprì uno
squarcio in una scatola di wurstel e cominciò a inghiottirli uno dopo l’altro.
“Quando ripartite?” chiese Jonathan.
I cinque si guardarono imbarazzati. Judi si concentrò sul budino che stava
succhiando con professionale coscenziosità.
quinta tappa,2
“Ma da quanto tempo siete qui” chiese ancora Jonathan. “Da tanto...” mormorò Christian. “Non andiamo di fretta” bofonchiò Franz, tra un wurstel e
l’altro. “E’ così - spiegò Dolce con la sua voce caramellata - Volevamo andare
al mare... per questo ci hanno cacciato dai nostri stormi, ma volare stanca
troppo...”.
“E qui abbiamo trovato questa fabbrica di alimentari in scatola” la interruppe
Ricki. Non hai idea di quante scatole di roba buona buttino via!”
“Un sciacco di cosce buonisscime” fece Franz ingoiando wurstel con rinnovato
entusiasmo.
“Ma i gabbiani volano e pescano” esclamò Jonathan.
“Nessuno di noi sa pescare -disse Judi piano piano- Nessuno ce lo ha
mai insegnato...”. “Neanche a me riesce molto bene” - ammise Jonathan - ma
non è un motivo per perdere tempo qui. Andiamo al mare, là qualcuno ci insegnerà a pescare!
quinta tappa,3
“Metti qualcosa nel becco, adesso -disse Ricki- domani ne riparleremo”.
“Non possiamo rimandare sempre a domani, Ricki. Lo facciamo da troppo
tempo. Io parto con Jonathan. Subito” disse Christian.
“Parto anch’io” proclamò Dolce.
“Ho capito: si parte tutti” disse Franz, e aprì un’altra scatola di wurstel, con
un terrificante colpo di becco.
“Giuriamo di non lasciarci finché non saremo arrivati al mare... e di aiutarci
l’un l’altro sempre” disse solennemente Jonathan.
quinta tappa,4
Formeremo un nuovo stormo, lo STORMO BONAVENTURA, proclamò Jonathan.
Si toccarono con la punta delle ali. Formarono un cerchio. Per un momento si
udì solo lo sciacquio del grande fiume che scorreva lento.
“Per lo stormo Bonaventura, Hip Hip! gridò Franz.
“Urrà! risposero tutti in coro.
“Siamo gabbiani, non galline” strillò Judi.
“Brava Judi! Questo sarà il nostro
motto” sentenziò Jonathan.
“Urrà!” fecero gli altri.
Idee che emergono
- Non concentrarsi unicamente su se stessi
- Aver spirito di osservazione, di ascolto, di riflessione.
- Uscire dall'egocentrismo.
- Saper vedere chi ci vive accanto: accorgersi della vita!
- Cercare di individuare chi cerca di approfondire, realizzare le nostre
stesse scelte o gli stessi ideali.
- Tenacia e costanza, non fermarsi a metà delle proprie attività
- Non tradire i propri ideali, sincerità verso se stessi e la propria coscienza
che ha scelto.
- E’ necessario fare la propria parte per stare bene con gli altri.
- La vita è tutta un grande “pellegrinaggio".
- I preadolescenti: ragazzi “migratori" (da un'età bambina all'adolescenza).
- Dio: compagno di viaggio della nostra vita.
- La Chiesa: una grande famiglia di vita inventata da Dio, in viaggio verso
una comunione più grande e felice con Dio stesso, un insieme di persone
che condividono lo stesso ideale e la stessa fede in una medesima persona (Gesù).
- "Andiamo al mare!". E’ la condivisione dell'ideale che tiene unito un
gruppo.
- Il dialogo: esprimere con serenità e sincerità il proprio punto di vista
aiuta il gruppo a maturare la scelta (es. Christian deciso di fronte al gruppo).
- L'unione fa la forza! Il "fare qualcosa insieme" cementa l'unione.
- L'amicizia vera: favorisce e sostiene il tuo ideale, il meglio di te; non si
pone come ostacolo o freno. Il vero amico vuole il tuo bene ("Chi ama
corregge!", aggiunge ancora il Siracide). Jonathan agisce di conseguenza.
Per approfondire
- Come ti saresti sentito al posto di Jonathan
durante il primo voto da esiliato? (Crocia
quanto corrisponde a te):
* Contento.
*Libero. * Preoccupato.
* Triste.
* Più sicuro. * Incerto.
* Tranquillo. * Arrabbiato. * Indifferente.
* Fiducioso in Dio.
* Fiducioso nella verità della tua scelta.
- L'incontro di Sonathan con gli altri gabbiani.
Leggendo la tua esperienza, tu cosa avresti
fatto? (Crocia quanto condividi):
* Avresti proseguito il tuo volo.
* Avresti agito come Jonathan.
* Avresti reagito con indifferenza.
* Avresti parlato con loro per cortesia e avresti proseguito solo.
* Avresti finto di non vedere.
* Ti saresti fermato per curiosità.
* Avresti avuto difficoltà a vederli.
- Ci sono persone che ti capita di veder spesso e... di ignorare?
- Ci sono persone nel tuo ambiente che si sforzano di incontrarsi e confrontarsi sui
medesimi ideali e scelte di vita (all'oratorio, in Parrocchia, altri gruppi con ideali
comuni)?
- Ti pare che i cristiani della tua comunità si accorgano l'uno dell'altro? Cosa suggeriresti perché si "incontrassero" con amicizia?
- Prova a immaginare il seguito della storia di Jonathan Sunior: che succederà secondo te? (si ferma - va avanti - torna indietro?).
- Quali ideali sono condivisi nel tuo gruppo? (Crocia quanto ritieni sia rispondente
alla situazione del tuo gruppo)
* Aiutare gli altri.
* Ritrovarsi per giocare.
* Diventare più amici aiutandosi.
* Fare insieme attività ricreative.
* Aiutarsi a conoscersi e a scoprire i valori e gli ideali della propria vita.
* Discutere della vita e dei problemi della propria età.
* Parlare di Dio e della fede.
* Ascoltare musica e ballare.
* Parlare di scuola.
* Altro...
In gruppo
Ognuno ha un foglio e una penna.
Scrive in cima al foglio il proprio nome e la frase "Ti ringrazio per...".
Quindi passa il foglio al compagno di destra.
Ognuno ha ora davanti un foglio con un nome.
Deve scrivere sotto il nome un motivo, una dote, una qualità, un gesto per cui vuole ringraziare quel tale di cui è scritto il nome.
Poi il foglio viene piegato in modo che resti visibile solo il nome (a "fisarmonica") e
viene fatto passare ancora a destra.
Si va avanti così finché il foglio non ritorna al proprietario.
A questo punto ogni ragazzo avrà riflettuto sulle doti di ciascun compagno e avrà
davanti un foglio pieno di qualità che gli altri hanno "letto" in lui.
E con il mettere insieme tutte le proprie doti che il gruppo cresce e si fa l'amicizia.
DALLA
VITA
AL
DIALOGO
CON
DIO
Accorgersi!
Lettura biblica: Maria alle nozze di Cana (Giovanni 2,1-11)
NARRATORE - Dal Vangelo di San Giovanni.
Ci fu un matrimonio a Cana, una città della Galilea. C'era anche la madre di Gesù, e
Gesù fu invitato alle nozze con i suoi discepoli. Ad un ceno punto mancò il vino.
Allora la madre di Gesù gli dice:
MADRE - Non hanno più vino.
NARRATORE - Risponde Gesù:
GESÙ - Donna, perché me lo dici? L'ora mia non è ancora giunta.
NARRATORE - La madre di lui dice ai servi:
MADRE - Fate tutto quello che vi dirà.
NARRATORE - C'erano lì sei recipienti di pietra da circa cento litri ciascuno. Servivano per i riti di purificazione degli ebrei. Gesù disse ai servi:
GESÙ - Riempiteli d'acqua.
NARRATORE - Essi li riempirono fino all'orlo. Poi Gesù disse loro:
GESÙ - Adesso prendetene un po' e portatelo ad assaggiare al capotavola.
NARRATORE - Glielo portarono. Il capotavola assaggiò l'acqua che era diventata
vino. Lo sapevano solo i servi che avevano portato l'acqua. Quando lo ebbe assaggiato, il capotavola chiamò lo sposo e gli disse:
CAPOTAVOLA - Tutti servono prima il vino buono e poi, quando si è già bevuto
molto, servono il vino più scadente. Tu invece hai conservato il vino buono fino a
questo momento.
NARRATORE - Così Gesù fece il primo dei suoi segni miracolosi nella città di Cana,
in Galilea, e manifestò la sua grandezza. E i suoi discepoli credettero in lui.
(NB: il brano è impostato in modo tale da favorire una lettura più partecipata e, se
si desidera, "mimata". Importante è mettere in evidenza, in questo caso, il ruolo di
Maria: è lei che si accorge e provoca tutto il resto: miracolo, festa riuscita, fede dei
discepoli. Quante cose da un gesto di "osservazione").
Guida - "Essenziale nel mondo è poter affermare: io sono un uomo per gli altri, nel
senso più profondo della parola". Così ha affermato Albert Schweitzer. La Madonna,
a Cana, ha offerto un esempio stupendo di accoglienza, di autentico modo di incontrare gli altri, la loro vita, le loro situazioni ed esigenze, perché la loro gioia di vivere
sia più piena.
Dobbiamo chiedere al Signore di essere come Maria: guardarci attorno e riconoscere
chi percorre la strada con noi e aiutarci.
Per questo preghiamo ripetendo:
APRI I NOSTRI OCCHI E IL NOSTRO CUORE, SIGNORE.
Perché ci accorgiamo di coloro che vivono accanto a noi. Per imparare a non
pensare solo a noi stessi.
Perché gli altri ci trovino rispettosi e accoglienti.
Perché sappiamo accogliere anche quelli meno fortunati e simpatici.
Per avere il coraggio di lottare contro l'indifferenza e la mediocrità.
Per sapere trasmettere cordialità e rispetto.
Per saper essere ragazzi che amano la vita in nome tuo.
Per sentire che tu ci accogli sempre.
Preghiera
Signore,
più che essere consolati,
vogliamo consolare;
più che essere compresi,
vogliamo comprendere;
più che essere amati,
vogliamo amare.
È donando che si riceve,
è dimenticandoci
che ci si trova,
è perdonando
che si è perdonati,
è morendo
che si risuscita
all'eterna Vita.
IMPEGNO DI VITA
Nella giornata di oggi cercherò di accogliere, salutare e dialogare con tutti coloro
con cui mi incontrerò.
GIOCHI NELLA TERRA DEI GABBIANI
Orecchio
- Luogo: cortile o prato.
- Giocatori: da 20 a 40.
- Materiale: qualche benda o
foulard.
- Svolgimento del gioco:
Si dividono i ragazzi a coppie, che
vengono separate e disposte alle
estremità del luogo di gioco. Un
membro di ogni coppia sarà bendato e al via dovrà partire e raggiungere il suo compagno, che
potrà dirigere il suo percorso urlando. Una volta ricongiunta la coppia, il compagno non bendato si fa trasportare
al traguardo, posto nel punto in cui è partito il primo concorrente bendato.
Vince la coppia che arriva prima. Si può ripetere tre volte.
Qualunque staffetta può essere indicata, in quanto tragitto comune da fare
insieme, in cui ognuno fa la sua parte.
Per far sfiancare i ragazzi si consiglia quella in cui ogni squadra si dispone,
divisa in due sottogruppi, alle estremità del luogo di gioco. Al via parte un primo componente che raggiunge il primo compagno di squadra dall'altra parte; i
due si tengono per mano (o si legano tra di loro, magari alle caviglie) e tornano
alla partenza a prendere un altro compagno e così via fino a che tutta la squadra è stata coinvolta e anche l'ultimo concorrente ha fatto un attraversamento
del campo. Vince la squadra che per prima completa il tragitto.
NB: i primi a partire devono avere resistenza e buoni polmoni.
Incontri-scontri
- Ambientazione: a piacere, piacerissimo.
- Materiale: un cortile dove 10-30 ragazzi possano correre.
- Svolgimento del gioco:
Delimitare i confini del campo da gioco e renderli visibili. Un giocatore (indicato
dall'animatore o sorteggiato) cerca di prendere gli altri toccandoli. Questi possono difendersi assumendo una posizione "toppante" concordata precedentemente, che deve essere abbastanza difficile (tipo sollevare la gamba destra,
passare il braccio destro sotto il ginocchio e con la mano afferrarsi il naso). Il
giocatore che viene toccato prima di avere assunto la posizione "toppante",
oppure è uscito fuori del campo da gioco, prende il posto di colui che deve
catturare.